Dizionario enciclopedico termini con lettera U
Dizionario enciclopedico termini con lettera U
Questo sito utilizza cookie, anche di terze parti. Se vuoi saperne di più leggi la nostra Cookie Policy. Scorrendo questa pagina o cliccando qualunque suo elemento acconsenti all’uso dei cookie.I testi seguenti sono di proprietà dei rispettivi autori che ringraziamo per l'opportunità che ci danno di far conoscere gratuitamente a studenti , docenti e agli utenti del web i loro testi per sole finalità illustrative didattiche e scientifiche.
Le informazioni di medicina e salute contenute nel sito sono di natura generale ed a scopo puramente divulgativo e per questo motivo non possono sostituire in alcun caso il consiglio di un medico (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione).
Dizionario enciclopedico termini con lettera U
u, U Diciannovesima lettera dell'alfabeto italiano. Derivata dall'ipsilon greco insieme alle lettere v, w e y.
La vocale rappresentata con la lettera u è la più chiusa delle vocali velari. Nel latino e nella grafia più antica dell'italiano e delle altre lingue che usano l'alfabeto latino era usata insieme e in alternativa alla consonante labiodentale sonora v. Questo tipo di grafia della vocale u è facilmente rintracciabile nelle lapidi commemorative, oltre che nei testi antichi. Successivamente si differenziò dalla seconda, venendo impiegata come vocale.
In fisica la lettera u (minuscola) è il simbolo dell'unità di massa atomica.
In fisica U indica l'energia potenziale e l'energia interna.
In chimica U è il simbolo dell'uranio.
U Thant, Sithu (Pantanaw 1909-New York 1974) Politico birmano. Dal 1961 al 1971 fu segretario generale dell'ONU.
U.S.A Trilogia di romanzi di J. Dos Passos (1930-1936).
u.v. Abbreviazione di raggi ultravioletti
U2 Gruppo irlandese di musica rock e pop nato nel 1976. È composto da Paul Hewson Bono (soprannominato The vox, voce), David Evans The Edge (chitarra), Larry Mullen (batteria) e Adam Clayton (basso). Tra i loro album Boy (1981), War (1983), The Joshua Tree (1987) e soprattutto Rattle and Hum (1988). Successivamente Achtung Baby (1991), Zooropa (1993), Pop (1997).
uàdi, sm. invar. Corso d'acqua a regime temporaneo tipico dell'Africa settentrionale e dell'Arabia.
UAI Sigla di Unione Astronomica Internazionale. Fu fondata nel 1919 per il coordinamento dell'attività dei vari osservatori.
Ubaldìni, Ottaviàno (1210 ca.-1272) Ghibellino toscano, cardinale. Sebbene mandato contro Manfredi, nel 1255 si alleò con lui.
Ubaldìni, Ruggièri (?-1295) Ghibellino toscano, arcivescovo di Pisa. Tra il 1288 e il 1289 si impadronì della città e condannò a morte Ugolino della Gherardesca.
Ubàldo (Gubbio 1085?-1160) Santo e vescovo di Gubbio. Salvò la città dal Barbarossa e per questo ogni anno, il 15 maggio, si tiene una festa tradizionale in suo onore, detta festa dei ceri, in occasione dell'anniversario della vittoria degli eugubini sull'alleanza capeggiata da Perugia. Si festeggia il 16 maggio.
Ubangi Fiume (1.000 km) dell'Africa centrale. Si forma dall'unione dei fiumi Bomu e Uele e confluisce nel fiume Congo, nello Zaire.
ubbìa, sf. Pregiudizio o superstizione che è causa di timori o sospetti infondati. ~ preconcetto.
Ubbiàli, Càrlo (Bergamo 1929-) Corridore motociclista. Tra il 1951 e il 1960, vinse nove volte il campionato del mondo nella categoria 125 e 250 cc.
ubbidiènte, agg. Che ubbidisce. ~ disciplinato. <> disubbidiente.
agg. obedient.
ubbidiènza, sf. 1 L'ubbidire. ~ docilità. <> disubbidienza. 2 Il comportamento di chi ubbidisce. 3 Sottomissione. ~ devozione. <> insubordinazione.
sf. obedience.
ubbidìre, v. v. tr. e intr. 1 Seguire gli ordini e i consigli degli altri. ~ ottemperare, ascoltare. <> trascurare. 2 Rispondere a un impulso.
v. intr. 1 Di animali, essere docile. 2 Assecondare. ~ compiacere. 3 Rispondere a sollecitazioni meccaniche. 4 Essere soggetto. ~ sottostare.
(di veicolo, rispondere) to respond to.
lat. oboedire, comp. da ob-+ audire ascoltare.
• Obbedisco! Frase contenuta nella risposta a Lamarmora con cui Garibaldi accettava di ritarsi dal Tirolo (1866).
ubbióso, agg. 1 Pieno di ubbie. ~ sospettoso. 2 Che costituisce un'ubbia. 3 Che provoca ubbie.
Ube Città (175.000 ab.) del Giappone, sull'isola di Honshu, nella prefettura di Yamaguchi.
Uberaba Città (211.000 ab.) del Brasile, nello stato di Minas Gerais.
ùbere, agg. Ubertoso.
Uberlândia Città (367.000 ab.) del Brasile, nello stato di Minas Gerais, sul fiume Rio Bom Jardim.
ùbero, agg. Del mantello di equino o bovino scuro e rosso, pezzato di bianco.
ubertà, sf. 1 Abbondanza dei prodotti della terra. ~ fertilità. 2 Copiosità. ~ abbondanza.
Ubèrti, Farinàta (?-1264) Ghibellino fiorentino, partigiano di Manfredi. Nel 1258 venne esiliato e nel 1260, in alleanza con i senesi, sconfisse i guelfi a Montaperti; si oppose alla distruzione di Firenze.
Ubertìno da Casàle (Casale Monferrato 1259-1330 ca.) Teologo e mistico. Scrisse Arbor vitae crucifixae Iesu (1305) e fu un importante esponente degli spirituali.
ubertóso, agg. 1 Fecondo. ~ fertile. <> sterile. 2 Copioso. ~ abbondante. <> povero.
ubi consistam, loc. sost. m. invar. Punto d'appoggio. ~ base.
ubi maior minor cessat Espressione latina che significa "chi ha minore importanza si ritira davanti a chi ne ha di più". Indica la necessità di sottomettersi a chi sta più in alto nella gerarchia.
ubi tu Gaius et ego Gaia Espressione latina che significa "dove sarai tu, Gaio, vi sarò anch'io, Gaia". È la formula con la quale la sposa, nell'antica Roma, giurava fedeltà allo sposo.
Ubiàle Clanézzo Comune in provincia di Bergamo (1.195 ab., CAP 24010, TEL. 0345).
ubicàre, v. tr. Porre in un luogo. ~ situare.
deriv. dal latini ubi dove.
ubicàto, agg. Situato. ~ posto.
situated, located.
ubicazióne, sf. 1 L'ubicare, l'essere ubicato. 2 Luogo in cui è posta una casa, un podere ecc. ~ collocazione.
deriv. da ubicare.
ubiquità, sf. Facoltà di essere presente in più luoghi o in tutti i luoghi contemporaneamente. ~ onnipresenza.
sf. ubiquity.
ubiquitàrio, agg. Che si trova contemporaneamente in più luoghi, che si manifesta ovunque.
Ubòldo Comune in provincia di Varese (8.632 ab., CAP 21040, TEL. 02).
Ubon Ratchathani Città (90.000 ab.) della Thailandia, sul fiume Mun. Capoluogo della provincia omonima.
ubriacaménto, sm. L'ubriacarsi. ~ ubriacatura.
ubriacàre, v. v. tr. 1 Rendere ubriaco. ~ inebriare. 2 Frastornare. ~ stordire. • l'aveva ubriacato con la sua logorrea.
v. intr. pron. o rifl. 1 Divenire ubriaco. ~ sbronzarsi. • aveva il brutto vizio di ubriacarsi a ogni festa. 2 Esaltarsi, inebriarsi. ~ eccitarsi.
v. tr. to intoxicate, to make drunk, to get drunk. v. intr. pron. o v. rifl. 1 to become intoxicated, to get drunk. 2 (fig.) to become inebriated.
deriv. da ubriaco.
ubriacàrsi, v. rifl. 1 Alterarsi a causa dell'abuso di vino o di altre sostanze alcoliche. 2 Stordirsi, perdere la lucidità mentale a causa di passioni o sentimenti.
ubriacatùra, sf. L'ubriacarsi, l'essere ubriaco. ~ sbornia.
ubriachézza, sf. 1 Il vizio dell'ubriacarsi. ~ alcolismo. 2 Lo stato o la condizione di chi è ubriaco. ~ ebbrezza.
sf. drunkenness.
• Stato dovuto a intossicazione acuta da alcool etilico. Può essere una causa dell'incapacità di intendere e di volere (al pari delle intossicazioni da stupefacenti). I reati commessi in stato di ubriachezza portano a un alleggerimento della pena o anche al proscioglimento delle accuse solo se si tratta di ubriachezza incolpevole, ossia quando sia derivata da un caso fortuito o di forza maggiore. Se si tratta invece di ubriachezza volontaria, l'imputato non viene in alcun modo agevolato, mentre l'ubriachezza preordinata o abituale può costituire un'aggravante.
ubriàco, agg. e sm. agg. 1 Di persona che si trova in stato di alterazione mentale a causa di un'intossicazione da alcol. ~ brillo. <> sobrio. • ubriaco fradicio. 2 Fuori di sé, eccitato. ~ esaltato. 3 Stordito. ~ frastornato. <> lucido. • ubriaco di fatica.
sm. Persona ubriaca.
agg. e sm. drunk.
lat. tardo ebriacus.
ubriacóne, sm. (f.-a) Chi ha l'abitudine di ubriacarsi. ~ alcolizzato.
sm. drunkard.
UBS Sigla di Unione delle Banche Svizzere.
Ubsu-Nur Lago (3.350 km2) della Mongolia, nella provincia omonima, presso il confine con la Russia.
Ubsu-Nur
Provincia (92.000 ab.) della Mongolia, al confine con la Russia. Capoluogo Ulangom.
Ubu re Commedia di A. Jarry (1896).
Ucayali, Río Fiume del Perú. Nasce ad Atalaya, dall'unione dei fiumi Urubamba e Apurímac e confluisce al Río Marañón.
uccellagióne, sf. 1 L'uccellagione, la pratica dell'uccellare. 2 Preda catturata uccellando.
uccellàia, sf. Luogo o installazione per la cattura degli uccelli.
uccellàio, sm. Chi alleva uccelli vivi per venderli.
uccellàme, sm. Insieme di uccelli presi durante la caccia.
uccellànda, sf. Appostamento fisso per la cattura degli uccelli.
uccellàre, v. v. tr. Lusingare qualcuno per poi beffarlo.
v. intr. 1 Andare a caccia di uccelli con sistemi che non comportino l'uso di armi. 2 Cercare di ottenere una cosa a ogni costo.
uccellatóre, agg. e sm. (f.-trìce) Che, chi uccella.
uccellétto, sm. 1 Diminutivo di uccello. 2 Vivanda cucinata come cacciagione.
Uccèlli Classe di Vertebrati omeotermi (in grado di mantenere costante la temperatura corporea al variare delle condizioni ambientali), di discendenza evolutiva dai Rettili, adattati al volo. Hanno il corpo diviso in capo, collo, tronco, arti anteriori (ali) e arti posteriori (zampe); corpo e ali sono ricoperti da piume e penne; la funzione svolta dalle piume è di protezione termica, mentre quella delle penne è per il volo, per lo spostamento e il movimento in aria. La caratteristica sicuramente più saliente sono le ali, gli arti anteriori che permettono il volo in quanto sono innestati a potenti muscoli; in aggiunta, caratteristico è lo scheletro molto leggero, grazie alle ossa pneumatiche, ossia cave e comunicanti con i sacchi aerei prolungamento dei polmoni. La leggerezza è importante per il volo potendo così i muscoli consumare di meno per librare l'animale in aria. Udito e vista sono molto sviluppati. Presentano zampe ricoperte di squame e dita munite di artigli e unghie; tipico anche il becco. Sono animali ovipari a sangue caldo, generalmente monogami: presentano il fenomeno del dimorfismo sessuale, per cui i maschi hanno in genere un aspetto molto appariscente, con piume colorate di differenti fogge. Costruiscono nidi in cui depongono le uova, dalle quali, dopo un periodo di cova variabile, possono uscire dei piccoli piumati e autosufficienti o senza piume e inetti; assidue sono le cure della prole. Possono avere dimora stabile oppure abitudini migratorie, dividendosi pertanto in stanziali o di passo. Alcuni gruppi di Uccelli hanno perso la capacità di volare. Tra di essi vi sono gli struzzi e i pinguini. La classe è costituita da circa 9.000 specie viventi.
Uccelli di rovo Romanzo di C. McCullough (1977).
Uccelli, Gli Commedia di Aristofane (414 a. C.). È una delle 11 commedie di Aristofane conservate (delle oltre 40 attribuitegli).
Uccelli, Gli
Film drammatico, americano (1963). Regia di Alfred Hitchcock. Interpreti: Rod Taylor, Suzanne Pleshette, Jessica Tandy. Titolo originale: The Birds
uccellièra, sf. Luogo chiuso o grossa gabbia in cui si tengono rinchiusi gli uccelli. ~ voliera.
sf. aviary.
uccellìno, sm. 1 Diminutivo di uccello. 2 Uccello appena nato. 3 Uccelletto.
sm. chick, baby bird.
Uccellino azzurro, L' Dramma di M. P. M. B. Maeterlinck (1909).
uccèllo, sm. 1 Ciascun individuo appartenente alla classe degli Uccelli. ~ volatile. • fotografia a volo d'uccello, ripresa dall'alto. 2 Sciocco, babbeo. ~ sempliciotto. • uccel di bosco, chi è ricercato o latitante. 3 Membro virile. ~ pene.
sm. bird.
lat. tardo aucellus, dimin. di avis uccello.
Uccello delle tempeste
Uccello (Hydrobates pelagicus) della famiglia degli Idrobatidi e dell'ordine dei Procellariformi. Di colore nero e bianco vola sulla superficie dell'oceano tuffandosi per catturare la preda. Compare a terra dopo le tempeste.
Uccello lira
Uccello (Menura superba) della famiglia dei Menuridi e dell'ordine dei Passeriformi. Di colore bruno grigiastro, presenta negli esemplari maschi una coda a forma di lira nella quale la femmina viene avvolta durante l'accoppiamento.
Uccèllo dél Paradìso Costellazione, scoperta da J. Bayer nel 1603, situata in prossimità del polo sud celeste; non è osservabile dalle latitudini italiane, in quanto si trova nell'emisfero celeste australe.
Uccello di fuoco, L' Racconto coreografico in due quadri di I. Stravinskij, libretto di M. Fokine (Parigi, 1910).
Uccialli Località pianeggiante dell'Etiopia, situata a nord del lago Haic.
Ucciàlli, trattàto di Trattato stipulato tra l'Italia e il negus d'Etiopia Menelik il 2 maggio 1889 che sanciva l'occupazione italiana dell'Eritrea.
uccìdere, v. v. tr. 1 Privare della vita, togliere la vita. ~ ammazzare. <> salvare. • uccidere a tradimento, agendo dalle spalle. 2 Abbattere, fare morire, opprimere. ~ distruggere. • aveva ucciso il suo amore per lei comportandosi in quel modo. 3 Portare alla morte.
v. intr. pron. Perdere la vita. ~ perire.
v. rifl. Togliersi la vita. ~ suicidarsi. • se ti perdessi mi ucciderei per non patire il dolore.
v. rifl. rec. Uccidersi a vicenda.
v. tr. to kill. v. intr. pron. 1 to kill oneself. 2 (perdere la vita) to be killed. 3 (suicidarsi) to commit suicide.
lat. occidere, comp. da ob-+ caedere fare a pezzi.
• Tu uccidi un uomo morto. Parole dette da Francesco Ferrucci a Maramaldo che infierì sul prigioniero dopo la battaglia di Gavinana.
uccisióne, sf. L'uccidere e l'effetto. ~ eliminazione.
sf. killing.
lat. occisio,-onis, deriv. da occisus, p.p. di occidere.
uccìso, agg. e sm. Che, chi è stato ucciso. ~ morto, accoppato, ammazzato.
uccisóre, sm. (f. ucciditrice) Chi uccide. ~ assassino. <> vittima.
sm. killer.
lat. occisor,-oris, deriv. da occisus, p.p. di occidere.
UCD Sigla di Ufficio Catechistico Diocesano.
UCE Sigla di Unità di Conto Europea.
UCEI Sigla di Ufficio Centrale per l'Emigrazione Italiana.
Uchiura, Bàia di Insenatura del Giappone, nella costa sudoccidentale dell'isola di Hokkaido, sull'oceano Pacifico.
UCII Sigla di Unione delle Comunità Israelitiche Italiane.
UCIIM Sigla di Unione Cattolica Italiana Insegnanti Medi.
Ucràina Repubblica dell'Europa orientale; confina a nord con la Bielorussia, a nord-est e a est con la Russia, a ovest con la Polonia, la Repubblica Slovacca, l'Ungheria, la Romania e la Moldavia, a sud, per un breve tratto, ancora con la Romania ed è bagnata a sud dal mar Nero.
Il territorio è prevalentemente costituito da un'ampia zona del bassopiano sarmatico, che si interrompe, a ovest, con il ripiano Podolico e a sud-est, con le Alture del Donec. All'estremità sudoccidentale si innalzano le catene dei Carpazi e, all'estremità meridionale, i monti della Crimea.
Le coste sono generalmente basse e lagunose, soprattutto alla foce dei fiumi, come quella del Danubio, al confine con la Romania; altri fiumi importanti sono il Dnestr, al confine con la Moldavia, il Bug meridionale, il Dnepr, lungo il cui corso sono stati ricavati grandi bacini per l'irrigazione e l'energia elettrica, e il Donec, tributario del Don.
Il clima è semicontinentale, con temperature molto rigide in inverno; temperate sono invece le coste del mar Nero. Le precipitazioni si fanno più scarse procedendo da ovest verso est.
La capitale è Kiev; altri centri importanti sono Odessa, con un notevole porto sul mar Nero, Lvov, Krivoj Rog e Harkov.
Una delle principali risorse del paese è l'agricoltura, favorita dalla caratteristica terra nera, assai fertile; si producono cereali, barbabietole da zucchero, patate, semi di girasole, prodotti ortofrutticoli, tabacco. Notevole è anche il patrimonio zootecnico, bovini e suini in particolare.
Ingenti sono le risorse minerarie, soprattutto carbone, lungo il bacino del Donec, minerali di ferro, gas naturale, petrolio, manganese.
L'industria è particolarmente attiva nei settori siderurgico, metallurgico (acciai), meccanico (locomotive), chimico, del legno e della carta (vaste foreste si stendono nella parte settentrionale del paese), conciario e alimentare.
La disgregazione dell'Unione Sovietica ha provocato un brusco tracollo economico di molte fasce di popolazione, che richiederà l'adozione di misure speciali di intervento e significativi cambiamenti dell'assetto produttivo.
STORIA Dal IX al XII sec. si sviluppa lo stato di Kiev. Nel XII sec. la Galizia-Volinia raccoglie le tradizioni di Kiev. Negli anni 1238-1240 la conquista mongola devasta la regione. Nel XIII-XIV sec. la Lituania e la Polonia annettono tutte le regioni nelle quali si era sviluppata la civiltà ucraina, con la sola esclusione della Rutenia subcarpatica sotto dominazione ungherese dall'XI sec. Nei secoli XV-XVI si organizzano sul Don e sul Dniepr comunità cosacche. Nel 1654 l'atamano Khmelnitski si pone sotto il protettorato della Moscovia. Nel 1667 l'Ucraina è suddivisa tra la Polonia e la Russia.
Nel 1709 Pietro il Grande sconfigge a Poltava l'atamano Mazeppa che aveva cercato di costituire un'Ucraina riunificata e indipendente. Nel 1764 l'atamanato è abolito da Caterina II. Negli anni 1793-1795, a seguito della suddivisione della Polonia, tutta l'Ucraina è sotto il dominio degli imperi russo e austriaco. Tra la fine del 1917 e l'inizio del 1918 viene creata dai bolscevichi, a Kharkow, una repubblica sovietica, mentre una repubblica indipendente è proclamata dai nazionalisti. Negli anni 1919-1920 le armate russe bianche e quindi successivamente i polacchi intervengono in Ucraina. Dal 1922 la repubblica sovietica di Ucraina aderisce all'Unione sovietica.
Nel 1939-1940 l'URSS annette i territori polacchi popolati di ucraini oltre alla Bucovina del nord e alla Bessarabia. Durante la seconda guerra mondiale un regime di occupazione molto rigoroso è imposto dai nazisti. Nel 1945 l'Ucraina si espande con la Rutenia subcarpatica. Nel 1954 viene unita anche la Crimea.
Nel 1990 i comunisti vincono le prime elezioni repubblicane libere. L'anno successivo il Soviet Supremo proclama l'indipendenza del paese (agosto) che aderisce alla CSI. Il comunista Leonid Kravtchouk è eletto alla presidenza della repubblica. Conflitti di interessi oppongono l'Ucraina alla Russia, in particolare sullo statuto della Crimea e sul controllo della flotta nel mar Nero. Nel 1994 un accordo sullo smantellamento dell'arsenale nucleare situato in Ucraina viene firmato da L. Kravtchouk, B. Eltsin e B. Clinton. L. Koutchma, favorevole al riavvicinamento con la Russia è eletto presidente della repubblica.
• Abitanti-51.640.000
Superficie-603.700 km2
Densità-85,5 ab./km2
Capitale-Kiev
Governo-Repubblica presidenziale
Moneta-Grivna
Lingua-Ucraino, russo
Religione-Ortodossa, cattolica uniate
ucraìno, o ucràino, agg. e sm. agg. Dell'Ucraina.
sm. 1 Nativo o abitante dell'Ucraina. 2 Lingua parlata in Ucraina.
Ucrìa Comune in provincia di Messina (1.646 ab., CAP 98060, TEL. 0941).
Udaipur Città (233.000 ab.) dell'India, nello stato di Rajasthan. Capoluogo del distretto omonimo.
UDC Sigla di Universal Decimal Classification (classificazione decimale universale).
udènte, agg., sm. e sf. Che, chi ha integro l'udito.
Uderzo, Albert (1927-) Disegnatore francese. Nel 1959, insieme a R. Goscinny, creò la rivista Pilote, nella quale comparvero le prime avventure di Asterix. Le avventure degli eroi galli di Asterix hanno procurato all'autore una notorietà internazionale.
UDI Sigla di Unione Donne Italiane.
udìbile, agg. Che può essere udito.
udibilità, sf. L'essere udibile.
udiènza, sf. 1 L'udire e l'effetto. 2 Il prestare attenzione. 3 Colloquio concesso da un alto personaggio. • aveva chiesto udienza dal papa. 4 L'insieme delle persone alle quali ci si rivolge. ~ pubblico. • l'udienza non fu troppo benevola nei suoi confronti. 5 Fase di un processo che si svolge davanti a un giudice. • udienza a porte chiuse, senza il pubblico.
sf. 1 audience. 2 (dir.) hearing.
lat. audientia, incrociato con l'italiano udire.
Ùdine Città capoluogo di provincia del Friuli-Venezia Giulia (comune di 57 km2, 99.000 ab., CAP 33100, TEL. 0432), posta nell'alta pianura friulana. È un mercato agricolo (uva, cereali, foraggi, tabacco, prodotti ortofrutticoli) e zootecnico. Ha industrie tessili, meccaniche, grafico-editoriali, alimentari, elettrotecniche, delle materie plastiche, della carta, del mobile, del vetro, del cemento e farmaceutiche. La città sorse nel medioevo attorno a un castello posto su una collina. Feudo dei patriarchi di Aquileia, fece parte della Repubblica di Venezia dal 1420 al 1797, anno in cui fu occupata dagli austriaci, sotto i quali rimase, tranne durante la parentesi insurrezionale del 1848, fino al 1866, quando fu annessa all'Italia. Tra i monumenti vi sono Santa Maria del Castello (XII sec.), San Francesco (XIII sec.), il duomo gotico (XIV-XVIII sec.), il palazzo del comune (XV sec., in stile gotico veneziano), il castello sede di una pinacoteca (XV sec.), la loggia di San Giovanni e la torre dell'Orologio (XVI sec.), la casa della Cittadinanza e la casa della Confraternita (XV-XVI sec.) e l'arco Bollani del Palladio (XVI sec.).
Provincia di Udine
(4.900 km2, 523.000 ab., 106 ab./km2, 137 comuni) Confina a nord con l'Austria e a est con la Slovenia. La zona settentrionale è occupata dalle Alpi Carniche che declinano nella pianura friulana fino al litorale adriatico, ricco di lagune, tra cui Grado e Marano. È bagnata dai fiumi Tagliamento e Torre. Vi sono coltivati uva, gelso, frutta, cereali, tabacco, patate. Ha allevamenti suini e bovini e industrie tessili, metallurgiche, dei mobili, dei materiali edili e alimentari. Vi è praticata la bachicoltura. Ha centri turistici montani e balneari.
udìre, v. tr. 1 Percepire suoni o rumori con l'orecchio. ~ sentire. 2 Assistere alle lezioni. • parecchi studenti erano giunti per udire quelle poche lezioni tenute dal professore premio Nobel. 3 Venire a conoscere. ~ sapere. 4 Dare retta. ~ ascoltare. • aveva udito i suoi consigli e il risultato l'aveva soddisfatto. 5 Intendere. ~ capire. • probabilmente aveva udito male la sua risposta.
v. tr. to hear.
lat. audire.
udìta, sf. Atto dell'udire, per aver sentito dire.
uditìvo, agg. Che concerne l'udito.
agg. auditory.
udìto, sm. Il senso con cui si percepiscono suoni e rumori e il cui organo è l'orecchio.
sm. sense of hearing.
uditoràto, sm. Titolo e grado di uditore giudiziario.
uditóre, sm. (f.-trìce) 1 Chi ascolta; in particolare chi assiste a una conferenza e simili. ~ auditore. • l'attenzione degli uditori cominciava a calare per la stanchezza e l'ora tarda. 2 Chi frequenta un corso di studi senza esservi regolarmente iscritto. 3 Il primo grado della carriera del magistrato. • uditore giudiziario.
sm. 1 listener. 2 (studente non iscritto) unregistered student.
lat. auditor,-oris, deriv. da audire, incrociato con l'italiano udire.
uditòrio, agg. e sm. agg. Che riguarda l'udito. ~ uditivo.
sm. Insieme di persone che ascoltano qualcosa o qualcuno. ~ platea.
sm. listeners, audience.
Udmurti Repubblica (1.641.000 ab.) della Russia, attraversata dal fiume Kama. Capoluogo Izevsk.
Udon Thani Città (84.000 ab.) della Thailandia, capoluogo della provincia omonima.
UE Sigla di Unione Europea.
Uèbi Scebèli Fiume (1.900 km) dell'Africa orientale, si forma nell'Acrocoro etiopico a nord di Irgalèm e, entrato in Somalia, si perde in una zona paludosa.
UEFA Sigla di Union European Football Association (unione europea delle federazioni di calcio).
Uele Fiume (1.200 km) dello Zaire. Nasce presso il confine con l'Uganda, con il nome di Kibali e confluisce nel Bomu.
UEO Sigla di Unione dell'Europa Occidentale.
UEP Sigla di Unione Europea dei Pagamenti.
Ufa Città (1.083.000 ab.) della Russia, capoluogo della repubblica autonoma dei Baschiri, sul fiume Belaja.
uffa, inter. Esprime noia, fastidio, impazienza e simili. ~ accidenti.
inter. tut.
ufficiàle, agg. e sm. agg. 1 Emanato dall'autorità competente e quindi autentico. • lettera ufficiale di assunzione. 2 Autorizzato dalla pubblica autorità. ~ legale. <> abusivo. 3 Fatto in pubblico, reso noto a tutti. ~ risaputo. <> riservato. • la notizia era ormai ufficiale: si andava a nuove elezioni. 4 Proprio di cerimonie, atti e simili ufficiali. •: :isita ufficiale del capo dello Stato, con cerimonia solenne. 5 Di gara o incontro valido ai fini di una classifica. 6 Detto o fatto secondo le formule e il protocollo prescritti. ~ solenne. <> informale
sm. 1 Chi esercita un pubblico ufficio. ~ funzionario. • ufficiale giudiziario. 2 Denominazione generica dei militari che ricoprono un grado pari o superiore a quello di sottotenente o di guardiamarina. 3 Grado di alcuni ordini cavallereschi.
agg. 1 official. 2 (formale) formal. sm. 1 officer. 2 (mil.) official.
lat. tardo officialis, deriv. da officium ufficio.
Ufficiali e gentiluomini Romanzo di E. A. Waugh (1955).
ufficialità, sf. L'essere ufficiale.
ufficializzàre, v. tr. Rendere ufficiale. ~ formalizzare.
v. tr. to make official.
ufficializzazióne, sf. L'ufficializzare e l'effetto.
ufficialménte, avv. In modo, in forma ufficiale. ~ formalmente.
ufficiàre, v. v. tr. 1 Celebrare gli uffici divini. ~ officiare. 2 Ossequiare. ~ riverire.
v. intr. Celebrare gli uffici divini. ~ officiare.
ufficiatùra, sf. Celebratura degli uffici divini.
uffìcio, sm. 1 Dovere connesso a determinati incarichi, rapporti, posizioni e cariche. • l'ufficio di presidente del seggio gli conferiva la qualifica di pubblico ufficiale. 2 Favore. ~ servigio. • cercò di esercitare i suoi uffici per risolvere la controversia. 3 Raccomandazione. ~ intervento. 4 Funzione, compito di chi è investito di una carica. ~ mansione. 5 Carica. ~ posto. 6 Incarico. ~ incombenza. 7 Cerimonia religiosa, preghiera. ~ funzione. 8 Organo, struttura burocratica. • ufficio del registro. 9 In un'organizzazione aziendale, ciascuno dei settori in cui è ripartito il lavoro. 10 L'insieme degli impiegati che adempiono a una determinata funzione. 11 L'organo di cui fanno parte e il luogo in cui lavorano gli impiegati di un ufficio. ~ sede.
sm. 1 office. 2 (locali) office promises. 3 (carica) position, office. 4 (dovere) duty. 5 (reparto) department. 6 (mansione) task, function.
lat. officium, comp. da opus lavoro + deriv. da facere fare.
Uffìcio italiàno déi càmbi (UIC) Istituto fondato nel 1945 per il commercio e lo scambio di divisa o qualsiasi mezzo di pagamento con i paesi esteri. Esercita inoltre, tramite la Banca d'Italia, il controllo dell'attività valutaria.
ufficiosaménte, avv. In via ufficiosa, non ufficialmente. <> ufficialmente.
ufficiosità, sf. L'essere ufficioso.
ufficióso, agg. Non ufficiale, detto di comunicazione o simile e dei mezzi e dei modi con cui tale comunicazione è resa nota. ~ informale. <> ufficiale.
agg. off-the-record, unofficial.
lat. officiosus doveroso, deriv. da officium.
Uffìzi, palàzzo dégli Palazzo di Firenze iniziato nel 1560 da G. Vasari per conto di Cosimo I de' Medici e terminato da Buontalenti nel 1574. È ritenuto il capolavoro del Vasari, che è riuscito nell'intento di collegare in modo armonico la costruzione all'impianto urbanistico esistente. Fu sede degli uffici (donde il nome tuttora utilizzato) amministrativi del ducato e quindi del senato e del regno d'Italia (1865-1871). Dal 1872 è divenuto sede dell'archivio di Stato, ricchissimo di antichi documenti. È conosciuto soprattutto per la Galleria degli Uffizi, la più importante raccolta d'arte d'Italia e uno dei più importanti musei d'arte mondiali. Vi sono raccolte opere della pittura italiana di tutti i tempi e una notevole selezione di artisti stranieri. Tra gli artisti presenti, si citano i più significativi con l'indicazione delle opere più insigni: Cimabue (Madonna in maestà, 1285), Duccio di Buoninsegna (Madonna in trono con Bambino), Giotto (Madonna col Bambino, angeli e santi), Simone Martini (Annunciazione), Paolo Uccello (La battaglia di San Romano), Domenico Veneziano (Madonna e Santi), Piero della Francesca (Federico da Montefeltro e Battista Sforza), Sandro Botticelli (Nascita di Venere; La Primavera; Adorazione dei Magi; Madonna del Magnificat), Hugo van der Goes (Adorazione dei pastori o Trittico Portinari), Leonardo da Vinci (Adorazione dei Magi; Annunciazione), Verrocchio (Battesimo di Cristo), Giovanni Bellini (Allegoria sacra), Michelangelo Buonarroti (Sacra Famiglia), Raffaello Sanzio (Madonna del cardellino; Leone X), Tiziano (Venere di Urbino), Rembrandt (Vecchio Rabbino).
uffìzio => "ufficio"
ufo, sm. sm. Solo nella locazione avverbiale a ufo, senza pagare, senza spese.
sm. invar. Oggetto volante non identificato. ~ disco volante.
sm. (avv.) for nothing, free. sm. invar. UFO.
UFO (Unidentified Flying Object) Termine con il quale vengono solitamente denominati gli oggetti volanti non identificati dei quali non è possibile stabilire l'origine e la provenienza. ~ disco volante.
sm. UFO.
ufologìa, sf. Studio degli ufo e delle loro manifestazioni.
ufològico, agg. (pl. m.-ci) Che concerne l'ufologia e gli ufologi; che concerne gli ufo.
ufòlogo, sm. (pl.-gi) Che studia gli ufo.
Uganda Repubblica dell'Africa centroorientale; confina a nord con il Sudan, a est con il Kenya, a sud con la Tanzania e il Ruanda, a ovest con lo Zaire.
Il territorio si trova per la maggior parte a un'altitudine media di 1.000 m e si spinge dalle terre alte, che sovrastano la depressione del Nilo a nord, sino al lago Vittoria a sud. L'altopiano si innalza bruscamente a ovest, tra i laghi Alberto ed Edoardo, nel massiccio del Ruwenzori (5.119 m). Di origine vulcanica sono l'Elgon (4.322 m), al confine con il Kenya e la catena dei Virunga, al confine con Uganda e Zaire, che interessano comunque marginalmente il territorio dall'andamento essenzialmente tabulare.
Oltre alla parte settentrionale del lago Vittoria e a quella orientale dei laghi Alberto ed Edoardo, appartiene interamente all'Uganda il lago Kyoga.
Il fiume principale è il Nilo, di cui l'Uganda comprende quasi l'intero bacino superiore, fiume dal regime relativamente costante, ma soggetto a straripamenti.
Il clima è equatoriale, con temperature elevate lungo tutto il corso dell'anno, seppur mitigate dall'altitudine. Le precipitazioni sono abbondanti, in particolare a ovest, e decrescono progressivamente verso nord.
In tutto il paese l'urbanesimo è poco sviluppato, anche se in via di espansione.
La capitale è Kampala; altri centri di rilievo sono Jinja, Mbale, Masaka, Entebbe e Gulu.
La struttura fondamentale dell'economia ugandese è costituita dall'agricoltura, anche se le condizioni ambientali favorevoli lasciano spazio per un più razionale sfruttamento.
I cereali costituiscono la base dell'alimentazione, miglio e sorgo in particolare, quindi mais e riso.
Notevolmente praticate sono le coltivazioni della manioca, della patata dolce, della banana e di altra frutta tropicale.
La voce più rilevante nell'esportazione è costituita dal caffè, coltivato alle falde dei crateri vulcanici; leggermente in calo le produzioni di cotone e di tè, un tempo principali risorse del paese. Si coltivano inoltre tabacco e semi oleaginosi (principalmente sesamo e arachidi).
In calo anche lo sfruttamento forestale, nonostante la presenza di essenze pregiate, come il mogano. In miglioramento è invece il settore zootecnico, in particolare l'allevamento bovino. La pesca è diffusa, soprattutto lungo le sponde del lago Vittoria, ma è praticata con tecniche arretrate e manca di adeguate strutture conserviere.
Le risorse del sottosuolo non sono particolarmente ingenti: vi sono discreti giacimenti di rame e di tungsteno; l'energia elettrica è totalmente di origine idrica. Limitata è l'attività industriale, che opera prevalentemente nei settori alimentare (trasformazione dei prodotti), tessile (cotonifici), metallurgico (rame e acciaio), chimico (fertilizzanti), del tabacco e del cemento.
STORIA La popolazione dell'attuale Uganda è il risultato di antiche commistioni di bantu e popolazioni nilotiche. Nei secoli XVI-XIX queste popolazioni costituiscono piccoli stati con una debole struttura. Dal 1886 al 1894 Mutesa, re del Buganda, accoglie favorevolmente gli europei. Nel 1894, malgrado l'atteggiamento più reticente di suo figlio Mwanga che lotta contro le influenze religiose straniere, musulmane e cristiane, la Gran Bretagna stabilisce il proprio protettorato sull'Uganda.
Nel 1953-1955 il re Mutesa II, che reclama l'indipendenza per il Buganda, è deportato in Gran Bretagna. Nel 1962 l'Uganda, che raggruppa il Buganda, il Bunyoro, l'Ankole, il Toro e il Busoga, diventa uno stato federale indipendente con alla guida Mutesa (1963). Nel 1966 Milton Obote succede a Mutesa con un colpo di stato, mettendo fine alla federazione dei regni e proclama la repubblica. Un nuovo colpo di stato, nel 1971, porta al potere il generale Idi Amin Dada, che instaura un regime tirannico. Aiutato dall'esercito della Tanzania, nel 1979 l'opposizione prende il potere con Yusuf Lule, presto eliminato da Godefrey Binaisa. Nel 1980 Obote ritorna al potere dopo il risultato di elezioni contestate. Negli anni 1985-1986, dopo vari anni di anarchia, di ribellioni tribali e di repressione, si succedono due colpi di stato, che portano al potere Yoweri Museveni. A partire dal 1993 il paese conosce una certa ripresa economica. Nel 1995 viene adottato una nuova costituzione che mantiene una democrazia autoritaria.
• Abitanti-21.297.000
Superficie-236.040 km2
Densità-90 ab./km2
Capitale-Kampala
Governo-Repubblica presidenziale
Moneta-Scellino ugandese
Lingua-Inglese, swahili e lingue bantu
Religione-Cattolica, anglicana, animista, musulmana
ugandése, agg., sm. e sf. agg. Dell'Uganda.
sm. e sf. Nativo o abitante dell'Uganda.
ugarìtico, agg. e sm. agg. Relativo alla città di Ugarit.
sm. Antica lingua semitica. Si trovano testimonianze in antichi reperti rinvenuti durante gli scavi effettuati a Ugarit.
ugèllo, sm. Dispositivo che si applica all'estremità di un condotto allo scopo di incrementare la velocità di uscita del liquido. ~ spruzzatore, getto.
sm. nozzle.
Ugènto Comune in provincia di Lecce (11.301 ab., CAP 73059, TEL. 0833). Centro agricolo (coltivazione di olive e cereali) e industriale (prodotti meccanici, tessili e alimentari). Fondata sull'antica Ausentum. Vi si trovano la cattedrale dell'Assunta, risalente al XVIII sec., il palazzo Vescovile, del XVIII sec., un castello del XIII sec. e resti di mura megalitiche. Gli abitanti sono detti Ugentini.
ùggia, sf. 1 Mancanza di luce. ~ ombra. <> luce. 2 Noia. ~ tedio. <> piacere. 3 Disgusto. ~ fastidio. 4 Antipatia. ~ avversione. <> interesse.
Uggiàno la Chièsa Comune in provincia di Lecce (4.454 ab., CAP 73020, TEL. 0836).
Uggiàte Trèvano Comune in provincia di Como (3.247 ab., CAP 22029, TEL. 031).
uggiolàre, v. intr. Detto del cane, emettere un mugolio di malcontento. ~ guaire.
uggiolìna, sf. Vaga sensazione di fame.
uggiolìo, sm. L'uggiolare continuo. ~ guaito.
uggiosità, sf. L'essere uggioso.
uggióso, agg. Che suscita uggia, noia. ~ tedioso. <> interessante.
agg. 1 tiresome. 2 (tempo) dull.
Ugliàno Isola (11.000 ab.) della Croazia, nel mar Adriatico, di fronte a Zara.
ùgna => "unghia"
Ùgo Capèto (941?-Les Juifs 996) Feudatario, conte di Parigi e, dal 987, re di Francia. Associò al trono il figlio Roberto, (poi Roberto II il Pio) fondando la dinastia capetingia. L'appelativo deriva probabilmente dalla sua abitudine a indossare un mantello con cappuccio (in francese cape). È citato da Dante nel Purgatorio con il nome di Ugo Ciapetta.
Ùgo da Càrpi (Carpi ca. 1480-Bologna 1532) Pittore. Tra le opere Pala della Veronica (ca. 1525, Roma, San Pietro).
Ùgo di Provènza (?-Arles 947 o 948) Re d'Italia dal 926, opposto a Rodolfo di Borgogna. Nel 932 sposò Marozia, ma proprio il di lei figlio, Alberico, suscitò una rivolta che lo costrinse a lasciare Roma. Con un accorto disegno politico, si accasò alla famiglia del defunto Rodolfo II Berta, e fece sposare la figlia di Berta, Adelaide, a suo figlio Lotario. I matrimoni avevano lo scopo di accrescere la potenza della sua famiglia, ma Berengario d'Ivrea lo contrastò strenuamente e, sopraffattolo, lo costrinse a fuggire in Provenza (946).
ùgola, sf. Gola.
Ugolìni, Vincènzo (Perugia 1570 ca.-Roma 1638) Compositore. Maestro di cappella a Roma e a Benevento, fu apprezzato autore di musica sacra. Tra le opere, Psalmi ad Vesperos (Canti per la sera, 1630).
Ugolìno da Vièri (not. 1329-1380/85) Orafo. Tra le opere Reliquiario del Corporale del Duomo di Orvieto (ca. 1350).
Ugonotti, Gli Opera in cinque atti di G. Meyerbeer, libretto di E. Scribe ed E. Deschamps (Parigi, 1836).
ugonòtto, agg. e sm. Nome derivante dal termine tedesco Eidgenossen (confederati), indicante gli aderenti al movimento protestante francese durante le lotte religiose nel XVI-XVII sec. Gli ugonotti, organizzati in comunità di tipo calvinista, assunsero, a partire dal 1535, una funzione politico-militare, opponendosi all'assolutismo della corona e rivendicando la libertà e i diritti delle altre classi sociali. Le tensioni che si vennero a creare e soprattutto il massacro degli ugonotti di Vassy (1562), fecero scoppiare un conflitto che contrappose gli ugonotti, sostenuti dall'Inghilterra, alla fazione cattolica, con a capo la famiglia Guisa e sostenuta da Francia, Spagna e dalla Chiesa. Il primo ciclo di battaglie si concluse con la pace di Saint-Germain-en-Laye (1570), con la quale gli ugonotti ottennero quattro places de sûreté (Cognac, La Charité, La Rochelle, Montauban). La strage della Notte di San Bartolomeo (1572) fece riaprire la battaglia, che assunse sempre più l'aspetto di uno scontro politico tra i Guisa e i Navarra e che si concluse con la vittoria di Enrico di Navarra, che salì al trono ed emanò l'editto di Nantes (1576) con il quale riconobbe libertà di culto e diritti politici e militari agli ugonotti. Alla sua morte (1610) vi furono nuovi conflitti, conclusisi con la caduta di La Rochelle (1628). L'editto di Nîmes (1629) revocò i privilegi accordati agli ugonotti da Enrico IV, lasciando loro solo la libertà di culto. Essi furono in seguito ancora vittima di repressioni, soprattutto a partire da 1680 per mano di Luigi XIV (editto di La Fontainbleau, 1685).
ùgro-fìnnico, o ugrofìnnico, agg. e sm. (pl. m.-ci) agg. Che concerne un gruppo di popoli originario della Russia del nord.
sm. 1 Appartenente alle popolazioni ugro-finniche. 2 Gruppo di lingue della famiglia uralica.
• Gruppo linguistico appartenente alla famiglia delle lingue uralo-altaiche, che si suddivide in cinque rami: il balto-finnico, comprendente il finnico e il finlandese, il lappone, il permiano, costituito dal sirieno e dal voltiaco, il ramo del Volga, formato dal ceremisso e dal mordvino e l'ugrico, comprendente l'ungherese, l'ostiaco e il vogulo. Sono lingue agglutinanti, caratterizzate, dal punto di vista fonetico, da armonia vocalica e dall'accentazione della prima sillaba.
uguagliànza, sf. 1 L'essere uguale. 2 Condizione per cui tutti gli uomini sono considerati uguali. 3 Proprietà di più cose di essere uguali. ~ identità. <> difformità. 4 Parità, equilibrio. ~ corrispondenza. <> sproporzione. 5 Uniformità. ~ omogeneità. 6 Relazione matematica tra enti che godono delle stesse proprietà.
sf. equality.
deriv. da uguagliare.
• In diritto è quel principio costituzionale per cui tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge e devono quindi subire lo stesso trattamento giuridico, indipendentemente da sesso, religione, classe sociale, razza e tendenze politiche.
In matematica è una relazione binaria di equivalenza tra elementi di un insieme, rappresentata dal simbolo = e caratterizzata dalle tre proprietà: riflessiva (a = a), simmetrica (se a = b allora b = a) e transitiva (se a = b e b = c allora a = c). Due elementi dell'insieme che si corrispondono nella relazione di uguaglianza sono detti uguali. Con riferimento a due espressioni, le uguaglianze si dividono in identità, quando sono uguali per qualsiasi valore dell'incognita, e in equazioni, nelle quali l'uguaglianza vale solo per determinati valori dell'incognita.
In geometria elementare si parla di uguaglianza tra figure quando esse si possono sovrapporre mediante un movimento rigido.
uguagliàre, v. v. tr. 1 Rendere uguali due o più cose. ~ equiparare. 2 Giudicare uguale. ~ paragonare. 3 Rendere uniforme; lisciare, pianeggiare. ~ spianare. 4 Con riferimento a un grado, raggiungere. • uguagliare un primato sportivo, ottenere lo stesso risultato.
v. intr. pron. Essere o divenire uguale o uguali. ~ identificarsi. <> diversificarsi. • i risultati conseguiti non si uguagliavano.
v. rifl. Mettersi alla pari. ~ paragonarsi.
v. tr. 1 to equal. 2 (uniformare) to even out. 3 (livellare) to level. 4 (essere uguale) to be equal, to equal.
deriv. da uguale.
uguagliatóre, agg. e sm. (f.-trìce) Che, chi uguaglia.
uguàle, agg., avv., sm. e sf. agg. 1 Che non differisce in nulla. ~ identico. <> diverso. • uguali come gocce d'acqua, identici. 2 Uniforme. ~ omogeneo. <> difforme. 3 Coerente. • aveva pensieri sempre uguali. 4 Che non muta al variare delle situazioni. ~ costante. <> vario. 5 Che mantiene le stesse caratteristiche. 6 Liscio. ~ piano. 7 Di figure geometriche che sovrapposte coincidono.
avv. Allo stesso modo.
sm. e sf. 1 Chi appartiene alla stessa classe o grado sociale. 2 Indica indifferenza.
agg. 1 equal. 2 (stesso) same. 3 (uniforme) even. 4 (identico) identical. avv. (costano uguale) they cost the same. sm. 1 equal. 2 (mat.) equal sign. 3 (stessa cosa) the same.
lat. aequalis coetaneo.
ugualitàrio => "egualitario"
ugualitarìsmo => "egualitarismo"
ugualménte, avv. 1 In modo uguale, nella stessa misura. ~ parimenti, analogamente. <> diversamente. 2 Malgrado tutto. ~ ciononostante. 3 In modo uniforme. 4 Indifferentemente. ~ imparzialmente.
avv. 1 equally. 2 (lo stesso) all the same.
Uguccióne délla Faggiuòla (Massa Trabaria ca. 1250-Vicenza 1319) Condottiero. Fu signore di Arezzo, Pisa e Lucca. Capo dei ghibellini toscani e vicario di Enrico VII, sconfisse i guelfi a Montecatini.
uh, inter. Esclamazione di meraviglia, disgusto, dolore ecc.
Uher, Stefan (Prievidza 1930-) Regista cinematografico slovacco. Diresse Il sole nella rete (1962), L'organo (1964), La vergine miracolosa (1966), Tre ragazze (1968), Il diavolo (1969), Se avessi un fucile (1970), e L'acero e Juliana (1972).
UHF Sigla di Ultra High Frequency (frequenza ultra-alta).
uhi, inter. Espressione di dolore intenso, dispiacere o rammarico.
Uhle, Max (Dresda 1856-Loben 1944) Etnologo tedesco. Docente all'università di Berkeley in California, poi a Santiago del Cile e a Quito, è noto per gli scavi archeologici di Tomebamba (1923). Tra le opere Las ruinas de Tomebamba (Le rovine di Tomebamba, 1923).
Uhlenbeck, George Eugene (Giacarta 1900-Boulder 1988) Fisico statunitense. Di origine olandese, in collaborazione con S. A. Goudsmit teorizzò l'esistenza dello spin dell'elettrone.
Uhlman, Fred (Stoccarda 1901-Londra 1985) Romanziere. Tra le opere L'amico ritrovato (1971) e Niente resurrezioni per favore (1979).
uhm, inter. Esclamazione di incertezza, incredulità, indifferenza ecc.
UHT Sigla di Ultra High temperature (temperatura ultra-alta).
UIC Sigla di Unione Nazionale Ciechi.
UIL Sigla di Unione Italiana del Lavoro.
UILDM Sigla di Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare.
UISP Sigla di Unione Italiana Sport Popolare.
Uist Settentrionale Isola della Gran Bretagna, nell'oceano Atlantico. Fa parte dell'arcipelago delle Ebridi Esterne.
Ujung Pandang Città (913.000 ab.) dell'Indonesia, capoluogo della provincia di Sulawesi Selatan.
UK Sigla di United Kingdom (Regno Unito britannico).
ukase, sm. invar. 1 Editto imperiale dell'antica Russia. 2 Ordine indiscutibile, inappellabile e arbitrario.
ukaz, sm. invar. Denominazione di leggi particolari in uso in Russia nel periodo zarista. Letteralmente significa decreto, ordine autoritario e arbitrario.
ukulèle, sm. o sf. invar. Strumento dalla sonorità nasale, conosciuto anche come chitarra hawaiana; ha ridotte dimensioni ed è dotato di quattro corde e lungo manico.
Ùla Tìrso Comune in provincia di Oristano (687 ab., CAP 09089, TEL. 0783).
Ulan-Bator Città (575.000 ab.), capitale della Mongolia, sul fiume Tola, a 1.326 m di altitudine nel deserto dei Gobi. È divisa in tre settori: a ovest la città sacra, a est i quartieri commerciali e al centro l'antica città cinese. Principale centro commerciale, culturale ed economico del paese. Reti stradali e ferroviarie la collegano alla Russia e alla Cina. Le principali industrie sono quelle meccaniche, tessili, alimentari, del vetro, del legno, chimiche e del cemento. Sede di un'università.
ulàno, sm. Soldato di cavalleria munito di lancia tipico dell'esercito polacco.
Ulanova, Galina (San Pietroburgo 1910-Mosca 1998) Ballerina e coreografa russa. Fu una grandissima interprete del balletto classico.
Ulan-Ude Città (353.000 ab.) della Russia, sul fiume Uda. Capoluogo della repubblica autonoma dei Buriati.
Ulàssai Comune in provincia di Nuoro (1.732 ab., CAP 08040, TEL. 0782).
Ulbricht, Walter (Lipsia 1893-Berlino 1973) Politico tedesco. In contrasto con il nazismo, fuggì in URSS, dove dal 1946 al 1971 fu segretario del Partito socialista unificato. Rientrato in patria, dal 1960 al 1973 fu capo di stato della RDT.
ùlcera, sf. 1 In medicina indica una lesione circoscritta di dimensioni variabili di un tessuto, con tendenza alla cronicizzazione per mancanza di cicatrizzazione che porta a un'estensione e a una penetrazione in profondità della stessa. ~ piaga. 2 Intima pena. ~ dolore.
sf. ulcer.
lat. ulcus,-eris.
Ulcera gastrica o duodenale
Lesione della mucosa dello stomaco o del primo tratto del duodeno dovuta a cause non ancora chiarite. Provoca un dolore epigastrico che cessa con l'ingestione del cibo per ricomparire poche ore dopo. La malattia colpisce soprattutto i maschi di età compresa tra i 40 e i 70 anni e può causare emorragie e perforazione. Si cura con farmaci o con l'intervento chirurgico.
ulcerànte, agg. Che provoca ulcerazione. ~ ulcerativo.
ulceràre, v. v. tr. Produrre ulcerazione. ~ piagare.
v. intr. Divenire ulcera.
v. intr. pron. Essere leso da ulcera.
lat. ulcerare.
ulceratìvo, agg. 1 Di ulcera; di ulcerazione. 2 Che provoca ulcera o ulcerazione. ~ ulcerante.
ulceràto, agg. 1 Leso da ulcera. 2 Esacerbato. ~ inasprito.
ulcerazióne, sf. 1 Processo di formazione di un'ulcera. 2 Ulcera. 3 Lesione superficiale simile a un'ulcera. ~ piaga.
lat. ulceratio,-onis.
ulceróso, agg. e sm. agg. 1 Di ulcera, dovuto a ulcera. 2 Affetto da ulcera.
sm. Persona affetta da ulcera gastrica o duodenale.
Ulfila o Wulfila (311-382?) Vescovo goto. Diffuse fra i visigoti della Mesia il cristianesimo in forma ariana. Redasse il primo documento della lingua germanica, una traduzione della Bibbia nell'alfabeto gotico da lui ideato.
Ulhasnagar Città (274.000 ab.) dell'India, nello stato di Maharashtra.
Uli il servo Romanzo di J. Gotthelf (1846).
ulìgine, sf. Umidità naturale della terra.
uliginóso, agg. Umidiccio. Detto di pianta che cresce in luoghi umidi.
Ulìsse (astronomia) Appartiene al gruppo dei Troiani. Viene identificato con il numero 1143.
Ulisse (letteratura) Romanzo di J. Joyce (1922). È uno dei libri di questo secolo che hanno avuto più influenza nella letteratura. Deve il titolo alla volontà dell'autore di creare un'epica moderna ispirata a quella di Omero (Joyce era convinto che il romanzo fosse l'equivalente moderno della poesia epica). Ambientata nella città di Dublino, l'opera costituisce la narrazione di una giornata (16 giugno 1904) della vita di Leopold Bloom un ebreo errante, (moderno Ulisse nella cui figura Joyce adombra se stesso nella condizione di esule) il cui sentimento di estraniazione dalla società ne fa un simbolo universale di umanità, dell'intellettuale Stephen Dedalus e della moglie di Leopold, Molly, la cui finale affermazione è contenuta nel suo lungo monologo interiore che conclude il libro. L'Ulisse è noto per le sue allusioni alla teologia, alla mitologia e alla storia, per il suo virtuosismo stilistico, per il suo uso magistrale del monologo interiore e del flusso di coscienza e soprattutto per l'ampia rappresentazione ironica della vita. Mentre l'indagine psicologica esplora gli angoli più nascosti, la storia di una giornata si dilata fino a rappresentare la totalità della vita dell'uomo moderno. Proibito per oscenità negli Stati Uniti d'America fino al 1933, l'Ulisse è oggi considerato uno dei massimi risultati della letteratura moderna.
Ulisse
Opera in un prologo e due atti di L. Dallapiccola, libretto proprio (Berlino, 1968).
Ulìsse (mitologia) Eroe astuto e ingegnoso della mitologia greca, protagonista dell'Odissea e personaggio dell'Iliade, re di Itaca, figlio di Laerte e Anticlea, marito di Penelope e padre di Telemaco. Furono merito suo la presa del Palladio e l'idea del cavallo di Troia. Omero nell'Odissea narra il viaggio ventennale che dovette affrontare per tornare a Itaca e le peripezie a cui andò incontro. Tra esse si ricordano l'avventura con il ciclope Polifemo e l'incontro con la maga Circe e con le sirene. Tornato in patria, la trovò assediata dai proci, dai quali si liberò con l'aiuto del figlio.
ulìsside, sm. 1 Discendente di Ulisse. 2 Viene detto di persona alla ricerca di nuove esperienze.
ulìva e derivati => "oliva e derivati"
ulivèlla, sf. Attrezzo utilizzato nell'edilizia per il sollevamento di blocchi di pietra. È costituito da un cuneo che viene alloggiato in una cavità del blocco stesso; su un bullone o anello è articolato un gancio per il sollevamento mediante carrucola o similari.
Ulivéto Tèrme Stazione termale della provincia di Pisa, comune di Vicopisano.
Ulìvi, mónte dégli => "Olivi, monte degli"
Ullmann, Liv (Tokyo 1938-) Attrice cinematografica norvegese. Interpretò La vergogna (1968), Sussurri e grida (1973), Scene da un matrimonio (1974), Sinfonia d'autunno (1978) e Speriamo che sia femmina (1978).
Ulma Città (115.000 ab.) della Germania, nel Baden-Württemberg, sul Danubio.
Ulmer, Edgar G. (1900-1972) Regista cinematografico statunitense. Di origine austriaca, diresse Il gatto nero (1934), Deviazione (1945) e Fratelli messicani (1954).
ùlna, sf. Termine anatomico che designa l'osso che unitamente al radio forma lo scheletro dell'avambraccio.
ulnàre, agg. Relativo all'ulna.
Arteria ulnare
Ramo dell'arteria omerale che scorre nella parte mediale dell'avambraccio.
Ulobòridi Famiglia di Aracnidi Araneidi. Sono ragni di tipo sedentario e non velenoso. Vivono principalmente nelle regioni tropicali, ma si trovano anche in Europa. I generi più conosciuti sono l'Uloborus e l'Hyptiotes.
Ulotricàli Ordine di Alghe Cloroficee con forme a tallo laminare o filamentoso, con cellule uninucleate, dotate di un unico cloroplasto laminare e parietale. Si tratta soprattutto di Alghe di acqua dolce. Genere più conosciuto: Ulotrix.
Ulrìca Eleonòra (Stoccolma 1688-1741) Regina di Svezia dal 1718 al 1720. Durante la seconda guerra del Nord fu reggente, quindi, alla morte del fratello Carlo XII, proclamata regina. Nel 1720 abdicò in favore del marito Federico I.
Ulsan Città (682.000 ab.) della Corea del Sud, nella provincia di Gyeongsang Meridionale, sul mar del Giappone.
ùlster, sm. invar. Cappotto maschile da viaggio con cintura e mantellina della fine del XIX sec.
Ulster Una delle quattro regioni storico geografiche dell'Irlanda. Posta nella parte settentrionale dell'isola, occupa circa il 27% del territorio. È dal 1921 suddivisa in due parti, una appartenente alla Repubblica d'Irlanda (contee di Cavan, Donegal e Moaghan; 8.000 km2, 230.000 ab.) e l'altra alla Gran Bretagna (Irlanda del Nord; 14.000 km2, 1.500.000 ab., 26 distretti). Il territorio è pianeggiante e disseminato di parecchi laghi. Già regno potente, l'Ulster nel 1171 venne assegnato a Giovanni de Courcy. La ribellione contro l'Inghilterra e i Tudor iniziò nel XV sec. a opera del conte Ugo di Tyrone e terminò con la sconfitta di Kinsale (1603). Al periodo che va dal 1642 al 1649 risale la ribellione di Roe O'Neil, anch'essa fallita. Per risolvere il problema l'Inghilterra aumentò i coloni protestanti per mettere in minoranza gli irlandesi cattolici. Questo diede inizio a un conflitto etnico-religioso, tuttora acceso.
ulterióre, agg. 1 Che segue a un altro; nuovo. ~ successivo. <> antecedente. 2 Che è al di là, oltre. <> citeriore.
agg. further.
ulteriorménte, avv. Di più, oltre, ancora.
ultima ratio, sf. invar. L'ultima soluzione possibile.
Ultima volta che vidi Parigi, L' Film drammatico, americano (1954). Regia di Richard Brooks. Interpreti: Elizabeth Taylor, Van Johnson, Walter Pidgeon. Titolo originale: The Last Time I Saw Paris
ultimaménte, avv. 1 Negli ultimi tempi. ~ recentemente. <> una volta, tempo fa. 2 Alla fine.
avv. recently, lately.
ultimàre, v. v. tr. 1 Condurre a termine. ~ finire. <> iniziare. 2 Rifinire, ritoccare. ~ perfezionare.
v. intr. Arrivare al termine.
v. tr. to complete, to finish.
ultimatìvo, agg. Che ha carattere di ultimatum.
ultimatum, sm. invar. 1 Proposta ultima e irrevocabile che uno stato manda a un altro prima di entrare in guerra. ~ intimazione. 2 Ingiunzione o richiesta perentoria. ~ aut aut.
sm. ultimatum.
Ultimatum alla terra Film di fantascienza, americano (1951). Regia di Robert Wise. Interpreti: Michael Rennie, Patricia Neal, Hugh Marlowe. Titolo originale: The Day the Earth Stood Still
ultimazióne, sf. L'ultimare e l'effetto; termine. ~ compimento.
Ultime lettere di Jacopo Ortis Romanzo di U. Foscolo (1798-1802). Spesso indicato come il primo romanzo italiano moderno, racconta attraverso la forma epistolare la storia di un amore infelice e di un patriottismo deluso, che conducono il protagonista al suicidio. La vicenda narrata si svolge tra l'ottobre 1797 e il marzo 1799. Jacopo Ortis, che in più di un tratto è un personaggio di ispirazione autobiografica e riflette la crisi giovanile del Foscolo, reagisce con sdegno alla notizia del trattato di Campoformio con cui Napoleone cede Venezia all'Austria. Jacopo si rifugia sui Colli Euganei, conosce Teresa e se ne innamora, da lei corrisposto. Teresa però è promessa a Odoardo. Jacopo, irrequieto, fa un viaggio per l'Italia senza trovare pace. Tornato sui Colli Euganei, rivede Teresa ormai sposata. Disperato e deluso nella politica e negli affetti, si uccide.
Ultime poesie Opera di poesia di W. B. Yeats (1936-1939).
Ultimi giorni dell'umanità, Gli Dramma di K. Kraus (1918-1919).
ultimìssima, sf. 1 L'ultima notizia di un giornale. 2 Al plurale, le notizie più recenti.
sf. pl. the latest news.
ùltimo, agg. e sm. agg. 1 Che viene dopo tutti gli altri nello spazio o nel tempo. <> primo. 2 Posteriore a tutti gli altri, che è il più recente. ~ nuovo. <> superato. • l'ultima parola spettava a lui. 3 Che risale a un passato remoto o si proietta in un lontano futuro. 4 Che è più lontano nello spazio. ~ estremo. 5 Di infima condizione, di infimo grado, che non ha nessuna importanza. • essere l'ultima ruota del carro, contare nulla. 6 Massimo. ~ supremo. 7 Principale. ~ fondamentale. 8 Che è inferiore a tutti gli altri. ~ infimo. 9 Ulteriore. • fece un ultimo riscontro.
sm. 1 La persona o la cosa che viene dopo tutti gli altri o è inferiore agli altri. 2 Punto, momento estremo.
agg. 1 last. 2 (di due) latter. 3 (meno importante) least, last. 4 (più lontano) farthest, last. sm. 1 the last. 2 (in ultimo) in the end. 3 (da ultimo) lastly, finally.
lat. ultimus, superl. di ultra al di là.
Ùltimo (in ted. Ulten) Comune in provincia di Bolzano (2.945 ab., CAP 39016, TEL. 0473).
Ultimo Apache, L' Film western, americano (1953). Regia di Robert Aldrich. Interpreti: Burt Lancaster, Jean Peters, John McIntire. Titolo originale: Apache
Ultimo dei giusti, L' Romanzo di A. Schwarz-Bart (1959).
Ultimo dei Mohicani, L' Romanzo di J. F. Cooper (1826).
Ultimo dei Mohicani, L'
Film western, americano (1992). Regia di Michael Mann. Interpreti: Daniel Day-Lewis, Elizabeth Rowe. Titolo originale: The Last of the Mohicans
Ultimo imperatore, L' Film drammatico, italiano (1987). Regia di Bernardo Bertolucci. Interpreti: John Lone, Joan Chen, Peter O'Toole.
Ultimo scugnizzo, L' Dramma di R. Viviani (1932).
Ultimo spettacolo, L' Film drammatico, americano (1971). Regia di Peter Bogdanovich. Interpreti: Timothy Bottoms, Jeff Bridges, Cybill Shepherd. Titolo originale: The Last Picture Show
Ultimo tango a Parigi Film drammatico, italiano (1972). Regia di Bernardo Bertolucci. Interpreti: Marlon Brando, Maria Schneider, Jean-Pierre Léaud.
ultimogènito, agg. e sm. Che, chi è nato per ultimo.
agg. e sm. lastborn.
ùlto, agg. Vendicato. ~ punito.
ultóre, agg. e sm. (f.-trìce) Vendicatore.
ùltra, avv., agg. e sm. avv. Più in là. ~ oltre.
agg. e sm. invar. 1 In Francia, sostenitore della monarchia assoluta. 2 Sostenitore della destra francese nazionalista. ~ estremista.
ultra- Primo elemento di parole composte indicante eccesso, misura superiore al normale.
lat. ultra oltre, più in là.
ultrà, agg., sm. e sf. 1 Appartenente a formazioni politiche estremiste. ~ estremista. 2 Sostenitore fanatico di un club sportivo.
agg., sm. e sf. extremist.
ultracentenàrio, agg. sm. Che, chi ha più di cento anni.
ultracórto, agg. 1 Cortissimo. 2 Di hertziane di lunghezza inferiore ai dieci metri.
ultracustìca, sf. Settore dell'acustica che studia la produzione, la ricezione e i fenomeni relativi agli ultrasuoni.
ultradèstra, sf. In politica, estrema destra.
ultraìsmo, sm. Movimento estetico che si sviluppò in Spagna, in parallelo alle correnti cubiste e dadaiste dell'Europa, intorno agli anni '20. L'obiettivo era un rinnovamento letterario, tematico e lessicale applicato in particolar modo alla poesia lirica. Animatore, iniziatore e teorico fu Guillermo de Torre.
ultraleggèro, agg. Di velivoli di peso ridotto e di semplice costruzione che permettono di effettuare voli a basso costo, noti anche come ULM (ultraleggeri a motore).
ultramicroscòpico, agg. (pl. m.-ci) 1 Che ha dimensioni più che microscopiche. 2 Riferito all'ultramicroscopio, effettuato con l'ultramicroscopio.
ultramicroscòpio, sm. Microscopio che permette di rivelare particelle non visibili con un microscopio normale.
ultramodèrno, agg. Che è quanto di più moderno esista.
ultramondàno => "oltremondano"
ultramontàno, agg. e sm. 1 Che sta al di là dei monti. ~ oltramontano. 2 Straniero.
ultrapastorizzazióne, sf. Trattamento di pastorizzazione del latte che non ne altera le proprietà nutritive e serve per ottenere una lunga conservazione. ~ uperizzazione.
ultrapiàtto, agg. Di spessore assai ridotto; di forma molto appiattita.
ultraplancton, sm. invar. Plancton costituito da Alghe e Batteri, le cui forme, di minuscole dimensioni, non superano i 5μ.
ultrapotènte, agg. Potentissimo.
ultraràpido, agg. Rapidissimo.
ultrarósso, agg. e sm. Infrarosso.
ultrasensìbile, agg. Estremamente sensibile.
ultrasinìstra, sf. Insieme dei gruppi politici della sinistra parlamentare.
ultrasònico, agg. (pl. m.-ci) 1 Che concerne gli ultrasuoni. 2 Che ha velocità superiore a quella del suono. ~ supersonico.
ultrasonografìa, sf. Sinonimo di ecografia.
ultrasonòro, agg. 1 Attinente agli ultrasuoni; degli ultrasuoni. 2 Supersonico.
ultrastruttùra, sf. Struttura molecolare della materia vivente. È visibile al microscopio elettronico, ai raggi röntgen e alla luce polarizzata.
ultrasuòno, sm. Onda elastica di frequenza superiore ai 19.000 Hz e quindi al di sopra del limite di udibilità umana. Gli ultrasuoni sono prodotti da particolari dispositivi come gli oscillatori al quarzo, e presentano i fenomeni di riflessione, rifrazione, diffrazione e inferenza. Sono impiegati nella tecnologia meccanica per la produzione di ecoscandagli per l'esplorazione dei fondali marini e in medicina (ecografia).
da ultra-+ suono.
ultrasuonoterapìa, sf. Impiego degli ultrasuoni a scopo terapeutico. Essi provocano in tessuti e cellule effetti di attivazione dei processi ossido-riduttivi, aumento della temperatura e irrorazione sanguigna. Vengono utilizzati per casi di asma, affezioni arteriose spastiche ma soprattutto per affezioni osteoarticolari.
ultraterréno, agg. Al di là dei limiti terreni, delle capacità umane. ~ trascendente. <> terreno.
ultraviolétto, agg. e sm. Di radiazione elettromagnetica di lunghezza d'onda compresa tra i raggi X e l'estremo violetto.
• In fisica indica le radiazioni elettromagnetiche con lunghezza d'onda compresa tra 4 e 400 nm, al di sopra cioè della zona della luce visibile (violetto). La banda dell'ultravioletto viene divisa in tre zone: la zona dell'ultravioletto vicino, con lunghezza d'onda compresa tra i 400 e i 300 nm, la zona dell'ultravioletto medio, compresa tra i 300 e i 200 nme quella dell'ultravioletto lontano, con lunghezza d'onda inferiore ai 200 nm. Scoperte nel 1801 da J. W. Ritter e W. H. Wollanston, le radiazioni ultraviolette hanno un elevato potere ionizzante, una forte azione battericida e favoriscono i processi fotochimici; sono impiegate nell'industria, in medicina e nella ricerca scientifica.
Uludag Monte (2.543 m) della Turchia, nell'Anatolia nordoccidentale.
ululàre, v. intr. 1 Detto del cane e del lupo, emettere urli lamentosi e prolungati. 2 Produrre suoni prolungati simili a lamenti. ~ urlare. 3 Piangere convulsamente. ~ lamentarsi.
lat. ululare.
ululàto, sm. 1 L'ululare del cane e del lupo. 2 Urlo lamentoso e prolungato. ~ urlo.
ùlulo, sm. Ululato. ~ urlo.
ululóne, sm. Anfibio (noto anche come ululone dal ventre giallo, Bombina variegata) della famiglia dei Discoglossidi e dell'ordine degli Anuri. Lungo 5 cm, presenta sul ventre una colorazione gialla con macchie blu. Vive in Europa in zone elevate.
ùlva, sf. Genere di Alghe Cloroficee della famiglia delle Ulotricacee che si trovano nella fascia di terra coperta dall'alta marea.
Ulysses Questa sonda spaziale europea venne lanciata da Cape Canaveral nel 1990 mediante la navetta Discovery; serviva per lo studio della struttura tridimensionale della corona solare per mezzo di una misurazione effettuata a grande latitudine eclittica.
umanaménte, avv. 1 Secondo la natura umana. 2 Con umanità. ~ benevolmente.
umanàrsi, v. rifl. Farsi uomo.
umanèsimo, sm. 1 Atteggiamento di esaltazione dei valori umani. 2 Interesse per gli studi classici o filologici.
• Movimento culturale svoltosi nel XIV e XV sec., caratterizzato dalla riscoperta della cultura classica greca e latina e che pose le basi per il rinascimento. I tratti peculiari dell'umanesimo furono la rivalutazione della civiltà classica, considerata il fondamento di ogni progresso umano, il disprezzo per la cultura medievale e il nuovo atteggiamento intellettuale, improntato a un nuovo spirito critico, basato sulla tendenza a verificare la validità delle nozioni tradizionali tramite un'analisi razionale. Nonostante la nascita del concetto di indipendenza politica e l'opera dei cancellieri C. Salutati e L. Bruni, l'umanesimo rimase un fenomeno puramente letterario e filosofico. Il movimento, che aveva già trovato un precursore nel Petrarca, fondatore del primo cenacolo umanista, nacque in Italia, diffondendosi poi anche all'estero. Ebbe i suoi centri principali a Firenze, Roma e Napoli. Fu caratterizzato anche da una tendenza all'internazionalità della cultura e allo studio della lingua e delle opere greche. Si ricordano C. Salutati, che nel 1397 fece richiamare a Firenze M. Crisolora per l'insegnamento del greco; G. Aurispa, che si interessò alla divulgazione dei testi greci di Omero, Tucidide e Senofonte e il concilio ecumenico di Ferrara e Firenze (1438-1439) che cercò di ricongiungere le chiese greca e latina, favorendo la venuta in Italia di studiosi greci come il cardinale Bessarione e G. Gemisto detto Pietone, iniziando la questione della supremazia tra Platone e Aristotele, dalla quale si affermò il neoplatonismo. Altri maestri greci vennero in Italia in seguito all'occupazione turca della Grecia (1453). I principali esponenti dell'umanesimo italiano furono L. Bruni, P. Bracciolini, N. Niccoli, G. Pico della Mirandola, F. Filelfo, L. Valla, G. Pomponio Leto, fondatore dell'Accademia romana e A. Boccadelli, detto il Palormita, fondatore dell'Accademia napoletana. Quest'ultima prese in seguito il nome di Pontaniana dal nome del suo socio più famoso, G. Pontano, autore di opere in latino, insieme a M. Marullo, al Poliziano e al Sannazzaro. A questo periodo risalgono le prime discussioni stilistiche sull'uso del latino. Alla seconda metà del XV sec. risale lo sviluppo dell'umanesimo volgare, termine con cui venne designata la produzione di opere in lingua italiana in cui gli autori prendevano come modello la produzione classica, cosa che avrebbe dovuto conferire maggiore dignità all'opera stessa. Rinacquero così la poesia (Poliziano, Lorenzo de' Medici, M. Boiardo) e la prosa (I. Sannazzaro, Leon Battista Alberti). Personaggio di rilievo fu Leonardo, che portò avanti l'umanesimo scientifico, rimanendo però isolato. Tra gli umanisti stranieri si ricordano l'olandese Erasmo da Rotterdam; il catalano A. March; i francesi G. Budé, J. de Montruil; gli inglesi W. Grocyn e Th. Linacre e i tedeschi N. Cusano e F. Melantone.
Umanesimo integrale Opera filosofica di J. Maritain (1936).
Umanesimo italiano, L' Opera storica e filosofica di E. Garin (1952).
umanìsta, sm. e sf. (pl. m.-i) 1 Esponente o rappresentante dell'umanesimo. 2 Cultore di arte e letteratura antiche. ~ classicista. 3 Insegnante di lingue e letteratura classiche.
lat. mediev. humanista insegnante di lettere classiche.
umanìstico, agg. (pl. m.-ci) 1 Dell'umanesimo, degli umanisti. • letteratura umanistica. 2 Letterario. • aveva fatto studi umanistici. 3 Relativo a lingue e letteratura classiche. • scienze umanistiche.
deriv. da umanista.
umanità, sf. 1 L'essere uomo; natura e condizione umana. 2 Gli uomini, il genere umano. ~ prossimo, universo. • il futuro dell'umanità era a rischio con la tecnologia atomica. 3 Gli studi letterari, la cultura letteraria. 4 Sentimento di fratellanza, solidarietà, pietà, benevolenza, comprensione tra gli uomini. ~ bontà. <> cattiveria. • mostrava molta umanità nel suo lavoro.
sf. 1 humanity. 2 (genere) mankind.
lat. humanitas,-atis, deriv. da homo,-inis uomo.
umanitàrio, agg. e sm. agg. 1 Conforme ai sentimenti umani di bontà, pietà ecc. ~ filantropico. <> egoistico. 2 Proprio di una persona umanitaria.
sm. Persona umanitaria.
agg. humanitarian.
umanitarìsmo, sm. 1 I sentimenti, i concetti di chi, di ciò che è umanitario. 2 Cosmopolitismo.
umanitarìstico, agg. (pl. m.-ci) Di umanitarismo, relativo all'umanitarismo.
umanizzàre, v. v. tr. 1 Rendere umano, attribuire natura umana. 2 Civilizzare. ~ incivilire. <> imbarbarire.
v. intr. pron. Assumere natura umana. ~ incarnarsi.
v. rifl. Incivilirsi, dirozzarsi. ~ civilizzarsi.
umàno, agg. e sm. agg. 1 Dell'uomo; relativo all'uomo, agli essere umani. • il sapere umano aveva continuato a progredire. 2 Adeguato alla persona umana. 3 Conforme alla natura dell'uomo. ~ mortale. • errare è umano. 4 Che è costituito da uomini. 5 Fortemente espressivo. 6 Pieno di umanità; aperto. ~ altruista, solidale. <> insensibile. • era molto umano nel trattare con quei poveretti.
sm. 1 Che è proprio dell'uomo. 2 Al plurale, genere umano. ~ uomini.
agg. 1 human. 2 (comprensivo) humane.
lat. humanus, deriv. da homo,-inis uomo.
• Errare è umano, ma perseverare è diabolico. Sentenza citata nei Sermoni di San Bernardo. FRS: Errare è umano, perdonare è divino. Citazione contenuta nell'Essay on Criticism di Alexander Pope.
Umano, troppo umano Opera di filosofia di F. W. Nietzsche (1878).
umanòide, agg., sm. e sf. Che, chi ha caratteri quasi umani.
Umar ibn al-Khattab (?-644) Secondo califfo arabo, dal 634. Conquistò Palestina, Mesopotamia, Egitto e Siria a persiani e bizantini. Organizzò il nuovo impero e introdusse l'usanza di datare gli anni dall'egira.
umazióne, sf. Seppellimento.
Umbèrtide Comune in provincia di Perugia (14.379 ab., CAP 06019, TEL. 075). Centro agricolo (coltivazione di frutta, ortaggi, viti, olivi e cereali), dell'allevamento di suini e bovini e industriale (prodotti dell'abbigliamento, del tabacco, alimentari e meccanici) della val Tiberina. Vi si trovano l'abbazia di San Salvatore di monte Corona, del XII sec., la chiesa di San Francesco, del XIV sec., e la chiesa di Santa Maria della Reggia, del XVI sec. Gli abitanti sono detti Umbertidesi.
umbertìno, agg. Relativo al periodo in cui regnò Umberto I.
Umbèrto Nome di sovrani.
Umberto I
(Torino 1844-Monza 1900) Figlio di Vittorio Emanuele II di Savoia e di Maria Adelaide di Asburgo-Lorena, gli succedette nel 1878. Di orientamento conservatore, emise decreti speciali con lo scopo di rafforzare il potere della corona. In politica estera sostenne la Triplice alleanza, contro la Francia e il tentativo di espansione coloniale in Africa promosso da Crispi. Dopo la sconfitta di Adua (1896), sedò con metodi repressivi i moti di rivolta contro il suo autoritarismo (moti di Milano del 1898). Fu ucciso da G. Bresci a Monza.
Umberto II
(Racconigi 1904-Ginevra 1983) Figlio di Vittorio Emanuele III e di Elena di Montenegro, nel 1944 fu nominato dal padre luogotenente generale del regno, assumendone di fatto il governo e ne divenne re il 4 giugno 1946, dopo l'abdicazione del padre. Sposò Maria José, figlia di Alberto I del Belgio. In seguito al referendum istituzionale e alla proclamazione della Repubblica italiana (13 giugno), dovette rinunciare alla carica e lasciare l'Italia. Si stabilì a Cascais, in Portogallo, con il titolo di conte di Sarre.
Umberto Biancamano (?-1047 o 1048) Conte d'Aosta e primo conte di Moriana, fu vassallo di Rodolfo III di Borgogna e poi di Corrado II il Salico. Fu il capostipite dei Savoia.
Umberto D. Film drammatico, italiano (1952). Regia di Vittorio De Sica. Interpreti: Carlo Battisti, Maria Pia Casilio.
umbilìco => "ombelico"
umbóne, sm. 1 Parte centrale anteriore dello scudo, che serviva come ornamento e come rinforzo. 2 In alcuni organi vegetali, protuberanza centrale circolare.
lat. umbo,-onis.
umbracùlidi Genere di Molluschi opistobranchi notaspidei presenti esclusivamente nei mari temperati e caldi. Sono caratterizzati da un solo piede carnoso ovaliforme.
umbràtile, agg. 1 Che è in ombra. ~ ombroso. 2 Solitario e schivo; timido, introverso. ~ appartato, ombroso. <> esuberante.
Ùmbria Regione a statuto ordinario dell'Italia centrale, l'unica dell'Italia peninsulare a non affacciarsi al mare; confina a nord e a est con le Marche, a sud con il Lazio e a ovest e nord-ovest con la Toscana.
Il territorio è interamente montuoso, appartenente al sistema appenninico.
Lungo il confine orientale è orlata dagli Appennini Umbro-Marchigiani, che solo sporadicamente superano i 1.500 m di altitudine, e che continuano a sud nei monti Sibillini.
La parte più occidentale del paese è invece occupata da una serie di rilievi minori, intervallati da ampi bacini intramontani.
La regione è percorsa da nord a sud dal corso medio del Tevere, che raccoglie la maggior parte delle acque della regione (Chiasco, Nera e Paglia).
In prossimità del confine con la Toscana si estende il lago Trasimeno, tra i maggiori della penisola.
Il clima è di transizione da un clima continentale (data la distanza dal mare) e un clima sub-mediterraneo, dato che il benefico influsso del mar Tirreno penetra in profondità attraverso la valle del Tevere; ne consegue che gli inverni non sono troppo rigidi e le estati sono fresche e ventilate.
Il capoluogo della regione è Perugia; l'altro capoluogo provinciale è Terni.
L'agricoltura è da lungo tempo in una fase di crisi, controbilanciata da un maggiore sviluppo assunto dal settore industriale, particolarmente evidente in provincia di Terni (industria idroelettrica, siderurgica, meccanica, chimica e tessile), nonché nella zona di Perugia (industria alimentare, tessile e grafico editoriale).
L'agricoltura tuttavia continua a produrre cereali, barbabietola da zucchero, patate, ortaggi, tabacco, vite e olivo; praticato l'allevamento e un discreto sfruttamento forestale.
Una certa vivacità conserva l'artigianato locale, imperniato sulla lavorazione di ceramica, ricami, ferro battuto e intaglio del legno.
Il turismo è in continuo aumento, potendo contare sia sulla bellezza naturalistica della zona, che su città ricche di storia e arte (Perugia, Orvieto, Spoleto, Assisi, Gubbio) nonché su numerose stazioni termali.
• Abitanti-804.054
Superficie-8.456 km2
Densità-95 ab./km2
Capoluogo-Perugia
Province (fra parentesi il numero di abitanti del capoluogo espresso in migliaia): Terni (107), Perugia (144)
Umbriàtico Comune in provincia di Crotone (1.302 ab., CAP 88070, TEL. 0962).
Umbriel Satellite del pianeta Urano, scoperto nel 1851 da W. Lassell; ha un periodo orbitale di 4,14 giorni, un raggio di 275 km e dista 267.000 km. Per queste caratteristiche si trova rispettivamente al quarto e al tredicesimo posto rispetto agli altri satelliti del pianeta.
ùmbro, agg. e sm. agg. Dell'Umbria. • il turismo umbro era molto ben organizzato e servito.
sm. 1 Nato o abitante in Umbria. 2 Dialetto parlato in Umbria. 3 Appartenente all'antica popolazione degli umbri.
lat. Umbrus.
Ume Fiume (460 km) della Svezia. Nasce presso il confine con la Norvegia e sfocia nel golfo di Botnia.
Umeå Città (95.000 ab.) della Svezia, capoluogo della contea di Västerbotten, alla foce del fiume Ume, nel golfo di Botnia.
umettàre, v. tr. Bagnare leggermente. ~ inumidire. <> inaridire.
v. tr. to moisten, to dampen.
ùmico, agg. (pl. m.-ci) Che si riferisce all'humus.
umidézza, sf. Qualità di ciò che è umido.
umidìccio, agg. Umido in modo fastidioso e sgradevole.
umidificàre, v. tr. Rendere umido.
da umido +-ficare.
umidificatóre, sm. Apparecchio per umidificare l'aria di un ambiente.
sm. humidifier.
umidificazióne, sf. L'umidificare e l'effetto.
umidità, sf. 1 L'essere umido. ~ umidore, umidume. <> asciuttezza, secchezza. 2 Presenza di vapore acqueo nell'atmosfera. 3 Quantità di acqua o di vapore acqueo contenuto in una sostanza.
sf. 1 moistness, dampness, humidity.
• L'umidità atmosferica si distingue in umidità assoluta, che indica la quantità di vapore acqueo contenuto in un'unità di volume, e in umidità relativa, che indica il rapporto, espresso in percentuale, tra l'umidità assoluta e l'umidità di saturazione, ossia la massima quantità di vapore acqueo che può essere contenuto nel volume dato alla stessa temperatura. Con umidità specifica si indica il rapporto tra la massa del vapore acqueo contenuto e la massa totale dell'aria umida che lo contiene, mentre con rapporto di mescolanza si indica il rapporto tra la massa di vapore acqueo e la massa di aria secca con la quale è mescolato. L'umidità si misura tra l'altro con igrometri, igroscopi e psicrometri.
ùmido, agg. e sm. agg. 1 Che contiene un quantità ridotta di acqua o altri liquidi. ~ acquoso. 2 Che contiene molto vapore acqueo. 3 Che non si è completamente asciugato. ~ bagnaticcio. <> secco. • indossava ancora quei panni umidi per la pioggia. 4 Di fenomeno che si accompagna alla produzione di materiali più o meno liquidi. 5 Che è caratterizzato da umidità. • il clima umido di quel luogo poteva solo creargli dei fastidi.
sm. 1 Umidità. 2 Sugo, intingolo fatto con pomodoro, olio e verdure nel quale si fanno cuocere per molto tempo carne, pesce o altri cibi. • aveva cucinato il pesce in umido. 3 La vivanda cucinata in umido.
agg. 1 damp. 2 (clima) humid. 3 (occhi, mani) moist. sm. damp, dampness.
lat. umidus, deriv. da umere essere umido.
umidóre, sm. Umidità.
umìfero, agg. Di terreno, grasso, ricco di humus.
umificazióne, sf. Trasformazione delle sostanze organiche presenti nel terreno in humus.
ùmile, agg., sm. e sf. agg. 1 Modesto, semplice. ~ dimesso. <> superbo. 2 Di persona che ha piena coscienza dei propri meriti e non ne prova orgoglio. 3 Modesto per nascita o condizione sociale. ~ povero. 4 Mite. ~ riservato. <> spavaldo. 5 Sottomesso, ossequiente. ~ rispettoso. <> ribelle. 6 Poco elevato da terra. ~ basso. 7 Meschino. ~ piccino. 8 Sommesso. ~ pudico. 9 Vile.
sm. e sf. 1 Persona che ha coscienza dei propri limiti, non orgogliosa. 2 Persona di grado sociale poco elevato. ~ povero.
agg. humble.
lat. humilis, deriv. da humus suolo.
umiliànte, agg. Che umilia. ~ mortificante. <> appagante.
umiliàre, v. v. tr. 1 Abbassare la superbia di qualcuno. ~ sottomettere. • lo umiliò di fronte a tutti. 2 Procurare avvilimento, imbarazzo. ~ mortificare. <> valorizzare. • quella situazione di incertezza lo umiliava profondamente.
v. rifl. 1 Farsi umile. 2 Sottovalutarsi, degradarsi. ~ disistimarsi. 3 Fare atto di sottomissione. ~ prostrarsi. <> insuperbirsi. • era solito umiliarsi di fronte al potente di turno.
v. tr. to humiliate. v. rifl. to humble oneself.
lat. tardo humiliare, deriv. da humilis.
Umiliati e offesi Romanzo di F. M. Dostoevskij (1862).
umiliazióne, sf. 1 L'umiliare, l'essere umiliato. ~ mortificazione. 2 Atto o situazione che umilia. ~ smacco. <> trionfo. 3 Offesa, ferita. ~ oltraggio. <> glorificazione.
sf. humiliation.
lat. tardo humiliatio,-onis.
umilménte, avv. In modo umile. ~ modestamente.
umiltà, sf. 1 L'essere umile, non essere orgoglioso. 2 Riverente sottomissione, remissività. ~ deferenza. <> protervia. 3 Riservatezza. ~ modestia. <> prosopopea. 4 L'essere semplice, dimesso. ~ povertà. 5 L'essere di modesta condizione, non nobile.
sf. humbleness, humility.
lat. humilitas,-atis, deriv. da humilis.
umlaut, sm. invar. Segno grafico usato nella lingua tedesca che indica modificazioni di pronuncia sia per vocali che per dittonghi.
umoràle, agg. 1 Che riguarda gli umori del corpo. 2 Soggetto a frequenti cambiamenti di umore. ~ lunatico. <> equilibrato.
umóre, sm. 1 Sostanza liquida che gocciola. ~ secrezione. 2 Qualunque liquido che scorre nel corpo degli animali e nelle piante. ~ linfa. 3 Disposizione verso un certo stato d'animo. 4 Tendenza, inclinazione. ~ capriccio. 5 Indole. ~ temperamento. 6 Umorismo.
sm. 1 mood, humour. 2 (carattere) temper.
lat. umor,-oris, deriv. da umere essere umido.
Umore acqueo
Liquido incolore e limpido che riempie la camera anteriore (tra cornea e iride) e quella posteriore (tra iride e cristallino) dell'occhio.
Umore vitreo
Liquido gelatinoso trasparente che riempie la parte del corpo vitreo dell'occhio, tra il cristallino e la retina.
umorìsmo, sm. Attitudine a vedere e rappresentare gli aspetti paradossali, contraddittori e strani della realtà in modo arguto e intelligente. ~ comicità, arguzia, spirito. <> seriosità.
sm. humour.
franc. humorisme, deriv. dall'ingl. humour.
umorìsta, sm. e sf. (pl. m.-i) 1 Chi ha umorismo. ~ spiritoso. 2 Chi crea disegni, testi o film umoristici. ~ vignettista. 3 Attore comico.
sm. e sf. humorist.
franc. humoriste.
umoristicaménte, avv. In modo umoristico. ~ comicamente.
umorìstico, agg. (pl. m.-ci) 1 Relativo all'umorismo, agli umoristi. 2 Che è fatto o detto con umorismo. 3 Non serio, non affidabile. ~ ridicolo. <> drammatico. 4 Spiritoso, arguto. ~ faceto. <> austero.
agg. funny, humorous.
UMTS (Universal Mobile Telecommunications Service) terza generazione di trasmissione di testo, voce, video, multimedia e dati a banda larga basata sulla trasmissione a pachetti. Il trasferimento dei dati avviene ad una velocità di 2 megabits al secondo e si basa sullo standard GSM (Global System for Mobile).
un => "uno"
Una delle ultime sere di carnevale Commedia di C. Goldoni (1762).
Una e una notte Racconto di E. Flaiano (1959).
una tantum, loc. agg. invar. Espressione latina che significa "una sola volta". Indica un atto che viene compiuto una sola volta senza doversi ripetere.
Unam Sanctam Bolla emanata da Bonifacio VIII, il 18 novembre 1302, durante il conflitto con Filippo il Bello, nella quale si affermava la supremazia del potere spirituale sul potere temporale e civile.
Unamuno, Miguel de (Bilbao 1864-Salamanca 1936) Saggista, poeta, drammaturgo e narratore spagnolo. Di educazione cattolica, attraversò una crisi religiosa nel 1897; nelle sue opere sottolineò soprattutto la fede come conquista. Compì gli studi secondari a Bilbao e frequentò l'università a Madrid dove si laureò. Dal 1891 al 1900 fu professore di greco all'università di Salamanca; dal 1900 al 1914 fu rettore della stessa università. Inizialmente vicino ai socialisti, sostenne sempre posizioni autonome nei confronti delle autorità. Venne rimosso dalla carica di rettore per aver assunto posizioni antimonarchiche. Successivamente, per la sua opposizione alla dittatura di Primo De Rivera (1923-1930), fu inviato al confino a Fuerteventura nelle isole Canarie. Riuscì a sottrarsi alla sorveglianza e, dopo un viaggio avventuroso, si rifugiò in Francia. Rimase in Francia fino al 1930. Dal 1930 al 1936 tornò a Salamanca come rettore. Destituito allo scoppio della guerra civile spagnola, si ritirò volontariamente nella sua casa, dove morì alcuni mesi dopo. Di vastissima cultura classica, Unamuno, profondamente radicato nella cultura spagnola, esprime nella sua opera valori comuni a tutto l'Occidente. Nella sua opera sono stati individuati temi, come il significato dell'esistenza e la morte, ed esperienze che saranno sviluppati dal movimento esistenzialista. Poiché né la ragione né la fede offrono una soluzione al problema dell'esistenza, nasce l'esigenza di una ricerca individuale, con tutti i suoi tormenti. Fra le sue opere, i saggi Intorno al tradizionalismo (En torno al casticismo, 1895), Vita di Don Chisciotte e Sancio (La vida de Don Quijote y Sancho, 1905), Il sentimento tragico della vita negli uomini e nei popoli (Del sentimiento trágico de la vida en los hombres y en los pueblos, 1953), L'agonia del cristianesimo (La agonía del Cristianismo, 1925). La Vita di Don Chisciotte e Sancio, considerata una delle sue opere più significative, presenta riflessioni sui vizi e sulle virtù degli spagnoli, dei quali i due personaggi di M. Cervantes sono i simboli. È anche una testimonianza di patriottismo in un periodo storico quanto mai tormentato. Notevoli sono anche alcuni romanzi, come Pace nella guerra (Paz en la guerra, 1897), Nebbia (Niebla, 1914), L'ultima leggenda di Caino (1917), La zia Tula (La tía Tula, 1921), San Manuel bueno, Mártir (1931), che nella problematicità dei personaggi anticipano la narrativa esistenzialista. Tra le opere teatrali, La sfinge (La esfinge, 1898), Fedra (1910), Rachele incatenata (Rachel encadenada, 1921), Solitudine (Soledad, 1921), Ombre di sogno (Sombras de sueño, 1926), L'altro (El otro, 1926), Il fratello Juan o il mondo è teatro (El hermano Juan o el mundo es teatro, 1929) e versione spagnola della Medea di Seneca (1933). La critica ha da sempre espresso apprezzamento per la sua opera di saggista; in tempi recenti ha iniziato a rivalutare la sua opera lirica, riunita in raccolte come Poesie (Poesías, 1907), Rosario di sonetti lirici (Rosario de sonetos líricos, 1911) e Canzoniere dell'esilio (Romancero del destierro, 1928). Autore di una vastissima serie di interventi su riviste e giornali, Unamuno è considerato una delle figure più significative della cultura spagnola moderna.
unànime, agg. 1 Di persone concordi nel prendere decisioni, manifestare un'opinione ecc.; generale, collettivo, uniforme. ~ concorde. <> dissenziente. 2 Che esprime la concorde volontà degli elementi di un gruppo. ~ universale. <> parziale.
agg. unanimous.
unanimeménte, avv. In modo unanime. ~ coralmente.
unanimìsmo, sm. 1 Nel linguaggio politico, la tendenza a far apparire concordi i consensi anche solo apparentemente. 2 Unanimità. 3 Dottrina letteraria e filosofica.
unanimìstico, agg. (pl. m.-ci) 1 Frutto di unanimismo. 2 Unanime.
unanimità, sf. L'essere unanime. ~ concordia.
sf. unanimity.
lat. unanimitas,-atis.
uncinàre, v. tr. 1 Piegare a uncino. 2 Afferrare con un uncino. 3 Nel calcio, arrestare al volo il pallone trascinandolo poi a terra.
uncinàto, agg. Fatto a uncino; munito di uncini. ~ ricurvo. <> dritto, teso.
uncinétto, sm. 1 Diminutivo di uncino. 2 Specie di ago con la punta a forma di uncino usato per eseguire lavori a maglia. 3 Lavoro eseguito con tale ago.
sm. crochet hook.
Uncìni, Frànco (Civitanova Marche, Macerata 1955-) Corridore motociclista. Iniziò la sua carriera nel mondo agonistico nel 1974. Secondo nella categoria 250 cc. nel 1977, vinse il campionato del mondo nella categoria 500 cc. nel 1982.
uncìno, sm. 1 Arnese di ferro di forma incurvata e adunco che serve per afferrare o per agganciare qualcosa. ~ gancio, arpione. 2 Pretesto. ~ cavillo. • tirare con gli uncini un ragionamento, fare una interpretazione forzata. 3 Parola o segno grafico illeggibile. 4 Nel pugilato, gancio. ~ crochet. 5 Nella pallacanestro, tiro a parabola realizzato con una mano sola. • era molto abile nel tiro a uncino.
sm. hook.
lat. tardo uncinus, dimin. di uncus uncino.
uncinulàto, agg. A forma di uncino o che porta un piccolo uncino.
uncìnulo, sm. Piccolo uncino.
unda-maris, sm. invar. Registro d'organo di otto piedi accordato più crescente rispetto al salicionale. Il nome deriva dal caratteristico suono che emette, dovuto a un leggero battimento.
in lat. significa onda di mare.
undècimo, agg. num. ord. Undicesimo.
under, agg., sm. e sf. agg. e sf. invar. Di squadra o manifestazione riservata ad atleti di età inferiore a un determinato valore.
agg. sm. e sf. invar. Di atleta appartenente a tale categoria.
under 21, loc. sost. f. invar. Locuzione inglese che significa "al di sotto dei 21 anni". Nello sport viene utilizzato per squadre composte da atleti più giovani di 21 anni.
underground, agg. e sm. agg. invar. 1 Segreto. ~ clandestino. 2 Alternativo. ~ controcorrente.
agg. e sm. invar. Di attività artistica, musicale, letteraria nata al di fuori degli ambienti tradizionali e di tono anticonformista.
understatement, sm. invar. 1 Affermazione o descrizione volutamente incompleta o eufemistica, tendente a minimizzare e spesso con intenti ironici. 2 Atteggiamento alieno da qualsiasi ostentazione.
undicènne, agg., sm. e sf. 1 Di undici anni. 2 Che, chi ha undici anni di età.
undicèsimo, agg., sm. e sf. agg. num. ord. Che in una serie occupa l'undicesimo posto.
sm. e sf. L'undicesima parte di un intero.
ùndici, agg. e sm. agg. num. card. invar. Numero naturale corrispondente a dieci unità più una.
sm. invar. Il numero undici e le cifre o la lettera che lo indicano.
agg. e sm. eleven.
ùndici, gli Nell'antica Grecia, ad Atene, erano magistrati incaricati del controllo delle carceri e delle applicazioni delle pene inflitte, anche quelle capitali.
Undset, Sigrid (Kallundborg 1882-Lillehammer 1949) Scrittrice norvegese. Tra le opere Martha Oulie (1907) e Kristin figlia di Lavran (1920-1922).
UNESCO Sigla che sta per United Nations Educational Scientifical and Cultural Organization, organizzazione specializzata delle Nazioni Unite (ONU), con sede a Parigi. Fu fondata nel 1945 alla conferenza di Londra, con lo scopo di sostenere la pace e di promuovere la collaborazione scientifica, culturale e a scopo educativo tra le nazioni. Si occupa tra l'altro dei progetti di alfabetizzazione nei paesi arretrati.
Ungarétti, Giusèppe (Alessandria d'Egitto 1888-Milano 1970) Poeta italiano. Fece le prime esperienze nei circoli anarchici alessandrini, per poi trasferirsi a Parigi nel 1913. Qui incontrò i massimi esponenti letterari e artistici, tra cui P. Picasso e G. Apollinaire. L'esperienza simbolista si avverte nelle sue prime opere, caratterizzate da frasi semplici e immediate, dall'uso di immagini improvvise e, dal punto di vista formale, da frasi brevi e irregolari, allo scopo di recuperare l'essenza della poesia. Di questo primo periodo poetico, pervaso da un senso profondo di solitudine, sono Il porto sepolto (1916) e Allegria di naufragi (1919), che risente dell'esperienza passata in trincea durante la guerra del 1915-1918, nella quale si arruolò volontario. Un andamento più disteso e meditativo hanno le opere successive, dopo lo studio di Petrarca e Leopardi e la traduzione di poeti stranieri (Sentimento del tempo, 1933). Dopo un periodo passato in Brasile molto fertile dal punto di vista letterario (1936-1942), la raccolta Il dolore (1947), dopo la morte del figlio, segnò l'inizio di un nuovo periodo poetico, imperniato su motivi autobiografici e sulla meditazione sui temi umani più profondi. Di questo periodo sono La Terra promessa (1950), Un grido e paesaggi (1952), Il taccuino del vecchio (1960) e Dialogo d'amore (1968). La sua poesia, facente parte del filone dell'ermetismo, è stata raccolta dal poeta stesso in Vita di un uomo (1969).
ungàrico, agg. (pl. m.-ci) Ungherese.
ungàro, agg. e sm. agg. 1 Magiaro. 2 Ungherese.
sm. 1 Appartenente alla popolazione magiara. 2 Ungherese. 3 Ducato d'oro ungherese.
Ungava Penisola del Canada, nella sezione nordoccidentale del Labrador. È attraversata dai fiumi Payne e Leaf.
ùngere, v. v. tr. 1 Cospargere di materia grassa. • ungere i capelli con il gel. 2 Lubrificare, oliare. ~ ingrassare. <> sgrassare. 3 Sporcare con una materia grassa. ~ macchiare. <> pulire. 4 Consacrare con olio benedetto. 5 Ingraziarsi qualcuno. ~ adulare. • ungere la ruota, offrire del denaro.
v. intr. pron. o rifl. 1 Spalmarsi di materia grassa. 2 Sporcarsi con una materia grassa. ~ insudiciarsi. • si era unto la camicia con il sugo.
v. tr. 1 to oil, to grease. 2 (rel.) to anoint. 3 (fig.) to butter up, to flatter. v. intr. pron. e v. rifl. 1 to get grease-stained. 2 (sporcarsi) to get covered in grease.
lat. ungere, da unguere.
ungherése, agg. e sm. agg. Dell'Ungheria. ~ magiaro.
sm. 1 Nato o abitante in Ungheria. => "magiari". 2 Lingua parlata in Ungheria.
agg. e sm. Hungarian.
Ungherìa Repubblica dell'Europa centrale; confina a nord con la Repubblica Slovacca, a est con l'Ucraina e la Romania, a sud con Slovenia, la Croazia e la Federazione iugoslava, a ovest con l'Austria.
Il territorio è prevalentemente costituito da un'area depressionaria: la pianura pannonica. A nord di quest'ultima si estende la zona più elevata del paese, il Felfold, le cui alture costituiscono le propaggini meridionali dei Carpazi: esse comprendono i monti Matra (1.015 m), i monti Bukk e le alture di Hegyalia.
La zona transdanubiana, che si estende tra il Danubio, la Drava e le propaggini orientali delle Alpi, è una vasta pianura, comprendente il Piccolo Alfold a ovest e il Dunantùl a sud, separati tra loro dalle alture della Selva Baconia e dei monti Vértes; isolate nel settore meridionale del Dumantùl, sorgono invece le colline del Mecsek (682 m).
Il territorio è attraversato, da nord a sud, dai grandi fiumi Danubio e Tibisco. Il primo, soggetto a magre e con portate massime solo nei mesi estivi, è comunque navigabile per quasi tutto l'anno e costituisce una fondamentale arteria del paese; il suo principale affluente, la Drava, interessa solo marginalmente il territorio ungherese, delineandone per un breve tratto il confine meridionale; il Tibisco attraversa l'Ungheria per circa 600 km, con un corso grossolanamente parallelo, almeno nella zona centrale, a quello danubiano; presenta variazioni rilevanti della sua portata e, durante i periodi di piena, solo un sistema ben articolato di dighe e canali evita il pericolo di gravi inondazioni. Un elemento fondamentale dell'idrografia ungherese è il lago Balaton, il più vasto dell'Europa centrale, ricco di numerose località turistiche e termali.
Il clima è assolutamente continentale, con escursioni termiche giornaliere e annue molto accentuate e precipitazioni complessivamente scarse e più abbondanti nel periodo estivo.
I più importanti centri sono Budapest, la capitale, grande metropoli in cui sono accentrate tutte le attività politiche, economiche, culturali e artistiche del paese, Pécs, ricca di storia e cultura, Gyoor, grande centro industriale, Miskolc, Bukk, centro commerciale, Szeged e Debrecen, mercato agricolo.
Pur essendo un paese prevalentemente industriale (soprattutto dopo il 1950 ha avuto inizio un'intensa opera di industrializzazione), l'Ungheria trova ancora nell'agricoltura una delle principali risorse; può infatti contare su condizioni ambientali favorevoli e su una sviluppata meccanizzazione, che ha migliorato le produzioni. Prevalgono le colture cerealicole (soprattutto mais e frumento); sono coltivati in notevoli quantità patate, vari ortaggi, frutta; notevole è la viticoltura, nelle zone collinari settentrionali e occidentali, che fornisce vini di grande qualità (tokai).
Tra le colture industriali la principale è quella della barbabietola da zucchero, seguita da tabacco, piante tessili (canapa e lino), oleaginose (girasole, colza, soia).
Notevolissimo è il patrimonio zootecnico (bovini, suini, pollame) che rappresenta una voce fondamentale nelle esportazioni.
Assai efficiente è il settore industriale, che opera in quasi tutti i rami.
L'industria meccanica fornisce soprattutto macchine agricole, veicoli commerciali, motori, materiale elettrico, apparecchi elettronici; il settore chimico, notevolmente potenziato, fornisce fertilizzanti, prodotti farmaceutici, materie plastiche. In progresso è anche il settore petrolchimico; varie raffinerie lavorano sia il prodotto nazionale, estratto nei giacimenti della regione sudoccidentale, sia quello dell'ex Unione Sovietica. Importanti sono i settori metallurgico e siderurgico con buone produzioni di alluminio, acciaio, ghisa.
Rilevante è l'industria alimentare, con zuccherifici, birrifici, oleifici, conservifici; numerose le manifatture di tabacchi.
STORIA Verso il 500 a. C. è popolata da illiri e da traci. Dal 35 a. C. al l 9 d. C. viene conquistata da Roma che ne fa la provincia di Pannonia. Dal IV al VI sec. è invasa da unni, ostrogoti, longobardi e successivamente dagli avari (568). Nell'896 gli ungheresi (o magiari) arrivano nella pianura danubiana, guidati dal loro capo Árpád. Dal 904 al 1301 la dinastia di Árpád governa l'Ungheria, la Slovacchia (o alta Ungheria) e la Rutenia subcarpatica, annessa all'inizio dell'XI sec. Nel 955 la vittoria di Ottone I a Lechfeld mette fine alle razzie degli ungheresi in occidente. Nel periodo dal 972 al 997 Geza apre il paese alla missioni cristiane.
Nel 1000 Stefano I (997-1038) diventa re. Egli impone il cristianesimo ai suoi sudditi. Dal 1095 al 1116 Coloman ottiene l'unione della Croazia e della Slavonia al regno di Ungheria. Dal 1172 al 1196, sotto il regno di Bela III, l'Ungheria medioevale è al suo apogeo. Nel 1222 Andrea II (1205-1235) deve concedere la bolla d'oro ai feudali che si liberano dall'autorità reale. Nel periodo che va dal 1235 al 1270 Bela IV ricostruisce il paese devastato dall'invasione mongola (1241-1242). Tra il 1308 e il 1342 Carlo I, della casa d'Angiò, organizza lo sfruttamento delle miniere di argento, di rame e d'oro di Slovacchia di Transilvania.
Nel 1342 gli succede Luigi I d'Angiò che prosegue la sua opera. Dal 1387 al 1437 Sigismondo di Lussemburgo, sconfitto dai Turchi a Nicopolis (1396), è eletto alla guida del Sacro Impero. Nel 1444 Ladislao III Jagellone muore nella battaglia di Varna. Nel 1456 Giovanni Hunyadi ferma l'avanzata dei turchi davanti Belgrado. Negli anni successivi Mattia Corvino conquista la Moravia e la Slesia e si insedia a Vienna (1485). Egli favorisce la diffusione del rinascimento italiano. Dal 1490 al 1516 regna sul paese Ladislao VII Jagellone III. Nel 1526 gli ottomani ottengono la vittoria di Mohács, nella quale muore Luigi II Jagellone. Ferdinando I d'Asburgo (1526-1564) viene eletto re di Ungheria dalla Dieta. Egli ha per rivale Giovanni Zápholya padrone del centro e dell'est che è sostenuto dagli ottomani.
Nel 1540 i turchi occupano Buda e la grande pianura. Dal 1540 al 1699 l'Ungheria è suddivisa in tre parti: Ungheria reale (capitale Presbourg), governata dalla casa d'Austria; Ungheria turca e Transilvania, vassalla degli ottomani a partire dal 1568. La Dieta di Ungheria deve riconoscere la monarchia ereditaria degli Asburgo (1687) e la Transislvania viene annessa dalla casa d'Austria (1691). La nobiltà ungherese ottiene di potere mantenere il pluralismo religioso. Nel 1699 gli Asburgo riconquistano ai turchi la pianura ungherese (pace di Karlowitz). Tra il 1703 e il 1711 Férenc Rákóczi guida l'insurrezione contro gli Asburgo. Nel 1711 la pace di Szatmár riconosce l'autonomia dello stato ungherese in seno alla monarchia austriaca.
Nel 1780-1790 Giuseppe II tenta di imporre un regime centralizzato. Dopo l'insurrezione del marzo 1848, l'assemblea nazionale ungherese rompe con l'Austria. Nel 1849 Kossuth proclama la caduta degli Asburgo. Gli insorti sono sconfitti a Vilagos (agosto) dai russi, chiamati da Francesco Giuseppe I. Tra il 1849 e il 1867 il governo austriaco porta avanti una politica di centralizzazione e di germanizzazione.
Nel 1867, dopo la sconfitta dell'Austria a opera della Prussia (Sadowa, 1866), il compromesso austro-ungherese instaura una forma di dualismo. All'interno dell'Austria-Ungheria, l'Ungheria è di nuovo uno stato autonomo; essa recupera la Croazia, la Slavonia e la Transilvania. Dal 1875 al 1905 il partito liberale assume la guida del paese. Kálmán Tisza è presidente del consiglio dal 1875 al 1890. Nel 1914 l'Ungheria dichiara guerra alla Serbia.
La sconfitta degli imperi centrali comporta la dissoluzione dell'Austria-Ungheria. Nel 1918 Károlyi proclama l'indipendenza dell'Ungheria, i rumeni occupano la Transilvania, i cechi la Slovacchia. I comunisti, guidati da B. Kun, instaurano la Repubblica dei Consigli, rovesciata dall'ammiraglio Horthy. Nel 1920 Horthy viene eletto reggente. Egli firma il trattato di Trianon che toglie all'Ungheria la Slovacchia, la Rutenia, la Transilvania, il Banato e la Croazia. Nel 1938 l'Ungheria annette una parte della Slovacchia. L'anno dopo aderisce al patto anti-comintern. Nel 1940 occupa il nord della Transilvania e firma il patto tripartito. Nel 1941 entra in guerra contro l'URSS e nel 1943 M. Kállay cerca di firmare una pace separata con gli Alleati. Hitler fa occupare il paese e il partito fascista prende il potere eliminando Horthy. Nel 1944-1945 l'esercito sovietico occupa il paese. Il trattato di Parigi ristabilisce le frontiere del trattato di Trianon.
Nel 1949 il partito comunista smantella il partito agrario, maggioritario; M. Rakosi proclama la Repubblica popolare ungherese e impone un regime stalinista. Tra il 1953 e il 1955 I. Nagy, capo del governo, avvia la destalinizzazione. Nell'ottobre-novembre del 1956 l'Ungheria è scossa dall'insurrezione per la liberalizzazione dal regime e la revisione delle relazioni con l'URSS; I. Nagy proclama la neutralità dell'Ungheria. Le truppe sovietiche impongono un governo guidato da J. Kádár, al tempo stesso alla guida del partito, e sconfiggono la resistenza della popolazione.
Dal 1962 al 1987, restando sempre fedele all'allineamento con l'URSS, il governo, guidato da Kádár, quindi da J. Fock (1961-1975) e da G. Lazar (1975-1987), migliora il funzionamento del settore economico e sviluppa il settore privato. Nel 1988 Kádár abbandona le proprie funzioni alla guida del partito.
L'anno successivo l'Ungheria apre le frontiere all'Austria (maggio). Il partito abbandona ogni riferimento al marxismo leninismo e rinuncia al suo ruolo dirigente. Una revisione della costituzione apre la via al multipartitismo; la Repubblica popolare ungherese diventa ufficialmente la Repubblica di Ungheria (ottobre). Nel 1990 le prime elezioni parlamentari libere (marzo-aprile) sono vinte dal Forum democratico ungherese, partito di centrodestra, il cui leader Jòzsef Antall, diventa presidente del consiglio. Il parlamento elegge Arpàd Göncz alla presidenza delle repubblica.
Nel 1991 le truppe sovietiche si ritirano dal paese. Negli anni successivi, dopo la morte di J. Antall, sale al governo Péter Boross. Nel 1994 l'Ungheria presenta una richiesta di adesione all'Unione Europea. I socialisti (ex comunisti riformatori) vincono le elezioni legislative. Gyula Horn diventa presidente del consiglio. Il 16 novembre 1997, in seguito a un referendum popolare, l'Ungheria esprime il consenso all'adesione alla NATO. Nel 1998 diventa primo ministro V. Orban del partito civico ungherese.
• Abitanti-10.220.000
Superficie-93.033 km2
Densità-109,8 ab./km2
Capitale-Budapest
Governo-Repubblica parlamentare
Moneta-Fiorino ungherese
Lingua-Ungherese, romeno, tedesco, slovacco
Religione-Cattolica, protestante, ebraica
ùnghero, agg. Ungherese.
ùnghia, sf. 1 Formazione cornea lamellare, tipica dei Vertebrati terrestri e che ricopre le estremità delle dita o cresce su di esse. 2 Taglio obliquo all'estremità di un attrezzo. 3 Quantità o distanza minima. 4 Al plurale, grinfie. 5 La parte sporgente della copertina di un libro o di una rivista. 5 Nome dato ad arnesi o loro parti che hanno forma di unghia.
sf. 1 nail. 2 (di animale) claw. 3 (di rapace) talon. 4 (di cavallo) hoof.
lat. ungula, dimin. di unguis unghia.
• Le unghie, che fanno parte dell'apparato tegumentario, sono costituite da una radice epidermica, incastrata nel solco ungueale, da cui nascono le cellule della matrice dell'unghia, dalla lanula, di colore biancastro, in cui si ammassano le cellule che generano l'unghia, dal corpo e da un margine libero.
unghiàta, sf. 1 Colpo d'unghia. 2 Il segno lasciato dalle unghie. ~ graffio. 3 Intaccatura nella lama di temperini e coltelli a serramanico che consente di aprirli con l'unghia. ~ unghiatura.
sf. scratch.
unghiàto, agg. 1 Fornito di unghie. 2 Armato di unghie.
unghiatùra, sf. 1 Ferita prodotta da un colpo d'unghia. 2 Taglio a unghia. ~ smussatura. 3 Sporgenza della copertina di un libro rispetto alle pagine rilegate. 4 Linguetta sporgente o piccolo scavo praticato nel coperchio dei portacipria o in altri contenitori per agevolarne l'apertura.
unghièllo, sm. 1 Diminutivo di unghia. 2 Piccola unghia stretta e incurvata. ~ artiglio. 3 Escrescenza cornea posta nella faccia posteriore del nodello dei ruminanti. ~ sperone.
unghiòlo, sm. Unghia stretta e allungata propria del gatto e di alcuni uccelli. ~ artiglio.
unghióne, sm. 1 Accrescitivo di unghia. 2 Zoccolo caratteristico dei Mammiferi ungulati. ~ zoccolo. 3 Artiglio di animale. ~ grinfia.
unghiùto, agg. Munito di unghia. ~ unghiato.
ungitùra, sf. L'ungere, lo spalmare sostanze grasse. ~ lubrificare.
ungueàle, agg. Dell'unghia, relativo all'unghia.
unguentàrio, sm. Fabbricante e venditore di unguenti e profumi. ~ profumiere.
unguènto, sm. 1 Preparato medicamentoso untuoso e di consistenza pastosa per uso esterno. ~ linimento. 2 Preparato oleoso costituito da essenze profumate usata un tempo come profumo. ~ balsamo.
sm. ointment.
lat. unguentum, deriv. da unguere.
Ungulàti Nome con il quale, in alcune classificazioni, vengono raccolti animali che presentano l'ultima falange delle dita rivestita da zoccoli.
ungulàto, agg. Si riferisce ad animali con dita rivestite da zoccoli.
ungulìgrado, agg. e sm. Di Mammifero che per camminare poggia al suolo solo le ultime falangi delle dita.
Ungulìnidi Famiglia di Molluschi Eulamellibranchi che vivono nei mari caldi.
uni- Primo elemento di parole composte indicante uno, che serve per uno solo.
lat. unis uno.
uniàte, agg. e sm. Di ciascuna delle chiese orientali che stabilirono la comunione con la chiesa di Roma.
unìbile, agg. Che si può unire.
unicaménte, avv. Solamente. ~ soltanto.
unicameràle, agg. Di ordinamento politico fondato sull'unicameralismo. <> bicameralismo.
agg. unicameral.
unicameralìsmo, sm. Sistema parlamentare che si fonda su una sola camera. <> bicameralismo.
UNICEF Sigla di United Nations International Children's Emergency Found (fondo internazionale di emergenza delle Nazioni Unite per l'infanzia).
unicellulàre, agg. Di organismo costituito da una sola cellula.
unicità, sf. L'essere unico. ~ singolarità. <> genericità.
ùnico, agg. e sm. agg. 1 Che è solo nel suo genere. ~ singolo. <> molteplice. • esisteva un'unica soluzione possibile. 2 Incomparabile, inimitabile. ~ ineguagliabile. • era di una ignoranza unica. 3 Esclusivo. ~ assoluto. <> banale. • testo unico, raccolta unificata di norme relative a uno stesso soggetto. 4 Singolare. ~ particolare. <> usuale. 5 Prezioso. ~ pregiato.
sm. 1 Chi è solo a fare qualcosa. 2 Individuo o oggetto unico.
agg. 1 only. 2 (singolo) single. 3 (ineguagliabile) unique.
lat. unicus, deriv. da unus uno solo.
Unico, L' Opera di poesia di F. Hölderlin (1801).
unicòrno, agg. e sm. agg. Di animale che ha un solo corno.
sm. Mitico animale con un solo corno in fronte. ~ liocorno.
Unicòrno Costellazione visibile nelle notti invernali, formata da stelle poco luminose; è attraversata dalla Via Lattea e si trova a cavallo dell'equatore celeste a est di Orione.
unicuique suum, loc. avv. Espressione latina che significa "a ciascuno il suo".
unicum, sm. invar. 1 Esemplare, pezzo unico. 2 Elemento, fenomeno unico, irripetibile.
unidimensionàle, agg. Che ha una sola dimensione.
unidirezionàle, agg. 1 Che ha o è diretto verso una sola direzione. 2 Di dispositivo che permette il passaggio di un fluido, della corrente elettrica o simili in una sola direzione. 3 Di sistema di circolazione stradale che prevede correnti obbligatorie di marcia. 4 Che tratta un solo aspetto.
unifamiliàre, agg. Che serve per una sola famiglia.
unificàbile, agg. Che si può unificare.
unificàre, v. v. tr. 1 Ridurre a unità ciò che è separato. ~ fondere. <> separare. 2 Ridurre a un unico tipo. ~ standardizzare. <> differenziare.
v. rifl. Riunirsi, fondersi in un insieme omogeneo.
v. tr. 1 to unite, to unify. 2 (standardizzare) to standardize.
da uni-+-ficare.
unificatìvo, agg. Che tende a unificare, che può unificare.
unificàto, agg. 1 Ridotto a unità. 2 Ridotto a un unico tipo. ~ standardizzato.
unificatóre, agg. e sm. (f.-trìce) Che, chi unifica.
unificazióne, sf. 1 L'unificare e l'essere unificato. ~ aggregazione. 2 Riduzione di prodotti industriali in un unico tipo. ~ uniformazione. <> differenziazione.
sf. union, unification, uniting, standardization.
uniflòro, agg. Che porta un fiore solo.
uniformàre, v. v. tr. 1 Rendere uniforme. ~ livellare. 2 Rendere conforme. ~ conformare.
v. rifl. Conformarsi, adeguarsi, allinearsi. ~ adattarsi. <> dissentire.
deriv. da uniforme.
uniformazióne, sf. L'uniformare e l'effetto.
unifórme, agg. e sf. agg. 1 Che ha la stessa forma. ~ uguale. <> diverso. 2 Che è costante. ~ omogeneo. 3 Senza mutamenti. ~ monotono. <> mutevole.
sf. Abito uguale per tutti coloro che appartengono a un corpo militare, a un collegio e simili. ~ divisa.
agg. 1 uniform. 2 (colore) plain. 3 (superficie) even. sf. uniform.
lat. tardo uniformis a una sola forma; nel significato [sf.]: franc. (habit) uniforme (abito) uniforme.
uniformeménte, avv. 1 In modo uniforme, uguale, omogeneo. ~ similmente. 2 Monotonamente. ~ noiosamente.
uniformly;
uniformità, sf. 1 Carattere di ciò che è uniforme; mancanza di variazioni, omogeneità. ~ monotonia. <> varietà. 2 Unanimità. ~ concordia. <> discordanza. 3 Costanza. ~ regolarità. <> variabilità.
lat. tardo uniformitas,-atis.
unigènito, agg. Figlio unico.
unilateràle, agg. 1 Relativo a un solo lato. 2 Che considera solo un lato di una questione, di un argomento. ~ unidirezionale. <> bilaterale. • la sua visione unilaterale del problema inficiava la validità dello studio effettuato. 3 Che concerne una sola delle parti. • contratto unilaterale. 4 Che è fatto da una sola delle parti. • trattato unilaterale. 5 Soggettivo, fazioso. ~ parziale. <> obiettivo.
agg. 1 unilateral. 2 (dir.) one-sided.
da uni-+ lat. latus,-eris lato suffisso-ale.
unilateralità, sf. L'essere unilaterale.
unilateralménte, avv. In modo unilaterale.
unilàtero, agg. Superficie avente una sola faccia.
uniloculàre, agg. Con un'unica cavità. Si dice di ovario nel quale si è formato un solo loculo a prescindere dal numero di carpelli presenti.
uninominàle, agg. Di un sistema elettorale in cui ogni partito presenta un solo candidato per collegio.
Union Valdôtaine Nato nel 1945 come partito autonomista al fine di tutelare gli interessi dei valdostani, ha come obiettivo l'ottenimento di una totale autonomia regionale. È il maggior movimento politico della regione.
unióne, sf. 1 Accordo, solidarietà. ~ fratellanza. <> disunione. 2 Unanimità. ~ concordia. • unione di interessi, di sentimenti. 3 Accomunamento. ~ comunanza. • unione matrimoniale. 4 Coesione. ~ fusione. 5 Associazione di più persone, alleanza. ~ coalizione. • l'unione sindacale sembrava aver perso l'unità e la coesione iniziale. 6 Collegamento. ~ congiunzione. 7 Accoppiamento. 8 Nesso grammaticale o logico.
sf. 1 union. 2 (armonia) harmony, unity. 3 (concordia) agreement.
lat. tardo unio,-onis, deriv. da unus uno.
Unióne dégli Emiràti Àrabi => "Emirati arabi uniti"
Unióne Europèa Organismo nato il 10 dicembre a Maastricht in un vertice in cui i dodici paesi della CEE firmarono il trattato dell'Unione, ratificato in seguito dai singoli parlamenti. Il trattato prevedeva fra l'altro l'adozione di una moneta unica entro il 1999, la creazione di una banca centrale comunitaria, la nascita della cittadinanza europea e una comune politica estera e di difesa. Nel 1994 entrarono a far parte dell'Unione anche Austria, Svezia e Finlandia. Nel giugno del 1996 venne firmato in Lussemburgo il trattato di associazione della Slovenia, primo passo verso la piena adesione. Nel 1999 solo undici paesi sono entrati nell'unione monetaria e finanziaria. Ne sono rimaste fuori Gran Bretagna, Danimarca e Svezia (per scelta) e Grecia (per mancanza di requisiti). Presidente della Banca centrale europea è stato eletto Wim Duisenberg.
Unióne Indiàna Nome assunto dall'India, dal 1947, anno della proclamazione d'indipendenza.
Unióne Soviètica => "Russia"
Uniònidi Famiglia di Molluschi Lamellibranchi Eulamellibranchi bivalvi d'acqua dolce.
unionìsmo, sm. Corrente favorevole al mantenimento dell'unione dell'Irlanda con la Gran Bretagna.
unionìsta, agg., sm. e sf. (pl. m.-i) Che, chi sostiene l'unione di due o più organismi. ~ nordista. <> sudista.
unionìsta, partìto Partito liberale inglese nato nel 1886 dallo scioglimento del partito liberale a causa dell'opposizione di alcuni membri capeggiati da J. Chamberlain. Nel 1906 la nascita del partito laburista spinse il partito unionista a unirsi ai conservatori.
unìparo, agg. Di animale, che partorisce un solo figlio per parto.
unipolàre, agg. 1 Di dispositivo elettrico munito di un solo polo. 2 Che ha un solo polo o una sola polarità.
uniq In informatica è il nome di un filtro (unique) del sistema operativo UNIX che sopprime le duplicazioni contigue di linee.
unìre, v. v. tr. 1 Mettere insieme due o più cose per formare un tutto unico. <> separare. 2 Collegare. ~ congiungere. <> dividere. 3 Fondere, conglobare. ~ associare. 4 Confederare. ~ federare. 5 Addizionare. ~ assommare. 6 Incollare. ~ saldare. 7 Collegare, allacciare. ~ connettere. 8 Allegare. ~ accludere. 9 Di persone, avvicinarle, accoppiarle. <> separare. 10 Includere, comprendere. ~ abbracciare. <> escludere.
v. intr. pron. 1 Mettersi insieme. ~ aggregarsi. 2 Associarsi. ~ allearsi.
v. rifl. e rifl. rec. 1 Formare un'unione. ~ congiungersi. 2 Accordarsi. ~ armonizzarsi. 3 Mescolarsi. ~ legarsi.
v. tr. 1 to unite, to join together. 2 (collegare) to link. 3 (combinare) to combine. 4 (accludere) to enclose. 5 (aggiungere) to add. v. intr. pron. 1 to join. 2 (sposarsi) to get married, to be joined together.
unisessuàle, agg. Di pianta o animale che ha organi sessuali di un solo sesso.
unisèx, agg. e sm. invar. agg. invar. Adatto a entrambi i sensi.
sm. invar. Capi di abbigliamento adatti sia a donne che a uomini.
unìsono, agg. e sm. agg. 1 Di suoni o voci simultanee e di uguale altezza. ~ consonante. <> dissonante. 2 Concorde. ~ conforme. 3 Omofono.
sm. 1 Accordo di suoni o voci che eseguono le stesse note. 2 Perfetto accordo. 3 All'unisono, concordemente.
unità, sf. 1 L'essere unito. ~ unione. 2 Coesione. ~ compattezza. <> frammentarietà. 3 L'essere uno, singolo. ~ unicità. <> molteplicità. 4 Unione politica. 5 Identità, solidarietà. ~ concordia. 6 Omogeneità. ~ uniformità. <> incongruenza. 7 Il numero uno, assunto come principio della numerazione. 8 Elemento che, pur essendo parte di un insieme, resta autonomo, distinto. 9 Periodo di minuti indivisibile in base al quale si calcola la tassa delle contravvenzioni interurbane. 10 Complesso delle varie armi militari agli ordini di un comandante.
sf. 1 unit. 2 (concordia) unity.
lat. unitas,-atis, deriv. da unus uno.
• In algebra è in un anello l'elemento neutro rispetto all'operazione prodotto. Per definizione gode delle seguenti proprietà: moltiplicato per un qualunque altro numero dell'insieme dà come risultato il numero stesso; è l'unico elemento che coincida con il proprio inverso.
Unità astronomica
Unità di distanza, pari a 149.598.875 km ossia alla distanza Terra Sole, che viene utilizzata per tutti i corpi del sistema solare.
Unità di misura
Campione relativo a una determinata grandezza a cui viene attribuito il valore unitario. Viene usata per misurare altre grandezze a essa omogenee. Tutte le unità di misura fondamentali sono formalizzate dal Sistema internazionale di unità (SI).
Unità immaginaria
Elemento caratteristico dei numeri complessi indicante la radice quadrata del valore-1.
Unità monetaria
La moneta base di un sistema monetario.
Unità, L' Quotidiano, organo ufficiale del PCI, oggi PDS. Fondato da A. Gramsci, il primo numero fu pubblicato a Milano nel 1924. Pubblicato clandestinamente nel periodo fascista, riprese regolarmente nell'immediato dopoguerra.
UNITALSI Sigla di Unione Nazionale Italiana Trasporto Ammalati a Lourdes e Santuari d'Italia.
unitaménte, avv. 1 In modo compatto. ~ uniformemente. 2 Insieme con. ~ congiuntamente. <> separatamente. 3 In modo solidale. ~ concordemente.
unitariaménte, avv. In modo unitario.
unitarietà, sf. 1 L'essere unitario. 2 Carattere unitario.
unitàrio, agg. e sm. agg. 1 Che ha valore di unità. • misura unitaria. 2 Che costituisce o è costituito da un'unità. 3 Che si fonda sull'unità, che tende all'unificazione. • questione unitaria dello Stato. 4 Che si riferisce all'unità. 5 Armonico, coerente. ~ organico. • discorso unitario. 6 Che si ispira all'unitarianismo. 7 Di ente scientifico le cui caratteristiche sono fondate sull'unità. 8 Unico. • soluzione unitaria.
sm. 1 Fautore dell'unità, dell'unificazione. 2 Unitariano.
agg. 1 unitary. 2 (prezzo) unit.
deriv. da unità.
unitarìsmo, sm. Tendenza a integrare e conciliare fazioni opposte, controversie ecc.
United Kingdom of Great Britain and Northern Ireland Nome inglese del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord. La sua sigla è UK.
United States of America Nome inglese degli Stati Uniti d'America. La sua sigla è USA.
unitézza, sf. 1 L'essere unito saldamente, qualità di ciò che è unito. ~ compattezza. 2 Omogeneità. ~ uniformità.
unìto, agg. 1 Congiunto ad altro. ~ legato. <> disgiunto. • la decisione fu presa a Camere in seduta unita. 2 Stretto da forti legami. ~ concorde. <> svincolato. • la loro famiglia era molto unita. 3 Solidale. 4 Denominazione di confederazioni di Stati o di organismi internazionali. 5 Di colore, uniforme. ~ compatto. • camicia a tinta unita. 6 Compartecipe. 7 Inseparabile, integrato. ~ inscindibile. <> scomponibile.
agg. 1 united. 2 (tinta) plain. 3 (famiglia) close.
p.p. di unire.
universàle, agg. e sm. agg. 1 Dell'universo. ~ generale. <> particolare. 2 Che concerne tutto l'universo. 3 Che riguarda l'intera umanità. ~ mondiale. 4 Relativo a una totalità di beni materiali. ~ globale. 5 Che si allarga a tutti i rami dello scibile, aperto a una molteplicità di interessi o attività. 6 Di attrezzo, di apparecchio che si può adattare a circostanze diverse. 7 Di paese, ambiente, ceto, unanime. 8 Di persona, che può donare o ricevere sangue da elementi di tutti i gruppi sanguigni.
sm. 1 La totalità degli uomini. 2 Ciò che può essere attribuito a diverse realtà. <> particolare.
agg. general, universal.
• In filosofia indica l'insieme dei concetti riferibili a tutti gli individui di una totalità. Tale concetto fu introdotto da Socrate. La questione degli universali, su cui si erano già cimentati Platone e Aristotele, fu nel medioevo uno dei principali argomenti di discussione e portò all'individuazione di posizioni diverse. La posizione realista sosteneva l'esistenza effettiva degli universali al di fuori delle cose individuali. L'immanentismo asseriva che gli universali esistono nelle cose individuali. Il concettualismo negava loro ogni valore di essenza, riportandoli al valore di concetti logici. Il terminismo li considerava solo in quanto simboli. In Kant gli universali si ritrovano nella concezione dell'idealismo trascendentale.
universalìsmo, sm. 1 Tendenza a considerare qualcosa come universale, valevole per tutti gli uomini. 2 Ogni dottrina che afferma la subordinazione dell'individuo alla comunità.
universalìsta, sm. e sf. (pl. m.-i) Fautore dell'universalismo.
universalìstico, agg. (pl. m.-ci) Che tende all'universalismo; che si ispira all'universalismo.
universalità, sf. 1 L'essere universale. 2 L'insieme di tutte le cose o di tutte le persone. ~ totalità. <> particolarità.
universalizzàre, v. v. tr. 1 Rendere universale. 2 Far passare dal particolare all'universale.
v. intr. pron. Estendersi o diffondersi a tutti o a un numero sempre maggiore di persone.
universalizzazióne, sf. L'universalizzare, l'universalizzarsi, l'essere universalizzato.
universalménte, avv. 1 Da parte di tutti. ~ generalmente. <> individualmente. 2 Completamente. ~ interamente.
universìade, sf. Al plurale, gare mondiali tra atleti universitari.
università, sf. 1 Istituto di istruzione superiore suddiviso in facoltà per accedere al quale bisogna possedere un diploma di scuola media superiore e che rilascia alla fine un diploma di laurea e il titolo di dottore. ~ ateneo. 2 Sede dell'università; edificio in cui si tengono i corsi universitari. 3 Corporazione.
sf. university.
lat. universitas,-atis totalità, deriv. da universus.
• Scuole di istruzione superiori esistevano già nel periodo classico, ma per parlare di università vere e proprie bisogna arrivare al medioevo, periodo in cui sorsero i primi istituti ufficialmente riconosciuti e con uno statuto interno (universitates magistrorum scholarium), divisi in quattro facoltà: arti, diritto, teologia e medicina. La prima università in Europa fu quella di Salerno (XI sec.), mentre altri importanti atenei furono Bologna, Parigi e Montpellier. Le scuole già presenti a Pavia e Ravenna continuavano la tradizione delle scuole dell'epoca romana, mentre le università medioevali di Bologna e di Parigi derivavano dalle scuole episcopali, ovvero le scuole urbane gestite dai vescovi. A differenza di Parigi, ove si affermò il modello di Universitas magistrorum, a Bologna la scuola fu organizzata come corporazione studentesca (Universitas Scholarium) la quale eleggeva un rector (che era uno studente), assumeva i maestri (in genere ecclesiastici) che amministravano l'università. Dal XIII al XVI sec. si ebbe un grande sviluppo delle università a causa del crescente numero di iscritti e per merito di lasciti e donazioni. Seguirono due secoli di declino in cui l'attività culturale fu svolta soprattutto da Accademie e da istituti gestiti dai gesuiti, che ebbe fine solo nelXIX sec. Fu la Germania a promuovere la rinascita delle università, la cui organizzazione fece da modello per quasi un secolo al resto d'Europa.
universitàrio, agg. e sm. agg. Dell'università, relativo all'università. ~ accademico.
sm. 1 Chi studia all'università. 2 Chi insegna all'università. ~ cattedratico.
agg. university. sm. 1 university student. 2 (insegnante) academic.
univèrso, agg. e sm. agg. 1 Tutto quanto. 2 Universale. ~ generale.
sm. 1 L'insieme di tutto ciò che esiste. ~ creato. 2 Il globo terrestre. ~ Terra.
sm. world, universe.
• Il termine indica l'insieme dello spazio-tempo e di tutta l'energia in esso contenuta, che può avere la forma di materia o di radiazioni elettromagnetiche. L'universo può essere rappresentato come l'insieme delle stelle e dei pianeti, riuniti in galassie e ammassi assieme alla materia interstellare e intergalattica. La cosmologia ne studia l'origine, lo sviluppo e la struttura. Il primo tentativo di descrizione dell'universo nell'ambito di una teoria fisico-matematica fu fatto da A. Einstein il quale, all'interno della sua teoria della relatività, suppose che l'universo fosse formato da galassie distribuite uniformemente. Questa teoria fu messa in discussione da A. A. Friedman che nel 1922 ipotizzò che l'universo non fosse immobile, ma che si stesse espandendo a partire da una singolarità iniziale, in cui tutta la materia era concentrata in un punto di densità infinita e lo spazio aveva volume nullo. Secondo Friedman l'universo ha due possibili evoluzioni, a seconda della densità media della materia che lo costituisce. Al di sotto di un valore critico pari a 5 · 10-30kg/dm3 l'universo continuerà a espandersi, mentre al di sopra di questo valore rallenterà fino a fermarsi e comincerà a contrarsi per riportarsi poi alla singolarità di partenza. G. Gamow nel 1948 riprese la teoria di Friedman elaborando la teoria del big bang, secondo la quale l'universo ebbe origine circa 18 miliardi di anni fa da un'unica palla di fuoco compressa e caldissima che esplose in un'immane espansione. Questa teoria ebbe grande successo negli anni Settanta e trovò conferma in alcuni calcoli eseguiti sui buchi neri. La nuova teoria sull'universo è quella dell'universo inflazionario, che suppone che l'universo abbia avuto origine da una fluttuazione statistica del nulla assoluto, indicando con il termine nulla uno stato in cui non vi sono né tempo, né spazio, né materia.
univocaménte, avv. In maniera univoca.
univocità, sf. L'essere univoco.
unìvoco, agg. (pl. m.-ci) 1 Di cosa, che ammette un'unica definizione o denominazione. • l'interpretazione univoca non ammetteva errori di sorta. 2 Di vocabolo, che ha un solo significato. <> equivoco. 3 In matematica, di relazione fra due insiemi, in cui a un elemento del primo corrisponde uno e un solo elemento del secondo insieme, ma non vale il viceversa.
lat. tardo univocus che ha un solo senso.
UNIX Sistema operativo per elaboratori elettronici sviluppato da Dennis Ritchie e Ken Thompson alla fine degli anni Sessanta nei Bell Laboratories della AT&T. Molto diffuso negli ambienti di ricerca, grazie alla sua enorme potenza unita alla grande flessibilità che gli deriva dal linguaggio, viene utilizzato per diverse applicazioni su sistemi diversi, dai personal computer ai mainframe. Studiato specificamente per il funzionamento in multiutenza, è stato il primo sistema operativo a consentire il funzionamento contemporaneo di programmi diversi sulla stessa macchina (multitasking) e, nelle sue diverse varianti realizzate per le più disparate architetture hardware (come AIX per i processori RISC e A/UX per i computer Apple Macintosh), costituisce ancora oggi il cuore dei server di rete locali e geografiche. UNIX è il anche sistema operativo che garantisce il funzionamento dei più importanti nodi di Internet.
Unkei (Attivo 1163-1223) Scultore giapponese. Tra le opere Guardiani (1203, Nara, Tempio di Todai) e Muchaku e Seshion (1208, Nara, Tempio di Kofuku).
unmount In informatica è il nome di un comando del sistema operativo UNIX che permette di rimuovere un insieme di directory dal file system.
Unnao Città (76.000 ab.) dell'India, nello stato dell'Uttar Pradesh. Capoluogo del distretto omonimo.
ùnni Antica popolazione barbarica. Discendenti probabilmente da genti nomadi del deserto dei Gobi e del Kensu, secondo fonti cinesi, gli unni formarono un vasto impero in Asia centrale nei secoli III-I a. C. Fu dopo la disgregazione di questo impero che gli unni si spinsero verso occidente, occupando, nel II sec. d. C. la regione tra il Volga e il Don. Nel IV sec. si spinsero ancora più a occidente, penetrando nell'impero romano d'oriente, che saccheggiarono con numerose incursioni. Il periodo di maggior splendore si ebbe durante il regno di Attila, che conquistò la Gallia e l'Italia (451-452). Dopo la sua morte (453) però, gli unni persero la loro determinazione e il regno crollò rapidamente.
ùnno, agg. e sm. agg. Degli unni.
sm. 1 Appartenente alla popolazione degli unni. 2 Barbaro invasore. 3 Persona incivile.
ùno, agg., art., pron. e sm. (f.-a) agg. num. card. Il primo numero della serie naturale, che si compone di una unità.
art. indeterm. 1 Indica una persona o una cosa in modo indeterminato. 2 Indica un'approssimazione. • stimava di essere distante una decina di chilometri dalla città.
pron. indef. Un tale, alcuno, ciascuno. ~ qualcuno. • ha chiamato una che cercava di te.
sm. 1 Il numero uno e il segno che lo rappresenta. 2 Unico. • la legge era una e doveva essere rispettata. 3 Unito.
agg. e sm. one. art. indeterm. an, a. pron. 1 one. 2 (un tale) a man. 3 (qualcuno) somebody, someone. 4 (ciascuno) each.
lat. unus.
Uno contro tutti Film comico, americano (1961). Regia di Charlie Chaplin. Interpreti: Charlie Chaplin, Edna Purviance, Ben Turpin.
Uno, nessuno e centomila Romanzo di L. Pirandello (1925).
Untersteiner, Màrio (Rovereto 1899-Milano 1981) Filologo. Tra le opere La fisiologia del mito (1946) e I sofisti (1949).
untìccio, agg. (pl. f.-ce) Un po', leggermente unto.
ùnto, agg. e sm. agg. 1 Cosparso di grasso. ~ oliato. 2 Sporco di grasso. ~ insudiciato.
sm. 1 Sostanza grassa. ~ untume. 2 Il grasso di cottura di alcune vivande. 3 Nella tradizione cristiana, chi è consacrato re o sacerdote con l'olio santo. 4 Consacrato.
agg. oily, greasy. sm. grease.
untóre, sm. (f. ungitrice) 1 Chi unge. 2 Chi era incolpato di propagare epidemie ungendo le case con unguenti infetti.
lat. unctor,-oris, deriv. da unctus, p.p. di ungere.
untùme, sm. 1 Quantità di unto che ingrassa sgradevolmente. ~ grasso. 2 Sudiciume untuoso.
untuosità, sf. 1 L'essere untuoso. 2 Materiale untuoso. 3 L'avere modi insinuanti, subdoli o melliflui.
untuóso, agg. 1 Che unge. ~ grasso. 2 Che è cosparso di sostanze che ungono. ~ oleoso. 3 Di persona che ha modi ipocriti, melliflui. ~ viscido. <> schietto.
agg. oily, greasy.
Unwin, Raymond (Rotherham 1863-Old Lyme 1940) Urbanista inglese. Suggerì uno sviluppo decentrato dei nuovi agglomerati urbani per nuclei autosufficienti. Nel 1922 fu consulente del piano regionale di New York, e tra il 1929 e il 1933 di quello di Londra.
unzióne, sf. 1 L'ungere, l'ungersi, l'essere unto. 2 Ungere con olio consacrato. 3 Atteggiamento affettato, ipocritamente gentile.
lat. unctio,-onis, deriv. da unctus, p.p. di ungere.
Uolleggà Regione (2.771.000 ab.) dell'Etiopia occidentale, compresa tra il Nilo Azzurro e il confine con il Sudan. Capoluogo Lechemti.
Uollò Regione (4.076.000 ab.) dell'Etiopia nordorientale, al confine con Gibuti. Capoluogo Dessiè.
Uomini di mais Romanzo di M. A. Asturias (1949).
Uomini e donne Opera di poesia di R. Browning (1855).
Uomini e no Romanzo di E. Vittorini (1945).
Uomini e topi Romanzo di J. Steinbeck (1937).
Uomini preferiscono le bionde, Gli Film commedia, americano (1953). Regia di Howard Hawks. Interpreti: Marilyn Monroe, Jane Russell, Charles Coburn. Titolo originale: Gentlemen Prefer Blondes
Uomini selvaggi Film western, americano (1971). Regia di Blake Edwards. Interpreti: William Holden, Ryan O'Neal, Karl Malden. Titolo originale: Wild Rovers
Uomini, che mascalzoni!, Gli Film commedia, italiano (1932). Regia di Mario Camerini. Interpreti: Vittorio De Sica, Lya Franca, Cesare Zoppetti.
uòmo, sm. 1 La specie umana. 2 Ogni essere umano in quanto dotato di coscienza e di ragione. 3 Individuo adulto di sesso maschile della specie umana. ~ maschio. <> donna. 4 Persona indeterminata di sesso maschile. ~ individuo. 5 Adulto. <> ragazzo. 6 Soldato o componente di un equipaggio. 7 Colui di cui si parla. 8 Operaio, dipendente. 9 Nome di alcuni oggetti o dispositivi. 10 Amante. ~ compagno. 11 Sposo. ~ marito.
sm. 1 man. 2 (da uomo) for men, men's. 3 (d'affari) businessman.
• Mammifero dei Primati della specie più evoluta del regno animale (Homo Sapiens), dotato di stazione eretta, scarsa pelosità, deambulazione bipede con differenziazione dell'uso degli arti inferiori e superiori, grande sviluppo encefalico corrispondente a un elevato grado di intelligenza, capacità di linguaggio articolato e tendenza alla socializzazione. L'uomo ha iniziato la sua evoluzione circa 20.000.000 di anni fa, a partire da un antenato comune alle scimmie antropomorfe. Il primo vero ominide riconosciuto universalmente dall'antropologia moderna resta però l'Australopithecus, comparso in Africa circa cinque milioni di anni fa. Prima della sua completa estinzione, due milioni di anni fa si verificò l'evoluzione parallela di altre specie di ominidi; mentre la specie Australopithecus continuava a evolversi autonomamente (Australopithecus robustus), per poi estinguersi circa un milione di anni fa, dalla specie chiamata Australopithecus africanus scaturirono i primi esemplari del genere Homo. Questa specie, caratterizzata da un encefalo molto più sviluppato, ebbe il merito di iniziare a usare utensili in pietra scheggiata (Homo habilis). Circa 700.000 anni fa la sua successiva evoluzione (Homo erectus) cominciò a diffondersi in quelle aree di Europa e Asia che allora avevano un clima molto simile a quello delle attuali zone tropicali. Fu proprio questa specie che, circa 250.000 anni fa, originò i primi esemplari di Homo sapiens e, circa 100.000 anni fa, i primi Homo sapiens neanderthalensis. La comparsa della sottospecie attuale risale a circa 30.000 anni fa, e gli antropologi non sono concordi circa i processi evolutivi che portarono dall'Homo sapiens alla moderna specie umana, ma l'ipotesi più accreditata è che tutte le razze derivino da un solo ceppo originario dell'Africa settentrionale, dell'Asia centrale e dell'India. L'Homo sapiens sapiens si differenzia nettamente dall'uomo di Neanderthal per le caratteristiche fisiche del suo cranio, più alto e sottile con la mancanza di arcate sopracigliari molto accentuate. Gli strumenti utensili che costruisce sono più raffinati: comincia a lavorare l'osso, creando aghi e oggetti ornamentali, molti dei quali adornavano le sepolture (pendagli e collane). Nasce l'arte figurativa, testimoniata da graffiti e pitture sulle pareti delle grotte. I colori erano ricavati dall'ocra (rosso e giallo), dall'ossido di manganese (nero) e dal caolino (bianco). I pennelli erano invece costituiti da pelo o piume. I resti dell'arte paleolitica sono stati ritrovati in molte località, specialmente in Francia (Combarelles, Font-de-Gaume, Lascaux e Trois Freres), in Spagna (Castillo e Altamira). In Italia a Riparo Tagliente (Verona) a Forlì (grotta Paglicci) e Levanzo.
Uomo a una dimensione, L' Opera di filosofia di H. Marcuse (1964).
Uomo che fu giovedì, L' Romanzo di G. K. Chesterton (1908).
Uomo che ride, L' Romanzo di V. Hugo (1869).
Uomo che sapeva troppo, L' Film di spionaggio, americano (1956). Regia di Alfred Hitchcock. Interpreti: James Stewart, Doris Day, Brenda De Banzie. Titolo originale: The Man Who Knew Too Much
Uomo che sussurrava ai cavalli, L' Film romantico, americano (1998). Regia di R. Redford. Interpreti: R. Redford, K. Scott Thomas, S. Johansson, S. Neill.
Uomo che uccise Liberty Valance, L' Film western, americano (1962). Regia di John Ford. Interpreti: John Wayne, James Stewart, Vera Miles. Titolo originale: The Man Who Shot Liberty Valance
Uomo compare nell'Olocene, L' Romanzo di M. Frisch (1979).
Uomo con la macchina da presa, L' Film documentario, russo (1929). Regia di Dziga Vertov. Titolo originale: Celovek s kinoapparatom
Uomo da marciapiede, Un Film drammatico, americano (1968). Regia di John Schlesinger. Interpreti: Dustin Hoffman, Jon Voight, Brenda Vaccaro. Titolo originale: Midnight Cowboy
Uomo dal braccio d'oro, L' Romanzo di N. Algren (1949).
Uomo dal braccio d'oro, L'
Film drammatico, americano (1956). Regia di Otto Preminger. Interpreti: Frank Sinatra, Kim Novak, Darren McGavin. Titolo originale: The Man with the Golden Arm
Uomo dal fiore in bocca, L' Dramma di L. Pirandello (1923).
Uomo del banco dei pegni, L' Film drammatico, americano (1965). Regia di Sidney Lumet. Interpreti: Rod Steiger, Geraldine Fitzgerald, Brock Peters. Titolo originale: The Pawnbroker
Uomo del Riksciò, L' Film drammatico, giapponese (1958). Regia di Hiroshi Inagaki. Interpreti: Toshiro Mifune, Hideko Takamine. Titolo originale: Muhommatsu no issho
Uomo del Sud, L' Film drammatico, americano (1946). Regia di Jean Renoir. Interpreti: Zachary Scott, Betty Field, J. Carrol Naish. Titolo originale: The Southerner
Uomo del West, L' Film western, americano (1940). Regia di William Wyler. Interpreti: Gary Cooper, Walter Brennan, Dana Andrews. Titolo originale: The Westerner
Uomo delinquente in rapporto all'antropologia, alla giurisprudenza e alle discipline economiche, L' Opera di psicologia e antropologia di C. Lombroso (1876).
Uomo di Alcatraz, L' Film drammatico, americano (1963). Regia di John Frankenheimer. Interpreti: Burt Lancaster, Karl Malden, Thelma Ritter. Titolo originale: Birdman of Alcatraz
Uomo di Aran, L' Film documentario, britannico (1934). Regia di Robert Flaherty. Titolo originale: Man of Aran
Uomo di Kiev, L' Racconto di B. Malamud (1966).
Uomo di Laramie, L' Film western, americano (1955). Regia di Anthony Mann. Interpreti: James Stewart, Arthur Kennedy. Titolo originale: Man from Laramie
Uomo di marmo, L' Film drammatico, polacco (1976). Regia di Andrzej Wajda. Interpreti: Jerzy Radziwilowicz, Krystyna Janda, Tadeusz Lomnicki. Titolo originale: Czlowiek z marmuru
Uomo difficile, L' Commedia di H. von Hofmannsthal (1921).
Uomo e il sacro, L' Saggio di R. Caillois (1939).
Uomo e superuomo Commedia di G. B. Shaw (1903).
Uomo è un uomo, Un Dramma di B. Brecht (1925).
Uomo finito, Un Memorie di G. Papini (1913).
Uomo in rivolta, L' Opera filosofica di A. Camus (1951).
Uomo invisibile, L' Film fantastico, americano (1933). Regia di James Whale. Interpreti: Claude Rains, Gloria Stuart, William Harrigan. Titolo originale: The Invisible Man
Uomo macchina, L' Opera di medicina e filosofia di J. O. de La Mettrie (1748).
Uomo massa Dramma di E. Toller (1921).
Uomo nero, L' Opera di poesia di S. A. Esenin (postuma 1926).
Uomo ombra, L' Film giallo, americano (1934). Regia di Woodbridge Strong Van Dyke. Interpreti: Myrna Loy, William Powell, Maureen O'Sullivan. Titolo originale: The Thin man
Uomo per tutte le stagioni, Un Film drammatico, britannico (1966). Regia di Fred Zinnemann. Interpreti: Paul Scofield, Wendy Hiller, Leo McKern. Titolo originale: A Man for All Seasons
Uòmo Qualùnque, L' Giornale settimanale fondato a Roma nel 1944 da G. Giannini. Ha dato vita al qualunquismo, movimento politico d'ispirazione vagamente liberale che voleva dar voce all'opinione dell'uomo di strada. Chiuse nel 1953.
Uomo senza qualità, L' Romanzo di R. Musil (1931-1933). Protagonista dell'opera è Ulrich Anders (cognome allusivo, altrimenti), uomo dotato di innumerevoli qualità senza che nessuna prevalga sulle altre, perciò incapace di indirizzarle a uno scopo, paralizzato dalla coscienza che la realtà è aperta a infinite possibilità. Il racconto non possiede un vero e proprio centro, ma solo un nucleo principale costruito intorno a un comitato di festeggiamenti denominato Azione Parallela. Il comitato si deve occupare dei festeggiamenti per il settantesimo compleanno dell'imperatore Francesco Giuseppe, che cade nel 1918, parallelamente al trentesimo anniversario di regno dell'imperatore di Germania Guglielmo II, e nomina come suo segretario Ulrich Anders. Ulrich, in realtà, più che del comitato, si interessa del caso Moosbrugger, un condannato a morte. Le riunioni del comitato si svolgono nel salotto della signora Diotima Tuzzi, cugina di Ulrich, nel quale sfilano numerosi personaggi, specchio vivente dell'Austria dell'inizio del secolo. Le riunioni del comitato non producono altro che una serie di proposte sconclusionate o inattuabili. Lo scoppio della guerra nell'estate del 1914 dissolve il comitato, che non ha concluso nulla, mentre Ulrich parte per il fronte. La guerra è considerata da Musil il principio della fine di una civiltà. Intorno a Ulrich si muovono altri personaggi, in particolare la sorella Agathe con la quale Ulrich intreccia un rapporto incestuoso, la crisi di una coppia (Walter e Clarisse). La chiusura del salotto Tuzzi equivale alla chiusura con il passato.
L'opera, che utilizza numerosi modi narrativi (descrittivo, lettere, dialogo, monologo interiore) è stata paragonata a un labirinto con sottilissimi fili che legano i suoi simboli, ma sostanzialmente inafferrabile nel suo significato. La dissoluzione della forma tradizionale del romanzo, alla quale è abbinata l'attività inconcludente del comitato, è stata avvicinata alla dissoluzione dell'Impero. Il tono del narratore è freddo e distaccato, improntato allo scetticismo. Il romanzo è considerato uno dei capolavori della letteratura europea di questo secolo.
Uomo senza volto, L' Film drammatico, americano (1993). Regia di Mel Gibson. Interpreti: Mel Gibson, Nick Stahl, Margaret Whitton. Titolo originale: The Man Without a Face
Uomo tranquillo, Un Film commedia, americano (1952). Regia di John Ford. Interpreti: John Wayne, Maureen O'Hara, Victor McLaglen. Titolo originale: The Quiet Man
Uomo, Un Romanzo di O. Fallaci (1979).
Uomo, una donna, Un Film drammatico, francese (1967). Regia di Claude Lelouch. Interpreti: Anouk Aimée, Jean-Louis Trintignant, Pierre Barouh. Titolo originale: Un homme et une femme
uòpo, sm. Bisogno. ~ necessità.
sm. (all'uopo) if necessary.
uòsa, sf. 1 Calzatura medievale con gambaletto alto fin sotto il ginocchio. 2 Ghetta. 3 Fasciatura stretta di protezione delle articolazioni inferiori di equini e bovini.
lat. mediev. hosa.
uòvo, sm. 1 Cellula germinativa o gamete femminile. 2 L'uovo degli animali ovipari. 3 L'uovo di gallina. 4 Qualsiasi oggetto a forma di uovo di gallina.
sm. 1 egg. 2 (al tegame) fried egg. 3 (di Pasqua) Easter egg. 4 (uova strapazzate) scrambled eggs.
lat. ovum.
• Dalle uova fino alle mele. Era comune presso i Romani cominciare il pranzo con le uova e finirlo con mele e altra frutta.
• Cellula della riproduzione che, fecondata dal gamete maschile, ha la capacità di generare un nuovo individuo. Ha forma tondeggiante ed ellittica, di dimensioni variabili con la specie. Si forma nell'ovario e da esso origina l'embrione all'interno o all'esterno del corpo materno. In seguito a moltiplicazione e accrescimento nell'uovo maturo si formano sostanze nutritive per lo sviluppo dell'embrione. Queste sostanze sono dette tuorlo o vitello o deutoplasma. La distribuzione del tuorlo e le sue dimensioni permettono di classificare le uova in isolecitiche o centrolecitiche a seconda che il tuorlo sia piccolo e al polo o abbondante e al centro. Un involucro esterno o membrana vitellina riveste la cellula uovo; attraverso i suoi pori è possibile la penetrazione dello spermio. L'uovo umano ha dimensioni di circa 200 micron di diametro.
UP Sigla di United Press (stampa unita).
Upanisad => "Veda".
Updike, John (Shillington, Pennsylvania 1932-) Romanziere statunitense. Tra le opere Corri coniglio (1960), Coppie (1968), Coniglio (1981), Riposa, coniglio (1981), Fratello cicala (1997).
Upemba Bacino (500 km2) lacustre dello Zaire, nello Shaba.
uperizzazióne, sf. Ultrapastorizzazione.
upgrade, sm. invar. Aggiornamento.
UPI Sigla di United Press International (stampa unita internazionale).
UPIM Sigla di Unico Prezzo Italiano di Milano.
Up¿Ì¿tis o Up¿Ì¿ts, Andrejs (Kalnini 1877-Riga 1970) Narratore e critico letterario lettone. Tra le opere, i romanzi I Robeznieki (1908-1921), Sul ponte dell'arcobaleno (1926), La prima notte (1937), La terra verde (1945), le raccolte di novelle I ragazzi di Zamsheli (1960) e La vita nuda (1963), i lavori teatrali Mirabeau (1926), Giovanna d'Arco (1930) e Spartaco (1940) e i saggi Storia della letteratura mondiale (1930-1934), La letteratura lettone (1951) e Storia del realismo socialista.
Upjohn, Richard (Shaftesbury 1802-Garrison 1878) Architetto inglese. Tra le opere la Trinity Church a New York(1840-1846).
upload, sm. invar. Nel linguaggio informatico indica l'operazione mediante la quale vengono caricati file su un altro computer tramite una connessione via modem.
Upolu Isola (115.000 ab.) delle Samoa, nell'oceano Pacifico. Città principale Apia, capitale dello stato.
Upper River Divisione (111.000 ab.) del Gambia orientale, capoluogo Basse.
uppercut, sm. invar. Nel pugilato, montante. ~ gancio.
Uppsala Città (175.000 ab.) della Svezia, sul fiume Fyris. Capoluogo della contea omonima (279.000 ab.), a 60 km da Stoccolma, nella regione dell'Uppland. Le principali industrie sono quelle meccaniche, farmaceutiche, alimentari ed editoriali. Centro culturale, vi ha sede la più antica università della Svezia costruita nel 1477 (la sua biblioteca ha più di due milioni di volumi, di cui 28.000 manoscritti). Importante centro religioso dall'XI sec., è sede arcivescovile e vi si incoronano i re di Svezia. Numerosi sono i monumenti storici quali la chiesa della Trinità, il castello e il palazzo Gustavianum.
uprighting, sf. invar. Termine che indica, in ortodonzia, il movimento per portare la radice di un dente coricato in avanti nella posizione ortogonale fisiologica.
UPT Sigla di Ufficio Provinciale del Tesoro.
up-to-date, loc. agg. invar. Molto aggiornato, alla moda.
ùpupa, sf. Uccello (Upupa epops) della famiglia degli Upupidi e dell'ordine dei Coraciformi. Di colore marrone, bianco e nero, presenta una cresta sul capo. Ha un becco lungo e sottile con il quale cattura gli insetti e i piccoli animali che vivono nel terreno. Vive nelle zone aperte dell'Europa, dell'Africa e dell'Asia centromeridionale. Migratore e nidificante in Italia nelle cavità degli alberi. Per tutto il periodo della cova la femmina viene nutrita dal maschio.
Upùpidi Famiglia di Uccelli coraciiformi di piccole dimensioni diffusi in Asia, Africa ed Europa, rappresentata in Italia dall'upupa.
Ur Antica città sumerica sull'Eufrate le cui rovine sorgono vicino all'odierno centro iracheno di Tell el-Muqaiyar. Se ne hanno testimonianze a partire dal IV millennio a. C. Ebbe un periodo di splendore nel millennio successivo, con la I dinastia, a cui seguì l'occupazione degli accadi. Riacquistata l'indipendenza nel II millennio, seguì un nuovo periodo di splendore con la III dinastia, a cui risale il più antico codice legislativo attestato. In seguito fu conquistata dai babilonesi e dai persiani e nel V sec. fu abbandonata. Gli scavi archeologici condotti da L. Woolley negli anni 1922-1934, hanno portato alla luce il tempio di Nantar, con le tombe reali, con il famoso stendardo di Ur, del IV millennio a. C.
ùraco, sm. In embriologia, canalicolo comunicante con la vescica e che partecipa alla formazione dell'allantoide.
uraeus, sm. invar. Monile raffigurante un cobra eretto che veniva usato per adornare la fronte del faraone, simbolo della sua potenza.
greco Urâios dall'egizio Uretet la Grande.
uragàno, sm. 1 Ciclone caratteristico delle Indie occidentali. 2 Violenta tempesta di vento. ~ burrasca. • l'uragano provocò ingenti danni alle coltivazioni della zona. 3 Grande quantità. ~ caterva. • un uragano di insulti accolse la decisione dell'arbitro.
sm. hurricane.
spagn. huracàn, da una voce indigena delle Antille Hurakàn, dio delle tempeste, il cui nome significa "quello con una gamba sola".
Uragano Film drammatico, americano (1937). Regia di John Ford. Interpreti: Dorothy Lamour, Jon Hall, Raymond Massey. Titolo originale: The Hurricane
Uragano, L' Dramma di A. N. Ostrovskij (1860).
Uràgo d'Òglio Comune in provincia di Brescia (2.991 ab., CAP 25030, TEL. 030).
Ural Fiume (2.428 km) della Russia e del Kazakistan. Nasce dai monti Urali Selvosi e sfocia nel mar Caspio, con un ampio delta presso Gurjev. Navigabile dalla città di Oremburg, bagna le città di Magnitogorsk, Orsk e Uralsk.
Uràli Catena montuosa della Federazione Russa, che segna il confine convenzionale tra Europa e Asia. Si estendono per circa 2.000 km, con una larghezza media di 160 km in direzione dei meridiani, a partire dalla penisola di Jugorski, posta tra il mare di Barents e il mare di Kara, fino al lago d'Aral. Sono suddivisi in parti che sono, da nord a sud, gli Urali polari, gli Urali subpolari, tra i quali si trova la vetta più elevata dell'intera catena, il monte Narodnaja (1.894 m), gli Urali settentrionali o petrosi, ricchi di minerali, pietre preziose e marmi, gli Urali centrali o metalliferi, anch'essi ricchi di minerali metalliferi, e gli Urali meridionali o selvosi, ricoperti da foreste, tra cui spicca il monte Jamantau (1.640 m). Dagli Urali nascono i fiumi Pecora e Ural.
uràlico, agg. e sm. agg. Dei monti Urali, del loro territorio.
(pl. m.-ci) sm. 1 Che, chi appartiene alle popolazioni che erano stanziate nelle regioni degli Urali. 2 Di una famiglia di lingue.
uralìte, sf. Minerale di colore verde che si forma a causa di alterazioni dei pirosseni in seguito a un fenomeno di uralitizzazione dovuto a metamorfismo.
uralo-altàico, agg. (pl. m.-ci) Gruppo linguistico la cui unità comprende due grandi famiglie: uralica e altaica.
Uralsk Città (214.000 ab.) del Kazakistan, sul fiume Ural. Capoluogo del Kazakistan Occidentale.
Urània Personaggio mitologico, una delle nove Muse. È protettrice della matematica, dell'astronomia e della poesia didascalica.
uraniàno, agg. Relativo al pianeta Urano.
uranìfero, agg. Che contiene, che produce uranio.
Uranìidi Famiglia di Insetti Lepidotteri eteroneuri diffusi nelle regioni tropicali. Queste farfalle sono piccole e di modeste colorazioni nella forma notturna, mentre nella forma diurna sono di colori importanti.
uraninìte, sf. Minerale dell'uranio contenente anche piombo e altri elementi e tracce di radio. È utilizzato prevalentemente per l'estrazione dell'uranio.
urànio, sm. Elemento chimico, avente simbolo U, numero atomico 92, peso atomico 238,04, punto di fusione 1.130 °C e punto di ebollizione 4.000 °C ca. Fu scoperto nel 1789 da M. H. Klaproth nell'uraninite. L'uranio elementare, ottenuto da Peligot solo 50 anni dopo la scoperta, è un metallo relativamente tenero e duttile a temperatura ambiente. In natura si trova in numerosi minerali, tra cui l'uraninite, l'autunite e la carnotite. È costituito da 14 isotopi, tra cui l'isotopo 235U, nuclide fissile utilizzato nei reattori nucleari. L'uranio, altamente tossico, è usato anche per produrre raggi X di elevata energia.
uranìsmo, sm. Forma di omosessualità maschile passiva.
dal nome del dio Urano.
uranìti, sf. pl. Gruppo di tre minerali dell'uranio. Vengono più comunemente chiamati miche di uranio per la loro sfaldatura lamellare.
urano- Primo elemento di parole composte che nella terminologia scientifica significano cielo.
dal greco uranós.
Uràno (astronomia) Settimo pianeta del sistema solare in ordine di distanza dal Sole, da cui dista circa 3.000.000 di km, venne scoperto nel 1781 da W. Herschel. Con una massa pari a 8,68 · 1025 kg e un raggio equatoriale di circa 25.800 km, è il terzo pianeta del sistema solare per dimensioni. Urano compie un moto di rivoluzione in un periodo di 84,01 anni e un moto di rotazione retrogrado di 10 ore e 49 minuti; insieme a Venere è l'unico pianeta del sistema solare ad avere un moto di rotazione in senso orario attorno al suo asse. Con l'asse inclinato di circa 8 gradi rispetto al piano dell'orbita, rivolge i poli verso il Sole. Presenta una decina di anelli. Ha un campo magnetico pari circa al 33% di quello terrestre. È un pianeta per lo più gassoso, composto da idrogeno, elio e metano e una temperatura massima di circa-210 °C. Ha 15 satelliti, i cui principali sono, in ordine di distanza dal Sole, Miranda, Ariel, Umbriel, Titania e Oberon. È stato studiato dalla sonda Voyager 2, nel gennaio 1986.
Uràno (mitologia) Personaggio mitologico, dio greco, figlio di Gea e personificazione del cielo. Con lei generò figli che poi nascondeva nel profondo della Terra, finché il figlio Crono li liberò tutti, dopo aver mutilato e detronizzato il padre.
uranografìa, sf. Parte dell'astronomia che studia e descrive la sfera celeste e le costellazioni.
uranogràfico, agg. (pl. m.-ci) Che si riferisce all'uranografia.
Coordinate uranografiche
Le odierne coordinate equatoriali.
uranoscopìa, sf. Osservazione astronomica del cielo.
Uranoscòpidi Famiglia di Pesci Perciformi, tra cui il più noto è il pesce prete (Uranoscopus scaber). Vivono nella sabbia o nel fango dei fondali dei mari caldi e temperati. Sono pesci carnivori forniti di spine contenenti veleno sopra le pinne pettorali e dietro gli occhi hanno organi che emettono piccole scariche elettriche.
URAR-TV Sigla di Ufficio Registro Abbonamenti Radio e Televisione.
Ùras Comune in provincia di Oristano (3.377 ab., CAP 09099, TEL. 0783).
uràto, sm. Sale dell'acido urico. Nei calcoli urinari si trova urato sodico, mentre nei calcoli renali è presente urato ammonico.
Urawa Città (418.000 ab.) del Giappone, sull'isola di Honshu. Capoluogo della prefettura di Saitama.
Urbàna Comune in provincia di Padova (2.177 ab., CAP 35040, TEL. 0429).
urbanaménte, avv. Civilmente, educatamente, compitamente. ~ cortesemente.
urbanésimo, sm. Fenomeno sociale per cui le popolazioni rurali tendono ad abbandonare la campagna e a trasferirsi in città.
Urbània Comune in provincia di Pesaro (6.365 ab., CAP 61049, TEL. 0722).
urbanìsta, sm. e sf. (pl. m.-i) Chi si occupa di urbanistica.
urbanìstica, sf. Disciplina che studia tutto ciò che riguarda formazione ed evoluzione di città e territori urbani. L'urbanistica si interessa delle esigenze di vita e di sviluppo dei centri urbani e di tutte le problematiche concernenti le condizioni della collettività, quali il decentramento, la funzione delle aree verdi, la viabilità, la zonizzazione, le aree pedonali. Il termine nacque con la nascita delle città. L'urbanistica moderna risale invece alla rivoluzione industriale avvenuta in Gran Bretagna nel XVIII sec.
sf. town planning.
urbanìstico, agg. (pl. m.-ci) Che riguarda l'urbanistica, gli urbanisti.
urbanità, sf. L'essere urbano, garbato. ~ educazione. <> maleducazione.
urbanizzàre, v. v. tr. 1 Rendere urbano, civile. ~ incivilire. 2 Conferire a un centro abitato le caratteristiche della città. • il primo impegno del sindaco fu la promessa di urbanizzare al meglio il centro cittadino.
v. intr. pron. Assumere il carattere o l'assetto tipici della città.
v. rifl. 1 Assumere costumi cittadini. 2 Acquisire civiltà di modi. ~ incivilirsi. • quel popolo primitivo mostrava una resistenza innata a urbanizzarsi.
deriv. da urbano.
urbanizzazióne, sf. L'urbanizzarsi, il modo e l'effetto.
urbàno, agg. 1 Di, della città; relativo alla città. ~ cittadino. <> rurale. • vigili urbani, il corpo di polizia municipale; la tariffa delle telefonate urbane era invariata. 2 Civile, garbato. ~ educato. <> maleducato. • atteggiamenti poco urbani.
agg. 1 city, urban. 2 (cortese) courteous. 3 (telefonata) local call. 4 (fig.) urbane.
lat. urbanus, deriv. da urbs, urbis città.
Urbàno Nome di papi.
Urbano I
(?-Roma 230) Santo e papa dal 222.
Urbano II
(Châtillon-sur-Marne 1040 ca.-Roma 1099) Ottone di Lagery, beato e papa dal 1088. Proseguì la lotta per le investiture.
Urbano III
(Milano 1120 ca.-Ferrara 1187) Uberto Crivelli, papa dal 1185. In contrasto con il Barbarossa, poiché tentava di sottrargli l'eredità di Matilde di Canossa, gli sollevò contro il clero tedesco.
Urbano IV
(Troyes 1200 ca.-Perugia 1264) Jacques Pantaléon, papa dal 1261. Nella lotto contro Manfredi chiese l'aiuto di Carlo d'Angiò, chiamandolo in Italia.
Urbano V
(Castello di Grisac 1309?-Avignone 1380) Guillaume de Grimoard, beato e papa ad Avignone dal 1362. Nel 1367, grazie all'Albornoz, rientrò a Roma, ma tre anni più tardi, in seguito alle pressioni francesi, dovette far ritorno ad Avignone.
Urbano VI
(Napoli 1318?-Roma 1389) Bartolomeo Prignano, papa dal 1378. Gli fu contrapposto dai vescovi francesi l'antipapa Clemente VII, ma egli lo sconfisse e lo costrinse a rifugiarsi ad Avignone, dando così però inizio allo scisma d'occidente.
Urbano VII
(Roma 1521-1590) Giambattista Castagna, papa nel 1590, ma solo per pochi giorni.
Urbano VIII
(Firenze 1568-Roma 1644) Maffeo Barberini, eletto papa nel 1623, dopo Gregorio XV. Si impegnò nel processo di ripristino dell'autorità papale in Europa. Potenziò l'Inquisizione, celebrando tra l'altro i processi a T. Campanella e a G. Galilei. Condannò il giansenismo favorendo l'opera missionaria. Si distinse per l'uso accentuato del nepotismo. Fu anche un grande mecenate. Diede impulso all'architettura romana (Palazzo Barberini, Castel Gandolfo) e si occupò di importanti opere di bonifica nello Stato pontificio.
ùrbe, sf. 1 Città. 2 Per antonomasia, Roma.
Ùrbe Comune in provincia di Savona (820 ab., CAP 17040, TEL. 019).
urbi et orbi, loc. agg. invar. e avv. 1 Della solenne benedizione papale impartita ai fedeli di Roma e di tutto il mondo cattolico. 2 A tutti. ~ dovunque.
Urbi et orbi Opera di poesia di V. J. Brjusov (1903).
ùrbico, agg. (pl. m.-ci) Relativo alla città.
lat. urbicus della città.
urbinàte, agg., sm. e sf. agg. Di Urbino.
sm. e sf. Nato o abitante a Urbino.
Urbìno Città delle Marche (comune 15.000 ab., CAP 61029, TEL. 0722) posta su due alture tra le valli del Metauro e del Foglia a sud-ovest di Pesaro, con la quale forma la provincia di Pesaro e Urbino. È un importante centro artistico, commerciale, culturale (università fondata nel 1506) e turistico. Ha industrie tessili, del mobile, dell'abbigliamento, poligrafiche e delle materie plastiche. Artigianato della maiolica, del legno e del ferro battuto. Città di origine romana, divenne nel XII sec. feudo dei Montefeltro, i quali nel 1443 ottennero dal papa il titolo di duchi. Raggiunse il suo massimo splendore sotto Federico II (1422-1482), con i duchi Federico e Guidobaldo, divenendo punto d'incontro dei maggiori artisti e letterati del rinascimento. Nel 1508 passò ai Della Rovere, che rimasero fino al 1631, anno in cui il ducato passò alla chiesa che lo conservò, eccetto che per un periodo in cui fu dominio dalla Francia (1797-1815), fino al 1860, quando fu annessa all'Italia. Conserva la struttura urbanistica rinascimentale e la cinta muraria. Tra i monumenti vi sono il palazzo Ducale (XV sec.), eseguito su un progetto del Laurentana e sede della Galleria Nazionale delle Marche, l'oratorio di San Giovanni Battista (XIV sec.), la chiesa gotica di San Domenico (XIV sec.) e il duomo (XVIII sec.).
Urbisàglia Comune in provincia di Macerata (2.633 ab., CAP 62010, TEL. 0733).
urceolàto, agg. In botanica si usa per indicare rigonfiamento nella parte mediana di un frutto, foglia, calice o corolla. ~ orceolato.
urdu, agg. e sm. invar. Lingua nazionale del Pakistan che si differenzia dalla lingua hindi per il sistema di scrittura. Letteralmente significa"lingua dei campi".
ure(o)- Primo elemento di parole composte.
greco ûron urina.
urèa, sf. Sostanza organica azotata, prodotto della demolizione delle proteine nel metabolismo dei Mammiferi e di altri Vertebrati ed eliminata con le urine. È composta di un atomo di carbonio, due atomi di ossigeno, due atomi di azoto e quattro di idrogeno; fu la prima sostanza organica a essere sintetizzata artificialmente a partire dall'ammoniaca e dall'anidride carbonica. Viene usata largamente come fertilizzante, nell'industria plastica e per produzione di esplosivi.
urèico, agg. (pl. m.-ci) Dell'urea, che contiene urea.
uremìa, sf. Sinonimo di iperazotemia.
urèmico, agg. e sm. agg. Di uremia, relativo a uremia.
sm. Affetto da uremia.
uretère, sm. Canale di conduzione dell'urina dal rene alla vescica¤. ¤Esistono in numero pari e sono simmetrici rispetto l'asse del corpo.
ureterìte, sf. Infiammazione dell'uretere.
urètra, sf. Parte terminale delle vie urinarie, collegante la vescica con l'esterno. Attraverso il canale dell'uretra è possibile eliminare l'urina.
uretràle, agg. Dell'uretra, relativo all'uretra.
uretralgìa, sf. Dolore dell'uretra sintomatico talvolta di prostatite o calcolosi vescicale.
uretrìte, sf. Infiammazione dell'uretra.
Urey, Harold Clayton (Walkerton 1893-San Diego 1981) Chimico statunitense. Scoprì il deuterio e nel 1934 fu insignito del premio Nobel.
Urfa Città (278.000 ab.) della Turchia, nell'Anatolia sudorientale. Capoluogo della provincia omonima.
Urfaust Dramma di J. W. Goethe (prima del 1772).
Urgenc Città (130.000 ab.) dell'Uzbekistan, capoluogo della provincia di Horezm.
urgènte, agg. 1 Che urge, che deve essere soddisfatto, fatto, risolto immediatamente. ~ impellente. <> prorogabile. 2 Importante, necessario. ~ essenziale. <> secondario.
agg. 1 urgent. 2 (pressante) pressing.
urgenteménte, avv. Al più presto, con urgenza.
urgènza, sf. 1 L'essere urgente. 2 Situazione di estrema gravità. ~ necessità. 3 Rapidità, premura, fretta. ~ sollecitudine.
sf. 1 urgency. 2 (emergenza) emergency. 3 (fretta) hurry.
ùrgere, v. v. tr. 1 Spingere. ~ incalzare. 2 Sollecitare, incitare. ~ spronare. <> Rallentare. 3 Premere.
v. intr. 1 Essere urgente, immediatamente necessario. 2 Essere pressante. ~ incalzare.
v. intr. to be needed urgently, to be urgent.
lat. tardo urgere.
Urgnàno Comune in provincia di Bergamo (7.606 ab., CAP 24059, TEL. 035).
urì, sf. invar. Termine che nella concezione musulmana indica esseri femminili dagli occhi neri che popolano l'aldilà e che ricompensano con le loro grazie gli eletti.
Ùri (comune) Comune in provincia di Sassari (2.961 ab., CAP 07040, TEL. 079).
Uri (Svizzera) Cantone della Svizzera (1.080 km2, 35.000 ab.) con capitale Altdorf, posto al centro della confederazione, tra i cantoni Ticino a sud-est, Grigioni a est, Glarona a nord-est, Schwyz a nord, Unterwalden a nord-ovest, Berna a ovest e Vallese a sud-ovest. Il territorio è montuoso e comprende la sezione occidentale delle Alpi Bernesi e quella orientale delle Alpi di Glarona tra cui vi è la vallata del fiume Reuss. Include anche la parte sudorientale del lago dei Quattro Cantoni. Vi sono praticati allevamento, agricoltura e turismo. I centri principali sono Erstfeld e Adermatt. La popolazione è cattolica di lingua tedesca. Fu possedimento dell'abbazia di Zurigo e poi dell'impero. Nel 1291 con i cantoni di Schwyz e Unterwalden si liberò dagli Asburgo, formando il primo nucleo della Confederazione elvetica.
ùria, sf. Uccello (Uria aalge) della famiglia degli Alcidi e dell'ordine dei Caradriformi. Di colore marrone e bianco, vive sulle coste dell'Atlantico e del Pacifico settentrionale. Si nutre di pesci e molluschi. Le sue uova hanno forma di pera.
uricemìa, sf. Tasso di acido urico presente nel sangue.
uricèmico, agg. (pl. m.-ci) Riguardante l'uricemia.
ùrico, agg. Dell'acido urico.
uridròsi, sf. Eliminazione col sudore di urea e di altre sostanze eliminate normalmente con l'urina. È sintomo di grave uremia.
urìna, sf. Prodotto di secrezione renale, per mezzo del quale vengono eliminati rifiuti del metabolismo e sostanze tossiche, fungendo al mantenimento costante del pH nel sangue e alla regolazione del volume del sangue e della linfa. Ha l'aspetto di un liquido trasparente di colore giallo e contiene sali minerali, urea, acido urico e amminoacidi. La produzione nell'uomo adulto varia dai 1.000 ai 1.500 ml al giorno. La presenza nell'urina di sostanze particolari, come le proteine e il glucosio, può essere sintomo di stati patologici. ~ orina, piscia.
sf. urine.
urinàre, v. tr. e intr. Orinare.
urinàrio, agg. Dell'orina.
URL Sigla di Uniform Resource Loader, indirizzo di un sito nel World Wide Web.
urlàre, v. v. tr. 1 Dire ad alta voce. ~ strillare. <> bisbigliare. • gli urlò alcuni insulti, dopo che se ne era andato. 2 Cantare a gola spiegata.
v. intr. 1 Di belva, emettere ululati. ~ ululare. 2 Dell'uomo, emettere grida alte e prolungate. ~ gridare. • arrivò al punto di urlare per il lancinante dolore. 3 Alzare la voce. ~ strillare. • dovette urlare per farlo rinsavire e calmare.
v. tr. 1 to yell, to shout. 2 (strillare) to scream. v. intr. to cry, to shout, to scream.
lat. ululare.
urlàta, sf. Sgridata. ~ sfuriata.
urlatóre, agg. e sm. (f.-trìce) 1 Che, chi urla. 2 Di cantante che predilige lo stile urlato di moda negli anni sessanta.
urlìo, sm. L'urlare continuo.
ùrlo, sm. (pl. m.-i, f.-a) 1 Di animale, grido forte e prolungato. ~ ululato. 2 Suono acuto e prolungato. • l'urlo delle sirene interrompeva la tranquillità della città. 3 Di persona, grido acuto e incontrollato. ~ strillo. • gli scappò un urlo di dolore. 4 Parola o discorso pronunciato con tono forte e rabbioso o scomposto. 5 Rumore fragoroso. • urlo del vento.
[plurale: gli urli (soprattutto degli animali), le urla (dell'uomo)]
sm. 1 shout, cry. 2 (strillo) scream, shriek.
deriv. da urlare.
Urlo Opera di poesia di A. Ginsberg (1956). Urlo è il titolo italiano di una raccolta dal titolo Urlo e altre poesie (Howl and Other Poems). L'opera segnò l'affermazione di Ginsberg come voce della letteratura americana ed è un importante documento della beat generation che anticipa i movimenti politici degli anni '60. Il poeta, in versi sciolti, denuncia una società che ha distrutto i migliori intelletti della sua generazione. Altre poesie della raccolta accusano una società senza gioia, con l'anima ridotta a elettricità e banche, nella quale tutti sono seri, tranne il poeta.
Urlo e il furore, L' Romanzo di W. Faulkner (1929).
Urlo nella notte, Un Film drammatico, americano (1957). Regia di Martin Ritt. Interpreti: Joanne Woodward, Jeffrey Hunter, Cameron Mitchell. Titolo originale: No Down Payment
urlóne, sm. (f.-a) Persona che urla, che parla ad alta voce.
Urmia Città (358.000 ab.) dell'Iran, tra il confine turco e il lago omonimo. Capoluogo della provincia dell'Azerbaigian Occidentale.
ùrna, sf. 1 Presso gli antichi, vaso da cui attingere o in cui tenere acqua o altri liquidi. ~ custodia. 2 Contenitore con un'apertura nel lato superiore, che serve per contenere le schede di una votazione o i numeri di un sorteggio. • l'urna delle schede doveva essere sigillata al mattino della votazione. 3 Recipiente per conservare le ceneri e i resti di un defunto. ~ reliquiario. • depose le ceneri nell'urna. 4 Tomba.
sf. 1 urn. 2 (elettorale) ballot box.
lat. urna.
uro- Primo elemento per parole composte.
dal greco urá coda.
ùro, sm. Mammifero vissuto in Europa dal tempo paleolitico sino al XVII secolo. Da esso si ritiene derivino gli attuali bovini domestici.
urobilìna, sf. Pigmento biliare derivato dalla bilirubina, presente in piccole quantità nell'urina; in condizioni patologiche può aumentare considerevolmente.
urobilinùria, sf. Emissione di urobilina con le urine.
Urocìclidi Famiglia di Molluschi Gasteropodi polmonati, dotati di conchiglia molto sottile ed interna. Si trovano nell'Africa sudorientale, nel Madagascar e nelle isole Comore.
urocióne Mammifero carnivoro, appartenente ai canidi, di aspetto simile alla volpe; vive nelle regioni meridionali dell'America del Nord.
urocoltùra, sf. Esame della flora batterica dell'urina collocata in appositi terreni di crescita.
Urocòptidi Famiglia di Molluschi Gasteropodi polmonati, dotati di conchiglia allungata, con apertura piccola e piede piccolo. Si trovano nel continente americano. Il genere più noto: olospira.
Urocordàti Nella classificazione animale, sottotipo dei Cordati, nel gruppo dei Deuterostomi, sottoregno dei Metazoi. Comprendono le classi Ascidiacei, Appendicolarie e Taliacei per un totale di circa 2.000 specie. Sono anche detti Tunicati per il rivestimento di cui sono muniti.
Urodèli Ordine degli Anfibi comprendente esemplari dal corpo allungato assai simile a quello delle lucertole o delle anguille con arti anteriori lunghi come quelli posteriori e coda permanente. Esempi sono il tritone, il proteo e la salamandra.
urodinàmica, sf. (pl.-che) Termine medico che indica lo studio della fisiologia e della fisiopatologia delle vie urinarie utilizzando parametri fisici per definire le caratteristiche di trasporto dell'urina.
urogàllo, sm. => "gallo (cedrone)"
urogastróne, sm. Ormone polipeptidico presente nell'urina; iniettata, inibisce la secrezione gastrica.
urogenitàle, agg. Che riguarda l'apparato urinario e quello genitale.
urografìa, sf. Tecnica radiologica che consente la visualizzazione delle vie urinarie secondo due metodi distinti.
Urografia ascendente
Lo stesso liquido viene introdotto tramite un catetere nella vescica e negli ureteri.
Urografia discendente
Eseguita in caso di buona funzionalità renale, viene iniettato per via endovena un mezzo radiopaco (acido benzoico triiodato) che, eliminato attraverso il rene, fornisce l'immagine in positivo delle parti cave del bacinetto renale, degli ureteri e della vescica.
urologìa, sf. Branca della medicina che studia le malattie dell'apparato urinario.
urològico, agg. (pl. m.-ci) Che riguarda l'urologia.
uròlogo, sm. (pl. m.-gi) Medico specialista in urologia.
uromàstice, sm. Genere di Rettili agamidi erbivori; sono grosse lucertole proprie delle zone desertiche dell'Africa nordorientale e dell'Asia meridionale. Hanno coda a squame a forma di aculei.
uropatìa, sf. Termine medico che designa genericamente un'affezione dell'apparato urinario.
uropìgio, sm. Ghiandola posta sotto la coda degli Uccelli; secerne una sostanza grassa che unge ed impermeabilizza le penne.
uropoièsi, sf. Viene così chiamato il processo di produzione di urina da parte dei reni.
urrà => "hurrà"
Urraca (1080 ca.-Saldaña 1126) Figlia di Alfonso VI. Fu regina di Castiglia e León dal 1109. Entrò in guerra con il marito Alfonso I d'Aragona e lo batté tra il 1113 e il 1114. Associò al trono di Castiglia il figlio Alfonso VII.
ùrsidi Sciame di meteore, osservabili nelle notti di dicembre, con radiante appartenente alla costellazione dell'Orsa Maggiore.
URSS => "Russia"
urtànte, agg. e sm. agg. Che urta, che indispone. ~ irritante. <> simpatico.
sm. Congegno che sporge dalle mine subacquee e ne provoca l'esplosione se viene urtato da una nave.
urtàre, v. v. tr. 1 Dare un urto. ~ sbattere. <> evitare. • lo aveva urtato involontariamente con la spalla. 2 Infastidire, indisporre. ~ irritare. <> deliziare. 3 Offendere. • non voleva urtarlo con un rifiuto troppo netto.
v. intr. pron. Irritarsi. ~ offendersi. • si era urtato per quell'atteggiamento indisponente.
v. rifl. rec. 1 Spingersi. ~ scontrarsi. 2 Venire a contrasto.
v. tr. 1 to knock against, to bump into. 2 (indisporre) to annoy. v. intr. 1 to crash into, to bump into, to knock against. 2 (imbattersi) to come up against. v. intr. pron. e v. rifl. 1 (scontrarsi) to collide. 2 (fig.) to clash.
provenz. urtar.
urtàta, sf. L'urtare, urto. ~ spinta.
urtàto, agg. Stizzito, infastidito. ~ irritato.
Urticàcee Piante prevalentemente erbacee dell'ordine delle Urticali, provviste di caratteristici peli urticanti.
Si trovano soprattutto nelle regioni tropicali.
Urticàli Piante legnose o erbacee con fiori generalmente unisessuali. Comprendono quattro famiglie: le olmacee, le urticacee, le moracee e le cannabinacee.
urticànte => "orticante"
urticària => "orticaria"
urtìte, sf. Roccia di origine eruttiva, costituita soprattutto da nefelina con elementi di plagioclasio basico, egirina e apatite.
ùrto, sm. 1 Colpo improvviso e violento contro qualcuno o qualcosa. 2 Attacco violento di truppe. ~ assalto. 3 Collisione. ~ scontro. 4 Profondo dissenso. ~ contrasto.
sm. 1 impact. 2 (assalto) attack. 3 (contrasto) conflict. 4 (scontro) collision, crash.
deriv. da urtare.
• In fisica indica un fenomeno di interazione di due o più corpi o sistemi in moto relativo, che vengono a contatto per un intervallo di tempo trascurabile, durante il quale subiscono brusche variazioni della direzione e della velocità di moto, senza cambiamenti di posizione sensibili. Negli urti vengono conservati la quantità di moto e il momento angolare. L'urto si dice elastico quando viene conservata l'energia cinetica totale del sistema, anelastico in caso contrario. Con la teoria quantistica dell'urto si ottengono informazioni fondamentali sulle interazioni tra particelle.
urtoterapìa, sf. Terapia effettuata con una dose massiccia di medicinali.
Uruapan Città (147.000 ab.) del Messico, nello stato di Michoacán.
Urubamba, Río Fiume (700 km) del Perú. Nasce dalla Cordigliera di Vilcanota e confluisce nel Rio delle Amazzoni.
uruguaiàno, o uruguayàno, agg. e sm. agg. Dell'Uruguay.
sm. Nato o abitante in Uruguay.
Uruguay (fiume) Fiume (1.650 km) nell'America Meridionale. Nasce in Brasile dalla Serra do Mar con il nome di Pelotas e sfocia nel Río de la Plata. Segna il confine tra Brasile e Argentina e tra quest'ultima e l'Uruguay. Principale affluente il Rio Negro.
Uruguay (stato) Repubblica dell'America Meridionale; confina a nord con il Brasile, a ovest con l'Argentina, si affaccia a est sull'oceano Atlantico e a sud sul Rio de la Plata.
Il territorio è costituito prevalentemente da una vasta area pianeggiante, appena ondulata da alture allungate, come la Cuchilla Grande e quella di Haedo (altezza massima 500 m).
Principale corso d'acqua che interessa il paese è il fiume Uruguay, che traccia il confine con l'Argentina; a lui tributano il Cuareim, che segna per un tratto il confine con il Brasile, l'Arapey, il Quenguay, che nascono dalla Cuchilla de Haedo, e il Rio Negro; uno sbarramento a metà circa del suo percorso ha dato origine a un notevole lago artificiale.
Corsi d'acqua minori raggiungono direttamente il mare, come il Santa Lucia (nel Rio de la Plata) e il fiume Yaguaròn (nell'Atlantico, attraverso la laguna Mirim).
Le coste si presentano sabbiose e, in vari tratti, lagunose, articolate in diverse insenature.
Il clima è temperato e notevoli sono le influenze dell'oceano. Le temperature sono miti, con escursioni termiche stagionali contenute, soprattutto sulla costa atlantica.
L'attuale composizione della popolazione è piuttosto eterogenea, a seguito di successive ondate di immigrazione; i maggiori gruppi etnici sono di origine italiana e spagnola, brasiliana, argentina, francese.
La popolazione per metà si concentra nella capitale, Montevideo, porto importantissimo e sede di tutte le principali attività. Altri centri sono Salto, Paysandù, Las Piedras, Rivera, Melo.
La fondamentale risorsa del paese è costituita dall'allevamento del bestiame (oltre i tre quarti del territorio sono costituiti da pascoli); prevalgono gli ovini e i bovini, quindi un discreto numero di cavalli e suini.
Discreti risultati ha raggiunto il settore della pesca, in via di ammodernamento.
La coltivazione prevalente è la cerealicoltura, soprattutto frumento, riso e mais, cui si aggiungono quelle della patata, della batata, degli agrumi e della frutta in genere.
Per quanto riguarda le colture industriali, notevoli sono quelle della canna e della barbabietola da zucchero; di sufficiente rilievo quelle oleaginose (girasole, arachide, soia) e del tabacco.
L'Uruguay è del tutto privo di materie prime, in particolare energetiche, anche se notevoli sono le risorse idroelettriche; il sottosuolo fornisce solo marmo, granito e talco.
L'industria opera principalmente nei settori conciario, tessile e alimentare (zuccherifici, birrifici e modernissimi impianti conservieri); si hanno pure stabilimenti chimici e cementifici.
Un ruolo importantissimo nell'economia del paese è sostenuto dal turismo.
STORIA Nel XVI sec. gli spagnoli esplorano il litorale della regione. Nel 1726 fondano la fortezza di Montevideo. Nel 1821, dopo la sconfitta dell'insurrezione di José Artigas, il paese viene unito al Brasile. Nel 1828 l'Uruguay ottiene l'indipendenza. Dal 1838 al 1865 la vita politica è contrassegnata da lotte tra liberali (colorados) e conservatori (blancos) e dalla grande guerra (1839-1851) contro l'Argentina. Nel 1890 l'arrivo al potere dei civilisti apre un'era di democratizzazione. La popolazione aumenta rapidamente (90.000 abitanti nel 1850, 1.000.000 nel 1900), grazie a un'immigrazione massiccia.
Nel 1919 viene impostata una costituzione liberale. Dal 1933 al 1942, colpito dalla crisi economica mondiale, l'Uruguay conosce la dittatura del presidente Terra. Nel 1966 una riforma costituzionale rafforza il ruolo del presidente. Si sviluppa il movimento di rivolta armata dei Tupamaros. Dal 1972 al 1976 il presidente Bordaberry lascia che l'esercito porti avanti un'attività di repressione. Dal 1976 al 1984 i militari dirigono il paese. Nel 1984 viene ristabilito il potere civile con l'elezione alla presidenza del liberale Julio Sanguinetti (che entra in funzione nel 1985). Nel 1990 diventa presidente della repubblica Louis Lacalle. Nel 1995 J. Sanguinetti ritorna alla guida dello stato.
• Abitanti-3.190.000
Superficie-176.215 km2
Densità-18,1 ab./km2
Capitale-Montevideo
Governo-Repubblica presidenziale
Moneta-Peso uruaguayano
Lingua-Spagnolo
Religione-Cattolica
Urumqi Città (1.047.000 ab.) della Cina, capoluogo della Regione autonoma di Xinjiang Uygur.
Urùri Comune in provincia di Campobasso (3.248 ab., CAP 86049, TEL. 0874).
Uruzgan Provincia (465.000 ab.) dell'Afghanistan centrale, capoluogo Tarin Kot.
Urzulèi Comune in provincia di Nuoro (1.513 ab., CAP 08040, TEL. 0782).
us Sigla di ultimo scorso.
USA Sigla di United States of America (Stati Uniti d'America).
=> "Stati Uniti"
ùsa e gètta, loc. agg. invar. Che si può usare una sola volta e poi va gettato. ~ monouso.
agg. disposable.
usàbile, agg. Che si può usare.
USAF Sigla di United States Air Force (Forze aeree degli Stati Uniti).
Usak Città (105.000 ab.) della Turchia, capoluogo della provincia omonima.
usànza, sf. 1 Uso o complesso si usi propri di un periodo, di un popolo o luogo. ~ costume. • all'usanza di, secondo le abitudini di. 2 Moda. ~ voga. 3 Modo, maniera. ~ prassi. 4 Familiarità, abitudine. ~ consuetudine. • era sua usanza alzarsi presto anche la domenica mattina. 5 Rito. • l'usanza del ritrovo al pub dopo la partita non andava infranta.
sf. 1 custom. 2 (moda) fashion. 3 (abitudine) habit.
deriv. da usare.
usàre, v. v. tr. 1 Adoperare, impiegare, adottare. ~ utilizzare. • usare una cortesia, farla. 2 Essere solito, avere l'abitudine. ~ solere. • usavano ritrovarsi al bar dopo cena.
v. intr. 1 Fare uso. ~ servirsi. • usare di un diritto. 2 Avere familiarità. • usare in un ambiente. 3 Essere di moda.
v. intr. pron. 1 Essere consuetudine. 2 Avvenire di solito. 3 Essere di moda. ~ furoreggiare. <> scadere.
v. rifl. Avvezzarsi, conformarsi. ~ abituarsi.
v. tr. to use, to employ, to make use. v. intr. 1 to use. 2 (essere solito) to be used. 3 (essere di moda) to be in fashion, to be fashionable.
lat. volg. usare, deriv. da usus, p.p. di uti usare.
usàto, agg. e sm. agg. 1 Di ciò che non è più nuovo, che è stato adoperato. ~ vecchio. <> intatto. 2 Frequentato. ~ battuto. 3 Solito. ~ abituale. 4 Diffuso, di moda, in auge. ~ invalso. <> obsoleto.
sm. 1 Cosa usata. 2 L'insieme delle cose usate. 3 Il consueto.
agg. 1 secondhand. 2 (in uso) in use. 3 (liso) worn-out. sm. pl. second hand goods, second-hand articles.
usbèco, agg. e sm. agg. Dell'Uzbechistan.
(pl. m.-chi) agg. e sm. Che, chi è nato o abita in Uzbechistan.
usbèrgo, sm. (pl.-ghi) 1 Cotta di maglia lavorata dell'armatura medievale. 2 Corazza. ~ armatura. 3 Protezione. ~ salvaguardia.
uscènte, agg. 1 Che esce. 2 Di persona che lascia un ufficio, una carica. 3 Di parola che ha una determinata terminazione. 4 Che sta per finire.
uscière, sm. (f.-a) 1 Impiegato d'ordine negli uffici con l'incarico di dare informazioni, prestare servizi agli impiegati, indirizzare il pubblico ecc. 2 Ufficiale giudiziario. ~ messo. 3 Portiere. ~ custode. 4 Antica nave da trasporto per cavalli.
sm. 1 (impiegato) usher. 2 (ufficiale) bailiff.
ùscio, sm. 1 Porta. ~ soglia. 2 Varco. ~ passaggio.
sm. door.
Ùscio Comune in provincia di Genova (2.251 ab., CAP 16030, TEL. 0185).
uscìre, v. intr. 1 Andare fuori da un luogo chiuso o circoscritto. ~ andarsene. <> entrare. • uscire di mente, dimenticare. 2 Andare fuori dal luogo in cui ci si trova, andare fuori di casa. 3 Andare fuori, a spasso. 4 Di cose o sostanze in movimento, venire fuori. ~ schizzare. 5 Allontanarsi da un gruppo di persone. 6 Sorgere. 7 Saltare fuori in modo brusco e inaspettato. ~ sbucare. • da dove era uscito quel tizio? 8 Concludere l'attività, l'occupazione che si svolge in un determinato luogo. 9 Andare fuori dallo spazio o livello entro cui qualcosa dovrebbe restare. ~ deviare, traboccare. 10 Cessare di vivere una certa esperienza. 11 Finire di essere in una data condizione, materiale o morale. 12 Esclamare. ~ sbottare. 13 Di cose, manifestarsi, venir fuori. ~ apparire, sporgere. 14 Avere origine. ~ provenire. 15 Di scritti, venire pubblicato. 16 Essere sorteggiato. 17 Nel calcio, compiere un'uscita. 18 Venire di conseguenza. ~ derivare. 19 Esulare. ~ eccedere. 20 Superare un limite. 21 Provenire per nascita. ~ nascere. 22 Essere fabbricato, foggiato, creato. 23 Avere desinenza, terminazione. 24 Risultare. ~ comparire.
v. intr. 1 to come out, to go out, to get out. 2 (essere prodotto) to be produced. 3 (libro) to be published.
lat. exire, comp. da ex-+ ire andare.
uscìta, sf. 1 L'uscire. • libera uscita, permesso concesso per allontanarsi da un luogo. 2 Luogo attraverso il quale si esce. ~ passaggio. • uscita di sicurezza, utilizzabile in caso di pericolo per sgombrare velocemente un luogo. 3 Spesa. 4 Frase o battuta improvvisa e imprevista. ~ lazzo. • ebbe un'uscita infelice. 5 Entrata in scena. 6 Sortita militare. 7 Nel calcio, azione del portiere che supera la linea della porta per intercettare un pallone. 8 L'erogazione di una somma e la somma erogata. <> entrata. 9 Terminazione di un vocabolo. 10 Deflusso. <> afflusso. 11 Esito. 12 Output.
sf. 1 way out, exit. 2 (spesa) expenditure, expense. 3 (fig.) escape.
Uscita di sicurezza Saggio di I. Silone (1955).
uscòcco Termine derivante dal serbo croato uskok (fuggiasco), indicante i guerrieri balcanici e ungheresi che, dopo la disfatta ungherese del 1526 a opera dei turchi, si trasferirono tra Fiume e Zara e da lì, favoriti dall'Austria, continuarono a lottare contro l'invasore. Gli uscocchi si dedicarono alla pirateria nel mar Adriatico, causando la guerra degli uscocchi tra Venezia, minacciata nei suoi interessi commerciali, e l'Austria, con la vittoria della prima e la promessa della seconda di far cessare le attività piratesche.
Usellìni, Gianfilìppo (Milano 1903-Arona 1971) Pittore. Tra le opere Il coro a tre voci (1931, Milano, Galleria d'Arte Moderna).
Usèllus Comune in provincia di Oristano (993 ab., CAP 09090, TEL. 0783).
Usenet Rete di messaggi informale in cui si scambiano messaggi su vari argomenti.
useradd In informatica è il nome di un comando del sistema operativo UNIX che permette al superuser di aggiungere un utente al sistema.
userdel In informatica è il nome di un comando del sistema operativo UNIX che permette al superuser di cancellare un utente dal sistema.
usermod In informatica è il nome di un comando del sistema operativo UNIX che permette al superuser di modificare le modalità di accesso di un utente al sistema.
usignòlo, sm. Uccello (Luscinia megarhyncos) della famiglia dei Turdidi e dell'ordine dei Passeriformi. Di colore marrone nelle parti superiori e più chiaro in quelle inferiori, vive nei boschi dell'Eurasia e dell'Africa nordoccidentale. Emette un canto armonioso, specialmente di notte, nel periodo degli amori che si conclude verso il mese di giugno dopo aver portato a termine l'allevamento della prole. Ha dimensioni simili a quelle del pettirosso, ma corpo più slanciato, ali più lunghe, becco più grande e bruno come le zampe. Durante il giorno vive sul terreno per procurarsi il cibo che è costituito da piccoli insetti, bacche, ribes e sambuco. I nidi vengono costruiti, solitamente, nei cespugli e le femmine depongono da quattro a sei uova che schiudono dopo quindici giorni di incubazione. In Europa l'usignolo comune è sostituito dall'usignolo maggiore(Luscinia luscinia), più lungo e dal canto più profondo e risonante.
sm. nightingale.
Usignolo della chiesa cattolica, L' Opera di poesia di P. P. Pasolini (1958).
Usignolo dell'imperatore, L' Favola contenuta in Fiabe¤ ¤di H. Ch. Andersen (1835-1872).
Usignolo di Wittenberg, L' Opera di poesia di H. Sachs (1523).
Usignolo di Wittenberg, L'
Dramma di A. Strindberg (1904).
Ùsini Comune in provincia di Sassari (3.625 ab., CAP 07049, TEL. 079).
usitàto, agg. Che è usato frequentemente. ~ consueto. <> desueto.
USL Sigla di Unità Sanitaria Locale.
Usmàte Velàte Comune in provincia di Milano (6.858 ab., CAP 20040, TEL. 039).
usnèa, sf. Genere di Licheni con tallo pendente a forma di arboscello con ramificazioni sottili. Appartiene alla famiglia delle Usneacee.
ùso, agg. e sm. agg. Abituato. ~ solito, avvezzo.
sm. 1 L'usare qualcosa. 2 Il modo in cui si usa; applicazione, utilizzazione. ~ impiego. 3 Possibilità di usare qualcosa. 4 Modo consueto di comportarsi relativo a un tempo, a un luogo o a un determinato gruppo, a una categoria; usanza, consuetudine, tradizione. ~ costume, abitudine. 5 Diritto reale minore di godimento della cosa altrui, che attribuisce al titolare una facoltà di usarne limitatamente ai bisogni suoi e della sua famiglia. 6 Senso, accezione. ~ significato. 7 Pratica costante. ~ esercizio. 8 Moda. ~ voga. 9 Cerimonia. ~ rituale. 10 Familiarità. ~ dimestichezza.
sm. 1 use. 2 (usanza) custom, usage. 3 (esercizio) practice.
Usi civili
Diritti di godimento speciali di origini medievali, che competono a una collettività di persone sulla proprietà altrui, sia pubblica che privata. Sono diritti di diverso tipo, che possono distinguersi in essenziali (relativi al bisogno personale), utili (se sono fonte di guadagno) e dominicali (diritto di coltivazione di una parte del fondo per uso proprio). Sono gestiti da particolari organi statali.
Usodimare, Antoniotto (Genova 1425?-Capo Verde 1497) Soprannome di Antonio da Noli, navigatore al servizio portoghese. Nel 1461, mentre esplorava le coste occidentali dell'Africa, scoprì le isole del Capo Verde, sulle quali poi regnò dal 1472 alla morte.
USPI Sigla di Unione della Stampa Periodica Italiana.
Ussàna Comune in provincia di Cagliari (3.610 ab., CAP 09050, TEL. 070).
Ussaramànna Comune in provincia di Cagliari (656 ab., CAP 09050, TEL. 0783).
ùssaro, sm. Soldato di cavalleria di alcuni antichi eserciti europei. ~ cavalleggero.
Ussàssai Comune in provincia di Nuoro (873 ab., CAP 08040, TEL. 0782).
Usseaux Comune in provincia di Torino (231 ab., CAP 10060, TEL. 0121).
Ussèglio Comune in provincia di Torino (309 ab., CAP 10070, TEL. 0123).
USSI Sigla di Unione Stampa Sportiva Italiana.
Ùssi, Stéfano (Firenze 1822-1901) Pittore toscano. Tra le sue opere, influenzati da un realismo romantico, La cacciata del duca d'Atene (1856; Firenze, Galleria d'Arte Moderna).
Ùssita Comune in provincia di Macerata (459 ab., CAP 62030, TEL. 0737).
Ussuri Fiume (588 km) della Russia sudorientale, affluente del fiume Amur.
Ussurijsk Città (161.000 ab.) della Russia, nel Territorio di Primorje o del Litorale.
ùsta, sf. Odore caratteristico che gli animali selvatici lasciano sul terreno e che viene seguito dai cani da caccia.
ustàscia, sm. e sf. invar. Termine derivato dal croato ustasa (insorto), usato inizialmente dagli slavi balcanici per indicare chi lottava contro i turchi e che successivamente indicò gli appartenenti al movimento all'organizzazione nazionalista di estrema destra croata fondata da A. Pavelic nel 1929 per opporsi al dominio dei serbi. Gli ustascia collaborarono con i regimi dittatoriali di Italia e Germania e nel 1941 costituirono il Partito unico dello stato indipendente di Croazia. Si resero responsabili di spaventose atrocità, tra cui lo sterminio di circa un milione di persone tra serbi ed ebrei. Furono ricacciati in Austria da Tito e dagli alleati (1945).
USTI Sigla di Unione Stampa Turistica Italiana.
Ústí nad Labem Città (97.000 ab.) della repubblica Ceca, sul fiume Elba. Capoluogo della provincia della Boemia Settentrionale.
Ùstica Isola della Sicilia, di origine vulcanica, situata nel Mar Tirreno.
Comune in provincia di Palermo (1.188 ab., CAP 90010, TEL. 091).
Ustilaginàli Ordine di Funghi Basidiomiceti parassiti delle piante superiori che attaccano soprattutto le graminacee. Possono causare a queste ultime malattie come carie o carbone.
Ustinov, Peter (Londra 1921-) Attore e regista inglese. Tra le sue interpretazioni, Quo Vadis? (1951); Spartacus (1960) e Topkapi (1964), con i quali vinse due Oscar quale migliore caratterista; I commedianti (1967); Assassinio sul Nilo (1978) e Delitto sotto il sole (1981), nei quali ha interpretato l'investigatore Hercule Poirot dei romanzi di Agatha Christie. Nel 1988 è stato nominato membro dell'Académie Française.
ustionàre, v. v. tr. Produrre un'ustione; bruciare. ~ scottare.
v. rifl. Bruciarsi. ~ scottarsi.
v. tr. 1 to burn. 2 (scaldare) to scald.
deriv. da ustione.
ustionàto, agg. e sm. Che, chi ha riportato ustioni.
ustióne, sf. Lesione prodotta nei tessuti da calore, elettricità e sostanze caustiche, come l'acido solforico. La gravità dell'ustione dipende dalla temperatura raggiunta dalla parte lesa, dalla durata del contatto con l'agente ustionante e dall'estensione della lesione. Le ustioni si possono suddividere in ustioni di primo grado, in cui sono interessate solo le parti superficiali dell'epidermide e che provocano l'arrossamento della parte lesa, ustioni di secondo grado, che arrivano fino al derma e si manifestano con ulcerazioni e bolle causate dalla fuoriuscita del plasma e ustioni di terzo grado in cui si ha la necrosi dei tessuti e la formazione di escare. Si possono avere fenomeni come shock e tossemia.
Nei casi più lievi la zona ustionata si presenta arrossata e può essere coperta di flittene; nei casi più gravi vi è un interessamento degli strati profondi del derma con la distruzione di parti più o meno estese di tessuto. Le ustioni lievi si possono curare senza ricorrere all'ospedalizzazione. Occorre bagnare con acqua fredda la parte interessata, evitando nel modo più assoluto di applicare olio, burro o quant'altro le credenze popolari ritengano adatto ad alleviare il dolore, anche per il pericolo di provocare infezioni. Dopo aver bagnato con abbondante acqua fredda, sarebbe opportuno pulire la parte ustionata con un detergente antisettico diluito in acqua. Nei giorni successivi si potranno applicare creme antisettiche coprendo la parte lesa con una fasciatura leggera. In caso di infezione il medico potrà consigliare antibiotici e antibatterici topici.
Se l'ustione è grave è indispensabile trasportare con urgenza l'infortunato in ospedale per il rischio imminente di insorgenza di una situazione di shock, eventualmente avvolgendo il corpo in un lenzuolo pulito.
La prevenzione spesso assume un ruolo molto importante in questo tipo di patologie. Basti pensare per esempio agli incidenti domestici che spesso coinvolgono i bambini a causa di pentole con acqua bollente lasciate incustodite sul fuoco, oppure agli infortuni sul lavoro che si verificano per troppa superficialità nel rispetto delle norme di sicurezza. ~ scottatura.
sf. scald, burn.
lat. ustio,-onis, deriv. da ustus, p.p. di urere bruciare.
Ust-Kamenogorsk Città (324.000 ab.) del Kazakistan, sul fiume Irtys. Capoluogo della provincia del Kazakistan Orientale.
ùsto, agg. 1 Bruciato. ~ ustionato. 2 In chimica, prodotto per calcinazione. 3 Arso. ~ torrido.
ustolàre, v. intr. L'uggiolare di un cane che insegue la selvaggina.
ustòrio, agg. Che serve a bruciare.
ustrìno, sm. Luogo di cremazione presso gli antichi romani.
usuàle, agg. 1 Che si usa comunemente; abituale, solito, comune. ~ consueto. <> atipico. 2 Non di prima qualità. ~ ordinario.
agg. customary, usual, common, everyday.
lat. tardo usualis, deriv. da usus,-us.
usualménte, avv. Di solito. ~ comunemente.
usucapióne, sf. Istituto giuridico che permette di acquistare a titolo originario e non derivativo dal precedente proprietario, una proprietà o un altro diritto reale di godimento di un bene mobile o immobile, per effetto del possesso continuato del bene stesso nel tempo. Si esclude il caso in cui il bene sia stato ottenuto con atti violenti o clandestinamente. Il possesso si verifica dopo un numero di anni che varia a seconda che il bene sia mobile o immobile e che esista o no un titolo idoneo al trasferimento della proprietà.
lat. usucapio,-onis, deriv. da usucapere.
usucapìre, v. tr. Acquistare per usucapione.
lat. usucapere, da usu capere prendere con l'uso.
usufruìbile, agg. Che si può usare. ~ utilizzabile.
usufruìre, v. intr. 1 Avere o godere di un usufrutto. ~ beneficiare, sfruttare. 2 Servirsi di una cosa per proprio vantaggio; giovarsi. ~ approfittare.
usufrùtto, sm. Il diritto di godere i frutti di una cosa di proprietà di altri per legge o per contratto. ~ comodato, sfruttamento.
sm. usufruct.
lat. usus uso + fructus frutto.
usufruttuàrio, sm. Chi gode l'usufrutto.
Usulután Città (63.000 ab.) dell'El Salvador, nella Zona Orientale, ai piedi del vulcano omonimo. Capoluogo del dipartimento omonimo.
Usumacinta Fiume (1.100 km) dell'America Centrale. Nasce dall'altopiano del Guatemala e sfocia nel golfo di Campeche.
usùra, sf. 1 Consumo della superficie di un oggetto a causa di uso, utilizzo prolungato o sfregamento. 2 Logoramento. ~ consunzione. 3 Interesse di un capitale dato in uso, in prestito. 4 Interesse eccessivo sul denaro dato in prestito.
sf. 1 wear and tear. 3 (logoramento) usury.
franc. usure; nei significati [3] e [4]: lat. usura, deriv. da usus, p.p. di uti usare.
usuràio, sm. 1 Chi presta denaro a usura. ~ strozzino. 2 Persona molto avida e avara. ~ profittatore.
usuràre, v. v. tr. Sottoporre un oggetto o un meccanismo a usura. ~ logorare.
v. intr. pron. Subire usura. ~ logorarsi.
usuràrio, agg. Di usura, che contiene usura.
usurpàre, v. tr. 1 Appropriarsi con l'inganno o con la violenza di beni altrui. ~ impadronirsi. 2 Godere di qualcosa senza merito o indegnamente. 3 Specie di vocaboli, usare. ~ adoperare.
usurpatìvo, agg. Di usurpazione; che tende a usurpare.
usurpatóre, agg. e sm. (f.-trìce) Che, chi usurpa. ~ invasore.
usurpazióne, sf. L'usurpare e l'effetto.
lat. usurpatio,-onis abuso.
ut, sm. La nota musicale do fino al XVII sec.
Ùta Comune in provincia di Cagliari (6.317 ab., CAP 09010, TEL. 070).
Utah Stato degli USA centrooccidentali (220.000 km2, 1.700.000 ab.) con capitale Salt Lake City, confinante a sud con l'Arizona, a ovest col Nevada, a nord con l'Idaho, a nord-est col Wyoming e a est col Colorado. Vi si elevano le Montagne Rocciose, è percorso dal fiume Colorado e presenta numerosi bacini lacustri, tra cui il Gran Lago Salato, e altipiani desertici. Nelle vallate orientali vengono praticati allevamento (bovini, ovini, pollame) e agricoltura (patate, barbabietole, cereali, frutta). Vi sono giacimenti di rame, zinco, argento, piombo, oro, carbone e sale che alimentano industrie siderurgiche e chimiche. Vi sono anche industrie alimentari e metallurgiche. I mormoni vi fondarono nel 1847 una colonia, che fu annessa agli USA l'anno successivo. Divenne Stato nel 1896.
Utamaro, Kitagawa (Kawagoe 1753-Yedo 1806) Incisore e pittore giapponese. Tra le opere Incisioni per il libro degli insetti (1788) e Tipi di bellezza fisionomica (1794).
UTE Sigla di Ufficio Tecnico Erariale.
utensìle, o utènsile, agg. e sm. agg. 1 Che serve, che è utile a qualcosa. 2 Di macchina, che fa lo stesso lavoro dell'utensile adoperato manualmente.
sm. 1 Nome di vari oggetti usati nei lavori domestici, soprattutto di quelli di cucina. 2 Ogni attrezzo da usare a mano o con le macchine utensili, con cui si esegue una lavorazione, con cui si lavorano metallo, legno, pietre, plastica. ~ arnese, strumento.
sm. 1 utensil. 2 (attrezzo) tool, implement.
lat. utensilis necessario per la vita, deriv. da uti usare.
• Gli utensili comunemente più usati nelle officine meccaniche servono per fresare, piallare, alesare, dentare, brocciare, forare, limare, tornire, rettificare.
Macchina utensile
Macchina operatrice che utilizza utensili per lavorare diversi materiali, come metalli o leghe metalliche, con eventuale asportazione del truciolo. Il nome della macchina deriva dall'utensile impiegato (pressa, fresatrice, limatrice ecc.).
utensilerìa, sf. 1 Complesso degli utensili destinati a un particolare lavoro. 2 Negozio o reparto che vende utensili. 3 Reparto di un'officina meccanica che costruisce e mantiene efficienti gli utensili per una determinata lavorazione.
utènte, agg. e sm. Che, chi fa uso di qualche bene o servizio. ~ fruitore. <> fornitore.
sm. 1 user. 2 (consumatore) consumer.
utènza, sf. 1 L'essere utente, la qualità di utente. ~ godimento. 2 L'insieme di tutti gli utenti.
uterìno, agg. 1 Dell'utero. 2 Irrazionale. ~ emotivo. 3 Nato dalla stessa madre ma da padri diversi. 4 Istintivo. ~ viscerale. <> controllato.
ùtero, sm. Organo dell'apparato genitale femminile degli animali il cui scopo è quello di accogliere l'ovulo fecondato e di fornirgli protezione e nutrimento ai fini del suo sviluppo. La struttura e la funzione dell'utero variano a seconda che l'animale sia viviparo o oviparo. Nell'uomo è un sacco a forma di cono rovesciato lungo circa 7 cm e pesante circa 50 g, posto al centro del bacino, tra il retto e la vescica. In alto riceve le tube di falloppio e in basso sfocia nella vagina. È formato da corpo, istmo e cervice (o collo). È costituito da tre tuniche, una tunica interna mucosa o endometrio, ricca di ghiandole, una tunica intermedia o miometrio, muscolare, una tunica esterna. L'utero, che normalmente è anteroflesso, ossia col corpo piegato sul collo, può presentare anomalie di posizione (retroversione, retroflessione). ~ grembo, ventre.
sm. uterus.
UTET Sigla di Unione Tipografica Editrice Torinese.
Uthman, o Othman (565-Medina 656) Succedette a Umar come terzo califfo arabo, dal 644. Estese i suoi domini in Africa e in Persia. Perì assassinato.
ùtile, agg. e sm. agg. 1 Che può appagare un bisogno. ~ valido, efficace, comodo. <> controproducente. 2 Di persona, che è d'aiuto. 3 Che apporta un vantaggio, un profitto. ~ vantaggioso, proficuo.
sm. 1 Cosa utile, vantaggiosa. ~ convenienza. 2 Eccedenza delle entrate sulle uscite; guadagno. ~ profitto. <> perdita. 3 Vantaggio materiale o morale. ~ utilità.
lat. utilis, deriv. da uti usare.
agg. useful. sm. 1 benefit, advantage. 2 (econ.) profit. 3 (guadagno) gain.
• In economia indica un vantaggio finanziario ottenuto con un'attività economica. Si dice di esercizio quando è riferito a un periodo amministrativo e finale quando è relativo all'intera gestione. Si parla di utile lordo se è calcolato senza detrarre le spese inerenti la produzione, netto se gli vengono sottratti i costi per i beni e i servizi necessari alla produzione, per il lavoro impiegato, per gli ammortamenti, per i costi finanziari e per le imposte. L'utile può essere prelevato anche parzialmente dai proprietari. La quota che non viene distribuita si dice risparmiata ed è una forma di autofinanziamento. Nel caso di società per azioni, l'utile netto viene in parte distribuito agli azionisti sotto forma di dividendi, in parte è usato per i fondi di riserva e in parte per retribuire gli amministratori.
utilità, sf. 1 L'essere utile, qualità di ciò che è utile. ~ validità. <> inefficacia. 2 Soddisfazione che un soggetto trae dal consumo di un bene. ~ tornaconto. <> svantaggio. 3 Resa, frutto. ~ profitto. <> perdita. 4 Beneficio. ~ giovamento. <> danno.
sf. 1 utility, usefulness. 2 (beneficio) benefit.
lat. utilitas,-atis.
• In economia indica la tendenza di un bene a soddisfare un bisogno (teoria classica e teoria marxista) oppure il piacere e la soddisfazione che un individuo ricava dal consumo del bene (teoria marginalista). La teoria marginalista ha posto l'utilità alla base delle scelte del consumatore, indicandone un andamento prima crescente al crescere della quantità del bene fino al raggiungimento di un valore massimo in funzione del reddito disponibile, e poi decrescente. L'utilità marginale è l'aumento di utilità relativo all'ultima quantità di bene ed è quindi decrescente. Il consumatore tenderebbe a scegliere la combinazione dei beni in cui l'utilità marginale è uguale al prezzo dei beni.
utilitària, sf. Piccola automobile di basso costo d'acquisto e di esercizio.
sf. small car, economy car.
utilitàrio, agg. e sm. agg. Che concerne l'utilità.
sm. Chi per principio non bada che all'utile.
agg. utilitarian.
utilitarìsmo, sm. In filosofia è una dottrina secondo la quale le azioni umane hanno come scopo il raggiungimento dell'utile individuale o sociale. Presente già nel pensiero greco, fu definita in modo rigoroso da J. Bentham e poi da J. S. Mill e dagli economisti positivisti come T. R. Malthus e D. Ricardo. Ebbe influenza anche sugli studi di sociologia di H. Spencer e su C. Darwin.
utilitarìsta, sm. e sf. (pl. m.-i) 1 Chi agisce solo per il proprio tornaconto. ~ calcolatore. 2 Seguace o fautore dell'utilitarismo.
utilitarìstico, agg. (pl. m.-ci) Dell'utilitarismo. ~ interessato. <> disinteressato.
utilities, sf. invar. In informatica, denominazione dei programmi generalizzati forniti come parte del software di base.
utilizzàbile, agg. Che si può utilizzare. ~ fruibile. <> inservibile.
utilizzabilità, sf. L'essere utilizzabile.
utilizzàre, v. tr. 1 Usare con utilità. ~ impiegare. 2 Apportare utilità, arrecare vantaggio.
v. tr. to make use, to use, to utilize.
utilizzatóre, sm. (f.-trìce) 1 Chi utilizza qualcosa. ~ utente. 2 Apparecchio che utilizza energia elettrica.
utilizzazióne, sf. L'azione dell'utilizzare e l'effetto. ~ sfruttamento.
sf. utilization, use.
utilìzzo, sm. Utilizzazione.
utilménte, avv. In modo utile. ~ efficacemente. <> inutilmente.
Utopia Opera di filosofia e politica di San Tommaso Moro (1516).
utopìa, sf. 1 Modello di organizzazione sociale che corrisponde a determinati requisiti etico-politici, ma non si può realizzare. 2 Concetto o disegno che non si può realizzare. ~ chimera. <> realtà.
il termine deriva dall'opera De optimo reipublicae statu deque nova insula (1516) di Tommaso Moro, in cui il suo modello ideale di società viene descritto come in vigore su di un'isola, chiamata Utopia.
utopicaménte, avv. In modo utopico.
utòpico, agg. (pl. m.-ci) Di utopia, che ha i caratteri dell'utopia. ~ utopistico.
utopìsmo, sm. 1 Progettare una soluzione a un problema in termini oggettivamente irrealizzabili. 2 Concezione filosofica basata su un'utopia.
utopìsta, sm. e sf. (pl. m.-i) Chi ha utopie. ~ idealista. <> realista.
utopisticaménte, avv. In modo utopistico. ~ illusoriamente.
utopìstico, agg. (pl. m.-ci) 1 Di utopia, da utopista. ~ immaginario. <> realistico. 2 Teorico, impossibile. ~ inattuabile. <> concreto.
Utrecht Città dei Paesi Bassi (230.000 ab.) capoluogo della provincia omonima (1.330 km2, 1.000.000 ab.), posta sul Kromme Rijn, un ramo deltizio del Reno. È porto fluviale, nodo stradale e ferroviario e centro commerciale e turistico. Possiede industrie metalmeccaniche, elettromeccaniche, petrolchimiche, alimentari, tessili, chimiche, del tabacco e del mobilio. Tra i monumenti vi sono la Torre del duomo (XIV sec.), il duomo (VII sec., rifatto nel XIII sec.), le chiese di San Pietro (XI sec.) e San Giovanni (1050) e Buurkerk.
Trattato di Utrecht
Insieme dei trattati sottoscritti tra Francia e Spagna e le maggiori potenze europee per porre fine alla guerra di successione spagnola. La prima serie di trattati (aprile 1713) divise le corone di Francia e Spagna e portò alla cessione di alcuni territori alle altre potenze. La Gran Bretagna ebbe l'isola di San Cristoforo, la baia di Hudson, l'Acadia e Terranova, i Savoia la Sicilia e la Prussia la Gheldria Orientale. La seconda serie di trattati (luglio 1713) fece cedere dalla Spagna Gibilterra e Maiorca alla Gran Bretagna.
Unione di Utrecht
Trattato sottoscritto il 23 gennaio 1579 tra le sette province protestanti dei Paesi Bassi, nato al fine di cacciare gli Spagnoli. Costituì la base per la Repubblica delle province unite (1581).
utrìcolo, sm. Nei Vertebrati è la piccola vescica che deriva, insieme al sacculo, dalla primitiva vescicola otica.
Utrillo, Maurice (Parigi 1883-Dax, Landes 1955) Pittore francese. La sua pittura si può suddividere in due periodi ben distinti. Il primo, detto anche periodo bianco (1908-1914), porta Utrillo a schiarire esageratamente i colori dei suoi quadri. Il secondo è invece caratterizzato da una serie di immagini che raffigurano la vita pittoresca di Parigi. Tra le opere Impasse Cottin (1910, Parigi, Musée National d'Art Moderne), Place du Teatre (1911, Londra, Tate Gallery) e Rue du Mont-Cenis (1915, Parigi, Musée National d'Art Moderne).
Utsunomiya Città (427.000 ab.) del Giappone, sull'isola di Honshu, nella pianura solcata dal fiume Kinu. Capoluogo della prefettura di Tochigi.
Uttar Pradesh Stato federato dell'India (294.413 km2, 111.000.000 ab.) Comprende il versante sudoccidentale dell'Himalaya (Nanda Devi 7.816 m) e, attraverso la pianura del Gange, arriva fino al fiume Yamuna. Confina a nord con il Tibet e il Nepal, a sud con il Madhya Pradesh, a ovest con l'Himãchal Pradesh, il Punjab e il Rãjasthãn e a est il Bihãr. La regione a nord è prevalentemente montuosa, ma dopo l'altopiano del Deccan, nella pianura centrale, si coltiva intensamente riso (due raccolti all'anno), cotone, mais, grano, orzo, sesamo, legumi, canna da zucchero. Le principali industrie, presenti solo nelle città principali, sono quelle chimiche, tessili, alimentari e della carta. Fiorente invece l'artigianato specializzato nella lavorazione del cuoio, dell'avorio, dell'oro e nella tessitura di seta e broccati. Le religioni sono quelle induista e musulmana. La lingua parlata è l'hindi. Importante centro religioso del buddhismo fin dal II sec., entrò nell'Unione indiana nel 1947. Capitale Lucknow; fra gli altri centri Benares, Kanpur, Agra, Aligarh.
Utzon, Júrn (Copenaghen 1918-) Architetto danese. Tra le opere l'Opera House di Sydney(1959-1973).
Uudenmaan Provincia (1.264.000 ab.) della Finlandia meridionale, sul golfo di Finlandia. Capoluogo Helsinki.
ùva, sf. Frutto della vite composto da grappoli di bacche (acini o chicchi) di forma tondeggiante sostenuti dai raspi. Gli acini sono di colore giallo, rosa o nero e sono formati da una buccia esterna ricoperta da una sostanza cerosa (pruina), da una polpa ricca di zuccheri, sali minerali e vitamine e da semi (vinaccioli) posti nella parte interna della polpa.
sf. grapes.
lat. uva.
Uva di mare
=> "sargasso"
Uva ursina
Nome comune dell'Arctostaphylos uva-ursi, un arbusto dei luoghi pietrosi delle Alpi, della famiglia delle Ericacee.
Uva Provincia (1.069.000 ab.) dello Sri Lanka centro-orientale, capoluogo Badulla.
Uva puttanella, L' Romanzo di R. Scotellaro (1955).
uvàceo, agg. 1 Di uva. 2 Del colore dell'uva.
uvarovìte, sf. Rara varietà di granato, contenente cromo e calcio, di colore verde-smeraldo. Deriva dal nome dell'uomo politico russo Uvarov (1786-1855).
UvA-UVA Sigla di ultravioletto prossimo.
UvB-UVB Sigla di ultravioletto lontano.
UvC-UVC Sigla di ultravioletto estremo.
uvétta, sf. Uva passa dolce con acini senza semi.
sf. pl. currants, raisins.
uvìfero, agg. Che produce uva.
uvulàre, agg. 1 Che riguarda l'ugola. 2 In fonetica, di articolazione che si effettua all'altezza dell'ugola e del suono così articolato.
Uv-UV Sigla di ultravioletto.
uxoricìda, agg., sm. e sf. Che, chi commette uxoricidio.
uxoricìdio, sm. Uccisione del coniuge.
uxòrio, agg. Della moglie. ~ coniugale, matrimoniale.
uzbèco => "usbeco"
Uzbekistan Repubblica dell'Asia centrale; confina a nord e a ovest con il Kazakistan, a est con Kirghizistan e Tagikistan, a sud-est con l'Afganistan, a sud con il Turkmenistan.
Il territorio è costituito da una vasta zona pianeggiante, prevalentemente arida, comprende infatti la parte orientale della regione dell'Ustjurt e il Kyzylkum, entrambi desertiche. Il territorio si innalza nella parte orientale del paese, sul versante occidentale delle catene del Tien Shan. Il paese è attraversato dall'Amudarja, che percorre per un tratto il confine meridionale, per poi dirigersi verso il lago d'Aral, dal Syrdarja (per un brevissimo tratto) e dai loro affluenti (Zeravsan, Circik e Aghren). Anche il Syrdarja è un immissario del lago d'Aral, un vasto bacino lacustre salato in via di restringimento a causa dei prelievi d'acqua irrigua che si effettuano dai suoi due principali alimentatori (un tempo era al 4° posto nel mondo per superficie).
Il clima è nettamente continentale, con precipitazioni assai scarse.
Fra i maggiori centri vi sono Taskent, la capitale, Samarcanda, Bukhara, Fergana, Karsi.
L'agricoltura è alla base dell'economia del paese, in particolare la coltivazione del cotone.
Buoni risultati si sono ottenuti anche nella coltivazione del riso e della frutta in genere.
Per quanto riguarda l'allevamento, questo si concentra sugli ovini (famosa è la qualità astrakan) e sui caprini.
Le risorse del sottosuolo sono rappresentate da petrolio (Fergana), gas naturale, rame, zolfo, carbone. L'industria è sviluppata nei settori metallurgico, petrolchimico, tessile (cotonifici e lanifici), alimentare.
STORIA Nel 1918 viene creata la repubblica autonoma del Turkestan, unita alla repubblica di Russia, nella parte occidentale dell'Asia centrale conquistata dai russi a partire dall'anno 1860. Nel 1924 viene instaurata la repubblica socialista sovietica dell'Uzbekistan sul territorio del Turkestan e sulla maggior parte dei vecchi kanati di Bukhara e Khiva (Kharezm). Nel 1929 il Tagikistan si separa per formare una repubblica federata dell'URSS. Nel 1936 la repubblica autonoma di Karakalpakie è unita all'Uzbekistan. Nel 1990 i comunisti vincono le prime elezioni repubblicane libere. L'anno successivo il Soviet Supremo proclama l'indipendenza dell'Uzbekistan (agosto), che aderisce alla CSI. Islam Karimov è eletto alla presidenza della repubblica.
• Abitanti-22.843.000
Superficie-447.400 km2
Densità-51 ab./km2
Capitale-Taskent
Governo-Repubblica presidenziale
Moneta-Som uzbeko
Lingua-Uzbeko, russo, tagiko, karako
Religione-Musulmana sunnita
uzbèko, agg. Lingua parlata dal popolo turco; attualmente utilizza il carattere cirillico. Deriva dal ciagataico.
Uzgorod Città (123.000 ab.) dell'Ucraina, presso il confine slovacco. Capoluogo della provincia di Transcarpazia.
ùzza, sf. Aria pungente del mattino o della sera.
Uzzàno Comune in provincia di Pistoia (4.016 ab., CAP 51017, TEL. 0572).
ùzzolo, sm. Voglia capricciosa.
Note:
Definizioni, informazioni, … sono in gran parte recuperate (a partire dal 1999) da varie fonti accessibili via Internet o da altre fonti "informatiche" freeware; per molti lemmi sono state riviste e, in modo più o meno consistente, riscritte; la revisione è tuttora in corso: solo una parte delle definizioni è stata rivista (vi sono ancora errori e imprecisioni, come del resto si trovano nei dizionari cartacei, anche "famosi"). Le, eventuali, date di morte dei personaggi citati dovrebbero essere aggiornate al luglio 2009; il numero degli abitanti delle località riportate quando è stato aggiornato riporta a fianco anche la data dell'aggiornamento.
Le informazioni (storiche, geografiche, …) sono aggiornate al 1999, ma molte sono state ulteriormente aggiornate
indica l'etimologia | |
~ indica un (circa, e in qualche contesto) "sinonimo" | |
<> indica (in genere) un "contrario" |
Fonte: http://dictionario.wikispaces.com/file/detail/dictionario_p.doc
sito web: http://macosa.dima.unige.it/diz/diz.htm
Autore del testo: http://macosa.dima.unige.it
Significato del termine ?
Cosa vuol dire ?
Come si dice in inglese ?
Dizionario enciclopedico termini con lettera U
Visita la nostra pagina principale
Dizionario enciclopedico termini con lettera U
Termini d' uso e privacy
Significato del termine ?
Come si dice in inglese ?
Cosa vuol dire ?
Dizionario enciclopedico termini con lettera U