Inquinamento luminoso
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Inquinamento luminoso
Cos’è l’inquinamento luminoso?
Per inquinamento luminoso si intende ogni forma di irradiazione di luce artificiale rivolta direttamente o indirettamente verso la volta celeste. Produce inquinamento luminoso, che si può e si deve eliminare, sia l'immissione diretta di flusso luminoso verso l'alto (tramite apparecchi mal progettati, mal costruiti o mal posizionati), sia la diffusione di flusso luminoso riflesso da superfici e oggetti illuminati con intensità eccessive, superiori a quanto necessario ad assicurare la funzionalità e la sicurezza di quanto illuminato. La luce riflessa da superfici e oggetti illuminati produce sempre inquinamento luminoso. E' necessario quindi porre la massima cura a contenere quest'ultimo il più possibile. Il contenimento dell'inquinamento luminoso consiste nell'illuminare razionalmente senza disperdere luce verso l'alto, utilizzando impianti e apparecchi correttamente progettati e montati, e nel dosare la giusta quantità di luce in funzione del bisogno, senza costosi e dannosi eccessi. L'effetto più eclatante dell'inquinamento luminoso è l'aumento della brillanza del cielo notturno e la perdita della possibilità di percepire l'Universo attorno a noi.
Le sorgenti
Le principali sorgenti di inquinamento luminoso sono gli impianti di illuminazione esterna notturna, ma in alcuni casi l'inquinamento luminoso può essere prodotto anche da illuminazione interna che sfugge all'esterno, per esempio l'illuminazione di vetrine. Le sorgenti principali che possono causare inquinamento luminoso sono:
1. Impianti di illuminazione pubblici;
2. Impianti di illuminazione stradali;
3. Impianti di illuminazione privati;
4. Impianti di illuminazione di monumenti, opere, ecc.;
5. Impianti di illuminazione di stadi, complessi commerciali, ecc.;
6. Fari rotanti;
7. Insegne pubblicitarie, vetrine;
Ridurre l’inquinamento luminoso non vuol dire "spegnere le luci"; significa anzi cercare di illuminare in maniera più corretta senza danneggiare le persone e l’ambiente in cui viviamo, operando al contempo un doveroso risparmio energetico.
Tipologie di apparecchi di illuminazione
Le tipologie che non producono inquinamento luminoso sono tutte quelle ove l’emissione luminosa verso il cielo, che non ha bisogno di essere illuminato, è la più bassa possibile.
TIPOLOGIE NON INQUINANTI
Anche nell'importante settore dell'illuminazione stradale vanno tenuti in considerazione alcuni accorgimenti (in molte situazioni, ad esempio, è opportuno utilizzare un lampione vetro piano orizzontale piuttosto che uno con il vetro prismatico). Le più devastanti fonti di inquinamento luminoso sono i fari laser o giostre luminose posizionati generalmente la dove si vuole evidenziare la presenza di attività notturna come locali notturni o discoteche, che sparano direttamente verso il cielo grandi quantità di luce, le torri faro situate generalmente nei pressi di impianti industriali, di grandi nodi stradali e ferroviari, porti o aeroporti e gli impianti di illuminazione sportivi. Di solo apparente minore importanza ma il cui contributo a causa del grande numero rimane elevato, sono i globi luminosi, le insegne luminose pubblicitarie i fari adibiti all’illuminazione di grandi facciate di edifici e tutti i vecchi sistemi di illuminazione stradali non cut-off. I sistemi cut-off, che sono attualmente i migliori sistemi di illuminazione stradale, sono lampade il cui fascio uscente è inferiore a 60° e la cui lampada rimane interna e non visibile se non si è posizionati fuori del fascio luminoso.
Impatto sull’ambiente dell’inquinamento luminoso
La perdita della qualità del cielo notturno non è solo una questione astronomica, ma costituisce un’alterazione di molteplici equilibri ambientali
L'inquinamento luminoso ha molteplici effetti negativi. Ricordiamone i principali:
a) Culturale - La cultura popolare del cielo è ormai ridotta ad eventi particolari di tipo astronautico. Perdendo il contatto diretto con il cielo l'uomo si è impoverito rispetto alle culture millenarie degli antichi popoli orientali. A titolo di esempio si pensi che gran parte degli scolari vedono le costellazioni celesti solo sui libri di scuola, e gli abitanti delle più grandi città non vedono mai una stella.
b) Artistico - Passeggiando nei centri storici delle città o nelle loro zone artistiche si noterà come l'uomo con una illuminazione esagerata riesca a deturpare tanta bellezza. Luci e poi luci, fari che illuminano a giorno le piazze. L'illuminazione delle zone artistiche e dei centri storici deve essere mirata e deve integrarsi con l'ambiente circostante, in modo che le sorgenti illuminanti diffondano i raggi luminosi in maniera soffusa, o come si suol dire "a raso", dall'alto verso il basso, così da mettere in risalto le bellezze dei monumenti.
c) Scientifico - L’astronomia, una delle scienze più antiche, è sempre più in difficoltà a causa della crescita esponenziale della brillanza artificiale del cielo. Anche a causa dell'inquinamento luminoso, gli astronomi sono stati costretti ad inviare un telescopio in orbita attorno alla Terra per scrutare i confini dell'universo. Inoltre sia gli astronomi professionisti che gli astrofili (amanti del cielo o astronomi dilettanti), per osservare il cielo devono percorrere distanze sempre maggiori alla ricerca di siti idonei.
d) Ecologico - L'illuminazione notturna ha sicuramente un effetto negativo sull'ecosistema circostante: il ciclo naturale "notte - giorno" della flora e fauna è profondamente mutato. Il ciclo della fotosintesi clorofilliana, che le piante svolgono nel corso della notte, subisce alterazioni dovute proprio ad intense fonti luminose che, in qualche modo, "ingannano" il normale oscuramento. Si pensi anche alle migrazioni degli uccelli che possono subire "deviazioni" proprio per effetto dell'intensa illuminazione delle città.
e) Sanitario - nell'uomo i riflessi sono fisiologici e psichici; la troppa luce o la sua diffusione in ore notturne destinate al riposo provoca vari disturbi; quante persone di notte, nella propria casa, per riposare sono costrette a chiudere completamente le serrande? E’ stata dimostrata una minore produzione di melatonina (ormone per la difesa immunitaria) in persone che lavorano la notte con forte illuminazione artificiale.
f) Risparmio energetico - Secondo dati forniti dal GRTN, per la sola illuminazione pubblica, nel 2001, sono stati impiegati circa 5500 milioni di kWh. Questo valore deve essere aumentato di circa il 5% l’anno e, ad esso, va aggiunto un 30% circa per l’illuminazione esterna privata. Nel 2001 pertanto nel nostro paese sono stati utilizzati circa 7150 milioni di kWh per illuminare strade, monumenti ed altro. Tuttavia per vari fattori, una grossa percentuale di questa potenza viene inviata, senza alcun senso, direttamente verso il cielo. Un capoluogo di provincia della Regione Veneto potrebbe, ad esempio, risparmiare fino ad 1 milione di Euro all’anno con una corretta gestione degli impianti di illuminazione. Da uno studio effettuato di recente si è visto che, dopo l’entrata in vigore delle Legge sull’inquinamento luminoso in Lombardia e del relativo regolamento di attuazione, si è registrata un’inversione di tendenza nei consumi energetici per l’illuminazione pubblica (mentre nelle altre regioni il trend e’ invariato).
g) Circolazione stradale - Un altro evidente effetto negativo di una smodata e scorretta dispersione di luce, correlato con la sicurezza stradale, è l'abbagliamento o distrazione che può essere indotto in chi è alla guida di autoveicoli. La soluzione si trova nel Codice della Strada che vieta l’uso di fari, di sorgenti e di pubblicità luminose che possono produrre abbagliamento o distrazione agli automobilisti.
Fonte: http://www.pacioli.net/ftp/def/inquinamento2//file/INQUINAMENTO%20LUMINOSO.doc
Autore del testo: M.Cazzamali
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