Immobilizzazioni

 

 

 

Immobilizzazioni

 

Questo sito utilizza cookie, anche di terze parti. Se vuoi saperne di più leggi la nostra Cookie Policy. Scorrendo questa pagina o cliccando qualunque suo elemento acconsenti all’uso dei cookie.I testi seguenti sono di proprietà dei rispettivi autori che ringraziamo per l'opportunità che ci danno di far conoscere gratuitamente a studenti , docenti e agli utenti del web i loro testi per sole finalità illustrative didattiche e scientifiche.

 

 

Le informazioni di medicina e salute contenute nel sito sono di natura generale ed a scopo puramente divulgativo e per questo motivo non possono sostituire in alcun caso il consiglio di un medico (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione).

 

 

 

 

Immobilizzazioni

 

ACQUISIZIONE DEI BENI STRUMENTALI

 

01 – Classificazione delle immobilizzazioni

 

Le immobilizzazioni sono costituite:

  • da tutti gli elementi del patrimonio di funzionamento destinati ad essere utilizzati durevolmente nell’attività d’impresa (possono essere immateriali o materiali);
  • da partecipazioni in società controllate o collegate (sono immobilizzazioni finanziarie);
  • da crediti di natura finanziaria (medio e lungo termine) accordati dall’impresa a terzi (sono immobilizzazioni finanziarie).

Si considerano immobilizzazioni immateriali quei costi ad utilità pluriennale relativi a beni che non hanno consistenza fisica. Essi possono essere costituiti da diritti, concessioni, qualità aziendali e frutti dell’ingegno, appaiono in contabilità solo se per essi è stato pagato un prezzo d’acquisto oppure nel caso di liquidazione o cessione dell’azienda.
Le immobilizzazioni immateriali possono essere distinte in tre gruppi:

  • oneri pluriennali (costi d’impianto, di ricerca, di pubblicità, ecc.);
  • beni immateriali (brevetti, concessioni, licenze, ecc.);
  • avviamento, ovvero l’attitudine dell’azienda a produrre reddito.

Le immobilizzazioni materiali sono costituite dai beni che rappresentano la struttura tecnica dell’azienda e che hanno il requisito della consistenza fisica. Nello Stato patrimoniale si indicano alle seguenti voci:

  • fabbricati
  • impianti e macchinari
  • attrezzature industriali e commerciali
  • altri beni
  • immobilizzazioni in corso

Se i beni sono prodotti all’interno dell’impresa, si ha un processo di costruzioni in economia ed il costo da attribuire è valutato soggettivamente ed è determinato in sede di contabilità industriale.
Le immobilizzazioni finanziarie sono rappresentatela da:

  • investimenti durevoli in partecipazioni (investimenti strategici in azioni o quote di altre società);
  • azioni proprie destinate a rimanere a lungo nel portafoglio aziendale;
  • crediti di natura finanziaria (medio e lungo termine) accordati dall’impresa a terzi.

02 – La gestione dei beni strumentali

Le immobilizzazioni si definiscono anche beni strumentali e la loro incidenza sul patrimonio aziendale varia a seconda del tipo di attività, ad esempio hanno un peso maggiore in un’azienda industriale rispetto ad un’azienda commerciale.
La loro gestione assume un rilevo considerevole in quanto sono beni la cui permanenza nell’azienda è prolungata, per una loro corretta gestione è necessario:

  • scegliere la forma più idonea di acquisizione in funzione delle fonti di finanziamento che si intendono utilizzare;
  • individuare una razionale collocazione all’interno degli spazi a disposizione (layout);
  • predisporre programmi di utilizzo;
  • predisporre programmi di manutenzione.

Il rapporto tra fonti di finanziamento e impieghi è una condizione necessaria per avere condizioni di equilibrio della struttura aziendale e si concretizza nei seguenti rapporti:

  • il valore dell’attivo immobilizzato non può superare quello del capitale permanente (capitale proprio + debiti a lungo termine);
  • il valore dell’attivo circolante non può superare quello delle passività correnti.

In merito ai programmi di manutenzione è necessario, per ognuna delle immobilizzazioni tecniche, avere a disposizione:

  • una scheda di identità
  • una scheda di lavoro (assegnato giornalmente alla macchina)
  • una scheda di manutenzione e riparazione

Tali rilevazioni consentono di condurre opportuni interventi di manutenzione e di avere disponibili informazioni utili alla razionalizzazione dei processi produttivi.

03 – L’apporto e l’acquisto di beni strumentali materiali

I beni strumentali possono essere  acquisiti secondo le seguenti modalità:

  • apporto
  • acquisto
  • costruzione in economia
  • locazione finanziaria (leasing)
  • locazione

Nei primi tre casi il bene diventa di proprietà dell’impresa ed entra a far parte del patrimonio aziendale.
Nel caso di locazione finanziaria l’azienda si riserva la possibilità di riscattare il bene alla scadenza del contratto.
Nel caso di semplice affitto il contratto non prevede, alla scadenza la possibilità di riscattare il bene.
Quando l’immobilizzazione viene apportata da un socio di una società di persone, il suo valore dovrà essere stimato in basa al costo di riacquisto ed è il risultato di una negoziazione tra il socio conferente egli altri soci.
Nelle società a responsabilità limitata il valore deve essere stabilito da un esperto iscritto nel registro dei revisori contabili.
Nelle società per azioni la stima deve risultare da una relazione giurata redatta da un esperto designato dal tribunale.
La finalità è quella di evitare l’annacquamento del capitale.
Con l’acquisto l’impresa si procura i beni a titolo oneroso da aziende produttrici dei beni stessi.
I costi relativi al trasporto, l’installazione, il collaudo, spese notarili, imposta di registro vengono patrimonializzati e il loro prezzo viene portato in aumento del bene acquistato.
L’elevato costo dei beni strumentali induce spesso i fornitori a chiedere degli acconti, in tal caso è necessario emettere la fattura per l’acconto comprensiva della relativa IVA.
Gli acconti versati, al netto dell’IVA, vengono rilevati in Dare del conto finanziario “Fornitori immobilizzazioni materiali c/acconti” e nello stato patrimoniale appariranno sotto la voce “Immobilizzazioni in corso e acconti”.
Quando si riceve la fattura a saldo l’importo del conto verrà girato al conto acceso al bene utilizzato.

04 – Le costruzioni in economia

La costruzione in economia è un processo produttivo interno con il quale l’azienda produce con mezzi propri i beni strumentali di cui necessità.
Si ricorre alle costruzioni in economia quando:

  • i beni strumentali non sono prodotti da altre imprese;
  • è economicamente conveniente;
  • è il risultato di progettazioni dell’azienda di cui si vuol mantenere il segreto.

La valutazione del bene strumentale assume un’importanza notevole in quanto andrà ad incidere sul reddito di esercizio, in altri termini è necessario trasformare fattori produttivi, generalmente considerati a breve ciclo di utilizzo (materie prime e manodopera), in immobilizzazioni. Questo procedimento provoca un aumento del reddito in quanto gli elementi che concorrono a formare il costo di produzione (articolo 2426 del codice civile) saranno sottratti ai costi di esercizio e diventano patrimonio.
I costi che confluiscono nel costo di produzione possono essere:

  • costi diretti, quelli riconducibili al processo produttivo del bene strumentale e sono principalmente il costo delle materie prime e della manodopera diretta, nonché i costi di progettazione;
  • costi indiretti, quelli che vengono sostenuti non solo per la produzione di quel bene strumentale, ma anche per la gestione di altri processi produttivi e sono la manodopera indiretta, gli ammortamenti i consumi di energia e materie sussidiarie;
  • oneri finanziari, nel caso si siano ottenuti dei finanziamenti per la costruzione di quel bene.

Per i costi indiretti, il codice civile impone che siano valutati per la “quota ragionevolmente imputabile” e sostenuti durante il periodo di fabbricazione e fino al momento in cui inizia la sua utilizzazione
A ciascun bene strumentale viene intestata una scheda di lavorazione in cui vengono riportati tutti i costi sostenuti, sia diretti che indiretti. Al fine di stabilire l’ammontare di questi costi è necessario attingere informazioni dalla contabilità gestionale dove gli stessi sono distinti per destinazione. Al termine dell’esercizio tutti questi costi verranno patrimonializzati, cioè verranno rettificati i costi di esercizio.
Ammesso che dalla scheda di lavorazione si desumono costi per € 68.000, la scrittura sarà la seguente:

  • Immobilizzazioni in corso
  • Impianti in costruzione
  • 68.000
  •  
  • Costruzioni interne
  • Impianti in costruzione
  •  
  • 68.000

 

I due conti assumono la seguente natura:

  • Immobilizzazioni in corso è un conto economico acceso ai costi pluriennali e confluisce nello stato patrimoniale fra le immobilizzazioni;
  • Costruzioni interne è un conto economico di reddito acceso alle rettifiche dei costi di esercizio e confluisce nel conto economico nel valore della produzione incrementando gli elementi positivi del reddito di esercizio.

Supponiamo ora il caso che nell’esercizio successivo siano stato valutato, per il bene strumentale un costo di produzione pari a € 102.000 e che l’impianto sia stato completato, avremo le seguenti scrittura:

  • Immobilizzazioni in corso
  • Impianti in costruzione
  •  
  • 102.000
  • Costruzioni interne
  • Impianti in costruzione
  •  
  • 102.000

 

  • Impianti e macchinari
  • Costruzione in economia
  • 170.000
  •  
  • Immobilizzazioni in corso
  • Processo ultimato
  •  
  • 170.000

 

05 – Leasing finanziario

Il Leasing finanziario o locazione finanziaria è un contratto di locazione di beni mobili o immobili, acquistati o fatti costruire dal locatore (società di leasing) su scelta o indicazione del conduttore (impresa utilizzatrice) che ne assume tutti i rischi. Alla scadenza del contratto, il conduttore ha la possibilità di diventare proprietario dei beni locati dietro versamento di un prezzo stabilito (prezzo di riscatto).
Nel contratto di leasing finanziario intervengono tre soggetti:

  • il produttore di beni strumentali;
  • la società di leasing;
  • l’utilizzatore del bene

Con questa operazione l’impresa non diviene proprietaria del bene strumentale, ma ha il vantaggio di utilizzarlo senza dover sostenere un forte esborso finanziario quale è quello richiesto in caso di acquisto.
Nella locazione finanziaria l’impresa deve far fronte ai seguenti esborsi:

  • un versamento iniziale, detto maxicanone, che può arrivare fino al 25% del valore;
  • il pagamento di canoni periodici;
  • il pagamento del prezzo di riscatto.

Se nella forma, il leasing, è un contratto di locazione, nella sostanza rappresenta un finanziamento a medio/lungo termine che altera il grado di indebitamento dell’impresa. Questo perché la società di leasing rende disponibile il bene dietro riscossione di canoni periodici che sono comprensivi anche di interessi impliciti.
Rispetto all’acquisto, il leasing finanziario offre i seguenti vantaggi:

  • consente di acquisire la disponibilità di un bene strumentale senza immobilizzare ingenti mezzi finanziari;
  • non richiede garanzie reali, in quanto il bene rimane di proprietà della società di leasing;
  • consente di stare al passo con il progresso tecnologico in quanto da la possibilità di sostituire i beni obsoleti;
  • è un’operazione semplice e di rapida attuazione.

Tuttavia una valutazione sulla convenienze del leasing rispetto ad altre forme di acquisizione di beni strumentali è un’ipotesi che può essere effettuata solo confrontando:

  • il valore attuale dei flussi finanziari corrispondenti a ciascuna soluzione;
  • i differenti costi delle varie alternative;
  • i differenti effetti fiscali.

Alla stipulazione del contratto bisogna effettuare una scrittura che metta in evidenza l’obbligazione che è stata assunta. A tal fine si utilizza, per la rilevazione, il sistema degli impegni che rappresenta l’operazione fra i conti d’ordine.
Supponiamo di aver stipulato un contratto di leasing per complessivi € 60.000, con canone mensile di € 3.000 avremo:

  • Impegni per beni in leasing
  • Stipulato contratto
  • 60.000
  •  
  • Creditori c/leasing
  • Stipulato contratto
  •  
  • 60.000

 

Il conto “Impegni per beni in leasing” accoglie in dare l’impegno assunto; il conto “Creditori c/leasing” accoglie in avere il soggetto nei confronti del quale l’impegno è stato assunto.

I canoni di locazione sono soggetti alla stessa aliquota IVA del bene locato, quindi in contabilità avremo la seguente scrittura:

  • Canoni di leasing
  • Fattura canone leasing
  • 3.000
  •  
  • Iva a credito
  • Fattura canone leasing
  • 600
  •  
  • Debiti vs/ fornitori
  • Fattura canone leasing
  •  
  • 3.600
  • -----------------------------------------
  • ---------------------------------
  • -----------------
  • ----------------
  • Debiti vs/ fornitori
  • a/b a saldo fattura
  • 3.600
  •  
  • Banca X c/c
  • a/b n. …
  •  
  • 3.600
  • -----------------------------------------
  • ---------------------------------
  • -----------------
  • ----------------
  • Creditori c/leasing
  • Storno per canone
  • 3.000
  •  
  • Impegni per beni in leasing
  • Storno per canone
  •  
  • 3.000

 
Il conto Canoni di leasing è un conto di reddito acceso ai costi di esercizio e affluisce nel Conto Economico al punto B 8 “Costi per godimento di beni di terzi”, se un canone matura a cavallo di due esercizi è necessario stornare la quota di competenza dell’esercizio successivo con la tecnica dei risconti contabili. Supponiamo che  si sia pagato un canone che per € 1.500 è di competenza del futuro esercizio avremo la seguente scrittura:

  • Canoni di leasing
  • Canoni sospesi
  • 1.500
  •  
  • Risconti attivi
  • Storno per risconto
  •  
  • 1.500

 

Se il contratto prevede la corresponsione di un maxicanone iniziale, questo non può essere interamente di competenza dell’esercizio in cui viene fatturato, ma va ripartito in base alla durata del contratto stesso. Il costo di competenza di ciascun mese si determina dividendo il totale dei canoni previsti (escluso il prezzo di riscatto) per i mesi di durata del contratto.
Anche in questo caso è necessario rilevare per ogni anno il risconto attivo relativo.

 


DATI

 

Scadenze

Canoni

Importi annui

Data stipula del contratto

01/10/2007

maxicanone

01/10/2007

7.500

10.000

Pagamento primo canone

01/12/2007

canone bimestrale

01/12/2007

2.500

Scadenza contratto

01/06/2010

canone bimestrale

01/02/2008

2.500

15.000

Totale mesi

32

canone bimestrale

01/04/2008

2.500

 

 

canone bimestrale

01/06/2008

2.500

Ammontare del contratto

45.000

canone bimestrale

01/08/2008

2.500

Quota ammortamento del bene

20%

canone bimestrale

01/10/2008

2.500

 

 

canone bimestrale

01/12/2008

2.500

Maxicanone

7.500

canone bimestrale

01/02/2009

2.500

15.000

Canoni bimestrali

15

canone bimestrale

01/04/2009

2.500

Importo canone bimestrale

2.500

canone bimestrale

01/06/2009

2.500

 

 

canone bimestrale

01/08/2009

2.500

Quota imputabile per ogni singolo anno

1406,25

canone bimestrale

01/10/2009

2.500

 

 

canone bimestrale

01/12/2009

2.500

 

 

canone bimestrale

01/02/2010

2.500

5.000

 

 

canone bimestrale

01/04/2010

2.500

 

 

 

01/06/2010

 

 

 

 

 

45.000

 

 

 

Da imputare nell'esercizio

Rilevazioni dell'esercizio

Risconti fine esercizio

 

Mesi

 

Risconti attivi

Canoni pagati

 

2007

3

4.218,75

 

10.000

5.781,25

2008

12

16.875,00

5.781,25

15.000

3.906,25

2009

12

16.875,00

3.906,25

15.000

2.031,25

2010

5

7.031,25

2.031,25

5.000

0,00

 

32

45.000,00

 

45.000,00

 


06 – I beni strumentali materiali e immateriali nel bilancio d’esercizio

Nel rispetto dei principi contabili nazionali sulle immobilizzazioni immateriali e materiali, i beni strumentali utilizzati nell’attività caratteristica d’impresa sono esposti nello stato patrimoniale nel contenuto e nell’ordine indicato dall’art. 2424 del codice civile

Nello schema di stato patrimoniale le immobilizzazioni materiali sono così classificate:

  • B II 1) Terreni e fabbricati
  • B II 2) Impianti e macchinari
  • B II 3) Attrezzature industriali e commerciali
  • B II 4) Altri beni (arredamento, macchine d’ufficio, automezzi)
  • B II 5) Immobilizzazioni in corso e acconti

Nello schema di stato patrimoniale le immobilizzazioni immateriali sono così classificate:

  • B I 3) Diritti di brevetto industriale e diritti di utilizzazione delle opere di ingegno
  • B I 4) Concessioni, licenza, marchi e diritti simili
  • B I 6) Immobilizzazioni in corso e acconti

È opportuno ricordare che i costi sostenuti per i software di base (sistemi operativi)  si patrimonializzano al bene materiale in cui sono contenuti, mentre i software applicativi vengono iscritti

  • B I 3) se acquistati a titolo di proprietà
  • B I 4) se acquistati a titolo di licenza d’uso a tempo determinato

L’acquisizione di beni strumentali può avere riflessi anche sul Conto economico. Nell’ipotesi di costruzioni in economia il conto Costruzioni interne affluisce nel Conto economico alla voce A 4) Incrementi di immobilizzazioni per lavori interni. Se invece è stipulato un contratto di leasing finanziario il conto Canoni di leasing affluisce alla voce B 8) Costi per godimento di beni di terzi.


L’UTILIZZO DEI BENI STRUMENTALI

01 – Le manutenzioni e le riparazioni

L’utilizzo di beni strumentali è assicurata da interventi pianificati di manutenzione. I costi di manutenzione sono sostenuti per conservare in efficienza i beni strumentali, al fine di garantire la vita utile prevista e preservarne la capacità e la produttività originaria.
Quando le manutenzioni non sono sufficientemente tempestive è possibile che i beni strumentali subiscano dei guasti, in tal caso bisogna provvedere alle riparazioni. I costi di riparazione sono sostenuti per porre riparo a guasti e rotture dei beni strumentali, non possono essere programmati ma, entro certi limiti, possono essere ragionevolmente previsti ed evitati con le periodiche operazioni di manutenzione.
Le operazioni di manutenzione e riparazione possono essere:

  • eseguite da terzi, quindi date in appalto, in contabilità viene addebitato il conto economico “manutenzioni e riparazioni”, che confluirà nel Conto Economico alla voce Costi per servizi;
  • possono essere eseguiti in economia, in tal caso in contabilità non risulterà nulla in quanto il consumo delle risorse impiegate risulta rilevato nei conti accesi ai vari costi di esercizio.

Nel caso che si sostengano costi di manutenzione che si devono effettuare regolarmente, ma a distanza di qualche anno, per rispettare il principio della competenza economica, fra le scritture di assestamento, si effettua un accantonamento al Fondo manutenzioni programmate, l’articolo è il seguente:

  • Acc.to manut. programmate
  • Manutenzioni future
  • 1.500
  •  
  • F.do manut. programmate
  • Manutenzioni future
  •  
  • 1.500

 

Il conto Accantonamento manutenzioni programmate, è un conto economico di esercizio (Altri accantonamenti), il conto Fondo manutenzioni programmate confluisce tra le passività dello Stato Patrimoniale tra i Fondi Oneri Futuri.

Al momento che la riparazione viene effettuata e si riceve la fattura la scrittura sarà la seguente:

  • F.do manut. programmate
  • Utilizzo fondo
  • 1.500
  •  
  • Manutenzioni e riparazioni
  • Manut. di competenza
  • 3.500
  •  
  • Iva a credito
  • Iva 20%
  • 1.000
  •  
  • Deviti vs/fornitori
  • Ricevuta fattura
  •  
  • 6.000

 

02 – Gli ammodernamenti e gli ampliamenti

I costi di manutenzione e riparazione ordinaria sono considerati costi di esercizio in quanto esauriscono la loro utilità nell’esercizio stesso in cui vengono sostenuti.
Nel caso di ampliamenti e ammodernamenti degli elementi strutturali di questi beni, ovvero quando ci sono interventi che aumentano significativamente la capacità produttiva dell’immobilizzazione, i costi sostenuti sono indicati come costi incrementativi e quindi vengono patrimonializzati.
Anche in questo caso si possono verificare due alternative:

  • appalto a terzi, quando si riceve la fattura si registra il costo nel conto relativo all’immobilizzazione ristrutturata, ad esempio un fabbricato del valore di 90.000 € necessità di ristrutturazione e vengono sostenuti costi per 40.000 € + IVA, dopo l’intervento il suo valore contabile sarà di 130.000 € e parteciperà al reddito di esercizio per la quota di ammortamento, la scrittura è la seguente:
  • Fabbricati
  • Patrimonializzazione
  • 40.000
  •  
  • Iva a credito
  • Iva 20%
  • 8.000
  •  
  • Deviti vs/fornitori
  • Ricevuta fattura
  •  
  • 48.000

 

  • Nel caso che si scelga la strada di effettuare la ristrutturazione con mezzi propri si avrà l’esigenza di conoscere l’ammontare dei costi sostenuti e rettificarli con la scrittura:

 

  • Fabbricati
  • Patrimonializzazione
  • 40.000
  •  
  • Costruzioni interne
  • Ampliamento fabbricati
  •  
  • 40.000

 

03 – Le svalutazioni

Le immobilizzazioni vengono rilevate in contabilità al costo storico che a, seconda delle modalità di acquisizione, esprime specificamente:

  • il costo di riacquisto nel caso di apporto;
  • il costo di acquisto in caso di acquisto da terzi;
  • il costo di produzione, nel caso di costruzioni in economia.

Ci sono condizioni per cui a volte il valore del bene stesso subisce:

  • una diminuzione del valore a causa della diversa destinazione d’uso oppure dell’inadeguatezza rispetto alle mutate condizioni aziendali;
  • un sensibile aumento a causa della perdita di potere di acquisto della moneta in periodi di accentuata inflazione.

La perdita di valore di carattere fisiologico viene regolarmente imputata all’attività ordinaria attraverso le quote di ammortamento. Quando la perdita di valore non è imputabile alla normale attività è necessario ripristinare la veridicità del valore attraverso una svalutazione.
Secondo l’art. 2423 del codice civile il bilancio deve essere rappresentato in modo veritiero e corretto e deve essere redatto secondo i principi dalla prudenza, pertanto i valori di beni sopravvalutati devono essere ridotti.
Queste svalutazioni sono ritenute obbligatorie dall’art. 2426 del codice civile.
Supponiamo che il valore di un brevetto sia svalutato di 10.000 €, la scrittura sarà la seguente:

 

  • Svalutazione brevetti industriali
  • Svalutazione brevetto
  • 10.000
  •  
  • F.do svalutazione brevetti ind.
  • Svalutazione brevetto
  •  
  • 10.000

 

Il conto “Svalutazione brevetti industriali” è un conto di reddito acceso ai costi di esercizio e il conto “Fondo svalutazione brevetti industriali” è un conto economico acceso alle rettifiche dei costi pluriennali e insieme al relativo Fondo ammortamento brevetti industriali misurano la svalutazione complessiva del valore del brevetto stesso.

04 – Le rivalutazioni obbligatorie e facoltative

Le rivalutazioni possono essere:

  • obbligatorie (o economiche)
  • facoltative (o monetarie)

Le rivalutazioni obbligatorie sono tali in quanto esse consentono di rappresentare in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale dell’impresa stessa.
Le rivalutazioni obbligatorie sono previste dal codice civile nei seguenti casi:

  • quando nei successivi esercizi siano venuti meno i motivi di una precedente svalutazione;
  • quando eventi eccezionali (scoperta di giacimenti petroliferi su un terreno) incrementano di molto il valore del bene stesso.

Le rivalutazioni facoltative o monetarie sono quelle che si rendono necessarie in seguito a processi di inflazione che svalutano notevolmente il valore della moneta. Esse possono essere eseguite solo in presenza di apposite leggi.

Rivalutazione obbligatoria

Riprendiamo l’esempio precedente nel quale abbiamo svalutato il brevetto industriale, per ripristinare i valori si effettua la seguante registrazione:

 

  • F.do svalutazione brevetti ind.
  • Ripristino valore
  • 10.000
  •  

Rivalutazione brevetti industr.

  • Ripristino valore
  •  
  • 10.000

 

Il fondo svalutazione viene annullato e il valore del brevetto, nella situazione patrimoniale, viene ripristinato in quanto non più rettificato dal fondo svalutazione.
Il conto “Rivalutazione brevetti industriali” rappresenta una quota positiva di reddito.

Rivalutazione facoltativa

L’articolo 2426 del codice civile prescrive che:

  • i criteri di valutazione non possono essere modificati da un anno all’altro;
  • eventuali deroghe ai criteri di rivalutazione sono consentite solo in casi eccezionali.

La rivalutazione di un bene in seguito ad un generale aumento dei prezzi può essere consentita:

  • in esenzione di imposta;
  • dietro pagamento di una imposta sostitutiva

L’imposta sostitutiva è indeducibile dalla base imponibile, quindi deve essere portata a diminuzione del saldo attivo di rivalutazione.
Per saldo attivo di rivalutazione si intende la quota di incremento del valore dell’immobilizzazione.
Se si aumenta il valore delle attività si provoca l’incremento del patrimonio netto, infatti i saldi attivi verranno girati ad una riserva di rivalutazione che andrà ad incrementare l’ammontare del patrimonio netto stesso.
Supponiamo i seguenti costi storici e i relativi saldi di rivalutazione per seguenti beni:

 

 

Costo storico

Fondi ammort.

Valore contabile

Valore rivalutato

Saldo di rivalut.

Terreni e fabbricati

360.000

120.000

240.000

336.000

96.000

Macchinario

240.000

180.000

60.000

66.000

6.000

Partec. in controllate

120.000

 

120.000

156.000

36.000

 

La legge ha stabilito una imposta sostitutiva del 12% per i beni ammortizzabili e una del 6% per i beni non ammortizzabili, procediamo al calcolo dell’imposta:

 

 

Saldo di rivalut.

% di imposta

Imposta

Terreni e fabbricati

96.000

12%

11.520

Macchinario

6.000

12%

720

Partec. in controllate

36.000

6%

2.160

Imposta sostitutiva

14.400

Procediamo con le scritture in partita doppia:

  • Terreni e fabbricati
  • Rivalutazione monetaria
  • 96.000
  •  
  • Impianti e macchinari
  • Rivalutazione monetaria
  • 6.000
  •  
  • Saldo di rivalutazione
  • Rivalutazione immobiliz.
  •  
  • 102.000
  • ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
  • Partecipazioni in controllate
  • Rivalutazione monetaria
  • 36.000
  •  
  • Saldo di rivalutazione
  • Rivalutazione immobiliz.
  •  
  • 36.000
  • ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Imposta sostitutiva

  • Imposta per rivalutazioni
  • 14.400
  •  

Debiti per imposte

  • Imposta per rivalutazioni
  •  
  • 14.400
  • ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Saldo di rivalutazione

  • Giro a saldo di rivalutaz.
  • 14.400
  •  

Imposta sostitutiva

  • Giro a saldo di rivalutaz.
  •  
  • 14.400
  • ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Saldo di rivalutazione

  • Giro a riserva di rivalut.
  • 123.600
  •  

Riserva di rivalutazione

  • Giro a riserva di rivalut.
  •  
  • 123.600
  • ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

 

Le finalità che si raggiungono con le rivalutazioni monetarie sono le seguenti:

  • ottenere bilanci più significativi,
  • calcolare quote di ammortamento più adeguate,
  • calcolare minusvalenze o plusvalenze effettive in caso di dismissione dei beni,
  • evitare di distribuire utili apparenti e pagare imposte su utili non effettivi,
  • ottenere un miglior rapporto fra capitale proprio e capitale di debito.

05 – L’ammortamento dei beni strumentali

L’ammortamento è il procedimento tecnico contabile mediante il quale i costi pluriennali vengono ripartiti negli esercizi di vita utile dei beni a cui si riferiscono.
Secondo l’art. 2426 del codice civile le immobilizzazioni devono essere iscritte in bilancio in base al loro costo di acquisto o di produzione (al netto dei fondi ammortamento). Il costo delle immobilizzazioni deve essere sistematicamente ammortizzato in ogni esercizio in relazione alla loro residua possibilità di utilizzazione.
Ciò significa che l’ammortamento deve essere determinato in base ad un piano di ammortamento, tenendo conto della vita utile del bene e del criterio di ripartizione del costo che si intende adottare.
L’ammortamento non può essere accelerato o rallentato nei vari esercizi e se qualche modifica viene effettuata, deve essere motivata nella nota integrativa.

Il piano di ammortamento viene predisposto in base ai seguenti elementi:

  • il valore da ammortizzare
  • la vita utile
  • i criteri di ripartizione

La vita utile  è stabilita tenendo conto dei fenomeni di obsolescenza, senescenza e inadeguatezza. La stima della vita utile deve essere periodicamente controllata al fine di verificare che non siano intervenuti cambiamenti rispetto alle previsioni.
I criteri di ripartizione possono essere:

  • matematici, si stabiliscono delle percentuali di ammortamento;
  • economici, basati sulla residua possibilità di utilizzo del bene.

I criteri matematici possono essere:

  • a quote costanti
  • a quote decrescenti
  • a quote variabili

La scelta del criterio è data da previsioni sul minore o maggiore utilizzo del bene a seconda degli esercizi.

Per quanto riguarda i fabbricati, per stabilire il valore da ammortizzare si deve scindere il costo storico del solo bene dal valore dei terreni su cui è costruito ed applicare la percentuale di ammortamento solo sul valore del fabbricato stesso.
Questo perché i terreni, avendo vita utile, illimitata nel tempo non sono ammortizzabili.

Il procedimento di ammortamento può essere:

  • diretto (o in conto), si diminuisce il valore del bene direttamente nel conto acceso all’immobilizzazione, la rettifica avviene nel conto impianti e non risulta dal fondo ammortamento, la scrittura è la seguente:

Ammortamento impianti

  •  
  • 10.000
  •  

Impianti

  •  
  •  
  • 10.000

 

  • indiretto (o fuori conto), è quello reso obbligatorio dal codice civile, infatti per far si che in bilancio le immobilizzazioni siano iscritte a seconda del loro costo storico è necessario che la diminuzione del valore dell’immobilizzazione risulti da un fondo ammortamento, in questo caso la scrittura sarebbe la seguente:

Ammortamento impianti

  •  
  • 10.000
  •  

Fondo ammortamento impianti

  •  
  •  
  • 10.000

 

La quota di ammortamento imputata all’esercizio si registra in Dare del conto economico acceso ai costi di esercizio “Ammortamento …..”, in bilancio confluisce nel Conto economico.
Il fondo ammortamento è un conto economico di rettifica indiretta dei costi pluriennali e risulta nello Stato patrimoniale come diminuzione del costo storico dell’immobilizzazione.

In base ai principi contabili, l’ammortamento dei beni strumentali deve essere effettuato solo per i beni che sono disponibili e pronti per l’uso. Le quote di ammortamento di beni acquistati o dimessi nell’esercizio devono essere rapportate alla frazione del periodo amministrativo durante il quale i singoli beni sono stati utilizzati.
Ad esempio, se un’attrezzatura commerciale, che ha una quota di ammortamento ordinario pari a 12,50%, viene acquistata in data 15 marzo al prezzo di 25.800 €, la sua quota verrà determinata nel seguente modo:
25.800 x 12.50% = 3.225 (quota annua)
Periodo che va dal 15 marzo al 31 dicembre = 292 giorni
3.225 : 365 = 8,835616438 (quota di ammortamento giornaliera)
8,835616438 x 292 = 2.580 (quota di ammortamento per i 292 giorni di utilizzo)

Ammortamento e autofinanziamento

Nell’aspetto economico l’imputazione delle quote di ammortamento al risultato di esercizio comporta un incremento dei costi di competenza. Tanto maggiori saranno le quote di ammortamento, tanto inferiore sarà il risultato economico di esercizio e ai soci spetterà una quota di utile proporzionalmente inferiore.

Nell’aspetto finanziario, le quote di ammortamento, rappresentano costi non monetari, cioè non danno luogo a uscite finanziarie.
L’ammortamento pertanto è una fonte di autofinanziamento improprio, in quanto imputando ai singoli esercizi le quote di consumo dei beni utilizzati, non si distribuiscono utili e si mantiene inalterata la possibilità di riacquistare il bene alla fine della sua vita utile.
Accade a volte che le quote di ammortamento accantonate non siano sufficienti a finanziare nuovamente le immobilizzazioni, in quanto difficilmente queste tengono invariati nel tempo il loro prezzo.
In tal caso alcune aziende seguono una politica di minor distribuzione degli utili, imputando ad una riserva straordinaria una quota di essi. Il conto “Riserva per rinnovi” è un conto economico di patrimonio acceso alle poste ideali positive del patrimonio netto. La destinazione di parte degli utili a questa riserva rappresenta una fonte di finanziamento proprio.

06 – Il registro dei beni ammortizzabili

Il registro dei beni ammortizzabili è una scrittura fiscale in cui sono rilevate tutte le operazioni relative ai beni strumentali dell’impresa, dal momento dell’acquisizione a quello della vendita ( dismissione).
I criteri di registrazione sono diversi a seconda di beni iscritti in pubblici registri (automezzi, fabbricati) o di altri beni:

  • immobili e beni mobili iscritti in pubblici registri, vanno annotati, intestando a ciascun bene una pagina del registro, l’anno di acquisizione, il costo originario, le rivalutazioni, le svalutazioni, il fondo ammortamento, il coefficiente di ammortamento utilizzato, la quota annua di ammortamento, l’eliminazione del bene dal processo produttivo;
  • altri beni, tali beni possono essere registrati singolarmente o per categorie omogenee per anno di acquisizione e coefficiente di ammortamento, indicando le stesse informazioni elencate sopra

Il registro dei beni ammortizzabili deve essere aggiornato entro il termine di presentazione della dichiarazione dei redditi.


LA DISMISSIONE DEI BENI STRUMENTALI

01 – La dismissione dei beni strumentali

La dismissione di un bene strumentale consiste nella sua estromissione dal processo produttivo aziendale, operazione seguita normalmente dalla cessione a terzi o dalla demolizione del bene, generalmente, abbinata alla sua sostituzione.
La dismissione si verifica, in ipotesi di normale funzionamento dell’impresa, quando i beni hanno concluso il loro ciclo di vita e non sono più economicamente utilizzabili.
I beni strumentali, distolti dall’attività produttiva, possono essere:

  • dimessi per alienazione (vendita)
  • dimessi per eliminazione (rottamazione)

02 – L’alienazione dei beni strumentali

Il caso più frequente è la dismissione accompagnata dalla cessione del bene a terzi. In questa ipotesi il valore di cessione deve essere confrontato con il valore contabile al fine di determinare se l’operazione produce una plusvalenza oppure una minusvalenze:
costo storico iscritto nell’attivo - fondo ammortamento = valore contabile
si possono verificare due ipotesi:

  • se il prezzo di cessione è superiore al valore contabile l’operazione ha prodotto una plusvalenza;
  • se il prezzo di cessione è inferiore al valore contabile l’operazione ha prodotto una minusvalenza.

Dal punto di vista dell’operazione si possono avere due casi diversi:

  • la sostituzione o l’eliminazione sono dovuti a fatti imputabili al normale deperimento economico-tecnico del bene, l’operazione rientra nella gestione ordinaria;
  • se invece l’alienazione è dovuta ad un’operazione di ristrutturazione o riconversione, l’operazione rientra nella gestione straordinaria.

Le eventuali componenti positive o negative di reddito possono essere ordinarie:

  • se sono plusvalenze ordinarie confluiranno nel Conto economico alla voce Altri ricavi e proventi;
  • se sono minusvalenze ordinarie confluiranno nel Conto economico alla voce Oneri diversi di gestione.

Le eventuali componenti positive o negative di reddito possono essere straordinarie, in questo caso rientrano nella gestione straordinaria.
La distinzione fra componenti straordinarie e ordinarie è tipica della tradizione italiana, i principi contabili internazionali invece ritengono che tutte le componenti di reddito imputabili all’esercizio vengono fatte rientrare nella gestione ordinaria.

Permuta
Quando la cessione di un bene è abbinata all’acquisto di un nuovo bene, operazioni effettuate con lo stesso soggetto, siamo di fronte ad una permuta. Il pagamento sarà la differenza fra i due prezzi. Dal punto di vista fiscale le due operazioni sono scisse, l’imprese che cede il bene emetterà una fattura, mentre riceverà la fattura per l’acquisto del nuovo bene.

Rottamazione
Se si invia un bene obsoleto alla rottamazione è comunque necessario emettere una fattura in quanto si considera l’operazione una cessione a titolo oneroso anche se il prezzo è irrisorio.
Ammortamento
Per rispettare il principio della competenza economica, quando un bene viene alienato durante l’esercizio, occorre calcolare la quota di ammortamento dall’inizio dell’esercizio fino al giorno della dismissione

03 – L’eliminazione dei beni strumentali

L’eliminazione di un bene strumentale può verificarsi per due differenti motivi:

  • distruzione
  • evento dannoso

Se l’eliminazione è volontaria e il bene è interamente ammortizzato, sarà necessario annullare sia il conto acceso all’immobilizzazione, sia il fondo ammortamento.
Nel caso che il bene sia ancora da ammortizzare, si rende necessaria la rilevazione di una “Insussistenza passiva ordinaria” che confluirà nel Conto economico alla voce oneri diversi di gestione.
In questo ultimo caso, per tale operazione che diminuisce il carico fiscale, l’Amministrazione finanziaria pretende la prova certa della demolizione e la documentazione necessaria.
Le stesse regole contabili devono essere rispettate anche in caso di eliminazione involontaria dovuta ad eventi dannosi quali un incendio o un furto.

 

 

Fonte: http://www.istruzionesuperiore.it/scuola/ragioneria/quarta/Immobilizzazioni.doc

Sito web : http://www.istruzionesuperiore.it/scuola/ragioneria/quarta

Autore del testo: Palozza

Parola chiave google : Immobilizzazioni tipo file : doc

 

 

 

Visita la nostra pagina principale

 

Immobilizzazioni

 

Termini d' uso e privacy

 

 

 

Immobilizzazioni