Dizionario enciclopedico termini con lettera iniziale S parte 3
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Dizionario enciclopedico termini con lettera iniziale S parte 3
Sànta Marìa dél Molìse Comune in provincia di Isernia (747 ab., CAP 86090, TEL. 0865). Centro agricolo (uva, ortaggi, frutta) e dell'allevamento (bovini e ovini), nel Matese.
Sànta Marìa del Pòpolo, chièsa di Costituisce una delle chiese più ricche di opere d'arte di Roma. Sorge in un luogo avvolto dalla leggenda: secondo la tradizione, il fantasma di Nerone si aggirava in queste zone, attorno a un noce che sorgeva non lontano dalla futura chiesa. Nel 1099 papa Pasquale II fece costruire sulla tomba della famiglia di Nerone (i Domizi) una cappella intitolata alla Madonna. In quell'occasione il noce fu tagliato. Nel XIII sec., sotto Gregorio IX, la chiesa fu ampliata ma è solo nel 1472 che papa Sisto IV fece costruire l'odierna chiesa di Santa Maria che iniziò lo stile rinascimentale a Roma. Lo stile sobrio e solenne della facciata contrasta con la ricchezza dell'interno, a pianta basilicale. La navata principale è affiancata da cappelle laterali che appartengono alle famiglie più illustri della città. La cappella Della Rovere reca sulla balaustra i simboli della famiglia Della Rovere, la stessa di papa Sisto IV. Le pareti sono state affrescate dal Pinturicchio nel 1485 e vi spicca l'Adorazione del Bambino. La bellezza dell'opera è soprattutto nell'espressione del viso di Maria e nei particolari degli animali. La tomba di Giovanni della Rovere (1483) è opera di allievi di Andrea Bregno. Nella cappella Chigi, progettata da Raffaello nel 1513 su richiesta di Agostino Chigi, si può ammirare la pala dell'altare di Sebastiano del Piombo raffigurante la natività. Le tombe di Agostino e Sigismondo Chigi sono rivestite di marmo verde a opera del Bernini. Nella cappella Cerasi sono conservati due capolavori di Caravaggio, risalenti al 1601: La conversione di San Paolo, con un sapiente uso delle luci, e la Crocefissione di San Pietro, ove la rappresentazione diagonale mette in evidenza lo sforzo nel sollevare la croce. Sopra l'altare, si ammira un'opera di Annibale Carracci (Assunzione della Vergine). Nel transetto sono conservati altri dipinti rinascimentali, mentre le sculture degli angeli che li sorreggono sono aggiunte di epoca barocca. Le vetrate, opera del francese Guillaume de Marcillat, sono le prime vetrate colorate realizzate a Roma nel 1509. Nella volta dell'abside vi sono dipinti del Pinturicchio (pregevole la Sibilla di Delfi).
Sànta Marìa délla Vèrsa Comune in provincia di Pavia (2.623 ab., CAP 27047, TEL. 0385). Centro agricolo (uva da vino) e industriale (prodotti alimentari, meccanici e della lavorazione del sughero).
Sànta Marìa di Lèuca, càpo Promontorio della Puglia, nell'estremità sudorientale della penisola salentina. Si protende nel mar Ionio con l'estremità chiamata Meliso.
Sànta Marìa di Licodìa Comune in provincia di Catania (7.096 ab., CAP 95038, TEL. 095). Centro agricolo (agrumi, mandorle, olive, uva) e della pastoria, sulle pendici dell'Etna. Gli abitanti sono detti Licodiesi
Sànta Marìa di Sàla Comune in provincia di Venezia (11.072 ab., CAP 30036, TEL. 041). Centro agricolo (coltivazione di foraggi e cereali) e industriale (prodotti del legno, del vetro, tessili e cartari). Gli abitanti sono detti Salesi o Saliesi.
Sànta Marìa Hoè Comune in provincia di Lecco (1.759 ab., CAP 22050, TEL. 039). Centro industriale (prodotti elettrotecnici, dell'abbigliamento, delle materie plastiche e della carta).
Sànta Marìa Imbàro Comune in provincia di Chieti (1.495 ab., CAP 66030, TEL. 0872). Centro agricolo nella valle del fiume Sangro.
Sànta Marìa la Carità Comune in provincia di Napoli (10.135 ab., CAP 80050, TEL. 081). Centro agricolo (cereali, olive e ortaggi) e industriale (prodotti alimentari) della penisola salentina. Gli abitanti sono detti Sammamaritani.
Sànta Marìa la Fòssa Comune in provincia di Caserta (2.629 ab., CAP 81050, TEL. 0823). Centro agricolo e dell'allevamento (bovini).
Sànta Marìa la Lónga Comune in provincia di Udine (2.298 ab., CAP 33050, TEL. 0432). Centro agricolo e dell'allevamento (bovini).
Sànta Marìa Maggióre (arte) Basilica romana che si suppone sia stata costruita da papa Liberio (352-366). In seguito ne venne ricostruita la parte absidale, la facciata posteriore (nel '600 per opera di C. Rainaldi) e la facciata principale (1741-1743 per mano di F. Fuga).
Sànta Marìa Maggióre (geografia) Comune in provincia di Verbano-Cusio-Ossola (1.256 ab., CAP 28038, TEL. 0324). Centro agricolo, delle attività silvestri e pastorali e turistico.
Santa Marìa Maggiòre, basìlica di Chiesa di Roma che ha il titolo di Maggiore, come le altre tre basiliche di Roma (San Giovanni in Laterano, San Paolo fuori le Mura e San Pietro); è zona extraterritoriale in base ai Patti lateranensi. Fu fatta costruire da papa Liberio e conclusa sotto il pontificato di Sisto III (432-440): le modifiche si succedettero nei secoli, da quelle del XII sec., per volere di Eugenio III, a quelle del XVI sec. (Gregorio III) e del XVIII sec. (Benedetto IV). La facciata, opera di Ferdinando Fuga, risale al XVIII sec. ed è attorniata a destra e a sinistra da due palazzi uguali nell'aspetto, anche se di differente epoca (1605 quello a destra e 1721 quello a sinistra). La chiesa è preceduta da un portico, sotto il quale trova posto la statua di Filippo IV di Spagna, di un allievo di Algardi (1692). Sulla facciata, la loggia conserva un mosaico del XIV sec. che raffigura Cristo, attorniato da angeli e dalla Vergine: il mosaico è opera di Filippo Rusuti, allievo di Cavallini. Sotto il mosaico, le scene illustrano la leggenda della neve, alla quale è legata la nascita di questa chiesa: nel 352 papa Libero ebbe in visione la Vergine che gli chiedeva di costruire una chiesa laddove sarebbe nevicato. Era il 5 agosto, quando una nevicata straordinaria si ebbe sul colle Esquilino: il papa ordinò la costruzione della chiesa, iniziata probabilmente otto anni dopo. All'interno la navata centrale, più antica, conserva innumerevoli mosaici di straordinaria bellezza, risalenti al V sec., tra i più antichi di Roma. Le scene sono tutte tratte dal Vecchio Testamento e si possono scorgere anche alcune scene dipinte. Il mosaico dell'arco di trionfo è costituito da quattro pannelli orizzontali ed è probabilmente posteriore a quelli della navata centrale, in quanto risente già dell'influsso dell'arte bizantina. Anche l'abside, fatta arretrare dalla sua posizione originale alla fine del XIII sec. per volere di Niccolò IV, conserva un mosaico del V sec., successivamente rifatto da Jacopo Torriti del XIII sec. Proseguendo lungo la navata centrale, prima di arrivare al coro, il baldacchino, opera di Ferdinando Fuga (1740), è sorretto da colonne di porfido rosso e bronzo. Nella navata di destra è conservata la tomba gotica del cardinale Consalvo Rodriguez. La cappella Sistina è opera di Domenico Fontana (1585-1590) e conserva la tomba di Sisto V. La navata di sinistra comprende le belle cappelle Paolina e Sforza. La prima, detta anche cappella Borghese dal nome della famiglia di papa Paolo V, è opera di Flaminio Ponzio (1611) e conserva un altare riccamente adornato, tempestato di gioielli e pietre preziose. La cappella Sforza invece fu realizzata da Giacomo della Porta. Accanto alla sacrestia, il battistero è un'opera di Flaminio Ponzio: la fonte battesimale fu decorata nel XIX sec. da Giuseppe Valadier. Pietro Bernini creò l'altorilievo dell'assunzione che sovrasta l'altare.
Sànta Marìa Novèlla, chièsa di Da molti è considerata la più bella chiesa di Firenze. Venne costruita per l'ordine dei Domenicani, con progetto di vari architetti tra cui fra' Sisto e Jacopo Buontalenti. Incompiuta è la facciata (Leon Battista Alberti, 1458). Il risultato di insieme è un'impressione di grande armonia e proporzione. Nell'interno a croce latina, in tre navate, sono collocate una bella Natività di scuola botticelliana e la tomba della beata Villana (Desiderio da Settignano, 1451). Da segnalare inoltre un bassorilievo bronzeo di Lorenzo Ghiberti (1425). E ancora, affreschi di Filippino Lippi, di Ghirlandaio, di Baccio di Agnolo, con interventi del Vasari, affreschi di Nardo di Cione e una terracotta di Giovanni della Robbia. Da segnalare un crocefisso giovanile di Giotto.
Sànta Marìa Nuòva Comune in provincia di Ancona (3.681 ab., CAP 60030, TEL. 0731). Centro agricolo (cereali, ortaggi e frutta), dell'allevamento (bovini) e industriale (prodotti tessili). Gli abitanti sono detti Santamarianovesi.
Sànta Marìa Rezzònico Comune in provincia di Como (1.165 ab., CAP 22010, TEL. 0344). Centro agricolo (cereali, ortaggi e frutta) e di villeggiatura estiva.
Sànta Marìna Comune in provincia di Salerno (3.285 ab., CAP 84070, TEL. 0974).
Sànta Marìna Salìna Comune in provincia di Messina (848 ab., CAP 98050, TEL. 090).
Sànta Marinèlla Comune in provincia di Roma (11.819 ab., CAP 00058, TEL. 0766). Centro turistico (balneazione). Vi si trovano resti del castello Odescalchi, del XV sec., e resti risalenti agli etruschi. Gli abitanti sono detti Santamarinellesi.
Santa Marta Città (178.000 ab.) della Colombia, affacciata al mar delle Antille. Capoluogo del dipartimento di Magdalena.
Sànta Mònica Città della California (86.920 ab.) posta sulla baia omonima del Pacifico. È un importante centro industriale e residenziale della periferia di Los Angeles.
Sànta Nìnfa Comune in provincia di Trapani (5.294 ab., CAP 91029, TEL. 0924).
Sànta Paolìna Comune in provincia di Avellino (1.410 ab., CAP 83030, TEL. 0825).
Santa Rosa Dipartimento (279.000 ab.) del Guatemala, affacciato sull'oceano Pacifico. Capoluogo Cuilapa.
Santa Rosa
Città capoluogo della provincia argentina di La Pampa. Centro del commercio dei cereali e dei bovini. Sede di industrie alimentari, università e aeroporto.
Santa Rosa de Cop´n Città capoluogo del dipartimento di Cop´n (Honduras). Posta a 1.030 m di altezza e a 110 km da San Pedro Sula. Centro del commercio del caffè e del tabacco. È sede di industrie alimentari e per la lavorazione del tabacco e di un aeroporto.
Sànta Severìna Comune in provincia di Crotone (2.578 ab., CAP 88070, TEL. 0962).
Santa Sofia (arte) Il più grande monumento bizantino di Istanbul. Fu iniziata sotto Costantino nel 325 e dedicata a Aghia Sophía, divinità della Sapienza divina. Dopo varie vicissitudine fu definitivamente ricostruita sotto Giustiniano nel 532 e consacrata nel 537. In seguito alla conquista turca di Costantinopoli fu infine trasformata in moschea con l'aggiunta di quattro minareti.
Sànta Sofìa (geografia) Comune in provincia di Forlì (4.245 ab., CAP 47018, TEL. 0543).
Sànta Sofìa d'Epìro Comune in provincia di Cosenza (3.095 ab., CAP 87048, TEL. 0984).
Sànta Terèsa di Gallùra Comune in provincia di Sassari (4.024 ab., CAP 07028, TEL. 0789).
Sànta Terèsa di Rìva Comune in provincia di Messina (7.824 ab., CAP 98028, TEL. 0942).
Sànta Venerìna Comune in provincia di Catania (6.972 ab., CAP 95010, TEL. 095).
Sànta Vittòria d'Àlba Comune in provincia di Cuneo (2.403 ab., CAP 12069, TEL. 0172).
Sànta Vittòria in Matenàno Comune in provincia di Ascoli Piceno (1.447 ab., CAP 63028, TEL. 0734).
santabàrbara, sf. (pl. santebarbare) Magazzino delle polveri e armi in una nave da guerra. ~ polveriera.
Sant'Abbóndio Comune in provincia di Como (820 ab., CAP 22010, TEL. 0344).
Sàntadi Comune in provincia di Cagliari (4.061 ab., CAP 09010, TEL. 0781).
Sant'Agàpito Comune in provincia di Isernia (1.187 ab., CAP 86070, TEL. 0865).
Sant'Àgata Bolognése Comune in provincia di Bologna (4.927 ab., CAP 40019, TEL. 051).
Sant'Àgata de' Gòti Comune in provincia di Benevento (11.325 ab., CAP 82019, TEL. 0823). Centro agricolo (coltivazione di ortaggi e frutta), dell'estrazione di tufo e industriale (prodotti alimentari). Vi si trovano la chiesa di San Menna, del XII sec., la chiesa dell'Annunziata, costruita tra il X e il XV sec., e il duomo dell'Assunta, del XII sec. Gli abitanti sono detti Santagatesi.
Sant'Àgata dél Biànco Comune in provincia di Reggio Calabria (724 ab., CAP 89030, TEL. 0964).
Sant'Àgata di Èsaro Comune in provincia di Cosenza (2.513 ab., CAP 87010, TEL. 0981).
Sant'Àgata di Militèllo Comune in provincia di Messina (12.796 ab., CAP 98076, TEL. 0941). Centro agricolo (coltivazione di frutta, agrumi e ortaggi), della pesca, industriale (prodotti chimici e alimentari) e turistico (balneazione). Gli abitanti sono detti Santagatesi.
Sant'Àgata di Pùglia Comune in provincia di Foggia (3.049 ab., CAP 71028, TEL. 0881).
Sant'Àgata Fèltria Comune in provincia di Pesaro (2.388 ab., CAP 61019, TEL. 0541).
Sant'Àgata Fòssìli Comune in provincia di Alessandria (362 ab., CAP 15050, TEL. 0131).
Sant'Àgata li Battiàti Comune in provincia di Catania (10.856 ab., CAP 95030, TEL. 095).
Sant'Àgata sul Santèrno Comune in provincia di Ravenna (2.002 ab., CAP 48020, TEL. 0545).
Sant'Agnèllo Comune in provincia di Napoli (8.183 ab., CAP 80065, TEL. 081).
Sant'Agostìno Comune in provincia di Ferrara (5.900 ab., CAP 44047, TEL. 0532).
Santal Parganas Distretto (3.187.000 ab.) dell'India, nello stato di Bihar, al confine con il Bengala Occidentale. Capoluogo Dumka.
Santalàcee Famiglia di piante arboree e arbustacee dell'ordine delle Santalali a cui appartengono specie sfruttate per il legname, per le essenze e per i frutti commestibili. Sono diffuse nelle regioni temperate e tropicali.
Santalàli Ordine di piante monoclamidee dai fiori prevalentemente unisessuati con ovario infero.
Sant'Albàno Stùra Comune in provincia di Cuneo (2.064 ab., CAP 12040, TEL. 0172).
santalèna, sf. 1 Santelena. 2 Nel medioevo indicava una moneta antica o preziosa.
Sant'Alèssio cón Vialóne Comune in provincia di Pavia (362 ab., CAP 27016, TEL. 0382).
Sant'Alèssio in Aspromónte Comune in provincia di Reggio Calabria (552 ab., CAP 89050, TEL. 0965).
Sant'Alèssio Sìculo Comune in provincia di Messina (1.352 ab., CAP 98030, TEL. 0942).
Sant'Àlfio Comune in provincia di Catania (1.666 ab., CAP 95010, TEL. 095).
santalum, sm. invar. Genere di piante sempreverdi, arbustacee e arboree, appartenenti alla famiglia delle Santalacee, che producono il legno di sandalo. Sono diffuse in Asia, Australia e nelle isole del Pacifico.
Sant'Ambrògio di Torìno Comune in provincia di Torino (3.993 ab., CAP 10057, TEL. 011).
Sant'Ambrògio di Valpolicèlla Comune in provincia di Verona (9.137 ab., CAP 37010, TEL. 045).
Sant'Ambrògio sul Garigliàno Comune in provincia di Frosinone (1.025 ab., CAP 03040, TEL. 0766).
Sant'Anastàsìa Comune in provincia di Napoli (27.300 ab., CAP 80048, TEL. 081). Centro industriale (concerie, prodotti del legno, alimentari, siderurgici, meccanici e tessili) e della lavorazione artigianale del rame alle pendici del Vesuvio. Vi si trova nelle vicinanze, il santuario della Madonna dell'Arco, del XVI sec. Gli abitanti sono detti Anastasiani.
Sant'Anatòlia di Nàrco Comune in provincia di Perugia (548 ab., CAP 06040, TEL. 0743).
Santander Città (194.000 ab.) della Spagna, nel golfo di Biscaglia. Capoluogo della Cantabria.
Sant'Andrèa Apòstolo déllo Iònio Comune in provincia di Catanzaro (2.836 ab., CAP 88066, TEL. 0967). Centro agricolo (agrumi, olive, uva) e dell'allevamento (bovini, caprini).
Sant'Andrèa dél Garigliàno Comune in provincia di Frosinone (1.705 ab., CAP 03040, TEL. 0776). Centro agricolo (ortaggi, frutta, cereali) e dell'allevamento (bovini, ovini).
Sant'Andrèa di Cónza Comune in provincia di Avellino (2.042 ab., CAP 83053, TEL. 0827). Centro agricolo (uva, frutta, ortaggi), della pastorizia e industriale (materiali da costruzione).
Sant'Andrèa Frìus Comune in provincia di Cagliari (1.854 ab., CAP 09040, TEL. 070). Centro agricolo (ortaggi, frutta, olive) e della pastorizia.
Sant'Àngelo Ponte di Roma corrispondente all'antico Pons Aelius. Venne fatto costruire nel 136 dall'architetto Demetriano per incarico dell'imperatore Publio Elio Adriano al fine di creare un accesso al suo mausoleo (ora Castel Sant'Angelo). Fu più volte restaurato e rimaneggiato.
Sant'Àngelo a Cùpolo Comune in provincia di Benevento (4.053 ab., CAP 82010, TEL. 0824).
Sant'Àngelo a Fasanèlla Comune in provincia di Salerno (989 ab., CAP 84027, TEL. 0828).
Sant'Àngelo a Scàla Comune in provincia di Avellino (660 ab., CAP 83010, TEL. 0825).
Sant'Àngelo all'Ésca Comune in provincia di Avellino (1.058 ab., CAP 83050, TEL. 0827).
Sant'Àngelo d'Alìfe Comune in provincia di Caserta (2.580 ab., CAP 81017, TEL. 0823).
Sant'Àngelo déi Lombàrdi Comune in provincia di Avellino (4.795 ab., CAP 83054, TEL. 0827).
Sant'Àngelo dèl Bòsco Comune in provincia di Isernia (461 ab., CAP 86080, TEL. 0865).
Sant'Àngelo di Bròlo Comune in provincia di Messina (4.376 ab., CAP 98060, TEL. 0941).
Sant'Àngelo di Piòve di Sàcco Comune in provincia di Padova (6.007 ab., CAP 35020, TEL. 049).
Sant'Àngelo in Lìzzòla Comune in provincia di Pesaro (5.495 ab., CAP 61020, TEL. 0721).
Sant'Àngelo in Pontàno Comune in provincia di Macerata (1.540 ab., CAP 62020, TEL. 0733).
Sant'Àngelo in Vàdo Comune in provincia di Pesaro (3.777 ab., CAP 61048, TEL. 0722).
Sant'Àngelo le Fràtte Comune in provincia di Potenza (1.656 ab., CAP 85050, TEL. 0975).
Sant'Àngelo Limosàno Comune in provincia di Campobasso (484 ab., CAP 86020, TEL. 0874).
Sant'Àngelo Lodigiàno Comune in provincia di Lodi (11.277 ab., CAP 20079, TEL. 0371). Centro agricolo (coltivazione di foraggi e cereali) e industriale (prodotti tessili, alimentari e meccanici) sul fiume Lambro. Vi si trova il castello visconteo del XIV sec. Gli abitanti sono detti Santangiolini.
Sant'Àngelo Lomellìna Comune in provincia di Pavia (711 ab., CAP 27030, TEL. 0384).
Sant'Àngelo Muxàro Comune in provincia di Agrigento (2.007 ab., CAP 92020, TEL. 0922).
Sant'Àngelo Romàno Comune in provincia di Roma (2.525 ab., CAP 00010, TEL. 0774).
Sant'Àngelo, castèl Questo imponente castello romano è nato come mausoleo di Adriano nel 130 d. C. e la sua costruzione, che durò nove anni, fu completata sotto Antonino Pio. Il suo ruolo si modificò durante la storia: nel 271 fu incorporato nelle Mura Aureliane, divenendo una fortezza a difesa della città. Il suo nome deriva dalla statua dell'Arcangelo Michele che risale al XVIII sec. ed è opera del fiammingo Pieter Vershaffelt. L'opera si ispira a una leggenda, secondo la quale nel 590 l'Arcangelo apparve sul castello, nell'atto di riporre una spada nel fodero, mentre era in corso la processione, voluta da papa Gregorio Magno, per intercedere e chiedere la liberazione della città dalla peste. La visione fu interpretata come un segno di riconciliazione con la città e il papa ordinò la costruzione di una cappella. Nel medioevo il castello subì altre trasformazioni: fu fortificato da Niccolò V con un ulteriore piano di mattoni e i bastioni sugli angoli. Leone IV fece costruire una muraglia che lo collegava al Vaticano (il Passetto) e su di essa nel 1277 fu ricavato un corridoio fortificato (Corridoio Vaticano) che lo collegava con il Vaticano e costituì una via di fuga più volte nella storia: Alessandro VI, che lo restaurò nel 1493, lo usò solo un anno dopo per ripararsi da Carlo VIII re di Francia che invase la città; Clemente VII lo usò durante il sacco di Roma dei Lanzichenecchi nel 1527. Sempre Clemente VII lo abbellì con sale e appartamenti, come papa Paolo III. Il castello venne ulteriormente fortificato con i bastioni nel 1557 e in seguito fu usato come prigione. Vi furono rinchiusi prigionieri famosi come Benvenuto Cellini e Cagliostro. Il suo interno è ricco di sale, logge e scale, risalenti a periodi diversi. La rampa elicoidale costituiva un tempo l'entrata del mausoleo: si snoda per 125 metri ed era riccamente decorata da marmi, stucchi e mosaici. Papa Bonifacio XI trasformò questo passaggio in un corridoio che taglia l'intero castello lungo il suo diametro. Da questo corridoio si accede al cortile dell'onore, ove un tempo era posta la statua dell'angelo che ora orna la cima del castello. Nel cortile sono presenti i resti delle munizioni dei cannoni e le mura laterali di una cappella opera di Michelangelo. Le stanze di Clemente VIII, un tempo di Leone X, comprendono la sala di Apollo, con affreschi di Perin del Vaga (XVI sec.) e di allievi di Raffaello raffiguranti scene mitologiche. In questa sala è visibile un pozzo che porta a una stanza chiusa, fonte, come altre botole e passaggi segreti, delle molte leggende che avvolgono Castel Sant'Angelo. Allo stesso livello è la sala della Giustizia che deve il nome al fatto che nel XVI sec. vi si riuniva un tribunale. La sala è ornata da un affresco di Domenico Zaga (1545), L'angelo della Giustizia. Il Bagno di Clemente VII risale al XVI sec. e porta affreschi di un discepolo di Raffaello, Giovanni da Udine. La Loggia di Paolo III, disegnata da Sangallo il Giovine, ospita una collezione delle armi dell'esercito pontificio. La loggia di Pio IV ospitò per molti anni un cannone che avvertiva lo scoccare del mezzodì. In seguito queste stanze furono trasformate in prigioni. Degli appartamenti papali fa parte la Sala Paolina, decorata con affreschi di Perin del Vaga (XVI sec.), nella quale il pontefice riceveva gli ospiti. La sala del Tesoro, originariamente la camera di sepoltura di Adriano, conteneva i gioielli, le reliquie e gli argenti dei pontefici. Vicina è la sala Rotonda che contiene un calco della statua di Pieter Vershaffelt dell'angelo con la spada. La scala di Alessandro VI attraversa l'intero castello. Pregevole è la terrazza, dalla quale si gode uno dei più bei panorami di Roma: vale la pena veramente ammirare con uno solo colpo d'occhio il verde di Villa Borghese e le cupole delle basiliche di Roma. Sugli spalti di Castel Sant'Angelo Puccini ha ambientato l'ultimo atto di Tosca che si suicida gettandosi dalle mura del castello dopo la fucilazione del suo amante Mario Cavaradossi.
Sant'Ànna Arrési Comune in provincia di Cagliari (2.516 ab., CAP 09010, TEL. 0781). Centro agricolo (ortaggi, frutta, olive, cereali), della pastorizia e turistico.
Sant'Ànna d'Alfaédo Comune in provincia di Verona (2.483 ab., CAP 37020, TEL. 045). Centro agricolo (foraggi, patate, ortaggi e frutta), dell'allevamento (bovini, suini), industriale (estrazione e lavorazione del marmo, calzature) e di villeggiatura.
Sant'Àntimo Comune in provincia di Napoli (30.985 ab., CAP 80029, TEL. 081). Centro agricolo (coltivazione di viti, frumento, lino e canapa) e industriale (prodotti farmaceutici, chimici, alimentari e della ceramica). Gli abitanti sono detti Santantimesi.
Sant'Antìoco Isola (108,9 km2, 14.000 ab.) del mar Mediterraneo, in provincia di Cagliari. È legata alla Sardegna da un istmo. Risorse economiche, l'agricoltura (produzione di uva e frumento), l'allevamento (ovini e bovini), le attività estrattive (calcare e magnesio) e la pesca. Il territorio è ripartito fra i due comuni di Sant'Antioco e Calasetta.
Sant'Antioco
Comune in provincia di Cagliari (12.313 ab., CAP 09017, TEL. 0781).
Sant'Antonìno di Sùsa Comune in provincia di Torino (3.930 ab., CAP 10050, TEL. 011). Centro agricolo (cereali) e industriale (tessili). Gli abitanti sono detti Santontoninesi.
Sant'Antònio Abàte Comune in provincia di Napoli (16.936 ab., CAP 80057, TEL. 081). Centro agricolo (coltivazioni ortofrutticole) e industriale (mobilifici, prodotti per l'edilizia e alimentari). Gli abitanti sono detti Santantoniesi.
Sant'Antònio di Gallùra Comune in provincia di Sassari (1.636 ab., CAP 07030, TEL. 079). Centro agricolo e dell'allevamento.
Sant'Apollinàre Comune in provincia di Frosinone (2.038 ab., CAP 03048, TEL. 0776).
Sant'Arcàngelo Comune in provincia di Potenza (7.270 ab., CAP 85037, TEL. 0973).
Santarcàngelo di Romàgna Comune in provincia di Rimini (17.286 ab., CAP 47038, TEL. 0541). Centro agricolo (coltivazione di foraggi, frutta, cereali e ortaggi), industriale (mobilifici, prodotti grafici, meccanici e alimentari) e della lavorazione artigianale di tele stampate. Vi si trovano l'arco trionfale di papa Clemente, del 1772, e la rocca malatestiana, costruita tra il XIII e il XV sec. Gli abitanti sono detti Santarcangiolesi.
Sant'Arcàngelo Trimónte Comune in provincia di Benevento (845 ab., CAP 83030, TEL. 0824).
santarèllo, sm. Persona apparentemente pia e devota.
Santarellino
Persona che ostenta ingenuità.
Santarém Città (136.000 ab.) del Brasile, nello stato di Par´, sul fiume Tapajós.
Sant'Arpìno Comune in provincia di Caserta (12.043 ab., CAP 81030, TEL. 081). Centro agricolo (coltivazione di ortaggi e frutta) e industriale (prodotti chimici, del legno e tessili). Gli abitanti sono detti Santarpinesi.
Sant'Arsènio Comune in provincia di Salerno (3.099 ab., CAP 84037, TEL. 0975).
Santayana, George (Madrid 1863-Roma 1952) Filosofo statunitense di origine spagnola. Tra le opere La vita della ragione (1905-1906) e Il regno dell'essere (1927-1940).
Sante Marie Comune in provincia di L'Aquila (1.497 ab., CAP 67067, TEL. 0863). Centro agricolo (cereali e foraggi) e delle attività silvestri e pastorali.
Sant'Egìdio àlla Vibràta Comune in provincia di Teramo (8.004 ab., CAP 64016, TEL. 0861).
Sant'Egìdio dél Mónte Albìno Comune in provincia di Salerno (8.188 ab., CAP 84010, TEL. 081).
santelèna, sf. Moneta che deriva il proprio nome da sant'Elena, nell'accezione medievale Elèna. È un'antica moneta bizantina d'oro o d'argento che raffigura l'imperatore con la croce e il globo sormontato dalla croce. Poiché si riteneva erroneamente che fosse allusiva a sant'Elena, madre di Costantino, e all'invenzione della croce, era spesso venerata e usata come amuleto.
Sant'Èlena (comune) Comune in provincia di Padova (1.703 ab., CAP 35040, TEL. 0429). Centro agricolo (cereali, frutta) e industriale (produzione di bambole).
Sant'Èlena (isola) Isola dell'oceano Atlantico meridionale (122 km2, circa 6.000 ab.).
Di origine vulcanica, l'isola è situata a 1.900 km dalla costa africana, e si eleva a 823 m nel Dianas Peak.
Scoperta nel 1502 dal portoghese Joao de Nova Castella, dal 1834 è colonia britannica.
Dipendenze di Sant'Elena sono l'isola Ascension e il gruppo di Tristan da Cunha, costituito quest'ultimo dall'isola omonima e dai tre isolotti disabitati di Inaccessible, Nightingale, Gouch, tutti di origine vulcanica.
L'agricoltura fornisce patate, ortaggi, lino, e praticati sono la pesca e l'allevamento.
Capoluogo è Jamestown. Longwood, all'interno dell'isola, è famosa per aver ospitato Napoleone, qui esiliato dagli inglesi.
Sant'Èlena Sannìta Comune in provincia di Isernia (287 ab., CAP 86099, TEL. 0874). Centro agricolo (olive, ortaggi, frutta, cereali) e dell'allevamento (bovini, ovini).
Sant'Elìa a Pianìsi Comune in provincia di Campobasso (2.520 ab., CAP 86048, TEL. 0874).
Sant'Elìa Fiumeràpido Comune in provincia di Frosinone (6.152 ab., CAP 03049, TEL. 0776).
Sant'Elìa, Antònio (Como 1888-Monfalcone 1916) Architetto. Tra le opere Disegni: Schizzo per la nuova Stazione di Milano (1913-1914, Milano, Collezione Monti), Centrale elettrica (1914, Milano, Collezione Accetti) e La Città Nuova: casa a gradinata con ascensori dai quattro piani stradali (1914, Milano, Collezione Accetti).
Sant'Elìa, mónti Catena montuosa estesa lungo la costa sudorientale dell'Alaska e del Canada nordoccidentale. Vetta più elevata il monte Logan (6.050 m).
Sant'Elpìdio a Màre Comune in provincia di Ascoli Piceno (15.040 ab., CAP 63019, TEL. 0734). Centro industriale (fabbriche di giocattoli, calzaturifici, prodotti chimici e meccanici). Vi si trovano il palazzo del Comune, costruito tra il XIII e il XIV sec., la Collegiata, costruita tra il XIV e il XV sec. e la chiesa della Misericordia, del XVI sec.
Sàntena Comune in provincia di Torino (10.369 ab., CAP 10026, TEL. 011). Centro industriale (prodotti chimici). Vi si trova il castello dei Cavour, del XVIII sec. Gli abitanti sono detti Santenesi.
Santer, Jacques (1937-) Politico del Lussemburgo. Membro del Partito sociale cristiano, nel 1984 fu primo ministro e dal 1995 presidente della Commissione europea.
Santèramo in Còlle Comune in provincia di Bari (24.535 ab., CAP 70029, TEL. 080). Centro agricolo (coltivazione di frutta, ortaggi, viti e cereali), dell'allevamento di suini e bovini e industriale (prodotti tessili e alimentari). Gli abitanti sono detti Santermani.
santerellìno, o santarellìno, sm. Giovane che si mostra ingenuo ma che in realtà non lo è.
santerèllo, o santarèllo, sm. Chi mostra pietà e sottomissione per ingannare il prossimo.
Santèrno Fiume (99 km) della Toscana e dell'Emilia. Nasce dal passo della Futa e confluisce nel Reno.
santése, sm. Amministratore dei beni di una chiesa.
Sant'Eufèmia a Maièlla Comune in provincia di Pescara (406 ab., CAP 65020, TEL. 085).
Sant'Eufèmia d'Aspromónte Comune in provincia di Reggio Calabria (4.184 ab., CAP 89027, TEL. 0966).
Sant'Eufèmia, gòlfo di Insenatura della Calabria, tra capo Suvero e capo Cozzo, in provincia di Catanzaro, nel mar Tirreno.
Sant'Eusànio dél Sàngro Comune in provincia di Chieti (2.543 ab., CAP 66037, TEL. 0872).
Sant'Eusànio Forconése Comune in provincia di L'Aquila (462 ab., CAP 67020, TEL. 0862).
Santhià Comune in provincia di Vercelli (9.308 ab., CAP 13048, TEL. 0161).
Sànti Còsma e Damiàno Comune in provincia di Latina (4.831 ab., CAP 04020, TEL. 0771).
Sànti, Giovànni (Urbino 1435-1494) Pittore. Tra le opere Madonna Buffi (1489, Urbino, Galleria Nazionale delle Marche).
Sànti, Pièro (Milano 1923-) Direttore d'orchestra e musicologo italiano. Ha diretto sia opere liriche che musica da camera. Esperto delle musiche del settecento, ha scritto Repertorio di musica sinfonica (1989).
Santiago (Cile) Città (4.913.000 ab.) capitale del Cile e capoluogo dell'omonima regione metropolitana. Situata in una vallata sul versante occidentale delle Ande, tra il fiume Maipo e Mapocho, ha clima mediterraneo. Importante centro commerciale, la città ha industrie tessili, meccaniche, della concia, alimentari, farmaceutiche e chimiche, metallurgiche e della carta. Santiago esercita una funzione politica e amministrativa fondamentale in un paese fortemente centralizzato, attirando a sé banche, aziende private, ditte d'importazione e organizzazione tecnica per l'agricoltura. Centro universitario e intellettuale del paese. Sede di un aeroporto. Fondata nel 1541 dallo spagnolo Pedro de Valdivia, fu liberata dagli spagnoli nel 1817 a opera dei rivoluzionari di J. de San Martin, divenne capitale della Repubblica cilena nel 1818. Tra i monumenti, la cattedrale di San Francisco, la chiesa della Merced e di San Domingo, palazzo del Municipio e della Moneda, Biblioteca Nazionale.
Santiago (Repubblica Dominicana) Città (316.000 ab.) della Repubblica Dominicana, sul fiume Yaque del Norte. Capoluogo della provincia omonima.
Santiago de Compostela Città della Spagna (86.000 ab.) capoluogo della Galizia, nella provincia di La Coruña. Situata a 260 m di altitudine, in prossimità del fiume Tambre e del monte Pedroso. Sede di industrie alimentari, tessili, meccaniche, del legno, delle calzature e mercato dei prodotti agricoli e d'allevamento. Edificata nel IX sec., intorno al sepolcro di San Giacomo, ebbe grande importanza religiosa nel medioevo, diventando uno dei luoghi più venerati dell'Europa occidentale e meta di pellegrinaggi di fedeli. Tra gli edifici più notevoli, la cattedrale (XI-XII sec.), l'ospedale Reale (XVI sec.), il seminario (X sec.), la chiesa di San Martín (XVI sec.), numerosi conventi e il palazzo episcopale.
Santiago de Cuba Città (435.000 ab.) dell'isola di Cuba, sulla costa sudorientale. Capoluogo della provincia omonima. Porto commerciale di prodotti agricoli (esporta tabacco, cacao e canna da zucchero) e di minerali (manganese, rame e ferro). Le principali industrie presenti sono quelle meccaniche, chimiche, metallurgiche, petrolchimiche, del tabacco e della ceramica. Sede della chiesa di San Francesco e di vari edifici di epoca coloniale. Fondata nel 1514 dagli spagnoli, per alcuni decenni fu capitale dell'isola e si sviluppò solo a partire dalla seconda metà del XIX sec.
Santiago del Estero Città (190.000 ab.) dell'Argentina, sul Río Dulce. Capoluogo della provincia omonima.
santiddìo, sm. Dio (esclamazione).
santificaménto, sm. Il santificare.
santificànte, agg. Che santifica.
santificàre, v. v. tr.1 Rendere santo, canonizzare. ~ beatificare. • santificare un luogo, venerarlo. 2 Celebrare in modo solenne le festività. ~ osservare, venerare.
v. rifl. Farsi santo.
v. tr. 1 to sanctify. 2 (le feste) to observe.
lat. sanctificare, comp. da sanctus santo +-ficare fare.
santificazióne, sf. L'effetto del santificare.
lat. cristiano sanctificatio,-onis.
santificetur, sm. e sf. invar. Chi mostra falsamente una devozione religiosa.
Sant'Ilàrio dèllo Iònio Comune in provincia di Reggio Calabria (1.565 ab., CAP 89040, TEL. 0964).
Sant'Ilàrio d'Ènza Comune in provincia di Reggio Emilia (9.237 ab., CAP 42049, TEL. 0522).
Santillana, Iñigo López de Mendoza, marchése di (Carrión de los Condes, Palencia 1398-Guadalajara 1458) Poeta spagnolo. Tra le opere Canzoniere (1449) e Serranillas (ca. 1450).
santimònia, sf. 1 Santità, vita senza peccati. 2 Ipocrisia.
santìno, sm. Piccola riproduzione dell'immagine di un santo.
Santìppe Moglie di Socrate, dal quale ebbe tre figli. Sopportò pazientemente il marito filosofo e provvedette al sostentamento della famiglia. Nonostante ciò, i posteri la descrissero come donna insopportabile e noiosa, incapace di comprendere la grandezza e l'intelligenza del marito. Per antonomasia, è divenuta quindi il prototipo della moglie insopportabile e bisbetica. A lei s'ispirò Alfredo Panzini nel suo romanzo Santippe.
Santìppo (V sec. a. C.) Politico ateniese, generale e padre di Pericle. Fu allontanato dalla città vittima dell'ostracismo nel 484, ma rientrò richiamato a causa della minaccia di Serse, che stava per invadere il territorio. Nel 479 a. C., in qualità di stratega, sconfisse la flotta persiana a Micale e conquistò Sesto.
Santippo
(III sec. a. C.) Mercenario spartano. Al servizio di Cartagine, ne riorganizzò l'esercito e nel 255 batté Attilio Regolo e lo fece prigioniero. Secondo la leggenda, fu tradito dagli stessi cartaginesi, che lo uccisero mentre era in viaggio. Forse servì anche Tolomeo Evergete.
Sant'Ippòlito Comune in provincia di Pesaro (1.449 ab., CAP 61040, TEL. 0721).
Säntis Monte (2.502 m) della Svizzera, tra i cantoni di Appenzelle e San Gallo.
Santìssima Annunziàta, basìlica della Chiesa di Firenze. Originariamente (XIII sec.) era un modesto oratorio che giunse ad assumere l'attuale aspetto a seguito di successivi ampliamenti che apportarono la tribuna circolare e le cappelle, opera di Michelozzo e Leon Battista Alberti. Successivamente il chiostro venne esteso alla facciata completa. Verso l'interno si accede al chiostrino dei voti, con splendidi affreschi dei secoli XV e XVI (Rosso Fiorentino, Jacopo Pontormo, Franciabigio, Andrea del Sarto, Alessio Baldovinetti, Cosimo Rosselli) e un bassorilievo di Michelozzo (Madonna con bambino). L'interno della basilica custodisce, tra l'altro, la cappella dell'Annunziata, un affresco del XIV sec. (Annunciazione), affreschi di Andrea del Sarto, di Andrea del Castagno e quadri del Perugino. Tra gli altri autori si ricordano il Giambologna e Baccio Bandinelli.
santìssimo, agg. e sm. agg. Molto santo.
sm. 1 L'ostia consacrata. 2 Santo al sommo grado.
santità, sf. 1 L'essere santo. ~ sacralità. • santità di un luogo. 2 Appellativo dato al papa. • Sua Santità li avrebbe ricevuti nel pomeriggio.
sf. 1 holiness, sanctity. 2 (titolo papale, Sua Santità) His Holiness.
lat. sanctitas,-atis.
sànto, agg. e sm. agg. 1 Che merita venerazione e adorazione religiosa. ~ divino. <> demoniaco. 2 Consacrato. 3 Giusto, equo.
sm. Chi è stato canonizzato e ritenuto degno del culto della chiesa per l'opera svolta e la vita condotta.
agg. 1 holy. 2 (pio) pious. 3 (che precede il nome) Saint. sm. saint.
• Nell'Antico Testamento Dio solo è il santo e soltanto a lui spetta la santità. Nel Nuovo Testamento, tramite il battesimo nel nome di Dio, ogni cristiano è partecipe della salvezza di Gesù Cristo ed è santo per vocazione. Per la chiesa cattolica i santi sono stimolo, guida e segno della presenza di Dio nella chiesa. La storia della venerazione dei santi inizia all'incirca verso la metà del II sec. d. C. In un primo tempo venivano venerati i martiri, poi ricevettero una venerazione rituale anche i confessori che nella persecuzione soffrirono carcere, tortura o esilio, gli apostoli, gli asceti e le vergini a motivo della loro eccezionale imitazione di Cristo. In seguito all'abuso della venerazione dei santi durante il medioevo, le chiese della riforma non accettarono la venerazione dei santi, pur non avendone mai negato l'esistenza. In senso lato, per santo si può intendere colui che ha raggiunto la perfezione nella vita religiosa e, per questo, viene venerato in modi diversi secondo le varie religioni; in questa accezione di figura salvifica il santo è presente, con connotazioni diverse, in tutte le religioni (per esempio, induismo, islam, buddhismo, religioni cinesi ecc.).
Santo André Città (616.000 ab.) del Brasile, nello stato di San Paolo.
Santo Antão Isola (43.000 ab.) di Capo Verde, nell'oceano Atlantico, la più settentrionale dell'arcipelago.
Santo Domingo Città (1.600.000 ab.) capitale della Repubblica Dominicana e capoluogo del Distrito Nacional.
Santo Rosario => "San Fernardo"
Sànto Stéfano Isola dell'arcipelago della Maddalena, nel mar Tirreno, tra la costa sarda e le isole di Maddalena e Caprera. Ha una superficie di 25 ettari, una lunghezza massima di 720 m e una larghezza di 580 m.
Sànto Stéfano al Màre Comune in provincia di Imperia (2.156 ab., CAP 18010, TEL. 0184). Centro della floricoltura sulla Riviera dei Fiori.
Sànto Stéfano Bèlbo Comune in provincia di Cuneo (4.137 ab., CAP 12058, TEL. 0141). Centro agricolo (uva, cereali, ortaggi, frutta), dell'allevamento (bovini) e industriale (prodotti meccanici e alimentari). Gli abitanti sono detto Sanstefanesi.
Sànto Stéfano d'Àveto Comune in provincia di Genova (1.368 ab., CAP 16049, TEL. 0185). Centro agricolo (cereali, castagne, foraggi), di attività pastorali e di villeggiatura.
Sànto Stéfano dél Sóle Comune in provincia di Avellino (1.797 ab., CAP 83050, TEL. 0825). Centro agricolo (olive, uva, foraggi) e di attività pastorali.
Sànto Stéfano di Cadóre Comune in provincia di Belluno (3.021 ab., CAP 32045, TEL. 0435). Centro di attività dell'allevamento (bovini), industriale (produzione di occhiali) e turistico.
Sànto Stéfano di Camàstra Comune in provincia di Messina (5.194 ab., CAP 98077, TEL. 0921). Centro agricolo (olive, uva, ortaggi, frutta), industriale (abbigliamento e materiali da costruzione), della pesca e turistico. Gli abitanti sono detto Stefanesi.
Sànto Stéfano di Màgra Comune in provincia di La Spezia (7.884 ab., CAP 19037, TEL. 0187). Centro agricolo (uva, olive) e industriale (produzione di ceramiche e materiali da costruzione). Gli abitanti sono detto Santostefanesi.
Sànto Stéfano di Rogliàno Comune in provincia di Cosenza (1.294 ab., CAP 87056, TEL. 0984). Centro agricolo (castagne, patate, cereali) e della pastorizia.
Sànto Stéfano di Sessànio Comune in provincia di L'Aquila (142 ab., CAP 67020, TEL. 0862). Centro agricolo (cereali, foraggi, lenticchie) e dell'allevamento (ovini, bovini).
Sànto Stéfano in Aspromónte Comune in provincia di Reggio Calabria (1.472 ab., CAP 89057, TEL. 0965). Centro agricolo (uva, ortaggi, frutta), della pastorizia e di villeggiatura.
Sànto Stéfano Lodigiàno Comune in provincia di Lodi (1.754 ab., CAP 20070, TEL. 0377). Centro agricolo (cereali, foraggi), dell'allevamento (bovini) e industriale (prodotti tessili).
Sànto Stéfano Quisquìna Comune in provincia di Agrigento (5.628 ab., CAP 92020, TEL. 0922). Centro agricolo (agrumi, mandorle, olive) e dell'allevamento (ovini, bovini). Gli abitanti sono detto Stefanesi o Quisquinesi.
Sànto Stéfano Roèro Comune in provincia di Cuneo (1.161 ab., CAP 12040, TEL. 0173). Centro agricolo (uva, ortaggi, frutta, cereali) e dell'allevamento (bovini, avicoltura).
Sànto Stéfano Ticìno Comune in provincia di Milano (3.674 ab., CAP 20010, TEL. 02). Centro agricolo (cereali, foraggi), dell'allevamento (bovini) e industriale (prodotti alimentari, tessili, meccanici). Gli abitanti sono detto Sanstefanesi.
Sànto Stìno di Livènza Comune in provincia di Venezia (11.476 ab., CAP 30029, TEL. 0421). Centro agricolo (coltivazione di barbabietole e cereali), dell'allevamento di bovini e industriale (prodotti elettrotecnici, tessili e del legno). Gli abitanti sono detti Sanstinesi.
santòcchio, agg. Bigotto.
Sant'Olcése Comune in provincia di Genova (6.478 ab., CAP 16010, TEL. 010).
santolìna, sf. Genere di piante erbacee sempreverdi originarie della zona mediterranea. Appartiene alla famiglia delle Composite.
Santomènna Comune in provincia di Salerno (969 ab., CAP 84020, TEL. 0828).
Sant'Omèro Comune in provincia di Teramo (5.119 ab., CAP 64027, TEL. 0861).
Sant'Omobòno Imàgna Comune in provincia di Bergamo (2.970 ab., CAP 24038, TEL. 035).
santóne, sm. 1 Bigotto. 2 Asceta degno di venerazione. ~ saggio.
santonìna, sf. Sesquiterpene di formula C15H18O3 che costituisce il principio attivo del seme santo.
Sant'Onòfrio Comune in provincia di Vibo Valentia (3.955 ab., CAP 88016, TEL. 0963).
Santopàdre Comune in provincia di Frosinone (1.751 ab., CAP 03030, TEL. 0776).
santoréggia, sf. Pianta erbacea annuale, la Satureia hortensis, delle Labiate, comune nella zona mediterranea e usata come aromatizzante in cucina; ha strette foglie profumate e piccoli fiori rosa.
Sant'Orèste Comune in provincia di Roma (3.329 ab., CAP 00060, TEL. 0761).
Santorìni Isola della Grecia (6.000 ab.), la maggiore dell'arcipelago omonimo, nelle Cicladi meridionali. Insieme a Thirasia e a Kameni risulta essere ciò che rimane di un vasto cratere vulcanico, scomparso a causa di una gigantesca esplosione avvenuta nel XVI sec. a. C., con conseguenze devastanti per tutto il Mediterraneo orientale. La scomparsa dell'attiva civiltà bronzea dell'isola sarebbe all'origine del mito di Atlantide. Le attività principali sono l'agricoltura (viti pregiate da vinificazione), la pesca e soprattutto il turismo. Thira è il capoluogo odierno dell'isola; sorge al centro della costa interna, a circa 200 m sul livello del mare. La città si trova in posizione estremamente spettacolare, sull'orlo della caldera, da cui si ammira un suggestivo panorama. Ospita un museo archeologico dove sono custoditi i reperti degli antichi insediamenti dell'isola e il museo Megara con le testimonianze dell'ultimo terremoto (1956). Per moltissimi secoli disabitata, venne colonizzata dai dori nel X sec. a. C., divenendo in seguito importante centro commerciale. Venne occupata poi dai Tolomei, dai romani, dai bizantini, dai veneziani (cui si deve il nome) e dai turchi, prima di passare alla Grecia nel 1830. Gli scavi archeologici degli anni '60 hanno evidenziato presso il villaggio di Akrotiri un insediamento urbano del 1500 a. C., formato da case ricchissime di affreschi. Al 600 a. C. risalgono i resti del tempio di Apollo Karneios, a Thira.
Santòro, Michèle (Salerno 1951-) Giornalista e conduttore televisivo. Esordì in televisione con la partecipazione al programma Specialmente sul tre e, nel 1987, raggiunse la notorietà con la prima edizione di Samarcanda (riproposta fino al 1992). In seguito, condusse Il rosso e il nero (1992), Tempo reale (1994) e nel 1996 passò a Mediaset, con Moby Dick (1996-1999).
Santòro-Passarèlli, Francèsco (Altamura, Bari 1902-) Giurista italiano. Esperto di diritto civile e del lavoro ha scritto Dottrine generali del diritto civile (1966) e Nozioni di diritto del lavoro (20a edizione nel 1968).
Santórso Comune in provincia di Vicenza (5.007 ab., CAP 36014, TEL. 0445).
Sant'Órsola Tèrme Comune in provincia di Trento (789 ab., CAP 38050, TEL. 0461).
Santos Città (429.000 ab.) del Brasile, nello stato di San Paolo.
Sàntu Lussùrgiu Comune in provincia di Oristano (2.908 ab., CAP 09075, TEL. 0783).
santuàrio, sm. 1 Edificio di culto in cui si conservano le reliquie di un santo. ~ tempio, sacrario. 2 Ciò che è intimamente inviolabile e sacro. • il santuario dei sentimenti.
sm. sanctuary, shrine.
lat. sanctuarium, deriv. da sanctus santo.
Santuario Romanzo di W. Faulkner (1931).
Santùcci, Luìgi (Milano 1918-) Romanziere. Tra le opere Il velocifero (1965) e Il Mandragolo (1979).
Santùccio, Gianni (Clivio 1914-Milano 1989) Attore teatrale. Dal 1947 al 1952 lavorò al Piccolo Teatro di Milano, interpretando tra l'altro Assassinio nella cattedrale (Eliot) e Morte di Danton (Büchner).
Sant'Urbàno Comune in provincia di Padova (2.454 ab., CAP 35040, TEL. 0429).
Sanùdo, Màrco (?-1230) Ammiraglio. Conquistò Nasso e altre isole egee durante la IV crociata.
Sanùdo, Marìn il Vècchio détto Torsèllo (Venezia 1270-1343) Politico veneziano. Promosse una nuova crociata.
Sanvitàle, Francèsca (Milano 1928-) Scrittrice italiana. Narratrice di matrice psicologica legata alle esperienze personali, ha scritto i romanzi Il cuore borghese (1972), Madre e figlia (1980) e Il figlio dell'impero (1993).
Sànza Comune in provincia di Salerno (3.071 ab., CAP 84030, TEL. 0975).
Sanzèno Comune in provincia di Trento (897 ab., CAP 38010, TEL. 0463).
sanzionàre, v. tr. 1 Ratificare una legge. ~ sancire. 2 Punire a causa di mancato rispetto di certe norme o regole concordate.
v. tr. to sanction.
sanzionatòrio, agg. Relativo a una sanzione.
sanzióne, sf. 1 L'atto di ratifica di una legge. 2 Pena imposta per la contravvenzione a norme convenute. ~ ammenda, multa.
sf. 1 sanction. 2 (approvazione) ratification. 3 (penale) penalty.
lat. sanctio,-onis, deriv. da sanctus, p.p. di sancire.
• Strumento previsto da un ordinamento giuridico per assicurare l'osservanza delle sue norme mediante la minaccia di una pena e, in caso di trasgressione, la punizione di chi ha violato la legge; è la conseguenza giuridica che segue l'infrazione di un precetto presente in una legge. Le sanzioni si distinguono in civili (di carattere prevalentemente economico), penali (tramite misure limitative della libertà individuale) e disciplinari (applicate da autorità amministrative). Anche il diritto internazionale prevede varie sanzioni, che uno stato può attuare per tutelarsi; si tratta di ritorsione, rappresaglia, intervento armato e guerra. A livello internazionale essa è priva del carattere della coattività.
Sanzioni contro l'Italia
Sanzioni comminate dalla Società delle Nazioni all'Italia, durante la guerra italo-etiopica (1935-1936); vennero applicate da cinquantadue stati e consistettero nel blocco delle esportazioni verso l'Italia di materie prime e di materiale bellico, oltre che al rifiuto di crediti.
São Bernardo do Campo Città (567.000 ab.) del Brasile, nello stato di San Paolo, facente parte dell'agglomerato urbano della città di San Paolo.
São Caetano do Sul Città (163.000 ab.) del Brasile, nello stato di San Paolo nel settore sudorientale dell'agglomerato urbano della città di San Paolo.
São Francisco Fiume (2.900 km) del Brasile orientale. Nasce dai rilievi meridionali dello stato di Minas Gerais e sfocia nell'oceano Atlantico, nei pressi di Aracajú. Affluenti principali sono il fiume Rios das Velhas e il fiume Rio Grande. Le sue acque sono navigabili solo nel basso corso.
São Gonçalo Città (779.000 ab.) del Brasile, nello stato di Rio de Janeiro.
São João do Meriti Città (425.000 ab.) del Brasile, nello stato di Rio de Janeiro.
São José do Rio Prêto Città (189.000 ab.) del Brasile, nello stato di San Paolo.
São José dos Campos Città (442.000 ab.) del Brasile, nello stato di San Paolo.
São Luís Città (696.000 ab.) del Brasile, capitale dello stato di Maranhão, sull'isola omonima.
São Miguel Isola (132.000 ab.) del Portogallo, nell'oceano Atlantico. Fa parte dell'arcipelago delle Azzorre.
São Tiago L'isola (130.000 ab.) più vasta dell'arcipelago di Capo Verde, nell'oceano Atlantico.
São Tomé Isola (70.000 ab.) vulcanica di São Tomé e Príncipe, nel golfo di Guinea. Centro principale è São Tomé.
São Tomé e Príncipe Stato insulare dell'oceano Atlantico, al largo della costa guineiana.
La repubblica di São Tomé e Principe (964 km2) è costituita dalla due isole omonime e da alcuni isolotti minori: il territorio è di origine vulcanica, prevalentemente montuoso, e raggiunge i 2.024 m nel Pico de São Tomé.
Le coste si presentano alte e accidentate, rendendo difficoltosi gli approdi.
Situate in piena area equatoriale, le isole sono soggette a temperature elevate e a precipitazioni abbondanti tutto l'anno; vaste aree dell'interno sono ancora occupate dalla rigogliosa foresta fluviale che in origine le copriva interamente.
La popolazione è costituita da neri, fatti affluire nelle isole dai portoghesi dopo la colonizzazione, per essere impiegati nelle grandi piantagioni; oggi vive in villaggi agricoli e nella capitale, São Tomé, sull'isola omonima, cittadina che testimonia con i suoi edifici e l'antica fortezza la lunga presenza portoghese.
Dopo il conseguimento dell'indipendenza (1975) è stato avviato un processo di conversione della grandi colture di piantagione verso i prodotti di sussistenza: le prime tuttavia continuano a prevalere e si basano su cacao, palme da cocco e da olio, che costituiscono praticamente i soli prodotti di esportazione.
Praticati sono l'attività peschereccia e, in misura minore, l'allevamento del bestiame.
L'industria, limitatissima, si occupa esclusivamente della trasformazione dei prodotti agricoli.
• Abitanti-130.000
Superficie-964 km2
Densità-134,8 ab./km2
Capitale-São Tomé
Governo-Repubblica presidenziale
Moneta-Dobra
Lingua-Portoghese, creolo-portoghese
Religione-Cattolica, protestante
São Vicente Città (193.000 ab.) del Brasile, nello stato di San Paolo.
Saona Fiume (480 km) della Francia orientale. Nasce in Lorena dai monti Vosgi e confluisce nel Rodano.
Saonàra Comune in provincia di Padova (7.149 ab., CAP 35020, TEL. 049).
Saône-et-Loire Dipartimento (559.000 ab.), esteso nella Borgogna tra la Loira e la Saona. Capoluogo Mâcon. Comprende il settore nordorientale del Massiccio Centrale, i rilievi del Morvan e dell'Autonois, le colline del Beaujolais e parte della pianura della Bresse. Zona agricola (ortaggi, foraggi, cereali, barbabietole e uve pregiate), dell'allevamento (bovini, equini e animale da cortile) e dello sfruttamento boschivo. Le principali industrie sono quelle estrattive (carbone), chimiche, metalmeccaniche, tessili, alimentari ed enologiche.
sapal, sm. invar. Solaio in laterizio e cemento derivato dall'analogo in cemento armato detto SAP.
Sapégno, Natalìno (Aosta 1901-Roma 1990) Critico e storico letterario. Docente di letteratura all'università di Roma, muovendo da posizioni crociane è approdato allo storicismo marxista. Ha condotto studi sugli autori del Duecento e Trecento italiano. Tra le opere Frate Jacopone (1926), Il Trecento (1934), Poeti minori del Trecento (1952), commento alla Divina Commedia (tre volumi, 1955-1956), Pagine di storia letteraria (1960), Leopardi (1961), Ritratto di Manzoni e altri saggi (1961) e un Compendio di storia della letteratura italiana (tre volumi, 1936-1947) che ha avuto una larga diffusione nelle scuole.
sapèrda, sf. Genere di Insetti Coleotteri cerambicidi che si sviluppano nel legno delle piante parassitandole.
sapére, sm. e v. sm. 1 L'insieme delle conoscenze. ~ cultura. 2 Un complesso di conoscenze (relativo a una certa area di fenomeni o a un certo tipo di attività o relativo alla popolazione di una certa area geografica o un certo periodo storico).
v. tr. 1 Conoscere. <> ignorare.2 Essere in possesso di conoscenze teoriche o pratiche. 3 Essere capace. 4 Avere esperienza. • sapeva cosa era necessario fare con quelli come lui. 5 Essere informato. 6 Prevedere.
v. intr. Avere sapore. • il vino sapeva di tappo.
sm. 1 knowledge. 2 (cultura) learning. 3 (far sapere) to inform. v. tr. 1 to know. 2 (saper fare) to be able, to know how. v. intr. 1 to be aware, to know. 2 (venire a sapere) to hear. 3 (avere sapore) to taste.
lat. volg. sapere aver sapore di, aver senno.
sapidità, sf. L'essere gustoso.
sàpido, agg. Saporito, che è gustoso.
sapiènte, agg., sm. e sf. agg. 1 Che è dotato di profonde conoscenze. ~ colto. <> ignorante. 2 Fatto, detto con senno. • consiglio sapiente.
sm. e sf. Chi possiede le conoscenze, saggio.
agg. e sm. wise sf. wisdom.
lat. sapiens,-entis, p.pres. di sapere aver senno.
sapienteménte, avv. Con sapienza.
sapientóne, agg. Sbruffone, che vanta conoscenze, saccente.
sapiènza, sf. 1 L'essere sapiente. 2 Conoscenza. ~ tradizione, scienza. <> ignoranza.
sf. 1 (saggezza) wisdom. 2 (conoscenza) learning.
lat. sapientia, deriv. da sapiens,-entis.
sapienziàle, agg. Che tratta della sapienza, per lo più riferito all'antica poesia gnomica e didascalica. Particolarmente ricca la letteratura sapienziale egiziana e mesopotamica.
Libri sapienziali
In senso lato, si intendono per libri sapienziali i libri che raccolgono le espressioni di saggezza dei popoli antichi, particolarmente di quelli orientali (popoli mesopotamici, egizi, sumeri).
In senso stetto, il termine indica il gruppo di cinque libri dell'Antico Testamento che contengono sentenze morali e principi etico religiosi sulla condotta dell'uomo di fronte a Dio. In particolare, per libri della sapienza biblici, sono da intendere il Libro di Giobbe, il Libro del Qoèlet (o Ecclesiaste), il Libro della sapienza vero e proprio, il Libro dei Proverbi e il Libro del Siracide (noto anche con il nome latino Ecclesiasticus liber o Sapienza di Gesù figlio di Sira, dal nome dell'autore Ben Sira o Sirach). Di essi Il Libro della Sapienza e Il libro del Siracide sono libri detti deuterocanonici perché facevano parte della traduzione greca della bibbia detta dei Settanta, ma non fanno parte del canone fissato dai rabbini ebrei alla fine del I sec. d. C. Sono stati ufficialmente riconosciuti dalla chiesa di Roma nel IV sec. d. C. e dichiarati canonici nel concilio di Trento (1546).
Il Libro della sapienza. I manoscritti del Libro della sapienza conservati sono quattro e risalgono al IV o V sec.; il migliore è il manoscritto vaticano (IV sec.). Il periodo della stesura dovrebbe risalire alla seconda metà del I sec. a. C. L'autore è quasi certamente un ebreo ellenizzato che si rivolge in primo luogo ai suoi compatrioti. L'originalità della trattazione sta nel fatto che l'autore cerca una ragione degli avvenimenti e abbozza una filosofia religiosa della storia, che presuppone un'interpretazione nuova dei testi.
Il Libro dei Proverbi. Condensa il risultato della riflessione dei sapienti di Israele che, a loro volta, hanno fatto tesoro di saggi non israeliti dell'antico Oriente.
Il Libro del Siracide. I due terzi circa di questo testo ebraico sono stati ritrovati nel 1896 nei frammenti di diversi manoscritti medievali provenienti da una vecchia sinagoga del Cairo. Di recente, piccoli frammenti sono venuti alla luce nella grotta di Qumran e a Masada. La chiesa riconosce come canonico il testo greco, risalente al 132 a. C.
Il libro del Qoèlet (o Ecclesiaste). Libro risalente al IV o II sec. a. C., presenta le riflessioni di un sapiente sulle contraddizioni della vita. È un libro profondamente pessimista, forse troppo per essere un libro di fede. Il principio fondamentale può essere riassunto nella proposizione: "Solo Dio conosce il significato della vita e della storia, mentre l'uomo è incapace di scoprire la volontà di Dio".
Il Libro di Giobbe. Un'opera complessa che può essere interpretata in senso religioso e filosofico come il tentativo di dare una risposta al mistero di un Dio giusto che fa soffrire un uomo giusto. La conclusione, naturalmente è il mistero di Dio che nessuna idea umana è in grado di spiegare. L'opera è ritenuta di datazione molto antica (VI sec. a. C.)
Sapìgidi Famiglia di Insetti Imenotteri aculeati che evolvono nel nido di altri Imenotteri.
Sapindàcee Famiglia di piante Dicotiledoni che vivono nelle zone tropicali. Appartiene all'ordine delle Terebintali.
Sapindàli Ordine di piante Dicotiledoni che nella classificazione di Engler corrispondono a una dozzina di famiglie mentre in quella di Wettstein vengono incluse negli ordini delle celastrali e delle terebintali.
Sapir, Edward (Lauenburg, Pomerania 1884-New Haven 1939) Linguista statunitense di origine tedesca. Tra le opere Linguaggio (1921).
saponàceo, agg. Che mostra le proprietà tipiche del sapone.
saponàio, sm. Chi fabbrica sapone.
Saponàra Comune in provincia di Messina (3.945 ab., CAP 98047, TEL. 090).
saponària, o saponàia, sf. Pianta che contiene una sostanza saponacea detta saponina.
saponàrio, agg. Riguardante il sapone.
saponàta, sf. Soluzione di acqua e sapone.
sapóne, sm. Detersivo solido ottenuto dalla saponificazione dei grassi naturali (per esempio mediante l'uso di soda caustica). I componenti sono solitamente gliceridi ottenuti dallo scarto di varie piante (estratti da soia, palme, arachidi), con l'aggiunta di polifosfati e di composti in grado di migliorarne le caratteristiche detergenti (talco, colofonia). Nel linguaggio corrente per sapone si intendono i sali di sodio e potassio solubili in acqua e usati come detersivi. Nel linguaggio tecnico invece indica i sali di metalli pesanti, non solubili in acqua, e utilizzati per altre applicazioni.
sm. soap.
lat. sapo,-onis tintura per capelli.
saponerìa, sf. Fabbrica di sapone.
saponétta, sf. Piccolo pezzo di sapone utilizzato per la pulitura di cose o persone.
sf. cake of soap, bar of soap, tablet of soap.
saponièra, sf. Scatola in cui collocare la saponetta.
saponière, sm. Chi fabbrica sapone.
saponièro, agg. Riguardante la produzione del sapone.
saponificàre, v. tr. Trasformare in sapone attraverso il processo di saponificazione.
saponificatóre, sm. Addetto all'operazione di saponificazione.
saponificazióne, sf. Processo chimico tramite cui si ottiene sapone e glicerina.
saponifìcio, sm. Stabilimento in cui si fabbrica sapone.
saponìna, sf. 1 Denominazione generica di glucosidi comunissimi nel regno vegetale. 2 Nome comune con cui è noto l'estratto in polvere della Saponaria officinalis.
saponóso, agg. Che mostra proprietà del sapone.
sapóre, sm. 1 La sensazione prodotta dai cibi sul senso del gusto. • sapore amaro. 2 Aroma. 3 Impressione. • aveva sapore che lo stessero imbrogliando.
sm. flavour, taste.
lat. sapor,-oris, deriv. da sapere.
Sapore di miele Film drammatico, britannico (1961). Regia di Tony Richardson. Interpreti: Rita Tushingham, Dora Bryan, Murray Melvin. Titolo originale: A Taste of Honey
Sapóre I (?-272) Figlio di Ashadïr I, membro della dinastia sasanide, succedette al padre come re di Persia nel 241. Nel 254 combatté contro i romani in Siria, Mesopotamia e Cappadocia e nel 260 imprigionò Valeriano. In seguito battuto, dovette abbandonare Armenia e Mesopotamia.
saporìre, v. tr. 1 Dare sapore alle vivande. 2 Gustare il cibo.
saporitaménte, avv. Con molto gusto.
saporìto, agg. 1 Che ha un buon sapore. ~ insipido. • gusto saporito. 2 Salato. • rimprovero saporito, pungente.
agg. 1 tasty, savoury. 2 (salato) salty.
saporóso, agg. Gustoso, di sapore gradevole.
lat. tardo saporosus.
Sapotàcee Famiglia di piante arboree che vivono nelle zone tropicali e subtropicali. Appartiene all'ordine delle Diospirali.
sapotìlla, o sapotìglia, sf. Nome comune della Achras sapota e del suo frutto.
Sappàda Comune in provincia di Belluno (1.373 ab., CAP 32047, TEL. 0435).
Sapporo Città (1.672.000 ab.) del Giappone, capoluogo della prefettura di Hokkaido, situata presso la costa occidentale dell'isola. Le principali risorse economiche si basano sulle industrie tessili, metallurgiche, del legno e sul turismo invernale. Sede di un'università e di numerose sorgenti termali. La città nel 1972 ospitò le Olimpiadi invernali.
sapr(o)- Primo elemento di parole composte che nella terminologia scientifica significano putrido.
dal greco saprós.
Sàpri Comune in provincia di Salerno (6.961 ab., CAP 84073, TEL. 0973).
Spedizione di Sapri
Tentativo di insurrezione nel regno delle due Sicilie operato da C. Pisacane che sbarcò sulle coste salernitane nella notte del 28 giugno 1857. La rivolta fu ben presto domata dalle milizie borboniche e quasi tutti i partecipanti vennero uccisi o fatti prigionieri.
sapròbio, o saprobiònte, agg. e sm. Organismo che vive in un ambiente ricco di sostanze organiche in decomposizione.
sapròfago, agg. (pl. m.-gi) Animali che si nutrono di materia organica in decomposizione.
sapròfilo, agg. Detto di un organismo il cui habitat preferito sono le sostanze in decomposizione.
saprofìtico, agg. (pl. m.-ci) Del saprofitismo.
saprofitismo, sm. Tipo di nutrizione basato su sostanze organiche morte o di scarto da altri organismi.
sapròfito, o sapròfita, agg. Organismo vegetale che si nutre di sostanze in decomposizione.
Saprolegniàli Ordine di Funghi Mastigomiceti le cui ife sono alquanto sviluppate e ramificate all'interno del substrato.
sapropèl, sm. invar. Abbreviazione di sapropelite, fanghiglia che nasce dal deposito di resti organici.
saprozòo, agg. e sm. Organismo animale che vive su sostanze organiche in decomposizione o nelle piaghe dell'uomo o di altri animali.
saputèllo, agg. Giovane che crede di conoscere più del prossimo.
sapùto, agg. e sm. Persona che ritiene di sapere e quindi di poter parlare con cognizione. ~ saccente.
Saqui, Marguerite Antoniette (Agde 1786-Parigi 1866) Funambola francese. Figlia d'arte, il padre fu il celebre equilibrista Savarin le Farneux, che la avviò molto giovane all'arte funambolica. Sposatasi con J. Saqui, si unì alla sua compagnia di acrobati. Ebbe un grande successo e diede spettacoli in onore di Napoleone e dei Borboni. Si esibì fino all'età di settantasei anni.
SAR Sigla di Sua Altezza reale.
Sàra Nome di personaggi biblici.
Sara
Figlia di Raguele e moglie di Tobia. Secondo il libro di Tobia, morirono tutti i suoi sette mariti, disgrazia attribuita al diavolo Asmodeo. Tobia, guidato dall'arcangelo Raffaele, ottenne la mano di Sara e con le preghiere la liberò dalla maledizione.
Sara
Personaggio biblico, moglie di Abramo e madre in tarda età (novant'anni) di Isacco. Fu rapita dal faraone d'Egitto, ma per volere di Dio fu liberata. Morì a Hebron all'età di 127 anni.
sarabànda, sf. 1 Danza orientale vivace. 2 Chiasso. ~ baraonda, pandemonio.
saràcco, sm. (pl.-chi) Tipo di sega a forma trapezoidale.
Saràcco, Giusèppe (Bistagno 1821-1907) Politico. Nel 1900 e 1901 fu a capo di un governo di transizione succedendo come presidente del consiglio a L. Pelloux. Durante questo governo, il 29 luglio 1900, venne assassinato re Umberto I.
Saracèna Comune in provincia di Cosenza (4.522 ab., CAP 87010, TEL. 0981).
Saracèni, Càrlo (Venezia 1579-1620) Pittore. Tra le opere Predica di San Raimondo (ca. 1614, Roma, Santa Maria della Mercede).
saracèno, agg. e sm. agg. Termine con cui ci si riferiva genericamente a ciò che riguardava i musulmani. ~ arabo, levantino.
sm. Musulmano.
Saracéno, pùnta dèl Promontorio in provincia di Trapani, che si protende nel mar Tirreno, fra Trapani e San Vito Lo Capo.
saracinésca, sf. (pl.-che) 1 Porta metallica scorrevole fra due scanalature. ~ serranda. 2 Regolatore del flusso di un canale.
sf. rolling shutter.
Saracinésco Comune in provincia di Roma (176 ab., CAP 00020, TEL. 0774).
saracìno => "saraceno"
Sàragat, Giusèppe (Torino 1898-Roma 1988) Politico. Militante socialista, durante il fascismo fu esule in Francia e in Austria. Rientrato in Italia nel 1943 partecipò alla resistenza e nel 1946-1947 fu presidente dell'assemblea costituente. Oppositore dell'alleanza con i comunisti, fu l'artefice massimo della scissione (palazzo Barberini, 1947), dell'ala socialdemocratica del PSI, fondando il Partito socialista dei lavoratori italiani, divenuto poi il PSDI. Più volte ministro e vicepresidente del consiglio, ricoprì la carica di presidente della repubblica dal 1964 al 1971.
sàrago, sm. Pesce (Diplodus vulgaris) della famiglia degli Sparidi e dell'ordine dei Perciformi. Di colore argentato, raggiunge i 40 cm. Vive in grandi banchi nel Mediterraneo e nell'Atlantico orientale.
Saragòzza Città della Spagna (590.000 ab.) capoluogo della provincia omonima, nella regione dell'Aragona. Situata sul fiume Ebro, è importante mercato agricolo e del bestiame, sede di industrie alimentari, tessili, chimiche, meccaniche, della carta e del vetro. Antico insediamento dei celtiberi (Salduba), fu poi colonia romana con il nome di Caesaraugusta. Dopo la caduta dell'impero, la città fu occupata da visigoti, dai franchi, dagli arabi (714) e da Alfonso d'Aragona nel 1118. Tra i monumenti più noti della dominazione musulmana, la Moschea e l'Aljaferta (palazzo del governo). Sono di notevole interesse la cattedrale gotica di La Seo e la chiesa barocca di Nostra Signora del Pilar (XVII sec.).
Provincia di Saragozza
(838.000 ab.) Si estende su una regione montuosa, dai primi contrafforti meridionali dei Pirenei fino alla Meseta ed è attraversata dal fiume Ebro. Capoluogo la città omonima. Risorse economiche sono l'agricoltura (barbabietole, cereali, uve, olive), l'allevamento bovino e ovino e i giacimenti di lignite, ferro e manganese.
Sarajevo Città (448.000 ab.) e capitale della Bosnia Erzegovina, sul fiume Miljacka. Mercato agricolo (produzione di cereali, frutta e tabacco) e del bestiame, è sede di industrie metalmeccaniche, tessili, chimiche, del legno, del tabacco, della birra e della porcellana. Fiorente l'artigianato con produzione di metalli preziosi, tessuti e tappeti. Antico insediamento illirico, fu popolato da gruppi ungheresi nel XIII sec. Conquistata dai turchi nel 1429, che ne mantennero il dominio fino al 1878, quando venne occupata dall'Austria. Il 28 giugno 1914 l'assassinio, da parte di Gavrilo Princip, dell'arciduca Francesco Ferdinando d'Asburgo e della moglie Sofia Chotek fu l'evento occasionale che fornì il pretesto per lo scoppio della prima guerra mondiale. In tempi recenti ha subito gravissime perdite umane a causa della guerra civile e per l'assedio della città da parte dei serbo-bosniaci, iniziato nel 1992 e interrotto nel 1996 grazie all'intervento delle forze dell'ONU. Monumenti di rilievo la fortezza del XV sec., la cattedrale ortodossa dei Santi Arcangeli (XVI sec.), le moschee Begova Dzamija, Ali Plasma Dzamija e Careva Dzamija (XVI sec.).
Saramago, José (Azinhaga 1922-) Romanziere portoghese. Tra le opere Memoriale del convento (1982), L'anno della morte di Ricardo Reis (1984), Cecità (1996), Quaderni di Lanzarote (1997). Permio Nobel per la letteratura nel 1998.
Saran Distretto (1.710.000 ab.) dell'India, nello stato di Bihar, al confine con l'Uttar Pradesh.
Saranno famosi Film musicale, americano (1980). Regia di Alan Parker. Interpreti: Eddie Barth, Irene Cara, Lee Curreri. Titolo originale: Fame
Saransk Città (312.000 ab.) della Russia, capoluogo della repubblica autonoma di Mordvini.
Saratov Città (905.000 ab.) della Russia, capoluogo della provincia omonima (2.729.000 ab.), nella valle del basso Volga.
Saravane Città (211.000 ab.) del Laos, capoluogo della provincia omonima.
Sarawak Stato federato della Malaysia (124.450 km2, 1473.000 ab.) nel settore nordoccidentale dell'isola del Borneo. Il territorio si estende dalla catena montuosa settentrionale dell'isola verso il mare Cinese meridionale, con una fascia pianeggiante lungo la costa dove sono molto estese le zone forestali. La popolazione è formata da daiacchi e da vari gruppi di cinesi e malesi che professano in massima parte la religione musulmana. Sibi e Miri sono i centri principali. Tra le risorse economiche, l'attività estrattiva (petrolio, gas naturali, oro, antimonio e fosfati), l'agricoltura (riso, sago, spezie), lo sfruttamento delle foreste (caucciù, legname). Sultanato sotto il protettorato britannico dal 1888, dopo l'occupazione giapponese (1941-1945) fu donato all'Inghilterra dalla famiglia Brooke e infine, nel 1963, dopo il conseguimento dell'autonomia, si unì alla federazione della Malaysia.
Sàrca Fiume (78 km) del Trentino Alto Adige. È formato dalla confluenza del Sarca di Genova, che nasce dall'Adamello, e del Sarca di Campiglio, che nasce dalle Dolomiti di Brenta. Si immette nel lago di Garda dal quale esce con il nome di Mincio.
sarcàsmo, sm. Ironia molto amara e offensiva. ~ derisione.
sm. sarcasm, sarcastic remark.
lat. tardo sarcasmus, dal greco sarkasmòs, deriv. da sarkàzein lacerare le carni.
sarcàstico, agg. Che mostra sarcasmo. ~ ironico, mordace. <> adulatorio, reverente.
agg. sarcastic.
Sarcédo Comune in provincia di Vicenza (4.675 ab., CAP 36030, TEL. 0445).
sarchiàre, v. tr. Tecnica agricola per ripulire la superficie di un terreno dalle erbacce e ridargli così vigore. ~ diserbare.
lat. tardo sarculare, deriv. da sarculum sarchio.
sarchiatóre, sm. Chi opera la sarchiatura.
sarchiatrìce, sf. Macchina per eseguire la sarchiatura.
sarchiatùra, sf. Operazione del sarchiare.
sarchièllo, sm. Attrezzo analogo al sarchio.
sàrchio, sm. Attrezzo per eseguire la sarchiatura, a forma di zappa.
lat. sarculum.
Sarcidàno Regione della Sardegna tra la Barbagia, l'Arborea, la Marmilla e la Trexenta ed è attraversata dal Flumendosa.
Sarcòdici Classe del sottoregno animale dei Protozoi, comprendente specie munite di pseudopodi per la locomozione, quali le Amebe, specie unicellulari tra cui anche parassiti dell'uomo, i Foraminiferi, protetti da un guscio calcareo, e i Radiolari, muniti di guscio siliceo il cui accumulo forma i fanghi pelagici.
sarcòfago, sm. (pl.-gi o-ghi) Monumento funerario usato nell'antichità per contenere la salma, arricchito all'esterno da pitture o ornamenti scultorei.
sarcòide, sm. Gruppo di affezioni cutanee simili a quelle neoplastiche a decorso tendenzialmente benigno.
sarcolèmma, sm. (pl.-i) Sottile ed elastica membrana ialina connettivale che fascia ognuna delle fibre muscolari striate.
sarcòma, sm. Tumore maligno di origine mesenchimale.
sarcomatòsi, sf. Malattia in cui si formano sarcomi in diverse parti del corpo contemporaneamente.
Sarcóni Comune in provincia di Potenza (1.307 ab., CAP 85040, TEL. 0975).
sarcophaga, sf. invar. Genere di Insetti Ditteri Brachiceri della famiglia dei Calliforidi a diffusione mondiale a cui appartengono mosche vivipare che depongono le larve su carni in putrefazione e su rifiuti animali.
Sarcòptidi Famiglia di piccoli Aracnidi acari privi di trachee e di stigmi che parassitano uomini e Mammiferi.
sarcosìna, sf. Amminoacido che si ottiene nell'idrolisi della creatina o della caffeina con soluzione di idrossido di bario. Ha formula CH3NHCH2CO2H.
Sarcospòridi Sottoclasse di Protozoi della classe degli Sporozoi che si insidiano nei tessuti muscolari di Uccelli, Rettili e Mammiferi emettendo una tossina, la sarcocistina, che provoca negli ospiti delle cisti allungate. Allo stato attuale rappresentano anche l'unico ordine degli Sporozoi.
sàrda, sf. Pesce marino che vive in grandi banchi.
sf. sardine.
sardàna, sf. Danza nazionale della Catalogna. Già in auge nel XVI sec. viene ballata da più persone in circolo. È accompagnata da strumenti a fiato e a percussione.
sardanapalésco, agg. (pl.-chi) Sfarzoso ed effemminato.
sardanapàlo, sm. Chi pensa a vivere nel lusso e nel fasto smodato.
Sàrdara Comune in provincia di Cagliari (4.503 ab., CAP 09030, TEL. 070).
Sardégna Regione a statuto speciale, costituita dall'isola omonima (23.313 km2) situata nel mar Mediterraneo Occidentale, bagnata dal mar Tirreno a est e dal mar di Sardegna a ovest.
Di forma rettangolare allungata da nord a sud, la Sardegna ha un territorio prevalentemente montuoso, caratterizzato da una serie di raggruppamenti (Gennargentu al centro, Sarrabus a sud, Limbara a nord), che hanno la cima più alta nella Punta La Marmora (1.834 m) nel Gennargentu.
A separare il Gennargentu dalle alture sudoccidentali dell'Iglesiente, si estende il Campidano, pianura alluvionale, la più vasta dell'isola, che si protende tra il golfo di Oristano e il golfo di Cagliari.
Un'altra zona pianeggiante di minore ampiezza si estende nella parte nordoccidentale dell'isola, tra Porto Torres e Alghero.
Le coste, a parte i brevi tratti prospicienti le pianure, sono di solito alte e frastagliate, rocciose e ricche di insenature (golfo di Cagliari, golfo di Orosei, golfo di Olbia, golfo dell'Asinara, di Oristano e di Palmas) fronteggiata in vari tratti da numerose isole, tra cui vanno ricordate San Pietro, Sant'Antioco, Asinara, La Maddalena, Caprera e Tavolara.
I corsi d'acqua hanno regime tipicamente torrentizio, con piene invernali e persistenti magre estive; i maggiori sono il Flumendosa e il Cedrino sul versante orientale, tributari del Tirreno, il Mannu-Coghinas, tributario del golfo dell'Asinara e il Tirso, tributario del golfo di Oristano.
I principali laghi sono quelli costieri nei pressi di Oristano e di Cagliari; i principali bacini artificiali sono l'Omodeus e il Coghinas nell'interno.
Il clima è mite lungo le coste, con estati lunghe e asciutte e inverni brevi, piovosi, ma non freddi. L'interno presenta maggior tratti di continentalità. Caratteristica è la presenza del vento, in particolare il maestrale (da nord-ovest) in tutte le stagioni dell'anno.
Il capoluogo della regione è Cagliari, situata nella parte meridionale dell'isola; gli altri capoluoghi di provincia sono Nuoro, Oristano e Sassari.
L'attività tradizionale sarda, che tuttora rappresenta una notevole risorsa, è la pastorizia, in particolare di caprini e ovini; notevoli quindi sono anche le produzioni collaterali di latte, formaggi, carni e lana. In via di intensificazione anche l'allevamento di bovini e suini.
L'agricoltura ha tratto notevoli benefici dalla bonifica delle pianure (Campidano, Arborea ecc.) e dalla riforma fondiaria; si producono cereali (in particolare grano duro), uva, olive, frutta (mandorle e agrumi), ortaggi, tabacco e sughero, produzione tipica sarda.
L'attività estrattiva, in particolare di bauxite, piombo e zinco, un tempo piuttosto fiorente, va perdendo rapidamente di importanza data la scarsa reddittività.
Discreta è la produzione di sale delle saline di Cagliari e di Sant'Antioco.
Le industrie principali sono quelle della trasformazione di prodotti alimentari, metallurgiche, tessili, chimiche e petrolchimiche, della lavorazione del legno e del sughero, della manifattura del tabacco e della carta; il panorama industriale sardo rimane tuttavia tra i più poveri d'Italia.
Rimangono vive numerose attività artigianali di tradizione: intaglio del legno, tessitura di arazzi, tappeti e merletti, oreficeria, ceramiche e terre cotte.
In forte espansione è il turismo, in particolare nella zona nordorientale (costa Smeralda).
• Abitanti-1.637.705
Superficie-24.090 km2
Densità-67,9 ab./km2
Capoluogo-Cagliari
Province (fra parentesi il numero di abitanti del capoluogo espresso in migliaia): Cagliari (203), Nuoro (37), Oristano (31), Sassari (117)
Canale di Sardegna
Settore del mar Mediterraneo occidentale, a sud della Sardegna e a nord della costa africana, che collega il mar Tirreno con il bacino algerino-provenzale.
Mare di Sardegna
Settore del mar Mediterraneo occidentale, a ovest della costa della Sardegna. Vi si affaccia il golfo di Oristano.
sardèlla, sf. Sarda conservata in salamoia.
Sàrdi Antica città dell'Asia Minore, a est di Smirne, in Lidia, presso la confluenza dei fiumi Pattolo ed Ermo. Capitale della Satrapia, dopo la conquista persiana (546 a. C.) fu incendiata durante la rivolta delle città ioniche (499-498 a. C.). Espugnata da Alessandro Magno nel 334 a. C. passò poi al regno di Pergamo (189 a. C.) e, in seguito, assegnata alla provincia romana d'Asia. Ricostruita da Tiberio dopo un terremoto, fu definitivamente mandata in rovina dalle incursioni di Cosroe II (615-617). Tra i numerosi resti archeologici il tempio di Artemide (III sec. a. C.-II sec. a. C.), il ginnasio, la basilica romana trasformata in sinagoga, lo stadio e un teatro.
Sardigliàno Comune in provincia di Alessandria (460 ab., CAP 15060, TEL. 0143).
sardìna, sf. Pesce (Sardina pilchardus) della famiglia dei Clupeidi e dell'ordine dei Clupeiformi. Lunga anche 25 cm, è diffusa nel Mediterraneo e nell'Atlantico orientale. Presenta corpo compresso lateralmente, una sola pinna dorsale, colorazione verde oliva con una fascia longitudinale bluastra, punteggiata di nero sui fianchi. Quando non è sessualmente matura, la sardina si mantiene lontana dalle coste e in acque profonde; in epoca matura gli individui migrano, a banchi compatti, verso la costa, in superficie, in cerca di acque basse con temperature tra i 15 e i 23 °C, ove le femmine depongono circa 60.000 uova ciascuna. Ha carni pregiate ed è quindi oggetto di pesca intensiva. Viene consumata fresca o, più spesso, conservata sott'olio.
sf. sardine.
sàrdo, agg. e sm. agg. Della Sardegna.
sm. 1 Abitante della Sardegna.2 Lingua parlata dagli abitanti della Sardegna.
agg. e sm. Sardinian.
sardònia, sf. Nome comune del Ranunculus sceleratus, un ranuncolo velenoso caratterizzato piccoli fiori gialli e dal fusto fistoloso. Vive in paludi e fossi dell'emisfero settentrionale.
sardònica, o sardònice, sf. o sm. Varietà di calcedonio-agata che viene utilizzata per fare cammei, vasi e coppe. Presenta fasce di colore brune e bianche alternate.
sardònico, agg. (pl. m.-ci) Maligno, beffardo, schernitore. ~ sarcastico.
Sardou, Victorien (Parigi 1831-Marly 1908) Drammaturgo francese. Tra le opere Fedora (1882), Tosca (1887) e Madame Sans-Gêne (1893).
Sarègo Comune in provincia di Vicenza (4.999 ab., CAP 36040, TEL. 0444).
Sarentìno (in ted. Sarntal) Comune in provincia di Bolzano (6.324 ab., CAP 39058, TEL. 0471).
Sarezzàno Comune in provincia di Alessandria (1.086 ab., CAP 15050, TEL. 0131).
Sarézzo Comune in provincia di Brescia (11.044 ab., CAP 25068, TEL. 030). Centro industriale (prodotti tessili, siderurgici e meccanici) della val Trompia. Gli abitanti sono detti Saretini o Sarezzesi.
Sarfàtti, Margherìta (Venezia 1883-Cavallasca, Como 1961) Saggista e narratrice. Di fede socialista, lavorò all'Avanti. In seguito, nonostante fosse di origini israelite, manifestò le sue simpatie per il partito fascista, tanto da occuparsi della sezione letteraria prima sul Popolo d'Italia e poi su Gerarchia, la rivista di regime di cui fu condirettrice con il duce. Fondatrice del movimento letterario Novecento. Tra le opere, Storia della pittura moderna (1930), Dux (1926) e Acqua passata (1955).
Sargàssi Settore dell'oceano Atlantico compreso tra gli arcipelaghi delle Azzore e delle Antille. Il suo nome è dovuto alla presenza, in ammassi, delle omonime alghe oceaniche.
sargàsso, sm. Genere di Alghe Feoficee (uva di mare) ancorate ai fondali marini o libere di muoversi nelle acque dei mari tropicali. Tra queste il Sargassum bacciferum è tipico del mar dei Sargassi.
Sargent, John Singer (Firenze 1856-Londra 1925) Pittore statunitense. Tra le opere M.me Gaufreau (1884, New York, Metropolitan Museum of Art).
sàrgia, sf. 1 Stoffa leggera dipinta o colorata a tinte sgargianti che veniva utilizzata per cortinaggi e coperte da letto. ~ sergia. 2 Saia.
Sargodha Città (291.000 ab.) del Pakistan, nella provincia di Punjab.
Sargon II Re assiro dal 721-705 a. C. Spodestato Salmanassar V, nel 721 occupò Samaria e disperse le dieci tribù israeliane. Combatté e vinse Urartu, l'Egitto, i medi e si autoproclamò re di Babilonia, raggiungendo la massima ampiezza dell'impero assiro.
Sargon il Grànde (2340-2284 a. C.) Re di Mesopotamia. Fondò Accad, città da cui prese il nome la dinastia semitica che rimase al potere fino al 2150 a. C. ca. Conquistò l'Elam e il Sumer creando un impero che si estendeva dall'Iran occidentale al Mediterraneo.
Sarh Città (113.000 ab.) del Ciad, sul fiume Chari. Capoluogo della prefettura di Moyen-Chari.
sàri, sm. invar. Vestito tipico delle donne indiane.
sarìga, o sarìgua, sf. invar. Termine di origine tupì che rappresenta il nome comune di Mammiferi Marsupiali del genere Didelphis, conosciuti anche come opossum.
sarìssa, sf. Antica lancia usata dai soldati macedoni, nella disposizione a falange.
sàrmati Antica popolazione di stirpe iranica, stanziata a oriente del Don. Erano divisi in varie tribù, dedite alla caccia e alla pastorizia. Si scontrarono più volte con gli eserciti romani che condussero numerose incursioni nel loro territorio. Durante le migrazioni barbariche, furono sottomessi da goti e unni. In parte seguirono i barbari e si estinsero gradualmente.
Sono presenti testimonianze di arte funeraria.
sarmàtico, agg. e sm. (pl. m.-ci) agg. Della Sarmazia (odierna Ucraina).
sm. Lingua parlata dagli abitanti della Sarmazia (odierna Ucraina).
Sàrmato Comune in provincia di Piacenza (2.583 ab., CAP 29010, TEL. 0523).
Sàrmede Comune in provincia di Treviso (2.886 ab., CAP 31026, TEL. 0438).
sarménto, sm. Ramo debole e lungo che casca verso terra, per esempio il tralcio della vite.
lat. sarmentum, deriv. da sarpere potare.
sarmentóso, agg. Che ha caratteristiche del sarmento.
lat. sarmentosus.
Sarmiento Monte (2.300 m) del Cile, nella Terra del Fuoco, all'estremità nordoccidentale della cordigliera di Darwin.
Sarnàno Comune in provincia di Macerata (3.382 ab., CAP 62028, TEL. 0733).
Sàrnico Comune in provincia di Bergamo (5.668 ab., CAP 24067, TEL. 035).
Sàrno (comune) Comune in provincia di Salerno (31.509 ab., CAP 84087, TEL. 081). Centro agricolo e commerciale (coltivazione e mercato di frutta, canapa e ortaggi) e industriale (calzaturifici, prodotti per l'edilizia, poligrafici, alimentari, tessili e del legno). Gli abitanti sono detti Sarnesi.
Sàrno (fiume) Fiume della Campania (24 Km). Sorge dal versante occidentale dei monti Picentini per gettarsi nel golfo di Stabia tra Torre Annunziata e Castellammare di Stabia.
Sarnònico Comune in provincia di Trento (584 ab., CAP 38010, TEL. 0463).
saròng, sm. e sf. invar. Tipico abbigliamento della Malesia e Indonesia.
Sarònni, Giusèppe (Novara 1957-) Corridore ciclista. Ha vinto un campionato mondiale su strada (1982), due giri d'Italia (1979 e 1983), un campionato italiano (1980) e una Milano-Sanremo (1983).
Sarònno Comune in provincia di Varese (38.643 ab., CAP 21047, TEL. 02). Centro industriale (fabbriche di dolciumi e liquori, prodotti tessili, per l'edilizia, chimici, dell'abbigliamento e meccanici). Vi si trova il santuario dedicato alla Madonna dei Miracoli, del XVI sec. Gli abitanti sono detti Saronnesi.
Sàros Il ciclo di Saros è il lasso di tempo, della durata di 6.585,3 giorni, ossia di 18 anni 10g 8h o di 11g 8h o di 12g 8h a seconda che il ciclo contenga cinque, quattro o tre bisestili. Trascorso tale periodo, le eclissi di Sole e Luna si ripetono.
Saroyan, William (Fresno, California 1908-1981) Scrittore statunitense. Tra le opere Che ve ne sembra dell'America? (1934) e I giorni della vita (1939).
Sàrpi, Pàolo (Venezia 1552-1623) Teologo, storico e uomo politico. Entrato nell'ordine dei serviti nel 1556, collaborò con Carlo Borromeo a Milano e fu amico di Galilei. Procuratore e generale dell'ordine, dopo un soggiorno a Roma, si stabilì a Venezia. Nominato teologo e canonista della Repubblica veneta fu protagonista, negli anni 1605-1607, dello scontro fra Venezia e papa Paolo V. Disconobbe la validità dell'interdetto papale sulla città e fu per questo scomunicato nel 1506. La riflessione sulle cause del decadimento morale della chiesa, lo portò ad accostarsi ai protestanti europei. Nel 1614-1615 scrisse, sotto lo pseudonimo di Pietro Soave Polano quello che è considerato il suo capolavoro, La istoria del concilio di Trento, pubblicato a Londra nel 1619, nella quale decrive il concilio come culmine del processo secolare di decadenza morale della chiesa, come scontro di interessi politici e come strumento per rafforzare il potere papale.
Sar-planina Catena montuosa al confine con l'Albania, tra la Serbia e la repubblica di Macedonia. Vetta più elevata il Totiv vrh (2.747 m).
Sarraceniàcee Famiglia di piante erbacee perenni carnivore appartenenti all'ordine delle Policarpiche. Si nutrono di insetti che catturano con le foglie trasformate in ascidi. Vivono in zone torbose e paludose dell'America del nord.
Sarraceniàli Ordine di piante Dicotiledoni carnivore. Nella classificazione di Engler comprende le famiglie delle droseracee, delle nepentacee e delle sarraceniacee.
Sarraute, Nathalie (Ivanovo, Voznesensk, Russia 1902-) Scrittrice francese di origine russa. Tra le opere Ritratto d'ignoto (1949) e Il silenzio e la menzogna (1967).
Sàrre Comune in provincia di Aosta (3.702 ab., CAP 11010, TEL. 0165).
Sarròcchi, Margherìta (Napoli metà sec. XVI-Roma 1618) Poetessa. Ebbe rapporti culturali con i maggiori artisti e scienziati del suo tempo e condivise le argomentazioni di Galileo. Scrisse il poema in ventitré canti Scanderbeide, pubblicato postumo nel 1623, in cui si narrano le gesta dell'eroe nazionale albanese Scanderberg.
Sàrroch Comune in provincia di Cagliari (5.379 ab., CAP 09018, TEL. 070).
sarrusòfono, sm. Strumento musicale a fiato usato nelle bande e fatto in ottone.
Sàrsina Comune in provincia di Forlì (3.908 ab., CAP 47027, TEL. 0547).
Sarteàno Comune in provincia di Siena (4.378 ab., CAP 53047, TEL. 0578).
Sarthe Dipartimento (514.000 ab.) della Francia occidentale, nel Maine. Capoluogo Le Mans. Si estende sulla destra della Loira e comprende parte delle colline della Perche. Il clima è temperato con abbondanti precipitazioni. Nel territorio l'agricoltura produce canapa, cereali, ortaggi, foraggi, frutta e patate. Sviluppato anche l'allevamento di bovini e lo sfruttamento dei boschi. Le principali industrie sono quelle elettrotecniche, meccaniche, chimiche, tessili (cotone) e alimentari. Città importanti sono Le Mans-la Flèche, Saint Calais e Château du Loir.
Sarthe
Fiume (285 km) della Francia. Nasce dalle colline del Perche e confluisce nel Maine.
sàrtia, sf. Tiranti usati dai marinai, oggi in acciaio.
sartiàme, sm. invar. L'insieme delle sartie di una nave.
sartiàre, v. tr. 1 Attrezzare l'alberatura di un'imbarcazione con le sartie. 2 Di cavo, mollarlo per farlo scorrere.
sartiòla, sf. 1 Piccola sartia atta a sostenere gli alberetti di mezzana, di maestra o di trinchetto. 2 Piccola sartia per il sostegno degli alberi smontabili.
Sartiràna Lomellìna Comune in provincia di Pavia (1.938 ab., CAP 27020, TEL. 0384).
sàrto, sm. (f.-a) Colui che confeziona abiti maschili o femminili.
sm. tailor.
Sàrto, Andrèa dél => "Andrea del Sarto"
Sartor Resartus Romanzo di Th. Carlyle (1833-1834).
sartorìa, sf. 1 Negozio del sarto. 2 Arte del sarto.
sf. 1 tailor's shop, dressmaker's shop. 2 (arte) couture.
sartoriàle, agg. Relativo alla sartoria.
sartòrio, sm. Termine anatomico che designa un muscolo della coscia.
Sartòrio, Giùlio Arìstide (Roma 1860-1932) Pittore. Tra le opere La Gorgone e gli eroi (ca. 1890, Roma, Galleria Nazionale d'Arte Moderna).
Sartoris Romanzo di W. Faulkner (1929).
Sartòris, Albèrto (Torino 1901-Cossonnay, Svizzera 1998) Architetto. Esponente del razionalismo architettonico che illustrò nell'opera Gli elementi dell'architettura razionale (1932). Tra le opere Case unifamiliari (1934-1935) a Saillon e Chiesa di Notre-Dame du Bon Conseil (1955-1957) a Lourtier.
sartotècnica, sf. (pl.-che) L'insieme delle tecniche di confezionamento degli abiti.
Sartre, Jean-Paul (Parigi 1905-1980) Filosofo e scrittore francese, studiò all'Ecole Normale di Parigi, dove si laureò nel 1929. Si specializzò in Germania entrando in contatto con la fenomenologia di Husserl e l'esistenzialismo di Heidegger. Venne catturato dai tedeschi e, dopo la sua liberazione, partecipò alla resistenza. Una certa fama internazionale la ottenne con il romanzo La nausea (1938). Viene considerato il padre dell'esistenzialismo francese, che diffuse attraverso le pagine della rivista Les temps modernes, della quale fu direttore fino al giorno della morte, dopo averne gettato le basi nell'opera L'essere e il nulla (1943). In essa analizza l'azione etica, nella quale la coscienza assoluta e libera si scontra con l'inerzia della realtà; definisce l'esistenza di due ordini di realtà contrapposti, l'in sé, cioè l'essere bruto e compatto e il per sé, l'essere che si fa presente a se stesso, inteso come coscienza. Il per sé si realizza annullando le tendenze, le abitudini e le predisposizioni. L'uomo, incapace di unire questi aspetti della realtà, viene assalito dal sentimento di angoscia provata di fronte al potere di decisione assoluta. Nella seconda fase del suo pensiero (Critica della ragion dialettica), dopo un lungo ripensamento sul marxismo, concentrò la sua attenzione non più sull'individuo, ma sui condizionamenti sociali e storici che questo deve subire. Nel 1964 gli venne conferito il premio Nobel per la letteratura che, coerente con le proprie idee, rifiutò. Intervenne nel dibattito sulla decolonizzazione, sposando le tesi dell'indipendenza algerina; in seguito all'invasione russa in Cecoslovacchia (1968), passò nelle file dell'estrema sinistra, collaborando con il giornale Libération. Tra i numerosi romanzi, Il muro (1939), Le vie della libertà, comprendente L'età della ragione (1945), Il rinvio (1945), La morte dell'anima (1949). Tra le opere di teatro, Le mosche (1943), A porte chiuse (1944), Le mani sporche (1948), I sequestrati di Altona (1959). Tra le opere di filosofia, L'immaginazione (1936), L'essere e il nulla (1943), L'esistenzialismo è un umanesimo (1946), Che cosa è la letteratura? (1947), Marxismo ed esistenzialismo (1963), I comunisti e la pace (1969).
sartù, sm. invar. Piatto tipico napoletano a base di riso al sugo, uova sode e funghi.
Sarùle Comune in provincia di Nuoro (2.016 ab., CAP 08020, TEL. 0784).
Sarzàna Comune in provincia di La Spezia (19.489 ab., CAP 19038, TEL. 0187). Centro agricolo (coltivazione di ortaggi, frutta e fiori), industriale (prodotti per l'edilizia, tessili, meccanici e alimentari) e della lavorazione artigianale del legno e del ferro battuto della Lunigiana. Vi si trovano la fortezza di Sarzanello, del XIV sec., la cattedrale di Santa Maria Assunta, del XV sec., e nelle vicinanze, gli scavi di Luni. Gli abitanti sono detti Sarzanesi.
SAS Sigla di Servizio Assistenza Stradale.
Sasànidi (o Sassanidi) Antica dinastia iranica regnante sulla Persia e la Mesopotamia dal 224 al 636. Ne fu capostipite Hadashir I che depose Artabano V, ultimo sovrano arsacide. In seguito i Sasanidi estesero il loro dominio scontrandosi con i romani al punto che lo stesso Sapore I nel 260 fece prigioniero l'imperatore Valeriano. In Persia i Sasanidi furono i creatori delle strutture amministrative del paese e riuscirono a creare un'unità religiosa e culturale. La capitale fu Ctesifonte. I Sassanidi ebbero come religione di stato il mazdeismo. Cosroe I (531-579) fu tra i maggiori rappresentanti estendendo il regno a tutta l'Arabia. Cosroe II (590-628) conquistò Gerusalemme e l'Egitto. Yezdegerd III (632-636) fu l'ultimo sovrano della dinastia e fu spodestato dagli arabi tra il 634 e il 651. Con la caduta della dinastia ebbe inizio l'islamizzazione della Persia.
Saskatchewan Provincia (1.007.000 ab.) del Canada centrale, la cui capitale è Regina. Confina con gli USA a sud, con la provincia di Manitoba a est, con i Territori del Nord-ovest a nord, a ovest con la provincia dell'Alberta. A nord il territorio è pianeggiante, ricoperto da foreste, attraversato dai fiumi Churchill, Reindeer, Cree che formano i laghi Athabasca, Churchill e delle Renne; la zona meridionale è costituita da una fertile pianura attraversata da ovest a est dal fiume Saskatchewan. Le principali risorse economiche sono l'agricoltura (grano, cereali, lino e foraggi), lo sfruttamento delle foreste e delle risorse minerarie (petrolio, uranio, oro, argento, nichel, rame, piombo), le industrie alimentari, la lavorazione delle pellicce, del legno, dei metalli e il turismo.
Saskatchewan
Fiume del Canada meridionale. Nasce dalle Montagne Rocciose, nella provincia dell'Alberta, attraversa la provincia di Manitoba e si immette nel lago Winnipeg. È navigabile per brevi tratti ed è utilizzato per il trasporto del legname.
Saskatoon Città del Canada (186.000 ab.), nella provincia di Saskatchewan, fondata sul ramo meridionale del fiume Saskatchewan. Sono presenti industrie chimiche, petrolchimiche, alimentari. Mercato agricolo. Aeroporto e università.
sassàia, sf. Luogo che presenta molti sassi.
sassaiòla, sf. Intenso lancio di sassi contro qualcosa o qualcuno.
sassaiòlo, sm. Chi ha la tendenza a lanciare sassi o oggetti.
Sassànidi => "Sasanidi"
Sassàno Comune in provincia di Salerno (5.337 ab., CAP 84038, TEL. 0975).
sassarése, agg. e sm. agg. Relativo a Sassari e ai suoi abitanti.
sm. 1 Abitante o nativo di Sassari. 2 Dialetto sardo parlato a Sassari e a Porto Torres.
Sàssari Città (120.000 ab., CAP 07100, TEL. 079) della Sardegna settentrionale, capoluogo della provincia omonima. Ha industrie legate all'agricoltura (oleifici, mulini, pastifici, caseifici), industrie del legno, tessili, del vetro, meccaniche, dei mobili, dell'abbigliamento. Fondata dopo l'VIII sec. dalle popolazioni costiere del golfo dell'Asinara come rifugio dalle scorribande dei saraceni, divenne importante centro commerciale, collegato a Porto Torres. Fu assoggettata ai pisani, ai genovesi, nel 1420 agli Aragonesi e infine, nel 1718 passò ai Savoia. Tra i monumenti, il duomo del XIII sec., la chiesa di Santa Maria di Betlemme, il collegio dei gesuiti e il palazzetto d'Usini.
Provincia di Sassari
Si estende nella parte settentrionale della Sardegna, comprende le zone di Logudoro, dell'Anglona, della Gallura. Il territorio è prevalentemente montuoso, tranne una zona pianeggiante attraversata dal fiume Mannu; altri fiumi sono il Coghinas e il Mannu di Ozieri. Le principali risorse economiche sono l'agricoltura (cereali, viti, olivi, carciofi, agrumi), la produzione del sughero, la pastorizia, le industrie petrolchimiche, alimentari e il turismo. Principali centri, Alghero, Olbia, Tempio Pausania e Porto Torres.
sassàta, sf. Lancio di un sasso.
sassèlla, sm. invar. Vino rosso valtellinese che si produce dalla varietà nebbiolo dell'uva chiavennasca.
Sassèllo Comune in provincia di Savona (1.822 ab., CAP 17046, TEL. 019).
sasséto, sm. Luogo caratterizzato da molti sassi.
Sassétta (comune) Comune in provincia di Livorno (553 ab., CAP 57010, TEL. 0565).
Sassétta (Stéfano di Giovànni) (Cortona? ca. 1400-Siena 1450) Stefano di Giovanni detto il Sassetta. Pittore. Tra le opere Adorazione dei Magi (Siena, Collezione Chigi Saracini; New York, Collezione Griggs) e Vita di San Francesco (1437-1444, Londra, National Gallery).
Sassétti, Filìppo (Firenze 1540-Goa, India 1588) Mercante. Scrisse 122 lettere, che vennero pubblicate postume nel 1880.
sassìfraga, sf. Angiosperma (Saxifraga) della famiglia delle Sassifragacee e dell'ordine delle Rosali. Pianta erbacea perenne con fiori a grappoli di vario colore. Viene coltivata a scopo ornamentale.
Sassifragàcee Famiglia di piante Dicotiledoni erbacee, arbustacee e arboree appartenenti all'ordine delle Rosali. Hanno fiori generalmente dialipetali ed ermafroditi con corolla e calice pentameri e frutto rappresentato da una bacca o da una capsula. Vivono nelle zone temperate e fredde.
Sassinòro Comune in provincia di Benevento (918 ab., CAP 82020, TEL. 0824).
sàsso, sm. 1 Roccia solida e compatta. ~ masso, macigno. • restare di sasso, irrigidirsi per dolore o forte sensazione. 2 Piccolo frammento di pietra tondeggiante. ~ ciottolo. 3 Pietra tombale.
sm. 1 stone. 2 (masso) rock. 3 (ciottolo) pebble.
lat. saxum.
Sàsso di Castàlda Comune in provincia di Potenza (1.115 ab., CAP 85050, TEL. 0975).
Sàsso Lùngo Gruppo montuoso delle Alpi Dolomitiche, tra la val di Fassa e la val Gardena. Culmina a 3.179 m.
Sàsso Marcóni Comune in provincia di Bologna (13.295 ab., CAP 40037, TEL. 051). Centro agricolo, dell'avicoltura e industriale (prodotti meccanici, tessili, chimici ed elettrotecnici). Nella vicina Pontecchio, si trova il mausoleo di M. Piacentini e la villa che fece da laboratorio di sperimentazione per G. Marconi. Gli abitanti sono detti Sassesi.
Sàsso Piàtto Rilievo montuoso (2.958 m) delle Dolomiti, nel gruppo del Sasso Lungo sudoccidentale.
Sassocorvàro Comune in provincia di Pesaro (3.495 ab., CAP 61028, TEL. 0722).
Sassofèltrio Comune in provincia di Pesaro (1.211 ab., CAP 61010, TEL. 0541).
Sassoferràto Comune in provincia di Ancona (7.094 ab., CAP 60041, TEL. 0732).
sassofonìsta, sm. (pl-i) Musicista che suona il sassofono.
sassòfono, sm. Strumento musicale a fiato, inventato nel 1840 dal belga Adolphe Sax (1814-1894) che lo brevettò in Francia nel 1846. È formato da un tubo d'ottone, conico, fornito di chiavi come l'oboe e con un'imboccatura semplice simile a quella del clarinetto. Inizialmente venne usato solo dalle bande perché il suo suono era considerato impuro, ma rivalutato in seguito, il sassofono fu utilizzato nelle orchestre sinfoniche e in quelle jazz, diventandone uno strumento fondamentale. La famiglia del sassofono comprende dodici strumenti dei quali i più diffusi sono il sopranino, il tenore, il baritono, il basso, il soprano e il contralto. Il sassofono è stato usato da Georges Bizet nell'Arlesiana, da Richard Strauss nella Sinfonia domestica, da George Gershwin in Un Americano a Parigi, da Goffredo Petrassi nella Partita e nel Primo concerto per orchestra e da Maurice Ravel nel Bolero.
sm. saxophone.
sàssola, sf. Grosso arnese utilizzato per levare l'acqua dall'interno delle imbarcazioni.
sassolìno, sm. Acido borico che si trova allo stato naturale.
sassolìte, sf. Acido borico che si trova nei lagoni dei soffioni boraciferi sotto forma di incrostazioni bianche, grigie e brune costituite da cristalli triclini tabulari.
sàssone, agg. e sm. agg. Della regione della Sassonia.
sm. e sf. 1 Abitante della Sassonia. 2 Lingua parlata in Sassonia.
agg. e sm. Saxon.
Sàssone, Càndido (Cappuccini-Carengo, Vercelli 1883-Buenos Aires 1956) Campione e maestro di scherma italiano. Fu campione italiano dei maestri. Le sue specialità erano il fioretto e la sciabola.
sàssoni Denominazione di alcune popolazioni germaniche abitanti dal III sec. nella regione compresa tra la penisola dello Jutland e il fiume Weser. In epoca successiva si spinsero, anche perché cacciati dai romani, fino alla Britannia. Durante il V sec. invasero, assieme ai frisoni, agli angli e agli juti, la parte orientale della Britannia. Altri gruppi invasero, nel 695 circa, la Westfalia e la Turingia, entrando in contatto con i franchi i quali cercarono di sottometterli e di convertirli al cristianesimo. Dopo una tenace resistenza, dal 772 al 797, furono sconfitti da Carlo Magno e definitivamente integrati con le altre popolazioni germaniche.
Sassònia Regione storica della Germania, al confine con la Repubblica ceca e la Polonia; è solcata dalla catena dei monti Metalliferi e dalle colline dell'alto bacino dell'Elba. Importanti le risorse minerarie (lignite, carbone, uranio) e le industrie che operano nel settore siderurgico, chimico, meccanico e degli strumenti di precisione. Il suo nome deriva da quello delle antiche tribù dei sassoni, presenti sul territorio fin dal III sec., tra Reno, Oder ed Elba e cristianizzate da Carlo Magno. Nell'800 venne eretta a ducato, il più potente nel sistema federale tedesco, dalla casa di Liudolfingi che, con Enrico l'Uccellatore, fondatore della casa imperiale sassone, costituì il regno di Germania (919-1024) e con Ottone I ottenne la corona imperiale. In seguito passò sotto il controllo di Lotario di Supplimburgo, Enrico il Superbo e Enrico il Leone, che sarà deposto da Federico Barbarossa nel 1180. Passato agli Ascani, il ducato venne diviso tra i due rami di Sassonia Wittenberg e Sassonia Lauenburg, il primo dei quali ebbe il diritto di voto. Ottenuto dal ramo dei Wettin (1423), nel 1485 si divise ulteriormente nel ramo Albertino (dal duca Alberto), che continuò a conservare il titolo ducale e nel ramo Ernestino, che ebbe il diritto di voto fino al 1547, anno in cui lo perse a vantaggio del primo. Nel XV sec. fu roccaforte del luteranesimo con Federico III il Saggio, Giovanni Federico il Magnanimo e Maurizio; perderà questa caratteristica con Augusto, che si convertì al cattolicesimo, ottenendo la corona di Polonia. Ciò ebbe come conseguenza l'inizio dei contrasti con la Prussia e le due sconfitte nella guerra di successione (pace di Praga, 1635) e in quella dei sette anni. All'indomani dell'alleanza tra Federico Augusto I e Napoleone, il regno passò al primo, che lo resse con il titolo regio, oltre a ottenere anche il granducato di Varsavia; nel 1815 la regione settentrionale della Sassonia passò alla Prussia. Nel 1866 partecipò alla guerra contro la Prussia, ma, a causa della sconfitta nel 1871, lo stato sassone entrò a far parte dell'impero tedesco. In seguito al primo conflitto mondiale, divenne land della repubblica di Weimar, mentre dopo la seconda guerra mondiale venne divisa tra Repubblica federale di Germania, cui spettò la zona meridionale (Bassa Sassonia) e Repubblica democratica tedesca.
Sassònia-Weimar, Bernàrdo (Weimar 1604-Neuenberg 1639) Militare tedesco. Al servizio di Gustavo Adolfo di Svezia, conseguì la vittoria di Lützen (1632) contro gli imperiali ottenendo il ducato di Franconia. Divenne comandante dell'esercito alla morte del re (1634), ma dopo la sconfitta di Nördlingen (1634), passò al servizio dei francesi ottenendo da Richelieu il langraviato di Alsazia.
sassóso, agg. Caratterizzato da molti sassi. ~ ciottoloso, pietroso. <> sabbioso.
agg. pebbly, stony.
lat. saxosus.
Sàssu, Alìgi (Milano 1912-) Pittore. Tra le opere Fucilazione nelle Asturie (1935, Milano, Collezione M. Medina) e La strada gialla (1969-1972, Venezia, Ca' Pesaro).
Sassuòlo Comune in provincia di Modena (40.275 ab., CAP 41049, TEL. 059). Centro agricolo e commerciale (coltivazione e mercato di frutta, uva, foraggi e cereali) e industriale (calzaturifici, prodotti meccanici, per l'edilizia, del legno e alimentari). Vi si trova il palazzo degli Estensi, del XVII sec. Gli abitanti sono detti Sassolesi o Sassolini.
Sata, càpo Promontorio meridionale del Giappone, nella penisola di Osumi, sull'isola di Kyushu.
sàtana, sm. sing. Il demonio. ~ diavolo, lucifero.
sm. Satan.
Satana a Goray Romanzo di I. B. Singer (1935).
satanàsso, sm. 1 Demonio. 2 Persona scatenata e furibonda.
satànico, agg. (pl. m.-ci) 1 Diabolico. ~ demoniaco, infernale. <> angelico. 2 Perfido e maligno.
agg. fiendish, satanic.
greco satanikòs.
satanìsmo, sm. Culto di satana.
Satara Città (83.000 ab.) dell'India, nello stato di Maharashtra. Capoluogo del distretto omonimo.
satèllite, sm. 1 Corpo celeste che ruota attorno a un pianeta, secondo le tre leggi di Keplero. 2 Uomo di fiducia. 3 Stato in rapporto di sudditanza e dipendenza politica da un altro stato.
sm. satellite.
• In genere, nel sistema solare, tutti i pianeti, a eccezione di Mercurio e Venere, hanno almeno un satellite naturale. Il satellite della Terra è la Luna. Sono stati scoperti attraverso la semplice osservazione al telescopio oppure grazie all'esplorazione spaziale.
Satellite artificiale
Veicolo programmato e costruito dall'uomo, per poter essere messo in orbita attorno alla Terra o attorno a qualsiasi altro corpo celeste; sono costituiti da apparecchiature radio ricetrasmittenti e da strumenti di misura di varia natura, in relazione agli usi che ne vengono fatti. Vengono impiegati soprattutto per effettuare ricerche scientifiche, utili per studiare tutti i fenomeni che possono riguardare lo spazio e il pianeta Terra. Le orbite più utilizzate dai satelliti sono quella polare (circolare con diametro giacente su un piano meridiano terrestre) e geostazionaria (posta sul piano equatoriale). Sono di vari generi: per le telecomunicazioni, per il telerilevamento, meteorologici, per la navigazione, astronomici, scientifici e militari. Il primo satellite artificiale fu lo Sputnik, lanciato in orbita il 4 ottobre 1957.
Satie, Erik (Honfleur 1866-Parigi 1925) Compositore francese. Tra le opere 3 gymnopédies (1888) e 3 gnossiennes (1890).
satin, sm. invar. Tessuto usato per fodere che assomiglia alla seta. ~ raso.
satìna, sf. Nell'industria della carta, macchina per rendere lucidi carta, cartone e simili.
satinàre, v. tr. Rendere degli oggetti lisci e lucidi come la seta.
satinàto, agg. Che è stato reso liscio e lucido mediante il procedimento di satinatura.
satinatrìce, sf. Macchina usata per satinare.
satinatùra, sf. Procedimento per satinare.
sàtira, sf. 1 Opera letteraria di chiaro intento burlesco. ~ caricatura, ironia. 2 Insieme delle satire di un certo periodo storico o di un certo poeta.
sf. satire.
• Genere letterario che, tramite l'irrisione e la beffa, cerca di colpire i vizi, le corruzioni e le debolezze dell'uomo e della società. Anche se i latini ritenevano di aver inventato il genere (Quintiliano), si trovano componimenti (in Aristofane, Menandro, Alceo fino a Luciano di Samosata e a Menippo di Gadara) che possono esserle equiparati anche nella Grecia antica. Il primo scrittore latino a dare alla satira una dignità di genere letterario fu Lucilio, verso la fine del II sec. a. C., con le sue trenta Satire. Fu grazie a Orazio (Sermones), Persio e Giovenale che la satira divenne uno dei generi più originali e diffusi nella letteratura romana, rimanendo un modello per la produzione successiva fino al XVIII sec. Nel medioevo la satira non si configura come un genere a sé stante, ma compare in alcuni generi quali la favolistica e l'invettiva, presentando un carattere lievemente morale e allegorico. Spesso tutto ciò venne rappresentato, come in Esopo e Fedro, ricorrendo ad animali (Roman de Renart). Dante, Petrarca, Boccaccio (Corbaccio) e Guittone d'Arezzo furono tra i massimi scrittori di satira politica. Le satire di L. Ariosto, nel rinascimento, recuperano l'equilibrio della classicità e si rifanno in particolare al modello oraziano. Dopo una parentesi settecentesca, in cui la satira aveva preso forma di sermone (Parini, Alfieri), nel XIX sec. il genere recupera un carattere di realismo amaro, violento e tragico (Porta, Belli, Giusti). In Francia figure significative sono state Rabelais e La Fontaine. L'Inghilterra propose Chaucer, Pope, Swift, Defoe fino a Dickens e Thackeray. Durante il romanticismo la satira sociale trova spazio nei romanzi e diventa spesso espressione di una visione pessimistica.
Satire Opera di poesia di G. Lucilio (II sec. a. C.).
Satire
Componimenti di Q. O. Flacco (41-30).
Satire
Componimenti di D. G. Giovenale (100-130).
Satire
Opera di poesia di L. Ariosto (1517-1525).
Satire
Opera di poesia di M. Régnier (1609-1613).
Satire
Opera di poesia di V. Alfieri (1786-1797).
satireggiàre, v. tr. Fare della satira.
satirésco, agg. (pl.-chi) Di o da satiro.
satirìasi, sf. invar. Stato patologico di sovreccitazione sessuale.
satìrico, agg. (pl.-ci) 1 Del satiro, satiresco. 2 Del genere della satira. ~ ironico, mordace.
Satìridi Famiglia di Insetti Lepidotteri eteroneuri ropaloceri a cui appartengono farfalle con ali scuri e ocelli più chiari.
satirióne, sm. Fungo (Phallus impudicus) della famiglia delle Fallacee e della classe dei Basidiomiceti. Non commestibile.
sàtiro, sm. Persona dalle forti esigenze sessuali, lussuriosa. ~ libidinoso, vizioso.
Sàtiro (Treviri 334?-Milano 377?) Santo e fratello di Sant'Ambrogio, di cui fu amministratore. Si festeggia il 17 settembre.
satìvo, agg. Seminativo.
Satna Città (91.000 ab.) dell'India, nello stato di Madhya Pradesh, capoluogo del distretto omonimo.
Sato, Eisaku (Tabuse 1901-Tokyo 1975) Politico giapponese. Di ideologia liberal-democratica fu primo ministro dal 1964 al 1972. Nel 1974 fu insignito del premio Nobel per la pace.
satollàre, v. v. tr. Sfamare a sazietà persone o animali.
v. rifl. Riempirsi di cibo, fino a essere sazi.
satóllo, agg. Sazio, che ha mangiato a sufficienza.
Satpura, mónti Catena montuosa dell'India, estesa da Ratanpur ad Amarkantak. Vetta più elevata il monte Dhupgarh (1.350 m).
satrapìa, sf. Regione governata dal satrapo.
sàtrapo, sm. Carica di governatore di provincia dell'antico impero persiano.
Satriàno Comune in provincia di Catanzaro (3.044 ab., CAP 88060, TEL. 0967).
Satriàno di Lucània Comune in provincia di Potenza (2.424 ab., CAP 85050, TEL. 0975).
Satsuma Antica provincia del Giappone oggi compresa nella prefettura di Kagoshima. Si trova sulla costa dell'isola di Kyushu.
Sàtta, Salvatóre (Nuoro 1902-Roma 1975) Romanziere. Tra le opere Il giorno del giudizio (postumo, 1977).
Satu Mare Città (132.000 ab.) della Romania presso il confine con l'Ungheria. Capoluogo del distretto omonimo.
Satura Opera di poesia di E. Montale (1971).
sàtura, sf. Forma drammatica primitiva del teatro latino che sono stati descritti come spettacoli composti da pezzi di musica, danza, e mimica di importazione etrusca a cui si alternavano rozzi versi di carattere burlesco. Non è pervenuto fino a noi alcun frammento di tali opere.
saturàbile, agg. Che può raggiungere la saturazione.
Saturae Opera di poesia di Q. Ennio (II sec. a. C.).
Saturae menippeae Opera di prosa e poesia di M. T. Varrone (I sec. a. C.).
saturàre, v. v. tr. 1 Riempire. 2 Portare la concentrazione in una soluzione al valore massimo possibile. • saturare l'acqua di sale.
v. rifl. 1 Riempirsi, saziarsi. 2 Raggiungere il massimo grado di concentrazione.
v. tr. to saturate.
lat. saturare, deriv. da satur satollo.
saturazióne, sf. 1 Diventare saturo. 2 Processo che porta un corpo a essere saturo. • la saturazione di gas nella stanza era prossima a completarsi. 3 La condizione di un corpo saturo.
deriv. da saturare.
saturèia, sf. => "santoreggia"
saturnàle, agg. e sm. agg. In onore del dio Saturno.
sm. 1 pl. Feste sfrenate che si svolgevano nell'antica Roma. 2 Orgia.
saturniàno, agg. Relativo al pianeta Saturno.
Saturnìidi Famiglia di Insetti Lepidotteri eteroneuri a cui appartengono grandi farfalle dalla livrea appariscente e dal corpo corto che hanno su ogni ala una zona priva di squame e quindi trasparente.
saturnìno, agg. Appartenente al pianeta Saturno.
satùrnio, agg. e sm. agg. Di Saturno.
sm. Verso di poesia latina.
saturnìsmo, sm. Intossicazione cronica da piombo che si manifesta di frequente con disturbi digestivi, nervosi e renali nelle categorie di operai che lavorano e trattano tale minerale, come i tipografi, verniciatori e addetti alla produzione di accumulatori.
Satùrno (astronomia) Sesto pianeta del sistema solare, in relazione alla distanza dal Sole, dal quale dista circa 1.426 milioni di km; il suo periodo di rotazione è di 10h15m e il periodo di rivoluzione è di 29,458 anni. Ha un diametro polare di 107.520 km, presentando quindi un notevole schiacciamento. Ha un diametro di 9,5 volte e una massa 95 volte quelli della Terra. Ha un'atmosfera composta da idrogeno ed elio, contenente anche metano e ammoniaca che sono la causa della struttura a bande chiare e scure della superficie visibile. Ha una struttura interna simile a quella di Giove, con un'elevata percentuale di idrogeno e un lento spostamento dell'elio verso il nucleo, possibile causa di un'emissione di energia superiore a quella che riceve dal Sole. Caratteristica principale di Saturno sono gli anelli, divisi in fasce, formate da particelle che si muovono sul piano equatoriale del pianeta e riflettono la luce in modo diverso. Si ritiene che provengano dallo sbriciolamento di satelliti soggetti a forze di marea gravitazionale, o da residui della formazione dello stesso Saturno. Vennero scoperti nel 1655 da C. Huygens. Sono separati tra di loro da spazi vuoti o divisioni, causati da perturbazioni dei satelliti principali o da quella di un satellite posto al margine dell'anello. Gli anelli sono stati ampiamente ripresi dalla sonda spaziale Voyager cha ha esplorato anche il maggiore satellite, Titano, insieme al minuscolo Febe dotato di moto retrogrado.
Satùrno (mitologia) Personaggio mitologico, dio italico agrario, identificazione del greco Crono. Nel suo tempio venivano custodite le insegne di guerra in tempo di pace e il tesoro dello stato. Avrebbe insegnato agli uomini l'agricoltura e sotto la sua guida vi fu un periodo di pace e prosperità (identificabile con l'età dell'oro di Crono). In Africa venne identificato con il dio punico Baal.
sàturo, agg. 1 Contenente qualcosa nella quantità massima consentita, pieno. 2 Soluzione che presenta la massima concentrazione. 3 Sazio.
agg. 1 saturated. 2 (fig.) full of.
Satyricon Romanzo di G. Petronio Arbitro (I sec.). Si ritiene che l'opera fosse costituita da 20 libri, dei quali sono conservati solo il XV e il XVI, in parte lacunosi. Protagonista della narrazione, effettuata in prima persona, è Encolpio, che attraversa una serie incredibile di peripezie un po' erotiche e un po' picaresche. Il viaggio inizia in compagnia di Ascilto e del giovane Gitone: si crea una specie di triangolo amoroso tutto maschile. Poi interviene una certa Quartilla che coinvolge i tre in un rito in onore del dio Priapo. Segue la cena in casa di Trimalcione. Dopo un litigio con Encolpio, Ascilto si allontana con Gitone. Entra in scena Eumolpo, un vecchio che si mette alle costole di Encolpio. Ricompare Gitone. Si ricrea un triangolo amoroso. I tre si imbarcano. Durante il viaggio, Eumolpo racconta la novella della Matrona di Efeso. Scoppia una terribile tempesta, la nave affonda. I tre si ritrovano soli su una spiaggia. Scoprono di essere approdati nei pressi di Crotone. Eumolpo decide di sbarcare il lunario a spese dei cacciatori di eredità recitando la parte del vecchio senza eredi. Le altre avventure non sono facilmente ricostruibili, perché il testo rimasto è molto lacunoso. Nell'opera viene tratteggiata una parodia delle opere greche, utilizzando anche, oltre al latino delle classi elevate, la lingua parlata dai plebei, di cui è una preziosissima testimonianza. Sembra assente qualsiasi preoccupazione di carattere morale, anche se la narrazione mette in evidenza la volgarità dei nuovi ricchi. Per la sua pretesa immoralità, l'opera fu ignorata durante tutto il medioevo. Riscoperta nel 1650, viene oggi considerata di elevato valore per la sua originalità. È stata portata sullo schermo da F. Fellini nel 1969.
Saud ibn Abd al-Aziz (Kuait 1902-Atene 1969) Figlio di Abd al Aziz III, nel 1953 gli succedette come re d'Arabia e fondò lo stato suadita. Nel 1964 abdicò in favore del fratello Faysal.
saudìta, agg., sm. e sf. (pl. m.-i) agg. Relativo alla dinastia e alla popolazione araba.
sm. e sf. Popolazione araba.
agg. Saudi. sm. e sf. Saudi, Arabian.
Sauerland Regione della Germania, nella Renania Settentrionale-Westfalia.
SAUFI Sigla di Sindacato Autonomo Unificato Ferrovieri Italiani.
Saul (Gibeah 1060 ca.-Gelboe 1000 a. C.) Primo re d'Israele (1030-1010 ca.). Figlio di Kish, della tribù di Beniamino, valoroso guerriero, fu eletto re per volontà di Samuele, affinché organizzasse la rivolta contro i filistei. Ma, dopo aver combattuto gli ammoniti e i filistei, violò le leggi rituali e perse il favore di Samuele che nominò segretamente David come suo successore. In preda a crisi violente, per il conflitto dei sentimenti provati verso David e infine per la sconfitta subita a opera dei filistei, sul monte Gelboe, si uccise. La sua vicenda è narrata nella Bibbia (primo e secondo libro di Samuele). La vicenda di Saul ha ispirato l'omonima tragedia di V. Alfieri (1783).
sàuna, sf. Luogo in cui si fanno bagni di vapore.
sf. sauna.
saur(o)- Primo elemento di parole composte.
dal greco sâuros lucertola.
Saura, Carlos (Huesca 1932-) Regista cinematografico spagnolo. Diresse Cria cuervos (1976), Mamà ha cent'anni (1979), Carmen (1983), Spara che ti passa (1993) e Flamenco (1995).
Sàuri Sottordine di Rettili Squamati. ~ lacertili.
Sàuris Comune in provincia di Udine (466 ab., CAP 33020, TEL. 0433).
Saurìschi Uno dei due ordini in cui sono suddivisi i dinosauri e che comprende sia individui bipedi, quali i teropodi come il tirannosauro, che quadrupedi come i sauropedi tra cui vi è il brontosauro. Avevano il bacino triradiato formato da pube, ischio e ileo come i Rettili attuali.
sàuro, agg. e sm. agg. Di cavallo con colorazione castana e uniforme.
sm. Cavallo.
provenz. saur.
Sàuro, Nazàrio (Capodistria 1880-Pola 1916) Militare e patriota. Nella prima guerra mondiale, dopo aver militato a lungo nella marina austriaca come ufficiale, passò all'Italia. Gli austriaci lo catturarono e lo impiccarono.
Sauropterìgi Ordine di Rettili fossili marini con il capo piccolo e il collo lungo, muniti di quattro zampe natatorie a cinque dita che vissero nel Mesozoico.
Saururàcee Famiglia di piante appartenenti all'ordine delle Piperali con ovario a molti carpelli, diffuse nell'America settentrionale e nell'Asia orientale.
Saussure, Ferdinand de (Ginevra 1857-Vufflens, Vaud 1913) Linguista svizzero. Studiò linguistica a Lipsia e Berlino. Docente a Parigi dal 1880, dal 1891 insegnò a Losanna. Il Saggio sul sistema primitivo delle vocali nelle lingue indoeuropee (1879) è l'unico lavoro linguistico che Saussure pubblicò in vita. La sua notorietà è legata soprattutto al Corso di linguistica generale (1916) che contiene la ricostruzione delle lezioni ginevrine operata da un gruppo di allievi. L'opera svolse un ruolo fondamentale nell'affermazione della linguistica come scienza. Tutto l'apparato terminologico e teorico della linguistica moderna (tra cui le definizioni di langue/parole, significante/significato, struttura, segno) trae origine da quest'opera.
Sautet, Claude (Montrouge 1924-) Regista cinematografico francese. Diresse L'amante (1970), È simpatico ma gli romperei il muso (1972), Una donna semplice (1978), Un cuore in inverno (1992), Nelly e Mr. Arnaud (1995).
Sauvy, Alfred (Villeneuve-de-la-Raho 1898-Parigi 1990) Economista francese. nel 1945 fondò l'INED, il primo istituto di studi demografici del mondo.
Sauze di Cesàna Comune in provincia di Torino (153 ab., CAP 10050, TEL. 0122).
Sauze d'Oulx Comune in provincia di Torino (938 ab., CAP 10050, TEL. 0122).
Sàva (comune) Comune in provincia di Taranto (16.579 ab., CAP 74028, TEL. 099). Centro agricolo (coltivazione di ortaggi, frutta, cereali, olive e viti), enologico, dell'allevamento di ovini e industriale (prodotti meccanici). Vi si trova un castello del XVI sec. Gli abitanti sono detti Savesi.
Sava (fiume) Fiume (940 km) della Croazia e della Federazione iugoslava, formato dalla confluenza di due rami che scendono dalle Alpi Giulie. Confluisce nel Danubio. Bagna Zagabria, Lubiana e Belgrado. I principali affluenti sono Bosna, Drina, Una e Vrbs.
Savaii L'isola (36.000 ab.) maggiore delle Samoa Occidentali, nell'oceano Pacifico meridionale.
savàna, sf. Vasta prateria caratteristica delle regioni tropicali, caratterizzate da un'alternanza di stagioni piovose e asciutte. La vegetazione è costituita da Graminacee perenni, alberi d'alto fusto, vegetazione arborea (baobab, eucalipti) e arbusti che si mescolano a un erba che cresce rigoliosa e alta (fino a 3 m) nella stagione delle pioggie. In alcune regioni del mondo, dotate di clima tipicamente umido-tropicale, si riscontrano estensioni di savana che si alternano con la foresta (Venezuela, Guiana). Gli animali che vivono nella savana sono capaci di rapidi spostamenti, come le giraffe, le zebre, le antilopi, i leoni, i leopardi, gli struzzi ecc; si trovano anche insetti, serpenti, lucertole e uccelli. In alcune zone della savana sono diffusi anche l'allevamento del bestiame e l'agricoltura (prevalentemente nomade o seminomade): tipici i grandi allevamenti dell'America meridionale, dell'Australia e dell'Africa australe. La savana si estende sugli altipiani dell'Africa (Sudan, Nigeria, Angola), in Asia (Birmania, Thailandia), nell'America meridionale (Venezuela e Brasile) e in Australia.
sf. savannah.
spagn. sabana, da una voce caraibica.
Savane Regione (359.000 ab.) del Togo, al confine con il Benin. Capoluogo Dapaong.
Savannah Fiume (505 km) degli USA sudorientali. Nasce dai monti Allegheny e sfocia nell'oceano Atlantico, a valle di Savannah. Segna il confine tra la Georgia e la Carolina del Sud e bagna la città di Augusta.
Savannah
Città (142.000 ab.) degli USA, nello stato di Georgia, alla foce del fiume omonimo.
Savannakhet Città (51.000 ab.) del Laos, sul fiume Mekong. Capoluogo della provincia omonima.
Savanne Distretto (65.000 ab.) delle isole Maurizio.
savarin, sm. invar. Dolce dalla forma a ciambella e sapore simile al babà.
Savary, Jerôme (Buenos Aires 1942-) Attore e regista teatrale franco-argentino. Nel 1968 fondò il Grand Magic Circus (1968), compagnia che raggiunse il successo per l'originale fusione fra fiaba e realtà. Ha diretto musical e diverse opere teatrali.
Savèlli Comune in provincia di Crotone (1.920 ab., CAP 88077, TEL. 0984).
Savery, Roelant (Courtrai 1576-Utrecht 1639) Pittore fiammingo. Tra le opere Paesaggio con uccelli (1628, Vienna, Kunsthistorisches Museum).
Saviàno Comune in provincia di Napoli (13.101 ab., CAP 80039, TEL. 081). Centro agricolo (coltivazione di viti, tabacco, frutta e ortaggi) e industriale (calzaturifici, prodotti meccanici, alimentari e dell'abbigliamento). Gli abitanti sono detti Savianesi.
saviézza, sf. L'essere savio.
Savigliàno Comune in provincia di Cuneo (18.949 ab., CAP 12038, TEL. 0172). Centro industriale (vetrerie, produzione di materiale ferroviario, prodotti meccanici, alimentari, tessili, metallurgici e chimici). Vi si trovano la chiesa della Pietà, del XVIII sec., il palazzo Cravetta, del XVI sec., e la chiesa di San Pietro dei Cassinesi, del XVI sec. Gli abitanti sono detti Saviglianesi.
Savignàno Irpìno Comune in provincia di Avellino (1.647 ab., CAP 83030, TEL. 0825).
Savignàno sul Pànaro Comune in provincia di Modena (7.762 ab., CAP 41056, TEL. 059).
Savignàno sul Rubicóne Comune in provincia di Forlì (12.871 ab., CAP 47039, TEL. 0541). Centro agricolo (coltivazione di frutta, ortaggi, uva e cereali), dell'avicoltura e industriale (prodotti alimentari, meccanici e grafici). Vi si trova nelle vicinanze la chiesa di San Giovanni in Compito, risalente al XII sec. Gli abitanti sono detti Savignanesi.
Savignàno, Luciàna (Milano 1943-) Ballerina. Lavorò nel Ballet du XXe Siècle di M. Béjart e dal 1972 fu prima ballerina della Scala.
Savìgno Comune in provincia di Bologna (2.238 ab., CAP 40060, TEL. 050).
Savignóne Comune in provincia di Genova (2.882 ab., CAP 16010, TEL. 010).
Savìnio, Albèrto (Atene 1891-Roma 1952) Pseudonimo di Andrea de Chirico, pittore, scrittore e musicista, fratello del pittore Giorgio de Chirico. Dopo aver studiato musica con M. Reger, entrò in contatto, nel 1916, con la pittura metafisica. La sua opera letteraria, iniziata nell'ambito surrealistico con Chants de la mimort (1914), è caratterizzata dal tono fantastico, tra sogno, rievocazione e allegoria. Opere principali, l'opera Carmela, Oggetti nella foresta (1927, Brescia, collezione privata), L'Annunciazione (1932, Milano, Galleria d'Arte Moderna), il romanzo sperimentale Hermafrodito (1916), Achille innamorato (1938), Dico a te, Clio (1939), Casa "La vita" (1943). Per il teatro ha scritto Emma B. vedova Giocasta (1949), Orfeo vedovo (1950).
sàvio, agg. e sm. agg. 1 Equilibrato, assennato. • giudizio savio. 2 Pieno di saggezza. 3 Normale, non pazzo. • era una persona savia, nonostante si potesse pensare il contrario.
sm. Uomo saggio e sapiente.
lat. sapius, deriv. da sapere aver senno.
Sàvio Fiume (126 km) dell'Emilia Romagna. Nasce dall'Appennino Tosco-Emiliano, presso il monte Fumaiolo e sfocia nel mar Adriatico.
Saviòli, Leonàrdo (Firenze 1917-) Architetto. Tra le opere il mercato ortofrutticolo di Pescia (1948) e la casa Savioli alla Certosa del Galluzzo (1950).
Savióre déll'Adamèllo Comune in provincia di Brescia (1.341 ab., CAP 25050, TEL. 0364).
Sàvoca Comune in provincia di Messina (1.518 ab., CAP 98038, TEL. 0942).
Savógna Comune in provincia di Udine (786 ab., CAP 33040, TEL. 0432).
Savógna d'Isónzo Comune in provincia di Gorizia (1.767 ab., CAP 34070, TEL. 0481).
Savòia (famiglia) Famiglia nobile, originaria del regno di Borgogna, il cui capostipite fu Umberto I Biancamano, signore del feudo di Moriana, che diede origine al primo nucleo dello stato sabaudo. Nell'XI sec. lo stato sabaudo comprendeva la Savoia, le contee di Sermarens, Belley, Aosta, Torino, Alba, Ventimiglia, lo Sciablese. Durante il regno di Amedeo IV che sosteneva l'imperatore Federico II contro il papa, il regno si ingrandì per le concessioni ricevute. Parte del Piemonte venne concessa al fratello Tommaso II, si creò così una divisione che durò per due secoli fino alla riunificazione dei territori sotto Amedeo VIII. Quest'ultimo ottenne nel 1416 dall'imperatore Sigismondo di Lussemburgo il titolo ducale, conquistò Vercelli e parte del Monferrato, consentendo allo stato sabaudo di raggiungere la massima estensione territoriale. La struttura feudale del regno sabaudo non poté reggere a lungo il confronto con la nuova realtà europea degli stati reazionari e alla contesa franco spagnola; dopo aver conquistato Vaud (1536), gran parte dei domini sabaudi d'oltralpe caddero in mano a Francesco I; Emanuele Filiberto, riavuti con la pace di Cateau-Cambrésis i suoi domini, portò la capitale da Chambéry a Torino e unificò la struttura dello stato rafforzando in sé tutti i poteri, limitando così quelli delle autonomie locali. Sfruttando il perdurare delle guerre di religione in Francia, Carlo Emanuele I conquistò Saluzzo e, alla morte di Francesco Gonzaga (1612), rivendicò per la figlia di questi il Monferrato. Ciò ebbe come conseguenza l'intervento degli spagnoli e un inasprimento delle ostilità terminate con il trattato di Cherasco (1631). In totale balìa di Francia e Spagna, la situazione interna peggiorò drasticamente a causa della guerra civile scoppiata tra madamisti filofrancesi e cardinalisti filospagnoli. Vittorio Amedeo II, con un'abile mossa, riuscirà a liberarsi dalla pesante pressione francese, confermata ancora dal trattato di Münster, partecipando alla Lega di Augusta (1697); alleato del re Sole si avvicinò all'Austria per ottenere il milanese; quando i franchi invasero il Piemonte, i sabaudi e le truppe del principe Eugenio li sconfissero definitivamente (1706). Il trattato di Utrecht attribuiva ai sabaudi la Sicilia e il titolo regio; non riuscendo a scambiare la Sicilia con il milanese, Vittorio Amedeo II dovette accettare dalla Quadruplice Alleanza la Sardegna. L'invasione delle armate repubblicane francesi (1796) limitò il regno di Sardegna alla sola isola, in quanto i possessi terrestri passarono direttamente alla Francia, con l'esclusione del novarese unito alla Cisalpina (1801). Con la restaurazione (1815) Vittorio Emanuele I riuscì a rientrare in possesso di quasi tutti i suoi possedimenti e a ottenere la Liguria, deludendo le aspettative dei liberali, che lo costrinsero in seguito ad abdicare in favore di Carlo Felice (1821). Gli succedette Carlo Alberto che, salito al potere nel 1831, riconfermò la tendenza autoritaria dello stato assoluto concedendo però qualche riforma; sotto la spinta dei moti liberali, nel 1848 concesse uno statuto e dichiarò guerra all'Austria, dando avvio alla prima guerra d'indipendenza italiana. In seguito all'abdicazione del re, Vittorio Emanuele II capì quale doveva essere la nuova posizione di monarca costituzionale, e affidò le sorti dello stato al Cavour. Con lui, nel 1861, i Sabaudi divennero re d'Italia. I successivi sovrani furono Umberto I (1878-1900), Vittorio Emanuele III (1900-1946) e Umberto II (maggio-giugno 1946).
Savòia (regione) Regione storico geografica della Francia sudorientale, che occupa una vasta zona delle Alpi occidentali, tra il lago di Ginevra e il massiccio del Pelvoux, sul confine svizzero italico. Si trovano alcuni maestosi massicci alpini, tra i quali quello del monte Bianco, il Monceniso, la Venoise. Il territorio è solcato da vallate dell'Arve, dell'Isère e dell'Arc, tutti affluenti di sinistra del Rodano. La regione è molto ricca di foreste e pascoli, che consentono una fiorente attività di allevamenti bovini, oltre all'agricoltura, principalmente nelle zone basse. La maggiore fonte di ricchezza rimane il turismo, soprattutto nelle stazioni termali di Èvian-les-Bains, Thonon-les-Bains, Aix-les-Bains, oltre che nei luoghi di villeggiatura estiva e invernale (Chamonix-Mont-Blanc, Megève). Fiorente è anche l'industria degli orologi, tessile, meccanica, del legno, cartaria e casearia. Da un punto di vista amministrativo, la regione è divisa in due dipartimenti, quello dell'Haute-Savoie e della Savoie.
Savòia di Lucània Comune in provincia di Potenza (1.354 ab., CAP 85050, TEL. 0971).
Savòia-Aòsta, Amedèo (Torino 1898-Nairobi 1942) Figlio di Emanuele Filiberto e di Elena di Francia, dopo varie spedizioni in Africa, partecipò alla repressione della guerriglia indipendentista libica (1925-1931). Venne eletto viceré di Etiopia nel 1937, nel corso della seconda guerra mondiale, cercò di proteggere la colonia con truppe impreparate e scarsamente equipaggiate. Assediato all'Amba Alagi dall'esercito inglese, si arrese il 18 maggio 1941, ricevendo l'onore delle armi. Morì in prigionia.
savoiàrdo, agg. e sm. agg. Della regione della Savoia.
sm. 1 Abitante della Savoia. 2 Biscotto di forma allungata a base di farina, uova e zucchero.
agg. Savoyard, of Savoy. sm. (biscotto) sponge finger.
savoir-faire, sm. invar. Capacità di trattare il prossimo con tatto e intelligenza. ~ garbo, stile.
Savóldo, Giovàn Geròlamo (Brescia ca. 1480-Venezia? dopo il 1548) Pittore. Tra le opere Ritratto di uomo con armatura (1515-1525, Parigi, Louvre) e I santi eremiti Paolo e Antonio (1520, Venezia, Galleria dell'Accademia).
Savóna Città della Liguria (70.000 ab., CAP 17100, TEL. 019), sulla riviera di ponente, nonché capoluogo della provincia omonima. Notevole centro industriale (industrie metallurgiche, siderurgiche, delle apparecchiature elettroniche), è soprattutto importante per l'importante traffico portuale. Originariamente comune libero (XI e XII sec.), venne conquistata da Genova nel 1215, seguendone successivamente le sorti, tranne per un breve periodo, quello della dominazione viscontea, sforzesca e francese. Tra i monumenti, la torre Pancaldo, alcuni palazzi privati del 1300 e 1400, la cattedrale del XVI sec. e molte altre chiese barocche.
Provincia di Savona
Vasta zona che si estende quasi interamente sul territorio montuoso delle Alpi Marittime e dell'Appennino Ligure. Intensa è l'attività agricola, circoscritta nelle vallate interne e lungo brevi tratti di costa (agrumi, ortaggi, olivi, viti, fiori). Il settore industriale è concentrato nel capoluogo, mentre i cantieri navali si trovano a Vado Ligure; la ceramica ad Albissola, mentre l'industria chimica, del materiale fotografico e del cemento è presente a Cairo Montenotte. La principale fonte di ricchezza rimane sempre il turismo, sia estivo nei numerosi stabilimenti balneari (Alassio, Albenga, Loano, Varazze), sia invernale, per l'ottimo clima mite.
savonaròla, sf. Sedia rinascimentale.
Savonaròla, Giròlamo (Ferrara 1452-Firenze 1498) Frate domenicano, dopo la sua formazione teologica a Bologna e a Ferrara, divenne priore del convento di San Marco a Firenze (1491), ove iniziò la sua attività di predicatore contro la corruzione e i vizi dell'umanità. Nel 1494 profetizzò l'avvento di un nuovo Ciro, che punisse l'Italia per l'eccessiva sua corruzione, riscuotendo un grandissimo successo presso il popolino, soprattutto quando Carlo VIII scese in Italia, confermando tale profezia. Nel 1495 fece approvare una legge in base alla quale tutti i condannati per reati commessi contro lo stato, potevano appellarsi al consiglio grande; propose anche un'imposta fondiaria del 10% e combatté l'usura. La sua predicazione era rivolta anche contro il degrado dell'istituzione ecclesiastica e in particolar modo del papato; per questo motivo papa Alessandro VI nel 1497 lo scomunicò. Fu arrestato l'anno successivo e, dopo il processo, in cui fu riconosciuto colpevole di eresia, venne impiccato e arso vivo in piazza della Signoria a Firenze. Tra le sue opere si ricordano le Prediche, Triumphus Crucis (1497) e il Trattato circa il reggimento della città di Firenze (1493).
Savùto Fiume (50 km) della Calabria. Nasce dai monti della Sila Piccola e sfocia nel mar Tirreno, formando un largo delta.
Sawatch Range Catena montuosa degli USA, nel gruppo delle Montagne Rocciose, nel Colorado. Vetta più elevata il monte Elbert (4.399 m).
Sawu, màre di Settore dell'oceano Pacifico, tra le isole Timor, Alor, Flores, Sumbawa e Sumba.
sax, sm. invar. Abbreviazione di sassofono.
saxòfono e derivati => "sassofono e derivati"
Say, Jean-Baptiste (Lione 1767-Parigi 1832) Economista. Tra le opere Trattato di economia politica (1803).
sayyid, sm. invar. Termine arabo usato per denominare i discendenti di Maometto e, più genericamente, come titolo di rispetto.
saziàbile, agg. Che può essere saziato.
saziàre, v. v. tr. 1 Rendere sazio, satollare. 2 Annoiare, tediare. 3 Appagare. • gli onori ricevuti non saziavano la sua sete di vendetta.
v. rifl. 1 Mangiare a sazietà. 2 Appagarsi. • era un giovane che non si saziava mai di apprendere.
v. tr. 1 to satiate. 2 (soddisfare) to satisfy. v. rifl. 1 to satisfy one's appetite. 2 (fig.) to grow tired.
lat. satiare, deriv. da satis abbastanza.
sazietà, sf. L'essere sazio.
sf. surfeit, satiety.
lat. satietas,-atis.
saziévole, agg. 1 Che sazia facilmente. 2 Che si sazia con facilità, appagabile. ~ saziabile.
sàzio, agg. 1 Che non necessita di soddisfare esigenze di fame, appetito. 2 Che ha mangiato a sufficienza. ~ digiuno.
agg. 1 full up, sated. 2 (stanco) fed up.
Sb Simbolo chimico dell'antimonio.
sbaccellàre, v. tr. Sgranare, rimuovere dal baccello.
sbacchettàre, v. tr. Percuotere ripetutamente.
sbacchettatùra, sf. L'azione continuata dello sbacchettare.
sbaciucchiaménto, sm. L'azione dello sbaciucchiare.
sbaciucchiàre, v. v. tr. Baciare con insistenza.
v. rifl. Azione reciproca di continuo scambio di piccoli baci.
sbadatàggine, sf. Disattenzione.
sbadàto, agg. Distratto, dal comportamento poco attento. ~ malaccorto, maldestro. <> accorto, attento.
1 thoughtless, careless, inattentive. 2 (distratto) absent-minded.
sbadigliàre, v. intr. Fare sbadigli.
to yawn.
sbadìglio, sm. Azione involontaria nella quale si apre la bocca inspirando e la si richiude espirando.
sm. yawn.
sbadìre, v. tr. Togliere la ribaditura.
sbafàre, v. tr. Mangiare in modo eccessivo. ~ divorare.
sbafàta, sf. Grande mangiata a spese altrui.
sbafatóre, sm. Colui che sbafa.
sbàffo, sm. Macchia di sostanza colorante o oleosa, di forma allungata.
sbàfo, sm. Nella locuzione a sbafo, senza pagare.
sbagliàre, v. v. tr. 1 Scegliere in modo errato. 2 Eseguire in modo errato. ~ fallire. 3 Scambiare una persona per un'altra.
v. intr. Commettere degli errori. ~ ingannarsi.
v. rifl. Cadere in errore.
v. tr. 1 to get wrong, to make a mistake. 2 (numero) to get the wrong number. v. intr. e v. intr. pron. to be wrong, to make a mistake.
da s-+ deriv. da bagliore.
sbagliàto, agg. Errato, inesatto.
agg. mistaken, wrong.
sbàglio, sm. Effetto dello sbagliare, errore.
sm. error, mistake.
sbalestraménto, sm. Effetto dello sbalestrare.
sbalestràre, v. tr. 1 Sbagliare bersaglio usando una balestra. 2 Sbalzare.
sbalestràto, agg. 1 Non equilibrato, poco normale. 2 In imbarazzo.
sballàre, v. v. tr. Tirare fuori dall'imballaggio. ~ aprire, scartare. <> confezionare, imballare.
v. intr. Oltrepassare il limite massimo in certi giochi.
v. tr. to unpack. v. intr. 1 to overestimate. 2 (con uso di droga) to get high.
sballàto, agg. 1 Estratto dall'imballaggio. • gli elettrodomestici non erano ancora stati sballati. 2 Poco ragionevole. ~ assurdo, insensato. <> esatto, giusto. • certi discorsi sballati non meritano neanche la mia attenzione.
sballatùra, sf. Azione dello sballare le merci.
sbàllo, sm. 1 Sballatura. 2 Divertimento, cosa piacevole.
sballóne, sm. Persona che racconta fandonie.
sballottaménto, sm. Azione dello sballottare.
sballottàre, v. tr. 1 Scuotere durante un trasporto. 2 Scaraventare in ogni direzione. • furono sballottati dalla carica della polizia.
v. tr. to toss.
da s-+ ballottare.
sballottolàre, v. tr. Scaraventare continuamente, sbatacchiare.
sbalordiménto, sm. Effetto dello sbalordire.
sbalordìre, v. v. tr. 1 Impressionare qualcuno. ~ meravigliare, stupire. 2 Disorientare, confondere.
v. rifl. Essere sconcertato, stupito.
v. tr. to amaze, to stun, to astonish, to astound. v. rifl. to be astonished, to be astounded.
sbalorditàggine, sf. Sbadataggine, disattenzione. ~ disavvedutezza.
sbalorditìvo, agg. Che fa sbalordire, stupefacente. ~ sconcertante.
agg. 1 amazing. 2 (prezzo esorbitante) absurd, incredible.
sbalordìto, agg. Stordito, sorpreso.
sbalzàre, v. tr. 1 Spostare bruscamente. ~ buttare, scaraventare. 2 Lavorare dei metalli con la tecnica dello sbalzo. ~ cesellare.
v. tr. to hurl, to throw.
sbalzàto, agg. Lavorato con lo sbalzo.
sbalzatóre, sm. Chi pratica la tecnica dello sbalzo.
sbàlzo, sm. 1 Salto, movimento improvviso. 2 Tecnica di lavorazione dei metalli, per produrre rilievi.
sm. 1 jerk, jolt. 2 (fig.) in fits and starts.
sbancaménto, sm. L'effetto dello sbancare un rialzo del terreno.
sbancàre, v. v. tr. 1 Eliminare un rialzo, rendere piano un terreno. 2 Conseguire vincite elevate al gioco d'azzardo, imponendo al banco di interrompere gli ulteriori pagamenti. 3 Portare via ogni denaro. • le spese per la cura lo avevano sbancato.
v. intr. pron. Ridursi senza denaro.
da s-+ deriv. da banco.
sbandaménto, sm. L'effetto dello sbandare.
sbandàre, v. v. tr.1 Deviare dalla traiettoria scelta di moto. 2 Piegare, volgere da un lato. 3 Rompere l'unità di un raggruppamento. ~ disperdere. <> annullare. • sbandare un gruppo di manifestanti.
v. rifl. 1 Perdere la condotta morale. • si era sbandato in quell'ambiente di delinquenti. 2 Disperdersi.
v. intr. to slide, to veer. v. rifl. 1 (folla) to disperse. 2 (fig.) to break up.
da s-+ deriv. da banda.
sbandàta, sf. Sbandamento. • l'auto in sbandata sul ghiaccio era diventata ingovernabile; aveva preso una sbandata per quella ragazza, si era preso una cotta.
deriv. da sbandare.
sbandàto, agg. Chi è disorientato e confuso. ~ disperso, smarrito, emarginato. <> integrato.
sbandieraménto, sm. Lo sbandierare qualcosa.
sbandieràre, v. tr. 1 Sventolare bandiere. 2 Mostrare orgogliosamente una qualità. ~ ostentare, sfoggiare. <> dissimulare, nascondere.
v. tr. 1 to wave. 2 (sciorinare) to parade, to show off.
sbandieràta, sf. 1 Esposizione di bandiere in segno di festa. 2 Divulgazione di informazioni riservate.
sbandieratóre, sm. Colui che compie prove di abilità sventolando e lanciando in aria una bandiera.
sbandìre, v. tr. Cacciare in esilio. Bandire.
sbàndo, loc. avv. e sm. loc. avv. Nelle locuzioni, allo sbando, senza guida.
sm. sing. Decreto con cui si impone l'allontanamento di qualcuno.
sm. disorder, chaos.
sbaraccàre, v. tr. Raccogliere i propri oggetti e andarsene. ~ sgombrare, smobilitare.
v. tr. to clear away.
sbaragliàre, v. tr. Sopraffare, infliggere una pesante sconfitta. ~ annientare, battere, sconfiggere, sgominare.
v. tr. 1 to put to rout, to rout. 2 (nello sport) to defeat, to beat.
sbaràglio, sm. L'effetto dello sbaragliare.
sm. defeat, rout.
deriv. da sbaragliare.
sbarazzàre, v. v. tr. Eliminare un ostacolo. ~ liberare. <> occupare.
v. rifl. Liberarsi di qualcuno o di qualcosa di ostacolo.
v. rifl. to rid oneself of, to get rid.
sbarazzìno, sm. Ragazzo spigliato e irrequieto. ~ allegro, spensierato. <> impacciato.
sbarbàre, v. v. tr. 1 Fare la barba. 2 Strappare le radici di una pianta. • sbarbare un vizio, estirparlo.
v. rifl. Farsi la barba, radersi. • non riusciva a sbarbarsi alla mattina presto, perché faticava ad alzarsi.
da s-+ deriv. da barba.
Sbàrbaro, Camìllo (Santa Margherita Ligure, Genova 1888-Spotorno, Savona 1967) Poeta e prosatore. Tra le opere Pianissimo (1914) e Trucioli (poesia, 1920).
sbarbatèllo, sm. Ragazzo imberbe, privo di esperienza.
sbarbàto, agg. e sm. agg. 1 Rasato dalla barba. 2 Che non ha ancora la barba. ~ imberbe. 3 Ripulito dalle radici.
sm. Giovincello. ~ sbarbatello.
sbarbettatùra, sf. Operazione preliminare da compiere sulle piante prima dell'innesto.
sbarbicàre, v. tr. Estirpare una pianta dal terreno.
sbarbificàre, v. tr. Togliere la barba. ~ sbarbare.
sbarbìno, sm. Giovane ragazzo malizioso.
sbarcàre, v. v. tr. 1 Far scendere a terra da una nave. 2 Scaricare da una nave. 3 Trascorrere un periodo di tempo ritenuto critico. • sbarcare il lunario, tirare avanti giorno per giorno.
v. intr. Scendere a terra.
v. tr. e v. intr. 1 to disembark. 2 (mil.) to land. 3 (scaricare merci) to discharge, to unload.
da s-+ deriv. da barca.
sbarcatóio, sm. Pontile.
sbàrco, sm. (pl.-chi) L'atto dello sbarcare. <> imbarco. • mezzi da sbarco, adatti per avvicinarsi alla riva e ai bassi fondali.
sm. 1 disembarkation. 2 (mil.) landing. 3 (scarico di merci) discharge, unloading.
deriv. da sbarcare.
sbarellàre, v. tr. Togliere dalla barella.
sbàrra, sf. 1 Struttura in ferro che impedisce il transito. • fu chiamato alla sbarra, in tribunale. 2 Trave. 3 Segno grafico, lineetta. 4 Bastone. 5 Asta metallica di forma cilindrica. ~ spranga.
sf. 1 bar. 2 (nei passaggi a livello) barrier, boom. 3 (del timone) tiller. 3 (dir., presentarsi alla sbarra) to appear before the court.
da s-+ barra.
sbarraménto, sm. 1 Lo sbarrare. ~ barriera. • fu approntato un cordone di sbarramento sanitario per evitare il contagio. 2 Ostacolo. 3 Ostruzione naturale.
sm. 1 to bar. 2 (diga) barrage, dam. 3 (ostruire) to obstruct. 4 (stradale) barrier. 5 (mil.) barrage.
sbarràre, v. tr. 1 Ostacolare. ~ sprangare, bloccare. • un plotone dell'esercito sbarrava la strada. 2 Chiudere con sbarre. <> aprire. 3 Spalancare gli occhi in seguito a meraviglia. 4 Segnare con una sbarra. • sbarrare un assegno.
v. tr. 1 to bar. 2 (diga) to dam. 3 (ostruire) to obstruct. 4 (segnare con una sbarra) to cross. 5 (sbarrare gli occhi) to open one's eyes wide.
da s-+ barrare.
sbarràto, agg. Bloccato, chiuso da una sbarra.
sbarrétta, sf. Piccola sbarra.
sbassàre, v. tr. Far diventare più basso.
sbastìre, v. tr. Togliere una imbastitura da un tessuto.
sbatacchiaménto, sm. Azione dello sbatacchiare.
sbatacchiàre, v. v. tr. Sbattere violentemente e ripetutamente qualcosa o qualcuno.
v. intr. Urtare con estrema violenza.
sbatacchìo, sm. Lo sbatacchiare ripetuto e continuo.
sbattagliàre, v. intr. Di campane, suonare a distesa.
sbàttere, v. v. tr. 1 Picchiare con violenza. ~ percuotere. 2 Agitare un insieme di sostanze allo scopo di miscelarle. 3 Scaraventare, obbligare con autorità. • lo sbatterono dentro, in prigione.
v. intr. Urtare con molto frastuono. ~ cozzare. • la macchina andò a sbattere contro il muro.
v. rifl. Preoccuparsi, arrabattarsi per risolvere una situazione. ~ agitarsi, prodigarsi.
v. tr. e v. intr. 1 (picchiare) to bang, to knock, to slam. 2 (agitare) to shake.
da s-+ battere.
sbattezzàre, v. tr. Imporre di abiurare la religione cristiana.
sbattiménto, sm. L'azione dello sbattere o dello sbattersi.
sbattitóre, sm. 1 Oggetto utilizzato per sbattere. 2 Macchina utilizzata per sbattere.
sbattitrìce, sf. Impastatrice usata nell'industria dolciaria per sbattere diversi tipi di impasti.
sbattitùra, sf. L'azione di sbattere, in genere alimenti.
sbattiuòva, sm. invar. Oggetto da cucina usato per frullare, mescolare vari alimenti quali verdura, uova, carni.
sbattùta, sf. L'effetto di sbattere una volta sola.
sbattùto, agg. Che è stato sbattuto, frullato.
agg. 1 (frullato) beaten. 2 (aspetto, aria) dejected.
sbavaménto, sm. L'effetto di sbavare.
sbavàre, v. v. tr. 1 Sporcare con bava. 2 Eliminare le bave a un pezzo metallico lavorato.
v. intr. 1 Emettere bava. ~ salivare. 2 Desiderare ardentemente. ~ bramare. • sbavava per quel posto di lavoro. 3 Lasciare una sbavatura di inchiostro.
v. rifl. Sporcarsi di bava.
v. intr. 1 to dribble. 2 (sbavatura di inchiostro, colore ecc.) to smudge, to smear.
da s-+ deriv. da bava.
sbavatrìce, sf. Molatrice utilizzata per i lavori di sbavatura.
sbavatùra, sf. 1 Sbavamento. 2 Sfumatura di inchiostro. • non lasciò neanche una sbavatura sul foglio. 3 Traccia di bava per esempio lasciata dal passaggio di una lumaca. 4 Imperfezione, pecca. • eseguì senza sbavature la prova di abilità tecnica.
sbeccàre, v. tr. Spezzare l'orlo di un vaso.
sbécco, sm. (pl.-chi) Rientranza irregolare sul bordo di qualcosa. ~ intaccatura.
sbeffàre, v. tr. Deridere, beffare pesantemente.
sbeffeggiaménto, sm. L'effetto dello sbeffeggiare.
sbeffeggiàre, v. tr. Irridere, prendere in giro pesantemente.
sbeffeggiatóre, sm. Colui che sbeffeggia.
sbellicàre, v. v. tr. 1 Far venire l'ernia ombelicare. 2 Far venire l'ernia per il gran ridere.
v. intr. pron. Ridere a crepapelle.
sbellicàrsi, v. intr. pron. rifl. Nelle locuzioni sbellicarsi dalle risate, ridere in modo irrefrenabile. ~ scompigliarsi.
sbendàre, v. tr. Tolgliere le bende.
sbèrla, sf. Schiaffo. ~ ceffone, sganassone.
sf. cuff, slap.
sberlèffo, sm. 1 Presa in giro, scherno. ~ smorfia, derisione. 2 Cicatrice.
sberrettàrsi, v. intr. pron. Togliersi il berretto in segno di saluto.
sbertucciàre, v. tr. Maltrattare, spiegazzare qualcosa.
sbevazzàre, v. tr. Bere con continuità e in piccole dosi bevande alcoliche.
sbf Sigla di salvo buon fine.
sbiadìre, v. v. intr. Scolorire. ~ schiarire, stingere. <> scurire.
v. rifl. Perdere di colore, impallidire.
v. intr. e v. rifl. to fade.
sbiadìto, agg. 1 Che ha perso colore. ~ scolorito, stinto. 2 Monotono, noioso. <> vivace.
agg. 1 faded. 2 (fig.) dull, colourless.
sbiànca, sf. Candeggio.
sbiancànte, agg. Che rende bianco.
sbiancàre, v. v. tr. Rendere bianco.
v. rifl. Impallidire.
v. tr. to whiten. 2 (stoffa) to bleach.
sbianchiménto, sm. Il diventare bianco.
sbianchìre, v. v. tr. Rendere più bianco.
v. intr. Impallidire.
sbiecàre, v. v. tr. 1 Tagliare di sbieco. 2 Mettere in sbieco.
v. intr. Essere di sbieco.
sbièco, agg. (pl.-i) Obliquo, di traverso. <> dritto, rettilineo.
agg. 1 askew, squint. 2 (fig.) to look askance at.
sbigottiménto, sm. L'essere sbigottito, sbalordimento.
sm. astonishment, bewilderment.
sbigottìre, v. v. tr. Sbalordire, rendere attonito.
v. rifl. Smarrirsi, impaurirsi.
v. tr. to astonish, to bewilder.
sbigottìto, agg. Spaventato, turbato. ~ attonito, esterrefatto, sbalordito.
sbilanciaménto, sm. L'effetto di sbilanciare o sbilanciarsi.
sbilanciàre, v. v. tr. 1 Far perdere l'equilibrio. ~ squilibrare. <> equilibrare. 2 Dissestare economicamente. • quegli investimenti sbagliati sbilanciarono ancora di più la situazione economica della ditta.v. intr. Perdere l'equilibrio. • l'autotreno sbilanciava paurosamente su un lato.
v. rifl. Compromettersi, perdendo eventualmente la possibilità di tornare indietro.
v. tr. to throw, to unbalance. v. rifl. 1 (perdere l'equilibrio) to lose one's balance, to overbalance. 2 (compromettersi) to commit oneself, to compromise oneself.
da s-+ bilanciare.
Note:
Definizioni, informazioni, … sono in gran parte recuperate (a partire dal 1999) da varie fonti accessibili via Internet o da altre fonti "informatiche" freeware; per molti lemmi sono state riviste e, in modo più o meno consistente, riscritte; la revisione è tuttora in corso: solo una parte delle definizioni è stata rivista (vi sono ancora errori e imprecisioni, come del resto si trovano nei dizionari cartacei, anche "famosi"). Le, eventuali, date di morte dei personaggi citati dovrebbero essere aggiornate al luglio 2009; il numero degli abitanti delle località riportate quando è stato aggiornato riporta a fianco anche la data dell'aggiornamento.
Le informazioni (storiche, geografiche, …) sono aggiornate al 1999, ma molte sono state ulteriormente aggiornate
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Fonte: http://dictionario.wikispaces.com/file/detail/dictionario_s.doc
sito web: http://macosa.dima.unige.it/diz/diz.htm
Autore del testo: http://macosa.dima.unige.it
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