I troll
I troll
Questo sito utilizza cookie, anche di terze parti. Se vuoi saperne di più leggi la nostra Cookie Policy. Scorrendo questa pagina o cliccando qualunque suo elemento acconsenti all’uso dei cookie.I testi seguenti sono di proprietà dei rispettivi autori che ringraziamo per l'opportunità che ci danno di far conoscere gratuitamente a studenti , docenti e agli utenti del web i loro testi per sole finalità illustrative didattiche e scientifiche.
Le informazioni di medicina e salute contenute nel sito sono di natura generale ed a scopo puramente divulgativo e per questo motivo non possono sostituire in alcun caso il consiglio di un medico (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione).
I troll
A qualcuno potrebbe essere capitato di sentire l’espressione “stupido come un troll delle caverne” associata a qualche persona dotata di alta statura ma di scarsa brillantezza di intelletto. E di fatto, il troll, la creatura “tutta muscoli e niente cervello” in questione era spesso molto alta, incredibilmente forte e facilmente abbindolabile dalle astuzie di qualche eroe molto più basso di lui, ma decisamente più scaltro.
I troll sono imparentati, per dimensioni, con i giganti (o i nani) presenti nella maggior parte delle culture, e, per la spesse volte riscontrata attitudine gastronomica di cibarsi di carne umana, con gli orchi mangia-bambini delle favole. Queste particolari figure della mitologia e del folclore nordico vivono nelle grotte scandinave, e fisicamente hanno la peculiarità di avere un naso sproporzionatamente grosso e una capigliatura irsuta e filamentosa.
Sebbene possano raramente apparire come creature benigne, i troll sono soventemente associati a fatti deprecabili come il rapimento dei neonati, la loro sostituzione in culla con un piccolo di troll e la già citata antropofagia.
In alcuni casi i troll possono apparire anche come creature piccole dalle dimensioni di un nano; una ridimensionamento abbastanza tipico del mondo delle fiabe e della mitologia, in cui, a causa della tradizione orale delle vicende a loro connesse, le creature possiedono raramente genesi e connotati ben definiti.
Secondo l’Oxford English Dictionary i troll sono “nella mitologia scandinava, una delle razze di esseri soprannaturali che si pensa abitino in caverne o in dimore sotterranee, prima concepiti come giganti, poi, in Danimarca e Svezia, come nani o folletti ”.
Una trattazione sui troll che comprenda anche l’analisi dettagliata di giganti, orchi, ciclopi e creature simili, potrebbe riempire pagine e pagine; basti pensare alla mitologia greca e agli scontri fra dei e titani, o soltanto ai giganti biblici e agli orchi delle fiabe presenti nel folclore di qualsiasi cultura. In questa sede però ci limiteremo soltanto a rasentare una tale indagine, concentrandoci maggiormente sulle figure dei troll norvegesi, dei giganti germanici e degli orchi/giganti delle fiabe che hanno contribuito maggiormente a sviluppare i troll tolkieniani.
Nella mitologia norrena i giganti rappresentavano i nemici per eccellenza degli dei e degli uomini, e le forze distruttive del caos che sfuggono persino al controllo divino.
Paradossalmente secondo la stessa mitologia norrena gli dei vennero generati da una vacca gigante, mentre il mondo venne creato proprio a partire dal cadavere di un gigante, nato dallo scontro della gelida brina con l’aria calda. Così viene descritta nell’Edda poetica la creazione del mondo seguita all’assassinio di Ymir da parte degli dei:
<<Dalla carne di Ymir la Terra fu creata
e i monti dalle ossa
il Cielo dal Cranio del gigante gelido di brina
E fu sempre Ymir a dare origine a tutta la stirpe dei giganti, che nacquero dal sudore prodotto dalle sue ascelle.
I giganti della roccia e del ghiaccio vivevano confinati nel mondo di Jotunheimr, separato dalla terra degli uomini e degli dei dal recinto di Midhgardhr, generato con le sopracciglia di Ymir.
Gianna Chiesa Isnardi definisce i giganti germanici come la “manifestazione e l’esuberanza delle forze della terra e della materia, le quali, se private della potenza ordinatrice dello spirito, sconfinano in eccesso e travolgono anche se stesse ”.
I giganti norreni erano sostanzialmente avversi agli dei, e non è un caso che il maligno dio Loki (da alcuni considerato proprio un gigante) fosse solito accoppiarsi con le gigantesse per generare i mostri giganti che nel Ragnarok causeranno la morte degli Asi e la distruzione del vecchio mondo.
Il paladino degli dei nella difesa di Asgardhr dai giganti era Thor, che grazie al martello Mjolnir ne era l’acerrimo nemico, nonché lo sterminatore.
I giganti norreni, a differenza dei giganti delle fiabe e delle leggende successive, non vengono descritti come esseri stupidi, anzi in alcuni casi la loro furbizia riesce a prevalere anche sul potere divino. Lo stesso Thor, in uno dei suoi viaggi in Jotunheimr, venne deriso e ingannato dalla magia del gigante Utgardha-Loki, che lo sottopose a prove impossibili e magicamente mistificate con lo scopo di umiliarlo. Nell’occasione Thor, che non riuscì a bere tutta la birra del boccale che il gigante gli pose, nè riuscì a sollevarne il gatto o a sconfiggere nella lotta la donna più anziana del regno, accettò ogni sfida sottopostagli, senza sapere che il boccale di birra non era altro che un tubo immerso nell’oceano, che il gatto era l’immenso drago-serpente che circondava il mondo, e che l’anziana signora era in realtà la vecchiaia a cui nessuno può opporsi.
Gli dei, salvo poche eccezioni, non riuscirono mai a prevalere in astuzia sui giganti, e per farlo dovettero quasi sempre ricorrere agli scaltri piani di Loki, molto più simile ai giganti che agli dei. Fu quindi di Loki l’idea di far travestire Thor da donna per recuperare il martello Mijolnir rubato dal re gigante Thrymr, sempre grazie a una furberia di Loki gli dei guadagnarono le loro magiche armi, e fu ancora una volta in virtù di un’astuzia del dio che gli Asi furono sollevati dal dover dare il Sole, la Luna e la dea Freyia a un gigante che aveva chiesto tali doni come compenso per costruire le mura di Asgardhr.
I troll norreni
I giganti della mitologia germanica, una volta entrati nelle saghe scandinave divennero di dimensioni ridotte, pur rimanendo molto più alti dei comuni esseri umani, e presero l’abitudine di perseguitare i villaggi e i reami, con incursioni atte sterminarne gli abitanti, cibandosi, non di rado, con la carne dei malcapitati.
Le loro abitazioni, dai palazzi “civili” di Jotunheimr, divennero rozze caverne e grotte marine o lacustri; la loro astuzia si tramutò via via in semplice istinto animalesco ispirato da una malvagità congenita.
Nelle saghe scandinave e anglosassoni questi giganti di nuova generazione furono chiamati “troll” o, più semplicemente, con il processo di rielaborazione cristiana delle leggende pagane, “mostri”, “orchi” o “demoni”. Creature rappresentanti la massima deformazione fisica e morale degli uomini, che debbono la loro inconvertibile tensione al male all’illustre progenitore biblico di tutti i cattivi: Caino il fratricida.
Il celebre mostro che Beowulf affronta nell’omonimo poema anglosassone è un perfetto esempio di troll scandinavo. Alto, brutto, dotato di una forza sovraumana, spietato, mangia-uomini e sfrenatamente violento. Con le seguenti parole viene descritto il demone danese Grendel nel Beowulf:
Così, felicemente,
la gente di corte viveva di gioie e di musiche,
fin quando Uno si mise a commettere crimini:
un Nemico Infernale. Aveva nome Grendel,
quell’Orco feroce: infame vagabondo
della marca, infestava putrescenti acquitrini,
La Creatura sacrilega,
feroce, rapace si mosse rapida:
selvaggia, crudele, strappò dai letti
trenta vassalli. E poi se ne andò via,
trionfante del suo furto: se ne tornò a casa sua,
carico di cadaveri, si rifugiò nella tana .
Altri due esempi di troll considerati analoghi di Grendel si trovano in due saghe norrene del XIV secolo, la Grettis saga e la Orms Thattr Storolfssonar . Nella prima, l’eroe Grettir si trova a dover affrontare Glamir un mostro umanoide incredibilmente grosso e alto fino al soffitto, mentre nella seconda è presente un gigante di nome Brusi, descritto come “un enorme troll mangia-uomini, che le persone pensavano non potesse mai essere sconfitto dagli esseri umani ”.
Il troll delle saghe scandinave sebbene attaccasse individualmente non era prettamente un essere solitario. Spesso, dopo aver distrutto villaggi e divorato qualche uomo, faceva tranquillamente ritorno alla propria caverna dove lo attendeva un’altrettanto orribile, disgustosa, ma a suo modo apprensiva madre, pronta a vendicarne un eventuale insuccesso o decesso. Seguono le descrizioni di alcune celebri troll femmina o madri di troll della letteratura nordica:
La madre di Grendel in Beowulf
La madre di Grendel,
una Donna Mostruosa, rimuginava i suoi mali.
Era costretta a abitare gli orrori delle acque,
le freddi correnti, da quando Caino
aveva ucciso di spada il suo unico fratello…
La madre del troll Brusi nella Orms Thattr Storolfssonar
Era anche peggio avere a che fare con sua madre – era una gatta nera come il carbone, così grande come un sacro bue, che era il più grande fra i buoi .
Hrimgerdhr affrontata da Helgi nell’Edda poetica
Come ti chiami, strega ghiotta di cadaveri?
Dì il nome di tuo padre, mostro!
Nove leghe ti meriteresti di sprofondare,
ti cresca orzo nel petto! >>
Mi chiamo Hrimgerdhr Hati si chiamava mio padre,
un gigante lo sapevo oltremodo possente;
molte fanciulle rapì dalle loro case
finché Helgi venne a ucciderlo>>
Troll femmina che affronta Gestr (Grettir) nella Grettis saga
Successivamente avvenne che un grande troll femmina irruppe nella stanza; aveva un mastello in una mano e un pugnale abbastanza grande nell’altra. Come entrò si guardò attorno, guardò dove giaceva Gestr, e si fiondò verso di lui ;
I troll, gli orchi e i giganti delle fiabe
Nelle saghe nordiche termini come “troll”, “gigante”, “orco” (Grendel è spesso chiamato così), “orchessa”, “strega” e “demone” vennero spesso utilizzati come sinonimi. Così una distinzione fra queste creature, anche se superficiale e impastata con alcune peculiarità ereditate dalla mitologia, venne effettuata con il passaggio dal mondo delle saghe a quello delle fiabe. Ruth Manning-Sanders nell’introduzione della sua antologia A book of Ogres and Trolls propone un’analisi delle differenze sostanziali fra queste due creature:
Qual è la differenza fra un orco e un troll? Tanto per iniziare gli orchi sono tutti creature giganti, mentre i troll, sono dipinti con la stessa frequenza molto grandi oppure molto piccoli, come nani. Gli orchi vivono solitamente in un castello; i troll abitano le caverne o i tumuli erbosi, e vivono nelle terre del nord del pianeta, in Islanda, Norvegia e Danimarca. Non troverete mai un troll spingersi troppo a sud, e nemmeno un orco troppo a nord, perché gli orchi e i troll non vivono mai negli stessi paesi .
Le fiabe hanno poi consentito ai troll e ai giganti di abbandonare in parte la malvagità inguaribile di origine biblica che possedevano nelle saghe, trasferendola per lo più agli orchi. Di fatto, sebbene la maggior parte dei giganti e dei troll siano “cattivi”, e abbastanza facile trovare nella loro famiglia anche degli esseri “buoni”; casualità che invece divenne via via molto più rada tra gli orchi, al cui sostantivo venne pressoché sempre accostato l’aggettivo composto “mangia-bambini.”
Nell’antica Roma venivano chiamati “orcus” il dio degli inferi Plutone e la morte stessa . La peculiarità del dio romano di vivere in un regno tenebroso e di cibarsi dei defunti, associò alla figura dell’orco mangia-bambini fiabesco (quello di “ucci ucci sento odor di cristianucci” di Jack and the Beanstalk di Joseph Jacobs, per intenderci) la paura del buio e della morte, che modellarono la forma dello spauracchio dei piccoli per eccellenza: l’uomo nero.
Come scriveva Marina Warner “l’orco – la cosa selvaggia –non apparve più come il gigante cannibale presente nel mito classico, nel Beowulf o nel racconto di Jack the Giant-Killer , ma divenne molto più chiaramente l’alter ego dei bambini ”.
Sempre secondo Marina Werner la parola ogre venne importata nel francese dall’italiano, esattamente da Il Pentamerone, o Lo Cunto de li Cunti, scritto dal napoletano Giambattista Basile e pubblicato fra il 1633 e il 1636 . Questa era la descrizione che l’eroe Antuono fece dell’orco nel racconto in questione:
Era costui un nanerottolo, uno sterpo da fascina, aveva la testa più grossa di una zucca d’India, la fronte bitorzoluta, le sopracciglia unite, gli occhi storti, il naso ammaccato con due froge che sembravano due chiaviche maestre, una bocca quanto un palmento, dalla quale uscivano due zanne che gli arrivavano fino ai malleoli; il petto peloso, le braccia setolose, le gambe ricurve, i piedi piatti a papera: insomma pareva un diavolo, un parasacco, un brutto pezzente e una malombra spiccata che avrebbe fatto impaurire un Orlando…
Dopo Basile, il primo scrittore di fiabe famoso che introdusse l’”orco cattivo” in un racconto per bambini fu Charles Perrault, che nel 1697 pubblicò Les Contes de ma Mère l’Oye e utilizzò per la prima volta la parole “ogre”.
Tra orco, troll e gigante la differenza è quindi più che altro fisica. Il gigante è solitamente molto più gigante degli altri due suoi parenti, ed è sicuramente meno brutto. Il troll e l’orco invece appaiono pressoché sempre deformi e possono assumere dimensioni più a portata d’uomo. Giganti e orchi vivono spesso in castelli fatti su misura, locati in posti fantastici, mentre i troll sono associati sostanzialmente ai boschi e alle montagne. Sebbene tutti e tre si rivelino in alcune circostanze cannibali, gli orchi lo sono spesso e i giganti un po’ meno. Gli orchi appaiono più nei racconti dell’Europa centromeridionale, i giganti sono di casa nelle isole britanniche e in Francia, mentre i troll vagabondano per lo più in Scandinavia.
Qualche notizia in più sui troll ci viene raccontata in una novella svedese riproposta da Cyrus Granér con il titolo The four big trolls and little Peter Pastureman :
Tutto ciò avvenne, molto molto tempo fa, quando le montagne oscure e le grandi foreste brune erano abitate soltanto dai troll. Ogni fessura aveva il suo vecchio troll che viveva in una caverna o in un buco sotto le radici serpentine degli alberi giganti. Alcuni troll vivevano soli; altri avevano una moglie e un figlio. C’erano troll grandi e troll piccoli, e naturalmente i troll grandi pensavano di essere superiori rispetto ai troll piccoli .
Troll, orchi e giganti sono spesso molto brutti, burberi, scontrosi e soprattutto… molto affamati. Seguono alcune descrizioni di troll, giganti e orchi particolarmente brutti o ostili agli uomini:
Troll da Porridge with a Troll
Aveva appena dato con difficoltà un primo colpo all’albero quando un grande, brutto troll dalle lunghe braccia, apparve, e disse “Hey, tu muscoli mosci: abbatti un solo albero di questa foresta e io ti spezzo in due parti uguali
Il gigante Cormoran della Cornovaglia, da Jack the Giant-Killer
Cormoran viveva in una caverna su un’isola rocciosa, ed era un affamato, affamato, AFFAMATO gigante. Mangiava ragazzi e ragazze, uomini e donne, mucche e pecore, maiali e cavalli. Procedeva verso la riva, agitando una mazza chiodata, e schiacciando e afferrando, e rubando questo, quello e quell’altro se ne tornava alla propria caverna .
L’orco di The Ogre di Andrew Lang
Egli aveva una testa enorme e delle ciglia raggrinzite – sopracciglia che incontravano occhi strabici, un naso piatto e grosso, e un grosso squarcio come bocca con due grosse zanne che sporgevano fuori. La sua pelle era ricoperta di peli, le sue braccia enormi, le sue gambe come lame di spada, e i suoi piedi tanto piatti come quelli delle papere. In breve, era la cosa più abominevole e deridibile del mondo .
Nell’iconografia fantasy coesistono due tipi di troll, quello tonto ed enorme di carnagione grigia o verdastra e quello di dimensioni nane che ricorda una sorta di piccolo cavernicolo dai capelli scompigliati e il naso enorme. Sempre con l’avvento dell’era fantasy, cambiò anche la figura dell’orco, che al posto di sdoppiarsi come quella del troll, si fece minuta e si fuse con il goblin e il folletto maligno, dando origine all’orco fantasy di tolkieniana paternità.
Il canzoniere eddico, Garzanti (2004) traduzione di P. Scardigli e M. Meli, Vafthrúdhnismál, stanza 21
Una versione della Grettis saga (Ed. R.C. Boer, 1900) è presente fra i libri che Tolkien ha donato alla Facoltà di Inglese di Oxford.
Grettis saga e Orms þáttr Stórólfssonar, tradotte in inglese da Denton Fox e Hermann Palsson in G.N. Garmonsway, Jaqueline Simpson, Hilda Ellis Davidson, Beowulf and his analogues, J.M. Dent & Sons (1981) p. 310, 316
Orms þáttr Stórólfssonar, tradotta in inglese da Denton Fox e Hermann Palsson in G.N. Garmonsway, Jaqueline Simpson, Hilda Ellis Davidson, Beowulf and his analogues, J.M. Dent & Sons (1981) p. 316
Il canzoniere eddico, Garzanti (2004) traduzione di Piergiuseppe Scardigli e Marcello Meli, Helgakvidha Hundingsbana in fyrri, stanze 16, 17
Grettis saga, tradotta in inglese da Denton Fox e Hermann Palsson in G.N. Garmonsway, Jaqueline Simpson, Hilda Ellis Davidson, Beowulf and his analogues, J.M. Dent & Sons (1981) p. 312
Da Giambattista Basile, Il Pentamerone, o Lo Cunto de li Cunti, estratto riportato in Marina Warner, No go the Bogeyman, Chatto & Windus (1998), p.306
Bibliografia
Dizionari, Enciclopedie, Progetti Scientifici e siti web
ADictionary of Celtic Mythology in Mythology & Folklore, Oxford University Press (2008)
A Dictionary of English Folklore, Oxford University Press (2000)
A Dictionary of Phrase and Fable, Oxford University Press (2006).
Assessorato al Turismo della Regione Campania (www.turismoregionecampana.it)
City of Birmingham (http://www.birmingham.gov.uk/tolkien.bcc)
Concise Oxford English Dictionary, Oxford University Press (2008)
Dictionary of Mythology, Folklore and Symbols, part.I, The Scarecrow Press (1962)
A Dictionary of World Mythology. Oxford University Press,(1997)
De Mauro, dizionario della lingua italiana (2008) - Dizionario on-line www.demauroparavia.it
Dizionario etimologico dei nomi e dei toponimi Sindarin, Il Fosso di Helm (2005) –
Il Fosso di Helm: www.ilfossodihelm.it
Il Messaggero: www.ilmessaggero.it
Le Garzantine - Simboli, RCS Quotidiani SpA (2006)
Online Etymology Dictionary, Douglas Harper (2001)
Oxford English Dictionary, Oxford University Press (1989)
Project Runeberg, Linköping University (2007), http://runeberg.org
The Cambridge History of English and American Literature in 18 Volumes (1907–21). Volume II. The End of the Middle Ages, Putnam (1907–21)
The Oxford Companion to English Literature, Oxford University Press (2000).
The Oxford Companion to World mythology. Oxford University Press (2004)
Vocabolario etimologico della lingua italiana di Ottorino Pianigiani, Fratelli Melita (1988)
Wikipedia, L'enciclopedia libera (2008) - Enciclopedia universale on-line www.wikipedia.it
lo Zingarelli, vocabolario della lingua italiana, Zanichelli editore (2003)
Opere con autore ignoto
Beowulf, Einaudi (1992), traduzione dall’anglosassone di Ludovica Koch
Beowulf, Fazi Editore (2002), edizione a cura di Seamus Heaney tradotta dall’inglese da Massimo Bacigalupo,
Bestiary, The Folio Society (1992)
Bibbia, Chiesa Cattolica Italiana, (1974)
Bósa saga ok Herrauðs, testo in norreno pubblicato su www.heimskringla.no
Eirik the Red and other Icelandic Sagas, Oxford University Press (1999) traduzione dal norreno di Jones Gwyn
Gesta Romanorum, Wynkyn de Worde’s Gesta Romanorum, University of Exeter (1974)
Grettis saga e Orms þáttr Stórólfssonar, tradotte dal norreno da Denton Fox e Hermann Palsson in G.N. Garmonsway, Jaqueline Simpson, Hilda Ellis Davidson, Beowulf and his analogues, J.M. Dent & Sons (1981)
Il canzoniere eddico, Garzanti (2004) traduzione dal norreno di Piergiuseppe Scardigli e Marcello Meli
I Nibelunghi, Einaudi (1972) traduzione dal tedesco medievale di Laura Mancinelli
La Saga dei Volsunghi, Edizioni dell’Orso (1993), traduzione dal norreno di Marcello Meli
The Fairy Queen, poesia raccolta in Required Poems for Reading and Memorizing: Third and Fourth Grades, State Courses of Study (1920)
The Mabinogion, Penguin (1976) traduzione dal gallese da Jeffry Gantz
Ragnars saga loðbrókar, brano riportato in inglese in Denton Fox e Hermann Palsson in G.N. Garmonsway, Jaqueline Simpson, Hilda Ellis Davidson, Beowulf and his analogues, J.M. Dent & Sons (1981)
Seafarer, Methuen (1960)
Sir Gawain e il Cavaliere Verde, Adelphi (1986), traduzione di Piero Boitani
Sir Gawain and the Green Knight, Pearl, Sir Orfeo, G. Allen & Unwin (1975), traduzione di JRR Tolkien
Solomon and Saturn II, estratto reperito in traduzione italiana di Elena Jeronimidis Conte in JRR Tolkien, Lo Hobbit annotato da Douglas A. Anderson, Bompiani (2002)
The Flatey Book and recently discovered Vatican manuscripts concerning America as early as the tenth century. London: The Norroena Society (1906). Traduzione dall‘islandese all‘inglese di by Anderson, Rasmus B.
The Real Mother Goose, Rand McNelly and Co. (1916); l’opera intera è consultabile fra gli e-book di The Project Gutenberg. Http://www.gutenberg.org/files/10607/10607-h/10607-h.htm#a106
The Saga of King Heidrek the Wise traduzione dal norreno di Nora Kershaw Chadwick e contenuta in David E Smith. “Turgon”, The Tolkien Fan’s Medieval Reader, Old Spring Press (2004)
Autori
Alighieri Dante, Divina Commedia: Inferno, Purgatorio, Paradiso, Newton Compton (1993)
Andersen Hans Christian, Forty-two stories, Faber and Faber (1953)
Andersen Hans Christian,, Quaranta Novelle, Hoepli (1945) traduzione dal danese di Maria Pezzé Pascolato
Arnold Martin, The Cultural History of the Troll, raccolto da Tom Shippey, The Shadow-Walkers, Arizona Center for Medieval and Renaissance Studies (2005)
Asimov Isaac,Magic, Bompiani (1996)
Bajetta Carlo M., Lotte da Leoni – Tolkien, Lewis e le Chronicles of Narnia, presente nella rivista Minas Tirith n.18 (2007), Società Tolkieniana Italiana
Basile Giambattista, Il Pentamerone, o Lo Cunto de li Cunti, estratto riportato in Marina Warner, No go the Bogeyman, Chatto & Windus (1998)
Barsacchi Marco, L’altezza degli Elfi, Minas Tirith n.21 (2008), Società Tolkieniana Italiana
Birzer Bradley J., "Both rings were round, and there the resemblance eases": Tolkien, Wagner, Nationalism, and Modernity", intervento pronunciato durante la ISI Conference on "Modernists and Mist Dwellers" at the Seattle Opera House in Seattle, Washington (2001)
Blake Steve e Lloyd Scott , The Keys of Avalon, Rider (2003)
Campbell JF e Henderson George, The Celtic Dragon Myth, Edinburgh: John Grant (1911)
Carpenter Humphrey , JRR Tolkien, A Biography, HarperCollinsPublishers (1995)
Cazacu Matei, Dracula, la vera storia di Vlad III l’impalatore, Mondadori (2006)
Chrétien de Troyes, Érec et Énide, Gallimard (1975)
Colbert David, I magici mondi di Harry Potter, Fanucci Editore (2001)
Collins William, An Ode On The Popular Superstitions Of The Highlands Of Scotland, Considered As The Subject Of Poetry, Ian Lancashire for the Department of English, University of Toronto (2005)
Day David, A guide to Tolkien, Chancellor Press (2001)
De Luca B., Grillo U., Pace P., Ranzoli S., Views of Literature 2, Loescher Editore (1998)
De Turris, Gianfranco <<Albero>> di Tolkien, Larcher Editore (2004), p.5
De Turris Gianfranco, Editoriale, presente nella rivista Minas Tirith n.10 (2000), Società Tolkieniana Italiana
De Turris Gianfranco, introduzione a JRR Tolkien, Il medioevo e il fantastico, Bompiani (2004)
Di Noia Marco A. Best wishes from Thorin and Company! – Following Tolkien’s trails in Oxford ,presente nella rivista Amon Hen n.212 (2008), Tolkien Society
Di Noia Marco A. Gli archivi oxoniensi e l’origine del The Lay of the Children of Húrin pubblicato su Minas Tirith n.23 (giugno 2009), Società Tolkieniana Italiana
Di Noia Marco A. Sulle orme di JRR Tolkien: la Oxford del Professore, presente su Terra di Mezzo n.26 equinozio di primavera (2009), Società Tolkieniana Italiana
Doane T.W., Bible Myths and Their Parallels in Other Religions, brano riportato in Tim C. Leedom e Maria Murdy, Il libro che la tua Chiesa non ti farebbe mai leggere, Newton Compton Editori (2008)
Fedro, Favole, Bit (1996), traduzione dal latino a cura di Maria Grazia Cerreti e Stefano Pulvirenti
Feehan Mary, The Irish Leprechaun Book, Mercier (1994)
Ferrari Fulvio, Saga di Oddr l’arciere, Iberborea (1994)
Fimi Dimitra, Tolkien’s “‘Celtic’ type of legends”: Merging Traditions”, Tolkien Studies, West Virginia University Press (2007)
Foster Robert, The Complete Guide to Middle-Earth, HarperCollinsPublishers (1978)
Garmonsway G.N. , Simpson Jaqueline, Davidson Hilda Ellis , Beowulf and his analogues, J.M. Dent & Sons (1981)
Garner Alan, The Hamish Hamilton Book of Goblins, Hamish Hamilton (1970)
Gergely Nagy, The Adapted Text:The Lost Poetry of Beleriand, Tolkien Studies, West Virginia University Press (2004)
Giddings Robert e Holland Elizabeth, JRR Tolkien: The Shores of Middle-earth, Junction Books (1981)
Gilliver Peter, Marshall Jeremy, Weiner Edmund, The Ring of words, Oxford University Press (2006)
Gottfried Von Strassburg, Tristan, Penguin (1967)
Grahame Kenneth, The Wind in the Willows, Charles Scribner's Sons (1908)
Grane Cyrus , The four big trolls and little Peter Pastureman pubblicato in John Bauer, Great Swedish Fairy Tales, Chatto and Windus (1974)
Gregory Lady , Gods and fighting men, Collin Smythe Gerrards Cross (1970)
Grimm, Fiabe, Bur (2006)
Grimm, Household Tales, Eyre & Spottiswoode (1973)
Grimm Jacob, More tales from Grimm, Faber (1962)
Grimm Jacob, Deutsche Mythologie, 4th ed. 3 vols, Dümmler(1875-78)
Gunnell Terry, Tívar in a timeless land: Tolkien’s Elves, Symposium, The Nordic House Tolkien, Laxness, Unse (2002)
Haggard H. Rider, King Solomon's mines, Purnell (1985), p.28, 29
Hall Alaric Timothy Peter, The Meanings of Elf and Elves in Medieval England, University of Glasgow (2004)
Harward Vernon J. , The Dwarfs of Arthurian romance and Celtic tradition, Leiden (1958)
Holberg Ludvig, The Journey of Niels Klim to the World Underground, University of Nebraska Press (2004)
Hooker Mark T., Frodo’s Batman, Tolkien Studies, West Virginia University Press (2004)
Hull Eleanor,Standish Hayes O' Grady, The Cuchullin Saga in Irish Literature (London 1898)
Iacopo da Varazze, Leggenda Aurea, Einaudi (1995), traduzione dal latino di Alessandro e Lucetta Vitale Brovarone Imperatori Enrico, Nani tradizionali e nani tolkieniani (1997), saggio contenuto in Terra di Mezzo n.5, Società Tolkieniana Italiana
Ingersoll Ernest, Dragons and dragon lore, Payson & Clarke (1928
Isnardi Gianna Chiesa , I miti nordici, Longanesi (1991)
Jacobs Joseph, English Fairy Tales, D. Everyman's Library (1993)
Jones Gwyn , Scandinavian Legends and Folk-tales, Oxford University Press (1966)
Knatch-bull-Hugessen E.H., Puss-cat Mew (1869) estratto raccolto in JRR Tolkien, Lo Hobbit annotato da Douglas A. Anderson, Bompiani (2002),
Knight Stephen e Ohlgren Thomas, Robin Hood and other outlaw tales, Western Michigan University (1997)
Koch John T. e Carey John, The Celtic Heroic Age, Celtic Studies Pubblications (2003)
Lang Andrew, Fifty favourite fairy tales, The Bodley Head (1973)
Lang Andrew, The Yellow Fairy Book, Longmans (1963),
Lang Andrew, Pink fairy book, Longmans, Green & Co. (1918)
Lang Andrew, The Princess Nobody, Kaye & Ward (1973)
Lee Stuart D. e Solpova Elizabeth , The Keys of Middle-earth, Palgrave MacMillan (2005)
Lewis C.S., Le Cronache di Narnia, Mondadori (2008)
Lönnrot Elias, Kalevala, Sansoni (1948) traduzione in versi dal finlandese di Paolo Emilio Pavolini
Magnusson Magnus, Vichinghi, guerrieri del Nord, De Agostini (1976),
Manning-Sanders Ruth, A book of Dragons, Methuen & Co (1964),
Manning-Sanders Ruth, A book of Ghosts and Goblins, Methuen & Co (1968)
Manning-Sanders Ruth, A book of Giants, Methuen & Co (1965),
Manning-Sanders Ruth, A book of Ogres and Trolls, Methuen Children’s Books (1972)
Marsden Richard, The Cambridge Old English Reader, Cambridge University Press (2004)
Macphie Donald, Deirdire and the Lay of the Children of Uisne, Hodges, Figgis & Co (1914), nella traduzione dal gaelico scozzese di Alexander Carmichael
McDonald George, Lilith, Chatto & Windus (1895)
McDonald George, The Princess and the Goblin & The Princess and Curdie, Collins (1970)
McNelis James I., “The tree took me up from the ground and carried me off ”: A Source for Tolkien’s Ents in Ludvig Holberg’s Journey of Niels Klim to the World Underground, Tolkien Studies, West Virginia University Press (2006)
Monda Andrea, Perché l’ultima battuta è di Sam? (1999) presente nella rivista Minas Tirith n.7, Società Tolkieniana Italiana
Mondini Marco, Onore e gloria. La figura del guerriero germanico nell’epica tolkieniana (2006) presente nella rivista Minas Tirith n.18, Società Tolkieniana Italiana
Morris William, The house of the Wolfings, George Prior (1979)
Morris William, The roots of the mountains, George Prior (1979)
Morris William, The wood beyond the world, Oxford University Press (1980),
Murray David, Beowulf: origine e fonte de Lo Hobbit (1999), in Minas Tirith n.6, Società Tolkieniana Italiana
Nesbit Edith, Five of Us and Madeleine, Fisher (1925)
Nyblom Helena, The Ring fiaba raccolta in John Bauer, Great Swidish Fairy Tales, Chatto and Windus (1974)
O’Donoghue Heather, From Asgard to Valhalla, I.B. Tauris (2006)
Omero, Iliade, Ed. Rizzoli, (1990)
Omero, Odissea, nella traduzione di Ippolito Pindemonte (1822)
Ovidio, Metamorfosi, Mondadori (2005)
Padre Guglielmo Spirito, Galadriel tra mito letteratura e realtà (1997), presente nella rivista Minas Tirith n.3, Società Tolkieniana Italiana
Panieri Luca, Un ritratto del Thing, Edizioni Lint (1996)
Percivaldi Elena, I Celti, Giunti (2005)
Perrault Charles , Contes de ma mere l'Oie ; a l'usage des cours inferieurs des Ecoles moyennes avec introduction et notes par Marino Venturi., C. Signorili (1925)
Quasimodo Salvatore, Tutte le poesie, Mondadori (1994)
Phelpstead Carl, “Northen courage”, saggio apparso su J.R.R. Tolkien Encyclopedia: Scholarship and Critical Assessment, Routlege (2006)
Picard Barbara Leonie, French Legends, Tales and fairy stories, Oxford University Press (1966)
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia, Einaudi 1983 - Libro VIII, cap. XI; traduzione dal latino di A. Borghini, E. Giannarelli, A. Marcone, G. Ranucci.
Platone, La Repubblica, Mondatori (1997) traduzione dal greco antico di Giuseppe Lozza
Principe Quirino, Note sulla vicenda editoriale di Tolkien in Italia, Endòre n.5, (2002)
Pörtner Rudolf , L’epopea dei vichinghi, Garzanti (1996)
Propp Vladimir Ja., Morfologia della fiaba – le radici storiche dei racconti di magia, Newton Compton Editori (2006)
Rhys John, Celtic Folklore: Welsh and Manx, Ayer Co Pub (1970)
Rhys John, Y Cymmrodor, Trubner and Co, (1881)
Rolwing JK, Harry Potter e la Camera dei segreti, Magazzini Salani (2002)
Rossetti Christina, Goblin Market, and other poems, Dover Publications (1994)
Saxo Grammaticus, Gesta Danorum, brano riportato in inglese in Denton Fox e Hermann Palsson in G.N. Garmonsway, Jaqueline Simpson, Hilda Ellis Davidson, Beowulf and his analogues, J.M. Dent & Sons (1981)
Scott Michael, Irish Fairy Tales, Mercier (1988)
Scull Christina e Hammond Wayne G., J.R.R. Tolkien companion and guide – chronology, HarperCollinsPubblishers (2006)
Sébillot Paul, Lègendes locales de Haute-Bretagne, Paris (1899),
Shakespeare William, A Midsummer Night’s Dream, Cambridge University Press (2003)
Shakespeare William, Macbeth, raccolto inShakespeare, Le tragedie, Mondadori (1976)
Shippey Tom, JRR Tolkien author of the century, HarperCollins Publishers (2000)
Shippey Tom, JRR Tolkien: la via per la Terra di Mezzo, Marietti (2005)
Shippey Tom, Light-elves, Dark-elves, and Others: Tolkien’s Elvish Problem, Tolkien Studies, West Virginia University Press (2004)
Shippey Tom, The Road to Middle-Earth, HarperCollinsPublishers (2005)
Shippey TomThe Shadow-Walkers, Arizona Center for Medieval and Renaissance Studies (2005)
Shuker Karl, Drago, una storia naturale, Logos (2007)
Sidgwick Frank, Sources and analogues of “A Midsummer-night’s dream”, Chatto and Windus Duffield and Company (1924)
Silverberg Robert, The Golden Dream - Seekers of El Dorado, Ohio University Press (1996)
Silverman Kenneth, Edgar A. Poe: Mournful and Never-ending Remembrance, Paperback (1991)
Sikes Wirt, British Goblins, Sampson Low (1880)
Sir John Mandeville, Mandeville’s Travels, Clarendon Press (1967),
Sir Walter Scott, The letters on demonology and witchcraft, G. Routledge and sons (1884)
Smith David E. “Turgon”, The Tolkien Fan’s Medieval Reader, Old Spring Press (2004)
Snorri Sturluson, Edda, Biblioteca Adelphi (1975)
Snorri Sturluson, Heimskringla - History of the Kings of Norway, University of Texas Press (1964)
traduzione dall’inglese di Lee M. Hollander
Snorri Sturluson, Edda, Biblioteca Adelphi (1975)
Spenser Edmund, Faerie Queene, Oxford University Press (1964) Volume I e Volume II
Swift Jonathan, Viaggi di Gulliver, Bur (2006
Tacito, Agricola, Germania, Dialogo sull’oratoria, Garzanti (1991)
Ticli Dino, Fossili e dinosauri, Lapis (2007)
Tolkien Christopher, Sauron Defeted (The History of Middle-Earth vol.4), HarperCollinsPublisher (2002)
Tolkien Christopher, The Lays of Beleriand (The History of Middle-earth vol.3), Unwin Paperbacks (1987)
Tolkien Christopher, The Lost Road and other writings (The History of Middle-Earth vol.5), HarperCollinsPublisher (1997).
Tolkien Christopher, The Peoples of Middle-Earth (The History of Middle-Earth vol.12), HarperCollinsPublisher (1997)
Tolkien JRR, Albero e Foglia, Bompiani (2000)
Tolkien JRR, I Figli di Húrin, Bompiani (2007)
Tolkien JRR, Il medioevo e il fantastico, Bompiani (2004)
Tolkien JRR, Il Signore degli Anelli, Bompiani (2000)
Tolkien JRR, Il Silmarillion, Bompiani (2000)
Tolkien JRR , La realtà in trasparenza, Bompiani (2001)
Tolkien JRR , Le avventure di Tom Bombadil, Bompiani (2007)
Tolkien JRR, Lo Hobbit annotato da Douglas A. Anderson, Bompiani (2002)
Tolkien JRR, The Fellowship of the Ring, George Allen & Unwin (1966)
Tolkien JRR, The Hobbit, George Allen & Unwin Ltd. (1966)
Tolkien JRR, The Homecoming of Beorhtnoth Beorhthelm's Son, vol. 6 Essays and Studies by Members of the English Association (1953)
Tolkien JRR, The Return of the King, George Allen & Unwin (1966)
Tolkien JRR, The Two Towers, George Allen & Unwin (1966)
Tolkien JRR, Racconti incompiuti, Bompiani (2005)
Tolkien JRR, Racconti perduti, Bompiani (2005)
Tolkien JRR, Racconti ritrovati, Bompiani (2005)
Warner Marina, No go the Bogeyman, Chatto & Windus (1998)
Wells HG, The first men in the Moon, Transworld Publishers (1958)
Wells HG, The Island od Doctor Moreau, William Heinemann (1917)
White Carolyn, A History of Irish Fairies, Paperback (2005)
White Michael, La vita di JRR Tolkien, Bompiani (2002)
Wolff Karl Felix, Dolomitens Sagen, Sagen und Überlieferungen, Märchen und Erzählungen der ladinischen und deutschen Dolomitenbewohner, Bozen (1913)
Wyke-Smith E. A., The Marvellous Land of Snergs (1927), testo riportato in JRR Tolkien, Lo Hobbit annotato da Douglas A. Anderson, Bompiani (2002)
Interviste
Highfield Roger (Emeritus Fellow del Merton College, professore di storia), intervista rilasciatami nella Common Room del Merton College di Oxford (2008).
Larrington Carolyne (docente di norreno e anglosassone presso il St. John’s College di Oxford), intervista rilasciatami presso il St. John’s College (2008).
Lee Stuart D. (docente di anglosassone e lingua inglese della facoltà di inglese di Oxford, direttore del Computing Systems and Services dell’Università di Oxford), intervista rilasciatami presso la Bodleian Library di Oxford (2008).
O’Donoghue Heather (docente di norreno e anglosassone presso ilLinacre College di Oxford), intervista rilasciatami presso la Facoltà di inglese dell’Università di Oxford (2008).
Phillips Courtney (Emeritus Fellow del Merton College, professore di chimica), intervista rilasciatami nella Common Room del Merton College di Oxford (2008).
Shippey Tom (docente di inglese presso la Saint Louis University degli USA), contributi fornitimi per corrispondenza (2009)
Solopova Elizabeth (docente di anglosassone e medio inglese della facoltà di inglese di Oxford, membro della Bodleian Library), intervista rilasciatami presso la Bodleian Library di Oxford (2008).
Tolkien JRR intervista effettuata dalla BBC nel 1968.
Fonte: http://www.marcodinoia.it/wp-content/uploads/2011/03/TESI.doc
Sito web da visitare: http://www.marcodinoia.it
Autore del testo: Marco Andrea di Noia
Parola chiave google : I troll tipo file : doc
I troll
Visita la nostra pagina principale
I troll
Termini d' uso e privacy