Topolino e la sua storia

 

 

 

Topolino e la sua storia

 

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STORIA DI TOPOLINO

 

 

 

 

 

 

 

La storia di Topolino inizia nel 1928, quando Walter Elias Disney (in arte Walt Disney), dopo avere fondato insieme a suo fratello Roy, uno studio per la produzione di cartoni animati, ideò il suo primo personaggio che inizialmente chiamò Mortimer Mouse, ma in seguito, dietro suggerimento della moglie, ribattezzò con il nome di Mickey Mouse (in Italia venne chiamato Topolino). E' un topo (un topolino per l'appunto) con delle grosse orecchie tonde e nere e con delle braccia e delle gambe molto sottili. Indossa dei pantaloncini rossi con due bottoni gialli, delle scarpe e dei guanti gialli. Il primo cartone animato della loro produzione, realizzato grazie anche alla collaborazione dell'amico disegnatore Ub Iwerks, si intitolava "Streamboat Willie" e aveva come protagonisti Topolino e la sua fidanzata Minnie. Fu presentato in un cinema di New York e si avvaleva di un bel commento musicale in ottima sincronia con le scene animate. E pensare che dopo questa anteprima, il produttore Louis B. Mayer (non certo un talent-scout), non volle mettere sotto contratto Disney, in quanto pensava che Topolino, visto come un grosso topo sullo schermo, avrebbe terrorizzato la gente! In seguito, lo studio Disney continuò a produrre cartoni animati e grazie alla serie delle "Silly Symphonies" ("Sinfonie allegre"), dove comparvero Lupo Ezechiele e i tre porcellini, nel 1933 vinse il primo dei 31 premi Oscar che avrebbe ricevuto in tutta la carriera.Topolino fece la sua prima comparsa nel mondo dei fumetti, nel 1930. Fu caratterizzato da subito, come un personaggio intelligente, ottimista e coraggioso. Grazie alle sue intuizioni Topolino è uno straordinario detective, ma anche un personaggio di avventura capace con il solo uso della ragione (e non della forza) di sopraffare nemici, fisicamente molto più forti di lui (ad esempio, Gambadilegno). Topolino non svolge un mestiere ben preciso, collabora come investigatore privato con la polizia di Topolinia, ma spesso e volentieri si arrangia con altri lavori. Vive in una casa in stile americano, circondata da un bel giardino, nella città di Topolinia. Le prime pubblicazioni di Topolino furono veramente dei capolavori fumettistici e si avvalevano del grande disegnatore Floyd Gottfredson. Da ricordare le storie:"Topolino e il mistero di Macchia Nera", "Topolino sosia di re Sorcio", "Topolino e la banda dei piombatori", "Topolino giornalista", "Topolino e il mistero dell'uomo nuvola", "Topolino e il gorilla Spettro", "Topolino all'età della pietra". Col tempo Topolino si è evoluto graficamente. Ora indossa pantaloni lunghi rossi, una maglietta blu con le maniche corte, scarpe gialle abbinate ai guanti dello stesso colore. Nel 1940 Topolino fu uno dei protagonisti di quello che i critici cinematografici hanno definito il migliore cartone animato di tutti i tempi: Fantasia. Ma al suo esordio nelle sale cinematografiche, questo cartoon non fu accolto da molti consensi, infatti il tentativo di visualizzare la musica classica (colta) con l'uso dei cartoni animati (arte povera) fu visto come un vero e proprio delitto culturale. Topolino apprendista stregone è qui l'aiutante di un potente mago che impossessatosi del suo capello magico, riesce ad animare delle scope, ma perde il controllo della sua magia e combina un "mare" di guai.


Ma il successo di Topolino lo si deve senza dubbio anche a tutti i personaggi che lo hanno accompagnato nelle sue storie, primo fra tutti Pippo, il suo migliore e inseparabile amico. Nell' originale americano Pippo venne chiamato Goofy, che significa "sciocco, buffo" e sicuramente questo nomignolo è molto azzeccato vista la sua personalità. Infatti Pippo, contrariamente a Topolino è perennemente distratto, pronto a combinare qualche guaio. Nonostante tutto, più di una volta è riuscito a risolvere delle situazioni intricate che lo hanno visto protagonista. Pippo è un personaggio buono, sensibile e poetico. In una storia che lo vedeva divertirsi nel fare delle bolle di sapone, mentre Topolino si disperava per problemi più pratici, si faceva notare come Pippo avesse sviluppato maggiormente l'emisfero celebrale destro (quello della creatività e dell'arte), mentre Topolino, essendo più pragmatico, doveva aver sviluppato maggiormente l'emisfero celebrale sinistro (quello della razionalità e del senso pratico), questo ci fa capire come questi personaggi si completano a vicenda. Pippo fu ideato nel 1932 con il cartone animato Mickey's Revue.La caratterizzazione del personaggio la si deve all' animatore Art Babbitt. Ma è nel 1936 che Bill Walsh e Floyd Gottfredson, lo fecero diventare il Pippo che tutti conosciamo. Ma grazie al filone supereroistico americano, che andava forte soprattutto nel dopoguerra, Pippo diede origine ad un suo alter ego: Super Pippo. L'idea fu dello sceneggiatore americano Del Connell che nel 1965, in una storia contro "Macchia Nera", beve accidentalmente uno strano carburante inventato da Archimede Pitagorico per un apparecchio di sua invenzione, in grado di individuare i banditi. In quella storia, però Pippo fu soltanto convinto di avere ricevuto dei super poteri. Fu in seguito al successo di quella storia, che si decise di inventare Pippo come un vero e proprio Supereroe e trasformarlo in Super Goof (da noi chiamato appunto Super Pippo). Vestito con una calzamaglia rossa, simile a un pigiama e con una mantellina blu. Nelle pubblicazioni americane ha una "G" sul petto mentre in quelle italiane ha una "S". Pippo si trasforma i Super Pippo dopo aver mangiato delle arachidi speciali (buccia compresa), che coltiva nel suo giardino e che nasconde nel suo inseparabile cappellino. Ha i poteri simili a quelli di Superman, come la forza sovrumana, la velocità stratosferica, lo sguardo a raggi X e tanto altro ancora a seconda delle difficoltà che incontra.


Come abbiamo accennato all'inizio, Topolino sin dalla sua prima apparizione, viene accompagnato dalla dolce fidanzata Minnie. Questo personaggio ha incarnato da sempre la figura femminile della nostra società e pur cambiando come atteggiamenti con il passare delle mode, Minnie è rimasta sempre dolce, sensibile, combattiva e dal temperamento forte, nonostante nella sua prima apparizione reciti il ruolo della donna indifesa, come veniva stereotipata la figura femminile in quel periodo. La sua caratterizzazione grafica e psicologica la si deve al fumettista, Floyd Gottfredson che è riuscito a creare un personaggio complementare a Topolino e non subordinato alla sua grande personalità. Minnie compare nelle storie di Topolino, nella maggior parte dei casi mentre cucina qualche torta, mentre prende il the insieme alla sua amica Clarabella (una mucca antropomorfa) oppure mentre è intenta ad organizzare qualche iniziativa (feste, vendite per beneficenza, ecc...). Da sempre la coppia di Topolino e Minnie rappresenta quella degli eterni fidanzati.


Pur non avendo figli, nelle storie di Topolino, molto spesso compaiono due topolini gemelli; sono Tip e Tap, i suoi nipoti . Fecero la loro prima comparsa nel 1932, all'interno del fumetto Mickey's Nephews, disegnato da Floyd Gottfredson, mentre nel mondo dei cartoni animati esordirono nel 1934 con “Topolino e la schiacciasassi” (Mickey's Steamroller). Tip e Tap, graficamente assomigliano allo zio Topolino e indossano dei vestitini alla "marinara" con in testa un cappellino. Sono intelligenti, vivaci, curiosi e soprattutto nelle prime storie, sottolineano l'incapacità di Topolino nel tenerli a bada, (un poco come tutti gli adulti nei confronti dei bambini). A Tip e Tap si contrappone la nipotina di Minnie, Melody, con la quale nascono spesso e volentieri delle profonde antipatie.
La gioia di Tip e Tap nasce quando incontrano Pluto, il cane di Topolino. E' un cane molto affettuoso, fedele, sensibile, curioso e molto spesso combina guai, ma in molte storie ha aiutato Topolino a catturare il ladro di turno, grazie anche al suo infallibile fiuto. Fa il suo esordio nel 1930 all'interno della serie Mickey Mouse Cartoon. Ma Pluto riflette anche una contraddizione stilistica dei personaggi, infatti è un cane che si comporta come un cane (anziché parlare abbaia), mentre Pippo, Topolino e tutti gli altri sono degli animali antropomorfi, che parlano e si comportano come fanno normalmente gli esseri umani.


Fra questi personaggi, non compaiono soltanto animali umanizzati, ma anche uomini provenienti dal futuro come Eta Beta (Eaga Beeva) creato da Bill Walsh e Floyd Gottfredson nel 1947. La sua prima storia si intitolava "Eta Beta, l'uomo del 2000" . E' una stranissima creatura dal corpo sottile e dallo strano testone triangolare, con mani a piedi provvisti di un unico dito e un naso improbabile. Precede ogni parola con lettera "p", si nutre di naftalina (che lui chiama p-naftalina) ed è capace di prevedere il futuro e di leggere nel pensiero. Ma la cosa più assurda di questo personaggio è che dal suo minuscolo gonnellino nero, riesce a tirare fuori oggetti di tutti i tipi: armadi, lavatrici, martelli, assi da stiro, quadri ecc..., inoltre dorme comodamente, in perfetta posizione orizzontale , sopra il pomolo di un letto. Eta Beta è accompagnato nelle sue storie da un cagnolino altrettanto strano, chiamato Flip. Ha la proprietà di capire se le persone stanno dicendo la verità o se stanno mentendo e può costringerle a non dire le bugie.

 


Ma chi sono i nemici di Topolino? Innanzitutto Pietro Gambadilegno, il suo nemico numero uno. Più che un ladro di professione fa' il "cattivo", visto che nelle sue avventure ha interpretato vari ruoli, dal classico rubagalline, al gangster, al falsario, all'accalappiacani, o addirittura al capo della polizia (vedi il cartoon del 1936, Moving Day). Con la sua statura imponente, la sua mole massiccia e la sua arroganza, Gambadilegno ha una personalità che incute paura a tutti, tranne a Topolino, sempre pronto a ridicolizzarlo cogliendolo con "le mani nel sacco" in qualche sua losca impresa. Al suo esordio Gambadilegno aveva effettivamente una gamba di legno, ma in una storia del 1942 "Topolino e il Boscaiolo" dichiara di averla sostituita con una protesi. Adesso cammina e corre come se nulla fosse. Dal 1960 Gambadilegno è accompagnato da una figura femminile chiamata Trudy, simile a lui nelle dimensioni e affine nel animo truffaldino, è caratterizzata da una forte gelosia nei confronti del suo compagno.
Un altro character molto misterioso è intrigante che conferisce alle storie di Topolino la catteristica del giallo è Macchia Nera, un geniale malvivente che indossa un lenzuolo nero e firma i suoi messaggi con una macchia di inchiostro nero. Fa la sua prima apparizione nel 1939 con la storia capolavoro " Topolino e il mistero di Macchia Nera". E' una specie di Diabolik, in grado di inventare apparecchiature geniali allo scopo di rubare oggetti preziosi. Contrariamente a Gambadilegno ha una mente finissima che mette a dura prova l'intuito di Topolino.


Vanno ricordati altri personaggi tutti molto importanti, come il capo della polizia di Topolinia, il commissario Basettoni e il suo fedele aiutante Manetta, che confida ciecamente su Topolino quando si tratta di risolvere dei casi molto intricati.
C'è poi Gancio, il dritto una gazza parlante amica di Topolino, molto furba e intelligente, protagonista di bellissime storie scritte da Romano Scarpa dagli anni '60 in poi (a Gancio si è poi unito il suo amico Bruto).


Il successo di Topolino e i suoi amici è dato anche dal fatto che in tutti questi anni molti dei personaggi disneyani si sono modernizzati nel modo di vestire e le loro avventure si sono adeguate ai tempi. Questo segreto lo fa essere ancora oggi uno dei fumetti più letti in tutto il mondo.

 

Topolino giornale

 

Nel 1932 viene assegnato a Disney uno speciale Oscar per la creazione del personaggio di Topolino. La notizia ha ampio risalto sui principali giornali di tutto il mondo e, come ovvio, anche l'Italia da il giusto peso alla notizia. Il grande can can spinge allora Giuseppe Nerbini, edicolante ed editore fiorentino, a dedicare un intero giornale illustrato al nuovo eroe dei ragazzi.


Così, nel Natale del 1932 fa il suo ingresso nelle edicole italiane una nuova pubblicazione, dal titolo Topolino, anticipando di appena un mese la prima pubblicazione americana, il Mickey Mouse Magazine edito da Herman Kamen nel formato digest che più tardi avrebbe fatto il successo, in Italia, di una nuova iniziativa editoriale dedicata all'eroe Disney. La rivista di Kamen, però, veniva distribuita solo nei grandi magazzini o nelle sale che proiettavano i film: per la diffusione nelle edicole bisognerà infatti attendere il 1935.


Ma torniamo in Italia. Sulla falsariga del celebre Corriere dei Piccoli, anche Topolino si presenta ai lettori con periodicità settimanale e si apre con una breve storia in cui le didascalie sono scritte in rima e realizzata da Giove Toppi: in un certo senso è qui che inizia la grande scuola italiana Disney.
Sul settimanale della Nerbini, comunque, trovano spazio soprattutto le strisce e le tavole realizzate da Floyd Gottfredson, mentre il primo episodio in assoluto del Topolino dei fumetti, realizzato dai suoi creatori con la collaborazione di Win Smith e apparso in originale il 13 gennaio del 1930, verrà proposto da Nerbini solo nel 1934, sul Supplemento al giornale, con il titolo di Le audaci imprese di Topolino nell'isola misteriosa. L'edizione italiana ha, però, una particolarità rispetto all'originale: si avvale infatti dell'opera di Giorgio Scudellari, illustratore di origine cilena, che corregge alcuni errori ed incongruenze presenti nella storia.
Purtroppo Nerbini non si era assicurato correttamente i diritti di pubblicazione: quando aveva varato la sua rivista, infatti, si era rivolto al Consorzio Cinematografico E.I.A., il distributore dei cortometraggi di Topolino, quando in realtà i diritti per le riviste erano stati dati in mano al giornalista Guglielmo Emanuel dallo stesso Disney. Per cui, per un paio di numeri, la testata passò da Topolino a Topo Lino, per poi riprendere la nota testata con il n. 7.

 

Gli Albi di Topolino

La storica testata che presentava in un unico numero delle lunghe saghe avventurose, gli Albi di Topolino, venne varata proprio da Nerbini. Il primo formato della rivista è quello orizzontale, che consentiva di presentare le strisce in maniera fedele all'edizione originale, senza dover rimontare le vignette.
La collana fa il suo esordio con Topolino contro Wolp, oggi considerato una sorta di Gronchi rosa, di cui sembra ci siano in giro appena dieci, forse quindici esemplari in tutto.
Questa rivista, comunque, fece storia e non solo Mondadori, ma anche altri editori amatoriali, su tutti la Comic Art, spesso riproponendo le storie classiche di Topolino, scelsero proprio questo formato orizzontale.

 

L'era Mondadori

Il numero 137 del Topolino giornale, dell'11 agosto 1935, segna il passaggio di consegne da Nerbini alla Mondadori.
L'editore milanese non cambia la linea editoriale di Nerbini e anzi, battendo la strada già tracciata, rinforza le edizioni dedicate a Topolino e al resto della banda Disney.
Prima fra tutte è la collana Nel regno di Topolino, il primo comic book al mondo dedicato al personaggio di Disney, nato ancor prima dei veri e propri comic books all'americana. Presentava le storie quotidiane e settimanali in un unico albo e rimontate nel tipico formato di albi come Four Colors o Walt Disney's Comics and Stories, con una copertina di fattura italiana, per la precisione opera di Antonio Rubino.


Sempre Rubino era l'artefice della grafica di un'altra collana Mondadori, che esordiva il 28 marzo del 1935, appena cinque mesi prima del passaggio di consegne: I tre porcellini, ispirata all'omonimo corto animato del 27 maggio 1933, e che servì all'editore come trampolino di lancio per avvicinarsi ai diritti del personaggio principale della scuderia Disney.


In quegli stessi anni, però, le iniziative con Topolino protagonista erano molte: soprattutto gli editori Frassinelli di Torino e Salani di Firenze dedicarono alcuni volumi al famoso personaggio dalle orecchie tonde: in particolare quest'ultimo vara la versione italiana, in cinque volumi, della raccolta Big Little Books. Ogni volume, di circa 300 pagine, raccoglie dei racconti che alternano alle pagine di solo testo delle pagine di sole illustrazioni tratte dai fumetti.

 

La crisi sotto la guerra

Il rapporto tra Walt Disney e Arnoldo Mondadori è molto stretto (durerà oltre trent'anni), improntato sulla fiducia e il rispetto reciproco, e soprattutto è molto proficuo per entrambi. Con l'avvento del fascismo, però, iniziano i primi problemi. Dal 1938, infatti, il Min.Cul.Pop. (Ministero della Cultura Popolare) impone alla stampa una serie di dure restrizioni, prima fra tutte quella di non editare più i protagonisti del fumetto popolare americano. Il solo Topolino è risparmiato, e così il suo logo e il suo personaggio possono continuare ad esistere nelle edicole italiane, ma in piena seconda guerra mondiale, a partire dal n. 476 del 27 gennaio 1942, anche il settimanale è costretto a cedere alle restrizioni.


Lo sostituisce Tuffolino, un ragazzetto dalle medesime caratteristiche fisiche, disegnato dal grande illustratore Pierlorenzo De Vita. La crisi, e la momentanea sostituzione, però, non evita la sospensione della testata, che avviene con il n. 564 del 21 dicembre 1943, per poi riprendere a guerra conclusa il 15 dicembre 1945.

 

Topolino libretto

La storia e la fortuna della testata, che ha ormai superato i 2680 numeri, non è da ascriversi al formato giornale, che ha il merito di averlo fatto conoscere e diffondere nel nostro paese i personaggi Disney, ma al formato libretto, più maneggevole del primo e, all'inizio, accolto con scarso entusiasmo.
Alla fine degli anni Quaranta, infatti, i giornali a fumetti che pubblicavano storie a puntate di non più di due tavole ad episodio erano irrimediabilmente in crisi, e così lo stesso Topolino, le cui vendite erano di gran lunga calate rispetto al periodo d'oro. Mondadori, però, non poteva rinunciare alla rivista da edicola per non perdere i ricchi diritti delle pubblicazioni da libreria, così decise un doloroso ma necessario cambio di formato e periodicità.
A quel tempo, infatti, l'editore dava alle stampe la Selezione dal Reader's Digest (ottobre 1948), e utilizzava appositamente una nuovissima e costosissima macchina, che restava inutilizzata nei lunghi periodi di attesa tra un numero e l'altro. Inevitabile, quindi, l'idea di utilizzare la macchina anche per produrre il nuovo Topolino, che ne ricalcherà, così, il formato (12,5 × 18 centimetri) e tutti i successivi cambiamenti (aumenti di pochi centimetri nelle dimensioni, il passaggio dalla spillatura alla brossura, cambi nel tipo di carta impiegata).


L'aprile 1949 è così un nuovo, importante punto di inizio: ampiamente pubblicizzato sugli ultimi due numeri del giornale, il 737 e il 738, tornava nelle edicole, con un nuovo numero 1, Topolino, questa volta un mensile di 100 pagine di storie esclusivamente disneyane, al prezzo di 60 lire, anziché le 15 del precedente settimanale.
La formula, però, quando venne annunciata, fece storcere il naso ai vecchi appassionati, e anche all'allora direttore, Mario Gentilini, che però realizzò un bellissimo numero primo. Il sommario d'esordio del libretto, infatti, conteneva l'ultima puntata di Topolino e il cobra bianco, di Guido Martina e Angelo Bioletto; quindi Eta Beta l'uomo del 2000, la storia di esordio di Eta Beta, scritta da Bill Walsh per i disegni di Floyd Gottfredson; quindi ben tre storie di Carl Barks: Paperino milionario al verde, con il cugino Bambo (uno dei primi nomi italiani di Gladstone Gander prima del definitivo Gastone), Pluto salva la nave, realizzata con Nick George e Jack Hanna, e la fondamentale Paperino e il segreto del vecchio castello, ovvero la seconda apparizione barksiana di Paperon de Paperoni, che risulta ancora vagamente tratteggiato.
Il sommario viene poi completato da Le storie dello zio Remo - Coniglietto e l'arcobaleno d'oro, di George Stallings e Dick Moores, con protagonisti i personaggi animati del film I racconti dello zio Tom; Buci e le pulizie di primavera, di Don Gunn, con protagonista la coccinella Buci (Bucky Bug), che aveva esordito anche sul primo numero del Topolino giornale; Il piccolo Lupo Mannaro e Capuccetto Rosso, di Carl Buettner, dove il protagonista (ovvero il piccolo Lupo Mannaro) altri non è che Lupetto, il figlio di Ezechiele Lupo, l'avversario dei Tre Porcellini nell'omonimo cartoon; tutta una serie di rubriche, scritte principalmente da Guido Martina, a quel tempo, in pratica, unico sceneggiatore Disney a lavorare per Mondadori.


Infine la copertina: l'immagine di apertura era un Topolino in alta uniforme tratto dal Walt Disney's Comics and Stories del giugno 1941, presumibilmente in cima alla parata dei personaggi Disney al gran completo, con Minni in quarta di copertina, tratta, questa volta, da Four Color Comics e opera di Ken Hultgren; in alto a sinistra, poi, sotto l'indicazione del mese e dell'anno, c'era la dicitura Vol. I. All'inizio della sua avventura, infatti, il libretto era pensato come una raccolta di sei numeri, chiamati fascicoli, e con numerazione delle pagine continua da un numero ad un altro, realizzando, così, alla fine di un semestre, una sorta di volume disneyano.


Questa rivista ha avuto tre varie periodicità, il n.1 quando è nato il 1 Aprile 1949 era mensile e durò fino al n.39 (Marzo 1952), poi diventò quindicinale dal n.40 (10 Aprile 1952) fino al n.235 (25 Maggio 1960), per finire diventare settimanale dal n.236 (5 Giugno 1960), fino ai giorni nostri. La veste, è sempre quella, tranne una piccola variazione introdotta con il n.605 del 2 Luglio 1967, quando fu proposta per la prima volta la banda gialla sul fianco, l'indicazione della testata, dell'autore, dell'editore e del numero. I numeri tondi che fanno storia sono il n.500 che è uscito il 26 Giugno 1965, il n.1000 il 26 Gennaio 1975, il n.1500 il 26 Agosto 1984, il n.2000 il 27 Marzo 1994, il n.2500 il 26 Ottobre 2003, ancora devono uscire il n.3000 il 26 Maggio 2013, il n.3500 il 25 Dicembre 2023, il n.4000 il 25 luglio 2033. Una bella curiosità, fu che in tre numeri di seguito ci furono tre prezzi diversi, il n.1411 al costo di £.700, il n.1412 £.1500, il n.1413 £.800. Con Topolino n. 1702 del 1988 la Disney subentra direttamente alla Mondadori con la sua divisione locale Disney Italia. Mantenendo lo stesso staff, allora diretto da Gaudenzio Capelli, prosegue, così, la tradizione italiana rinforzando un già folto parco testate.

 

Curiosità ed errori di stampa

  • Il n.80 del 12 dicembre 1953 esce con il prezzo ₤.80 uguale al numero della copertina.
  • Il n.241 del 10 luglio 1960 in quarta copertina è stato disegnato Paperino con tre braccia.
  • Il n.479/80 del 7 febbraio 1965 è il primo numero che ha il doppio numero in copertina per sciopero sindacale.
  • Il n.605 del 2 luglio 1967 è il primo numero ad avere la banda gialla sul fianco.
  • Il n.843 del 23 gennaio 1972 ha la copertina simile al 1315.
  • Il n.1315 del 8 febbraio 1981 ha la copertina simile al n.843.
  • Il n.1370 risulta inesistente non stampato per sciopero.
  • Il n.1415 del 9 gennaio 1983 contiene un errore alla pagina 44 ci sono quattro Qui, Quo, Qua.
  • Il n.1500 del 26 agosto 1984 esce con il prezzo ₤.1500 uguale al numero della copertina.
  • Il n.1530/31 del 31 marzo 1985 è il secondo che ha il doppio numero in copertina per sciopero sindacale.
  • Il n.1696 del 20 marzo 1988 è stato stampato in forma ridotta per sciopero sindacale.
  • Il n.1701 del 3 luglio 1988 è l'ultimo numero stampato dalla Arnoldo Mondadori Editore.
  • Il n.1702 del 10 luglio 1988 è il primo numero stampato dalla The Walt Disney Company.
  • Il n.1850 del 12 maggio 1991 è stato stampato in forma ridotta per sciopero sindacale.
  • Il n.1898 del 12 aprile 1992 festeggia l'apertura dell'Euro Disney.
  • Il n.1923 del 14 ottobre 1992 è l'unico che in copertina non hanno stampato la scritta Walt Disney.
  • Il n.1965 del 25 luglio 1993 raggiunge la tiratura record di 1.100.285 copie.
  • Il n.1994 del 13 febbraio 1994 ha l'anno e il numero uguali impossibile che si ripeta.
  • Il n.2000 del 27 marzo 1994 storico per aver raggiunto l'inizio di una nuova migliaia, in occasione è stato allegata la ristampa del mitico Numero 1, in più per l'occasione viene stampato con il record di ben 388 pagine.
  • Il n.2164 del 20 maggio 1997 in copertina viene messo il codice a barre.
  • Il n.2185 del 14 ottobre 1997 contiene la storia più piccola del mondo da Guinness dei primati.
  • Il n.2240 del 3 novembre 1998 in copertina appare per la prima volta www.topolino.it.
  • Il n.2257 del 2 marzo 1999 in copertina viene messi il prezzo sia in Lire che in Euro.
  • Il n.2301 del 4 gennaio 2000 per la ricorrenza del nuovo secolo è stato stampato con due diverse copertine una con Topolino e una con Paperino.
  • Il n.2358 del 6 febbraio 2001 contiene una storia in inglese.
  • Il n.2414 del 5 marzo 2002 è l'ultimo numero ad avere il prezzo in lire (3400).
  • Il n.2415 del 12 marzo 2002 è il primo numero ad avere il prezzo in Euro (1,76).
  • Il n.2430 del 2 luglio 2002 in copertina viene tolta la scritta Walt dalla solita scritta Walt Disney.
  • Il n.2525 del 20 aprile 2004 per errore hanno stampato la data uguale al n.2526.
  • Il n.2663 del 12 dicembre 2006 per errore hanno stampato la data del 12 novembre 2006.
  • Il n.2663 del 12 dicembre 2006 finiscono le saghe Wizards of mickey e I bis bis di Pippo e inizia la saga I passatempi di Quack Town.
  • Il n.2664 del 13 dicembre 2006 nell' indice hanno stampato per sbaglio il riassunto di una storia del n.2659.
  • Il n.2665 del 20 dicembre 2006 copertina speciale per Natale. Copertina senza codice a barre e sommario di una pagina, quando di solito è di due pagine.
  • Il n.2668 del 10 gennaio 2007 riporta in copertina la storia Zio Paperone e il somaro conteso che nell'interno non c'e'.
  • Il n.2672 del 13 febbraio 2007 hanno nella storia n°1 sbagliato due volte i nomi.
  • Dal n.2679 del 3 marzo 2007 Topolino cambia "abito"

Storie italiane

Il Topolino libretto si caratterizza, come già dal suo esordio, per presentare un sommario ricco di storie d'oltreoceano di maestri come Gottfredson e Barks, ma anche per la realizzazione di storie completamente concepite e realizzate nel nostro paese. Prima di queste, però, iniziano le copertine italiane, con Ambrogio Vergani, Michele Rubino e lo stesso Mario Gentilini, direttore della testata. Subito dopo iniziano le storie italiane, con una delle Grandi Parodie Disney: sul n. 7, infatti, per i testi di Martina e i disegni di Bioletto, inizia L'Inferno di Topolino, in cui viene fatto interpretare ai personaggi Disney l'Inferno dantesco.
Martina e Bioletto, comunque, sono solo gli apripista di una scuola che vedrà nelle sue fila artisti del calibro di Ennio Missaglia, Abramo Barosso, Luciano Bottaro, Romano Scarpa, e molti altri, e che porterà l'Italia a produrre il 75% delle storie Disney del mondo.


Nella lunga storia editoriale della testata si potranno trovare diversi modelli stilistici. Da quello di Martina, seguito da Missaglia, Barosso, Dalmasso, caratterizzato da dialoghi crudi, atmosfere da noir, a quello di Chendi, che pur riprendendo in parte lo spietato Paperone martiniano e il suo sfaticato Paperino, inizia a fare un'opera più di approfondimento, molto simile a quanto stava facendo già da alcuni anni Barks, inserendo, più spesso di Martina, delle situazioni comiche e leggere nelle sue storie. Oggi si assiste più spesso ad una svolta tendente al comico, ma le radici di quelle epiche avventure sono spesso riprese da artisti come Rudy Salvagnini, Giorgio Pezzin, Carlo Panaro, Fabio Michelini (uno dei pochi a fondere perfettamente la scuola italiana di Martina, con gli elementi classici delle storie di Barks), cui si aggiunge l'esperto Rodolfo Cimino, che ha interpretato in maniera originale e personale le grandi epopee avventurose barksiane.


Graficamente i grandi maestri sono stati Giovan Battista Carpi, che ha influenzato una gran mole di giovani artisti, Luciano Bottaro, che ha fuso nel suo personalissimo stile gli insegnamenti di Gottfredson, Barks e Biletto, Romano Scarpa, che grazie anche al suo doppio ruolo di scrittore e disegnatore ha dato un po' di respiro allo stressatissimo Martina, per arrivare ai più giovani Giorgio Cavazzano, che ha anche avuto l'onore di disegnare la copertina del n. 2000, e Massimo De Vita, figlio di Pierlorenzo che, alcuni decenni prima, aveva disegnato il Tuffolino del periodo bellico: tutti insieme questi artisti hanno creato una scuola che ha influenzato giovani leve come Tito Faraci, Claudio Sciarrone, Alessandro e Lorenzo Pastrovicchio, Giorgio Di Vita, Alessandro Barbucci, Fabio Celoni, Carlo Gentina, Gianfranco Cordara, Alberto Savini, Casty, Silvia Ziche, che oggi lavorano fianco a fianco di alcuni di questi maestri e contribuiscono a realizzare uno dei più longevi settimanali italiani.

 

L'era Disney Italia e le altre pubblicazioni storiche

Con Topolino n. 1702 del 1988 la Disney subentra direttamente alla Mondadori con la sua divisione locale Disney Italia. Mantenendo lo stesso staff, allora diretto da Gaudenzio Capelli, con la collaborazione preziosa di Elisa Penna e Massimo Marconi, prosegue, così, la tradizione italiana rinforzando un già folto parco testate.
L'Italia, infatti, ha sempre presentato un gran numero di pubblicazioni dedicate al mondo Disney. Si va dalla Collana Carosello (1957) a Gli albi tascabili di Topolino (1948) o a collane da collezionisti come Le grandi storie (1966) ed Il Topolino d'oro (1970), realizzate da editori specializzati come ANAF, Comic Art, Traverso, IF Edizioni.
Non si possono non dimenticare, poi, Nel Regno di Topolino (1935), o gli illustri Albi d'Oro, che più tardi diverranno gli Almanacco Topolino, e i simili Albi della Rosa (che più tardi diverranno Gli Albi di Topolino) e che hanno fatto da base per le successive riviste non-Disney Albi del Falco, con le storie di Superman, Batman, Hawkman (il Falco del titolo) e degli altri supereroi DC Comics, e Albi di Pecos Bill.
Non dimentichiamo, infine, la serie dei Classici di Walt Disney, con le ristampe delle storie classiche, generalmente in origine albi monotematici con tavole di raccordo tra una storia e l'altra, e la gemella Grandi Classici Disney.

 

Direttori

  • Mario Gentilini dal 1949 al 1980;
  • Gaudenzio Capelli dal 1980 al 1994;
  • Paolo Cavaglione dal 1994 al 1999;
  • Gianni Bono dal 1999 al 2000;
  • Claretta Muci dal 2000 al 2007;
  • Valentina De Poli dal 2007.

 

ALCUNI VECCHI FUMETTI

 

 

TOPOLINO NUMERO 1 DEL 1949 (LIBRETTO)

 

 

 

 

 

PERSONAGGI:


NOME: MIKEY MOUSE
NOME ITALIANO: TOPOLINO
NASCITA: 1928
ANIMALE: TOPO
VIVE A: TOPOLINIA

 

 

 


NOME: MINNIE MOUSE
NOME ITALIANO: MINNIE (RARAMENTE CHIAMATA ANCHE TOPOLINA)
NASCITA: 1928
ANIMALE: TOPO
VIVE A: TOPOLINIA

 

 

NOME: DONALD DUCK
NOME ITALIANO: PAPERINO
NASCITA: 1934
ANIMALE: PAPERO
VIVE A: PAPEROPOLI

 

 

 

 

 

NOME: DAISY DUCK
NOME ITALIANO: PAPERINA
NASCITA: 1940
ANIMALE: PAPERA
VIVE A: PAPEROPOLI

 

 

QUESTI SONO I PERSONAGGI PRINCIPALI, ALTRI LI TROVATE SU ANAGRAFE PAPEROPOLESE E ANAGRAFE TOPOLINESE (SOTTO PAGINE)

 

CITTA’

 

Paperopoli

 

Paperopoli (Duckburg - letteralmente piazzaforte del papero, dall'antico inglese, borgo papero in inglese moderno) è una delle due città in cui abitano i personaggi Disney classici (l'altra è Topolinia). Ideata da Carl Barks sulle pagine di Walt Disney's Comics and Stories per ovviare all'imperante confusione di quegli anni, Paperopoli è la capitale del Calisota e la città dove abitano Paperino con i suoi tre nipotini e tutti i personaggi che popolano le sue avventure: la fidanzata Paperina, Paperon de' Paperoni, Rockerduck e altri.

 

Le origini

Fondata da Cornelius Coot, colono inglese che insieme alle Truppe delle Marmotte difese la collina su cui venne costruito il Forte Paperopoli dall'assalto delle truppe inglesi, è famosa soprattutto per il Deposito di Paperon de' Paperoni, che sorge sulla Collina Ammazzamotori, denominata Collina Ammazzamuli prima dell'arrivo di Paperone con una delle prime automobili in commercio.
Il Forte, sede originale delle Giovani Marmotte, il corpo eco-militare fondato da Clinton Coot, è stato successivamente ritrovato dagli oggi pluridecorati discendenti di Cornelius, Qui, Quo, Qua, salvandolo dalla distruzione cui era destinato nella Falegnameria de' Paperoni.

 

La città oggi

Oggi la città è una metropoli all'avanguardia, industrialmente avanzata proprio grazie all'arrivo del denaro di Paperone. Dopo un periodo di crisi, causato dal momentaneo ritiro del magnate, lo sviluppo della città ha ripreso a pieno ritmo, diventando, per un certo periodo, anche una delle città più all'avanguardia nell'esplorazione spaziale.
Sotto la città, infine, esiste l'agglomerato di case originale, finito sottoterra a causa di un terribile cataclisma: tra questi cunicoli si è nascosta, per molto tempo, la Banda Bassotti, ritornata in azione in occasione dell'anniversario della venuta di Paperone in città. Tra questi cunicoli si contano anche numerose caverne che da Shacktown (l'altro è il quartiere Agonia), un quartiere povero di Paperopoli, finiscono sotto il Deposito di Paperone, dove una immensa caverna è anche stata l'ultima sede della perduta Biblioteca di Alessandria, il cui sapere è, oggi, racchiuso nel Manuale delle Giovani Marmotte.
La città è attraversata da est verso ovest dal fiume Tulebug, che si getta con una foce ad estuario nel mare a sud del porto.
In un'isola poco al largo della città si trova anche una copia in scala minore della Stauta della Libertà, costruita in contemporanea alla sua gemella più famosa. A causa dei materiali scadenti con cui fu edificata la struttura andò incontro ad un veloce declino e rimase inagibile e dimenticata dai paperopolesi per molti decenni finchè, in occasione del centenario della costruzione, venne restaurata e modificata grazie ai soldi di Paperone.

 

Edifici e luoghi famosi

  • Il deposito di Paperone
  • Il palazzo di Rockerduck
  • Il Municipio, con la statua di Cornelius Coot nella piazza antistante
  • Il Club dei Miliardari
  • La sede del Papersera, il quotidiano locale
  • Il parco pubblico
  • Il porto cittadino
  • La Ducklair Tower, il grattacielo di un famoso miliardario locale per lungo tempo scomparso
  • Il laboratorio di Archimede
  • Le case dei personaggi principali (Paperino, Paperina, Gastone, Brigitta, ecc.)
  • La sede del club delle Giovani Marmotte
  • Villa Rosa (alla periferia della città), il luogo in cui Paperino ottenne per la prima volta i trucchi che gli consentirono di diventare Paperinik
  • La fattoria di Nonna Papera: situata nei pressi del vicino borgo di Quacktown è stata anche la casa d'infanzia di Paperino

Curiosità

La città appare spesso caotica e molto trafficata; nonostante ciò è composta per la maggior parte da villette monofamiliari ed ha ampi spazi verdi.
Il clima di Paperopoli è spesso torrido nel periodo estivo, mentre d'inverno il freddo è pungente e non mancano abbondanti nevicate.
Paperopoli mantiene una certa rivalità sportiva (quando non apertamente campanilistica) con la vicina città di Ocopoli.

 

Anagrafe paperopolese (Paperopoli)

  • Anacleto Mitraglia
  • Archimede Pitagorico con Edi
  • Banda Bassotti
  • Battista (maggiordomo di Paperone)
  • Brigitta McBridge
  • Bum Bum Ghigno
  • Cuordipietra Famedoro
  • Evy, Emy, Ely
  • Filo Sganga
  • Gastone Paperone
  • Gran Mogol delle Giovani Marmotte
  • Little Gum
  • Miss Paperett (segretaria di Paperone)
  • Paperina (Paperinika)
  • Paolino Paperino (Paperinik)
  • Paperetta Yè Yè
  • Paperoga (Paper Bat)
  • Paperon de Paperoni
  • Pico de Paperis
  • Qui
  • Quo
  • Qua
  • John D. Rockerduck
  • Ricky Rockerduck
  • Howard Rockerduck
  • Sgrizzo Papero
  • Umperio Bogarto

Non paperopolesi, ma residenti limitrofi:

  • Nonna Papera
  • Ciccio
  • Dinamite Bla
  • Spectrus

Personaggi che visitano la città:

  • Amelia che risiede sul Vesuvio

 

 

Topolinia

Topolinia (Mouseton) è una delle due città in cui abitano i personaggi Disney classici (l'altra è Paperopoli). Ideata in Italia negli anni Cinquanta, è stata, fino a pochi decenni fa, indicata semplicemente con il generico Homeville o anche Hometown, città natale. A Topolinia abitano Topolino e i personaggi che popolano le sue avventure: Pippo, Pluto e altri. Secondo Romano Scarpa, nel XIX secolo la città era nominata Spavent City. La città si trova nel Calisota, sulle coste dell'Oceano Pacifico. Essa è ubicata sulla foce del Mouse River e i primi abitanti di Topolinia furono dei bucanieri spagnoli, che si stanziarono lì nel 1690.

 

Anagrafe Topolinese (Topolinia)

  • Bruto
  • Chiquita
  • Clarabella
  • Commissario Basettoni
  • Gancio
  • Gilberto
  • Giuseppe Tubi
  • Macchia Nera
  • Manetta
  • Minni
  • Orazio
  • Petulia
  • Pietro Gambadilegno
  • Pierino e Pieretto
  • Pippo (SuperPippo)
  • Plottigat
  • Pluto
  • Professor Marlin
  • Professor Zapotec
  • Rock Sassi
  • Sgrinfia
  • Spennacchiotto
  • Tip e Tap
  • Topesio
  • Topolino
  • Trudy

Personaggi che visitano spesso la città

  • Atomino Bip Bip
  • Eta Beta
  • La Strega Nocciola
  • Flip
  • Professor Enigm
  • Indiana Pipps

 

Tutti i nomi, immagini e marchi registrati sono di copyright © Disney e vengono qui utilizzati a scopi conoscitivi e divulgativi.

 

Fonti:

http://www.cartonionline.com/personaggi/topolino.html
http://www.beeman.altervista.org/STORIA%20DI%20TOPOLINO.doc
http://it.wikipedia.org/wiki/Topolino_(fumetto)
http://www.myspace.com/mickeymouseita/blog
http://digilander.libero.it/orteip1/la_storia.html
http://isolafelice.forumcommunity.net/?t=41745252

 

Autore del testo: non indicato nel documento di origine del testo

 

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