Francobolli variazione valore facciale con soprastampe

 

 

 

Francobolli variazione valore facciale con soprastampe

 

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Francobolli variazione valore facciale con soprastampe


LE SOPRASTAMPE

 

Con il nome di soprastampe si vogliono intendere le parole, o numeri, o segni o disegni che vengono impressi su di un francobollo in data successiva alla sua realizzazione, con lo scopo di apportarvi una modifica. I francobolli con soprastampa sono in genere da considerare provvisori in quanto, il più delle volte, approntati d’urgenza in attesa della stampa di valori definitivi.
L’apposizione della soprastampa sui francobolli comporta normalmente un nuovo inserimento dei fogli ultimati nelle stampanti, ad eccezione di casi sporadici, in cui la sovrastampa veniva apposta a mano, in genere in modo alquanto precario ed artigianale.
Gli scopi per cui una soprastampa veniva applicata su un francobollo potevano essere molteplici; elenchiamo quelli più frequenti:

  1. variazione del valore facciale
  2. modifica dell’uso
  3. modifica per mutamenti politici o geografici
  4. celebrazione di particolari avvenimenti

A volte la soprastampa era tale da raggiungere contemporaneamente più di uno degli scopi indicati; ad esempio poteva cambiare il valore facciale del francobollo e nello stesso tempo commemorare un particolare avvenimento. Vediamo ora di passare in rassegna  gli scopi indicati, mediante esempi che riteniamo particolarmente significativi.

Variazione del valore facciale

Spesso, specialmente nel periodo del Regno d’Italia, le variazioni tariffarie non erano accompagnate da immediata emissione dei valori corrispondenti, per cui si rendeva necessario soprastampare i francobolli vecchi con il nuovo facciale, anche per utilizzare le scorte rimaste, che spesso erano abbondanti.
Antesignano di tutti i francobolli soprastampati in Italia è il valore da 15 centesimi del Regno, tipo De La Rue, con effigie di Vittorio Emanuele II, il cui facciale è stato portato a 20 centesimi all’inizio del 1865, mediante idonea soprastampa. Il motivo di questa variazione è da ricercarsi nel fatto che il porto per la lettera semplice era stato elevato da 15 a 20 centesimi, rendendo inutile il francobollo da 15 centesimi, mentre non esisteva alcun valore da 20 centesimi. La soprastampa realizzata era alquanto originale, poiché era costituita da una linea nera a semicerchio, da cui il nome “a ferro di cavallo”, che copriva la scritta “15 centesimi”, mentre veniva riportata la scritta 20c. in alto e in basso ai quattro spigoli del francobollo. Questo francobollo rimase in uso fino al momento della stampa del valore definitivo da 20 centesimi, emesso nell’Aprile del 1867.
Il 1° Gennaio 1875 furono emessi speciali “francobolli di stato”, indicati anche come francobolli di servizio, che dovevano essere  utilizzati  da tutti gli uffici pubblici ammessi alla franchigia;

 

erano stati creati per motivi contabili e statistici. Si trattava di una serie di otto francobolli con valori che partivano da 0,02 lire per arrivare fino a 10 lire.
Questi francobolli, non ammessi per le affrancature private, ebbero vita breve, in quanto il loro uso fu abolito il 31 Dicembre 1876, dopo soli due anni. Tuttavia le rimanenze furono molto elevate, per cui si pensò di riutilizzare questi francobolli trasformandoli in valori per le stampe; siccome la tariffa di primo porto per le stampe era di 2 centesimi, tutti gli otto francobolli furono soprastampati con questo valore, mentre la cifra originale era cancellata con una serie di linee ondulate. Nel complesso si è trattato di una soprastampa abbastanza gradevole, di colore azzurro; questi francobolli ebbero un uso abbastanza diffuso e non sono difficili da reperire. Con questa soprastampa non solo si è cambiato il valore dei francobolli, ma anche la loro funzione, in quanto da francobolli di servizio, in uso solo per gli uffici pubblici, sono diventati francobolli per le stampe, e quindi ammessi ad uso privato. 
Nel 1890-91 fu la volta dei segnatasse ad essere soprastampati. I valori da 1 e 2 centesimi non trovavano un uso pratico; di qui la decisione di soprastamparli con valori da 10, 20 e 30 centesimi, che avevano un impiego più frequente, al fine di smaltire le scorte. La soprastampa che venne realizzata è alquanto curiosa: un ovale nero per coprire il vecchio valore, all’interno del quale furono inseriti due cerchi grigi contenenti le due cifre del nuovo numero; da qui il soprannome di “mascherine” che venne dato a questi segnatasse. Bisogna però dire, come si può vedere dall’esemplare raffigurato, che il numero sottostante, in questo caso il 2, non è stato nascosto molto bene.
Anche negli altri servizi era frequente l’uso delle soprastampe per modificare il valore dei francobolli, per la necessità di rincorrere le tariffe postali in continuo cambiamento, specialmente fra il 1916 e il 1927. A titolo di esempio mostriamo due francobolli rispettivamente per il servizio espresso e la posta aerea, ma anche i francobolli per la posta pneumatica e il recapito autorizzato non sfuggirono a soprastampe. Il francobollo espresso da 30 centesimi era stato emesso nel 1908 e copriva la tariffa per l’estero; a seguito di vari mutamenti tariffari nel 1921 fu soprastampato con il valore di 1,20 lire, quindi quattro volte superiore.

                

           I primi valori specifici per la posta aerea furono emessi nel 1926, ma già l’anno successivo beneficiarono una volta tanto di una riduzione di tariffa; così il francobollo da 1 lira azzurro fu soprastampato con il valore da 80 centesimi.
Nel 1924, dopo tanti altri cambiamenti di valore più o meno interessanti, con relative soprastampe, si arrivò ad una tariffa alquanto strana, da 7½ centesimi, che serviva per coprire la tariffa per le stampe

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di primo porto spedite dagli editori. Naturalmente non esistevano, fino ad allora, franco
bolli con tale importo, per cui la prima cosa che si pensò di fare fu quella di soprastampare altri francobolli con lo scopo di ottenere quel valore. Erano disponibili in buona quantità francobolli da 85 centesimi del tipo “Michetti a sinistra” non più utilizzabili poiché quell’importo da tempo non trovava un corrispondente utilizzo fra le tariffe postali italiane. E così fu effettuata la soprastampa, cancellando il vecchio valore con delle sbarrette parallele e imprimendo in basso la scritta “Cent. 7½”. Questo francobollo, con una nuova soprastampa del 1927 che si differenzia dalla precedente per piccoli particolari, rimase in uso fino al 1928, quando fu realizzato un francobollo definitivo con quel singolare valore.
Altre soprastampe con cambiamento di valore non furono realizzate fino all’inizio della guerra, anche perché per un periodo alquanto prolungato non vi furono ulteriori cambiamenti nelle tariffe postali. Poi gli avvenimenti tragici della seconda guerra mondiale portarono alla drammatica divisione della nazione: da una parte, al nord, la Repubblica Sociale Italiana, e dall’altra il Regno d’Italia, affidato alla Luogotenenza del principe Umberto. Mentre la Repubblica Sociale soprastampò francobolli in corso solo per modificarne simboli o diciture non più ritenute consone, la Luogotenenza provvide ad effettuare soprastampe anche per modificarne il valore. Questo francobollo da 1,75 lire della serie “Imperiale” è stato soprastampato con il valore da 2,50 lire; si noti che le sbarrette parallele per cancellare le scritte “Lire” e “1,75” sono state fatte più lunghe di quanto strettamente necessario, allo scopo di cancellare anche i fasci, simboli del passato regime.                        
  Con l’avvento della Repubblica l’uso delle soprastampe per modificare il valore dei francobolli si è andato diradando notevolmente, fino a scomparire del tutto. Tra i pochi francobolli soprastampati nei primi anni della Repubblica vogliamo ricordare il francobollo di posta aerea da 3,20 lire, emesso il 1° Ottobre 1945 assieme ad altri valori, che nel 1947 è stato soprastampato con il valore “Lire 6”, per seguire l’evolversi dei cambiamenti tariffari. Il motivo per cui è stato soprastampato solo il valore da 3,20 lire e non gli altri è abbastanza ovvio: mentre gli altri francobolli avevano un valore intero, per cui anche con il cambio di tariffa potevano comunque trovare uso assieme ad altri francobolli per comporre importi più alti, questo francobollo, che presentava anche dei decimali, non poteva più essere usato, in quanto ormai esistevano solo tariffe intere. Come si può vedere dall’immagine, per cancellare il vecchio valore sono state usate due gradevoli linee ondulate.
Anche i francobolli delle Colonie Italiane hanno subito varie soprastampe per modificarne il valore; per tutti prendiamo il francobollo del Benadir (Somalia Italiana) del valore da 1 anna (moneta locale), emesso assieme ad altri valori nel 1903. Questo francobollo nel 1906 fu soprastampato in moneta italiana c. 10, senza che venisse cancellato il vecchio valore.   Molti anni dopo fu ripreso per

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essere ulteriormente soprastampato, in due diverse occasioni: nel 1922 lo ritroviamo con l’aggiunta di una nuova soprastampa con il valore 6 besa, lasciando però anche la vecchia soprastampa in centesimi, e infine nel 1923 soprastampato con il valore 18 besa e cancellatura della vecchia soprastampa c. 10. Evidentemente, questi due francobolli rientrano nella schiera dei valori che hanno ricevuto, in tempi diversi, più di una soprastampa.
Modifica dell’uso

Un francobollo realizzato  per un determinato scopo o un determinato servizio, può essere destinato, per motivi contingenti, per eccesso di scorte o per scelte diverse dell’amministrazione postale, ad un altro servizio. Durante il Regno d’Italia si sono verificati casi di questo genere, e ne illustriamo gli esempi più significativi.
Negli anni 1884/86 fu emessa una serie speciale di sei francobolli per pacchi di grandi dimensioni, con effigie del Re Umberto I in ovale, volto di profilo. Questi francobolli andarono in disuso nel 1888, a seguito dell’introduzione dei bollettini di spedizione con impronta di valore, sui quali potevano essere eseguite eventuali integrazioni di affrancatura con francobolli ordinari. Le Regie Poste ritennero opportuno utilizzare le rimanenze cambiando la loro destinazione d’uso mediante soprastampa di questi francobolli con il valore comune di 2 centesimi, tariffa valevole per le stampe in porto semplice.
Ed ora passiamo alla posta aerea: sin dai primi esperimenti di volo, l’aeroplano venne considerato particolarmente adatto al trasporto postale. Risalgono al 1911 le prime prove in Italia di voli postali, ma fu in piena prima guerra mondiale, nel Maggio 1917, che presero vigore e risonanza gli esperimenti di trasporto della posta. Per i voli che il pilota Mario De Bernardi  compì

               

fra Torino e Roma e ritorno, le Poste Italiane approntarono un apposito francobollo, mediante soprastampa del valore espresso del 1903 da 25 centesimi. Il mese successivo , per il volo postale con idrovolante da Napoli a Palermo e ritorno fu soprastampato il francobollo espresso urgente da 40 centesimi, non emesso. In questo caso due francobolli espresso sono stati trasformati in francobolli di posta aerea, mediante soprastampa. Si tratta anche dei primi due francobolli al mondo destinati unicamente ad un servizio aeropostale. La validità di questi due valori all’affrancatura fu limitata alle sole corrispondenze inoltrate con i due voli speciali.
Nel 1921 apparvero le “Buste Lettere Postali”; si trattava di buste che recavano avvisi pubblicitari ed erano vendute al pubblico con i francobolli già applicati, ad un costo di  5  centesimi,  quindi molto al di sotto del valore facciale.  Per l’impiego su queste

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buste furono soprastampati francobolli ordinari con la dicitura “BLP”, cambiando con essa l’uso dei francobolli stessi.
Anche il Vaticano, nei primi anni dopo il suo riconoscimento a seguito dei Patti Lateranensi, ha utilizzato soprastampe per modificare l’uso di taluni francobolli. A titolo di esempio mostriamo francobolli della serie “Conciliazione” del 1929 che, grazie ad opportune soprastampe sono diventati anche “francobolli per pacchi” e “segnatasse”.

               

Modifica per mutamenti politici o geografici

Sono in genere le guerre a provocare importanti mutamenti politici o geografici; il francobollo è uno degli strumenti più straordinari per seguire i cambiamenti che si sono succeduti nelle varie nazioni, in quanto, non appena un nuovo territorio veniva annesso, oppure un regime veniva sostituito, immediatamente erano emessi francobolli attestanti la nuova situazione geopolitica. E siccome era importante che i nuovi francobolli entrassero in commercio al più presto, quale significativi veicoli per far comprendere alle popolazioni la nuova situazione, spesso, per accorciare i tempi, si ricorreva alla soprastampa di francobolli esistenti.
In Italia i primi francobolli con soprastampe di questo genere si ebbero con la prima guerra mondiale. Questioni territoriali e di predominio furono alla base del conflitto scoppiato nell’estate del 1914 fra Impero Austriaco e Germania da una parte, e Francia, Gran Bretagna e Russia dall’altra, anche se la scusa scatenante fu l’assassinio dell’Arciduca d’Austria a Sarajevo.
 L’Italia inizialmente si dichiarò neutrale; in seguito, però, le istanze irredentistiche verso Trento e Trieste, allora austriache, ebbero il sopravvento e nel Maggio del 1915 anche l’Italia entrò in guerra contro l’Austria e la Germania. La reazione austriaca all’iniziale avanzata italiana nel Veneto costrinse ad un’estenuante guerra di posizione culminata nell’autunno 1917 con la disfatta di Caporetto ed il ripiegamento fino al Piave. L’occupazione austriaca del Veneto portò all’emissione, il 1° Giugno 1918, di una serie di francobolli atti ad essere usati in questi territori; questi valori furono ottenuti da francobolli d’Austria – Ungheria di posta militare, con effigie di Carlo I, mediante soprastampa del valore in centesimi o in corone. Ma l’emissione di questa serie risultò alquanto tardiva e fu usata per poco tempo, poiché l’esercito italiano già il 24 Maggio aveva varcato il Piave e iniziato una poderosa riscossa che lo avrebbe portato alla definitiva  vittoria  il  3  Novembre 1918.    A  questo  punto  toccava

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all’Italia sfruttare la situazione ed emettere francobolli italiani per i territori appena conquistati (Trentino Alto Adige, Venezia Giulia, Istria). Lo fece praticamente subito, nel giro di pochi giorni, con un’emissione ottenuta  sfruttando i francobolli austriaci di corso normale rimasti nei territori abbandonati, mediante due soprastampe distinte per il Trentino e per la Venezia Giulia. Queste soprastampe indicavano chiaramente l’appartenenza dei territori al Regno d’Italia e riportavano, oltre alla località, anche la data della vittoria. Non modificavano invece, per il momento, il valore dei francobolli stessi, che rimaneva in Heller e corone austriache. Queste soprastampe furono eseguite dalla tipografia Seiser a Trento.
Nel frattempo si preparava l’emissione di francobolli italiani per questi territori, e nel mese di Dicembre uscirono i valori ordinari con le soprastampe eseguite dapprima ancora nella stamperia di Trento, poi a Roma. Anche in questo caso vennero realizzati francobolli con soprastampe diverse per i due territori; i primi emessi recavano solo il nome del territorio (Venezia Giulia o Venezia Tridentina), mentre quelli successivi riportavano anche il valore in moneta austriaca per favorire la comprensione da parte delle popolazioni locali. Successivamente vennero emessi anche francobolli comuni per entrambi i territori, con la stessa soprastampa riportante solo il valore in moneta austriaca. Nell’Aprile del 1919, comunque, tutti questi francobolli con soprastampa specifica per quei territori andarono fuori corso ed inizio la regolare distribuzione dei francobolli italiani.
A partire dall’inizio del ventesimo secolo era in atto l’espansione coloniale italiana, che avrebbe visto la nostra nazione allargare i suoi domini all’Eritrea, alla Somalia, alla Libia, alle Isole del Dodecanneso e ad altri territori minori. In moltissime occasioni per tutti questi territori furono soprastampati francobolli di normale corso in Italia, e non solo di tipo ordinario o per i servizi, ma anche commemorativi. E’ un numero enorme quello dei francobolli soprastampati con il nome di ogni singola Colonia o, per il Dodecanneso, addirittura per ogni singola isola. Ci limitiamo, quale esempio, a riprodurre un francobollo commemorativo per la Somalia Italiana ricavato dalla terza emissione “Pro Opera Previdenza Milizia”. L’uso dei francobolli per le colonie terminò, ovviamente, con la seconda guerra mondiale, quando l’Italia perse tutti i suoi possedimenti.
La seconda guerra mondiale fu causa di enormi sofferenze per il popolo italiano, ma per la filatelia fu feconda poiché, a seguito delle situazioni politiche che si sono venute a creare, furono stati realizzati molti francobolli diversi, e soprattutto le soprastampe si sprecarono (molte di queste anche non autorizzate e quindi alquanto discutibili dal punto di vista filatelico). I fatti sono noti: nel Luglio del 1943 le forze americane sbarcarono in Sicilia e sferrarono un attacco che in poco più di un mese le portò ad occupare tutta l’isola. Questa sconfitta provocò una crisi politica, con la caduta del fascismo e l’arresto di Mussolini e, in seguito, l’armistizio con gli alleati dell’8 Settembre e la fuga del Re e del Governo in Puglia. La reazione tedesca spezzò in due parti l’Italia: a nord il nuovo stato repubblicano proclamato da Mussolini, dopo la sua liberazione per ordine di Hitler, che avrebbe preso il nome di “Repubblica

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Sociale Italiana”; al sud il Regno d’Italia che era in gran parte sotto amministrazione del Governo Militare Alleato. Alla fine di Settembre, a seguito di un sollevamento popolare, Napoli venne evacuata dai tedeschi ed occupata dalle truppe alleate senza colpo ferire.
Con il ripristino del servizio postale e per ribadire la loro autorità, gli alleati provvidero ad emettere tre francobolli soprastampando altrettanti valori della serie “Imperiale”, da 20, 35 e 50 centesimi, con la scritta “Governo Militare Alleato”.
Nel frattempo al nord, con la proclamazione della Repubblica Sociale Italiana, si decideva, in via provvisoria, di utilizzare i francobolli della serie Imperiale esistenti soprastampando quelli con l’effigie del Re, a questo punto considerato un traditore, e lasciando inalterati quelli che non presentavano l’effigie del Sovrano. Furono cinque i valori che vennero soprastampati, e cioè quelli da 25, 30, 50 e 75 centesimi, e da 1,25 lire. Le soprastampe erano di tipo e colore diverso a seconda del francobollo. Nei valori da 25 e 75 centesimi la soprastampa, eseguita con inchiostro nero era costituita da un fascetto con la dicitura “Repubblica Sociale Italiana”, in quelli da 30 centesimi e 1,25 lire da un fascio più grosso colore rosso senza alcuna dicitura, mentre nel valore da 50 centesimi dalla sola dicitura, sempre in colore rosso. Il tutto in attesa che venissero emessi i francobolli definitivi della Repubblica Sociale Italiana.
Come è noto, la guerra terminò il 25 Aprile 1945 con la vittoria degli alleati. Tuttavia nel settore orientale della penisola rimanevano tensioni a causa delle pressioni jugoslave su quelle località; di conseguenza le province di Udine, Gorizia, Trieste e Pola rimasero sotto la giurisdizione del Governo Militare Alleato fino al Settembre 1947 quando, in base al trattato di pace, Gorizia e Udine tornarono all’Italia, Pola e Zara divennero definitivamente jugoslave, e venne  creato  il Territorio  Libero di Trieste.  In  questo  periodo il Governo Militare  Alleato fece

 

soprastampare alcuni tipi di francobolli con la sigla “A.M.G.-V.G.” (Allied Military Governement - Venezia Giulia), per essere usati in questi territori.               
Il Territorio Libero di Trieste comprendeva la città, il porto e una modesta zona di retroterra da Duino a Cittanova, e venne suddiviso in due zone: la zona A, che comprendeva la città, venne affidata alle forze alleate (anglo-franco-americane), mentre la zona B fu affidata agli Jugoslavi. I francobolli emessi per tutto il periodo di durata del Territorio Libero di Trieste, nella zona A, erano identici ai corrispondenti francobolli della Repubblica italiana, ma portavano soprastampata la sigla “A.M.G.-F.T.T.” (Allied Military Governement – Free Trieste Territory) .  IL 6 Otto-

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bre 1954 Trieste venne definitivamente affidata all’Italia e cessò di conseguenza l’emissione di francobolli con queste soprastampe.
Il ventennio fascista coinvolse anche la piccola Repubblica di San Marino, la più antica repubblica del mondo, culla di democrazia; nel 1922 nacque infatti il Partito Fascista Sammarinese che, nel volgere di poco tempo, raggiunse il potere e per 17 lunghi anni impose il silenzio ad ogni voce di dissenso. Nel 1943 venne approntata una serie di ben 21 valori, di cui otto di posta aerea, per commemorare il ventennale della fondazione dei Fasci sammarinesi. Ma il 28 Luglio, a seguito degli avvenimenti italiani, anche il Partito Fascista di San Marino cadde; la nuova amministrazione si trovò a disposizione una lunga serie già approntata e decise di utilizzarla comunque, mediante soprastampa, facendo cancellare la scritta “Ventennale dei fasci 1922 – 1942” e facendo stampare in alto “28 luglio 1943 – 1642 d. F. R.”; l’ultima parte significa 1642 anni dalla fondazione della Repubblica. Una parte consistente dei francobolli per la commemorazione dei Fasci sammarinesi vennero emessi anche con una soprastampa diversa, costituita sempre dalle sbarrette per cancellare la scritta celebrativa, e dalla dicitura “Governo Provvisorio”.

Celebrazione di particolari avvenimenti

Anche le celebrazioni di avvenimenti di particolare importanza o rilevanza sociale hanno sfruttato il francobollo quale potente veicolo di propaganda e diffusione. E così in più occasioni francobolli sono stati soprastampati per ricordare tali avvenimenti. Ne descriviamo alcuni fra i più significativi.
Nel 1924 venne organizzata una crociera nell’America Latina con la Regia Nave Italia; questa crociera, destinata a toccare nel suo lungo viaggio diversi porti della costa atlantica del Sud America, aveva natura essenzialmente propagandistica, essendo il suo scopo principale quello di far conoscere in quei posti i prodotti dell’economia nazionale. In quella occasione le Poste Italiane provvidero ad emettere una serie commemorativa di sette francobolli soprastampando francobolli ordinari di uso comune in quel momento in corso. La soprastampa, su tre righe, era costituita dalla dicitura “CROCIERA ITALIANA 1924”, e comprendeva quattro valori Michetti a sinistra, rispettivamente da 30, 50, 60 e 85 centesimi, un valore Leoni da 10 centesimi e due valori Floreale da 1 e 2 lire. La vendita di questi francobolli fu effettuata esclusivamente a bordo della nave ed era riservata ai passeggeri ed all’equipaggio della nave stessa.
Negli anni trenta particolare riguardo fu dedicato ai primi voli transatlantici, e per questi furono emessi o soprastampati vari francobolli. Celebratissima è la famosa crociera nord-atlantica Roma – Chicago – Roma effettuata nel 1933 attraverso ardimentose tappe: il sorvolo delle Alpi da Orbetello ad Amsterdam, la navigazione cieca sul mare glaciale, dall’estremo Labrador agli Stati Uniti, ed ancora la traversata dell’oceano per la rotta più lunga durante il ritorno. Agli ordini del generale Balbo 25 idrovolanti e 100 uomini di equipaggio compirono un percorso di 19.935 chilometri, con 13 decolli a pieno carico ed altrettanti ammaraggi in mari e laghi pieni di incognite. Partiti il 1° Luglio, giunsero nella città america il 15 dello stesso mese; dei 25 apparecchi partiti, 23 rientrarono trionfalmente al Lido di Ostia. In occasione di questa crociera l’Italia approntò due originalissimi francobolli (trittici) destinati ad essere utilizzati solo per l’ affrancatura del

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la corrispondenza trasportata dagli aerei partecipanti alla crociera. Questi francobolli, realizzati in fogli di venti esemplari, presentano una particolarità peculiare: ognuno dei venti valori è soprastampato sulla vignetta di sinistra con la sigla di un diverso aereo (corrispondente alla parte iniziale del cognome del comandante dell’aereo); in questo modo sui 20 aerei destinati a trasportare la posta spedita dal territorio metropolitano vennero imbarcate le missive affrancate con il francobollo avente soprastampa corrispondente al nome dell’aereo.

          

Nel trittico raffigurato la sigla I – BIAN sta per Italia e Biani Vincenzo, comandante di quell’apparecchio.
Notevole interesse hanno destato anche le crociere dei dirigibili tedeschi Zeppelin. Verso la fine di Maggio del 1933 un dirigibile Zeppelin  effettuò una crociera di propaganda in Italia, accolto dalle massime autorità, fra cui il generale Balbo ed il Re in persona; mentre le poste italiane emettevano una specifica serie di francobolli per commemorare l’avvenimento, anche le poste di San Marino ricordarono l’evento con una serie di 6 francobolli, ottenuta soprastampando i normali francobolli di posta aerea con un disegno del dirigibile, con la scritta “Zeppelin 1933” e apportando al tempo stesso un sensibile aumento al valore facciale di ogni singolo francobollo.
Nell’immediato dopo guerra San Marino fu molto attenta alla vendita dei francobolli per collezione, fonte di sensibili guadagni per quella piccola Repubblica; nel 1949 si svolse la prima Fiera internazionale del francobollo di Riccione, e una giornata fu dedicata alla filatelia Sammarinese; per celebrare l’evento le poste del Titano soprastamparono due francobolli, da 1 lira e da 2 lire della serie detta “Ricostruzione”, con la dicitura “Giornata filatelica San Marino – Riccione 28 – VI – 1949”.
Già in precedenza, nel 1943, vi era stata una emissione dedicata alla “Giornata filatelica Rimini – San Marino”, e negli anni successivi San Marino avrebbe continuato a dedicare francobolli alle giornate filateliche, sempre però in stretta collaborazione con Riccione, la cui Fiera internazionale si andava sempre più imponendo nel campo del collezionismo filatelico.

  
    

 

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Fonte: http://digidownload.libero.it/danielefocosi/acs/Le%20soprastampe.doc

Sito web da visitare: http://digidownload.libero.it/danielefocosi/acs

Autore del testo: Gioachino BALDI

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