Filosofia ellenistica
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Filosofia ellenistica
LA FILOSOFIA ELLENISTICA
L'Ellenismo è il periodo storico che inizia dopo la morte di Alessandro Magno nel 323 a.c. . Gli storici per definire l'età ellenistica considerano l'arco temporale compreso tra il 323 a.c e il 30 a.c ( conquista da parte di Augusto del più importante regno ellenistico : il regno tolemaico d'Egitto ). In realtà noi considereremo un arco temporale molto più ampio , sino al VI sec D.C , comprendendovi anche l'età imperiale romana , infatti le scuole filosofiche nate in età ellenistica hanno una vita molto lunga , sviluppandosi anche nell'età imperiale . La civiltà ellenistica è caratterizzata dalla diffusione della cultura greca , ma anche dall’assorbimento da parte della cultura greca di elementi propri della cultura orientale .
Gli aspetti più importanti sono :
la creazione di una lingua comune , una sorta di greco , e diventa la lingua della cultura e lo rimarrà anche sotto l’impero romano ( koinè dialektos )
l’assorbimento di elementi della cultura orientale
il superamento della polis , che era entrata in crisi alla fine del III secolo , e il passaggio come organizzazione politica al regno ellenistico ( alla morte di A. Magno si creano tre regni :Egitto , Siria e Macedonia ; poi il regno di Siria si frantuma e si formano dei regni più piccoli tra cui il regno di Pergamo )
Sul piano culturale gli effetti di questo cambiamento politico sono rilevanti e possiamo osservare :
sorgere dell’individualismo : gli individui non si sentono più membri di una comunità , non sentono come principale compito quello di collaborare al bene comune della polis e quindi il problema diventa come salvare se stessi ( tutte le filosofie ellenistiche hanno come centro l’etica e questa diventa lo strumento per risolvere i problemi dell’individuo )
sorgere del cosmopolitismo : identificare la propria comunità con il cosmo ; ormai l’identità non avviene più a livello di polis , quindi uno non si sente parte di una comunità particolare e compare l’idea , che sarà rilanciata dal cristianesimo , che ciascuno appartiene a una comunità più vasta , all’intera umanità , a una polis cosmica
Modifiche che avvengono sul modo di produrre cultura ; nel regno di Egitto , ma un po’ in tutti i regni , si afferma la cultura finanziata direttamente dal re ( la grande biblioteca di Alessandria ) .
In filosofia noi assistiamo al primato dell’etica sulla fisica e sulla logica : la filosofia ellenistica viene divisa in tre ambiti :
LOGICA : problema della conoscenza
FISICA : problema della realtà
ETICA : problema della felicità individuale
L’etica ha un primato sulla logica e sulla fisica , in quanto le altre due sono in funzione della ricerca della felicità individuale .
Un’altra caratteristica dell’ellenismo è la creazione di grandi scuole filosofiche , ne abbiamo due dominanti :
l’epicureismo e lo stoicismo che nascono contemporaneamente nel IV secolo , avranno una vita lunghissima , fino al III secolo d .c. , e sono l’una avversaria dell’altra , e lo scetticismo .
Continuano però a esistere l’Accademia platonica che diventa scettica , il Peripato che però perde il primato e si creano forme di sincretismo filosofico , cioè una mescolanza di due dottrine .
EPICURO
VITA
Epicuro è il fondatore della scuola epicurea . Nasce a Samo da genitori ateniesi nel 341 a.c. e morirà ad Atene intorno al 270 . All’inizio fu allievo di un platonico , Panfilo , e poi di un seguace di Democrito . Dopo un periodo di insegnamento a Mitilene arriva ad Atene nel 306 ; essendo cittadino ateniese ha diritto alla cittadinanza e può comprare una casa che diventa la sede della scuola . Gli epicurei assomigliano molto a un gruppo religioso , vivono in comunità o in amicizia nel culto del maestro ; la dottrina rimane invariata , perché si continua a tramandare ciò che si ritiene abbi detto il maestro , invece lo stoicismo ha delle evoluzioni .
Epicuro ha scritto moltissimo , Diogene Laerzio gli attribuisce 40 opere ma a noi è arrivato poco : ci riporta 3 lettere che avrebbe scritto a Erodoto sulla fisica , a Pitocle sui fenomeni celesti e a Meneceo sull’etica . Abbiamo anche le così dette " massime capitali " , una raccolta di massime utili alla vita , e le " sentenze vaticane " scoperte nel 1888 . Inoltre alla fine del 700 durante gli scavi di Ercolano , sono stati trovati papiri semicarbonizzati , che facevano parte dell’epicureo Filodemo : qui vi sono nozioni sulla filosofia della natura . Altre fonti sono Lucrezio , " de rerum natura " , e una grandiosa iscrizione incisa su un monumento ad Ancyra .
FILOSOFIA
Le filosofie , epicurea e stoica , hanno al centro l’etica ; si può dire che fanno coincidere la virtù con la felicità e considerano le conoscenze necessarie alla felicità . Solo che mentre Platone e Aristotele facevano consistere la felicità piena con la vita contemplativa , quindi il rapporto filosofia – felicità era incentrato intorno alla conoscenza , per gli epicurei e gli storici la filosofia è solo un mezzo e non un fine per raggiungere la felicità . La conoscenza della totalità offre al saggio la base teorica con su cui fondare le proprie certezze ma non rappresenta in sé la vita felice . Per gli epicurei , dal momento che al centro della filosofia vi è l’etica , la destinazione della filosofia è eminentemente pratica ; ma diversamente dai cinici , che fanno corrispondere a una filosofia che ha per interesse la pratica un disprezzo della conoscenza , gli epicurei e gli stoici ritengono che la logica la fisica sono indispensabili per l’etica : se devo fissare delle norme sicure per il comportamento giusto devo sapere come stanno le cose , perché solo con conoscenze certe posso fissare degli obbiettivi condivisibili e riconoscibili ( ecco perché le nuove filosofie ellenistiche hanno l’aspetto del sistema , sono un blocco unitario di sapere sistematico e organizzato ) .
La filosofia di Epicuro si presenta come una medicina dell’anima , cioè è una attività che mira al conseguimento del benessere soprattutto al benessere psichico , prescrive un quadrifarmaco o tetrafarmaco : 4 norme al centro della filosofia epicurea che racchiudono il suo messaggio di salvezza :
non bisogna temere gli dei , liberare gli uomini dal timore degli dei
non bisogna temere la morte , liberare gli uomini dal timore della morte
il bene facile da procurarsi , è facile raggiungere attività del piacere
il male è facile da tollerarsi , il dolore è breve e provvisorio
Gli uomini secondo gli epicurei e gli storici conducono una vita infelice , e a questa esistenza infelice , oltre ai mali fisici , contribuiscono i turbamenti dell’animo , le false opinioni . La filosofia di Epicuro , quindi , vuol far vedere come l’uomo può liberarsi dalle paure e da desideri che non riesce a controllare , la conoscenza deve mirare a liberare l’individuo dalla schiavitù delle sue paure e dei suoi desideri , facendo vedere solo quello che può desiderare . In particolare deve eliminare la superstizione .
EPICURO
LOGICA
Per logica intende la gnoseologia , cioè un criterio per conoscere la verità , il canone . L’obbiettivo è fornire un criterio certo per non sbagliare : è ovvio che se uno sbaglia non può arrivare alla felicità , l’errore porta sempre dei danni . Questo criterio si chiama criterio dell’evidenza : sono da considerare vere le conoscenze che risultino immediatamente evidenti l’esperienza sensibile è alla base di ogni atto conoscitivo . Altre correnti filosofiche come i sofisti facevano così ( uomo misura di tutte le cose ) . Gli epicurei non arrivano partendo da una conoscenza sensibile a una forma di relativismo gnoseologico , ritengono che l’esperienza sensibile porti alla verità . Tre sono i criteri di verità ( l’evidenza si raggiunge in tre modi , attraverso tre livelli ) :
sensazione
anticipazione ( prolessi )
affezione (emozione )
La fisica degli epicurei è atomistica , si rifà a Democrito , per cui le sensazioni sono prodotte dal flusso degli atomi che si staccano dalla superficie delle cose e producono immagini ( eidola ) , del tutto simili alle fonti .
Dalla sensazione nascono le anticipazioni , che sono delle rappresentazioni generiche : le anticipazioni sono degli schemi della nostra mente che fungono da riassunto mnemonico di esperienze passate e anticipazioni di quelle future . Per poter dire questo è x bisogna che io abbia il concetto di x , e questo concetto posso averlo acquisito sulla base di esperienze passate . Lo schema , concetto o anticipazione , a differenza delle idee platoniche non trascende l’esperienza , nè come la forma aristotelica , costituisce una realtà universale necessaria , ma essa stessa è il prodotto dell’esperienza . Per gli epicurei le immagini che sono colte immediatamente attraverso la sensazione , oppure le immagini che sono depositate nella mia mente sotto forma di schemi una volta che io li ho percepiti , sono ugualmente vere . L’errore nasce non dalle sensazioni o dalle anticipazioni , ma dalle supposizioni , che chiamano opinioni , che è il collegamento o inferenza con cui si rapporta ciò che è presente nella percezione a ciò che non lo è più .
Quindi della verità della supposizione io non posso essere mai sicuro , la supposizione prima di essere dichiarata vera , deve essere confermata o contraddetta dai sensi : è vera se confermata dai sensi . Gli epicurei pur dichiarando che è vero tutto ciò che è colto direttamente con la sensazione , tuttavia ammettono i ragionamenti per analogia : per esempio , gli atomi noi non li vediamo ma gli epicurei ritengono che esistano e l’esistenza degli atomi la ricavano per analogia ( l’inferenza per analogia è quando do un collegamento tra due qualità uomo e mortale , osservo che l’uomo x è morto , l’uomo y è morto quindi alla fine ne ricavo l’inferenza che gli uomini sono mortali ; estendo questo rapporto uomo – mortale anche dove non giunge l’esperienza ) .
DIFFERENZA STOICI – EPICUREI
Gli stoici rifiutano questo modello di inferenza , perché dicono che non è dotato di necessità , per cui gli epicurei accettano l’uniformità della natura ( se una cosa è successa tante volte risuccederà ), invece gli stoici riducono l’esperienza semplicemente al qui ed ora ; mentre gli stoici ammettono solo la propria esperienza , gli epicurei ammettevano anche l’esperienza altrui .
L’ultimo criterio di verità è il sentimento , l’affezione , la capacità di provare piacere o dolore ; questo è fondamentale nell’etica .
FISICA
Gli epicurei hanno una fisica materialistica : l’obbiettivo fondamentale è quello di eliminare le cause soprannaturali . Solo questa fisica materialistica democritea atomistica può farlo : presenta due caratteristiche fondamentali
materialismo : escludere dalla natura le cause spirituali
una concezione meccanicistica : escludere ogni finalismo , perché ogni finalismo porta con se angoscia ( la concezione di Platone e di Aristotele era finalistica ) ; l’uomo è condizionato da un fine , quindi è giudicato e questo crea angoscia .
Queste caratteristiche era presente già nell’atomismo di Democrito , che si contrapponeva alla fisica di Platone e a quella Aristotelica che svalutavano la materia .
Nella realtà fisica esistono solo i corpi che vengono percepiti dai sensi , i corpi sono aggregati di atomi che si muovono nel vuoto . Gli atomi sono conosciuti attraverso un ragionamento analogico in quanto non possono essere percepiti perché sono troppo piccoli . Lo spazio vuoto è infinito , quindi l’universo è infinito e nell’universo per gli epicurei esistono infiniti mondi , questo contrasta con Platone e Aristotele che prevedevano un solo mondo . I mondi nascono da aggregazioni temporanee di atomi che poi si dissolvono , infiniti nel tempo e nello spazio . Questa concezione elimina la distinzione tra mondo celeste e mondo terrestre . Accanto agli universi esistono gli intermundia , spazi vuoti che separano i vari mondi : questi intermundia , sono i luoghi dove Epicuro confina gli dei , esistono ma non fanno nessun danno perché stanno beati in questo spazio vuoto tra i mondi . Unica differenza con Democrito :
Democrito attribuiva il movimento degli atomi alla loro natura , invece Epicuro sostiene che il movimento degli atomi è legato al peso , quindi cadono . Democrito distingueva gli atomi per figura , ordine , posizione , Epicuro per figura , peso , grandezza . Per Democrito il peso derivava dal fatto che si muovevano , formavano delle aggregazioni e queste li rendevano pesanti , mentre per Epicuro gli atomi si distinguono anche in base al peso .
Gli atomi grazie al peso tendono a cadere verso il basso , però gli atomi siccome cadono tutti e cadono parallelamente , non si incontrerebbero e non formerebbero aggregazioni Epicuro introduce una variante , il fatto che gli atomi subiscono una deviazione ( clinamen ) , questa deviazione rispetto al percorso linea retta , introduce nell’assoluto determinismo un elemento di casualità . Questa deviazione , come disse Lucrezio , spezza le ali al fato : introduce un elemento di casualità e consente di giustificare la libertà del volere umano , perché se l’uomo è fatto di atomi e tutto è fatto di atomi se non ci fosse la deviazione tutto si svolgerebbe secondo un determinismo perfetto . Questa deviazione rende possibile la libertà dell’uomo , garantisce al saggio la possibilità di vivere in un modo diverso da quello che la necessità e la pressione dell’ambiente sembrano imporgli .
Nel mondo di Epicuro è eliminata ogni traccia di potenza o intervento divino , però gli dei esistono : non poteva eliminarli , perché , secondo Epicuro , se gli uomini hanno l’idea degli dei siccome le idee nascono dall’emissione di atomi , da qualche parte deve esserci l’oggetto corrispondente . Gli dei sono formati da atomi sottilissimi simili a quelli dell’anima , non si curano degli uomini e del mondo , questa contrasterebbe con la loro beatitudine , perché imporrebbe degli obblighi mentre vivono liberi e beati . L’uomo saggio li adora non per timore , perché tanto non intervengono mai contro il mondo , ma per ammirazione , per la loro eccellenza , ecco che così scompare la paura degli dei : causa dell’infelicità umana assieme alla paura della morte .
L’anima esiste ed è formata da atomi sottilissimi e leggeri , simili a un soffio caldo . L’anima essendo formata da atomi è mortale , è destinata a dissolversi quando gli atomi che la costituiscono si disgrega , e questa certezza di non sopravvivere alla morte , è l’argomento migliore per liberarci dalla paura della morte stessa : quando ci siamo noi non c’è la morte , quando c’è la morte non ci siamo più noi .
ETICA
L’unico criterio per distinguere il bene dal male è dato dal sentimento ( pathos ) , che consiste nella sensazione di piacere o di dolore . L’unico vero bene è il piacere , da qui la qualifica di filosofia che mette al primo posto il piacere . Epicuro dice che il piacere è il principio e il fine della vita beata ; il piacere è il criterio di scelta e di avversione , si tende al piacere si sfugge il dolore . Ci sono due tipi di piacere :
piacere stabile : consiste a livello di corpo nella privazione del dolore , a livello di anima nell’assenza del turbamento ( quando non si hanno preoccupazioni )
piacere in movimento : consiste nella gioia e nell’allegria , teorizzato dai cirenaici , che consiste nel soddisfacimento di un bisogno ( piacere sessuale , di gola )
FELICITA’ = PIACERE STABILE
L’assenza di turbamento si dice atarassia : si raggiunge liberandoci dai timori ( degli dei , della morte ) e dai desideri eccessivi , e si ottiene con la fisica , perché ci fa conoscere la reale natura dell’universo e consente di eliminare le superstizioni , quindi le paure , e con la liberazione dei bisogni naturali non necessari . Distingue i desideri in :
NECESSARI = non si può rinunciare (come mangiare o bere )
NATURALI
BISOGNI NON NECESSARI = si può rinunciare (come mangiare bene o rapporto sessuale)
DESIDERI (sono causa di turbamento )
INUTILI = vi si deve rinunciare (come desiderio di potere )
Epicuro non vuole eliminare i piaceri , ma vuole il calcolo , la misura del piacere e questo è l’obbiettivo del saggio , che è colui il quale sa controllare i piaceri . Epicuro ritiene che anche il dolore fisico può essere controllato , basta liberarsi della paura di esso . Si comprende che ciò che rende una sofferenza più intensa ha anche una breve durata , mentre ciò che dura più a lungo nella carne reca sofferenza minore . Il saggio può essere felice anche tra i tormenti .
Propone una vita ascetica e non dominata dai piaceri ; l’etica della saggezza epicurea è un’etica della liberazione dall’angoscia esistenziale . Il male non lo posso evitare , ma posso evitare di aggiungere al male fisico una sofferenza di tipi psicologico , che aggrava il mio male . La saggezza è sempre accompagnata da razionalità e da vigilanza critica ; il fatto di sapere che non siamo immortali , ci spinge a ricercare in questa vita la felicità intesa come atarassia : l’atarassia non elimina il male fisico ma lo allieva e ci aiuta a sopportarlo .
L’indagine razionale spinge Epicuro a superare il fatalismo , il fatalismo nasce dalla concezione deterministica , la realtà è così e noi non possiamo far nulla . Epicuro supera grazie al climanem il meccanicismo e il determinismo che veniva dalla concezione della sua filosofia della natura , apre la porta alla libertà e a una autonoma responsabilità dell’uomo . L’uomo non può affidarsi al destino , deve fare affidamento solo su se stesso .
POLITICA
Tra le conseguenze della ricerca dell’imperturbabilità vi è la rinuncia alla vita politica : dice " vivi nascosto , stai ritirato nel privato " . Per Epicuro l’uomo non è come sosteneva Aristotele un animale politico , poiché non c’è nessuna società tra gli uomini e ciascuno bada a se stesso ( crisi della polis ) . La politica produce turbamento , ma per quanto predichi il distacco dalla politica , sostiene che è giusto attenersi al patto sociale che lega gli uomini , rispettate le leggi , lo stato è necessario , perché obbliga gli individui a non danneggiarsi e assicura le condizioni per l’esistenza civile ; la pace garantita dallo stato aiutano il saggio a realizzare in tranquillità il modello di vita proposto da Epicuro , questo modello si può realizzare in piccole comunità dove è possibile coltivare l’amicizia che costituisce il vero e autentico legame umano . L’amicizia è un sentimento disinteressato , non passionale come , invece , è l’amore , e quindi non produce turbamento .
GLI STOICI
Lo stoicismo fu fondato intorno al 300 a.c. da Zenone di Cizio . Stoicismo prende il nome dal portico dipinto ( stoà pekile ), in cui Zenone , non essendo originario di Atene e quindi non potendo possedere terreni , insegnava . La scuola stoica si sviluppa nell’arco di 5 secoli dal III sec a.c. al II sec d.c. .
L’ultimo esponente di rilevo è il celebre imperatore filosofa Marco Aurelio . Lo stoicismo diversamente dall'epicureismo conobbe sensibili modificazioni dottrinali , sia per il confronto con altre scuole , sia perché si adattò alle mutate condizioni storico-politiche .
Distinguiamo nello stoicismo l’antica stoà , cioè quella dei fondatori , Zenone , Cleante , Crisippo ; la media stoà, che va dal II sec al I sec a.c. , Posidonio e Panezio , e infine lo stoicismo romano che coincide con l’età imperiale , Seneca , Epitteto e Marco Aurelio .
Noi conosciamo bene l’ultimo stoicismo , invece del primo stoicismo abbiamo solo dei frammenti.
Gli stoici hanno canonizzato , hanno reso definitivo , la distinzione della filosofia in logica , fisica ed etica ; hanno creato una serie di belle immagini per rappresentare le componenti della filosofia : per esempio , la filosofia è paragonata a un frutteto , il muro rappresenta la logica , gli alberi la fisica , i frutti l’etica / la filosofia è paragonata anche a un uovo di cui il tuorlo è l’etica , è circondata dall’albume( la fisica) e il guscio rappresenta la logica / paragonata a un organismo: i muscoli sono la logica , il sangue e la carne la fisica , l’anima l’etica .
Gli stoici hanno concepito la filosofia come sistema .
LOGICA
La logica stoica rappresenta un’alternativa alla logica aristotelica ; sviluppano tematiche che li differenziano da Aristotele ; alcune delle idee stoiche sono state riprese dalla logica moderna , ad esempio: la logica delle proposizioni , l’uso dei connettivi .
La logica non comprende solo la teoria della conoscenza , ma comprende l’analisi logico-linguistica , come per Aristotele , e poi anche la teoria della conoscenza .
ANALISI DEL DISCORSO
L’analisi del discorso veniva chiamata dialettica dagli stoici , cioè la scienza del discorso corretto ,capace di distinguere il vero dal falso . La logica non è un puro strumento , come sosteneva Aristotele , ma una parte della filosofia , e questo distingue gli stoici anche da Platone , perché per Platone la dialettica era tutta la filosofia .
DOTTRINA DEL SIGNIFICATO
Questa dottrina era un’alternativa alla dottrina dell’essenza di Aristotele , per il quale il concetto di una cosa era l’essenza di una cosa ; per gli stoici il concetto è un segno che significa una cosa . Il concetto uomo è solo un segno , un suono , che viene utilizzato per significare qualcosa che si riferisce a più cose , più cose che noi chiamiamo uomo , mentre per Aristotele definisce l’essenza . Nel segno bisogna distinguere tre elementi :
LA COSA CHE SIGNIFICA = quindi la parola ,il suono corporeo
IL SIGNIFICATO = l’immagine che si forma in noi quando udiamo la parola uomo incorporeo
LA COSA SIGNIFICATA = l’oggetto reale corporeo
La parola e l’oggetto sono corporei , nel senso che la parola è un suono oppure è un qualcosa di scritto , mentre il significato è incorporeo . Per gli stoici quando usiamo dei termini generali non indichiamo mai delle cose , ma indichiamo solo dei significati mentali . Le parole esprimono solo dei contenuti mentali , non hanno nessuna attinenza con l’essenza delle cose .
Sul piano della logica gli Stoici sviluppano idee alternative ad Aristotele
la proposizione, che per gli stoici è l’unità logica minima , equivale a un giudizio, non è ulteriormente scomponibile , a differenza di Aristotele che scomponeva il giudizio
si può dire che la logica di Aristotele è una logica terminista , interessata a studiare il rapporto tra i termini della proposizione mentre trascura i rapporti tra le proposizioni . La logica stoica è invece una logica proposizionale , cioè quello che gli interessa sono i rapporti tra le proposizioni ;di qui l’interesse per lo studio dei connettivi (e,o,se..), cioè dei legami tra le varie proposizioni .
Mentre Aristotele si era occupato soprattutto dei giudizi assertori , nei quali si afferma o si nega qualcosa di qualcos’altro , gli stoici invece approfondiscono le argomentazioni , cioè i ragionamenti , basati su proposizioni ipotetiche o condizionali oppure disgiuntive .
la proposizione ipotetica è quella basata sul connettivo se…allora … , cioè sul connettivo implicazione , gli stoici avevano già capito la tavola di verità dell’implicazione materiale che dice che è sempre vera l’implicazione tranne quando l’antecedente è vero e il conseguente falso . Da una premessa falsa , se 1+1=3 Madrid è capitale della Spagna , si può ricavare una proposizione vera .
I ragionamenti che interessano gli stoici sono i sillogismi ipotetici o disgiuntivi , quando le premesse sono ipotetiche o disgiuntive ; per esempio se c’è giorno c’è luce ma è giorno dunque c’è luce ( ipotetico ) / se è giorno c’è luce ma non c’è luce quindi non è giorno . Un sillogismo è un collegamento tra proposizioni , e si qualifica ipotetico se ha una premessa ipotetica . Un sillogismo disgiuntivoè formato da una proposizione disgiuntiva : o è giorno o è notte ma è giorno quindi non è notte .
Il sillogismo , a differenza di Aristotele , non è costituito da legami fra termini , esprimenti ciascuno un’essenza ma da legami tra proposizioni , in cui ciascuna proposizione è un fatto . Inoltre Aristotele ammetteva i sillogismi ipotetici ,ma li riteneva marginali e dava importanza solo ai sillogismi categorici , o sillogismo scientifico . Per gli stoici invece il sillogismo ipotetico è lo strumento più idoneo per la ricerca scientifica , proprio per il carattere ipotetico delle sue premesse , ricavava da alcune premesse alcune conclusioni non direttamente evidenti . La verità del sillogismo dipende in questo modo dall’accettamento delle convinzioni di fatto concrete , si concilia con la gnoseologia di tipo empiristico che sta alla base de pensiero stoico .
Gli stoici hanno potuto diversamente da Aristotele collegare strettamente le argomentazioni logiche al controllo dell’esperienza , in quanto hanno cercato di ricavare logicamente da fatti e giudizi empirici altri fatti e giudizi .
Aristotele utilizzava il sillogismo non per la ricerca ma per presentare ciò a cui era già arrivato , invece gli stoici utilizzano il sillogismo ipotetico proprio nella fase di ricerca perché riescono ad allegare l’aspetto logico all’aspetto empirico . Gli stoici hanno approfondito i processi di inferenza cioè i passaggi logici che sono peculiari alla ricerca e alla argomentazione scientifica , li hanno chiamati ragionamenti anapodittici ( se c’è giorno c’è luce ma è giorno dunque c’è luce ) .
Nei sillogismi stoici ci sono solo 2 termini , manca il termine medio : infatti i due termini sono giorno e luce . Inoltre la conclusione non è necessariamente vera , è vera solo se la premessa è vera , cioè se è giorno , in ogni caso la conclusione è sempre esatta , corrisponde alla realtà solo se la premessa corrisponde alla realtà . Il sillogismo aristotelico era vero se le premesse erano vere . Esempio : se questa donna ha latte nelle mammelle ha partorito, ma questa donna ha latte nelle mammelle quindi ha partorito : questo ragionamento non mira tanto a dimostrare ma , dato un fatto , a risalire alla causa . Gli stoici si servono di questi ragionamenti anapodittici per provare alcuni fatti importanti della loro filosofia , come l’esistenza dell’anima del mondo .
TEORIA DELLA CONOSCENZA
Il problema consiste nell’individuare un criterio di verità , un canone . Anche per gli stoici la fonte di ogni conoscenza è la sensazione : l’anima all’inizio è come una carta bianca , ben disposta alla scrittura , sulla quale gli oggetti esterni colti attraverso i sensi lasciano la loro impronta . Queste impronte sono chiamate rappresentazioni e vengono fissate per mezzo della memoria . L’insieme delle rappresentazioni costituiscono l’esperienza .
Noi abbiamo gli oggetti e le loro rappresentazioni nella nostra anima : il problema è il criterio per garantire la corrispondenza dell’una all’altro . Il criterio per stabilirlo è l’assenso : porre attenzione alla rappresentazione , fissare l’attenzione sulla rappresentazione ; alla rappresentazione il soggetto può negare o accordare l’assenso , la rappresentazione che ha ricevuto l’assenso si chiama rappresentazione catalettica o vera .
L’errore è possibile dando l’assenso a una rappresentazione che non risponde all’oggetto ; una rappresentazione è vera quando ha ricevuto l’assenso e l’assenso è sollecitato dall’evidenza , cioè quando uno ha sotto gli occhi l’oggetto l’evidenza mi dice che io devo affermare che la mia rappresentazione dell’oggetto corrisponda all’oggetto . Zenone ha rappresentato in un immagine le varie fasi della conoscenza :
la mano aperta : è la rappresentazione
la mano contratta : è l’assenso
la mano chiusa a pugno : è la comprensione catalettica
la mano stretta l’una nell’altra : è la scienza , un insieme di rappresentazioni catalettiche coordinate
FISICA
La fisica degli stoici è alternativa a quella degli epicurei : quella stoica è del continuo , quella epicurea del discontinuo . Si rifà a molti elementi del naturalismo presocratico , sulla concezione del finalismo vi è un’influenza di Platone e Aristotele ; un autore che riprende molto la fisica stoica è Eraclito .
COSMOLOGIA
Gli stoici concepiscono il cosmo come una totalità vivente , una sorta di immenso organismo , i cui processi sono governati da un principio unitario di organizzazione , il logos o pneuma o fuoco o soffio vitale .Questo principio , che si identifica con la divinità , è immanente ( interno ) alla realtà ed è inseparabile da essa ; la concezione della divinità stoica è immanentistica , diversa da quella cristiana e aristotelica ( il motore immobile è trascendente e va oltre la realtà ) .
Per gli stoici esiste un unico piano dell’essere che è quello della corporeità , tutto ciò che esiste è corpo anche la divinità , visto che è il principio immanente alla realtà ; non è come per Platone che ci sono due piani quello delle idee e quello della realtà . Infatti secondo gli stoici reale è solo ciò che agisce o subisce un’azione , solo ciò è corporeo , quindi materiale , può agire o patire un’azione . Nella natura , in tutto il corporeo , agiscono due principi fondamentali uno attivo , l’altro passivo , che spiegano il divenire della fusis . Secondo gli stoici la materia che è una sostanza priva di qualità , riceve la forma e il principio attivo , altrimenti la materia non potrebbe agire sugli altri corpi , dal fuoco o pneuma . Per gli stoici la materia non può esistere senza la forma e questo è un elemento comune a tutti i corpi . Il principio attivo serve a dare la forma alla materia , perché la materia senza il principio attivo non potrebbe agire sul corpo . Questo principio attivo è il fuoco creatore che pervade e anima tutte le cose : non è nient’altro che la dimensione fisica del logos , della ragione ordinatrice del mondo . Gli stoici dicono che il pneuma coincide con Zeus , perché dicono che la nozione di divinità è comune a tutti i popoli e esprime l’ordine la bellezza e la perfezione della natura : la divinità è l’intelligenza immanente al mondo .
Il pneuma contiene le ragioni seminali ( logoi spermaticoi ) , i semi generatori di tutte le cose ed è grazie a queste ragioni seminali che la materia si differenzia e si qualifica nella varietà delle forme individuali , e quindi sta alla base dei processi di generazione , di vita e di corruzione . Il pneuma garantisce la coesione e l’unità di tutte le cose : infatti genera nel tutto come nelle singole cose una tensione ( tonos ), che è una forza di coesione che conferisce unità di vita alle piante agli animali eccetera . Ogni corpo è compenetrato del pneuma , non esiste tra i corpi o all’interno di ciascuno il fuoco non ammettono il vuoto al contrario degli Epicurei , perché altrimenti il pneuma , o principio attivo , non potrebbe trasmettersi in tutte le cose , se ci fosse una discontinuità o vuoto non ci sarebbe la possibilità di un’azione per contatto , che è l’unica ammessa dagli stoici .
Per gli stoici c’è un'unica legge causale ( tutto è dominato da un rapporto causa-effetto ) che governa in modo armonico il mondo tutto è determinato , la realtà è dominata dal fato , il destino , il logos che si manifesta tutto accade perché è già prefigurato non esiste la casualità ma la causalità : ogni evento è inserito in una catena causale , che lo determina in modo assoluto , non poteva essere altrimenti da come è ( LEGGE DEL FATO O DESTINO ) . Crisippo definisce il fato serie inviolabile delle cause .
E’ proprio dall’ordine causale , inteso come progetto intelligente , che nasce l’idea della perfezione del mondo , che è organizzato secondo un fine : questo accomuna lo stoicismo a Platone e a Aristotele . Il mondo proprio perché è frutto di un logos ordinato e necessario sarà costruito nel migliore dei modi , quindi il mondo è perfetto non gli manca nulla . Ogni cosa nel mondo ha un proprio fine , nel mondo domina la provvidenza divina .
Questa provvidenza divina non va intesa come la volontà di un dio personale trascendente , ma va intesa come l’operare immanente , dentro la realtà quindi dentro il mondo stesso , della razionalità divina , cioè del logos .
ALTRE DIFFERENZE CON GLI EPICUREI
L’universo sia per Epicuro che gli stoici è infinito , ma infinito è il tutto costituito dal cosmo , all’interno di uno spazio limitato , il cosmo è finito , e siccome il cosmo è perfetto , sarà unico , mentre gli Epicurei ammettevano infiniti cosmi , e avrà una forma sferica ( tradizione pitagorica e parmenidea ) . Il cosmo è un sistema che comprende il cielo , la terra , gli dei, gli uomini , le cose , è un organismo ordinato e continuo grazie al tonos che è la manifestazione , che tiene insieme le cose , del pneuma , e ha un ordine gerarchico , cioè niente è fatto a caso : gli elementi più pesanti sono posti al centro , via via si va verso elementi più leggeri . Al centro vi è la terra poi uno strato d’aria , poi il fuoco , che limita la sfera della volta celeste o delle stelle fisse ; gli astri sono di natura ignea , cioè di fuoco e secondo gli stoici sono viventi e divini , perché sono dotati di intelligenza , idea già di Platone e di Aristotele .
Secondo gli stoici il cosmo ha avuto origine nel tempo e è destinato a perire , diversamente da Aristotele ; come è conciliabile l’idea del cosmo che muore e rinasce e quindi è finito del tempo con la costanza quantitativa della materia , cioè che la materia non muta . Gli stoici introducono il ciclo cosmico . I cicli cosmici sono ripresi dalla filosofia presocratica , in particolare da Empedocle .
IL PROCESSO DI ORIGINE DEL MONDO viene dal fuoco che è l’elemento primario il fuoco si differenzia in terra , acqua e aria questi elementi per intervento delle ragioni seminali originano la pluralità degli enti individuali l’equilibrio cosmico raggiunge un punto critico a un certo punto in cui il fuoco riprende il sopravvento adesso abbiamo invece che il fuoco generatore il fuoco distruttore , cioè una conflagrazione universale ( empirosis ) dopo che tutto sarà stato bruciato il cosmo rinascerà identico a prima ( palingenesi ) , perché le ragioni seminali , il logos , rimangono sempre le stesse , e quindi riprodurranno sempre le medesime vicende ( eterno ritorno ) .
Il cosmo è eterno quanto a materia ma è sottoposto a cicli di nascita e distruzione
L’universo ordinato degli stoici si contrappone all’universo casuale degli epicurei : la visione deterministica finalistica degli stoici è agli antipodi di quella casuale degli epicurei . Gli stoici criticavano gli epicurei per aver introdotto il clinamen , che rompe il determinismo . Il finalismo degli stoici si contrappone al meccanicismo degli epicurei
Il cosmo ha una struttura gerarchica , in questa idea di gerarchia vi è una forma di forte antropociteismo , il mondo vede in cima alla gerarchia l’uomo , nell’uomo il pneuma si manifesta nella forma più pura , nell’uomo l’intelligenza è come se prendesse coscienza . Vi sono in relazione alla purezza del tonos sostanze inorganiche in cui il tonos si manifesta a livello più basso ( le rocce ) , solo per mantenere l’unità dei corpi , poi man mano il pneuma si realizza in un modo più complesso ( animali … ) . Nell’uomo , proprio perché è dotato di logos , uomo parente della divinità si raggiunge il culmine della gerarchia . Gli stoici ammettono il fatto che per questa visione gerarchica dell’universo gli organismi inferiori sono in funzione di quelli superiori ( la terra alimenta le piante , delle piante si cibano gli animali , degli animali si ciba l’uomo ) . Questo è perfettamente coerente all’ordine naturale .
PSICOLOGIA
L’uomo è composto di anima e di corpo , però come gli epicurei non ammettono la separazione dell’anima , l’anima è corporea . L’anima dell’uomo è parte dell’anima del mondo , cioè del pneuma : dopo la morte abbandona l’organismo e confluisce nell’anima universale cosmica di cui è parte . L’anima è un tutt’uno unitario all’interno del quale individuano alcune parti funzionali
parte centrale : funzioni direttive l’egemonico , funzione intellettuale , e risiede nel cuore
( polipo) 7 parti periferiche : i cinque sensi + apparato generativo + apparato vocale
ETICA
Stretto legame tra etica e fisica , la saggezza infatti per gli stoici è un’arte del vivere , che si basa sulla capacità di riconoscere la razionalità nel mondo , e quindi identificarsi con essa . Zenone dice che saggio è chi è in grado di vivere in accordo con se stesso ; Crisippa aggiunge , saggezza vuol dire vivere in accordo con la natura vivere in accordo con il logos , con la retta ragione , che in noi ha sede nell’anima ma corrisponde perfettamente al logos che c’è nella natura , cioè nel cosmo . La virtù è una disposizione ad essere in armonia col logos , è virtuoso chi vive in armonia col logos , con se stesso e con la natura perché entrambi sono creati dal logos . La felicità consiste nel vivere secondo virtù , quindi pere essere felici e virtuosi bisogna comportarsi in accordo col logos ; queste chiede di conoscere il logos . La conoscenza della natura è indispensabile alla morale , perché fisica e etica sono strettamente collegate . Secondo gli stoici la coerenza con la razionalità , cioè vivere secondo il logos c’è o non c’è , la virtù non ammette compromessi , non si può essere un po’ virtuosi e un po’ no , o lo si è del tutto il progresso morale è inconcepibile , o si è virtuosi , ci si comporta secondo il logos , o non si è virtuosi . Per gli stoici passione e ragione sono inconciliabili , come sono inconciliabili vizi e virtù .
CONCEZIONE DELLE PASSIONI
Per gli stoici le passioni umane sono il male ; una passione per Zenone è un movimento esagerato dell’impulso motore che è nell’anima ; per Crisippo le passioni derivano da giudizi errati di valore a cui gli stolti danno il loro assenso , per cui giudichiamo bene ciò che è male e viceversa , sono una malattia dell’anima un turbamento dell’equilibrio psichico . Le passioni non possono essere ascritte a una parte irrazionale dell’anima perché per gli stoici , diversamente da Platone , nessuna parte ha razionale o irrazionale , l’anima è solo razionale altrimenti il saggio non potrebbe realizzare la piena padronanza di se . Quattro sono le passioni fondamentali :
PIACERE-DOLORE : fa riferimento all’opinione errata che è bene ciò che è piacevole e male ciò che è doloroso
DESIDERIO-PAURA : cognizione del futuro di ciò che si spera o si teme possa accadere di piacevole o di spiacevole
La passione è dovuta a una sorta di errore nell’individuare ciò che è vero e giusto , ciò che si impone al nostro animo per un errore di ragionamento .
L’origine delle passioni è la tendenza all’autoconservazione , ogni uomo ha una propensione naturale fondamentale ; nel bambino questa tendenza all’autoconservazione si manifesta attraverso appetiti irrazionali / nell’età adulta questo impulso irrazionale dovrebbe trasformarsi in razionale , è capace di vivere in armonia con la natura , l’uomo adulto deve volere solo ciò di cui ha bisogno e che può ottenere . Se questa conquista dell’adulto di regolare non avviene è come se fosse ancora un bambino . Le passioni sono determinate da processi esterni , da rappresentazioni piacevoli o dolorose che vengono amplificate dalla società . L’uomo che è in preda alla passione è colui che ha una razionalità debole , diventa schiavo delle passioni : compito delle filosofia è lottare contro le passioni e mettere il saggio nelle condizioni di resistere agli attacchi delle passioni , quindi la filosofia per gli stoici diventa terapia dell’anima . Il saggio deve attuare una profilassi , come se la passione fosse una malattia .
Se le passioni nascono da giudizi errati sulla natura delle cose , noi scambiamo per bene ciò che non lo è , il saggio dovrà attuare una riconversione razionale , dovrà affermare la propria libertà sulle cose esterne , deve staccarsi dai pregiudizi .
Problema della libertà :
Gli stoici dicono che il saggio è l’unico libero , ma nella concezione fisica dello stoicismo tutto è determinato e comportarsi virtuosamente significa seguire la natura , tutto ciò che è determinato : gli stoici interpretano la libertà , non come una libertà di scegliere tra cose diverse , ma come coscienza della necessità , scegliere ciò che il logos deve realizzare . Libertà significa autonomia ; Crisippo distingue tra cause interne e cause esterne di un evento : se prendiamo un corpo cilindrico che rotola , presenta una causa esterna , la spinta , e la causa intera , la sua forma cilindrica , che gli permette di rotolare nell’azione , nel comportamento morale , la causa esterna consiste nell’assenso , nello stabilire che è bene compiere quell’azione , che dipende da noi , e la causa interna è la natura propria di ciascuno , coincide col fato , l’uomo non può sottrarsi al destino ma può assentire a tale ordine necessario . La libertà dell’uomo consiste quindi nella capacità di determinarsi secondo natura , secondo il fato ; la tranquillità spirituale del saggio nasce dalla coscienza della necessità del mondo .
Il carattere del saggio stoico è la impassibilità costante e coerente , la pazeia , assenza di passioni , quindi impassibilità di fronte a qualunque cosa accada . Il saggio è colui il quale sa ciò che deve fare e lo fa . Anche per gli stoici , come per Epicuro , il saggio è felice ,ma mentre per Epicuro il saggio è felice perché pratica correttamente la ricerca del piacere , piacere catestematico cioè assenza del dolore , il saggio stoico segue il logos e attraverso questo raggiunge l’impassibilità . Il saggio ignora il dolore dell’anima perché ha vinto l’agitazione provocata dalle passioni , ma anche del corpo perché lui è indifferente ai dolori fisici . Siccome il mondo è dominato dal logos divino , l’accettazione del mondo per il saggio deve essere totale ; Epiteto diceva : devi volere ciò che accade come accade e la tua vita scorrerà felice . Il saggio in quanto unisce libertà virtù felicità è perfetto e quindi simile al Dio ; questa condizione è difficile da ottenere , infatti solo pochissimi la raggiungono ( tra questi Socrate ) .
Le concezioni degli stoici sono cambiate nel tempo : conta solo la ragione e la passione che va estirpata , però nella media stoà questa posizione non è stata collegata al rifiuto di tutti i beni esterni , perché è vero che i beni esterni sono indifferenti rispetto alla scelta morale , però non sono tutti uguali , alcuni beni sono preferibili ad altri perché sono più convenienti ( la libertà è preferibile rispetto alla schiavitù ) . Vi sono azioni secondo natura :
assolutamente perfette : azioni virtuose proprie del saggio
convenienti : giustificabili razionalmente , conformi alla natura della vita umana ( servire la patria ) , questi azioni riguardano l’uomo comune e la vita quotidiana , rispondono a un’esigenza di razionalità e vengono chiamati doveri .
COSMOPOLITISMO
Un altro aspetto che favorì l’affermazione dello stoicismo nel mondo ellenistico l’idea di uguaglianza e cosmopolitismo : affermano l’essenziale uguaglianza della natura umana in ogni individuo , gli uomini sono uguali perché hanno la stessa natura , estendono la dignità della natura umana anche a chi non l’aveva ( schiavi ) . Poiché l’anima deriva dalla divinità tutti gli uomini sono figli di Dio e sono raggruppati in un unico genere e sono tutti fratelli . Lo stoicismo anticipava alcune idee del Cristianesimo , tutti fanno parte della stessa città che coincide con il mondo intero con il cosmopolis, sia i greci che i barbari, non esiste nessuno che abbia la natura superiore ad un altro . Questo egualitarismo stoico è puramente interiore cioè non si traduce in una concreta opera di liberazione degli schiavi . Anche se gli intellettuali stoici come Seneca ebbero un atteggiamento di apertura e di umanità verso gli schiavi , lo stesso avviene per le donne .
A differenza degli Epicurei , mostrano apertura verso la politica e i doveri sociali .
Ogni uomo ha un proprio simile (Filantropia) si apprezza la vita comunitaria.
Siccome la razionalità del mondo è la quella dell’essere sociale il saggio non può non riconoscere i doveri che ne conseguono. L’esistenza di un logos naturale si identifica con il cosiddetto diritto naturale(esiste una natura umana comune a tutti gli uomini che determina delle leggi che sono superiori alle leggi della città).Il diritto naturale implica dei doveri verso la famiglia, gli amici e la società e quindi un atteggiamento generalmente positivo di disponibilità all’impegno civile ci si deve occupare anche di politica naturalmente di fare il bene comune. Questa responsabilità sociale finì per favorire l’accoglimento dello stoicismo in epoca romana (qui lo stoicismo apparve la filosofia più congeniale alla politica espansionistica di Roma.
SCETTICISMO
(da scepsis = indagine, ricerca)
scepsi = mettere in dubbio le conoscenze consolidate.
Forme di scetticismo( nel senso di mettere in discussione le conoscenze consolidate) si sono già incontrate nei sofisti, in Platone e in Socrate. Quindi l'uso del dubbio come strumento per iniziare una ricerca della verità è già stato praticato ,solo che lo scetticismo arriva a conclusioni estreme: non è possibile conoscere la verità. Lo scetticismo antico nasce con Pirrone .
Gli elementi che accomunano lo scetticismo all’epicureismo e agli stoici sono:
- la distanza dalla cultura scientifica(la scienza era separata dalla filosofia)
2. il fastidio per le grandi costruzioni speculative, metafisiche ( quelle di Platone e Aristotele)
3. finalizzazione pratica del filosofare: il fine della filosofia è la felicità ( eudemonia )
Differenza fondamentale : mentre per gli epicurei e per gli stoici la felicità si ottiene con la conoscenza vera , per gli scettici la felicità si ottiene solo attraverso la consapevolezza che la conoscenza non è possibile .
Il problema gnoseologico fondamentale è : esiste un criterio di verità ?
Per stoici e epicurei si , l’evidenza , per gli scettici no .
Siccome la conoscenza è una rappresentazione del mondo esterno , io non ho un criterio per distinguere se la mia rappresentazione è vera o falsa perché non riuscirò mai a uscire dalla mia rappresentazione per confrontarla con la realtà , al massimo posso confrontare una rappresentazione di una cosa con un’altra rappresentazione della stessa cosa , per gli scettici non è possibile stabilire in modo definitivo la corrispondenza tra l’oggetto e la sua rappresentazione . In particolare questo emerge dall’analisi della conoscenza sensibile , gli scettici recuperavano nozioni già presenti nelle filosofie precedenti e notavano che la presunta validità della percezione in realtà è contraddetta ; vi sono una serie di fenomeni, illusioni percettive , es. un remo in acqua appare spezzato , in realtà il remo è intero inaffidabilità della conoscenza percettiva . Ma se la conoscenza percettiva ,che è quella più semplice e di partenza ,non mi garantisce , a maggior ragione non mi garantirà la conoscenza razionale, che è più complessa . Lo scambio tra realtà in sé e realtà che viene percepita non può essere fermata nemmeno dall’intelletto la pretesa di cercare la verità è contraddittoria e inconsistente e non posso andare oltre i fenomeni battaglia contro il dogmatismo , filosofi che sono convinti di poter raggiungere la verità ,cioè gli epicurei e gli stoici .
LE FASI DELLO SCETTICISMO ANTICO
ANTICO O PIRRONIANO
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IV – III secolo A.C |
SCETTICISMO DELL’ACCADEMIA MEDIA : Arcesilao e Carneade
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III-II secolo A.C |
NEOPIRRONISMO O SCETTICISMOEMPIRICO Enesidemo , Agrippa ,Sesto Empirico
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I-II sec. D.C |
PIRRONE
Partecipò alla spedizione di Alessandro e pare che venne in contatto con la filosofia indiana , fondò un scuola ad Elide e morì nel 275 ; pare non abbia scritto nulla , quello che abbiamo ciè stato tramandato da un suo allievo : Timone . Tesi principali :
- è impossibile affermare la verità o la falsità delle opinioni
- sia i sensi che la ragione ci ingannano , perché le rappresentazioni rimangono senza possibilità di raffronto con gli oggetti l’unico atteggiamento possibile è l’astensione da ogni opinione , adoxia la rinuncia a parlare che ne consegue , afasia sospensione del giudizio circa la verità , epochè (ADOXIA AFASIA EPOCHE’)
Dice infatti : bisogna che siamo senza opinioni , senza inclinazioni e agitazioni e intorno a ciascuna cosa diciamo che non è più di quanto non sia o che è e che non è , o che nè è nè non è , in tale disposizione conseguono prima l’afasia poi atarassia , che è l’assenza del turbamento . Nemmeno il fatto che l’opinione sia condivisa dalla maggioranza , può qualificare questa opinione come giusta o ingiusta . Sul piano pratico accade che l’impossibilità di formulare giudizi implica l’adesione ai costumi e alle leggi costituite, quindi a una forma di conformismo ; questo non è riferito all’ambito teoretico . La posizione di Pirrone verrà ripresa dai filosofi dell’Accademia platonica .
ACCADEMIA MEDIA
Prendendo spunto da Platone e Socrate , Arcesilao da una svolta all’accademia e gli fa assumere una coloritura di tipo scettico , questo in opposizione allo stoicismo , dandogli un carattere antidogmatico e critico . Il bersaglio delle critiche di Arcesilao nei confronti dello stoicismo è la rappresentazione catalettica e il concetto di assenso . Critiche :
la rappresentazione catalettica non può essere assunta come criterio di verità , perché si fonda sull’evidenza non c’è nulla che fondi in modo incontrovertibile una rappresentazione vera da una falsa ;c’è il rischio di accordare l’assenso a una rappresentazione falsa
il saggio non ha che 2 possibilità :
- correre il rischio di credere e quindi di dire il falso
- sospendere l’assenso fare l’epochè , il blocco a ogni possibilità di sostenere che la rappresentazione sia vera e quindi. in accordo con le idee scettiche- ammettere che non sia possibile avere una conoscenza vera da atteggiamento provvisorio, come era per gli stoici ,l’epochè diventa un atteggiamento definitivo .
inoltre tra scettici e stoici -epicurei , quelli chiamati dogmatici , esiste una differenza sul concetto dell’errore : per i dogmatici l’errore era una deviazione dalla giusta via della conoscenza dovuta a un fattore extrarazionale , per gli scettici l’errore è una eventualità che è ineliminabile dal processo conoscitivo
Se non è possibile una conoscenza certa , siccome dobbiamo orientarci nella vita pratica , a cosa dovremmo affidarci ? Dobbiamo affidarci alla probabilità , a ciò che è più probabile , ciò che appare più ragionevole senza sostenere che questo è vero senza dubbio nasce il probabilismo che è legato a Carneade , che insieme a Diogene fu spediti da Atene a Roma per un’ambasceria e questi filosofi strabiliarono la gioventù romana con i loro giochi linguistici e le loro argomentazioni di tipo dialettico, tanto è vero che Catone , conservatore , li fece mandare via .
Carneade ha come obbiettivo polemico non Zenone ma Crisippo , che aveva cercato di adeguare la dottrina di Zenone alle critiche che gli venivano poste dagli scettici . Carneade sostiene che dobbiamo affidarci alla rappresentazione probabile , dotata di maggiore persuasività , le quali sono quelle che hanno la maggior probabilità di essere vere , perché nessuna rappresentazione è sicuramente certa . Quanto più è accurato l’esame della rappresentazione tanto più è il grado della loro persuasività . Carneade distingue tra una rappresentazione semplicemente probabile , una persuasiva è quella che resiste a ogni esame , tuttavia è quella che ha maggior valore , pur non costituendo una certezza assoluta .
Neopirronismo o scetticismo empirico
Dopo Carneade l’Accademia abbandonò lo scetticismo e con Antioco riprese l’orientamento dogmatico ; lo scetticismo fu ripreso ad Alessandria , però qui ci si rifece a Pirrone e non alla tradizione probabilistica della media Accademia , da Enesidemo di Cnosso che scrisse i discorsi pirroniani , ove ha elaborato 10 argomenti per sfuggire all’epochè . L’altro che riprende il pensiero di Zenone è Agrippa che aggiunge 5 argomenti per portare all’atteggiamento scettico quindi alla sospensione del giudizio , l’epochè , e elabora un argomento per dimostrare l’impossibilità di dimostrare :
per poter dimostrare occorre partire o da premesse dimostrate , ma proprio perché tali non hanno garanzie di verità , o da ciò che si vuole dimostrare , però in tal modo si crea un circolo vizioso ; se invece si vuole partire da premesse dimostrate si arriverà a un processo all’infinito e quindi non approderanno alla dimostrazione delle premesse , per cui nell’uno e nell’altro caso non è possibile dimostrare . E’ autocontradditoria la posizione dello scettico e infatti lo dice anche Sesto Empirico , un medico che ritenendo impossibile conoscere le cause delle malattie , si affidavano alla conoscenza degli effetti senza ipotizzare le cause per curarle .
Sesto Empirico vive tra 180 e 220 d.c. scrive gli " schizzi pirroniani " contro i dogmatici ; le informazioni sull’uomo misura di Protagora ci vengono da Sesto Empirico . La sua opera può essere considerata una sorta di summa , di sintesi dello scetticismo antico . E’ uno scettico cauto , perché lo scetticismo alla fin fine è autocontradditorio , si sforza di presentare lo scetticismo come una tendenza , un orientamento critico , che non si propone di affermare nessuna verità , ma si risolve nell’epochè , nel sospendere il giudizio e nel cercare una ricerca continua . Ritiene che il fine del saggio sia la felicità , però per fare questo non esiste nessuna norma universale . In particolare riprende il tema dell’impossibilità della scienza , che applica alla teologia degli stoici dimostrando che essa non è fondata . Tuttavia lo scetticismo è meno radicale di quello di Pirrone e di Enesidemo , infatti ammette che al di là delle nostre rappresentazioni esiste una realtà ,che ci resta sconosciuta . La sua posizione verrà ripresa nel'età moderna .
NEOPLATONISMO
E’ legato al nome di Plotino ed è l’ultima grande filosofia ellenistica , ed è un tentativo di dare una risposta in termini filosofici al bisogno di religiosità che domina l’impero romano dal I-II sec d.c . Il neoplatonismo divenne un concorrente del Cristianesimo e cerca di rispondere ai medesimi bisogni : gli autori neoplatonici saranno saccheggiati dai Cristiani San Agostino pone alla base di tutta la sua riflessione sulla religione cristiana il neoplatonismo .
Plotino che polemizza con il cristianesimo viene però assorbito .
E’ l’unico filosofo dopo Platone e Aristotele di cui possediamo gran parte dell’opera : fu raccolta da un suo seguace Porfirio nelle Enneadi : 6 gruppi da 9 scritti ciascuno .
Plotino : VITA
Plotino nasce nel 205 in Egitto d.c. e morì a Roma nel 270 : frequentò ad Alessandria la scuola di Ammonio ; dopo 10 anni se ne andò per partecipare alla spedizione in Oriente , che l'imperatore romano avbeva organizzato contro i Parti ,nella speranza di venire in contatto con la filosofia orientale . Fallita questa spedizione , Plotino rimase a Roma dove divenne amico dell’imperatore e progettò di costruire in campagna una città per i filosofi ( Platonopoli ) , ma rimase incompiuta .
Ebbe molti discepoli che diffusero nel resto dell’impero la scuola neoplatonica ,la quale fu chiusa da Giustiniano nel 529 , data di fine della filosofia antica . Gli ultimi neoplatonici fuggono dai persiani , perché si sentono perseguitati dall'impero ormai cristiano .
La filosofia Plotino raggiunge le vette della metafisica occidentale ; filosofia molto astratta che si rifà a Platone : al centro della sua riflessione vi è il problema dell’essere . Parte delle sintesi parziali che si erano realizzate in ambito ellenistico , e aveva mescolato idee di origine orientali e anche di stampo religioso con la filosofia pitagorica o platonica .
Platone aveva creato il mondo delle idee per fondare l’esistenza del mondo delle cose ; l’idea di bene aveva un primato gnoseologico e ontologico ; non era -però- possibile rintracciare un ordine preciso all’interno del mondo ideale ,in esso ammetteva la molteplicità dell’essere e l’ultimo Platone aveva cercato di tenere conto dell’universo fisico complicando il mondo delle idee , però questa operazione era rimasta insoddisfacente , perché ammettere la molteplicità significava ammettere il non-essere .
Il medioplatonismo e il neopitagorismo avevano identificato le idee con il pensiero divino , il bene si identifica con Dio nel II sec d.c. , però poi era rimasto irrisolto il rapporto tra Dio e il mondo . Nel II-III sec la nascente filosofia cristiana aveva parlato di creazione personale : Dio crea dal nulla il mondo . Però questa soluzione non poteva essere accettata dalla tradizione greca perché ammetteva l’origine dal nulla e Dio diventava persona , forma di antropomorfizzazione .
Plotino fa un’operazione molto ambiziosa : da una parte deve rispondere alle nuove esigenze , bisogni creati dal misticismo , che emergevano da questa cultura eclettica ( mescolava elementi cristiani con elementi orientali ) affrontare temi che la filosofia greca aveva lasciato ai margini , dall’altra deve difendere la tradizione greca , contro il misticismo orientale .
Plotino propone il neoplatonismo come l’ultima trincea per difendere il paganesimo . Lui fa proprio l’esigenza del misticismo e arriva a una forma di misticismo di stampo filosofico , rispetto al misticismo eclettico di stampo religioso che non corrispondeva alle esigenze della filosofia classica e combatte il misticismo eclettico elabora una sorta di gnosi , volta alla salvezza , una sorta di conoscenza privilegiata e totale ma rifiuta lo gnosticismo , una corrente molto forte .
L'UNO
. Al centro della filosofia vi è il concetto dell’uno , il principio primo e assoluto produttore di sé medesimo ; il punto di partenza di questo concetto astratto è l’esistenza del mondo , esiste come molteplice per identificare qualunque ente nel mondo , lo devo identificare grazie alla sua unità , tolto l’unità tolgo l’ente , posso identificare una cosa perché costituisce un ente, un unità . Nella realtà ci sono dei principi di unità a vari livelli , però tutti presuppongono un principio supremo , che chiama uno , sta al di sopra di tutto . Come unifico ai vari livelli le cose per conoscerle , deve esistere qualcosa che unifica tutto , questo sarà il principio , l’uno . Per poter essere il principio l’uno deve essere infinito e indeterminato , non si può dire nulla di determinato dell’uno : non si può dire che esso è ma solo che cosa non è ( teologia negativa o apofantica) ; l’uno si identifica con Dio . Già Platone aveva proposto la concezione dell’uno = bene al di sopra dell’essere , delle idee ; cerca di fondare tutta la realtà su 2 elementi uno = bene diade = materia , la molteplicità Platone non era riuscito a unificare questi 2 principi . Plotino va al di là di Platone e motiva perché l’uno è al di sopra dell’essere l’uno è al di sopra dell’essere per la sua infinitezza , se l’uno è infinito non si addice ad esso nessuna determinazione particolare , perché quando lo determino nego la sua infinità : si può dire solo che l’uno è al di là di tutto . Plotino , per questo , dice che l’uno può essere caratterizzato solo da un linguaggio analogico attribuisce frequentemente all’uno il termine bene , assonanza con Platone , non di n bene in particolare ma del bene in sé , ciò che è bene per tutte le cose che di lui hanno bisogno ; è un bene trascendente .
L’uno è l’assoluto che forma tutto l’essere . Perché c’è l’assoluto , perché è quello che è ? Plotino dice l’uno si autopone , è attività autoproduttiva , è il bene che crea sé stesso , è come ha voluto essere , si crea così com’è : l’uno è assoluta libertà creatrice , causa di se che però si trascende . L’uno è la sintesi del concetto platonico di bene , come principio supremo , con la nozione di principio da cui derivano tutte le cose , il Dio biblico creatore (Plotino rifiuta l’idea di creazione ) ; attribuisce all’uno- bene di Platone il potere di produrre tutte le cose , come il Dio biblico , ma gli toglie la personalità , la capacità di intendere e volere per adeguarlo all’uno- bene di Platone . L’uno di Plotino è un Dio senza nome , è una delle più astratte rappresentazioni della divinità : non ha l’attività subordinata , assegnata al Demiurgo platonico , ne l’immobile esistenza del motore immobile di Aristotele . Plotino polemizza con i cristiani li accusa di antropomorfismo .
Processione , o emanazione , delle cose dall’uno , come il mondo , la realtà molteplice , viene da lui : premesso che l’uno si autopone . Poiché dall’uno che è perfetto e autosufficiente sono derivate tutte le cose , perché l’uno non è rimasto in sé stesso ? L’immagine che Plotino ha usato per spiegare ha dato luogo a equivoci ; Plotino ha paragonato la genesi delle cose dall’uno , come all’irradiarsi della luce , da una fonte luminosa / paragonata al fumo .
L’uno produce tutte le cose stando fermo , permanendo in sé stesso , il suo generare non lo impoverisce e non lo condiziona in alcun modo . Dobbiamo distinguere 2 attività :
1° attività = l’uno è se stesso , causa sua, e tale rimane: consiste nell’autoporsi dell’uno , libertà autocreatrice , è per eccellenza libera , non è stato determinato da nient’altro .
2° attività = è un’attività che deriva dall’uno , e per cui dall’uno procede qualcos’altro : è un’attività necessitata perché dipende dall’uno , non è libera .
Attraverso questo tipo di discorso , Plotino riusciva a superare il problema di come la realtà derivi dalla divinità , evitando il creazionismo , perché da una parte l’uno risulta libero nel momento stesso in cui si autocrea , però successivamente da lui discende una attività necessitata . Dio non crea liberamente l’altro da sé , ma crea sé con infinita potenza , in questo senso può dirsi libero ; una volta creato sé stesso con infinita potenza questa potenza si espande necessariamente conducendo l’altro da sé .
L’uno viene chiamato prima ipostasi , entità dall’uno deriva la seconda ipostasi , l’intelletto, nous ( il nous contiene ad un tempo il pensante e il pensato ) ; l’intelletto ( è l’intelligenza suprema di Aristotele + il mondo delle idee di Platone ) = intelligenza che pensa alla totalità dell’intellegibile
Il nous pensa a sé stesso , come il motore immobile di Aristotele , ma allo stesso tempo è il pensato: l’attività del pensiero richiede sempre uno sdoppiamento tra un soggetto e un oggetto il nous si configura come una sorta di intelletto intellegibile .
L’uno si autocrea con infinita potenza e come tale si esplica in una realtà che essa genera , il nous che è la prima estrinsecazione di questa potenza , che è seconda ipostasi , si presenta come un’attività che procede dall’uno che è come una potenza informe , una sorta di materia intellegibile . Per sussistere questa materia informe deve :
- rivolgersi indietro a contemplare il principio ,l' uno , da cui è derivato e riempirsi di esso nasce così l’essere o sostanza
- rivolgersi a sé medesimo e contemplarsi nasce così il pensiero vero e proprio
Il passaggio dall’uno al molteplice avviene proprio nel nous , in quanto si manifesta all’inizio come dualità tra pensiero e pensato , e siccome il pensato è molteplice quindi si spiega l’origine della molteplicità . Quando il nous guarda sé stesso fecondato dall’uno , vede in sé la totalità delle cose , quindi la totalità delle idee ; ecco spiegata la molteplicità .
Il movimento del nous è duplice : all’inizio la potenza derivata dall’uno si manifesta come materia -pensiero informe , dopo però in primo atto deve rivolgersi all’uno , quindi viene determinato e fecondato da esso , dopo si rivolge a sé stesso ; è come se all’inizio prendesse coscienza , dopo di che in quanto coscienza è capace di esercitarsi sui propri contenuti e su sé stesso nasce la molteplicità ( è data da pensiero e pensato poi si realizza nella molteplicità dei pensati ) .
Dal nous abbiamo la terza ipostasi , l’anima , per il medesimo processo : è intesa come principio di vita e movimento , quindi all’inizio non è intesa come individuale , che è invece una delle 3 manifestazioni dell’anima . L’anima procede dal nous , quindi dall’intelletto , e avviene il medesimo fenomeno : come l’uno per diventare forma pensiero , se vuole pensare , deve farsi spirito , così l’uno se vuole creare l’universo , un cosmo fisico , deve farsi anima ; l’anima deriva dallo spirito nella stessa maniera con cui questa deriva dall’uno . Abbiamo quindi un’attività dello spirito che è quella che lo fa essere tale e che è quella che abbiamo esaminato nella seconda ipostasi e poi abbiamo un’attività che procede dallo spirito , quindi va oltre e dà luogo all’anima , rivolgendosi allo spirito si determina come anima , da questa attività , azione , potenza , manifestazione dello spirito trae la propria consistenza come anima . Questo duplice movimento consente di tornare all’uno , perché non c’è un solo processo dall’uno verso la materia ; la materia viene identificata con il male , in quanto lontananza dal bene .
Per Plotino la materia si qualifica come negativa non perché ha una propria sussistenza alternativa ontologica all’uno , ma proprio perché è lontana dall’uno il male è lontananza dal bene , non ha la stessa consistenza ontologica .
L’anima non consiste nel puro pensare , se no si identificherebbe con lo spirito , ma invece per Plotino da vita alle cose sensibili , quindi la funzione principale dell’anima consiste nel governare e nell’ordinare le cose . Ordinare , reggere , comandare le cose coincide con il generare . L’anima occupa una posizione intermedia tra mondo sensibile ed intellegibile , perché l’anima genera il corporeo ma allo stesso tempo è incorporea : l’anima può entrare in ogni parte del corporeo senza perdere la sua unità . L’anima è una e molteplice allo stesso tempo mentre l’uno è unico . Plotino considera l’anima una pluralità , vi sono infatti :
- l’anima suprema : l’anima intesa come pura ipostasi che resta in stretta unità con lo spirito , nous , da cui proviene
- l’anima del tutto : creatrice del mondo e dell’universo
- singole anime particolari : scendono ad animare i corpi ma anche gli astri e tutti i viventi
La realtà si presenta come una ma anche gerarchica , questa articolazione gerarchica non è temporale , non nasce prima l’uno degli altri : è un processo simultaneo , atemporale .
LA MATERIA
Perché la realtà non termina col mondo incorporeo ?
Plotino tenta di dedurre la materia senza presupporla come qualcosa che dall’eternità si contrapponga al principio , come aveva fatto Aristotele ; Plotino spiega l’origine della materia , che è l’ultima tappa della processione dall’uno . Quando la forza generatrice si indebolisce ecco che sorge la materia ( uno come luce che confina con le tenebre , limite della potenza generatrice ) . La materia diventa privazione della potenza dell’uno , essendo l’uno identificato col bene , la privazione del bene è il male , che non è una forza negativa che si oppone ma è mancanza del positivo .
Come nasce il mondo fisico ?
L’anima pone la materia , come estremità del cerchio di luce ; da forma a questa materia squarciandone l’oscurità e recuperandone il più possibile alla luce .
La materia rappresenta il confine dell’anima ed è quindi circondata da essa , diversamente dalla concezione tradizionale che vede l’anima all’interno del corpo .
Plotino non accetta la resurrezione cristiana degli uomini ( dei corpi ) : afferma il primato dell’anima sul corpo .
La Temporalità nasce dall’attività con cui l’anima crea il mondo fisico , esiste solo legata alla materia , perché la realtà intellegibile è nella dimensione dall’eterno . La temporalità nasce quando l’anima colta dal desiderio di trasferire in un universo la visione dell’uno, non paga di vedere tutto simultaneamente, esce dall’unità e si distende in un prolungamento , cioè in una successione di atti , secondo il prima e il dopo à traduce nella sfera del finito ciò che è simultaneo nello spirito . L’anima crea la vita come temporalità , come copia della vita dello spirito che è in una dimensione sovratemporale .
Questa dottrina della temporalità gli consente di vedere il nascere e il morire , come un mobile gioco dell’anima e quindi supera la paura della morte, che non è qualcosa di ontologico e sostanziale , ma è qualcosa che appartiene al gioco dell’anima del mondo . Il morire è il riflettere dell’anima come in uno specchio e quindi in realtà tutto si conserva . Non dobbiamo aver paura della morte , perché se andiamo al di là di questo mobile gioco e teniamo buono il principio dell’uno tutto ,ciò che è è stato e sempre sarà , perché nell’ottica dell’uno non esiste la temporalità . Se il cosmo fisico è un prodotto dell’anima esso è perfetto , è una copia che imita il modello ma non è il modello , tuttavia è la più bella immagine dell’originale . La più alta realtà sensibile è il cielo , in cui il moto rotatorio è misurato dal tempo , tempo generato dall’anima come immagine sensibile dell’eternità . Gli astri sono identificati con le divinità , però tra il cielo e la terra ci sono i demoni , che sono realtà intermedie tra dei e uomini .
Natura e destino dell’uomo
l’uomo è fondamentalmente la sua anima , che è caduta in un corpo materiale , tutte le attività dipendono dall’anima . La stessa sensazione per Plotino è un atto conoscitivo dell’anima , infatti secondo Plotino le impressioni sensibili che si producono negli organi corporei sono viste dall’anima anche se in forma illanguidita : è una forma di contemplazione dell’intellegibile nel sensibile . La caduta dell’anima nel corpo è necessaria epoiché abbiamo visto che la materia è male , l’anima unita al corpo è causa di male morale ( attaccamento al corpo ) .
L’uomo data la caduta dell’anima nel corpo è soggetto al male morale e deve liberarsene => liberazione = via del ritorno , che è il ritrovare dell’uomo sé stesso , la propria anima , l’uomo si identifica con la propria anima , non col proprio corpo à per ritrovare sé stesso deve staccarsi dal corpo spogliandosi di tutte le passioni mediante le virtù e in questo consiste la purificazione , la catarsi .
Il destino dell’uomo consisterà nel ricongiungimento al divino , l’aveva già detto Platone , ma non era possibile durante la vita : per Plotino questa liberazione è già possibile durante la vita terrena . Per Plotino ci sono più vie per tornare all’uno :
- quella platonica : l’amore del bello , erotica platonica
- quella etica-politica : delle virtù
- quella della dialettica : della conoscenza
- ( preferita da Plotino ) quella della semplificazione : estasi , uscire fuori da sé , via mistica in cui uno fa esperienza del divino staccandosi dal corpo
L’estasi è un contatto diretto col divino , l’ottenere il ricongiungimento dell’anima con l’uno , è il sommo delle beatitudini . Per Plotino l’estasi è possibile perché tutte le ipostasi derivano dall’uno per una sorta di differenziazione . Il congiungimento dell’uno avviene togliendo l’alterità morale , bisogna superare il sortilegio , che è tutto ciò che è in relazione con qualcosa di esterno. Ritornare all’uno significa superare le alterità . La via del ritorno è un levare tutte le molteplicità . L’estasi non è uno stato di incoscienza , perdere la propria identità , è uno stato di ipercoscienza , l’anima si riempie dell’uno , raggiunge il massimo della coscienza . Nella concezione dell’estasi era influenzato dalla filosofia ebraica ; mentre per i cristiani e gli ebrei l’estasi è un dono di Dio , per Plotino non è così , è l’espressione più alta della capacità dell’anima di salire verso l’uno .
Fonte: http://digilander.libero.it/terzacmanzoni/Filosofia/filosofia.zip
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