Esoterismo e massoneria

 

 

 

Esoterismo e massoneria

 

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Massoneria - scheda storica


" La Massoneria [...] ha compiti eterni [...] combattere Caifa come vescovo, Dracone come Giudice, Trimalcione come Legislatore e Tiberio come Imperatore. Questi sono i simboli della Tirannia che umilia e sottomette e della corruzione che degrada e contamina la coscienza dell'uomo."
Albert Pike, 33° grado della Massoneria di Rito Scozzese, Morals and Dogma

un Ordine Iniziatico

Il "mondo – verità" - un’idea che non serve più a niente, un’ idea divenuta inutile e superflua, per conseguenza un’ idea confutata: sopprimiamola!
(Giornata chiara; prima colazione; ritorno del buon senso e della gaiezza; Platone arrossisce di vergogna e tutti gli spiriti liberi fanno un fracasso del diavolo.)
Friedrich Nietzche, Crepuscolo degli idoli

La frattura tra Reale e Metafisico
Nell’antichità gli esseri umani vivevano in un mondo in cui non vi era separazione tra "magico" e "scientifico", la scienza stessa era una Scienza Sacra, e racchiudeva in sé tutto il sapere di cui gli uomini erano in possesso, un sapere in cui realtà fisica e realtà immateriale si fondevano.
La natura stessa era concepita come estensione e manifestazione simbolica dell’universo divino, e lo studio dei fenomeni naturali era interconnesso con la ricerca metafisica.
Finché in quello che oggi noi chiamiamo Occidente, all’incirca nel VI – V secolo avanti Cristo, si verificò una frattura.
Questa frattura si concretizzò nel mondo ellenico, dove per la prima volta gli eventi naturali vennero studiati separatamente dalle realtà metafisiche.
Gli eventi furono quindi indagati e analizzati cercando di scoprire le cause che li producevano, le cause fisiche, e all’interno della natura si vollero trovare tutti gli elementi sufficienti per potere dare una spiegazione logica ad ogni fenomeno.
Fu una frattura rivoluzionaria, da allora la fede e la ragione avrebbero preso due direzioni opposte, apparentemente inconciliabili, mentre veniva messo a punto il processo cosiddetto induttivo, ovvero quel processo che porta alla "verità" in seguito all’osservazione e allo studio.
La verità come fine, quindi, in contrapposizione al processo inverso, quello deduttivo, il quale avendo come punto fermo e di partenza una verità colta per intuizione, si basava su di essa per interpretare tutti i fenomeni, di conseguenza.
A simboleggiare questo passaggio ancora oggi si usa fare riferimento ai due grandi maestri della filosofia greca classica, ovvero Platone e il suo allievo Aristotele.
Platone raccolse e tramandò il sapere arcaico che era comune a tutte le grandi civiltà antiche; la sua visione del mondo prevedeva una realtà metafisica che rappresentava il vero mondo, il mondo delle idee, gli ideali e le immagini eterne che fungevano da modello di ogni cosa creata.
Per Aristotele invece l’essenza delle cose stava nella materia stessa: non bisognava più fare riferimento ad un mondo "altro"; lo studio della materia poteva portare alla conoscenza.
Questo passaggio, definitivo per il successivo sviluppo di tutto il nostro sapere moderno e contemporaneo, verrà splendidamente sintetizzato nel rinascimento da Raffaello nella sua celebre Scuola di Atene, dove i due grandi maestri, uno a fianco dell’altro, al centro della scena discutono del creato.
Platone viene rappresentato come anziano, incarna il sapere antico, ieratico, e con l’indice destro indica l’alto, suggerendo dove si trovi l’essenza del reale. Aristotele, giovane ed energico, con il palmo della mano indica invece con decisione il basso, la terra, sintetizzando così il suo pensiero: la verità si trova dentro il creato, nella materia.
Il pensiero scientifico occidentale ebbe così inizio, e il sapere arcaico si occultò, divenne nascosto, divenne esoterico.
La ricerca che segue non avrà come scopo la dimostrazione della reale fondatezza del sapere esoterico, trattandosi di un campo che non è possibile affrontare con i criteri dello studio razionale contemporaneo.
Tuttavia, le tesi che verranno esposte si basano sulla consapevolezza che nella nostra società tuttora esistono organizzazioni che si dedicano allo studio del sapere arcaico ed esoterico nella piena convinzione della sua veridicità.
Tutto questo nonostante la maggioranza di noi sia convinta di vivere in un mondo secolare, un mondo in cui le pratiche religiose o addirittura superstiziose siano esclusivo appannaggio delle classi meno istruite della società.


"…la Massoneria è un Ordine Iniziatico che ha come compito principale la ricerca esoterica ed il perfezionamento individuale, attraverso il recupero della dimensione del Sacro."

Avv. Gustavo Raffi , Ven.mo Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia

Esoterismo e Iniziazione
La Massoneria per parola dei suoi più alti rappresentanti si definisce Ordine Iniziatico e indica la ricerca esoterica come suo compito principale.
Il termine "esoterico" significa letteralmente "interno", ed è riferito ad una particolare forma di conoscenza "nascosta" che si contrappone ad un'altra accessibile invece a tutti e detta essoterica, ovvero "esterna".
Secondo gli ordini iniziatici questa conoscenza nascosta, il sapere esoterico, è un sapere le cui origini si perdono nella notte dei tempi e il cui contenuto viene trasmesso di generazione in generazione solo a coloro che si mostrano degni di accoglierlo.
Questa conoscenza esoterica tratta essenzialmente del senso del mondo e della sua realtà profonda celata ai sensi, e può essere accolta solo da chi è stato preparato a comprenderla.
La trasmissione del sapere esoterico avviene per mezzo della Iniziazione, che introduce l’adepto al cammino che lo porterà ad assimilare le conoscenze di ordine superiore.
L’ iniziazione può avvenire solo all’interno di un Ordine Iniziatico, un’associazione di iniziati che ha il compito di custodire queste conoscenze e che trasmetterà a chi riterrà degno.
La Massoneria si dichiara custode di questo sapere esoterico e si definisce Ordine Iniziatico, il maggiore e più noto ordine iniziatico operante nel nostro Occidente.



"Tutte le associazioni massoniche devono alla Cabala ebraica i propri simboli e i propri segreti"

Albert Pike, 33° grado della Massoneria di Rito Scozzese, Morals and Dogma

Le origini della Massoneria
Individuare con certezza le origini della Massoneria è compito arduo che sfugge a qualsiasi pretesa di ricerca storiografica.

Ufficialmente alla Massoneria moderna si assegna come data di nascita il 24 Giugno del 1717, giorno in cui quattro Logge di Londra si riunirono per fondare la Grande Loggia di Inghilterra.
La semplice constatazione del fatto che alla data menzionata esistessero delle Logge preesistenti alla fondazione della Grande Loggia indica con chiarezza che le origini della Massoneria vadano anticipate.
Le ipotesi più comunemente accettate vorrebbero la Massoneria diretta discendente delle Gilde medievali, le corporazioni di liberi muratori che ebbero un grande ruolo nella costruzione delle grandi Cattedrali Romaniche e Gotiche europee e che custodivano gelosamente le proprie competenze tecniche.
Queste corporazioni si riunivano in Logge , ed erano strutturate al loro interno secondo un preciso ordine gerarchico, dividendo i propri membri in Apprendisti, Compagni e Maestri d’arte.
Dal XVI secolo in poi cominciarono a partecipare alle riunioni delle logge diversi Liberi Muratori non operativi, detti anche accettati.
Si trattava principalmente di eruditi che volevano condividere il sapere di queste antiche confraternite pur non esercitando direttamente il mestiere.
Il loro apporto e la loro visuale spirituale degli insegnamenti avrebbe dato col tempo origine alla Massoneria Speculativa, che facendo suo il simbolismo dell’arte muratoria lo assumeva come allegoria degli insegnamenti più profondi che nelle logge venivano trasmessi.
Nelle antiche corporazioni medioevali infatti il sapere esoterico era interamente connesso con l’arte stessa del costruire, e le opere dei Maestri Muratori risultano delle manifestazioni di tale sapere, come si può ben individuare nel simbolismo di cui le grandi Cattedrali sono tuttora l’esempio più luminoso.
Altre ipotesi vorrebbero le origini della Massoneria ancora più lontane nel tempo, risalenti al sapere ermetico dell’antico Egitto oppure alle famiglie sacerdotali ebraiche discendenti da Zadoq, passando per gli Esseni, i Templari, i Catari e i Rosa Croce, in una ininterrotta catena di trasmissione di un sapere arcaico di cui La Massoneria sarebbe la custode.
Per quanto suggestive queste ipotesi non potranno mai venire provate secondo i moderni criteri della ricerca storiografica, e gli indizi su cui si basano sono gli echi rimasti nei vari riti di passaggio da un grado al successivo nella piramide della gerarchia Massonica.
I cerchi più alti della Massoneria non fanno invece mistero dell’importanza primaria che la Cabala, la disciplina esoterica ebraica, assume nell’organizzazione del proprio sapere.




"L’ alchimista non deve scoprire qualcosa di nuovo, ma ritrovare un segreto"
Serge Hutin, L’ Alchimie


Continuità del sapere esoterico in Occidente

Si è visto come in seguito alla frattura avvenuta nel mondo classico furono poste le basi al sapere scientifico propriamente detto, che avrebbe portato allo sviluppo delle scienze esatte, del determinismo e del razionalismo.
Ma il sapere arcaico, divenuto nascosto ed esoterico, non si eclissò mai del tutto, e attraversò la storia dell’occidente parallelamente al sapere ufficiale.
Durante il Medioevo, in seguito alla crisi del mondo classico e ad un recupero di un’antica spiritualità manifestatasi ora all’interno del Cristianesimo, le scienze esoteriche ripresero vigore e trovarono applicazione nelle pratiche alchemiche.
L’ Alchimia , l’ultima Scienza Sacra occidentale propriamente detta, tentò un recupero dell’antica concezione del sapere, cercando la "verità" operando contemporaneamente sulla Materia e sullo Spirito, essendo gli alchimisti convinti dell’indissolubile unità tra il mondo materiale e il mondo metafisico.
Obbedendo tutti gli aspetti della natura ad un’unica Legge Universale, coloro che attuavano la Grande Opera erano convinti che studiando e modificando la materia avrebbero scoperto lo Spirito Universale, presente in ogni aspetto del creato.
La ricerca alchemica sarebbe poi proseguita per alcuni secoli, perdendo via via importanza e limitandosi infine nella Sparigica, ovvero la ricerca sulla materia slegata da ogni finalità spirituale, pratica che avrebbe dato vita alla moderna Chimica.
Sempre durante il medioevo sorsero diversi ordini iniziatici, spesso all’interno della Chiesa stessa, ordini iniziatici che si dichiaravano custodi del sapere esoterico arcaico.
Il più famoso fu indubbiamente l’ Ordine dei Cavalieri del Tempio, meglio noti come Templari, strettamente legati all’Europa delle Cattedrali e alla diffusione del culto della Nostra Signora, fortemente voluto da Bernardo di Chiaravalle, figura centrale del medioevo cristiano europeo e grande sostenitore dell’ Ordine del Tempio, per il quale definì anche la regola.
Dei Templari molto si è scritto, accusati di adorare un idolo blasfemo, Bafometto, e di pratiche anticristiane, furono probabilmente l’ultima espressione in Occidente di un sapere esoterico tramandato per via regolare ed ininterrotta, presupposto quest’ ultimo essenziale nell’ ambito dell’ esoterismo.
Secondo lo studioso René Guénon, riconosciuto tra gli indagatori dell’ esoterismo come massima autorità nel campo, con la soppressione dell’ Ordine del Tempio attuata da Papa Clemente V nel 1313, e con l’uccisione dell’ultimo Gran Maestro Jacques de Molay il 19 Marzo 1314 su ordine del re di Francia Filippo il Bello, l’Europa spezzò la sua ultima catena iniziatica e con essa la possibilità di una reale trasmissione del sapere esoterico.
Dopo quella data, secondo Guènon, in Europa non si potrà più parlare propriamente di iniziazione, ma solamente di pseudo – iniziazione o , peggio, di contro – iniziazione.

"Nell’ esoterismo islamico, è detto che colui che si presenta ad una certa porta, senza esservi pervenuto attraverso una via normale e legittima, vede questa porta chiudersi davanti a lui ed è costretto a tornare indietro, peraltro non più come un semplice profano, il che è ormai impossibile, ma come saher (stregone o mago); non sapremmo esprimere più nettamente ciò di cui si tratta."
René Guénon, Iniziazione e contro – iniziazione, in "La Tradizione e le Tradizioni".


Le Due Vie dell’ Esoterismo

La Massoneria si definisce custode del sapere arcaico ed esoterico, ma molti studiosi tradizionali più volte hanno messo in guardia coloro che affrontano questo campo senza possedere gli strumenti adatti e senza giungervi attraverso quelle che vengono dette vie normali.
Il cammino esoterico è spesso descritto come un sentiero che conduce ad un bivio, due direzioni opposte che portano all’elevazione spirituale oppure alla perdizione.
Una via porta in alto, nel divino, l’altra conduce in basso, negli inferi.
Oggi il termine esoterismo è associato impropriamente al termine occultismo, e questo perché l’autentica via iniziatica in occidente pare svanita da tempo, mentre la via opposta, la via deviata, è stata ripetutamente recuperata e praticata, in una parodia del sacro che ha finito per fare dell’esoterismo e della sua degenerazione un tutt’ uno.
Nel pieno della rivoluzione dei lumi, in tutta Europa sorsero vari ordini iniziatici e vari movimenti pseudo religiosi che proponendosi il recupero del sacro diedero vita ad un oscuro revival di pratiche spiritiche ed occulte, contribuendo così ad associare queste pratiche al concetto stesso di "esoterico".
Pseudo religioni come la Teosofia e gli innumerevoli movimenti ad essa connessi attirarono le più spiccate personalità dell’epoca, facendo loro un sincretismo religioso che mischiando con poco giudizio le esperienze religiose delle più distanti tradizioni tentò di recuperare l’antico sapere unitario.
René Guénon, che fu un 33° grado del Rito Scozzese Antico e Accettato, massone "infiltrato" secondo alcuni dei suoi studiosi, e che dopo aver sperimentato diverse iniziazioni all’interno di svariati ordini si dedicò allo studio del Sufismo Islamico, sosteneva che " le forze disgreganti stanno preparando la cultura dell’età ultima, ove la parodia del sacro sarà la regola, e si vivrà sotto l’influsso di una spiritualità alla rovescia".
Diramazioni di tali credenze hanno trovato la loro espressione nei giorni nostri nel movimento New Age, che sotto un’apparenza innocua cela insegnamenti poco noti, come ben spiega il regista Kenneth Anger, ideologo della Chiesa di Satana e seguace del "mago" Alister Crowley.
Come riporta lo scrittore Giuseppe Cosco nel suo articolo "Le inquietanti ombre dell’ Età dell’Acquario", Kenneth Anger, presentando il suo film Lucifer rising dichiarò che si trattava di "un film sulla generazione dell’amore. La festa di compleanno dell’Età dell’Acquario, che mostra le attuali cerimonie per far risorgere Lucifero. Lucifero è il dio della luce, non il diavolo. E’ l’angelo ribelle che agisce dietro gli eventi del mondo di oggi".
Il culto di Lucifero, come si vedrà in seguito, non è estraneo nemmeno ai gradi alti della gerarchia massonica.


"Quella che chiamiamo la nostra tradizione esoterico-iniziatica, che è parallela e complementare ai nostri ideali di natura illuminista, si rifà a diverse prospettive esoteriche come l'ermetismo, la kabala, il pitagorismo, il templarismo, i rosacroce, l'alchimia, ed altre ancora, che sono, per così dire, il fondamento esoterico che caratterizza la nostra Istituzione, la rende unica e fa sì che i Liberi Muratori possano considerarsi come iniziati, al di là di qualsiasi forma di autocertificazione."
Avv. Gustavo Raffi , Ven.mo Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia


La Massoneria e il recupero della Tradizione

Si è visto come la Massoneria, per espressa dichiarazione dei suoi membri più illustri, rivendica una continuità con il sapere esoterico arcaico e con gli ordini iniziatici che nel corso della storia si sono succeduti, rifacendosi ad esempio ai rituali dei Templari, alla tradizione egizia o alle antiche leggende ebraiche, e vedendo in tutti questi momenti un filo ininterrotto di trasmissione cui la Massoneria stessa sarebbe uno degli ultimi depositari nel mondo occidentale.
Molti ricercatori trovano conferma delle rivendicazioni dei Liberi Muratori all’interno dei loro rituali e dei gradi di passaggio da un livello di iniziazione al successivo.
Si è visto anche come questi gradi facciano riferimento a tradizioni ebraiche arcaiche, a rituali templari medioevali, a leggende egizie e ad altre memorie di antiche civiltà, ma è pressoché impossibile stabilire se effettivamente questi rituali si siano tramandati per via diretta oppure al contrario siano stati recuperati in un secondo momento.
Resta il fatto che molti Liberi Muratori attenti studiosi del sapere tradizionale sono consapevoli che quello che la Massoneria può offrire loro è solamente una pseudo – iniziazione, ovvero una parvenza dell’arcaica iniziazione autentica, quella che conduceva al possesso di verità superiori, ma svuotata del suo contenuto più profondo.
Infine, come più volte ricorda l’esoterista René Guénon, dietro alle moderne organizzazioni esoteriche potrebbero celarsi pratiche contro – iniziatiche, ovvero iniziazioni che fanno riferimento alle realtà infere anziché alle entità divine, e si pongono come scopo la dissoluzione.

"Mi incateno sotto una pena per cui, possa la mia gola essere tagliata, la mia lingua sradicata dalla sua radice, possa io essere seppellito nella ruvida sabbia del mare dove l'acqua è bassa e bersagliato dal riflusso della marea e da doppie correnti per le ventiquattro ore del giorno, se io dovessi mai consapevolmente o volontariamente violare il giuramento solenne come apprendista principiante. Perciò aiutami Dio."
Giuramento dell’Apprendista Principiante Massone


L'Apprendista

La Massoneria recluta esclusivamente "uomini liberi e dai buoni costumi", e ad ogni grado di iniziazione il libero muratore è tenuto a prestare un solenne giuramento, vincolandosi in particolar modo al mantenimento del segreto sugli insegnamenti che riceverà durate le sedute in Loggia.
Requisito fondamentale del libero muratore è inoltre la fede in Dio, una fede non dogmatica e preferibilmente svincolata dai riti connessi alle grandi religioni tradizionali.
Ai gradi inferiori Dio assume l’epiteto di Grande Architetto dell’Universo (GADU), mentre i gradi superiori riconoscono altri aspetti della divinità.
Dopo il suo ingresso nell’ordine il fratello è tenuto ad osservare una serie di doveri, tra cui la già citata segretezza per quello che riguarda i lavori nella Loggia, il rispetto delle leggi del proprio stato, un mutuo sentimento di collaborazione e aiuto reciproco con gli altri fratelli e la discrezione nella vita quotidiana nel mondo profano, all’infuori della Loggia.



"I primi ad avere della Massoneria una conoscenza approssimativa si direbbe siano i massoni stessi..."
Aldo A. Mola , Storia della Massoneria italiana dalle origini ai nostri giorni


Nella Loggia

L’obbiettivo di ogni libero muratore è la propria elevazione spirituale, in primo luogo, e di seguito l’applicazione degli insegnamenti ricevuti nel mondo profano affinché la luce ricevuta possa espandersi anche all’esterno della Loggia.
Le motivazioni che spingono ad aderire ai vari ordini massonici sono però diverse, e non tutti gli adepti dimostrano di avere delle concrete convinzioni sulla possibilità di raggiungere superiori verità esoteriche; molti massoni si dimostrano alquanto scettici sulla realtà del sapere esoterico, e aderiscono alla libera muratoria per altre ragioni.
Molti fratelli sono semplicemente affascinati dal simbolismo e dalla solennità delle riunioni, i lavori nella Loggia sono infatti scanditi da un cerimoniale preciso e rigoroso e i riti sono parte essenziale ed inderogabile di ogni incontro.
Altri ancora sono attratti dalle ampie possibilità che gli ambienti massonici offrono per ampliare le proprie conoscenze sociali e l’opportunità di stringere rapporti personali importanti.
Per aderire infatti alla Libera Muratoria occorre avere referenze elevate, e fare parte di tale ambiente indubbiamente porta inevitabili vantaggi nella vita profana sociale e professionale.
Questi ultimi fratelli vivono spesso con insofferenza il carattere simbolico e cerimoniale dei lavori, carattere che invece rappresenta un aspetto fondamentale nella Massoneria.
Naturalmente, come si è già detto, affrontare la veridicità o la fondatezza del credo esoterico è impossibile, preso atto il carattere intrinseco con cui questa particolare dottrina si configura, ma si può affermare con relativa certezza che per molti Massoni, in particolar modo degli alti gradi, la credenza nella possibilità del raggiungimento di una elevazione spirituale per mezzo del cammino esoterico è sincera.
Il simbolismo e la ritualità della Massoneria non sono esclusivamente degli aspetti di facciata, molti suoi membri sono convinti delle potenzialità del percorso esoterico.
L’ intendimento di questo aspetto è essenziale per avere una comprensione oggettiva di quali siano gli obbiettivi che la Massoneria si pone.


"Dobbiamo distruggere tutto, senza riguardo per alcuno, pensando solamente questo: il più possibile e il più presto possibile".
Jean Adam Weishaupt, fondatore dell’Ordine degli Illuminati


Ordo ab Chao

La Massoneria come si è visto si definisce Ordine Iniziatico e la società ideale cui aspira è strutturata in modo gerarchico, è una società in cui coloro che si fanno custodi del sapere celato tradizionale hanno il compito di guidare dall’alto il mondo dei profani, affinché anche questi ultimi possano beneficiare della luce di cui gli iniziati sono portatori.
Il motto universale della Massoneria è Ordo ab Chao ,ordine dal caos, ed esprime il percorso cui l’adepto è chiamato, ossia la ricerca della perfezione interiore partendo dalla naturale confusione fino a raggiungere l’ordine alla conclusione del cammino.
Lo stesso motto però ben si addice anche alla visione del mondo della Massoneria stessa.
I Liberi Muratori, in particolar modo quelli dei gradi alti, non fanno mistero del tipo di società ordinata che vorrebbero costruire, quella società in cui gli iniziati si ergono a guide.
L’ordine spesso però si ottiene solamente dopo che il disordine ha raggiunto la sua massima espansione, e a volte bisogna anche fare in modo che questo processo venga in qualche modo facilitato, affinché il Nuovo Ordine Mondiale divenga realtà.
Per ottenere tale obbiettivo la Libera Muratoria può contare sull’apporto di numerosi suoi membri e simpatizzanti che partecipano al lavoro della riorganizzazione della società direttamente dai posti di comando democratici (o meno) più alti, anche se raramente la loro appartenenza all’Ordine viene pubblicizzata.
Come candidamente fa sapere il fratello Alberto Cesare Ambesi nella sua "Storia della Massoneria" :
" …ragioni di discrezione ci hanno indotto a tacere (…) sull’identità di coloro che guidano il più segreto lavoro massonico, mentre è compito delle Grandi Maestranze rivelarsi al mondo profano e mantenere con esso quei contatti ufficiali che non possono mancare".
Giova inoltre ricordare a tale proposito il parere del massimo esoterista del secolo scorso, René Guénon, che avvertì nei suoi scritti della pericolosità delle organizzazioni contro – iniziatiche:
"… un potere occulto di ordine politico e finanziario non dovrà essere confuso con un potere occulto di ordine puramente iniziatico ed è facile comprendere che i capi di quest’ultimo non si interessino affatto alle questioni politiche sociali in quanto tali: essi potranno addirittura avere una assai mediocre considerazione di coloro che si consacrano a questo genere di attività"
(dall’articolo "Riflessioni a proposito del potere occulto", pubblicato nel testo "La Tradizione e le Tradizioni")

Reverendo,
non era mia intenzione mettere in dubbio che la dottrina degli Illuminati e i principi del Giacobinismo non si fossero estesi agli Stati Uniti. Al contrario nessuno più di me è convinto di questo fatto. L'idea che volevo esporLe era che non credevo che le Logge dei Frammassoni del nostro paese avessero cercato, in quanto associazione, di propagare le dottrine diaboliche dei primi, o i perniciosi princìpi dei secondi, se mai è possibile separarli. Che delle personalità lo abbiano fatto, o che il fondatore, o gli intermediari impiegati per fondare le società democratiche negli Stati Uniti abbiano avuto questo progetto e che abbiano mirato a separare il popolo dal proprio governo è troppo evidente per metterlo in dubbio.
Con ossequio...
George Washington"
Lettera di George Washington al pastore G.W. Snydernel, 1798, in: The Writings of George Washington. From The Originai Manuscript, U.S. G. Washington Bicentennial Commission, 1941, come riportato da Epiphanius in "Massoneria e sette segrete: la faccia occulta della storia"


Gli Illuminati di Baviera

Gli Illuminati di Baviera si formarono per volere del principe Jean Adam Weishaupt (1748-1830) il primo maggio del 1776.
Weishaupt, che aveva all’epoca 28 anni, era stato educato dai gesuiti, e da loro trasse ispirazione per l’organizzazione interna del suo ordine.
Scopo dichiarato dell’organizzazione segreta era la dissoluzione totale dell’ordine sociale esistente, per potere in seguito ricostruire ex novo una società che si sarebbe fondata sull’ eguaglianza e su un ordine "naturale" gnostico panteistico, secondo il quale "Dio e mondo sono uno".
Le idee radicali e disgregatrici degli Illuminati furono accolte nel mondo massonico con cautela, così Weishaupt decise che i membri della sua organizzazione si sarebbero infiltrati negli ordini massonici tradizionali per poterli dirigere dall’interno.
Gli storici della massoneria spesso concordano nel considerare gli Illuminati di Baviera i diretti ispiratori della Rivoluzione Francese e del socialismo moderno.
Nell’ ottobre del 1786 la polizia bavarese sgominò l’associazione con l’accusa di perseguire fini sovversivi, e i documenti dell’ordine furono sequestrati.
Da essi emerse che gli obbiettivi che gli Iniziati bavaresi si ponevano erano riassumibili in sei punti:
1. abolizione della monarchia e di ogni altro governo legale;
2. abolizione della proprietà privata;
3. abolizione del diritto di eredità privata;
4. abolizione del patriottismo e della lealtà militare;
5. abolizione della famiglia, cioè del matrimonio come legame permanente, e della moralità familiare; permesso il libero amore; l'educazione dei figli viene affidata alla comunità;
6. abolizione di qualunque religione
(Si veda a tale proposito l’attento studio di Epiphanius nel già citato testo ""Massoneria e sette segrete: la faccia occulta della storia")
In seguito alla soppressione dell’ordine gli Illuminati di Baviera non furono più presenti come società attiva, ma pare si siano infiltrati definitivamente nelle organizzazioni massoniche regolari, circostanza che sarebbe comunque coerente con l’insegnamento del loro fondatore.
Resta il fatto che il loro simbolo, la piramide sormontata dall’occhio onniveggente, fu recuperato per volontà del Presidente Franklin Delano Roosevelt, massone del 32° grado del Rito Scozzese, e tuttora compare sulla banconota da un dollaro, accompagnato dal mottoNovus Ordo Seclorum Annuit Coeptis, (un nuovo ordine mondiale arride agli iniziati), motto che Weishaupt stesso aveva scelto per i suoi Illuminati.
Bisogna infine ricordare come l’esclusiva setta esoterica Skull and Bones, riservata ai rampolli delle migliori famiglie americane che frequentano la prestigiosa università di Yale, setta di cui fanno parte l’attuale presidente degli Stati Uniti George W. Bush, suo padre George Bush senior nonché lo sfidante democratico alle elezioni del 2004 John Kerry, sarebbe, secondo l’autorevole rivista inglese "Economist" del 25 dicembre 1992, la moderna "risorgenza" degli Illuminati di Baviera.

"…ma dietro tutti questi movimenti non potrebbe esserci qualcosa di altrimenti temibile, che forse neanche i loro stessi capi conoscono, e di cui essi a loro volta quindi, non sono che dei semplici strumenti? Noi ci accontenteremo di porre questa domanda senza cercare di risolverla qui"
René Guénon, Il Teosofismo

 
Cerchi concentrici

Nella Massoneria il cammino personale dei fratelli procede per stadi, e ad ogni livello di iniziazione l’adepto riceve l’insegnamento di verità superiori.

Uno dei riti Massonici più noti, il Rito Scozzese Antico ed Accettato, si articola ad esempio in 33 gradi, e al raggiungimento di quest’ ultimo il libero muratore viene a conoscenza anche del più alto segreto massonico.
Come si è visto in precedenza la segretezza è un aspetto fondamentale della iniziazione, così nelle logge i fratelli non sono mai a conoscenza del reale grado di appartenenza dei loro compagni.
Allo stesso modo molti di coloro che aderiscono alla massoneria per semplice curiosità o per mero tornaconto personale non potranno mai sospettare delle reali motivazioni che animano i piani più alti.
 

"Ciò che noi dobbiamo dire alle folle è: "noi adoriamo un Dio, ma è il Dio che si adora senza superstizione (...). La Religione massonica dovrebbe essere mantenuta, da tutti noi iniziati degli alti gradi, nella purezza della dottrina luciferiana.
Sì, Lucifero è Dio, e sfortunatamente anche Adonai (il Dio dei cristiani, ndr) è Dio. (…)
La dottrina del Satanismo è un'eresia; e la vera e pura religione filosofica è la fede in Lucifero"
Albert Pike, 33° grado della Massoneria di Rito Scozzese , discorso tenuto in Francia agli alti gradi della Massoneria nel 1889.
Uno stralcio di questo discorso fu riportato, nel 1935, dalla rivista inglese "The Freemason" nel suo numero del 19 gennaio, citato da Franco Odessa in "O.N.U. gioco al massacro", Ed.ni Civilta', Brescia, 1996


Dio che porta la Luce

Albert Pike fu figura centrale all’interno della Massoneria moderna, ed il suo testo principale, Morals and Dogma è tuttora considerato come una seconda Bibbia dai gradi alti della Libera Muratoria.
Non vi è ragione di dubitare della sincerità del Pike quando afferma che il Dio adorato dalla Massoneria è Lucifero, il Satana della Tradizione Giudaico Cristiana, e non vi è nemmeno motivo di eccessivo stupore, per chi della Massoneria coglie il messaggio.
L’adorazione di Lucifero, che il Pike si preoccupa di distinguere dal Satanismo, compare in parallelo con lo sviluppo del Cristianesimo, e sotto varie forme attraversa tutta la storia del nostro Occidente.
Non si tratta di altro che dell’ eresia Gnostica, che prese forma con la malinterpretazione dei primi testi della Gnosi Cristiana e passando dai Manichei ai Catari ai Bogomili, da Sabbatai Zevi a Jakob Frank agli Illuminati di Baviera è giunta fino ai tempi nostri, trovando negli alti gradi dell’ambiente massonico i suoi ultimi profeti.
Secondo la concezione Gnostica il mondo materiale è interamente corrotto e dominato dal male, e venne creato da un Dio malvagio e inferiore che convinse l’umanità attraverso i suoi testi sacri di essere il vero Dio, mentendo.
Questo Dio malvagio sarebbe il Dio che parla agli uomini nella Bibbia, Adonai, il Dio adorato da Ebrei Cristiani e Mussulmani che si sono fatti ingannare e che vengono sottomessi dal suo volere dispotico.
Il vero Dio, sempre secondo la concezione gnostica, sarebbe Lucifero, il portatore di Luce, che fu combattuto ed in seguito calunniato da Adonai per aver tentato di portare la conoscenza agli umani, come riporta la Genesi nell’episodio del Serpente.
Per gli gnostici di conseguenza tutto il creato è frutto del male, e non vi è nessun motivo per aderire ad una morale o tentare di migliorare il mondo circostante.
L’obbiettivo unico sarà la disgregazione dell’esistente per giungere alla ricostruzione di un nuovo ordine.
Un Nuovo Ordine Mondiale.

Scritto da Carlo Brevi per www.luogocomune.net


Appendice N° 1
Alcune tessere del Puzzle Globale


Novus Ordo Seclorum Annuit Coeptis
(Un Nuovo Ordine Mondiale arride agli iniziati)


Motto degli Illuminati di Baviera, ripreso sul sigillo che compare sulle banconote da un dollaro per volontà del Presidente Franklin Delano Roosevelt, iniziato alla Holland Lodge nr. 8 di New York il 28 novembre 1911 e innalzatosi presto al 32° grado del Rito Scozzese. 

"Che vi piaccia o no, avremo un governo mondiale, o col consenso o con la forza".
James Warburg, banchiere, alla Commissione Esteri del Senato, 17 febbraio del 1950


"Oggi, l'ulteriore progresso del mondo è possibile solamente attraverso una ricerca rivolta ad un concetto universale dell'uomo muovendoci verso un Nuovo Ordine Mondiale."
Mikhail Gorbachev, discorso alle Nazioni Unite, 7 dicembre 1988


"Non si tratta soltanto di una piccola nazione, ma di una grande idea: un Nuovo Ordine Mondiale, nel quale nazioni diverse l'una dall'altra si uniscono in un impegno comune per raggiungere un traguardo universale dell'umanità: pace e sicurezza, libertà, e Stato di diritto".
George Bush senior, 29 gennaio 1991, discorso davanti al Congresso


"Ma c'è un tema che, in particolare, a noi massoni sta a cuore: è l'ONU, che va rifondato, ricordandoci che fu, all'indomani della prima guerra mondiale, la Massoneria a lanciar l'idea della Società delle Nazioni, cioè l'antecedente storico dell'Onu."
Gustavo Raffi, Gran Maestro del Grande Oriente Italiano


"Quello che ogni uomo teme è l’ignoto. Quando questo scenario si presenta si rinuncia volentieri ai propri diritti in cambio della garanzia del proprio benessere assicurata dal Governo Mondiale."
Henry Kissinger, Evian, Francia, 1991


 "…fare dell'Unione un fattore di stabilizzazione e un punto di riferimento nel Nuovo Ordine Mondiale."
Consiglio Europeo, Laeken, 15 Dicembre 2001


"Il mondo è pronto per raggiungere un governo mondiale. La sovranità sovranazionale di una elite intellettuale e di banchieri mondiali è sicuramente preferibile all’autodeterminazione nazionale praticata nei secoli passati ."
David Rockefeller, 1991

Risoluzione N. 1047 del 28 Marzo 1994 dell’Assemblea Legislativa dello Stato dell’ Oklahoma:
"Una risoluzione in relazione alle forze militari degli Stati Uniti e alle Nazioni Unite; si presenta una petizione al Congresso affinché cessi determinate attività concernenti le Nazioni Unite...
Considerato che non c’è appoggio popolare per l’instaurazione di un "nuovo ordine mondiale" o di una sovranità mondiale di qualsiasi tipo, sia sotto le Nazioni Unite o sotto qualsivoglia organismo mondiale in qualsiasi forma di governo globale;
Considerato che un governo globale significherebbe la distruzione della nostra Costituzione e la corruzione dello spirito della Dichiarazione di Indipendenza della nostra libertà e del nostro sistema di vita.
...sia deliberato dalla Camera dei Rappresentanti della seconda Sessione della 44ma legislatura dell’Oklaoma:
Che al Congresso degli Stati Uniti sia con la presente rammentato di:
(...). Cessare ogni supporto per l’instaurazione di un "nuovo ordine mondiale" o qualsiasi altra forma di governo globale.
Che al Congresso degli Stati Uniti è, con la presente, rammentato di astenersi dal prendere qualsiasi ulteriore iniziativa verso la fusione economica o politica degli Stati Uniti in un organismo mondiale o qualsiasi altra forma di governo mondiale. "
Il Palazzo Federale "Alfred P. Murrah" ad Oklahoma, U.S.A., venne fatto saltare in aria da una tremenda esplosione, il 19 aprile del 1995. Le vittime furono 168.


Appendice n° 2
Alcuni Massoni Celebri


Benjamin Franklin (1706 – 1790), politico e inventore
Carlo Goldoni (1707 – 1793), autore teatrale
Giacomo Casanova (1725 - 1798), avventuriero
George Washington (1732 - 1799), generale e politico americano
J.M. Montgolfier (1740 – 1810), inventore della mongolfiera
J.E. Montgolfier (1745 – 1799), inventore della mongolfiera
Wolfang Amadeus Mozart (1746 – 1791), compositore
P.S. Laplace (1749 – 1827 ), matematico
Horatio Nelson (1758 – 1805), ammiraglio
J.W.Goethe (1759 – 1832), poeta e scrittore
Arthur Wellesley I Duca di Wellington (1769 – 1852), comandante dell’esercito inglese vincitore a Waterloo
Nicolò Paganini (1782 – 1840), musicista
Simon Bolivar (1783 – 1830), combattente, eroe nazionale boliviano
Sadi Carnot (1796 – 1832), fisico
Giuseppe Mazzini (1805 – 1872), patriota
Giuseppe Garibaldi (1807 - 1882), generale e patriota
Lemmi Adriano (1822-1906), mazziniano, "il banchiere del risorgimento", fondatore della Loggia Propaganda
Giosuè Carducci (1835 - 1906), poeta
Mark Twain (1835 – 1910), scrittore
Ernesto Nathan (1845 - 1921), sindaco di Roma, Gran Maestro del Grande Oriente Italiano
Lèon Victor Bougeois (1851 – 1925), presidente della Società delle Nazioni (la prima versione dell’ ONU)
Ludovico Lazaro Zamenhof (1859 – 1917), oculista, ideatore dell’esperanto
Sir Arthur Conan Doyle (1859 - 1930), scrittore
Gabriele D’Annunzio (1863 – 1930), poeta e scrittore
Henry Ford (1863 - 1947), industriale
Rudyard Kipling (1865 – 1936), scrittore
Duglas Mc Arthur (1880 – 1964), comandante supremo delle Forze Alleate nel Pacifico meridionale
Cesare Fregoni (1881 – 1936), ideatore dell’elettroshock
Alexander Fleming (1881 – 1955), medico, scopritore della penicillina
Vittorio Valletta (1883 – 1967), industriale, per circa cinquant’anni ai vertici della Fiat
Giovanni Pascoli (1885 – 1912), poeta
Earl Warren (1891 – 1974), giudice, per 16 anni presidente della corte suprema degli Usa
Roberto Farinacci (1892 - 1945), giornalista e gerarca fascista
Oliver Hardy (1892 – 1957), attore
Omar Bradley (1893 – 1981), capo delle truppe alleate sbarcate in Normandia
Giuseppe Bottai (1895 - 1959), politico, tra i fondatori del fascismo
John Eddgar Hoover (1895 – 1972), per vari decenni capo dell’ Fbi
Italo Balbo (1896 - 1940), politico e aviatore, tra i fondatori del fascismo
Ralph G. Albrecht (1896 – 1994), pubblico accusatore dei criminali nazisti al processo di Norimberga
Antonio De Curtis "Totò" (1898 – 1967 ), attore
Martin Luther King (1900 – 1984), attivista politico
Enrico Fermi (1901 – 1954), fisico nucleare
Walt Disney (1901 – 1966), realizzatore e produttore di comics
Salvatore Quasimodo (1901 – 1968), poeta
Gino Cervi (1901 -1974), attore
John Wayne (1907 – 1979), attore
Salvator Allende Gossens (1909 – 1973), presidente della Repubblica Cilena
Nat "King" Cole (1917 – 1965), cantante
Ray "Sugar" Robinson (1920 – 1989), pugile
fonte dei nomi: Riccardo Chissotti (a cura di), Dizionario Esoterico, www.esonet.org


fonte: http://files.meetup.com/294043/Massoneria.doc

 

LIBRI DI MASSONERIA

Il Cammino Iniziatico

Vincenzo Tartaglia

Massoneria e Luce.
Con questo libro l'autore si propone di percorrere insieme al lettore un cammino iniziatico che, attraverso l'esoterismo e il simbolismo massonico, porti alla vera Luce, alla sorgente della nostra stessa conoscenza umana.

 

 

 

Pagine: 136 pagg.

Edizioni: Bastogi Edizioni

 

Introduzione alla Massoneria

Carl H. Claudy

Una guida attenta per gli iniziati intenti ad esplorare il mondo della Massoneria.
Dalle allegorie ai simboli, dal rito iniziatico ai 'viaggi', per giungere al 'segreto'. Il Grembiule, le Pietre angolari, i Gioielli, etc. vengono considerati secondo gli antichi insegnamenti. Un glossario e un indice delle cose notevoli in appendice.

 

 

 

Pagine: 96 pagg.

Edizioni: Bastogi Edizioni

 

La Massoneria resa comprensibile ai suoi adepti Vol. 1

Oswald Wirth

1° Vol. - L'Apprendista - I tre gradi originali della massoneria azzurra.
Iniziato nel 1882 nella loggia La Bienfaisance Chàlonnaise, Wirth cominciò subito la sua lunga battaglia a favore del Simbolismo che la Massoneria francese aveva progressivamente abbandonato. Quest'opera è fondamentale.

 

 

 

Pagine: 152 pagg.

Edizioni: Atanor Edizioni

 

La Massoneria resa comprensibile ai suoi adepti Vol. 2

Oswald Wirth

II vol. Il Compagno.
Massoneria e tradizione iniziatica.

 

 

 

Pagine: 156 pagg.

Edizioni: Atanor Edizioni

 

La Massoneria resa comprensibile ai suoi adepti Vol. 3

Oswald Wirth

III vol. Il Maestro.
Nozioni storiche del grado di Maestro.

 

 

 

Pagine: 188 pagg.

Edizioni: Atanor Edizioni

 

La Pietra Grezza

Angelo Sebastiani

L'Esperienza Iniziatica nella Massoneria.
In questo libro, l'autore illustra la Tradizione, la cultura e l'insegnamento massonico, svelando il segreto iniziatico attraverso la sua propria esperienza. Un libro che susciterà profonde riflessioni, e serenità nell'animo di chi lo legge.

 

 

Pagine: 192 pagg. - Illustrato

Edizioni: Hermes

 

Massoni famosi

Seganti Giuseppe

L'originalità di questo volume è costituita dall'essere il primo a rivelare al vasto pubblico, per una serie di personaggi, già notissimi in altri campi, l'appartenenza alla Massoneria, circostanza questa ignorata spesso dalla storiografia ufficiale.
Le biografie di questa raccolta si riferiscono ad uomini celebri, italiani e stranieri, vissuti nell'arco di tre secoli, di condizioni ed estrazioni socio-culturali le più disparate, ma tutti uniti dalla comune appartenenza massonica.

 

 

Pagine: 208 pagg.

Edizioni: Atanor Edizioni

 

Fonte: http://www.iltibetano.com/Allegati/LIBRI%20DI%20MASSONERIA.doc

 

I – L’ombra della libera muratoria.

1. Un continente sommerso.
Si può considerare la Libera Muratoria come un vero e proprio continente perduto, dimenticato. Tale lo è anche per gli stessi Liberi Muratori, spesso del tutto ignari delle reali proporzioni della stessa.
Il carattere apparentemente perduto, obsoleto o sommerso della L.M. tende ad accreditare la stessa, nei confronti dell’opinione pubblica, in maniera del tutto diversa da ciò che realmente è, cioè come una consorteria di malfattori tesi a perseguire in nome del potere dell’Ordine ogni sorta di azione pericolosa e nefasta. O ancora fa passare la L.M. come una sorta di “reperto antiquario” che non ha motivo di esistere nella società moderna.
Il Libero Muratore è stato costantemente visto con sospetto, come un mariuolo. Periodicamente spuntano quindi rivelazioni riguardanti presunti complotti di cui i L.M. sarebbero i responsabili. È certamente capitato ed ancora capiterà che un massone si renda protagonista del compimento di un reato, ma attribuire all’organizzazione in toto la colpa di una singola persona sarebbe come imputare a Cristo o a Marx i crimini commessi da cristiani e comunisti.
L’opinione pubblica individua nel L.M. un uomo non capace di autonome prese di posizione, quando in realtà i suoi principi costitutivi sono: indipendenza, rispetto, tolleranza e libertà. Il massone è quindi considerato come un figlio soggiogato dal “padre-padrone” (la massoneria) che non può crescere e distaccarsene.

2. L’ombra.
Rappresenta il lato oscuro della personalità e non è facile analizzare il suo spazio e la sua importanza.
La coscienza tende a rimuoverla in quanto non coerente ai modelli su cui famiglia e società plasmano gli individui.
A fronte di questo conflitto l’uomo ha due opzioni: o si pone in diretto conflitto con la struttura organizzativa della società e quindi con sé stesso o accetta i dettami della società reprimendo l’ombra.
L’ombra ha per l’Io un aspetto deduttivo, attirando morbosamente a sé l’uomo.
E’ come per il sole… quando c’è sole il nostro corpo ne è illuminato, ma nel contempo getta ombra e più brillante è il sole più oscura è l’ombra. In tutti noi c’è quindi una parte della nostra personalità che ci è nascosta.
Chi è in preda all’ombra tende ad ingigantire quella del suo prossimo, incolpandolo ed ostracizzandolo per colpe che non ha commesso. L’uomo invece di fare i conti con la propria ombra (personale e collettiva) cerca di scovare quella degli altri, inverando il detto evangelico secondo cui è più facile trovare una pagliuzza negli occhi altrui che una trave nei propri.
A livello collettivo il meccanismo è analogo. La società contemporanea getta ombra su piccole comunità ree di essere portatrici di valori diversi da quelli socialmente vigenti, confinando in realtà nell’ombra aspetti come tolleranza e nobiltà, che la coscienza occidentale non ha ritenuto coerenti e funzionali ai suoi principi e scopi.
L’ombra deve essere accettata ed integrata nella personalità individuale come in quella collettiva, evitando che il disagio psicologico e comportamentale del suo rifiuto possa portare turbamenti.
È quindi necessario affrontare l’ombra per poterla integrare.

 

 

 

3. L’ombra massonica.
Vi sono numerose “ombre” attribuite alla L.M., ombre che i più pensano estendersi sulla società influenzando governi e mercati, distruggendo morale e tradizioni, controllando banche e partiti, corrompendo e prevaricando, esercitando un potere sottile e senza scrupoli. Essa però si estenderebbe anche sul singolo L.M. che è percepito come un essere che agisce nel buio, che disprezza religione ed ordine costituito ed è satanista, delinquente, bugiardo e calunniatore.
A questa “grande ombra” massonica è stata addossata la responsabilità di tutto quanto inquieta la falsa coscienza dei benpensanti, di coloro cioè che pensano come la società impone si pensi.

3.1. L’ombra “politica” della Libera Muratoria.
La L.M. è stata da sempre considerata come una fucina di intrighi politici.
Secondo l’abate Barruel vi era uno stretto rapporto tra illuminismo, Illuminati di Baviera, rivoluzione francese e libera muratoria, con un evidente intento, inconscio, di assolvere uomini e società da qualsiasi responsabilità, attribuendo tutto alla L.M.
In realtà gli Illuminati di Baviera volevano solo unificare la Germania, liberandola dalla pletora dei regnanti tedeschi, costruendo una comunità primitiva fondata su  pace perpetua ed uguaglianza.
A livello massone questo modello razional-politico-dottrinale s’infrangerà nel “convento di Wilhelmsbad”, dove verrà messo in minoranza dall’ala massone più sensibile alla tradizione, al misticismo ed all’esoterismo.
Politicamente invece verrà soppresso dal governo bavarese dopo un fortunoso ritrovamento di documenti segreti.
Da quanto sopra si fece quindi largo la convinzione che gli Illuminati fossero l’occulto braccio politico della massoneria. I Liberi Muratori stessi, frequentemente, percepivano gli Illuminati come coraggiosi combattenti della battaglia per le libertà, associando ad essi illustri pensatori e politici nonché attribuendo loro l’onnipotenza.
Da qui prese corpo la credenza che faceva della L.M. l’ombra oscura della destabilizzazione politica generale: dalla Rivoluzione Francese, alla Comune di Parigi, a Porta Pia, al delitto di Sarajevo, alla Rivoluzione Russa e così via. Tale convinzione divenne il leit-motif di una società inquieta e preoccupata, sino a diventare un vero e proprio “luogo comune”.

3.2 L’ombra “demoniaca” della Libera Muratoria.
Nella seconda metà dell’ottocento i mass media rilanciarono l’idea che il culto organizzato del diavolo fosse in stretta relazione con la L.M.
Léo Taxil (da cui deriverà il termine taxilismo, assurto a sinonimo di diffamazione antimassonica) nel 1885 negherà il suo passato anticlericale e massone ostentando piena e convinta conversione alla Chiesa Cattolica, dando anche alle stampe, un anno dopo, un libello (breve scritto a carattere diffamatorio o satirico) antimassonico nel quale farà reiterate accuse di strumentalizzazione delle istituzioni, di cospirazione politica, di furto, di omicidio, di alto tradimento nei confronti della patria, e così via. Oltre a tutto questo farà anche riferimenti ad una presunta liturgia satanica, nonché ad una mitica discendenza della Massoneria da Eblis, l’angelo decaduto (Lucifero).
Così facendo Taxil giustificava e potenziava il preesistente convincimento di uno stretto rapporto tra satanismo e massoneria, affermando che la L.M. era il “braccio armato” di Satana.
L’ombra gettata in questo senso sulla massoneria fu rilevante ed ebbe grande audience contagiò le più alte gerarchie clericali e culminò con l’udienza accordata a Taxil da parte di papa Leone XIII, accreditando così le insensate rivelazioni di Taxil come il racconto della vera ombra della L.M. Tale ombra si mantenne anche quando, nel 1987, Taxil ritrattò le sue rivelazioni affermando che si trattava solo di menzogne.

 

3.3 L’ombra del “sesso” e la Libera Muratoria.
La sessualità rappresenta un mistero insondabile ove la tensione naturale alla riproduzione biologica si fonde con quella spirituale dell’amore, essa costituisce un mistero che ha progressivamente assunto i connotati di una costante insidia morale da cui guardarsi con timore per non precipitare nell’abisso dell’incontrollato e dell’istintuale.
La sessualità, insomma, è stata pensata come l’ombra inquietante del primitivo, venendo svalutata dalla morale cristiana prima e da quella borghese poi.
Il radicato disprezzo verso sessualità (una delle grandi ombre della collettività Occidentale) e corpo culminerà con la salita al soglio papale da parte di Innocenzo III, il quale vi ci si scaglierà contro.
L’associazione tra sessualità e L.M. è stata automatica, nell’immaginario collettivo, e favorita dal carattere segreto della L.M., dalla sua generale tolleranza e dal suo rifiuto di ogni conformismo e dal rifiuto di ogni dogmatismo morale. Altro fattore importante in questo senso la presenza di ebrei, da sempre tacciati di perversione e depravazione.
Il cono d’ombra si proietta quindi sul massone, che diventa il prototipo di essere immorale e perverso fino a diventare un potenziale criminale da cui difendersi.
Al giorno d’oggi tale convincimento non è mutato nella sostanza e stampa e film non appena ne hanno l’occasione imbastiscono trame in cui vengono fatte allusione in questo senso (come nel film Jack lo Squartatore, in cui il killer viene – fantasticamente – descritto come Maestro Massone). Questo conferma subliminalmente allo spettatore che la cerchia sociale tra cui la L.M. opera sia un ambiente sessualmente malato. Un altro esempio in questo senso è il libro “La Loggia degli Innocenti”, di Michele Giuttari, in cui non viene mai nominata la Massoneria ma, già dal titolo, si capisce che vi sono riferimenti evidenti.
Come dice Jung nel mondo civilizzato molti esseri si sono sbarazzati della propria ombra, diventando bidimensionali. Facendolo la accollano a qualcun altro, come avviene con la L.M.

4. Uscire dall’ombra.
Reiteratamente da più parti parte l’invito alla Massoneria di uscire, metaforicamente, dall’ombra. Niente da eccepire se questo si risolve nel giusto richiamo a una sempre maggiore apertura e trasparenza, tuttavia spesso purtroppo questi inviti sono un inconscio appello a restare nell’ombra, cosa che fa comodo alla società, la quale può così compiere ogni sorta di operazione (anche criminosa) nella convinzione di poter scaricare ogni responsabilità ed ogni paternità sulla L.M.
Per uscire dall’ombra si deve:

  • accettare la propria ombra, partendo dal presupposto che riveste un ruolo di grande importanza per l’uomo e la società;
  • avere libertà interiore, che si ottiene lottando con l’ombra;
  • avere un sapere sia umanista che scientifico, rifiutandone la separazione e propugnando un unico, equilibrato ed armonico sapere, quello della totalità; per farlo è necessario considerare il mercato un mezzo atto ad innalzare le condizioni di vita e a diminuire le sperequazioni sociali, che sono alla radice del disagio che mantiene buona parte del mondo in una condizione di ignoranza, povertà e sudditanza, se non schiavitù;
  • avere fede profonda e assoluta nella tolleranza che porti a difendere strenuamente le proprie convinzioni, cerchi che possano coesistere ed integrarsi con quelle altrui;
  • infine si deve ricercare la Luce interiore ed esteriore, cosa che è lo scopo dell’esistenza del singolo uomo e dell’umanità tutta.

 

 

II – La via simbolica della Libera Muratoria.

1. L’appeal della Libera Muratoria.
La L.M. rivendica a sé un ruolo che la rende agente attivo nel perfezionamento individuale e nel progresso dell’umanità tutta. Questo scopo pone almeno due interrogativi:
1 – come può la L.M., con una presenza numerica così scarsamente rilevante, pensare di essere all’altezza del compito universale che ambisce a svolgere?
2 – E’ il corpus massonico (presupposti teorici, forme rituali, struttura gerarchica, modalità cerimoniali e comportamentali) compatibile con il sentire e la cultura dell’età moderna?
Nel primo caso ci si trova dinnanzi ad una classica antinomia della post-modernità, quella per cui l’elitarismo di un gruppo è assolutamente compatibile, se non indispensabile, con una società ad alta densità numerica. La complessità della società contemporanea richiede una presenza qualificata di individui in grado di controllarla, le élites, appunto. Ovviamente le élites tendono a fare propria l’ideologia del consumismo e del mercato, al più unendovi qualche generica opzione umanitaria e qualche tranquillizzante; da ciò ne consegue un senso di vuoto che ha dato e da luogo a psicopatologie all’interno delle élites stesse che portano ad ansie, nevrosi e depressioni. Questo favorisce il formarsi di nuove élites, spesso in controtendenza rispetto a quelle esistenti.
Queste nuove élites finiscono con l’avere notevole attrattiva come alternative ad un universo motivazionale assolutamente deficitario. Questo è il caso specifico della L.M., rispetto cui è riscontrabile una indubbia congruenza tra le finalità dichiarate nei suoi documenti ufficiali e costitutivi e le esigenze insoddisfatte di una società in crisi e scarsamente motivata.
Nel secondo caso ci si trova dinnanzi a due aspetti: da una parte la L.M. rivela pressoché ovunque (tranne in Italia e nei paesi dell’est ex comunisti) un vistoso picco numerico in senso negativo si in riferimento ai giovani che non si avvicinano più all’Ordine che a coloro che lasciano l’Istituzione; dall’altra si assiste invece ad un rinato interesse per tutto quanto attiene spiritualità e religione ed esoterismo.

    • La Tradizione

La definizione di Zolla definisce come la Tradizione sia radicalmente distante dall’esteriorità del mondo moderno e sottolinea invece l’importanza dell’interiorità dell’uomo. Ciò rende la Tradizione estranea a qualsiasi forma di intellettualismo ed ideologismo. A ciò si aggiunge la recisa opposizione alla centralità di una temporalità oggettiva e misurabile.
La Tradizione si pone in netta opposizione rispetto a tutto quanto la modernità rappresenta, ribadendo invece come la realtà sia animata da un’unica forza e sia volta, al di là di ogni contingenza, ad un solo scopo: quello di conoscere, comprendere e utilizzare tale forza, vivendola come propria. Essa coincide ed il esprime il Sacro e si presenta come la cifra più alta dell’equilibrio e dell’armonia.
La si può quindi considerare contrapposizione tra Pleroma (pienezza dell’essenza divina) e Kenoma (regno del nulla).
La Tradizione a differenza della scienza è imparziale e non può quindi che porsi come la scienza della Totalità.
Essa ritiene che il suo nucleo sia il mundus imaginalis (ciò che è significativo, simbolicamente, nella vita dell’uomo ma che non può essere percepito e risolto in chiave unicamente razionale, come passione, sogno, desiderio, paura…).
Si può concludere che lo scarso appeal della L.M. sulla società dipende dal modo in cui si pone nei suoi confronti, che è influenzato dalla piena consapevolezza di ciò che si è o che si vorrebbe essere. Vi è quindi una crisi d’identità non risolta che venendo rimossa diventa un’ombra che la L.M. proietta su sé stessa e che le impedisce di riacquistare una piena certezza di sé.

 

2. Cosa non è la Libera Muratoria.
Riacquistare piena coscienza di sé equivale a sapere cosa si è, fondamentale è quindi il metodo da utilizzare per arrivarci; si sceglierà quindi la via apofatica o negativa: la via dei mistici e della Tradizione, che è quella che indica ciò che una cosa non è, ottenendo il perimetro di ciò che si può essere.

2.1. Libera Muratoria ed Esoterismo.
Riesce difficile pensare la L.M. come una costruzione estetica, in realtà essa crea ed offre di sé un’immagine “a tinte forti”; unisce aspetti strutturali con istanze fortemente motivazionali ispirate ad una grandiosa visione del mondo; simile ad uno stato in miniatura possiede i tre classici poteri, tuttavia ciò che li fonda è un principio esotericamente altamente efficace: si tratta di un principio che colpisce la fantasia in quanto si attua secondo le procedure proprie di una democrazia sostanziale in cui ogni L.M. può accedere a tutte le cariche, se la collettività lo riconosce all’altezza. Si delinea, così, l’affresco di uno stato a “governo misto” che richiama alla mente l’immagine estetica dello “Stato come opera d’arte”. Ciò genera nel L.M. il compiacimento estetico della propria esistenza e della propria particolarità, del proprio inserimento in un contesto magico e armonico dove il vivere si coniuga con il bello, il giusto e l’utile.

2.2. Libera Muratoria e Religione.
Non è lecito pensare la L.M. nei termini di una dottrina religiosa, non può dunque essere considerata la depositaria di alcun messaggio religioso di salvezza né tanto meno la si può pensare come una sorta di “super-religione” che tollera le altre.
La L.M. si propone piuttosto di perseguire ed attuare la perfezione individuale tramite una metodologia Tradizionale e iniziatica che può essere praticata e condivisa anche dalla collettività.
Ogni massone deve professare sia privatamente che pubblicamente la fede nel Grande Architetto dell’Universo.
La religiosità del L.M. si risolve in una pre-disposizione dell’animo ad accettare, percepire, seguire ed elaborare il sentimento del Sacro.

2.3. Libera Muratoria ed Ideologia.
È altresì scontato che la L.M. non possa essere assolutamente identificata con una opzione ideologico-politica o con una qualsivoglia ideologia alla moda. Nel primo caso diverrebbe la base dottrinaria di un regime, nel secondo una “moda culturale”. Da ciò si evince che qualora una Comunione Massonica divenisse centro di “sociabilità” verrebbe automaticamente esclusa dall’appartenenza muratoria.
La L.M. non si serve dell’ideologia per analizzare la società né per correggerla, perciò mai compare nel Rituale la parola società. La L.M. ha piuttosto a che fare con la comunità, aggregazione questa in cui l’ideologia non ha dimora. La L.M. infatti si riconosce in una comunità plasmata su profondi valori spirituali ed ispirata da un profondo senso carismatico non imperniato su di una particolare persona, ma sull’intero gruppo. Rifiuta pertanto ogni forma di ideologia, cui contrappone un profondo senso di umanità.

2.4. Libera Muratoria e Filosofia.
Anche la filosofia, come la società, non può essere in nessun modo identificata con la L.M. Lo studio di essa può essere un passaggio importante nel proprio iter formativo al cui termine, però, c’è la necessità del superamento. La filosofia non viene menzionata nel Rituale per l’elevazione al grado di Compagno d’Arte, mentre vengono citate le altre arti liberali (musica, astronomia, ecc).

 

3 La via simbolica.
3.1. Il linguaggio del simbolo.
Il Linguaggio della L.M. è un linguaggio simbolico.
Si può considerare il simbolo come fondante di qualsivoglia emozione, sentimento, intuizione, perciò si può affermare che costituisce il linguaggio di ciò che è altrimenti inesprimibile.
Tale consapevolezza che per alcuni è scontata non lo è per la maggioranza, che frequentemente intende il simbolo come una espressione linguistica particolare: come uno dei possibili linguaggi, non come un linguaggio universale.

3.2. Il simbolo come “segno”.
L’estraneità ed il conseguente giudizio negativo nei confronti del simbolo non si sono estinti con il positivismo, sono invece , in virtù di una ideologica riproposizione del neo-positivismo, tutt’ora presenti nella cultura e nel sapere; pertanto molti studiosi continuano a riferirsi in maniera volutamente riduttiva al simbolo.
L’antico pregiudizio positivista si è tramutato nella moderna diffidenza e in una ostilità epistemologica; tale ostilità può anche dar luogo ad una tollerante sopportazione del valore conoscitivo del simbolo, a condizione però di ordinarlo in un ferreo apparato di controllo che ne neutralizzi gli aspetti meno razionalizzabili (e più inquietanti). Così il simbolo viene ridotto a puro indicatore, diventando un semplice segno linguistico o grafico che rinvia alla cosa simboleggiata.
L’aridità della scelta che separa significante e significato sottrae al simbolo tutta la sua ricchezza.
Vi è quindi incapacità della cultura e del sapere moderno e contemporaneo di avvicinarsi e di meglio comprendere la portata del simbolo e del suo utilizzo.

3.3. Il simbolo come coincidentia oppositorum.
Nel pensiero Tradizionale (mitologico, religioso, esoterico e Libero Muratorio) il simbolo appare in un’altra e ben diversa prospettiva , quella ciò in cui nel simbolo livello intrinseco ed estrinseco, materiale e spirituale, significante e significato, parte e tutto si compongono insieme, dando luogo ad una inscindibile unità.
La sostanza materiale unita alla forma rende immediatamente concreto e visibile il simbolo, costituendolo come il veicolo espressivo e fondamentalmente intuitivo di qualcosa che è indipendente e invisibile: la totalità. Grazie al simbolo quindi si può cogliere accanto ai dati materiali una totalità altrimenti non visibile, la visione di una totalità.
I simboli parlano solo a coloro che li percepiscono nella loro unità e riescono a svelarne la rete assai complessa di rapporti analogici tra essi esistenti. Il simbolo rimanda dunque a partire dalla sua materialità a un che di più elevato e di più profondo che rende partecipi di una struttura del mondo non immediatamente percepibile dall’esperienza. Riveste quindi la funzione trascendente di ponte tra la sfera sensibile e mondana e quella psichica o immaginale (che è il mondo degli archetipi).
Va da sé che non è possibile avvicinarsi al simbolo secondo le modalità con cui si analizza un qualunque segno o un qualsiasi simbolo accidentale, piuttosto bisogna intuirlo e conoscerlo per via analogica. Grazie a questa metodologia è possibile comprendere la rappresentazione della totalità veicolata nel simbolo.

 

 

 

III – Il rito, l’origine e il segreto.

1. Il rito.
1.1. Il significato del rito.
Il punto centrale che identifica, qualifica e caratterizza tutte le istituzioni tradizionali ed in particolare la L.M. è il rito.
Julien Ries lo ha definito come “un’azione pensata dallo spirito, decisa dalla volontà ed eseguita dal corpo mediante gesti e parole”, e tale deve essere se si vuole che costituisca l’elemento essenziale per la trasmissione dell’influenza spirituale e per il ricollegamento alla catena iniziatica..
I Liberi Muratori si stringono tra loro incrociando le braccia e stringendosi vicendevolmente le mani con la destra incrociata alla sinistra, simboleggiando unitamente ad una sentita fratellanza la trasmissione ininterrotta di un messaggio esoterico di vitalità e di potenza spirituale, di cui il rito è uno straordinario trasmettitore.
Nella ritualità l’uomo vive la realtà trans-personale del gruppo e porta a livello di coscienza una regolarità ripetitiva ed ordinativa prima inesistente “dando ordine” alla coscienza.
Questo ordine (armonia) permette all’uomo e alla collettività di vivere a livello sempre più conscio l’esperienza totalizzante del materno senza esserne divorato o sottomesso, rendendosi anzi libero da essa, cosa che altro non è che un morire per successivamente rinascere, atto che è proprio di ogni rituale come della dinamica psichica presente e operante in ogni uomo e collettività.

1.2. Il rito e il Sacro.
Il principio superiore spirituale, logico e razionale che consente la liberazione cui si faceva cenno prima è identificabile nel Sacro, in nome del quale si compiono poi gli atti rituali. Attraverso il percorso della ripetizione rituale l’essere umano acquisisce quella dimensione superiore coscienziale che lo rende sempre più libero ed indipendente.
Questo aumenta la rilevanza del fenomeno sociale e sovraindividuale rappresentato dal rito che si può considerare in generale come l’espressione di un ordinamento sovraindividuale teso alla conservazione della specie, il che ha contribuito a generare il diffuso timore che la ritualizzazione togliesse la libertà rendendo la vita dell’uomo troppo simile a quella animale che quindi il rito fosse un “residuo animale” dell’uomo.
In realtà la diffidenza razionalista nei confronti del rito rimanda all’ansia nevrotica del rifiuto di ogni rapporto con l’inconscio in quanto quest’ultimo sembra richiamare quel mondo animale dalle origini da cui l’uomo si era emancipato ed in cui costantemente teme di ripiombare.
Incomprensibile risulta il tentativo di mantenersi in contatto con il Sacro ed il trans-personale, cosa che se non avvenisse vedrebbe il vuoto del caos, di cui il nichilismo è l’espressione, trionfare impedendo all’uomo sia di sviluppare la sua individuale creatività sia di realizzare la sua integrazione nella comunità.
Come si può facilmente desumere da quanto detto il meccanismo trans-personale e libidico che costituisce il rito ha alla base una struttura archetipica, tramite la ritualità infatti l’individuo e la comunità partecipano alla pienezza della dimensione.
Chi conduce il rito ne diventa quasi automaticamente il rappresentante ed il suo compito sarà quello di attuare, in maniera appropriata, il perfetto collegamento tra il momento individuale e l’inconscio collettivo, tra il momento storico del presente e quello divino-originario, preservando l’uomo da tutte quelle forme di inflazione che possono intervenire a turbare le percezioni cognitive ed emotive che il rito attiva.

 

 

1.3. Il Rito e la Libera Muratoria.
La ritualità massonica è contenuta in un ben preciso spazio temporale (da mezzogiorno a mezzanotte), simbolo esoterico della metà vitale e solare della giornata, quella in cui è possibile compiere qualsiasi operazione senza correre il rischi do cadere nelle fredde tenebre della notte, evidente espressione del negativo.
Se ne deduce che il rito non si improvvisa né deve subire modifiche che lo alterino. È quindi indubitale che a contare sia il rito quanto tale, non chi lo compie. Tuttavia l’effetto rituale viene meno se chi si appresta a svolgerlo non possiede le condizioni di spirito necessarie. In caso contrario resterebbe solo l’adorazione esteriore del simbolo.
La ritualità si propone quindi di rafforzare l’Io di chi vi prende parte. Il rituale può quindi essere assimilato a ciò che la psicologia analitica chiama “processo d’individuazione”, cioè la guida interiore o il cammino di saggezza tramite cui l’individuo giunge alla totalità, al Sé.
Questo fonda la possibilità che il singolo e la collettività possano costituire una comunità perfetta che, nel caso della L.M. è rappresentata dalla Loggia, che a sua volta è l’immagine speculare del cosmo e del suo ordine.
Tramite la ritualità prende corpo e sostanza quella dimensione in cui l’uomo può vivere l’esperienza della totalità e della vera conoscenza, cioè della complexio oppositorum.
Se l’uomo e la collettività si sottraggono alla ritualità escono dalla spazialità sacra e da ogni sistema di controllo perdendo ogni controllo psicologico e spirituale e mettendo a rischio la possibilità di una reale conoscenza, correndo il rischio di ripiombare nell’indifferenziato laddove il dominio del caos primordiale e degli archetipi regna e dove non esistono né regole né principi.
Non è perciò casuale che la L.M. attribuisca una fondamentale importanza alla ritualità.
Come detto da Guénon chi compie un rito se ha raggiunto un certo grado di conoscenza effettiva deve aver coscienza che si tratta di qualcosa che lo supera e che non dipende in nessun modo dalla sua iniziativa individuale, quindi sulla ritualità non ci può essere libertà né tolleranza.

2. Libera Muratoria operativa e speculativa.
2.1. L’operatività antica della Libera Muratoria.
L’operatività è uno dei problemi cardine della L.M.
Nel medioevo l’operatività era difficilmente separabile dallo spirituale, non a caso le Logge operative inglesi erano chiamate misteres, termine che rimanda all’italiano mestiere e che offre un’aura semantica che chiama in causa il mistero, quindi qualcosa di elevato e spirituale.
Individuare i motivi che giustificano il passaggio dalla dimensione operativa a quella speculativa equivale a spiegare la genesi stessa dell’Ordine Massonico moderno, ma equivale anche a comprendere i caratteri più pregnanti della L.M., che non si risolvono nel pure e astratto pensare.

2.2. Il passaggio alla Libera Massoneria speculativa e la secolarizzazione.
Si può individuare tra fine seicento ed inizio settecento il suddetto passaggio che avvenne in maniera graduale.
Si può riportare alla secolarizzazione (laicizzazione) il progressivo passaggio dall’operativo allo speculativo delle Logge; essa infatti scosse dalle fondamenta le antiche sicurezze evidenziando come ciò che ad esse era stato sostituito non bastava più a rendere ragione di quanto avveniva nella realtà. A fronte di ciò è plausibile pensare che nelle Logge si sia fatta strada la necessità spirituale e psicologica di “salvare il salvabile”.
Nell’inconscio tentativo di sfuggire alla secolarizzazione le Logge hanno sfumato l’aspetto materiale e teologico, potenziando quello esoterico.

 

3. Il segreto massonico.
3.1. L’enigma del segreto.
Il tema del segreto massonico è uno dei luoghi comuni più discussi, controversi e insidiosi della L.M., considerata la società segreta per eccellenza.
Segreto deriva dal latino secretum, che a sua volta è un derivato della voce verbale secernere: mettere da parte, separare, distinguere. Interessante è anche l’etimo tedesco di segreto: geheimnis; accanto al suffisso “ge” troviamo il termine heim, casa, ossia qualcosa che ripara e protegge, qualcosa di intimo ed inaccessibile. Quindi oltre che il nascondimento richiama anche tutto ciò che la rappresenta in termini di sicurezza e protezione, senza dimenticare che la casa rappresenta una sorta di tempio.
Prendendo un qualsiasi vocabolario troviamo diverse definizioni, che per quanto riguarda la L.M. ruotano attorno a due concetti basilari: il primo sottolinea che è ciò che è accessibile a pochi, il secondo che l’accessibilità può avvenire solo a particolari condizioni, quindi non è solo ciò che pochi conoscono ma anche ciò che è stato conosciuto soltanto da quel numero limitato che ne ha accettato le condizioni di conoscenza.
L’unione e la partecipazione che connotano e caratterizzano il segreto fortificano una comunità e conferiscono al singolo un privilegio sociale: la partecipazione al potere.

3.2. Il segreto tra protezione ed angoscia.
Il segreto viene quindi a rappresentare una sorta di protezione per salvaguardare la propria appartenenza ed individualità da ogni intromissione della sfera profana.
Il segreto deve essere rivelato unicamente a chi è in grado di comprenderlo e conferisce alla personalità uno status di eccezione.
È inoltre appropriato pensare che il segreto nasconda una parte di pericolosità psichica destinata ad aumentare col tasso di segretezza ed a deflagrare investendo chi non vi partecipa. Ciò è importante perché se le psicosi investono anche chi non è a conoscenza del segreto questo diverrebbe fonte d’angoscia non solo, appunto, per chi ne è a conoscenza ma anche per chi solo suppone ci sia.
Secondo Jung i segreti esoterici sono per lo più artificiali perché sono ciò di cui l’uomo ha bisogno.
Quando la segretezza passa al gruppo diventa la forma sociale dello stesso, quindi la condizione stessa dell’esistenza del gruppo.
Lo sviluppo della L.M. nella forma speculativa è associabile a questo passaggio, da cui poi deriveranno le accuse di complotto e nascondimento, ecc.

3.3. Il segreto svelato.
Se la “sociabilità” si trasforma nella volontà di occupare la società o di servirsi di essa il segreto tende a non differenziarsi da un semplice pretesto per stare assieme, altrimenti il gruppo fondato sul segreto acquisisce un valore altamente positivo diventando datore di una straordinaria ricchezza interiore.
La segretezza massonica si riferisce solo alle forme del rito, non all’appartenenza dell’individuo ad essa. A tal proposito Casanova scrisse che chi entra nella massoneria col sol scopo di capirne il segreto può restare deluso perché esso non gli verrà mai rivelato, dovrà essere lui stesso ad arrivarci per intuizione.
In un certo qual senso quindi il segreto massonico potrebbe essere definito provocatoriamente come quel “grande nulla” cui faceva riferimento Federico II, il quale però non si traduce in assenza bensì nel suo esatto contrario.
Quindi per quanto concerne la L.M. il suo segreto è collegato al carattere di Ordine iniziatico ed esoterico. Questo non significa pensare che l’utilizzo della ritualità e della simbologia debbano rimanere segreti, il sigillo della segretezza è tutto interiore ed agisce nella profondità dello spirito. Il segreto della L.M. diventa quindi di ogni L.M. e viceversa il suo “stato di coscienza”.

 

IV – L’esoterismo della Libera Muratoria.

1. Sull’esoterismo.
1.1. L’esoterismo in generale.
Eco disse, nel finale di un suo libro, che la gente è affamata di piani esoterici e se gliene si offre uno ci si butta come un lupo, riducendo quindi il fenomeno dell’esoterismo ad una pericolosa insensatezza atta a coprire vuoti di pensiero, di ragione e socievolezza. La conclusione di Eco che se l’essere è così vuoto e fragile da sostenersi solo sull’illusione di coloro che cercano il suo segreto allora siamo tutti schiavi e ci meritiamo un padrone.
L’arcano della ricerca esoterica non sarebbe, dunque, altro che la ricerca di un padrone, un placebo in grado di surrogare la fragilità umana. Di conseguenza l’interesse per l’esoterismo che permea la società contemporanea si ridurrebbe ad un gigantesco esempio di infantilismo.
A ciò si contrappone Zolla, il quale disse che l’esoterismo non lo si può spiegare come un tentativo di fuga perché ciò significherebbe pervenire alla condanna a priori di un fenomeno che non viene esaminato né definito. Come detto precedentemente ogni rimozione genera un’ombra, il che significa che l’esoterismo è considerato tale.
Attualmente esso trova nuovo spazio nel mondo globalizzato, a prezzo però di una sua commercializzazione e contaminazione, cosa quest’ultima che ha portato ad una pericolosa confusione tra esoterismo, spiritualismo ed occultismo.

1.2. Lo spiritualismo.
Evola in esso non solo legge una diretta decadenza dell’occidente, ma anche l’emergenza di una incapacità a controllare i fenomeni della coscienza. Esso sostiene che il solo scostarsi delle cose dall’ordine ritenuto “normale” porti una grande quantità di nostri contemporanei ad abbandonarsi ad esso; i risultati sarebbero drammatici e coinciderebbero in un venir meno della coscienza.

1.3. L’occultismo.
Si può affermare, come autorevolmente ribadisce Guénon, che l’occultismo non abbia nulla in comune con il vero esoterismo. Storicamente infatti questo lo si può considerare come un movimento sincretista, influenzato dall’estetismo decadente, da un superficiale simbolismo e da una spiccata propensione per tutto quanto poteva rappresentare una reazione al piatto mondo borghese.
Il progressivo abbandono di ogni valore da parte della società, fatta propria anche dalle grandi istituzioni religiose occidentali, e l’abbandono del simbolismo Tradizionale a favore di un impegno sociale è culminato in un generale effetto di vuoto e spaesamento che spingerà un numero sempre maggiore di persone ad abbracciare qualsiasi forma di spiritualità ed occultismo.
Inoltre l’esotismo ha portato l’occultismo ad ispirarsi ad un Oriente immaginato ed idealizzato, di cui coglie però soltanto gli aspetti manieristici e prossimi al sentire occidentale.
Così l’occultismo finisce con l’essere più simile ad una società che ad una comunità.

1.4. Le origini del termine “esoterismo”.
La presunta invenzione aristotelica di esoterico deriva dal fatto che esso trattò di tematiche che potrebbero essere considerate esoteriche.
Esso sarà invece creato da Luciano di Samosata che gli attribuirà il valore semantico di “interno”.
Clemente Alessandrino lo riterrà l’aggettivo connotante un insieme di dottrine, testi e rituali riservati a pochi.
Dal mondo romano in poi, con variazioni interessanti ma di scarso rilievo, servirà ad indicare una dottrina segreta atta a rivelare una essenziale verità nascosta.

 

1.5. Il significato etimologico di “esoterismo”.
Il prefisso del termine greco da cui deriva esoterico introduce l’idea di “interno”, il suffisso richiama l’idea di opposizione.
Faivre introduce invece un’etimologia fantasiosa di esoterismo che lo fa derivare dal greco eso-thodos, metodo o cammino verso l’interno.
Entrambe le interpretazioni sottolineano la tendenza alla ricerca dell’interiorità, che si contrappone all’esteriorità propria di chi si accontenta e si rifiuta di scoprire sé stesso.

1.6. L’esoterismo come ricerca della totalità.
La totalità deve diventare vita e la vita totalità, in quanto la sua pienezza non è altro che l’Armonia Mundi, l’armonia della totalità; in questo senso l’esperienza esoterica è l’esperienza della dissoluzione e della ricomposizione in una unità. Consente di tornare a quel Sé Assoluto cui ogni iniziato deve somigliare; ma la costruzione dell’uomo perfetto che vuole metaforicamente “farsi Dio” è lo scopo ultimo sia dell’esoterismo tradizione che di quello muratorio, entrambi figli dell’unica Tradizione.

2. L’esoterismo muratorio.
2.1. L’Arte Reale.
L’esoterismo muratorio si può considerare come l’espressione istituzionalizzata del più generale fenomeno dell’esoterismo. La L.M. pone come base metodologica del suo insegnamento la pratica individuale e rituale dell’esoterismo, secondo la Tradizione.
Anderson nelle Confessioni scrissi che le preferenze dei Muratori sono fondate solo sul valore reale e sul merito personale e che l’Arte Reale non debba essere disprezzata.
Stabilire cosa sia l’Arte Reale è difficile a meno di non considerarla come la denominazione simbolica dell’aspetto trasformativo operato dall’iniziazione.
Questo termine è stato usato per esprimere il lavoro architettonico che lo spirito deve compiere per eliminare tutto ciò che impedisce all’uomo di scoprire la divina scintilla presente in lui.

2.2. La regolarità e l’universalità della Libera Muratoria.
Fichte risolve la conoscenza della L.M., in stretto parallelismo con quanto detto sul segreto, nella sua stessa esistenza; la regolarità e la continuità dell’istituzione massonica vengono quindi a coincidere con la continuità dello scopo che essa fa propria, ma ciò non significa altro che ribadire come l’esistenza della L.M. sia tutt’uno con l’esoterismo stesso e con la Tradizione che ne rappresenta organicità e compiutezza.
La regolarità della trasmissione iniziatica della L.M. è quindi indistinguibile da quello della Tradizione.
Si deve capire quale sia il veicolo temporale della Tradizione, va da sé che questo riguarda da vicino la L.M. in cui presenta palesi discontinuità; è pura fantasia rivendicare storicamente una continuità diretta con i Collegia Fabrorum romani, i misteri greci o le attitudine esoteriche dei Cavalieri Templari.
È sufficiente perseguire l’unione con il Sé (totalità) per allinearsi perfettamente con la Tradizione, questo porta al raggiungere pienezza, perfezione e piena armonia col cosmo, come Tradizione e L.M. vogliono. Quindi tutti coloro che fanno propria la ricerca del Sé si collocano nella continuità della Tradizione. Ovviamente questa continuità è tanto più forte quanto più utilizza il simbolo, quanto più si attua nella ritualità, quanto più universale (quest’ultima caratteristica nella L.M. troverà come icona l’uomo vitruviano, simbolo che rappresenta integrazione e tolleranza).
L’universalismo dei valori è stato però sostituito dalla particolarizzazione ideologica, dal predominio del mercato e dal funzionalismo politico ed economico che riducono tutto agli interessi di una società, esprimendo perfettamente il senso ultimo del cosmopolitismo (che etimologicamente rimanda alla costrizione del cosmo in una polis). Il celebre uomo di Leonardo è stato quindi sostituito dall’uomo-macchina, risultato dell’equazione marxista denaro-merce-denaro.
2.3. L’iniziazione e la morte simbolica.
L’esperienza iniziatica Tradizionale porta al raggiungimento di un sapere interiore, quello che porta al passaggio dall’ignoranza al sapere e segna, a sua volta, l’acquisizione di ciò che rende l’uomo sacro; tale sapere, sempre in costante divenire, coincide con lo scopo esoterico dell’andare in profondità al fine di conseguire un sapere più profondo.
L’andare in profondità genera e necessita di situazioni contrastive, ostacoli che devono essere superati in quanto prove indispensabili e funzionali a raggiungere, rinnovati, la meta; questo caratterizzano, nell’ambito della Tradizione esoterica, la pratica iniziatica, una pratica segnata dallo sforzo, dalla fatica e dal travaglio spirituale. Essi devono indurre una sincera disposizione dell’animo e una convinzione interiore.
Possiamo quindi concordare con Eliade il quale disse che possiamo vedere l’iniziazione come la fine dell’uomo naturale e l’introduzione del novizio alla cultura.
L’iniziazione rappresenta quindi l’eccezionale salto qualitativo che porta l’uomo a superare la pesantezza dell’esistere in una più ampia e aperta visione di sé, della natura e dell’universo; è l’atto per cui l’uomo si comprende e si percepisce come totalità nella totalità, come con-creatore del mondo. Arriva quindi a contatto con il mondo degli Dei e degli altri Esseri soprannaturali, cosa che gli fa scoprire di essere portare del fuoco del divino.
Per fare tutto ciò l’iniziato deve predisporsi ponendosi il problema della totalità.
Per ottenere questa conoscenza “religiosa” della totalità si deve padroneggiare la logica simbolica e la conoscenza che ne deriva, ed è indispensabile operare un vero e proprio salto qualitativo ed ontologico; a tal fine bisogna sperimentare l’esperienza (decisiva e trasmutatoria) della morte simbolica, l’unica che permette all’uomo di superare l’immagine ed il modello della realtà che percepiamo grazie alle categorie della scienza.
Questa esperienza implica l’incontro-scontro con alcune immagini archetipiche che impediscono il cammino dell’iniziato con immagini deduttive ed illusorie; l’iniziato deve guardarsi da esse e, contrastandole, negare ciò cui alludono: una pseudo-realtà fatta di apparenze e tenebre. L’iniziato deve quindi lottare contro ciò che proviene dall’inconscio raggiungendo, esotericamente, una fine che da luogo ad un inizio ed un inizio che da luogo ad una fine.
Morire significa accettare di calarsi nel buio dell’inconscio e dell’ombra, dei nostri rimossi. Per farlo l’iniziato deve anche mutare il suo atteggiamento nei confronti della ragione, che è il primo ostacolo alla morte simbolica ed alla rinascita iniziatica. Infatti in nome di essa si è perduto ogni contatto con le forze viventi facendone perfide ed ostili matrigne, con il risultato che non ci sono più dei cui si possa ricorrere per invocare aiuto.
Naturalmente il viaggio iniziatico nella terra ed il successivo cammino di risalita significano, per chi li vive, porsi, pericolosamente, in diretto contatto con l’inconscio.
L’inizio infatti è andare nel profondo sperimentando l’esperienza di ciò che non è il carattere della vita che siamo soliti vivere, ossia l’esperienza della morte e della rinascita.
Solo coloro che si sono staccati iniziaticamente dalla pesantezza della corporeità vivono veramente, a differenza di coloro che, al contrario, facendo della pesantezza del corpo la propria divisa sperimentano, in vita, la morte.
D’altronde in tutte le Tradizioni esoteriche e sapienziali saggio è colui che vive in una situazione di equilibrio perfetto; l’esperienza iniziatico-esoterica non è che l’ineffabile esperienza di quest’equilibrio: esperienza che è conoscenza in quanto unisce lo spirituale con il materiale.
Il significato di “iniziatico” coincide con quello di esoterico, cioè qualcosa che va in profondità; questo non equivale a costruire qualcosa di nascosto, segreto o estraneo alla sensibilità umana, anzi tutto è esplicito ed esplicitato. Tutto tranne le forme concrete che può assumere l’iniziazione e che possono variare a secondo della ritualità o del contesto in cui si collocano.

 

2.4. Iniziazione, esoterismo e mondo moderno.
Posto che l’iniziazione mostra il duplice carattere di consacrazione e metamorfosa si possono individuare tre grandi categorie di forme iniziatiche; lentamente si delineeranno quelle che sono le caratteristiche dell’iniziazione intesa come fondamento stesso della Tradizione esoterica.
- La prima inerisce ai rituali iniziatici per il cui tramite si ottiene il passaggio dalla fanciullezza all’età adulta. Essa è però estranea a qualsiasi immediata presa di coscienza, non fa quindi dell’adulto un Io conscio e realizzato.
- La seconda riguarda i riti d’ingresso in una società segreta o in una confraternita. Tali iniziazioni prendono, classicamente, l’avvio dalla morte iniziati sempre coincidente con il ritorno nell’alveo del materno uroborico. In ciò è evidente il progressivo delinearsi di una funzione riflessivo-coscienziale dell’iniziazione, tendenzialmente rivolta al potenziamento dell’Io.
- La terza è data dall’iniziazione mistica o magica e segna decisamente il passaggio ad un più alto livello di coscienza, in cui la ritualità iniziatica consente il definitivo superamento dell’aspetto uroborico.
Sottoponendo ad una riflessione più approfondita queste tre categorie possiamo trarre qualche interessante conclusione; in primo luogo da tutti questi aspetti iniziatico-categoriali si deduce come l’individuale tende sempre a fondersi con il collettivo. In secondo luogo l’appartenenza ad un gruppo iniziatico costituisce l’attribuzione, per il singolo, di un ruolo specifico nella quotidianità, ruolo la cui ampiezza è talmente rilevante da costituire una vera e propria caratteristica ontologica. In terzo luogo tutti coloro che hanno spazio di appartenenza nelle categorie sopra delineate sono perfettamente inseriti nella loro epoca storica, la dimensione iniziatica d’altronde non configge assolutamente con la dimensione più propriamente sociale e comunitaria; anzi, ne rappresenta una sorta di completamento ideale, come ben sanno i Liberi Muratori.
Detto questo è il caso di esaminare la struttura delle moderne società iniziatiche, le quali (come la L.M.) mantengono le caratteristiche che contrassegnano le tre tipologie esaminate; infatti anche oggi si danno modalità iniziatiche connessi a passaggi di condizione, di status e di ruolo, anche se si connotano per una ridotta e impoverita presenza simbolica. Una particolare eccezione è data proprio dalla L.M. in cui rimane una rilevantissima dimensione simbolica ed una fondamentale pratica esoterica
Tuttavia se nella L.M. è chiara la sua diretta continuità con la Tradizione è non di meno chiarissimo ed evidente che fuori di essa si riscontra, nel sociale, una profonda e radicale cesura con essa.
Il motivo della scomparsa della perfetta integrazione tra il sociale, l’individuale e l’iniziatico-esoterico è identificabile nel venir meno di quell’equilibrio tra conscio e inconscio, tra interiorità ed esteriorità che caratterizzava il mondo antico.
Ma questo non significa la fine dell’esoterismo, equivale piuttosto alla sua morte simbolica, al suo inabissamento in una dimensione diversa e più autentica in cui le scorie si volatilizzano e rimane ciò che è solido e duraturo.

 

 

 

 

V – Il mito della Libera Muratoria.

1. Il significato del mito.

    • Il mito in generale.

Il suo più preciso e originario significato era “parola”; non si trattava però di parola nel senso di ciò su cui si è ponderato e che serve a convincere, ma nel senso di ciò che è pensato e ragionevole.
È dunque una parola particolare, di straordinario spessore e di eccezionale importanza in quanto dà notizia di qualcosa che “è da sempre” e che per questo assume una connotazione immutabile e sacrale, senza avere l’obiettivo né di spiegare, né di convincere.
Appare subito che il mito è una struttura complessa, polimorfa e polivalente non certo riconducibile a un unico ed esaustivo elemento, cosa questa che molto spesso il sapere e la cultura moderna hanno invece (e volutamente) sottolineato, all’unico scopo di liberarsi di quanto di problematico e d’inquietante nel mito è presente.
Il mito caratterizzerebbe una sorta di “fase infantile” dell’umanità simile a quella che tuttora identifica l’età infantile e pre-scolare dei bambini cosiddetti “civilizzati”, sarebbe quindi una fase evolutiva dell’umanità.

    • L’importanza del mito.

Il mito non si può ridurre a una costruzione letteraria in grado di veicolare sentimenti e immediatezza, ma non compiute e complesse visioni del mondo, al contrario è non solo l’espressione di una completa e coesa visione del mondo, ma di una visione del mondo caratterizzata dall’essere una struttura di tipo totale.
Si potrebbe affermare che il mito è una conoscenza che diventa vita.
Riferirsi al mito come ad un racconto fondante significa costituirlo come un principio cui far riferimento sia per la piena comprensione sia per la piena articolazione della realtà interiore ed esteriore.
Tale carattere di totalità del mito lo rende extra-storico.
Esso si pone, per chi lo legge come un’esperienza esistenziale, come una netta cesura rispetto al vivere quotidiano, offrendo gli strumenti idonei a compiere il passaggio ad un altro, diverso e sconosciuto status e a un’altra, diversa e profonda conoscenza.

2. Il mito di Hiram.
2.1. Gerard de Nerval ed il mito di Hiram.
Il mito di Hiram è il mito principale e fondante della L.M. ed è importante per essa in quanto connesso con il grado di Maestro di cui esprime sia il compimento iniziatico che l’apertura sapienziali e immediatamente evidente sulla verità del mondo e dell’uomo. Esso rappresenta uno dei miti centrali per la costruzione dell’esperienza di ogni uomo che desidera sperimentare la totalità.
Nerval ha rielaborato letterariamente diverse varianti cogliendone la straordinaria portata esoterica.

2.2. I personaggi del mito.
Il racconto prende le mosse dalla narrazione biblica della costruzione del Tempi di Gerusalemme ed ha tre grandi protagonisti: Salomone (Nerval lo erotizza con il nome di Solimano Ben-Daud), Balkis (regina di Saba) e Adoniram, l’architetto cui Solimano affida il compito d’innalzare ad Adonai un Tempio che sarebbe essere una delle sette meraviglie del mondo.
Se la Bibbia magnifica la sua potenza e saggezza nel racconto mitico di Nerval viene descritto come un arconte di questo mondo, una potenza negativa e tenebrosa che la cecità dell’uomo scambia per positiva. Balkis è la splendida e fiera regina che si contrappone a Solimano e condanna i suoi sacerdoti, unendosi poi ad Adoniram per dare vita ad una razza di uomini migliore e spirituale.

 

2.3. Adoniram, Caino e la Gnosi.
Il vero protagonista del mito è senza dubbio Adoniram, il geniale architetto e scultore di cui nulla si conosce. L’impatto con lui è segnato dalla grandiosità e dal mistero, infatti inizialmente ben poco si conosce di lui; si sa che proviene da lontano, che è un uomo geniale, ribelle e misantropo. Soprattutto, però, è un costruttore capace di unire la razionale capacità progettuale al talento artistico e alla “bellezza dell’anima”.
Il “cuore” del mito nervaliano è rappresentato dalla discesa di Adoniram nella dimora di Enoc, il mitico antenato della razza cainita; questa discesa si conclude in una caverna illuminata da una luce straordinaria, dove tutto è gioia, armonia e pace. Sarà proprio in questa caverna estranea al “mondo profano” che Adorinam avrà la piena certezza di ciò che è e del ruolo che dovrà svolgere.

2.4. Sacrificio, morte e rinascita.
Al termine del suo viaggio Adoniram torna nel mondo avendo vissuto la morte simbolica e la certezza della sua rinascita a ciò che è veramente; ha quindi potuto conoscere il senso ultimo delle cose e l’essenza gnostica dell’uomo, cosa questa che coincide con l’appartenenza al mondo pleromatico della totalità. Grazie a questa conoscenza potrà sconfiggere definitivamente gli arconti.
Ma il suo destino è quello di andare incontro all’estremo sacrificio per mano dei suoi compagni e pseudo amici, i quali si recano da Solimano che se ne servirà per uccidere Adoniram.
I suoi tre compagni lo colpiranno a morte con martello, scalpello e compasso (i simboli dell’Arte); lui preferirà la morte piuttosto che rivelare la parola segreta che rappresenta la chiave di volta della maestria, ossia di ciò che indica la raggiunta totalità.
A sua volta Solimano uscirà di scena miserevolmente mostrando tutta la sua pochezza: si rifugerà infatti in un inaccessibile palazzo in cui tenterà di esorcizzare ciò che avrebbe potuto corrompere il suo corpo materiale; morirà però miseramente nel sonno. La sua morte sarà causata da un acaro che rosicchierà una colonna portante, venuta meno la quale il soffitto crollerà schiacciando Solimano.
L’acaro diventa quindi l’icona del L.M., che senza piegarsi alla fatica procede nella sua opera lenta e costante ed erode tutto quanto contrasta con lo spirito costruttivo che deve contrassegnare la vita degli uomini che vogliono sollevarsi da una condizione di schiavitù ed annichilimento.

3. Il Grande Architetto dell’Universo.
Nelle Logge massoniche si parla di rado di lui, limitandosi a considerarlo l’Essere Supremo.
Si può ipotizzare che il Grande Architetto dell’Universo possa essere pensato, platonicamente, come una sorta di entità demiurgica, ma anche questo suo presunto carattere è estremamente vago e sfumato. Non rimanda insomma specificatamente a qualche forma di attività creativa di tipo personalistico.
A differenza del Dio dell’Antico Testamento esso non attua una creazione diretta e personale, semmai progetta tanto la realtà quanto la pura possibilità della realtà, attualizzata o meno.

4. La “parola perduta”.
La ricerca della parola perduta costituisce la metafora più importante dell’immaginario massonico, dove la nuova parola, la parola di sostituzione, sembra alludere al passaggio da una situazione di unità perfetta ad una di imperfezione, ed è compito dei massoni lavorare per creare le condizioni che permettano il ritorno all’armonia originaria, il che corrisponde alla ricerca ed al ritrovamento della parola perduta. Questa ricerca è il sinonimo di un percorso fatto di tappe verso l’inconoscibile. In realtà la parola perduta non è altro che un interrogativo, ed è la risposta a tale interrogativo che costituisce la vera parola perduta, vale a dire il vero nome del Grande Architetto dell’Universo.
La ricerca ed il ritrovamento della parola perduta sono pertanto la metafora della volontà di porsi in contro tendenza con la realtà decaduta e decadente del mondo profano in nome di un altro mondo la cui appartenenza segna l’ingresso in una diversa ontologia. Questo mondo rappresenta una sorta di nostalgia per il futuro, che diventa eterno ed armonico presente. Trovando la parola si innalza il Tempio interiore.
5. Gli Alti Gradi ed il mito Templare.
Sugli Alti Gradi ed il loro sviluppo sono state scritte intere biblioteche e su di essi sono stati pronunciati giudizi contrastanti.
Ciò che interessa è il loro collegarsi a quello adoniramitico attraverso un altro mito: quello del collegamento della L.M. con la Cavalleria e gli Ordini Cavallereschi del tempo delle crociate.
Si è creduto che ad opera del Cavaliere de Ramsay avesse preso l’avvio questo mito, in realtà esso si limita ad affermare come il rinnovamento dell’Ordine abbia avuto luogo ad opera dei principi e dei crociati di ritorno dalla Terra Santa, e nulla di più.
La Cavalleria analogamente alla L.M. diventa una sorta di comunità spirituale parallela rispetto a quella istituzionale delle società e delle Chiese, una comunità che custodiva insegnamenti probabilmente segreti non comunicabili ai più.
La Cavalleria a sua volta assurge a interprete e custode di un cammino spirituale ed esoterico verso la totalità.
Il mito degli Alti Gradi è concepito sia come momento di una scala ascendente verso un momento sempre più alto di perfezionamento esoterico e sapienziale, sia come ricordo, monito e impegno a combattere ogni tentativo di impedirlo o soffocarlo, come, appunto, sarebbe accaduto in passato con i Templari.
Sarà dagli Alti Gradi che si svilupperà il sistema di Riti come Camere di Perfezionamento volte a completare il quadro dell’impegno esoterico del L.M. e della sua crescita spirituale.

6. Evoluzione del mito.
Il mito L.M. è un racconto fondante grazie a cui si può ripercorrere e rivivere una storia, quella di ogni uomo che vuole diventare sé stesso scoprendo il suo vero essere e affrancandosi dal mondo profano che lo circonda.
La L.M. ha rifiutato di costituirsi in chiesa non volendo dogmatizzare il proprio mito fondante, cosa che lo avrebbe automaticamente negato.
La L.M. deve però confrontarsi con il mondo che cambia ed i suoi fenomeni, in particolar modo l’ideologismo ed il nichilismo; questo rappresenta una sfida straordinaria, essendo questo un Ordine che persegue scopi opposti e che a questo attribuisce il senso della vita dell’uomo.
È quindi necessario che la L.M. opponga ad essi la vitalità della sua Tradizione secolare centrata sul suo mito fondante. Ciò significa anche rinvigorire la propria presenza all’interno della società.
Per vincere i fenomeni negativi odierni la L.M. deve, metaforicamente, tornare alla spinta costruttiva dell’antica operatività medioevale, sorretta, però, da una più ampia e profonda coscienza speculativo-esoterica. Deve quindi impegnarsi a fondo per realizzare quella Totalità che coincide col simbolico “fiume di Luce” in cui il L.M. necessita di immergersi per riuscirne iniziaticamente purificato, rinnovato e, soprattutto, in grado di percepire la Luce.

 

Fonte : http://www.scicom.altervista.org/filosofia%20delle%20scienze%20sociali/Esoterismo%20e%20Massoneria.doc

 


 

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