Dizionario enciclopedico termini con lettera iniziale S parte 15
Dizionario enciclopedico termini con lettera iniziale S parte 15
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Dizionario enciclopedico termini con lettera iniziale S parte 15
superflùido, agg. e sm. Relativo all'elio-4 e all'elio-3 quando si trovano a temperatura inferiore al punto e che dunque manifestano le proprietà della superfluidità.
superfluità, sf. invar. Ciò che è superfluo, in eccedenza.
supèrfluo, agg. e sm. agg. 1 Che non è necessario, che è in eccesso rispetto al bisogno. 2 Inefficace, inutile.
sm. Ciò che risulta in eccesso, che non serve.
agg. e sm. 1 superfluous. 2 (non necessario) unnecessary.
lat. superfluus, deriv. da superfluere traboccare.
Supèrga Località del Piemonte, posta sul colle di Superga, appartenente ai comuni di Torino e di Baldissero Torinese. Vi si trova la basilica, iniziata da Filippo Juvera nel 1715 in memoria della vittoria i Eugenio di Savoia sui francesi del 1706 e in cui sono sepolti molti dei Savoia.
supergigànte, agg. e sm. agg. Che ha dimensione superiore a quella delle stelle dette giganti.
sm. Gara dello sci che presenta caratteristiche intermedie fra lo slalom gigante e la discesa libera.
• Stelle con raggio e massa enormemente maggiori di quelle solari. Sono localizzate nella parte più alta della sequenza principale a grandi valori di luminosità e massa.
sùper-io, sm. invar. In psicanalisi, secondo Freud, una delle tre istanze psichiche dell'apparato mentale. Può essere considerato corrispondente alla coscienza morale. Si sviluppa durante l'infanzia, tra i cinque e i sei anni, attraverso processi d'identificazione attuati dal bambino nei confronti dei genitori, i quali ai suoi occhi appaiono come l'autorità morale.
superióra, sf. Monaca che è preposta alle altre nella gerarchia di un monastero.
superioràto, sm. In una comunità religiosa, l'ufficio di chi è superiore.
superióre, agg. e sm. agg. 1 Che è più in alto, sopra. 2 Maggiore. 3 Che presenta qualità, pregi di maggior valore. • si dimostrò superiore all'avversario. 4 Che in una disposizione ordinata viene dopo, è in posizione più elevata.
sm. Chi ha autorità sugli altri in virtù di una posizione gerarchica più elevata. • non voleva mancare agli ordini dei superiori.
agg. 1 (più in alto) upper. 2 (più elevato) higher. 3 (migliore) superior. 4 (al di sopra) above. 5 (di carica) senior. sm. superior.
lat. superior,-oris, deriv. da superus che sta sopra.
Superióre Regione del Ghana settentrionale, al confine con il Burkina Faso, suddivisa in: Superiore Occidentale (526.000 ab.), capoluogo Wa, e Superiore Orientale (921.000 ab.), capoluogo Bolgatanga.
Superióre, làgo Il maggiore (84.131 km2, profondità massima 406 m), dei Grandi Laghi, in America settentrionale. Appartiene al Canada (Ontario) per un terzo e per il rimanente agli USA (Wisconsin, Minnesota, Michigan). Tra i laghi d'acqua dolce è considerato il più grande del mondo. Di origine glaciale, è lungo 600 km e largo 660 km. Numerose sono le baie e le insenature, come pure gli immissari. Riceve infatti i fiumi Nipigon, Kaministikwia, Pigeon, Saint Louis. È collegato, a est, con il lago Huron attraverso il canale Saint-Mary. Navigabile per sei-sette mesi all'anno ha una grande importanza come via di collegamento tra le regioni occidentali e l'Atlantico; il traffico è alimentato soprattutto dall'esportazione dei minerali ferrosi estratti dai giacimenti del Minnesota. Sulle sue rive numerosi sono i porti commerciali, come Duluth, Superior, Marquette e Thunder Bay (in territorio canadese).
superiorità, sf. invar. 1 L'essere superiore. 2 Alterigia.
sf. superiority.
superiorménte, avv. Dall'esterno, dall'alto.
superlatìvo, agg. e sm. agg. Altissimo, più che eccellente. ~ eccelso. • opera superlativa.
sm. In grammatica, il grado di un aggettivo o avverbio che esprime il valore più elevato (assoluto) o un valore elevato rispetto a una ambiente, un contesto (relativo).
agg. e sm. superlative.
lat. tardo superlativus, deriv. da superlatus, p.p. di superferre portare al di sopra.
superlavóro, sm. sing. Lavoro eccessivo che provoca grande affaticamento.
superleggèro, agg. e sm. agg. Che riguarda oggetti dal peso praticamente nullo rispetto alla norma.
sm. Pugile che rientra in una certa categoria di peso nella boxe.
superman, sm. invar. Uomo dai poteri eccezionali, in grado di risolvere qualunque problema.
supermarket, sm. invar. Supermercato.
supermàschio, sm. In biologia, individuo avente caratteri morfologici maschili, ma dalla formula cromosomica anomala.
supermàssimo, sm. Pugile che presenta un peso che lo colloca nella categoria più elevata della boxe.
supermercàto, sm. Emporio di grandi dimensioni in cui i clienti si servono da soli, scegliendo fra la merce in esposizione ed effettuando il pagamento all'uscita.
sm. supermarket.
supernazionàle, agg. Soprannazionale.
supèrno, agg. e sm. agg. Che è superiore.
sm. pl. Dei del cielo, contrapposti agli dei degli inferi, nella mitologia classica.
supernova, sf. Stadio finale dell'evoluzione delle stelle massicce, con massa molto più grande di quella solare. In seguito al collasso si verifica un picco di elevatissima luminosità (magnitudine assoluta-18). Nelle supernove il materiale espulso genera una nebulosa di gas che si espande rapidamente e il nucleo collassa in una stella di neutroni rotante o pulsar.
La supernova di tipo II deriva da stelle giganti e raggiunge magnitudine assoluta-16.
Nella nostra galassia sono state avvistate tre supernove di tipo I; quella del 1054 ha generato la nebulosa del Granchio, che si espande ancora oggi a una velocità di 1.300 km al secondo.
supernutrizióne, sf. Alimentazione eccessiva rispetto al reale fabbisogno.
sùpero, agg. e sm. agg. Superiore.
sm. Eccedenza, esubero.
superomìsmo, sm. Insieme delle teorie e dottrine del superuomo.
superórdine, sm. Divisione della tassonomia in cui sono raggruppati ordini vicini. Viene subito dopo la classe o la sottoclasse.
superòtto, agg. e sm. agg. Relativo alla pellicola di otto millimetri che presenta qualità visiva migliore rispetto a quella normale.
sm. invar. 1 Pellicola da otto millimetri. 2 Cinepresa che utilizza pellicole da otto millimetri.
superpetrolièra, sf. Petroliera che ha stazza superiore alle 70.000 tonnellate.
superpotènza, sf. Stato che ha raggiunto un grande sviluppo e economico, militare in grado di esercitare egemonia sugli altri stati.
superprefètto, sm. Prefetto che ha ottenuto dallo stato dei poteri straordinari per risolvere questioni di emergenza nazionale.
superprocùra, sf. Organismo giudiziario che ha ottenuto particolari poteri per affrontare una situazione di emergenza nazionale.
superreazióne, sf. Nelle telecomunicazioni, procedimento di ricezione delle emissioni radiofoniche che permette di aumentare notevolmente la sensibilità di un rivelatore a reazione fino anche a superare il limite indicato dalla teoria della reazione.
Radioricevitore a superreazione
Radioricevitore che funziona seguendo un procedimento di superreazione.
Supersàno Comune in provincia di Lecce (4.651 ab., CAP 73040, TEL. 0833).
supersònico, agg. e sm. (pl. m.-ci) agg. In grado di oltrepassare la velocità del suono.
sm. Aereo che può viaggiare a velocità superiori a quella del suono.
superstar, sm. e sf. invar. Artista di grande successo e notorietà.
supèrstite, agg., sm. e sf. agg. Che è sopravvissuto a una situazione, a un evento mortale per altre persone. ~ scampato. <> caduto.
sm. e sf. Chi è sopravvissuto a una tragedia in cui altri hanno trovato la morte. ~ reduce.
agg. surviving. sm. e sf. survivor.
superstizióne, sf. Tendenza a credere per ignoranza o suggestione a fenomeni ritenuti soprannaturali, occulti.
sf. superstition.
lat. superstitio,-onis, comp. da super-sopra + deriv. da stare.
superstiziosaménte, avv. In modo superstizioso.
superstiziosità, sf. invar. Credenza superstiziosa.
superstizióso, agg. e sm. agg. 1 Che mostra superstizione. • era un uomo superstizioso. 2 Che deriva dalla superstizione. • le credenze superstiziose erano molto radicate in quel popolo ignorante.
sm. Chi mostra superstizione.
agg. superstitious.
lat. superstitiosus.
superstràda, sf. Strada extraurbana gratuita a elevata viabilità.
supertestimòne, sm. e sf. Chi fornisce la prova, la testimonianza decisiva, in un processo.
superuòmo, sm. Uomo che ritiene di avere doti superiori.
• Figura ideale di uomo, definita nella filosofia di Nietzsche, secondo la quale l'uomo di ingegno, superiore alla norma, deve vivere dando sfogo alle sue aspirazioni, alla sua volontà di potenza, senza sentire i vincoli imposti dalle regole della società comune.
superuser In informatica indica il nome di un utilizzatore di sistema privilegiato al quale sono affidati i compiti di amministrazione del sistema stesso.
supervalutàre, v. tr. Valutare in eccesso rispetto al reale valore.
supervisionàre, v. tr. Controllare, sovrintendere.
supervisióne, sf. L'attività compiuta dal supervisore.
supervisóre, sm. Chi sovrintende, controlla e dirige la realizzazione di un'opera. ~ responsabile, controllore.
superwelter, sm. 1 Pugile che appartiene a una determinata fascia di peso che definisce una categoria della boxe. 2 La categoria della boxe.
supinaménte, avv. In modo supino.
supinatóre, agg. e sm. agg. 1 Che produce la supinazione. 2 Relativo a due muscoli dell'arto superiore.
sm. Denominazione di due muscoli dell'arto superiore, il supinatore breve e il supinatore lungo o brachioradiale.
supinazióne, sf. In fisiologia, movimento di rotazione dell'avambraccio che porta il palmo della mano in avanti.
supìno, agg. e sm. agg. 1 Disteso sulla schiena, con la faccia rivolta verso l'alto. • dormire supino. 2 Servile, passivo. • era una persona supina ai suoi voleri
sm. Nella grammatica latina, verbo infinito che esprime il fine di un'azione.
agg. supine.
lat. supinus; nel significato di sm.: lat. supinum.
Supìno Comune in provincia di Frosinone (4.749 ab., CAP 03019, TEL. 0775).
suppellèttile, sf. L'insieme degli oggetti che formano l'arredamento di una stanza, abitazione ecc.
sf. pl. furnishings.
suppergiù, avv. Pressappoco, circa.
avv. roughly, more or less.
supplementàre, agg. 1 In supplemento a ciò che è regolare. 2 In geometria, di angolo che sommato a un altro forma un angolo piatto.
agg. extra.
suppleménto, sm. 1 Aggiunta, complemento, integrazione. • supplemento a un quotidiano. 2 Sovrapprezzo. • prese la multa per non avere fatto il supplemento rapido.
sm. 1 supplement. 2 (sovrapprezzo) extra.
lat. supplementum, deriv. da supplere.
Supplemento al viaggio di Bougainville Opera filosofica di D. Diderot (postuma 1796).
supplènte, agg. e sm. agg. Che supplisce, sostituisce qualcuno nelle sue funzioni.
sm. e sf. Chi sostituisce una persona nelle mansioni.
agg. 1 temporary. 2 (insegnante) supply. sm. supply teacher, substitute teacher.
supplènza, sf. Sostituzione temporanea di un titolare in un certo lavoro.
suppletìvo, agg. 1 Che serve da integrazione, supplemento, aggiunta. 2 Che fornisce indicazioni per casi non esplicitamente contemplati.
supplì, sm. invar. Crocchetta fritta nell'olio, composta da riso, formaggio, uova e carne tritata.
sùpplica, sf. (pl.-che) 1 L'atto di supplicare. 2 Le parole dette supplicando. 3 Implorazione, richiesta.
sf. 1 (scritta) request, petition. 2 (preghiera) plea.
supplicànte, agg. e sm. agg. Che chiede supplica.
sm. Chi supplica.
supplicàre, v. tr. Pregare, implorare per ottenere qualcosa. ~ scongiurare, impetrare.
v. tr. to implore, to beg, to beseech.
lat. supplicare, deriv. da supplex,-icis.
supplicatòrio, agg. Simile a una supplica, nel genere o nel tono. ~ supplichevole.
supplicazióne, sf. 1 Il supplicare. ~ supplica. 2 Scritto con il quale si chiedeva un favore a una persona potente o autorevole. ~ richiesta.
sùpplice, agg., sm. e sf. agg. Supplichevole. ~ implorante.
sm. e sf. Chi supplica.
supplichévole, agg. Che supplica, che ha toni di supplica.
Supplici, Le Tragedia di Euripide (421 a. C.). È una delle 19 tragedie di Euripide conservate (delle circa 90 attribuitegli). Le madri dei combattenti caduti a Tebe insieme a Polinice supplicano il re di Atene Teseo di intervenire sul re tebano Creonte che non vuole restituire i corpi dei loro figli. Anche il re di Argo, Adrasto, si unisce alla richiesta di intervento. Teseo si lascia convincere, batte i tebani e riporta in patria i sette morti. La moglie di uno dei caduti, Evadne, si getta sul rogo. L'opera è stata interpretata dai critici come un'esaltazione della democrazia di Atene.
Supplici, Le
Tragedia di Eschilo (463 a. C.).
supplìre, v. v. tr. Sostituire temporaneamente. • si trovò a supplire l'insegnante di latino.
v. intr. Provvedere a colmare una mancanza. • doveva supplire ai quelle lacune di storia.
v. tr. to substitute, to fill in. v. intr. to make up, to compensate for.
lat. supplere, comp. da sub dal di sotto, +-plere riempire.
suppliziàre, v. tr. Sottoporre a supplizi, torturare.
supplìzio, sm. (pl.-i) 1 Tortura, pena corporale. 2 Intenso tormento.
sm. torment, torture.
lat. supplicium.
supponènte, agg. Arrogante, che mostra presunzione.
supponènza, sf. Arroganza, atteggiamento sdegnoso.
suppórre, v. tr. Ipotizzare, presumere.
v. tr. to imagine, to suppose.
supportàre, v. tr. Sostenere, dare supporto.
supporter, sm. invar. Tifoso, sostenitore.
suppòrto, sm. 1 Sostegno. • supporto di un dipinto. 2 Telaio a cui fissare una parte mobile.
sm. support.
franc. support.
Suppositi, I Commedia di L. Ariosto (1509).
suppositìvo, agg. Espresso in termini di supposizione.
suppositòrio, sm. Preparazione farmaceutica solida che permette di introdurre nell'organismo medicamenti per via uretrale, vaginale o anale.
supposizióne, sf. 1 Ipotesi, congettura. 2 Dichiarazione, atto che non corrisponde alla realtà.
sf. supposition.
lat. suppositio,-onis, deriv. da suppositus, p.p. di supponere.
suppósta, sf. Medicinale che viene somministrato per via rettale.
sf. suppository.
suppósto, agg. e sm. agg. Che è stato ipotizzato, congetturato.
sm. Ciò che si ipotizza o congettura.
suppuràre, v. intr. Giungere a suppurazione, marcire. ~ fare pus, fare materia.
suppuratìvo, agg. e sm. agg. Riguardante la suppurazione.
sm. Medicinale che affretta la suppurazione.
suppurazióne, sf. Formazione di pus provocata da agenti piogeni.
supremazìa, sf. Superiorità, egemonia.
sf. supremacy.
suprême, sf. invar. Manicaretto a base di petti di pollo cucinati in una salsa molto densa.
suprèmo, agg. 1 Che è situato sopra ogni cosa. 2 Massimo. ~ sommo. 3 Ultimo.
agg. 1 supreme. 2 (massimo) greatest.
suq => "suk"
Súr-Trúndelag Contea (254.000 ab.) della Norvegia, al confine con la Svezia, tra le Alpi Norvegesi e l'oceano Atlantico. Capoluogo Trondheim.
sùra, sf. Ognuno dei 114 capitoli del Corano.
Surabaya Città (2.421.000 ab.) dell'Indonesia, sullo stretto di Madura. Capoluogo della provincia di Giava Orientale.
Surakarta Città (504.000 ab.) dell'Indonesia, nel settore centrale dell'isola di Giava, sui versanti del monte Sumbing.
suràle, agg. Relativo al polpaccio.
Nervo surale
Nervo situato nella parte posteriore della gamba.
Suràno Comune in provincia di Lecce (1.800 ab., CAP 73030, TEL. 0836).
Surat Città (1.497.000 ab.) dell'India, nello stato di Gujarat, nel golfo di Cambay.
Sùrbo Comune in provincia di Lecce (10.560 ab., CAP 73010, TEL. 0832). Centro agricolo (coltivazione di uva, cereali e olive) e industriale (calzaturifici e prodotti alimentari). Gli abitanti sono detti Surbini.
surclassàre, v. tr. Affrontare e sconfiggere un avversario dimostrando grande superiorità.
v. tr. to outclass.
surcomprèsso, agg. Di motore in cui il rapporto di compressione è superiore a quello normale a causa di sovracompressione.
Surendranagar Città (92.000 ab.) dell'India, nello stato di Gujarat. Capoluogo del distretto omonimo.
surf, sm. 1 Surfing. 2 Ballo nordamericano che imita le movenze e l'equilibrio incerto di chi pratica il surfing.
sm. 1 surfing. 2 (attrezzo) surfboard.
surfìng, sm. invar. Sport praticato nel Pacifico, consistente nel lasciarsi trasportare dalle onde, rimanendo in equilibrio, con i piedi sopra una tavola di legno.
surfìsta, sm. (pl.-i) Chi pratica il surfing.
surgelaménto, sm. Conservazione di cibi, ottenuta sottoponendo a rapido congelamento e mantenendo il tutto a basse temperature.
surgelàre, v. tr. Sottoporre a surgelamento. ~ congelare. <> scongelare.
v. tr. to deep-freeze.
surgelàto, agg. e sm. agg. Che ha subito il trattamento di surgelamento.
sm. Sostanza alimentare che è stata conservata mediante surgelamento.
surgelazióne, sf. L'effetto del surgelare.
Surguja Distretto (1.326.000 ab.) dell'India, nello stato di Madhya Pradesh. Capoluogo Ambikapur.
Surhandarja Provincia (1.336.000 ab.) dell'Uzbekistan meridionale, presso il confine con l'Afghanistan. Capoluogo Termez.
Surigao del Norte Provincia (363.000 ab.) delle Filippine, estesa nella sezione settentrionale dell'isola di Mindanao. Capoluogo Surigao.
Surigao del Sur Provincia (378.000 ab.) delle Filippine, estesa nella sezione nordorientale dell'isola di Mindanao. Capoluogo Tandag.
Suriname Repubblica dell'America meridionale; confina a ovest con la Guyana, a sud col Brasile, a est con la Guayana Francese e a nord si affaccia all'oceano Atlantico.
Il territorio nella parte meridionale è prevalentemente montuoso, e presenta rilievi dal profilo dolce e dall'altitudine modesta, culminante nei 1.270 m dei monti Wilhelmina; all'estremo sud, al confine con il Brasile, corre la Serra Tumucumaque, che costituisce lo spartiacque tra l'oceano Atlantico e il bacino amazzonico.
Verso la costa atlantica si aprono ampie zone pianeggianti di origine alluvionale, percorse da vari fiumi, che in prossimità della costa formano ampie zone paludose.
I fiumi sono ricchi d'acqua tutto l'anno per le abbondanti precipitazioni, sono generalmente navigabili, e scendono dai rilievi meridionali con corsi paralleli; i principali sono il Coppename, il Suriname, il Corantijn e il Marowjine, che segnano rispettivamente il confine occidentale e quello orientale.
Il clima è tipicamente equatoriale, caldo e umido, con due lunghe stagioni piovose.
Unica città vera e propria è la capitale Paramaribo, sorta sul fiume Suriname, importante centro portuale e commerciale. Tutti gli altri centri (Nieuw Nickerie, Moengo, Totness, Albina) non superano i 10.000 abitanti.
L'economia si basa sullo sfruttamento delle risorse del sottosuolo, particolarmente ricco di bauxite, praticato in passato dal regime coloniale olandese, e tuttora gestito in ampia misura da grandi compagnie straniere.
L'agricoltura viene praticata in modo intensivo sull'esigua fascia costiera coltivabile, che rappresenta solo l'1% del territorio della nazione; prevale nettamente la risicoltura, che copre le necessità interne e consente l'esportazione di discreti quantitativi.
Significativa è la coltivazione della palma da olio e una grande importanza rivestono anche le piantagioni di canna da zucchero, banane, caffè, arachidi e cacao.
Il Suriname è ricoperto da una ricchissima foresta, che per ora viene sfruttata solo in minima parte.
Scarso rilievo ha l'allevamento, che risente della mancanza di pascoli e di condizioni climatiche favorevoli; maggiore importanza riveste la pesca, in particolare quella dei gamberi, favorita dal processo di modernizzazione delle attrezzature da tempo in atto.
L'economia del paese rimane basata essenzialmente sulla bauxite e i suoi derivati (allumina e alluminio), per quanto l'intero settore sia tuttora sotto il controllo di multinazionali straniere.
Le risorse minerarie includono manganese, rame, nichel, platino e oro. L'estrazione di petrolio è stata intrapresa solo recentemente e per ora produce quantitativi modesti di greggio.
Le attività industriali, limitate anche dall'insufficiente produzione di energia elettrica, sono soprattutto rivolte alla lavorazione dei prodotti agricoli (zuccherifici, distillerie di rhum, pilatura del riso, manifatture di tabacchi, oleifici) e forestali.
STORIA Occupata dagli inglesi nel 1667, la regione viene ceduta agli olandesi in cambio di Nuova Amsterdam. Nel XVIII sec. essa ha un notevole sviluppo grazie alle piantagioni della canna da zucchero. Dal 1796 al 1816 subisce l'occupazione inglese. Nel 1863 viene abolita la schiavitù e il paese si popola di indonesiani. Nel 1954 una costituzione gli conferisce una larga autonomia. Nel 1975 il Suriname ottiene l'indipendenza. Henck Arron diventa primo ministro.
Nel 1980, a seguito di un colpo di stato militare, Hendrik R. Kim A. Sen è presidente della repubblica e al tempo stesso primo ministro. Due anni più tardi, dopo un nuovo colpo di stato, il potere viene assunto dal tenente colonnello Desi Bouterse. Nel sud e nell'est del paese si sviluppa la guerriglia. Nel 1987 viene approvata, tramite referendum, una nuova costituzione. L'anno successivo diventa presidente della repubblica Ramsewak Shankar. Nel 1990 i militari riprendono il potere. L'anno dopo Ronald Venetiaan, candidato di una coalizione multietnica ostile ai militari, viene eletto deputato. Un accordo di pace viene firmato tra il governo e la guerriglia.
• Abitanti-423.000
Superficie-163.270 km2
Densità-2,6 ab./km2
Capitale-Paramaribo
Governo-Repubblica presidenziale
Moneta-Fiorino di Suriname
Lingua-Olandese, inglese, creolo-inglese e caribe
Religione-Induista, cattolica, musulmana, protestante
Suriname
Fiume (500 km) del Suriname. Nasce dall'altopiano della Guayana e sfocia nell'oceano Atlantico. Bagna Paramaribo.
surménage, sm. invar. Grande affaticamento dovuto al sostenere ritmi di vita troppo elevati.
surplace, sm. invar. Posizione di equilibrio senza appoggiare i piedi a terra e di attesa dei ciclisti, quando sono fermi alla partenza.
surplus, sm. invar. 1 Eccedenza. ~ eccesso. 2 Ciò che eccede la richiesta o l'offerta di beni. ~ giacenza.
sm. invar. surplus.
surreàle, agg. Che trascende la realtà, irreale. ~ insolito, suggestivo.
surrealìsmo, sm. Il termine significa superamento del realismo e fu coniato da Apollinaire (nella presentazione del suo Le mammelle di Tiresia del 1917). Con questo nome si indica il movimento artistico letterario d'avanguardia sorto in Francia nel 1919 e attivo per circa un ventennio; influenzò la cultura di questo secolo fino agli anni '60. I massimi esponenti furono gli scrittori e poeti L. Aragon, Ph. Soupault, P. Éluard e A. Breton, quest'ultimo autore del Manifesto del surrealismo (1924) e i pittori J. Miró, S. Dalí, G. De Chirico. I termini surreale e surrealismo vengono poi usati, comunemente e in senso lato, per designare tutte le situazioni e atmosfere che si pongono al di là della normale percezione della realtà. Diffusosi come continuazione del decadentismo, il surrealismo trova le sue radici nel dadaismo e nella psicanalisi di Freud; il suo obiettivo è rompere gli schemi logici e costituiti, che imprigionano la vera realtà presente nell'inconscio, contrastando il razionalismo e il naturalismo dell'arte borghese ed elaborando un linguaggio totalmente nuovo, capace di penetrare nelle regioni dell'inconscio e di offrire una visione più autentica e più profonda. Il primo manifesto del surrealismo del 1924 contiene le istruzioni per la composizione surrealista scritta. "Ponetevi nello stato maggiormente passivo e ricettivo ... scrivete rapidamente, senza un oggetto predisposto, tanto rapidamente da non fermarvi e non essere tentati di rileggere. Continuate finché vi piace. Fidatevi dell'inesauribilità del mormorio interiore ..." Dell'uomo vengono evidenziate non tanto le capacità razionali, ma il portato dell'attività onirica, dell'inconscio, della fantasia e delle esperienze ipnotiche, fino all'assenza di ogni distinzione tra soggetto e oggetto. Per questo, il surrealismo propose la scrittura automatica, ossia la registrazione del pensiero puro, delle pulsioni profonde, non soggette ad analisi della ragione. I livelli più alti di originalità si raggiunsero nelle arti figurative, ottenute dall'unione della realtà con il mondo dei sogni, la riproduzione di immagini nate dalla fantasia, attraverso l'impiego di tecniche non convenzionali, quali il libero accostamento di materiali diversi. Ideologicamente, i surrealisti si schierarono a sinistra. La vita del movimento fu contrassegnata da profonde lacerazioni, per lo più di origine politica, che portarono a molte defezioni ed espulsioni.
In letteratura, il surrealismo produsse alcuni interessanti esperimenti di romanzo (tra cui Les champs magnétiques di Ph. Soupault del 1921; Nadja di A. Bréton del 1928) e di poesia (come le raccolte Fuoco di gioia, 1920 e Moto perpetuo, 1925, di L. Aragon; Capitale del dolore, 1926 e La rosa pubblica, 1934 di P. Éluard) nelle quali la provocazione e l'innovazione potevano essere accessibili, pur restando eversive.
In arte, il surrealismo intende elaborare forme corrispondenti al mondo dell'inconscio, stravolgere la consuetudine percettiva del reale (R. Magritte e L. Delvaux) o in forme fantastiche frutto di una visione interiore (S. Dalí, J. Miró, M. Ernst, Y. Tanguy). Un filone particolare del surrealismo è la pittura metafisica (G. de Chirico, C. Carrà e G. Morandi). Nata nel 1917, la pittura metafisica intende suscitare significati inquietanti attraverso l'accostamento di immagini consuete, provocando una sensazione di smarrimento e di mistero.
Fra le avanguardie, i surrealisti cercarono di scoprire attraverso il cinema il modo di esprimere gli immensi poteri del sogno. Nonostante questo dichiarato interesse, i film considerati unanimemente come surrealisti sono soltanto tre: La coquille et le clergyman (1926) di Antonin Artaud e Germaine Dulac e i due primi film di Luis Buñuel, girati in collaborazione con Salvador Dalí, Un chien andalou (1929) e L'âge d'or (1930). Una delle difficoltà incontrate dal cinema surrealista consiste nell'estrema violenza espressiva delle immagini. Una parte della critica tende a considerare surrealiste anche le pellicole che cercano di comunicare con lo spettatore a un livello più profondo, quello dell'inconscio. Se si accetta questa premessa, possono essere definite surrealiste anche pellicole o parti di esse realizzate da autori come Walt Disney, Alfred Hitchcock e altri. Del resto, il cinema più recente tiene spesso conto dei suggerimenti del passato e alcune sequenze di effetti speciali possono sconfinare nel surreale.
surrealìsta, agg., sm. e sf. agg. Surrealistico.
sm. e sf. Chi è seguace del movimento letterario sorto in Francia, nel periodo fra le due guerre mondiali, che si proponeva di rappresentare l'aspetto inconscio e psichico dell'uomo.
surrealìstico, agg. (pl. m.-ci) Riguardante il movimento dei surrealisti.
surrenàle, agg. Del surrene.
Ghiandola surrenale
Ghiandola endocrina (surrene) posta sopra a ciascuno dei due reni, avente forma di cappuccio delle dimensioni di 4-5 cm. Suddivisa in due parti, quella corticale produce ormoni steroidei; quella midollare secerne adrenalina e noradrenalina.
surrenalìte, sf. Insieme di processi flogistici che presentano i sintomi dell'insufficienza surrenalica.
surrène, sm. In anatomia è una ghiandola endocrina, larga 4-5 cm del peso di circa 6 g situata sul polo superiore di ciascun rene all'altezza della dodicesima vertebra dorsale. È costituita da due parti: la parte corticale e quella midollare. La parte corticale secerne ormoni steroidei di tre tipi: aldosterone (ad azione sessuale), corticosterone (ad azione regolativa del ricambio degli idrati di carbonio) e desossicorticosterone (ad azione regolatrice del ricambio idrosalino); mentre la parte midollare secerne adrenalina e noradrenalina.
surrettìzio, agg. (pl. m.-i) Fraudolento.
Surrey Contea (1.038.000 ab.) della Gran Bretagna, nell'Inghilterra sudorientale. Capoluogo Kingston upon Thames.
surriferìto, agg. A cui si è fatto precedentemente riferimento.
surriscaldaménto, sm. Riscaldamento di un vapore saturo a pressione costante, a una temperatura superiore a quella in cui avviene normalmente l'ebollizione del liquido corrispondente.
surriscaldàre, v. tr. 1 Sottoporre a surriscaldamento. 2 Riscaldare eccessivamente.
v. tr. to overheat.
surriscaldàto, agg. 1 Che è stato sottoposto a surriscaldamento. 2 Troppo riscaldato, eccitato.
sùrroga, sf. (pl.-ghe) Sostituzione.
surrogàbile, agg. Sostituibile.
surrogàre, v. tr. 1 Sostituire. 2 Supplire.
surrogàto, agg. e sm. agg. Che può fungere da sostituto.
sm. Sostanza che può essere considerata come sostitutiva. ~ succedaneo.
sm. surrogate, substitute.
surrogatòrio, agg. Che è in grado o serve a surrogare.
Azione surrogatoria
In diritto, azione con la quale il creditore di sostituisce al debitore al fine di conservare o recuperare parte dei beni del suo patrimonio.
surrogazióne, sf. 1 L'effetto di surrogare. 2 Sostituzione a tutti gli effetti di legge.
lat. subrogatio,-onis.
sursum corda, loc. avv. Espressione latina liturgica che significa "in alto i cuori". È una esortazione alla speranza e alla fiducia.
Suruga Baia del Giappone, nella costa meridionale dell'isola di Honshu, sull'oceano Pacifico.
survoltàre, v. tr. Aumentare la tensione in un'apparecchiatura elettrica o in un impianto oltre il normale valore di esercizio.
survoltóre, agg. e sm. Relativo a un apparecchio che serve per fornire ai morsetti dell'avvolgimento secondario una tensione maggiore di quella applicata al primario. ~ elevatore.
sus, sm. invar. Genere di Mammiferi Artiodattili suiformi che comprende maiali e cinghiali.
Sùsa (comune) Comune in provincia di Torino (6.691 ab., CAP 10059, TEL. 0122).
Sùsa (Tunisia) Città (84.000 ab.) della Tunisia, sul golfo di Hammamet (fr. Sousse, ar. Susah). Capoluogo del governatorato omonimo. Le principali risorse economiche si basano sull'esportazione di olio, pesce e fosfati, sulle industrie tessili, meccaniche e alimentari e sul turismo balneare.
Sùsa (valle) Valle del Piemonte, in provincia di Torino, comprendente il bacino della Dora Riparia. Si estende dal Valico del Monginevro alla pianura di Rivoli. Vi confluiscono le valli del Moncenisio e le valli di Bardonecchia. Importante via di comunicazione tra la pianura padana e la Francia. Le industrie presenti sono quelle tessili, ma vi si trovano anche centrali idroelettriche. Turismo estivo e invernale. Nella valle si trovano numerose testimonianze artistiche di epoca romana, gotica e rinascimentale.
Susanna Film commedia, americano (1938). Regia di Howard Hawks. Interpreti: Cary Grant, Katharine Hepburn, Charles Ruggles. Titolo originale: Bringing up Baby
suscettìbile, agg. 1 Che può essere modificato. 2 Che è molto sensibile, permaloso.
agg. 1 susceptible. 2 (sensibile) sensitive, touchy. 3 (permaloso) touchy.
suscettibilità, sf. invar. Permalosità.
suscettività, sf. In fisica, è una grandezza che esprime la disponibilità di un corpo a polarizzarsi.
Suscettività elettrica
È la costante che moltiplicata per l'intensità di un campo magnetico inducente, fornisce l'intensità di polarizzazione nel dielettrico.
Suscettività magnetica
È una costante di proporzionalità che moltiplicata per l'intensità di un campo magnetico inducente fornisce l'intensità di magnetizzazione.
suscettìvo, agg. Capace di ricevere in sé. ~ suscettibile.
suscitàre, v. tr. 1 Destare, far sorgere. 2 Innalzare.
v. tr. to cause, to provoke, to arouse.
suscitatóre, agg. e sm. agg. Che suscita, desta.
sm. Promotore, fomentatore.
Susegàna Comune in provincia di Treviso (9.660 ab., CAP 31058, TEL. 0438).
susìna, sf. Frutto del susino, prugna.
sf. plum.
susìno, sm. Angiosperma (Prunus domestica) della famiglia delle Rosacee e dell'ordine delle Rosali. Arbusto originario dell'Asia. I suoi frutti vengono utilizzati per l'alimentazione umana.
sm. plum tree.
Süskind, Patrick (Ambach, Stomberger See 1949-) Drammaturgo. Tra le opere Il contrabbasso (1981) e Il profumo (romanzo, 1985).
Suspect (Presunto colpevole) Film giallo, americano (1987). Regia di Peter Yates. Interpreti: Cher, Dennis Quaid, Joe Mantegna. Titolo originale: Suspect
suspense, sf. 1 Ansia, incertezza di chi attende che una situazione venga svelata, risolta. • attendeva con suspense di scoprire i risultati. 2 Capacità che ha uno spettacolo di lasciare gli spettatori con il fiato sospeso.
ingl. suspence.
suspicióne, sf. 1 Sospetto. 2 Legittimo sospetto che in un procedimento giuridico, giudici o testimoni possano essere influenzati da qualcuno.
Suspiria de profundis Prosa di Th. De Quincey (1845).
Susquehanna Fiume (715 km) degli USA nordorientali. Nasce dal versante orientale dei monti Allegheny, nello stato di New York e sfocia nella baia di Chesapeake.
Süss von Kulmbach, Hans (Kulmbach ca. 1480-Norimberga 1522) Pittore tedesco. Tra le opere Adorazione dei Magi (1511, Berlino, Gemäldegalerie) e Il margravio Casimiro di Brandeburgo (1511, Monaco, Neue Pinakothek).
susseguènte, agg. Successivo, che viene dopo.
susseguìre, v. v. intr. Succedere, essere conseguenza. ~ venir dopo.
v. intr. pron. Succedersi, venire in sequenza. ~ avvenire.
v. tr. to follow. v. intr. pron. to follow one another.
Sussex Ex contea dell'Inghilterra meridionale, oggi amministrativamente divisa nella contea di East Sussex (1.795 km2, 713.000 ab.) con capoluogo Lewes e West Sussex (2.016 km2, 703.000 ab.) con capoluogo Chichester. Con territorio in massima parte collinoso, si affaccia a sud sul canale della Manica. Tra le risorse economiche, l'agricoltura (cereali, ortaggi, patate, frutta e foraggi), l'allevamento di ovini, lo sfruttamento delle foreste e il turismo balneare nelle città di Brigthon, Hastings, Bexhill, Eastbourne e Worthing. È sede, inoltre, di industrie chimiche, metalmeccaniche, del cuoio, della ceramica e della carta. Tra le città principali, Newhaven (porto commerciale e peschereccio).
sussexìte, sf. Borato di manganese che si presenta in aggregati fibrosi o in masserelle di colore bianco o giallino.
sussidiàre, v. tr. Finanziare. ~ sostenere.
sussidiàrio, agg. e sm. (pl. m.-i) agg. 1 Che è di sussidio, aiuto. 2 Supplementare.
sm. Libro utilizzato come sussidio al libro di lettura nelle scuole elementari, contenente le nozioni fondamentali della grammatica e di altre discipline quali storia, geografia ecc.
auxiliary, subsidiary.
lat. subsidiarius, deriv. da subsidium.
sussidiàto, agg. 1 Che riceve sussidi. 2 Di scuole elementari non statali che sono aperte con l'autorizzazione del provveditore agli studi in luoghi in cui i bambini tenuti all'obbligo scolastico sono meno di quindici.
sussìdio, sm. (pl.-i) 1 Aiuto. 2 Complemento. • gli serviva un sussidio didattico. 3 Sovvenzione economica. • non aveva ottenuto il tanto agognato sussidio. 4 Truppa.
sm. subsidy, aid, help.
lat. subsidium, comp. da sub sotto + comp. di sedere sedere.
sussiègo, sm. (pl.-ghi) Contegno, atteggiamento superbo. ~ boria, presunzione.
sussiegóso, agg. Altezzoso.
sussistènte, agg. Reale, che sussiste.
sussistènza, sf. 1 Condizione di esistenza. 2 Sopravvivenza, sostentamento. • non aveva il necessario per la sussistenza. 3 Corpo dell'esercito che si occupa del vettovagliamento. • la sussistenza non riusciva più a far fronte al fabbisogno dell'esercito.
lat. tardo subsistentia, deriv. da subsistere.
sussìstere, v. intr. 1 Esistere, essere. ~ avere vita. 2 Avere fondamento.
v. intr. to exist, to be valid.
sussultàre, v. intr. Sobbalzare, scuotersi.
v. intr. to give a start, to shudder.
sussùlto, sm. Sobbalzo improvviso.
sussultòrio, agg. (pl.-i) Relativo a movimenti che avvengono in direzione verticale.
sussùmere, v. tr. Esprimere un concetto in termini di un altro che ha maggiore estensione.
sussurràre, v. v. tr. Bisbigliare, pronunciare sottovoce. • gli sussurrò all'orecchio il nome di quel tipo.
v. intr. 1 Emettere con rumore lieve. 2 Disapprovare di nascosto. • era solito sussurrare per i suoi malumori.
v. tr. e v. intr. to murmur, to whisper.
lat. susurrare.
Sussurri e grida Film drammatico, svedese (1972). Regia di Ingmar Bergman. Interpreti: Harriet Andersson, Karl Sylwan, Ingrid Thulin. Titolo originale: Viskingar och rop
sussurrìo, sm. (pl.-ii) Un continuo sussurrare.
sussùrro, sm. Rumore leggero, frase pronunciata con voce molto bassa.
sm. murmur, whisper.
sussurróne, sm. 1 Persona che ha l'abitudine di sparlare. ~ pettegolo. 2 Persona che disturba, fa rumore. ~ chiassone.
sùsta, sf. Stanghetta di sostegno degli occhiali.
sustine et abstine, loc. avv. Massima del filosofo stoico Epitteto riportata da Gallio che significa "sopporta e astieniti". Riassume l'etica stoica secondo la quale si deve accogliere con indifferenza ogni male e si deve evitare di desiderare ciò che non è in nostro potere fare.
Sustinènte Comune in provincia di Mantova (2.391 ab., CAP 46030, TEL. 0386).
Sutèra Comune in provincia di Caltanissetta (2.010 ab., CAP 93010, TEL. 0934).
Sutherland Città (134.000 ab.) dell'Australia, nel Nuovo Galles del Sud, alla periferia meridionale di Sydney.
Sutherland, Graham (Londra 1903-1980) Pittore inglese. Tra le opere Somerset Maugham (1949, Londra, Tate Gallery) e Il prigioniero (1963-1964, Monaco, Neue Pinakothek).
Sutherland, Joan (Sydney 1926-) Soprano australiana. Studiò al conservatorio di Sydney e alla Royal Academy of Music di Londra. Debuttò al teatro Covent Carden di Londra nel 1952. Insieme a Maria Callas (1923-1977) e a Marilyn Horne (1934-) è stata una delle paladine della rinascita del bel canto. Ha interpretato soprattutto G. F. Händel (Alcina), G. Donizetti (Lucia di Lammermoor) e V. Bellini (Norma). Ha sposato il direttore d'orchestra Richard Bonynge.
Sutlej Fiume (1.370 km) dell'Asia meridionale. Nasce nel Tibet e confluisce nel fiume Indo, in Pakistan.
sutra, sm. invar. Testo della letteratura sanscrita composto da aforismi mnemonici relativi a una certa disciplina.
Sùtri Comune (4.000 ab., CAP 01015, TEL. 0761) della provincia di Viterbo. Principali risorse sono l'agricoltura (cereali, tabacco, ortaggi), l'artigianato (produzione di vimini) e le industrie alimentari.
Di probabile origine etrusca, poi colonia romana, fu donata nel 728 a. C. dal re longobardo Liutprando a papa Gregorio II (donazione di Sutri), costituendo il primo nucleo dello Stato Pontificio. Sede di concili (XI-XII sec.). Importanti i resti archeologici come la necropoli etrusca, i resti romani, sacello della Madonna del Parto (tomba etrusca), cripta longobarda, campanile del 1207, duomo dell'Assunta (XIII-XVIII sec.).
Sùtrio Comune in provincia di Udine (1.428 ab., CAP 33020, TEL. 0433).
Sutton Città (169.000 ab.) della Gran Bretagna, nella contea della Grande Londra, in Inghilterra.
sutùra, sf. 1 Cucitura dei margini di una ferita. • quella ferita aveva richiesto tre punti di sutura. 2 Punto di collegamento fra le ossa.
lat. sutura, deriv. da sutus, p.p. di suere cucire.
suturàre, v. tr. 1 Ricucire mediante sutura. 2 Collegare strettamente.
v. tr. to suture, to stitch.
Suva Città (80.000 ab.), capitale delle isole Figi, sulla costa sudorientale dell'isola Viti Levu.
Suveréto Comune in provincia di Livorno (3.053 ab., CAP 57028, TEL. 0565).
suvvìa, inter. Esprime incoraggiamento, incitamento, esortazione.
Suwalki Città (64.000 ab.) della Polonia, capoluogo del voivodato omonimo.
Suweon Città (645.000 ab.) della Corea del Sud, capoluogo della provincia di Gyeonggi.
Suzhou Città (705.000 ab.) della Cina, nella provincia di Jiangsu.
suzióne, sf. L'atto di succhiare.
Suzuka Città (174.000 ab.) del Giappone, nella prefettura di Mie, sull'isola di Honshu.
Suzzàra Comune in provincia di Mantova (17.690 ab., CAP 46029, TEL. 0376). Centro agricolo (coltivazione di barbabietole da zucchero, foraggi e cereali) e industriale (mobilifici, prodotti per l'edilizia, meccanici, alimentari e chimici). Vi si trova una torre risalente al XIII sec. Gli abitanti sono detti Suzzaresi.
SV Sigla di Signoria Vostra.
sv
Sigla di sub voce (sotto la voce, usato nelle indicazioni bibliografiche).
Svabinsky, Max (Kromeritz 1873-Praga 1962) Pittore ceco. Studiò a Praga e a Parigi. La sua pittura è caratterizzata dal gusto decorativo. Tra le opere le vetrate del duomo di Praga.
svaccàrsi, v. rifl. 1 Perdere entusiasmo nel fare una cosa. 2 Stravaccarsi.
svaccàto, agg. 1 Che ha poca voglia, motivazione. 2 Stravaccato.
svadesi, sm. invar. Forma di lotta praticata dai nazionalisti indiani contro l'amministrazione britannica prima nella presidenza di Bombay e poi nel Bengala (1905). Consisteva nel boicottare tutte le importazioni straniere favorendo le merci e l'artigianato locale.
svagaménto, sm. Lo svagare, lo svagarsi.
svagàre, v. v. tr. Distrarre, distogliere.
v. intr. pron. Distrarsi, divertirsi. ~ ricrearsi.
v. tr. 1 to distract. 2 (divertire) to amuse. v. intr. pron. to enjoy oneself, to amuse oneself.
svagatézza, sf. L'essere svagato.
svagàto, agg. Distratto, poco attento. ~ deconcentrato. <> attento.
svàgo, sm. (pl.-ghi) 1 Lo svagare, svagarsi. 2 Distrazione, passatempo.
sm. 1 relaxation. 2 (passatempo) pastime. 3 (divertimento) amusement.
Svalbard Arcipelago (62.050 km2, 4.000 ab.) della Norvegia, nel mar Glaciale Artico e composto dalle isole Spitzbergen, Terra di Nord-Est, isola di Barents, isola Edge e dall'isola degli Orsi. Il suo territorio, montuoso e con coste incise da profondi fiordi, è ricco di giacimenti carboniferi. Attività economiche sono la pesca, la caccia alle balene e alle foche, l'estrazione del carbone. I primi scopritori di queste terre furono, nel XII sec., i vichinghi. Riscoperte da W. Barents nel 1556, furono contese dai Paesi Bassi e dall'Inghilterra. Dal 1920 appartengono alla Norvegia.
svaligiaménto, sm. Lo svaligiare.
svaligiàre, v. tr. Sottrarre da un luogo, saccheggiare. ~ derubare, ripulire.
v. tr. 1 to rob. 2 (appartamento) to burgle.
svaligiatóre, sm. Chi svaligia.
svalutàre, v. v. tr. Diminuire il valore, il pregio. • la guerra aveva svalutato considerevolmente la loro moneta.
v. intr. pron. 1 Deprezzarsi. 2 Subire discredito. • era solito svalutarsi confrontando il suo operato con quello di altri.
v. tr. to devalue. v. intr. pron. to depreciate, to be devalued.
da s-+ deriv. da valuta.
svalutazióne, sf. L'effetto di svalutare.
sf. depreciation, devaluation.
• In ambito economico è la riduzione di valore, ossia della capacità d'acquisto, di una moneta nazionale, determinata da un'autorità monetaria o dall'andamento stesso del mercato. La causa è principalmente un processo inflazionistico irreversibile, all'interno di un paese. La svalutazione ha come conseguenza positiva quella di favorire le esportazioni dei prodotti nazionali da parte di paesi esteri mentre l'aumento del costo di importazione rischia di far aumentare l'inflazione, quindi il provvedimento raggiunge i suoi scopi quando si riduce il flusso di moneta nazionale verso l'esterno.
Nell'ambito della contabilità aziendale è la differenza tra il valore nominale di una merce o di un credito e il minor valore realizzabile iscritto in bilancio.
svampìre, v. intr. 1 Perdere vigore, forza. ~ indebolire. 2 Perdere sapore o odore. ~ svaporare.
svampìto, agg. Persona distratta, svanita.
svaniménto, sm. Lo svanire.
svanìre, v. intr. 1 Svaporare, disperdere. 2 Sparire, sfumare. ~ scomparire.
v. intr. 1 to disappear, to vanish. 2 (sfumare) to fade.
svanìto, agg. e sm. agg. 1 Che ha perso le proprietà di sapore o profumo. 2 Rimbambito, inebetito.
sm. Persona che non ha piene facoltà mentali. • era completamente svanito dopo quell'incidente d'auto.
svantaggiàto, agg. Che è in condizioni di svantaggio.
svantàggio, sm. (pl.-i) 1 Condizione di inferiorità rispetto ad altri. 2 Distacco, nello sport. • lo svantaggio era di soli tre punti in classifica. 3 Scapito, danno. • un comportamento di chiusura verso gli altri era tutto a suo svantaggio.
sm. disadvantage.
da s-+ vantaggio.
svantaggióso, agg. Sfavorevole.
svànzica, sf. (pl.-che) 1 Moneta in circolazione nel Lombardo-Veneto. 2 pl. Soldi.
svaporàre, v. intr. 1 Perdere proprietà caratteristiche di odore o sapore. 2 Perdere intensità.
v. intr. to evaporate.
svaporàto, agg. Che ha perso le proprietà di odore o sapore, svanito. ~ evaporato. <> fragrante.
svariàre, v. v. tr. 1 Rendere vario. 2 Svagare.
v. intr. Mostrare diversi colori.
v. intr. pron. Apparire in diversi colori.
svariatézza, sf. Diversità, l'essere svariato.
svariàto, agg. Che presenta diversi generi, varietà. ~ differenziato. <> singolo.
agg. various, varied.
svarióne, sm. Sproposito.
svasaménto, sm. L'operazione di svasare.
svasàre, v. tr. 1 Togliere una pianta da un vaso per metterla in un altro o nel terreno. 2 Dare una forma a campana, a vaso.
svasàto, agg. Scampanato, che presenta alle estremità diametri diversi.
flared.
svasatùra, sf. 1 L'effetto di svasare. 2 Ciò che è svasato.
svàso, sm. Svasatura.
svàsso, sm. Uccello (noto anche come svasso maggiore, Podicipes cristatus) della famiglia dei Podicipedidi e dell'ordine dei Podicipediciformi. Di colore bruno con la parte inferiore chiara, vive in Europa, Asia, Africa e Australia in prossimità di acque interne in cui cattura le sue prede.
svàstica, sf. (pl.-che) Simbolo solare di antiche popolazioni, costituito da una croce con i bracci ripiegati ad angolo retto in senso antiorario, utilizzato nella forma speculare, come contrassegno del nazismo.
sf. swastika.
• Antico simbolo magico religioso, tipico di alcune tribù indoeuropee, diffuse dall'Egeo all'Asia Centrale; consiste in una croce a quattro bracci di lunghezza identica, con un prolungamento ad angolo retto. Sta a significare il movimento solare (ruota del sole), oltre che essere simbolo spaziale (quattro direzioni cosmiche) e temporale (le quattro stagioni). Nel corso dei primi anni del XX sec., allungando i bracci verso destra (croce uncinata), divenne simbolo di arianità presso molti gruppi antisemiti, prima di essere scelto da Hitler come effigie del Partito nazionalsocialista tedesco del Terzo Reich.
svecchiaménto, sm. L'atto di svecchiare, rinnovare.
svecchiàre, v. tr. Ammodernare, rinnovare.
svecciàre, v. tr. Togliere la veccia.
svecciatóio, o svecciatóre, sm. (pl.-oi o-ori) Macchina utilizzata per svecciare.
svedése, agg., sm. e sf. agg. Che riguarda la Svezia.
sm. e sf. 1 Abitante della Svezia. 2 Lingua parlata in Svezia.
agg. Swedish. sm. 1 Swede. 2 (lingua) Swedish.
svéglia, sf. 1 Lo svegliare o svegliarsi. <> addormentare. • era solito rispettare la sveglia delle sette. 2 Dispositivo sonoro che fa svegliare dal sonno.
sf. 1 waking up. 2 (orologio) alarm clock. 3 (mil., suonare la sveglia) to sound the reveille.
deriv. da svegliare.
svegliàre, v. v. tr. 1 Scuotere dal sonno. 2 Scuotere dal torpore, dalla pigrizia. • cercava di svegliarsi da quel mortorio. 3 Stimolare. • quelle lezioni avevano svegliato in lui l'interesse per la matematica.
v. intr. pron. 1 Scuotersi dal sonno. 2 Farsi furbo, diventare scaltro.
v. tr. e v. intr. pron. 1 to wake up. 2 (fig.) to be reawaken.
prov. esvelhar, dal lat. exvigilare.
svegliarìno, sm. 1 Piccola sveglia. 2 Rimprovero vocale o a gesti con cui si richiama qualcuno al proprio dovere. ~ ramanzina.
svéglio, agg. (pl. m.-i) 1 Desto dal sonno. <> addormentato. 2 Intelligente, scaltro. ~ smaliziato. <> ingenuo.
agg. 1 awake. 2 (fig.) quick-witted, smart.
svelàre, v. tr. 1 Rivelare un segreto, un mistero, una conoscenza a tutti. 2 Manifestare, palesare.
v. tr. to disclose, to reveal.
svelenìre, v. tr. 1 Privare del veleno. 2 Calmare, placare odi e rancori.
svèllere, v. tr. Sradicare, strappare dalle radici.
sveltézza, sf. 1 L'essere svelto, agile. 2 Intelligenza.
sveltiménto, sm. L'atto di sveltire.
sveltìre, v. v. tr. 1 Rendere più veloce, svelto. 2 Rendere più sveglio, più pronto. 3 Snellire.
v. intr. pron. Farsi furbo, scaltrirsi.
v. tr. to speed up, to quicken.
svèlto, agg. 1 Agile, celere, spedito. 2 Snello. 3 Pronto, spigliato, furbo.
agg. 1 quick. 2 (intelligente) quick-witted, smart.
svenaménto, sm. L'atto di svenare o svenarsi.
svenàre, v. v. tr. 1 Far uscire il sangue dalle vene, dissanguare. 2 Ridurre in miseria. • quel figlio li avrebbe svenati continuando con le spese pazze.
v. rifl. 1 Uccidersi. 2 Ridursi alla miseria, pagando debiti. • dovette svenarsi per coprire i debiti.
da s-+ deriv. da vena.
svéndere, v. tr. Vendere a prezzo di costo.
v. tr. to sell off.
svéndita, sf. Lo svendere la merce.
sf. clearance sale, sale.
svenévole, agg. Sdolcinato, lezioso.
svenevolézza, sf. Leziosaggine, l'essere svenevole.
sveniménto, sm. Momentanea perdita dei sensi.
sm. faint, fainting fit.
• Si tratta di una temporanea perdita di coscienza che di solito si risolve da sola. Numerose sono le cause che possono determinarlo: situazioni di stress, alterazioni della pressione arteriosa, tumori, diabete, patologie dell'orecchio interno, squilibri neuro-vegetativi, malattie cardiache ecc.
L'età del soggetto colpito da svenimento può essere un indizio importante per valutare la gravità dell'evento. Infatti, in un soggetto giovane, un episodio di svenimento che avvenga in un posto chiuso, caldo e affollato dopo che lo stesso soggetto era stato fermo in posizione eretta per lungo tempo, non comporta, di solito, una particolare gravità. Basterà tenere sdraiata la vittima con le gambe sollevate, per avere una ripresa della coscienza. Questa situazione viene chiamata sincope vaso-vagale ed è di riscontro abbastanza frequente nei giovani. Forse il pericolo maggiore, in questa situazione, è quello di procurarsi delle lesioni traumatiche conseguenti alle cadute nel momento della perdita di coscienza. Lo svenimento che avvenga in una persona anziana, invece, può rappresentare un segno molto più grave che non nei soggetti più giovani in quanto potrebbe nascondere patologie come quelle cardiovascolari. In ogni caso di svenimento, bisogna preoccuparsi che non si verifichino lesioni traumatiche.
svenìre, v. intr. Perdere i sensi, accusare un malessere. ~ perdere conoscenza. <> rinvenire.
v. intr. to swoon, to faint.
da s-+ venire.
sventagliàre, v. v. tr. 1 Agitare un ventaglio o come un ventaglio. • sventagliò la lettera di dimissioni. 2 Disporre a ventaglio. • sventagliare le carte da gioco sul tavolo.
v. rifl. 1 Farsi vento con un ventaglio. 2 Disporsi a ventaglio. • l'esercito si sventagliò rapidamente nei dintorni della casa.
da s-+ deriv. da ventaglio.
sventagliàta, sf. 1 L'agitare il ventaglio per fare vento. 2 Raffica di colpi d'arma da fuoco.
sventàre, v. tr. 1 Far fallire, rendere vano. 2 Sottrarre una vela all'azione del vento.
v. tr. to thwart, to foil.
sventatézza, sf. Leggerezza, l'essere poco accorto.
sventàto, agg. e sm. agg. Che agisce senza riflettere, con poca accortezza.
sm. Chi agisce incautamente, senza riflettere.
agg. 1 heedless, thoughtless. 2 (distratto) scatterbrained.
svèntola, sf. 1 Ventola. 2 Forte sberla.
sventolaménto, sm. Lo sventolare.
sventolàre, v. v. tr. 1 Agitare facendo vento. 2 Agitare, mostrare al vento. • camminava sventolando il fazzoletto bianco, ma temeva che ciò non bastasse.
v. intr. Muoversi al vento. • la bandiera del partito sventolava al sole.
v. rifl. Farsi vento.
v. tr. e v. intr. to flutter, to wave.
da s-+ ventolare.
sventolàta, sf. L'atto di sventolare.
sventolìo, sm. (pl.-ii) Un continuo sventolare.
sventraménto, sm. L'atto di sventrare.
sventràre, v. tr. 1 Levare le interiora. 2 Demolire, distruggere una costruzione.
v. tr. to disembowel.
sventùra, sf. 1 Sfortuna. ~ iella. <> fortuna. 2 Sciagura. • il suo compagno di sventura non era per niente dispiaciuto.
sf. misfortune.
da s-+ ventura.
sventuràto, agg. e sm. agg. 1 Colpito da sventura. 2 Apportatore di sventura. • quel giorno sventurato segnò la fine dei suoi sogni.
sm. Disgraziato. • era solo un povero sventurato.
agg. unfortunate, unlucky.
svenùto, agg. Che è privo di sensi.
agg. (privo di sensi) unconscious.
sverginàre, v. tr. Privare della verginità. ~ deflorare.
svergognàre, v. tr. Mostrare a tutti ciò che per qualcuno è motivo di vergogna, far vergognare.
svergognatézza, sf. Spudoratezza, sfacciataggine.
svergognàto, agg. e sm. agg. 1 Che è stato svergognato davanti agli altri. 2 Spudorato, che non prova vergogna.
sm. Chi è impudente, sfacciato.
agg. shameless.
svergolaménto, sm. Deformazione di un corpo solido.
svergolàre, v. v. tr. Deformare una superficie.
v. intr. pron. Subire uno svergolamento. ~ deformarsi.
Sverldlovsk => "Jekaterinburg"
svernaménto, sm. Lo svernare.
svernàre, v. intr. 1 Trascorrere l'inverno in condizioni e luoghi particolari. 2 Uscire dall'inverno.
v. intr. to spend the winter.
sverniciàre, v. tr. Levare la vernice che ricopre una superficie.
sverniciatóre, sm. (f.-trìce) 1 Addetto alla sverniciatura. 2 Solvente utilizzato per sverniciare.
sverniciatùra, sf. L'atto di sverniciare.
svérza, sf. Scheggia lunga e sottile.
sverzàre, v. v. tr. Chiudere con sverze.
v. intr. pron. Spezzarsi in sverze. ~ scheggiarsi.
sverzìno, sm. Albero sudamericano da cui si ricava una sostanza colorante rossa.
svestìre, v. v. tr. Togliere i vestiti.
v. rifl. 1 Togliersi i vestiti. 2 Privarsi di una carica.
v. tr. e v. rifl. to undress.
da s-+ vestire.
svestìto, agg. Nudo, spoglio.
svestizióne, sf. L'operazione di svestire.
Svetlana Opera di poesia di V. A. ¿¦¿ukovskij (1812).
Svetònio, Tranquìllo Gàio (Roma 75-140) Biografo e scrittore latino. Non si conosce esattamente l'anno di nascita né l'anno di morte. Grazie alla protezione di personaggi influenti (prima Plinio il Giovane e poi Setticio Caro, prefetto del pretorio), entrò come funzionario nella corte imperiale. Traiano gli affidò la cura delle biblioteche pubbliche. Successivamente, fu addetto all'archivio imperiale e segretario dell'imperatore Adriano. Ricoprì questo incarico fino al 122, quando cadde in disgrazia insieme al suo protettore Setticio Caro. Compose varie opere erudite su svariati argomenti, forse un'opera enciclopedica suddivisa in diverse sezioni in base agli argomenti trattati. Di tutti i suoi lavori, ci restano una sezione del De viris illustribus, repertorio biografico di poeti e scrittori, intitolata De grammaticis et rhetoribus (grammatici e retori), varie parti pervenuteci per tradizione indiretta, con la vita di alcuni poeti come Terenzio, Virgilio, Orazio e Lucano. È invece conservata completa la sua opera più importante De vita Caesarum (vite dei cesari), biografia di dodici imperatori, da Cesare a Domiziano, basata su fonti sicure e arricchita con il particolare gusto ellenistico della curiosità e dell'aneddoto. Il genere letterario della biografia derivava dalla tradizione greca, ma era già stato collaudato anche a Roma da Terenzio Varrone e Cornelio Nepote. Lo schema adottato prevedeva brevi informazioni su origini e luogo di nascita, sugli interessi principali, sulle opere composte e sul carattere del personaggio, eventualmente illustrato con qualche aneddoto. Nelle Vite dei cesari, l'organizzazione del materiale biografico si sviluppa secondo una disposizione cronologica fino all'avvento al potere; poi l'autore passa alla descrizione dei vari aspetti della personalità dell'imperatore; ciascuna vita si conclude con il resoconto della morte e delle onoranze funebri tributate al personaggio. Le Vite dei cesari sembrano prendere atto del potere personale introdotto a Roma con il principato e tendere a delineare un ritratto obiettivo del principe, completo delle virtù e dei vizi. Si tratta di un tipo di descrizione storiografica generalmente considerata minore, ma comunque ricca di notizie e informazioni che completano il quadro del periodo storico abbracciato. Lo stile di Svetonio è sobrio e agile, più vicino alla trattazione scientifica che alla prosa artistica. La forma di biografia adottata da Svetonio avrebbe costituito un modello di riferimento per quanti si fossero dedicati a questo genere letterario.
svettàre, v. v. tr. Levare la punta, la vetta.
v. intr. Elevarsi, slanciarsi verso l'alto più delle cose circostanti. ~ ergersi, innalzarsi.
Svèvia Regione storica della Germania del sud, divisa tra Baviera e Baden-Württemberg; ne fanno parte la Foresta Nera, il Giura di Svevia e la parte occidentale dell'altopiano bavarese. Le città più importanti sono Augusta (il capoluogo), Monaco, Stoccarda e Friburgo. In età romana, il termine stava a indicare una regione molto vasta della Baviera, abitata dai suebi; nel medioevo, con questo termine si indicò anche la Svizzera tedesca, i Grigioni e l'Alsazia, divenuta ducato, per scelta dell'imperatore Enrico IV, nel 1079. La massima espansione e potenza la ottenne sotto il casato di Hohenstaufen (XI sec.), prima di essere inglobata nell'impero nel 1268.
svèvo, agg. e sm. agg. Relativo al casato di Svevia. • dialetto svevo, dominazione sveva.
sm. Chi appartiene al casato di Svevia.
Svèvo, Ìtalo (Treviso 1861-Motta di Livenza 1928) Scrittore italiano, che traspose nei suoi romanzi la sua complessa e inquieta personalità, mirante continuamente all'indagine dei recessi della coscienza; appartengono a questa fase iniziale i romanzi Una vita (1892) e Senilità (1898), passati quasi inosservati. In seguito all'amicizia con Joyce e agli studi delle scoperte di Freud, relative all'inconscio, scrisse il nuovo romanzo La coscienza di Zeno (1922), che divenne ben presto famoso in tutta Europa e che impose l'autore all'attenzione di tutti, facendone un modello per tutti i narratori del primo Novecento. Altre opere degne di essere citate sono Corto viaggio sentimentale (1949), Saggi e pagine sparse (1954), Epistolario (1966), Carteggio (1978, lettere a Joyce e Montale), tutte pubblicate postume.
Svèzia Monarchia costituzionale dell'Europa settentrionale. Occupa il versante orientale della Penisola Scandinava e confina a ovest e a nord-ovest con la Norvegia, a nord-est con la Finlandia, si affaccia a est al golfo di Botnia ed è bagnata dal mar Baltico a sud-est e dal Kattegat a sud.
La parte occidentale della Svezia, a eccezione del settore più meridionale, è occupata dalle cosiddette Alpi Scandinave (alt. massima 2.111 m del Kebnekaise), lungo il crinale delle quali corre in genere il confine con la Norvegia. Esse sono più elevate e accidentate nella zona settentrionale e centrosettentrionale del paese, il Norrland, mentre in quella centromeridionale, lo Svealand, esse vanno digradando in altopiani; nella parte meridionale dello Svealand, il Götaland, si aprono una vastissima pianura, interrotta solo dall'altopiano dello Smaland, di modesta elevazione, (altezza massima 377 m) e il bassopiano della Scania, l'estremità meridionale della Penisola Scandinava.
L'aspetto attuale del paesaggio denota una chiara origine morenica, notevolmente accidentato, con rapide e cascate nei corsi d'acqua; numerosissimi sono i laghi, alcuni dei quali sono tra i più grandi d'Europa, come il Vänern, (il terzo d'Europa), il Vättern e il Mälaren, sulle cui rive è edificata Stoccolma, tutti nello Svealand.
I fiumi, dall'andamento ripido e interrotti da cascate, costituiscono un'enorme ricchezza di energia idroelettrica. Tra i fiumi, numerosissimi dal corso piuttosto breve, i principali sono, da nord a sud, il Torne, il Lule, l'Uine, l'Angerman, l'Indals e il Dal, tutti sfocianti nel Baltico.
Le coste sono caratterizzate da profonde insenature (fiordi), barriere di scogli, frammentazioni di isolette (golfo di Stoccolma); alla Svezia appartengono anche due tra le maggiori isole del Baltico: Gotland e Öland.
Per il suo accentuato sviluppo in latitudine, la Svezia presenta notevoli differenze climatiche dal nord al sud, in particolare nell'entroterra del paese, dove non arriva l'influenza del mare a mitigare le temperature; il periodo della stagione fredda è assai prolungato: da ottobre a maggio nel nord del paese; i massimi rigori climatici si registrano nella Lapponia; nelle estreme regioni del nord si verifica il fenomeno del cosiddetto sole di mezzanotte: da fine marzo a metà luglio, il sole resta 24 ore all'orizzonte (con notti peraltro di 24 ore in inverno).
Nel nord si registra la densità minima di popolazione (2 abitanti per km2), costituita prevalentemente da lapponi e, in misura minore, da finlandesi; le particolari condizioni climatiche della zona rendono difficile l'agricoltura, per cui la principale attività è costituita dall'allevamento delle renne. La zona più popolata è senza dubbio lo Svealand, che conta anche le due più importanti città del paese: Stoccolma, la capitale, e Göteberg; nella Scania, all'estremità meridionale, è invece situata la terza città svedese, Malmö. Tra gli altri centri principali si annoverano Uppsala, centro culturale, Västerås, Orebro, Norrköping, Linköping, Jönköping, Borås, Helsingborg.
La Svezia ha raggiunto un grado di sviluppo tra i più elevati del mondo.
L'agricoltura, malgrado sia sfavorita dalle condizioni ambientali e praticata in aree assai limitate, ottiene notevoli rendimenti, grazie al continuo perfezionamento e specializzazione delle colture; ciò consente al paese l'autosufficienza per molti prodotti. Attività importante è la cerealicoltura (orzo, frumento, avena e segale) e la coltivazione della patata, prodotto diffusissimo e presente sino alle latitudini più elevate. Limitata è invece l'area di produzione della barbabietola da zucchero (Scania), che tuttavia costituisce la principale coltura industriale della Svezia. Sviluppata è pure l'ortofrutticoltura, soprattutto meli, cipolle, cavoli e altri ortaggi.
Una delle principali risorse svedesi è lo sfruttamento forestale; oltre il 60% del territorio è coperto da fitte foreste (conifere soprattutto), che forniscono ingenti quantità di legname utilizzato da segherie e industrie cartarie.
Nonostante l'area adibita a pascoli sia notevolmente esigua, l'allevamento è discretamente praticato, in particolare bovini (soprattutto vacche da latte), e animali da pelliccia (volpi, visoni).
Relativamente svantaggiata è la pesca, in quanto il golfo di Botnia e il Baltico presentano fondali molto bassi e restano ghiacciati per lunghi periodi dell'anno. Favorite sono invece le acque occidentali, che forniscono buoni quantitativi di aringhe.
Ottime sono le risorse minerarie: la Svezia è il massimo produttore europeo di ferro (di ottima qualità è quello estratto dai giacimenti lapponi di Kiruna e di Gällivare, esportato in larga misura); si estraggono poi rame, zinco, piombo, piriti, oro e argento. Mancano invece i materiali combustibili, insufficienza in parte compensata dall'utilizzazione dell'ingente potenziale idroelettrico.
La Svezia è fra i paesi più industrializzati, grazie al grado elevato di specializzazione e la fornitura di prodotti di ottima qualità. Nel nord del paese è sviluppata soprattutto l'industria del legno (segherie, produzione della pasta di legno, cartiere, fabbricazione dei fiammiferi); nelle regioni centrali ampiamente sviluppata è l'industria siderurgica (acciai di ottima qualità) e metallurgica in generale (alluminio, rame, piombo), nonché quella che produce utensili di tecnica avanzata.
La maggior parte delle esportazioni deriva tuttavia dall'industria meccanica, ampiamente diversificata, che produce materiale elettronico, industriale (macchine per la lavorazione del legno e della carta), apparecchiature d'ufficio, locomotive, autovetture, aerei, impianti per la refrigerazione. Notevole è infine l'industria vetraria, con i cristalli e la vetreria artistica.
STORIA Popolata a partire dal Neolitico, la Svezia stabilisce relazioni con i paesi del Mediterraneo. Mentre i danesi e i norvegesi si espandono verso l'Europa dell'ovest, gli svedesi, noti con il nome di vareghi, commerciano soprattutto con la Russia. Il cristianesimo, predicato verso l'830 da Sant'Ascario, si sviluppa effettivamente dopo il battesimo del re Olof Skötkonung.
Dopo l'estinzione della famiglia di Stenkil, il trono di Svezia è oggetto di disputa tra gli Sverker e gli Erik. Erik il Santo (1156-1160) intraprende una crociata contro i finlandesi. Nel 1164 si ha la creazione dell'arcivescovato di Uppsala, che diventa la capitale religiosa della Svezia. Birger Jarl (1250-1266), fondatore della dinastia dei Folkung, stabilisce la capitale a Stoccolma e unifica la legislazione. I Folkung (1319-1363) uniscono la Svezia e la Norvegia. Nel 1397 Margherita di Danimarca fa incoronare re di Svezia, di Danimarca e di Norvegia (unione di Kalmar), il nipote Erik di Pomerania e il paese diventa un elemento importante del commercio anseatico. Gustavo Vasa (1520-1523) caccia i danesi dalla Svezia. Eletto re, Gustavo I Vasa sopprime i privilegi commerciali dell'Ansa e fa riconoscere l'ereditarietà della corona (1544); il luteranesimo diventa religione di stato. Gustavo II Adolfo (1611-1632) dota la Svezia di un regime parlamentare e crea un esercito potente che gli permette di intervenire vittoriosamente nella guerra dei Trent'Anni. I trattati di Westfalia (1648) ratificano l'annessione da parte della Svezia della Pomerania e delle isole danesi. Carlo X Gustavo sconfigge i danesi, che devono firmare il trattato di Roskilde (1658); la Svezia è in tal modo padrona del Baltico.
All'inizio del XVIII sec. Carlo XII, impegnato nella Guerra del Nord (1700-1721), sfibra il paese con campagne costose. I trattati di Frederiksborg (1720) e di Nystadt (1721) determinano un arretramento svedese in Germania e nel Baltico.
Sotto l'influenza delle nuove idee illuministe, l'economia e la cultura svedese si sviluppano. I regni di Federico I di Hesse (1720-1751) e di Adolfo Federico (1751-1771) sono contrassegnati dalla contrapposizione tra il partito pacifista dei Bonnets e il partito degli Chapeaux, militare e filo-francese. Gustavo III regna come un despota illuminato e successivamente (1789) ripristina l'assolutismo, ma muore assassinato. Gustavo IV Adolfo deve abbandonare la Finlandia e lasciarla alla Russia (1808) e questo provoca la sua abdicazione. Lo zio Carlo XIII prosegue la sua politica antifrancese e adotta (1810) come successore il maresciallo francese Bernadotte (Carlo XIV) che si allea all'Inghilterra e alla Russia contro Napoleone.
Con il trattato di Kiel (1814), la Norvegia viene unita alla Svezia: si separerà solo nel 1905. La seconda metà del secolo vede il progresso della democrazia e dell'economia sotto il segno di vari sovrani, finché sotto il regno di Gustavo V (1907-1950), la Svezia conosce un periodo di prosperità economica senza precedenti. Una legislazione politica e sociale molto avanzata viene messa in opera, grazie alla dominazione quasi costante del Partito Socialdemocratico, fondato nel 1889 (socialismo alla svedese). La Svezia conserva la propria neutralità durante le guerre mondiali.
Nel secondo dopoguerra il regno di Gustavo VI Adolfo è contrassegnato dall'usura della socialdemocrazia e dall'ascesa dei partiti dei borghesi. Nel 1973 Carlo XVI Gustavo diventa re di Svezia e nel 1975 la nuova costituzione lascia al re solo una funzione di rappresentanza. Il socialdemocratico Olaf Palme, primo ministro, deve far fronte a una grave crisi sociale ed economica e i partiti conservatori (liberali e centristi) salgono al potere. Nel 1982 O. Palme è di nuovo primo ministro, ma viene assassinato nel 1986: gli succede Ingvar Carlsson. Nel 1991 dopo la sconfitta dei socialdemocratici alle elezioni, diventa primo ministro Carl Bildt, leader dei conservatori, ma tre anni dopo i socialdemocratici ritornano al potere e Ingvar Carlsson riprende la guida del governo. Nel 1995 la Svezia aderisce all'Unione Europea. Nel 1996 I. Carlsson presenta le dimissioni; Goram Persson gli succede alla guida del Partito Socialdemocratico e del governo.
• Abitanti-8.830.000
Superficie-449.964 km2
Densità-19,6 ab./km2
Capitale-Stoccolma
Governo-Monarchia costituzionale
Moneta-Corona svedese
Lingua-Svedese, finlandese
Religione-Protestante luterana
svezzaménto, sm. L'atto di svezzare o svezzarsi.
svezzàre, v. v. tr. 1 Slattare. • non era stato svezzato dalla madre. 2 Far perdere un vizio. • stava cercando di svezzarlo da quel brutto vizio.
v. intr. pron. Perdere un vizio, un'abitudine.
v. tr. to wean.
da s-+ deriv. da vezzo.
SVI Sigla di Signoria Vostra Illustrissima.
sviaménto, sm. Deviazione.
sviàre, v. v. tr. 1 Far deviare, mettere su altra via. • sviare un discorso, metterlo su altri argomenti. 2 Distogliere, allontanare. • cercava di sviare l'attenzione da quella porta.
v. intr. pron. 1 Prendere una via diversa. 2 Traviarsi.
v. tr. 1 to divert. 2 (fig.) to lead astray. v. intr. pron. to go astray.
da s-+ deriv. da via.
sviàto, agg. e sm. agg. Traviato.
sm. Chi è stato traviato.
svicolàre, v. intr. Sfuggire, allontanarsi di nascosto.
svignàre, v. intr. Scappare alla svelta e di nascosto.
svigorìre, v. v. tr. Togliere vigore.
v. intr. pron. Perdere vigore.
sviliménto, sm. Lo svilire, svalutare.
svilìre, v. tr. Svalutare, ridurre di pregio e valore.
da s-+ deriv. da vile.
svillaneggiaménto, sm. L'atto di svillaneggiare.
svillaneggiàre, v. intr. Offendere, ingiuriare.
sviluppàbile, agg. Che può essere sviluppato.
sviluppàre, v. v. tr. 1 Districare. 2 Potenziare. • aveva solo bisogno di sviluppare di più il fisico. 3 Provocare, generare, sprigionare. 4 Analizzare a fondo ed espandere nei dettagli. • non aveva sviluppato completamente l'idea. 5 Ottenere l'immagine fotografica dalla pellicola impressionata. 6 Fare lo sviluppo geometrico. 7 Svolgere i calcoli di una espressione algebrica.
v. intr. pron. 1 Crescere, ingrandirsi. • suo nipote si era sviluppato molto dall'ultima volta che l'aveva visto. 2 Prodursi, sprigionarsi verso l'esterno, occupare con un dato ingombro.
v. tr. e v. intr. pron. 1 to develop. 2 (produrre) to generate.
da s-+ deriv. da viluppo.
sviluppàto, agg. Robusto, cresciuto.
sviluppatóre, sm. (f.-trìce) 1 Che effettua lo sviluppo delle pellicole impressionate. 2 Sostanza utilizzata per lo sviluppo delle pellicole impressionate.
svilùppo, sm. 1 Crescita, ingrandimento. ~ evoluzione, progresso. <> calo. 2 Trattazione dettagliata. 3 Ciò che si ottiene rappresentando la superficie di un solido su un piano. 4 Procedimento che permette di ottenere l'immagine fotografica dalla pellicola impressionata.
sm. development.
Sviluppo economico
Incremento dell'economia di un paese o di una regione, ossia l'aumento del prodotto nazionale netto procapite, il miglioramento delle condizioni di vita, dei servizi sociosanitari e dell'educazione. Esso risulta essere il risultato di una tendenza espansiva protratta per un lungo periodo. Elementi fondamentali perché possa verificarsi tale sviluppo sono la possibilità di accumulare capitale, il progresso tecnico e lo sviluppo demografico.
Nel settore fotografico è il procedimento con il quale è possibile rendere visibile un'immagine latente di un materiale fotografico (carta, pellicola); si tratta di una riduzione selettiva del bromuro impressionato ad argento metallico.
svinàre, v. tr. Togliere il vino dai tini per metterlo nelle botti.
svinatùra, sf. L'operazione dello svinare.
deriv. da svinare.
svincolàre, v. v. tr. Slegare da vincoli.
v. intr. pron. Liberarsi dai vincoli, dai legami.
svìncolo, sm. 1 L'effetto di svincolare. 2 Raccordo di collegamento fra due o più strade.
sm. 1 (stradale) motorway. 2 (comm.) clearance.
sviolinàre, v. tr. Adulare, fare lusinghe.
sviolinàta, sf. Discorso di adulazione.
sviolinatùra, sf. Sviolinata.
svìrgola, sf. Colpo violento dato con mani o piedi. ~ manrovescio.
svirgolàre, v. tr. Colpire male, di striscio.
svirilizzàre, v. tr. 1 Togliere la forza a qualcuno o a qualcosa. ~ svigorire. 2 Privare della forza virile.
svisaménto, sm. Alterazione, deformazione.
svisàre, v. tr. Alterare, travisare.
svisceraménto, sm. Lo sviscerare.
svisceràre, v. tr. 1 Sventrare. 2 Affrontare con molto dettaglio.
v. tr. (fig.) to examine in depth.
sviscerataménte, avv. Con grande passione, amore.
svisceràto, agg. Appassionato.
agg. 1 (lode) obsequious. 2 (passione) passionate.
svìsta, sf. Errore, sbaglio dovuto a disattenzione. ~ inavvertenza, distrazione.
sf. oversight.
svitàre, v. v. tr. 1 Allentare una vite. 2 Levare le viti che tengono uniti più oggetti.
v. rifl. Allentarsi.
v. tr. to unscrew.
da s-+ deriv. da vite.
svitàto, agg. 1 Avvitato male, allentato. 2 Che è bizzarro, stravagante, bislacco.
sviticchiàre, v. v. tr. 1 Togliere i viticchi. 2 Liberare dai viticchi. 3 Togliere o liberare da ciò che è avviticchiato.
v. rifl. 1 Rendersi libero dai viticchi. 2 Liberarsi da qualcuno che infastidisce. ~ svincolarsi.
Svìzzera Confederazione di 26 stati dell'Europa centromeridionale; confina a nord con la Germania, a est con il Liechtenstein e l'Austria, a sud con l'Italia, a ovest con la Francia.
Il territorio è essenzialmente montuoso e vi si possono distinguere tre zone: la regione alpina, a sud, la zona del cosiddetto Altopiano Svizzero al centro, la regione del Giura, a nord-ovest.
Il settore alpino occupa il 60% circa del territorio. Si è soliti distinguere le Alpi Svizzere in Settentrionali e Meridionali, separate tra loro dal corso del Rodano, nel Vallese.
Le Alpi Meridionali si estendono dal monte Dolent (3.820 m), nel gruppo del Monte Bianco, e includono i massicci del Grand Combin (4.314 m), del Cervino (4.478 m), del Monte Rosa (4.634 m), le Alpi Lepontine, con il Rheinwaldhorn (3.402 m) e le Alpi Grigionesi (Retiche), che culminano nel Bernina (4.050 m).
Le Alpi Settentrionali comprendono invece le Alpi Bernesi, con i gruppi del Finsteraarhorn (4.274 m), della Jungfrau (4.158 m), dell'Aletschhorn (4.195 m), con il suo grande ghiacciaio (il maggiore dell'Europa continentale), seguite dalle meno elevate Alpi di Glarona. Tutta la regione alpina è frammentata in grandi valli, comunicanti tra loro grazie a numerosi valichi. Punto fondamentale delle Alpi svizzere è il San Gottardo, dove si incontrano le valli del Reno, dell'Aare, della Reuss, del Rodano e del Ticino; rilevante il ruolo anche della valle dell'Inn, l'Engadina, che attraversa i Grigioni. Tra i principali valichi oltre al San Gottardo, si hanno da ovest, il Gran San Bernardo, il Sempione, il San Bernardino, lo Spluga, il Bernina.
A nord delle Alpi settentrionali si estendono le Prealpi, dalle quali si trapassa alla regione del Mittelland, o Altopiano Svizzero, tra i laghi di Ginevra e di Costanza, un succedersi di colline, vallate, piccole pianure fino al repentino innalzamento, a nord-ovest della catena del Giura, lungo il confine franco tedesco, dai rilievi relativamente modesti (monti Tendre, 1.679 m e La Dôle, 1.667 m).
I principali bacini fluviali sono il Reno, cui tributano l'Aare, la Reuss, l'Emme, per dirigersi al Mare del Nord; il Rodano che sfocia nel Mediterraneo; il Ticino, affluente del Po, e l'Inn, affluente del Danubio. Reno, Aare, Rodano e Ticino nascono tutti dal San Gottardo e sono caratterizzati da un regime nivale, con piene estive e primaverili.
Numerosi laghi occupano le fosse scavate dai ghiacciai, i maggiori dei quali sono a sud-ovest il lago di Ginevra (parte del quale appartiene alla Francia) e a nord-est il lago di Costanza (ripartito tra Svizzera, Austria e Germania). Altri laghi importanti sono, nel Mittelland, il lago di Zurigo e quello dei Quattro Cantoni; nel Canton Ticino, il lago di Lugano, e nelle vicinanze del Giura, il grande lago di Neuchâtel.
Nonostante il territorio relativamente esiguo, la Svizzera presenta notevoli variazioni climatiche da regione a regione, determinate dall'elevazione dei rilievi, dall'esposizione al sole, dalla presenza dei grandi laghi. Tendenzialmente continentale, esso presenta abbondanti precipitazioni, specie nella zona prealpina e alpina.
La popolazione, in seguito all'industrializzazione degli ultimi decenni, si concentra nelle grandi città, tra le quali le principali sono Berna, la capitale della confederazione, Ginevra, Basilea, Zurigo, Losanna, Lucerna, San Gallo e Winterthur.
La Svizzera è uno dei paesi economicamente più avanzati del mondo, nonostante la mancanza di risorse minerarie e di aree territoriali coltivabili: il suo successo economico è da attribuire al fatto che ha saputo sfruttare al massimo tutte le proprie risorse. Inoltre la stabilità del governo, insieme a una politica estera di neutralità e di non allineamento, ha fornito garanzie tali da determinare l'affluenza nelle banche svizzere di ingenti quantità di denaro estero.
Nel settore agricolo prevale la cerealicoltura, soprattutto frumento, orzo, largamente utilizzato nell'industria della birra, e, nelle zone montane, la segale. Buona è la produzione della patata, che bene si adatta alle asperità del territorio, e la frutticoltura, nel Mittelland. Diffusa è la coltivazione della vite, sulle sponde collinari, che fornisce quantità di vino modeste, ma di buona qualità. Notevole è anche la produzione di legname, anche se l'industria, per salvaguardare il patrimonio ambientale, sfrutta solo in parte il prodotto locale e ricorre spesso all'importazione della materia prima.
Grande rilevanza riveste l'allevamento soprattutto dei bovini, di razze selezionate e allevate con tecniche notevolmente perfezionate: ciò dà vita a un'industria casearia assai prospera (formaggi, latte condensato, farine lattee) e a una non meno rinomata industria dolciaria (famosa per il cioccolato).
Diffusamente praticata è la pesca, che fornisce buone quantità di lucci e coregoni nei laghi, trote nei fiumi alpini, salmone nel Reno.
Modestissime sono le risorse minerarie, ma il paese può contare su un ingentissimo potenziale idroelettrico che ha favorito un'industrializzazione su vasta scala.
Notevoli sono le industrie meccaniche, elettromeccaniche ed elettroniche, quelle che forniscono strumenti di precisione e, soprattutto, orologi, il prodotto svizzero per eccellenza.
Di recente impianto, ma già affermatissima, è l'industria chimica (farmaci, coloranti per l'industria tessile, materie plastiche).
Antica è invece l'industria tessile, soprattutto il settore cotoniero e della seta (Cantoni di Zurigo e di Basilea): rinomati sono anche i merletti e i ricami (San Gallo, Lauterbrunnen).
Una voce fondamentale nell'economia elvetica è costituita dal turismo.
STORIA Nell'età del ferro, si sviluppano le civiltà di Hallstatt e di La Tène. Solo nel 58 a. C. gli elvezi sono sconfitti da Cesare e Roma sottomette la regione. Al disfacimento dell'impero romano la Svizzera viene invasa dai burgundi e dagli alemanni. Fra il VII e il IX sec. la Svizzera viene cristianizzata.
Nell'888 il paese entra a far parte del regno di Borgogna e nel 1032, unitamente alla Borgogna, viene integrato nel Sacro Romano Impero. Alla fine del XIII sec., in circostanze divenute leggendarie (Guglielmo Tell), i cantoni difendono le loro libertà. Nel 1291 i tre cantoni forestali (Waldstatte) si alleano in un patto perpetuo: è l'atto di nascita della confederazione svizzera. Nel 1315 i cantoni infliggono al duca d'Austria Leopoldo I la sconfitta di Morgarten e nel 1353 la confederazione comprende otto cantoni dopo l'adesione di Lucerna (1332), Zurigo (1351), Glaris, Zoug (1352) e Berna. Nel 1386 le città e le comunità montane riportano la vittoria di Sempach, dopo la quale riescono gradualmente a eliminare l'Austria dai suoi possedimenti in Svizzera. Nel 1476 la confederazione, sostenuta da Luigi XI, sconfigge Carlo il Temerario a Grandson e a Moratt e nel 1499 Massimiliano I firma la pace di Basilea con i confederati; il Sacro Romano Impero esercita ormai solo una sovranità nominale. Nel 1513 la confederazione è costituita da tredici cantoni, dopo l'adesione di Soletta e Friburgo (1481), Basilea e Sciaffusa (1501) e quindi di Appenzell (1513). Nel 1519 la riforma viene introdotta a Zurigo da Zwingli, ma nel 1531 i cattolici battono i protestanti a Kappel e si stabilisce un equilibrio tra i cantoni: sette sono cattolici, quattro riformati e due misti. Nel 1648 i trattati di Westfalia riconoscono per diritto l'indipendenza della confederazione.
Nel 1798 il Direttorio impone una repubblica elvetica che diventa ben presto ingovernabile e nel 1803 l'atto di mediazione, che ricostituisce l'organizzazione confederata, è ratificato da Bonaparte, ma nel 1813 l'atto viene abrogato. Nel 1815 ventidue cantoni, tra i quali quelli del Vallese, di Neuchatel e di Ginevra, firmano il patto federale. Con il congresso di Vienna, viene riconosciuta la neutralità della Svizzera. Nel 1845 sette cantoni cattolici formano una lega, la Sonderbund, che viene repressa militarmente e nel 1848 una nuova costituzione instaura uno stato federale, dotato di un governo centrale che risiede a Berna. Nel 1874 viene introdotto il diritto di referendum e nel 1891 viene introdotto anche il diritto di iniziativa popolare. La Svizzera resta neutrale in entrambi i conflitti mondiali.
Nel 1979 viene creato un nuovo cantone di lingua francese, il Giura. Nel maggio del 1992 gli svizzeri si pronunciano, con un referendum, per l'adesione del loro paese al FMI e alla Banca Mondiale. Parallelamente, il governo presenta una richiesta di adesione alla CEE. Il 9 dicembre 1998, per la prima volta nella sua storia, la Svizzera elegge una donna come capo di stato, Ruth Dreifuss, 58 anni, socialista, già ministro degli Interni.
• Abitanti-7.040.000
Superficie-41.288 km2
Densità-170,5 ab./km2
Capitale-Berna
Governo-Repubblica federale parlamentare divisa in 26 stati
Moneta-Franco svizzero
Lingua-Tedesco, francese, italiano, romancio, ladino
Religione-Protestante e cattolica
svìzzero, agg. e sm. (f.-a) agg. Della Svizzera. • guardia svizzera, corpo militare che protegge il papa.
sm. 1 Abitante della Svizzera. 2 Soldato della guardia svizzera.
agg. e sm. Swiss.
svogliàre, v. v. tr. Togliere l'entusiasmo, la voglia.
v. intr. pron. Perdere l'interesse. ~ stufarsi.
svogliatàggine, sf. L'essere costantemente svogliato.
svogliatézza, sf. L'essere svogliato.
svogliàto, agg. Senza voglia, che non mostra impegno. ~ abulico, apatico. <> attivo, efficiente.
agg. listless.
svolacchiàre, v. intr. Volare per brevi tratti, ondeggiando vistosamente.
svolazzaménto, sm. L'atto di svolazzare.
svolazzànte, agg. Che svolazza.
svolazzàre, v. intr. 1 Volare, ondeggiando senza alcuna direzione. 2 Essere agitato dal vento.
v. intr. to flutter.
da s-+ deriv. da volare.
svolazzìo, sm. Lo svolazzare continuato.
svolàzzo, sm. 1 Svolazzamento. 2 Ciò che svolazza. 3 Ornamento.
svòlgere, v. v. tr. 1 Distendere, spiegare ciò che è arrotolato. 2 Trattare in modo esteso e dettagliato. ~ elaborare. • aveva svolto una tesi molto interessante in quel campo innovativo. 3 Compiere, eseguire. • svolgeva un lavoro di routine.
v. intr. pron. 1 Spiegarsi. 2 Accadere. • si stava svolgendo in quel momento la riunione del consiglio dei ministri.
v. tr. 1 (eseguire) to carry out, to do. 2 (srotolare) to unroll. 3 (filo) to unwind. 4 (argomento) to develop. v. intr. pron. 1 to go on, to develop. 2 (avere luogo) to take place.
da s-+ volgere.
svolgiménto, sm. 1 Lo svolgere o svolgersi. 2 Esposizione, trattazione scritta riguardo un determinato argomento.
sm. 1 development. 2 (andamento) course. 3 (esecuzione) execution.
svòlta, sf. 1 L'atto di svoltare. • non poteva effettuare la svolta a sinistra perché era vietato. 2 Il punto in cui una strada svolta. 3 Grande cambiamento. • quella partita segnò la svolta nella sua carriera.
sf. 1 bend, turn. 2 (fig.) turning point.
deriv. da svoltare.
svoltàre, v. v. tr. Levare da un avvolgimento, svolgere.
v. intr. Cambiare direzione, curvare.
v. intr. to turn.
svòlto, sm. Svolta, curva.
svoltolàre, v. tr. Rivoltare più volte.
SVP Sigla di Südtiroler Volkspartei (partito popolare sudtirolese).
svuotaménto, sm. L'atto di svuotare o svuotarsi.
svuotàre, v. tr. 1 Vuotare del contenuto. <> riempire. 2 Privare del significato.
v. tr. to empty.
swahili, agg. e sm. invar. sm. Lingua bantu, scritta in caratteri arabi a partire dal XVI sec., che si parla nell'isola di Zanzibar e lungo le coste del Tanganica.
sm. pl. Popolazione africana derivata da una mescolanza di genti arabe, bantu e paleonegritiche, stanziata nelle regioni costiere di Kenia, Tanzania e Mozambico. Hanno in comune la lingua e le tradizioni.
Swansea Città (168.000 ab.) della Gran Bretagna, capoluogo della contea di West Glamorgan, nel Galles.
swap Letteralmente significa scambio. In informatica indica l'operazione mediante la quale il sistema operativo carica in memoria centrale una pagina.
swazi Popolazione dell'Africa del nord che costituisce uno dei maggiori cinque gruppi Nguni. È composta da agricoltori e da allevatori stanziati in prevalenza dell'odierno Swaziland.
Swaziland Monarchia costituzionale dell'Africa meridionale (stato indipendente nell'ambito del Commonwealth). Esso è inserito nel territorio della repubblica Sudafricana e confina appunto con quest'ultima e col Mozambico.
Il territorio, prevalentemente montuoso, si estende su un breve tratto della scarpata orientale dei Drakensberg, nell'Altopiano Sudafricano. Si distinguono fondamentalmente 3 zone parallele: quella occidentale, situata a 1.200 m di altitudine media, è prevalentemente coperta da foreste; quella centrale corrisponde a una zona collinare, densamente popolata e favorevole alle coltivazioni in genere; quella orientale, infine, si estende a una quota di 150-300 m, è ricoperta da savane e da terreni piuttosto fertili.
I principali corsi d'acqua dello Swaziland scendono dal versante orientale del Transvaal e, dopo un ultimo tratto in territorio mozambicano, sfociano nell'oceano Indiano; tra questi, i maggiori sono l'Imbuluzi e l'Usutu.
L'altitudine riesce spesso a mitigare le temperature, ma durante l'estate, soprattutto nella fascia più bassa, esse sono notevolmente elevate. Le precipitazioni sono concentrate nella stagione estiva e sono piuttosto copiose sui rilievi.
La popolazione, costituita quasi esclusivamente da swazi, vive soprattutto in villaggi, in capanne disposte a circolo intorno al recinto del bestiame; le città ospitano prevalentemente popolazione non africana. I maggiori centri sono Mbabane, la capitale, Matsafa e Manzini.
Assolutamente fondamentale per l'economia dello Swaziland è l'agricoltura: essa fornisce cereali (soprattutto mais, quindi riso e sorgo), patate dolci, numerosi prodotti ortofrutticoli, in particolare agrumi, banane, ananas, in larga parte esportati.
Assai fiorente è l'agricoltura commerciale; la coltivazione della canna da zucchero è fondamentale per l'economia insieme a quella del cotone e del tabacco. In mano ai coloni bianchi, come l'agricoltura commerciale, è lo sfruttamento delle foreste, con buoni quantitativi di legname, in parte esportato.
Attività tipica degli swazi è invece l'allevamento, in cui prevalgono bovini, caprini, volatili da cortile.
Ottime le risorse minerarie, soprattutto amianto, quindi carbone, stagno, oro. A livello industriale, prevale il settore della trasformazione dei prodotti agricoli e forestali, con zuccherifici, birrifici, conservifici di frutta e carne, segherie, impianti per la sgranatura del cotone.
STORIA Regno bantu fondato nel 1815, lo Swaziland passa nel 1902 sotto protettorato britannico. Nel 1968 diventa indipendente. A Sobhuza II, proclamato re nel 1921, riconosciuto dalla Gran Bretagna nel 1967 e deceduto nel 1982, succedono la regina Ntombi (1983-1986) e quindi Mswati III.
• Abitanti-910.000
Superficie-17.364 km2
Densità-52,4 ab./km2
Capitale-Mbabane
Governo-Monarchia costituzionale
Moneta-Lilangeni
Lingua-Inglese e seSwati, zulu
Religione-Cristiana e animista
Swedenborg, Emanuel (Stoccolma 1688-Londra 1772) Mistico svedese. Tra le opere Arcana coelestia (1747-1758 e 1796) e De coelo et inferno (1758).
Sweelinck, Jan (Deventer 1562-Amsterdam 1621) Compositore fiammingo. Autore di composizioni per organo e clavicembalo.
Sweezy, Paul (New York 1910-) Economista statunitense. Diffuse la conoscenza del pensiero marxista nel mondo anglosassone con Teoria dello sviluppo capitalistico (1942) e Capitale monopolistico (1966, con A. Baran).
Swift, Jonathan (Dublino 1667-1745) Scrittore irlandese, fu una figura di spicco della vita politica e letteraria fino al 1714, anno in cui si verificò la caduta dei tory, partito per i quali lasciò in passato i whig. Tornato in Irlanda, compì viaggi a Londra e in giro per il mondo, cercando di captare quanto più gli era possibile della vita sociale di ogni paese. Il suo capolavoro, I viaggi di Gulliver (1726), è il romanzo nel quale espone tutte le analisi compiute sul sistema sociale; si tratta di un'opera satirica, spietatamente scagliata contro le istituzioni politiche e sociali inglesi, la religione, la scienza e la filosofia del suo tempo, nella quale emerge con fervore tutta la sua misantropia. Altri saggi sono Lettere del drappiere (1724), Modesta proposta (1729), La battaglia dei libri (1704) e Il racconto della botte (1704); scrisse anche opere in versi, quali Cadeno e Vanessa (1726) e Il giorno del giudizio (1731).
Swinbourne, Algernon Charles (Londra 1837-Putney, Londra 1909) Poeta. Tra le opere Poesie e ballate (1866) e Canti antelucani (1871).
swing, sm. invar. 1 Ritmo che caratterizza la musica jazz. 2 Forte colpo dato nel pugilato. 3 Movimento ondulatorio di assestamento che precede il colpo, nel golf.
• Nel jazz è una particolare disposizione degli accenti sui tempi deboli o su tutti i tempi di una battuta, che comporta un'esecuzione pulsante ed elastica. Il termine indica il periodo, nella storia jazz, che va dagli anni 1930 agli anni 1940, durante i quali tale tecnica era molto diffusa; risalgono a tale periodo le più famose orchestre jazz statunitensi, quali quelle di Benny Goodman, Glenn Miller, Count Basie.
switch, sm. invar. Interruttore.
swollen shoot, loc. sost. m. invar. Malattia virale che colpisce l'albero del cacao e provoca gravi danni alle piantagioni.
Syagrus, sm. invar. Genere di piante arboree inermi con corona apicale di fronde pennatifide.
Syberberg, Hans-Jürgen (Nossendorf 1936-) Regista cinematografico tedesco. Diresse Ludwig (1972), Hitler (1978), Parsifal (1982) e La notte (1985).
Sycon, sm. invar. Genere di Spugne Calcisponge di tipo sycon. Appartiene alla famiglia dei Sicettidi.
sycon, sm. invar. Tipo di organizzazione delle Spugne calcaree in cui i coanociti sono localizzati entro diverticoli della cavità gastrovascolare senza rivestirla tutta.
Sydenham, Thomas (Wyndford Eagle 1624-Londra 1689) Medico inglese. Descrisse le febbri malariche e la gotta.
Sydney Città (3.596.000 ab.) dell'Australia, capitale del Nuovo Galles del Sud. Si estende dalla baia di Port Jackson fino alla sponda settentrionale della Botany Bay. Principale centro industriale, commerciale e finanziario del paese è sede delle maggiori compagnie nazionali. Il porto è tra i più attivi dell'Australia per l'esportazione dei prodotti dell'agricoltura e dell'allevamento (lana, carni e frumento) dello Stato ed è dotato di imponenti cantieri navali affiancati da grandi complessi siderurgici, petrolchimici, tessili, metallurgici, alimentari (caseifici), del legno e aeronautici. Sede di un aeroporto, di un'università, di vari istituti culturali ed educativi, del museo australiano, della biblioteca di stato (raccolta di quasi 2.000.000 di volumi), di numerosi giardini botanici e parchi (tra cui il Centennial Park), della cattedrale anglicana e cattolica e del teatro dell'Opera House. La popolazione è prevalentemente di origine inglese e irlandese. Fondata nel 1788 come colonia penale dal capitano inglese Arthur Phillip (venne avvistata dall'esploratore J. Cook nel 1770), fu il primo insediamento europeo in Australia. Dopo la scoperta dell'oro (1851) nello stato sudorientale di Victoria, la popolazione della città aumentò rapidamente. Durante la guerra del Pacifico, divenne importante base aerea e navale per gli alleati.
Sydow, Max von (Lund 1929-) Attore svedese. Esordì nel 1951 e lavorò in teatro sotto la guida del grande Ingmar Bergman. Conosciuto in Italia come interprete impeccabile di numerosi film dello stesso I. Bergman. Tra le intepretazioni, Il settimo sigillo, La fontana della vergine, Come in uno specchio, L'ora del lupo, L'adultera di I. Bergman; La più grande storia mai raccontata (1964) di G. Stevens; I tre giorni del condor (1975) e Il volo dell'aquila (1982).
Syktyvkar Città (232.000 ab.) della Russia nordoccidentale, sul fiume Vicegda. Capoluogo della repubblica autonoma dei Comi.
Sylhet Città (167.000 ab.) del Bangladesh, sul fiume Surma.
Sylos Labini, Pàolo (Roma 1920-) Economista. Tra le sue opere, Oligopolio e progresso tecnico (1957), Saggio sulle classi sociali (1974), Nuove tecnologie e disoccupazione (1989), La crisi italiana (1995).
Sylphides, Les Balletto di M. Fokine (San Pietroburgo, 1908).
Sylt Isola (23.000 ab.) della Germania, nel mar del Nord. Fa parte delle isole Frisone settentrionali.
Sylvester, James Joseph (Londra 1814-1897) Matematico inglese. Fondò la teoria degli invarianti algebrici con A. Cayley.
Sylvia ou la nimphe de Diane Balletto in tre atti e quattro quadri di J. Barbier e Reinach, musica di L. Delibes (Parigi, 1876).
Symphonie pour l'homme seul Balletto di M. Béjart, musica di P. Schaeffer e P. Henry (Parigi, 1955).
Symphysodon, sm. invar. Genere di Pesci Perciformi cui appartiene il pesce Pompadour o pesce disco che vive nelle acque dolci dell'Amazzonia. Appartiene alla famiglia dei Ciclidi.
sympòsium, sm. Simposio.
Synge, John Millington (Rathfarnham, Dublino 1871-Dublino 1909) Drammaturgo irlandese. Tra le opere Cavalcata a mare (1904) e Il furfantello dell'Ovest (1907).
Synge, Richard Laurence Millington (Rathfarnham 1914-Dublino 1994) Biochimico inglese. Compì importanti studi di cromatografia e nel 1952, con J. Martin, fu insignito del premio Nobel.
Syntomis, sm. invar. Genere di Insetti Lepidotteri Eteroneuri. Sono farfalle diurne che sembrano degli Imenotteri. Appartiene alla famiglia degli Arctiidi o dei Sintomidi.
Syracuse Città (170.000 ab.) degli USA, nello stato di New York, sul canale Erie.
Syrdarja Fiume (2.206 km) dell'Asia centrale, formato dalla confluenza dei due rami Karadarja e Naryn. Sfocia nel lago d'Aral.
Syrdarja
Provincia (580.000 ab.) dell'Uzbekistan, al confine con il Kazakistan. Capoluogo Gulistan.
sysop Nel linguaggio informatico indica un operatore addetto alla manutenzione del sistema.
Systema Naturae Opera scientifica di C. Linneo (1758-1759).
Syzran Città (175.000 ab.) della Russia, nella provincia di Samara, sul fiume Volga.
Szabó, Istv´n (Budapest 1938-) Regista cinematografico ungherese. Diresse Il padre (1976) e Mephisto (1981).
Szabolcs-Szatm´r-Bereg Contea (566.000 ab.) dell'Ungheria nordorientale, al confine con l'Ucraina e la Romania. Capoluogo Nyíregyh´za.
szajbélyite, sf. Borato di magnesio che forma miscele isomorfe con la sussexite.
Szasz, Thomas Stephen (Budapest 1920-) Psicoanalista ungherese, appartenente al cosiddetto movimento antipsichiatrico. Sostenitore dell'artificiosità dei concetti di follia e normalità al servizio del conformismo sociale. Tra le sue pubblicazioni, Il mito della malattia mentale (1961), I manipolatori della pazzia (1970), Sesso a tutti i costi (1980) e Compassione crudele (1994).
Székesfehérv´r Città (109.000 ab.) dell'Ungheria, capoluogo della contea di Fejér.
Szent-Györgyi, Albert (Budapest 1893-Woods Hole 1986) Biochimico statunitense. Compì importanti studi sulla vitamina C e nel 1937 fu insignito del premio Nobel.
Szilard, Leo (Budapest 1898-San Diego 1964) Fisico statunitense. Di origine ungherese, collaborò agli studi che portarono alla realizzazione della prima bomba atomica.
Szolnok Città (81.000 ab.) dell'Ungheria, sul fiume Tibisco. Capoluogo della contea di J´sz-Nagykun-Szolnok.
Szombathely Città (85.000 ab.) dell'Ungheria, presso il confine con l'Austria. Capoluogo della contea di Vas.
Szymanovki, Karol (Timosovka 1882-Losanna 1937) Compositore polacco. È autore, tra l'altro, di opere, musica sinfonica e da camera.
Note:
Definizioni, informazioni, … sono in gran parte recuperate (a partire dal 1999) da varie fonti accessibili via Internet o da altre fonti "informatiche" freeware; per molti lemmi sono state riviste e, in modo più o meno consistente, riscritte; la revisione è tuttora in corso: solo una parte delle definizioni è stata rivista (vi sono ancora errori e imprecisioni, come del resto si trovano nei dizionari cartacei, anche "famosi"). Le, eventuali, date di morte dei personaggi citati dovrebbero essere aggiornate al luglio 2009; il numero degli abitanti delle località riportate quando è stato aggiornato riporta a fianco anche la data dell'aggiornamento.
Le informazioni (storiche, geografiche, …) sono aggiornate al 1999, ma molte sono state ulteriormente aggiornate
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~ indica un (circa, e in qualche contesto) "sinonimo" | |
<> indica (in genere) un "contrario" |
Fonte: http://dictionario.wikispaces.com/file/detail/dictionario_s.doc
sito web: http://macosa.dima.unige.it/diz/diz.htm
Autore del testo: http://macosa.dima.unige.it
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