Messico

 


Il Messico

 

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Estados Unidos Mexicanos o Messico è uno stato dell’America settentrionale, delimitato a nord dagli Stati Uniti d’America, ad est dal Golfo del Messico e il Mar dei Carabi, a sud dal Belize e dal Guatemala e ad ovest dall’Oceano Pacifico. Ha una superficie di 1.964.400 Km2 contando anche le isole al largo della costa, circa sei volte l’Italia. La sua capitale è Città del Messico.

 

Territorio
Il paese è dominato dal vastissimo Altipiano Centrale fiancheggiato da due catene montuose, la Sierra Leone Occidentale ed Orientale. Le due catene si uniscono a sud nella cosiddetta Sierra Madre del Sud, una formazione vulcanica dove c’è il più alto picco del Messico il Pico de Orizaba (5.610m), in questa catena numerosi sono i vulcani attivi come il Paricutin e il Nevado de Colima.
L’Altopiano Centrale occupa la maggior parte del territorio lasciando spazio solo alla depressione di Bolson de Mapimi ad est. Nella regione centrale, si trova invece la Valle del Messico e a nord-est si trova il deserto di Sonora.
Le coste sono basse, piatte e sabbiose.
A nord-ovest si estende la stretta penisola della Bassa California, mentre a sud-est c’è la penisola dello Yucatàn formata da una piatta e uniforme pianura.
Il paese è percorso da un piccolo numero di grandi fiumi, soprattutto non navigabili. Il più lungo è il Rio Grande mentre il lago più grande è il Lago Chapala.
Essendo attraversato dal Tropico del Cancro, il paese ha zone climatiche diverse secondo l’altitudine. La stagione delle piogge dura da maggio ad ottobre ma nonostante le abbondanti piogge, il Messico ha un clima molto secco.

 

Popolazione

Ha 103.400.170 abitanti di cui 76.500.000 concentrati nelle città. Le etnie messicane sono molto varie, l’80% sono meticci, amerindi circa il 10%, l’ultimo 10% bianchi. La popolazione indigena è composta da oltre 50 gruppi etnici, per un totale di 9 milioni di persone circa. La lingua ufficiale è lo spagnolo, ci sono oltre 50 lingue amerinde di ceppi aztechi o maya. La religione cattolica è la più diffusa con circa il 90% con minoranze protestanti (4%) e anticlericale (6%). Dagli anni ’50, con campagne governative, l’alfabetizzazione, ha raggiunto nel 2001, con grandi sforzi, il 97,1%. La cultura è varia e le tradizioni amerinde si fondono con quelle spagnole e dei vicini Stati Uniti. In particolare le tradizioni indios si conservano nei villaggi dove vivono discenti di maya, aztechi e toltechi, mentre nelle città prevalgono le influenze europee e americane.

 

Divisioni amministrative e città principali

Lo stato comprende 32 divisioni amministrative cioè 31 stati e il distretto federale della capitale. Gli stati sono: Aguascalientes, Bassa California del Nord, Basa California del sud, Campeche, Chiapas, Chihuahua, Coahuila, Colima, Durango, Guanajuato, Guerrero, Hidalgo, Jalisco, Mexico, Michoacan, Moroles, Nayarit, Nuevo Leon, Oaxaca, Puebla, Queretaro, Quintana Roo, Sant Louis Potossi, Sinaloa, Sonora, Tabasco, Tamualipas, Tlaxcala, Veracruz, Yucatan e Zacatecas.
La capitale è Città di Messico, centro politico e culturale è anche una delle città più abitate al mondo; altre città di rilievo sono Guadalajara, dove c’è il polo minerario, l’antica Puebla, i centri commerciali e industriali di Monterrey e Ciudad Juarez, Tijuana e Mexicali importanti città di frontiera, Leon, Hermosillo, Chihuahua, Villahermosa, e Merida.
I principali porti sono Tampico, Veracruz Llave, Matamoros, Coatacoalcos, nel golfo del Messico, mentre sul Pacifico si trovano Acapulco de Juarez, Mazatlan e Manzanillo.

 

Economia

L’economia è basata sull’attività estrattiva e agricola e una minima industrializzazione.
Nonostante la dipendenza dagli Stati Uniti è fortemente autonoma nel settore secondario e aiutato dalla scoperta di pozzi petroliferi nel Golfo del Messico.
Nel 2000 il PIL era intorno ai 5.860 $.
L’agricoltura è trascurata a favore dell’industria ed è anche svantaggiata a causa della siccità e quindi resta un settore piuttosto arretrato. Infatti i prodotti agricoli non coprono il bisogno nazionale.
L’allevamento costituisce una discreta risorsa economica soprattutto di bovini.
La pesca con i crostacei, rappresenta una voce nelle esportazioni.
Una delle maggiori risorse del paese è la ricchezza del sottosuolo, infatti oltre all’argento (primo produttore mondiale) si estraggono ferro, fluorite, fosfato, uranio, oro, rame, piombo, zinco, antimonio, grafite, manganese, barite, zolfo e tungsteno. Grandi sono le risorse di gas naturale e petrolio.
L’industria messicana è tra le più sviluppate dell’America Latina, oltre ai comparti meccanici ed elettronici, l’economia nazionale può contare su industrie chimiche, siderurgiche, alimentari, cartarie, conciarie, tessili, del tabacco e zuccherifici.
Il fabbisogno energetico è soddisfatto da impianti termici e idroelettrici.
La moneta messicana è il Nuevo Peso.
Le maggiori voci di esportazione sono il petrolio, il gas naturale, il cotone, lo zucchero, i pomodori, il caffè, i gamberi, il bestiame, l’argento, lo zinco, prodotti tessili e chimici e veicoli e attrezzature meccaniche. Il Messico è sottoscritto al NAFTA (North-American Free Trade Agreement - Trattato economico inteso a rimuovere i dazi doganali e ogni altra barriera al libero scambio tra i paesi membri e a facilitare gli investimenti internazionali in quell'area) con Canada e Stati Uniti.

 

Ordinamento dello Stato

Il Messico è una Repubblica Federale Presidenziale, gli stati ed il distretto federale hanno un proprio governatore e un’assemblea legislativa.

Storia
Si pensa che tribù di cacciatori–raccoglitori abitassero questo territorio già circa 10.000 anni fa. Più tardi delle popolazioni cominciarono a coltivare mais, patate, pomodori sviluppando una cultura sedentaria come quella degli Olmechi, che durò dal 1600 al 600 a.C. inventando una scrittura ideografica e un calendario. Cominciarono, nei primi secoli dell’era cristiana, a nascere alcune civiltà, soprattutto città–stato molto sviluppate a livello commerciale, culturale e artistico, questi popoli venero a contatto con i Maja che abitavano nelle regioni del sud.
Nel XII secolo i Toltechi furono sconfitti da nuove genti venute dal nord che ne frammentarono il regno, lasciando spazio agli Aztechi (o Mexica), che nel 1325 sulla palude del lago Texcoco fondarono Tenotihtitlan (l’odierna città del Messico). Nel giro di un secolo la loro influenza si estese sull’intero Messico centrale.
Nel 1521 la capitale Azteca fu conquistata e nel 1535 divenne colonia della Nuova Spagna, ovvero viceregno che più tardi portò i suoi confini oltre il Texas, il New Mexico e la California.
Gli indios, nonostante la decimazione durante la conquista, erano comunque la maggioranza della popolazione della Nuova Spagna, ma furono sfruttati dai coloni, perché Madrid dava in concessione ai nobili, agli ecclesiastici e ai militari vaste terre con diritto sugli indios che vi abitavano.

 

 

 


Dopo l’arrivo dei conquistadores, arrivarono molti ecclesiastici e nel 1859 la chiesa possedeva un terzo delle terre del paese.
Gli spagnoli adottarono una rigida scala gerarchica dove i coloni spagnoli detenevano le principali cariche governative e amministrative, mentre i criolos, figli di genitori europei, ma cresciuti in suolo americano, rappresentavano la classe economicamente portante, i mestizos, figli di indios e di bianchi erano discriminati e dediti al piccolo commercio e infine gli indios, gli schiavi neri e gli zambos, figli di indios e negri erano le categorie maggiormente emarginate e sfruttate.


Questa amministrazione era inefficiente e corrotta e nemmeno delle riforme riuscirono a cancellare questa debolezza che si sommò all’idee politiche liberali provenienti dalla rivoluzione francese e dalla guerra d’indipendenza americana. Quando la Spagna fu invasa da Napoleone, scoppiarono in Messico e in tutta l’America latina grandi rivolte indipendentiste. Dopo di questo, crebbero tensioni fra le autorità coloniali. Il prete Miguel Hidalgo Y Costilla diede via alla rivolta che durò un anno, chiedendo l’abolizione delle discriminazioni verso gli indios nel 1810. La rivolta rinacque e nel 1813 si proclamò l’indipendenza del Messico. I capi del governo coloniale assunsero le redini del movimento rivoluzionario per adoperare loro stessi la separazione del Messico dalla Spagna. Nel 1821 il generale Iturbide stipulò un patto con il capo rivoluzionario e decisero l’indipendenza del Messico, ci fu un periodo instabile e nel 1822 Iturbide, fu proclamato imperatore, ma dieci mesi più tardi, una rivolta proclamò la repubblica.


Negli anni successivi il paese fu dominato da una lotta tra i centralisti (schieramento conservatore formato da ecclesiastici, proprietari terrieri, ricchi creoli e ufficiali dell’esercito che volevano un potere centralizzato) e i federalisti.


In seguito all’abolizione della schiavitù (1829) il Texas si ribellò e dichiarò la sua libertà dal Messico nel 1836.
A causa degli scontri tra messicani e statunitensi per il confine texano, gli Stati Uniti dichiararono guerra al Messico (1846-48), intenti a prendersi i territori della California. Il Messico perse i territori a nord del Rio Grande e le frontiere assunsero l’aspetto attuale.

 


Benito Juarez, dal 1858, decretò la nazionalizzazione dei territori della chiesa e la soppressione degli ordini religiosi e poi fu eletto presidente. Ma Napoleone III voleva conquistare il Messico facendolo diventare una sua colonia e nel giugno 1863 i francesi entrarono a Città del Messico, costringendo Juarez a scappare. Napoleone III proclamò la nascita dell’impero messicano dandolo in mano a Massimiliano d’Asburgo. Il quale governò fino al 1865, quando la Francia si ritirò dal Messico lasciando il posto alle truppe repubblicane di Juarez, guidate da Porfirio Diaz che presero il governo. Massimiliano fu condotto di fronte alla corte marziale e fucilato. Dopo una breve presidenza Juarez morì e il presidente che lo sostituì rimase in carica fino a quando Diaz, con un colpo di stato prese il potere. Egli governò in maniera assoluta fino al 1911. Sotto la sua dittatura, però, il paese crebbe a livello commerciale ed economico, ma crebbe anche un forte malcontento della popolazione esclusa dalla crescita economica che andava a vantaggio delle classi alte. Nel 1910 Diaz permise libere elezioni, ma rimase al governo poiché l’elezioni erano truccate. Questo fatto divenne il cuore del movimento rivoluzionario che obbligò Diaz a lasciare per sempre il Messico.
Nel 1914 il presidente in carica fu costretto a dimettersi per via delle insurrezioni del movimento di Venusiano Carranza, aiutato dall’esercito statunitense.  Carranza si mise a capo di un governo provvisorio, ma due eserciti del suo stesso movimento (comandati da Villa e Zapata) marciarono su Città del Messico costringendolo alla fuga. Dopo due anni di guerra civile nel 1916 , il Governo di Washington inviò un contingente per placare le truppe rivoluzionarie. Questo intervento assieme al nuovo tentato colpo di stato di Diaz, fece riunire il fronte rivoluzionario sotto la guida di Carranza e nel 1917 le truppe americane dovettero lasciare il paese.
Carranza non mantenne le promesse e il malcontento della popolazione scatenò nel 1920 la sue deposizione e la sua uccisione.
Dopo l’assassinio di un altro presidente nel 1928, lo stato fu governato da presidenze provvisorie. Nel 1932, il partito nazionale rivoluzionario istituì il sistema economico cooperativo volto verso il socialismo, basato sulla riforma agraria, l’industrializzazione, l’alfabetizzazione e poi anni dopo furono tolte le proprietà private e date al benessere pubblico. Infine nel 1938, furono confiscate le compagnie petrolifere straniere.
Camacho, presidente nel 1940, portò una linea politica più morbida, contrastando i cattolici e instaurando una collaborazione economica con gli USA.
Nel maggio del 1942, il Messico dichiarò guerra alla Germania, Italia e Giappone per via della cooperazione con gli Stati Uniti, che adoperò il territorio messicano per scalo aereo militare.
Divenne uno dei primi membri dell’ONU.
A causa di un’immigrazione clandestina i rapporti tra USA e Messico entrarono in crisi.
Anche negli anni a venire ci furono molte proteste a volte represse duramente dal governo.
Eletto nel 1970, il presidente Alvarez, cercò di riconciliare la situazione sociale, adottando misure sul controllo straniero dell’economia per accrescere le esportazioni, cercando di stabilire rapporti economici con l’America Latina, il Canada, il Giappone e la CEE.
Nel 1988 il presidente De Gortari fece una politica di privatizzazione e accentuò il neoliberismo della politica economica per attirare capitali stranieri e nell’ottobre 1992 sottoscrisse il più grande accordo commerciale tra USA e Messico il cosiddetto NAFTA. Pur ottenendo un calo dell’inflazione, non si riuscì a ridurre il debito estero che provocò l’estendersi della povertà.
Nel 1994, gli indios dell’esercito zapatista di liberazione nazionale (EZLN dal leader rivoluzionario Emiliano Zapata), occuparono quattro città dello stato del Chiapas, reclamando il rispetto dei diritti degli indios, un’equa distribuzione della terra e la democratizzazione dello stato.
Dopo una tregua l’insurrezione del Chiapas continuò, guidata da Marcos, che conquistò una vasta popolarità nel mondo. Il conflitto si ingrandì nel 1995, quando il governo inviò l’esercito federale per schiacciare i ribelli, riconquistando alcuni centri e respingendo la guerriglia, tuttavia non riuscì a distruggere i zapatisti che aumentarono.
Nel 1994 il presidente Zedillo si trovò di fronte alla peggior crisi finanziaria messicana, causata dal debito estero. Nonostante un grosso prestito del fondo monetario internazionale, alla fine del ’95 il Messico, ancora in piena crisi viveva in condizioni di povertà.
Il regime priista (da PRI, il partito che ebbe il poter dagli anni ’20) fu lacerato da lotte fra partiti e dalla corruzione, cominciando a vacillare e dando spazio al partito rivoluzionario democratico. Intanto, in Chiapas si aggravò il conflitto e la nuova strategia del governo centrale causò l’abbandono di centinaia di villaggi, i cui abitanti si rifugiavano nella giungla o nelle città. L’episodio più grave di questa guerra si verificò il 24 dicembre 1997, nel villaggio di Acteal, dove quarantacinque persone, soprattutto donne e bambini furono massacrate dai militari all’interno della chiesa. Nonostante le proteste internazionali, le pressioni militari nel Chiapas aumentarono, e nel 1998 il governo espulse centinaia di osservatori e volontari e impedì l’ingresso di organizzazioni umanitarie e religiose. L’EZLN, lanciò un referendum nel 1999 e tutti si espressero in favore per la ripresa dei negoziati, chiedendo il ritiro dell’esercito e il ripristino delle garanzie costituzionali nel Chiapas.
Il PRI crollò con l’elezione del 2000. Con la vittoria del Partito di azione nazionale (PAN) guidata da Fox, si riallacciarono i contatti con l’EZLN e nella primavera del 2001 ci fu una marcia, composta da un esercito di giovani e lavoratori provenienti da tutto il mondo, che raggiunta Città del Messico è stata accolta nel Parlamento Messicano dove per la prima volta sono state esposte le loro ragioni davanti ai parlamentari e agli osservatori stranieri.
È in fase di attuazione, infatti, una legge sui diritti e la cultura dei popoli indigeni, in parte accettata dell’EZLN.

 

Fonte: http://mirwen.altervista.org/file/medie/Messico.doc

 

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

 

Messico
(Estados Unidos Mexicanos)

 

Repubblica americana, confinante a nord con gli Stati Uniti, ad est con il golfo del M. e il mar Caraibico, a sud e ad ovest con l'oceano Pacifico, a sud-est con il Guatemala e il Belize.  La superficie è di 1.972.547 kmq; gli abitanti sono 81.140.922. La capitale è Città del Messico (Ciudad de México), che ha oltre 18 milioni di abitanti. Configurazione fisica. Gran parte del M. è occupato da un esteso altipiano, chiamato Meseta Central, interrotto a sud e sui fianchi da elevazioni montuose. Tale altipiano, costituito di pianure intermontane e di alti bacini o bolsones, che nell'area meridionale s'avvicinano anche ai 2000 m e a nord sono a volte letti di laghi salati (Bolson de Mapimi e Bolson de Mayran), è dominato a sud da una serie di coni vulcanici. Sempre a sud dell'altipiano si estende la cosiddetta Central Region, centro della vita messicana, formata da bacini circondati da colline e interrotti da vallate. In questa regione vi è la Valle del M., dove si trova la capitale.
Dal punto di vista orografico il M. rappresenta la continuazione del vasto complesso di sollevamenti che vanno sotto il nome di «cordigliere». La fascia di monti che costeggiano ad ovest l'altipiano, la Sierra Madre Occidental, forma un massiccio sistema largo a volte anche 300 km e per vasti tratti poco accessibile. Alcune cime superano anche i 3000 m. I monti ad est dell'altipiano, la Sierra Madre Oriental, sono meno aspri e alti in genere dai 2000 ai 2500 m. La sola Pena Nevada, a nord del Tropico, arriva ai 3664 m. Le maggiori altezze del M. si trovano però nella parte meridionale dell'altipiano, orlato in quella zona, come si è detto, da enormi vulcani, che superano anche i 5000 m. Tra essi vi sono il Citlaltepetl o Pico de Orizaba (5700 m), il Popocatepetl (5450), l'Ixtaccihuatl (5280), il Nevado de Toluca (4578), il Cofre de Perote (4281), il Malinche (4115), il Volcán de Colima (3860). Vari sono i vulcani ancora attivi e tutta la regione è spesso funestata da terremoti. Ancora a sud dell'altipiano si incontra un'altra elevazione montuosa, la Sierra Madre del Sur, in genere non molto alta, ma aspra e povera di passi.

 

Coste

 Lunghe ca. 8800o km, le coste del M. si presentano basse e prive di ancoraggi ad est, alte invcce e con buoni approdi ad ovest. La costa orientale, che è lunga ca. 2500 km, è in genere piatta sabbiosa, tranne nel golfo di Campeggio (golfo de Campeche).
I maggiori porti sono Tampico, Veracruz, Puerto México e Progreso. La costa occidentale, sul Pacifico, lunga oltre 6000 km, è per lo più formata da fasce alluvionali ricche di dune e lagune ma in compenso offre ampie e sicure baie, di scarsa importanza economica però a causa delle difficoltà di comunicazione con l'interno, dovute al carattere poco accessibile della Sierra Madre Occidental. Le uniche due grandi penisole del M. sono quella della Bassa (Baja) California, arida e assolata, e la penisola dello Yucatán, circondata da un lungo cordone sabbioso.
Idrografia
Gran parte dei fiumi messicani scorrono lungo i fianchi scoscesi delle Sierre, incidendo profonde gole. La vicinanza dei monti alla costa fa sì però che il M. non abbia grandi fiumi. Si versano nel golfo del M. il Río Grande del Norte, chiamato nel M., cui appartiene solo in parte, Río Bravo, che ha tra i maggiori affluenti il Rio Conchos, e inoltre il Soto la Marina, il Pánuco, il San Juan, il Coatzacoalcos, il Grijalva, l'Usumacinta. Tra i fiumi del versante occidentale, utili in genere solo per l'irrigazione, vi sono il Colorado, l'Yaqui, il Nazas, il Lerma e il Las Balsas.
Il M. non ha molti laghi, anche perché molti di essi si sono prosciugati naturalmente e sono stati utilizzati per le colture agricole.
Tra i principali vanno ricordati quelli di Chapala, Pátzcuaro, Cuitzeo e Texcoco.
Clima
Il clima del M. è condizionato dall'esposizione e dalla configurazione orografica. In genere però quasi la metá del paese è arida o semiarida. Tutta la parte settentrionale del M. si presenta estremamente povera d'acqua. Procedendo verso il sud, le piogge, che cadono in estate, aumentano sensibilmente. Solo però nell'area di Tabasco e di Veracruz e per un tratto della costa del Pacifico, nello stato di Chiapas, si hanno precipitazioni sufficienti e regolari. In tutto il M. l'altitudine ha un peso determinante. Oltre i 3000 m si estende la regione fredda, la tierra fría, tra i 1000 e i 2000 m vi è la tierra templada l'area temperata, e dal livello del mare fino alle altezze collinari la tierra caliente, la terra calda. Sull'altipiano, dove non giungono brezze marine, si hanno le maggiori escursioni diurne e annue.
Flora
La molteplicità delle condizioni di clima si riflette sul paesaggio e sulla vegetazione naturale. Sia sulla costa occidentale che orientale, dove soffiano venti caldi e il suolo è in genere sabbioso, predominano le piante xerofile, interrotte lungo le lagune da mangrovie. Nelle zone al di sotto dei 1000 m vi sono specie tropicali, particolarmente felci, orchidee, palme, liane. Oltre i 1000 m si ha la foresta subtropicale, cui succedono estensioni di prati d'alta montagna. Nel M. settentrionale, del tutto privo d'acqua, vi sono cactus e altre piante spinose.
Fauna
Vivono ancora nel M. grandi camivori e erbivori, quali giaguari, lupi, puma, bufali, antilopi. Numerosissimi sono gli insetti, mentre le acque dolci abbondano di varie specie di pesci. Gli uccelli, sia di passaggio che sedentari, presentano una grande quantità di specie, alcune delle quali molto belle.

 

Abitanti

Da vari anni il M. è soggetto ad un continuo aumento demografico, cui le correnti migratorie danno un apporto del tutto irrilevante. Secondo il censimento nel 1940 il M. aveva 19.653.552 ab., saliti nel 1950 a 25.791.017 e nel 1957 a ca. 31.000.000. La maggiore densità si ha nella parte meridionale dell'altipiano, sulla costa nord-occidentale dello Yucatán e nell'area di Chiapas. Tutto il M. settentrionale è per vasti tratti disabitato. L'incremento demografico è dovuto, più che all'aumentato tasso di natalità, alla diminuzione della mortalità, particolarmente evidente dopo il 1940.
Predominano nel M. gli individui razzialmente misti e in genere si può dire che il M. sia più indiano che spagnolo. Questo è dovuto al fatto che gli Spagnoli del periodo coloniale costituivano rispetto agli Indiani solo un'esigua minoranza. Comunque la classificazione più comune è quella che divide i Messicani in indios, meticci e bianchi.
La lingua ufficiale e parlata dal 90% della popolazione è lo spagnolo. Solo alcune comunità, meno del 4%, parlano dialetti indii, come il maya-quiché nello Yucatán e nel Chiapas, l'otomí e il tarascan nell'altipiano centrale, il nahautl, l'antica lingua degli Aztechi, in varie parti.
La religione predominante è la cattolica, ma sopravvivono nelle campagne credenze animistiche. Per secoli il M. è stato in parte dominato dalle missioni cattoliche. Le prime restrizioni al potere del clero si ebbero nel 1857. Seguirono poi, nel 1917, leggi molto più drastiche, alcune delle quali furono però in un secondo momento più drastiche, alcune delle quali furono però in un secondo momento attutite. In base tali leggi le organizzazioni religiose non possono possedere o ereditare proprietà, nè mantenere proprie scuole. Inoltre le legislazioni dei vari stati in cui è diviso il M. stabiliscono un numero limitato di preti. L'insegnamento religioso è escluso dalle scuole.

 

Città

Il fenomeno dell'urbanesimo è stato nel M. moderno lento e diverso a secondo delle regioni. Città del Messico è oggi una megalopoli, con oltre 15 milioni di abitanti (come agglomerato urbano). Tra le altre maggiori citta vi sono Guadalajara, Monterrey, Puebla, Ciudad Juarez, Mérida, Chihuahua, Veracruz, Tampico, Acapulco.

 

Economia

 Fino alla Rivoluzione del 1910 il M. conservò inalterate le forme d'una economia feudale, in quanto l'agricoltura, condotta con sistemi primitivi, aveva una prevalenza assoluta e la terra apparteneva a poche migliaia di famiglie. La massa contadina, costituita dai miserabili peones tenuti lontani da ogni possibilità di progresso, lavorava la terra dei padroni in condizioni servili. Furono però proprio i peones a battersi durante la Rivoluzione del 1910, che portò alla fine del sistema delle grandi proprietà agrarie stabilito dai conquistatori spagnoli. Oltre all'inizio della moderna civiltà nel M., la Rivoluzione stabilì anche una maggiore giustizia razziale, perché pose fine al monopolio d'ogni attività pubblica tenuto dai bianchi. Dopo il 1915 cominciarono ad essere costituiti gli ejidos, villaggi comunali cui veniva concessa una certa estensione di terra che doveva essere lavorata cooperativisticamente. Dal 1936 furono formate anche grandi comunità agricole, raggruppanti ciascuna diversi ejidos. Contemporaneamente i vari governi si adoperavano per risolvere il problema dell'irrigazione, molto grave in talune regioni, e per introdurre moderni sistemi di irrigazione. A tutt'oggi però i piani di irrigazione non sono stati completati e in molti luoghi i peones coltivano la terra secondo i metodi dei loro padri, bruciando ogni anno campi e boschi per fertilizzare il suolo. Anche l'industrializzazione procede a rilento o almeno non con il ritmo che sarebbe nccessario. In sostanza perciò il M. resta un paese con reddito irregolarmente distribuito, bassissmi nelle campagne, nelle aree proletarie cittadine e nelle regioni aride del nord, dove per i peones vi è il problema quotidiano di trovare di che sfamarsi.

 

Agricoltura

 La latitudine e il rilievo permettono nel M. d'avere i prodotti delle zone tropicali e quelli delle zone temperate. I principali sono il mais, fagioli (che hanno una parte fondamentale nell'alimentazione messicana), il frumento, l'orzo, il riso, la frutta, le piante industriali, come alcune varietà di agavi, tra cui la pianta sisalana, dalla quale si ricava la fibra henequén che dà luogo ad una forte esportazione, il cotone, i semi oleosi, il tabacco, il caffè, il cacao.

 

Allevamento

 Ha grande importanza particolarmente nelle regioni meno abitate, dove costituisce la risorsa maggiore della popolazione, ed è condotto con sistemi moderni, soprattutto intorno a Città del M., dove esistono industrie casearie e industrie per la conservazione della carne.

 

Sfruttamento forestale

 Almeno il 18% della superficie totale è occupato da foreste, che danno legni pregiati, come ebano, mogano, cedro.

 

Risorse minerarie

 Per quanto molti giacimenti messicani si presentino molto meno ricchi d'una volta, l'estrazione mineraria; è tuttora rilevante. Il primo posto è occupato dall'argento. Seguono piombo, zinco, cadmio, oro, rame, ferro, antimonio, manganese, mercurio, stagno, zolfo, carbone. La produzione petrolifera ebbe fino a 1920 un'importanza preponderante (ca. il 20% di quella mondiale); in seguito, con la scoperta dei pozzi venezuelani, si ridusse grandemente. Ha acquistato di nuovo un'enorme importanza con l'inizio della crisi energetica degli anni settanta. Si estraggono oggi nel M. circa 140 milioni di t di petrolio. Rilevante anche l'estrazione di gas naturale. Solo una parte del petrolio è raffinato nel paese.

 

Industrie

 L'industrializzazione, iniziata con piani sistematici dopo il 1940, è stata condotta in stretta connessione con la risoluzione di altri problemi, quali soprattutto la costruzione di strade e ferrovie e di centrali elettriche. Vi sono oggi nel M. ca. 90.000 complessi industriali, tra grandi e piccoli, addensati però nel Distretto federale e negli stati di México e Puebla. Restano ancora al di fuori d'ogni sviluppo industriale numerose regioni, considerate perciò «depresse». Numerose sono le società europee e nord-americane le quali, profittando delle facilitazioni governative, hanno impiantato nel M. industrie di vario genere.
Commercio estero
Il M. esporta soprattutto cotone, caffè, argento, rame, zinco, petrolio, fibre vegetali, zucchero, frutta ed importa macchinari industriali e prodotti chimici. Sia le esportazioni che le importazioni si svolgono in gran parte, almeno per il 75-80%, con gli USA. Seguono la Gran Bretagna, la Germania, il Giappone, l'Italia. La bilancia dei pagamenti, attiva fino al 1940, e adesso in costante deficit, in seguito all'aumento dei consumi, che ha costretto il governo ad incrementare le importazioni.
UNITA' MONETARIA E FINANZE.
L'unità monetaria messicana è il peso. La banca centrale, il Banco del Messico, controlla l'emissione monetaria e le principali operazioni finanziarie di Stato.
Dagli anni settanta in poi si è avuta nel M. una forte inflazione, i cui motivi sono diversi. Aumento, a esempio, delle importazioni dei prodotti industriali e aumento in un certo senso intollerabile delle spese pubbliche. Tra il 1985 e il 1987 il tasso d'inflazione si manteneva intorno al 25 per cento.

 

Comunicazioni

Il M. conta oggi un discreto sistema stradale e ferroviario, ampliato e rimodernato soprattutto dopo il 1940, in concomitanza con l'azione svolta dal governo per uno sviluppo in senso moderno del paese. Una delle principali arterie di comunicazioni è la Panamericana, che, passando per il M., unisce gli USA al Guatemala. Numerosi sono i porti, ma pochi quelli adatti anche per le navi di grosso tonnellaggio. Tra questi hanno adeguati impianti Veracruz, Tampico e Acapulco. Particolarmente efficienti sono le comunicazioni aeree, per le quali esiste una rete di aeroporti grandi e piccoli, tra i quali quelli di Città del M., Monterrey e Guadalajara.

 

Governo e amministrazione

In base alla costituzione adottata a Querétaro nel gennaio 1917 e proclamata dal presidente Venustiano Carranza, il M. è una repubblica federale presidenziale, composta da stati i quali godono d'una completa autonomia amministrativa interna. Il Presidente della Repubblica, eletto per 6 anni con diretto voto popolare, rappresenta il potere esecutivo. Egli nomina un consiglio di 9 ministri e 8 capi-dipartimento, dipendenti direttamente da lui. Non esiste, come negli USA, un vice-presidente. Il potere legislativo è composto da una camera di 161 deputati eletti a suffragio universale per 3 anni e da un senato di 60 membri. Gli stati, che hanno proprie legislature e un proprio governatore, si dividono in municipalità e villaggi. Complessivamente il M. è diviso in 32 stati e in un distretto federale. Gli Stati sono i seguenti: Aguascalientes, Baja California Norte, Baja California Sur, Campeche, Chihuahua, Chiapas, Coahuila, Colima, Durango, Guanajuato, Guerrero, Hidalgo, Jalisco, México, Michoachán, Morales, Nayarit, Nuevo León, Oaxaca, Puebla, Queretaro, Quintana Roo, San Luis Potosí, Sinaloa, Sonora, Tabasco, Taumalipas, Tlaxcala, Veracruz, Yucatán, Zacatecas. Il distretto federale (Distrito Federal) ha una superficie di 1499 kmq e costituisce in pratica l'area territoriale della capitale, Città del Messico. E' da ricordare che Baja California Sur e Quintana Roo erano nel passato considerati amministrativamente come territori. Vi è poi da considerare lo Stato di Pacifico Sur.
Partiti politici e organizzazioni sindacali. Il partito dominante nel M., che segue una politica quasi di regime, è il Partido revolucionario institucional (PRI), il partito della Rivoluzione del 1910, organizzato nel 1928 col nome di Partido revolucionario nacional, poi mutato in quello attuale. Tale partito ha dato al paese tutti i presidenti e la maggioranza dei deputati delle varie legislature. Gli altri partiti sono ammessi, ma hanno un'influenza molto relativa. Tra essi vi sono il partito comunista, grandemente decaduto in questi ultimi anni, il Partido popular, che raccoglie membri dissidenti di sinistra del PRI, e il Partido de acciòn nacional a carattere conservatore. Sono del tutto scomparsi dalla scena politica alcuni raggruppamenti clericali reazionari, quali il partito dei Sinarquistas.
La maggiore organizzazione sindacale del M. è la Confederazione dei lavoratori messicani, alla quale sono iscritti ca. 1.000.000 di lavoratori, legata al PRI. Altri importanti sindacati sono la Confederazione dei lavoratori latino-americani di sinistra e la Confederazione inter-americana del lavoro, centrista.
Il Messico precolombiano.
Quando gli Spagnoli giunsero nel M. vi trovarono due popoli principali, i Maya, nella penisola dello Yucatàn, e gli Aztechi nell'Anahuac. Su entrambi questi popoli esiste oggi un'imponente massa di materiale archeologico, comprendente rovine di città e di grandi templi, i famosi teocalli, e numerose iscrizioni, non tutte però, specie quelle in lingua maya, facili a decifrarsi. Gli Spagnoli, occupato il M., cancellarono rapidamente la cultura dei Maya e degli Aztechi, distruggendo città, templi e imponendo conversioni forzate. Assetati di metalli preziosi, essi si stabilirono presso le miniere d'argento e d'oro, in aree densamente popolate, e si servirono degli indios per il lavoro d'estrazione. Primi centri furono Città del M. e Guadalajara. Numerose altre città sorsero successivamente, tutte con una precisa ubicazione mineraria. Le regioni settentrionali vennero divise tra le missioni cattoliche. Sottoposti ad un lavoro bestiale, contagiati da malattie contro cui non avevano immunità, gli indios cominciarono a morire a decine di migliaia. Solo piccoli gruppi di maya fuggiti nelle foreste e in altri luoghi inaccessibili sopravvissero.

 

Storia

 

 La storia del M. dalla conquista spagnola alla Rivoluzione del 1910 è stata condizionata dal sistema coloniale di sfruttamento stabilito fin dall'inizio dagli Spagnoli e consistente nella divisione del territorio in grandi lotti assegnati a poche famiglie e missioni. In tali lotti vi fu sempre una situazione di latifondo, in quanto i proprietari li sfruttavano per quel tanto che ad essi occorreva, lasciando incolte enormi estensioni di terra. La Rivoluzione del 1910 fu dovuta ad una grande spinta popolare, nella quale ebbero il loro peso sia i peones delle campagne che gli strati proletari formatisi nelle città, per spezzare le catene con cui una minoranza teneva da secoli avvinto un grande paese.
Nel 1517 il primo spagnolo, Hernández de Córdoba, sbarcò sulla costa dello Yucatán. Da quel momento aveva inizio una nuova storia per il M. Due anni dopo Hernán Cortés, un audace avventuriero, prendeva terra presso l'attuale Veracruz e iniziava la penetrazione nell'interno. Tra pericoli e temerarie avventure il 13 agosto 1521 si impossessava di Tenoxtitlán, capitale dell'impero azteco. L'anno prima era stato messo a morte Montezuma II, imperatore degli Aztechi. Impadronitosi del paese, Cortés distribuì migliaia di acri di terra ai suoi uomini; gli indios, considerati non uomini ma animali, furono costretti a lavorare nei campi e nelle miniere dei loro padroni. Il sistema di Cortés venne seguito dai conquistatori venuti dopo di lui e dalle stesse autorità spagnole. Il clero delle missioni, rapidamente diffusesi, sostenne sempre l'organizzazione coloniale di sfruttamento, anche se, d'altro lato, collaborò per la fondazione di città, chiese, università e scuole, dalle quali ultime gli indios restarono sempre esclusi.
Sia pure però in un mondo così chiuso col tempo si levarono voci di simpatia e pietà per gli indios e gli stessi Spagnoli discendenti dagli antichi coloni mostrarono spesso, per altri motivi, segni d'insofferenza al governo della lontana Spagna. Nei primi anni del sec. XIX un umile prete di nome Hidalgo si schierò dalla parte degli indios e iniziò un'azione tendente ad ottenere per essi più umane condizioni di vita. Venne però arrestato e giustiziato. La sua opera fu continuata da un altro prete, José Maria-
Morelos, legato ai gruppi indipendentisti spagnoli. Nel 1821 gli Spagnoli messicani condotti dal generale Augustín de Itúrbide si ribellavano contro le autorità ufficiali e proclamavano l'indipendenza. Itúrbide si faceva allora incoronare imperatore. L'anno seguente però, in seguito alla rivolta ca peggiata dal generale Antonio López de Santa Ana, il M. diveniva una repubblica. Solo nel 1836, il 28 dicembre, dopo un fallito tentativo di riconquista, la Spagna riconosceva l'indipendenza del M. Nel 1836 s'ebbe una vera e propria guerra tra il M. e i coloni del Tezas, che non intendevano essere considerati sudditi messicani; nel 1846 vi fu poi il conflitto tra il M. e gli USA per la cosiddetta controversia del Rio Grande. Con tale conflitto il M. perse vaste estensioni territoriali.
Nel 1857 Benito Juárez, detto El Benemérito, diede al M. una costituzione liberale, che tra l'altro prevedeva la separazione della Chiesa dallo Stato e l'abolizione d'una serie di privilegi. I grandi proprietari e l'alto clero scatenarono allora una guerra civile, ma le forze da essi messe insieme vennero definitivamente battute nel 1861. Nello stesso tempo vi fu il tentativo di Napoleone III di fare del M. una grande colonia franccse. Il 12 luglio 1864, scortato da truppe francesi, entrava a Città del M. Massimiliano d'Asburgo, proclamato imperatore. Nel 1867 era però fucilato dai repubblicani. Nel 1877 diveniva presidente il generale Porfirio Díaz, il quale instaurava un regime dittatoriale, restando al potere per molti anni. In effetti durante la dittatura di Díaz il M. subì una vera e propria trasformazione in vari settori, ma la vita nelle campagne restò immutata. Nel 1910 un'ondata rivoluzionaria scosse tutto il paese e l'anno seguente Diaz lasciava il M.
Dopo la Rivoluzione il M. non ritrovò la pace, in quanto continuarono disordini e congiure. Tuttavia lentamente problemi fondamentali sia politici che economici e sociali vennero affrontati e risolti. Nel 1917, soprattutto ad opera del presidente Carranza e dei suoi collaboratori, fu redatta la costituzione democratica, dalla quale doveva nascere il M. odierno.
Nella Storia del M. contemporaneo il Partito rivoluzionario istituzionale (PRI) ha mantenuto costantemente il potere. Nel luglio del 1982 diveniva presidente Miguel de la Madrid Hurtado. La sua elezione segnava ancora una schiacciante vittoria del PRI.
Uno dei fenomeni dell'attuale M. è l'emigrazione clandestina verso gli Stati Uniti. Nel grande paese vicino i Messicani travano in genere occupazione sotto forma di "lavoro nero". Nel 1987 una drastica legge delle autorità federali statunitensi stabiliva il ritorno nel M. di oltre 4 milioni di immigrati. Era un provvedimento doloroso che colpiva l'economia già povera di città e paesi messicani.

 

Fonte: http://spazioinwind.libero.it/zanzibarre/download/messico.zip

 

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

 

Messico

 

 

 

 

 

 



INDICE

 

1. OVERVIEW MESSICO.................................................................. 3

2. CONGIUNTURA ECONOMICA...................................................... 5

3. SETTORI ED AREE DI SVILUPPO................................................ 6

4. APERTURA INTERNAZIONALE.................................................... 9

5. RAPPORTO ITALIA - MESSICO................................................. 10

6. OPPORTUNITA’ PER LE IMPRESE ITALIANE............................ 12

7. BARRIERE COMMERCIALI........................................................ 13

8. DOCUMENTI DI SPEDIZIONE.................................................... 14

9. NEWS........................................................................................ 17

10. INFORMAZIONI DI VIAGGIO.................................................. 19

11. PRINCIPALI INDIRIZZI UTILI................................................ 21

 


1. OVERVIEW MESSICO

 

Tutti i dati di sintesi relativi al Messico sono di estremo interesse:

 

  • dodicesima economia mondiale con un PIL che ha superato nel 2006 i 700 miliardi di dollari ed una popolazione pari a 108 milioni di abitanti (1° mercato dell’America Latina)

 

  • grado di apertura internazionale notevolmente elevato, grazie ai numerosi accordi commerciali preferenziali (permane lo storico rapporto privilegiato con il Nord America)

 

  • stabilità economica (controllo del disavanzo e modesto debito estero) che rassicura gli investitori internazionali (il Messico è una delle più importanti piattaforme produttive mondiali).

 

La tabella che segue mostra l’evoluzione dei principali indicatori economici:

 

 


Il quadro seguente mostra, invece, una sintesi dei punti di forza e di debolezza del paese.

 

Punti di forza

Punti di debolezza

  • stabilità politica e macroeconomica
  • ampio mercato di consumatori (108 milioni di abitanti)
  • costo della manodopera specializzata particolarmente conveniente
  • ampia disponibilità di risorse nel sottosuolo (petrolio, gas, argento, piombo, grafite, fluorite, antimonio, uranio);
  • contiguità geografica con USA e accordi commerciali preferenziali
  • scarsa redistribuzione della ricchezza (gli 11 cittadini più ricchi concentrano oltre il 5% del PIL nazionale)
  • eccessiva dipendenza da assets non produttivi e altamente variabili (petrolio, rimesse estere, IDE, turismo)
  • eccessiva dipendenza dall’economia USA (principale importatore di petrolio, 11 milioni di emigranti messicani, principale investitore e fonte dell’afflusso turistico)
  • mancata approvazione di riforme strutturali

 

 


2. CONGIUNTURA ECONOMICA

 

Nell’ultimo decennio il Messico ha subordinato gli obiettivi di crescita e riduzione della disoccupazione ad altre priorità: il contenimento del deficit di bilancio, la gestione del debito pubblico ed il controllo dell’inflazione. Tra il 2001 ed il 2006 il Governo Fox (centro destra) ha proposto riforme strutturali tese ad accrescere la competitività del Paese, che sono state tutte bocciate dal Parlamento.

 

L’insediamento del Presidente Felipe Calderon (centro destra, dal 1 dicembre 2006) è troppo recente per esprimere giudizi sull’operato. E’ però possibile identificare le direttive che il nuovo Governo intende proporre, in continuità con la precedente amministrazione, per il rilancio dell’economia:

 

  • il mantenimento della stabilità economica (gestione della finanza pubblica, abbattimento inflazione e miglioramento del “rischio paese”)
  • la creazione di un sistema fiscale competitivo
  • la produzione di fonti di energia di qualità a prezzi competitivi
  • lo sviluppo delle infrastrutture del Paese
  • il potenziamento del settore turistico (sul modello della “Riviera Maya” nello Stato del Quintana Roo e del sito archeologico di Palenque nello Stato del Chiapas)
  • il proseguimento della politica abitativa del Governo Fox, strumento per la creazione di occupazione ed il contrasto alla povertà (l’obiettivo è di realizzare sei milioni di abitazioni “economiche” nei prossimi sei anni)
  • il sostegno alla piccola e media impresa (accesso ai capitali, assistenza tecnica e tecnologica, incentivi ed incubatori)
  • l’incremento dell’occupazione.

 

Il primo trimestre del 2006 ha registrato un miglioramento generalizzato dei principali indicatori economici. Il PIL ha registrato una crescita del 5,5% su base annua, trainato dall’aumento della produzione industriale (+6,1% costruzioni, +4,8% minerario e +4% manifattura) e quello terziario (+5,1% trasporti e comunicazioni). Buoni segnali arrivano anche dall’incremento degli IDE (+12,8%), dal consumo (che, confermando il ruolo di motore della crescita economica, ha registrato un aumento del 6,4% nell’acquisto di beni durevoli)  e dall’occupazione.

 

Va rilevato che la crescita del settore manifatturiero si contrappone al declino degli ultimi anni (+6,9% nel 2000, -4% nel 2001, -1,3% nel 2002, -1,6% nel 2003, +4% nel 2004, +1,2% nel 2005) causato soprattutto dalla concorrenza cinese nei settori tradizionali (tessile, abbigliamento, pelletteria; reggono bene invece i settori automobilistico, elettronico ed alimentare). La crisi dell’industria manifatturiera tradizionale rispecchia le difficoltà dell’industria maquiladora (assemblaggio per conto terzi e successiva riesportazione) che rappresenta il 47% dell’export ed il 17% degli IDE messicani.

 


3. SETTORI ED AREE DI SVILUPPO

 

Tra i principali settori produttivi dell’economia messicana, quelli che offrono maggiori possibilità di sviluppo con le imprese italiane sono i seguenti:

  • tessile
  • calzaturiero
  • costruzioni.

Le imprese sono spesso raggruppate in “cluster”, poli industriali con vocazione settoriale spesso nati attorno agli impianti produttivi di grandi aziende multinazionali.

 

Industria Tessile

 

L’industria tessile è importante per l’economia nazionale e diffusa in tutto il paese. I principali poli produttivi sono localizzati nei 12 stati indicati nella mappa sottostante, ma vale la pena evidenziare che negli stati del nord c’è la maggior concentrazione di maquiladoras del Messico (impianti produttivi esentati dal pagamento di imposte locali, dal momento che la produzione è destinata esclusivamente all’esportazione).

La recente crisi del settore tessile messicano rende urgente l’apporto di tecnologia e know how per l’ammodernamento degli impianti produttivi. In questo contesto la presenza di imprese italiane potrebbe essere particolarmente utile e produttiva.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Industria Calzaturiera

 

L’industria calzaturiera è più concentrata, dal momento che 4 stati messicani rappresentano oltre il 75% della produzione nazionale. Solo una piccola parte di questa produzione (circa un terzo) è destinata ai mercati esteri. Esistono pertanto ampi spazi di miglioramento che rendono importantissimo l’apporto di partner italiani che possano portare tecnologia, design e know how gestionale.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Industria delle Costruzioni

 

La mappa sottostante riposta la localizzazione delle maggiori industrie produttrici di materiali per l’edilizia, con le relative percentuali di produzione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Industria alimentare

 

Si prevede che il settore alimentare in Messico raggiungerà nel 2009 un volume di affari di 68 miliardi di dollari con una crescita del 55% rispetto ai livelli del 2005. Se la statunitense Wal-mart, leader mondiale nella distribuzione di prodotti agro-alimentari domina il mercato messicano, non è da sottovalutare la presenza delle società locali Soriana (164ª posizione a livello mondiale, con 4,4 milioni US$ di vendite), Comercial Mexicana (182ª posizione al mondo, con 3,7 milioni US$ di vendite) e Gruppo Gigante (216ª posizione mondiale, con 2,9 milioni US$ di vendite). Nel 2004 la francese Carrefour ha disinvestito le proprie attività nel mercato messicano.


4. APERTURA INTERNAZIONALE

 

Il Messico rappresenta uno dei paesi maggiormente interessati allo sviluppo del commercio e all’attrazione di investimenti esteri: con riferimento al commercio internazionale, rappresenta, infatti, il quattordicesimo paese al Mondo (primo in America Latina) per volume di importazioni ed esportazioni, mentre occupa il terzo posto tra i paesi emergenti nella classifica di attrazione degli IED, dopo Cina e Hong Kong e prima del Brasile.

 

Negli ultimi anni il Messico ha adottato una politica di inserimento nell’economia globale e di liberalizzazione degli scambi, ed è attualmente l’unico Paese al mondo a vantare accordi preferenziali con le tre principali economie mondiali (NAFTA, UE, Giappone).

 

Nei primi cinque mesi del 2006 la bilancia commerciale messicana ha registrato un surplus di 1.258 milioni di dollari. Le esportazioni (petrolio e derivati, tessili e abbigliamento, macchinari e siderurgici, chimici, alimenti e bevande) sono state trainate soprattutto dalla crescita del prezzo del petrolio (+41%) e dalla rinnovata dinamicità del settore automobilistico (+62%). Le importazioni (beni intermedi 74%, beni capitali 11,7%, beni di consumo 14%) sono aumentate in virtù della notevole domanda interna (beni intermedi +19,3%, beni di consumo +25,6%, beni capitali +21,9%). La stima per il 2006 è di una crescita del 21% sia per le esportazioni che per le importazioni.

 

Nell’ambito dei numerosi accordi di libero scambio siglati dal Messico, un’importanza crescente riveste quello con l’Unione Europea, secondo partner commerciale del Messico, con una quota pari all’8%. Nel 2005 i primi dieci fornitori sono stati: USA (53,4%), Cina (8%), Giappone (5,9%), Germania, Corea del Sud, Canada, Brasile, Taiwan, Italia e Spagna. I principali mercati di sbocco, invece, sono stati: USA (85,7%), Canada (2%), Spagna (1,4%), Germania, Regno Unito, Svizzera, Giappone, Colombia, Venezuela e Guatemala.

 


5. RAPPORTO ITALIA - MESSICO

 

Nel 2005 l’Italia è stata il 10º partner commerciale del Messico, 3º in Europa (dopo Germania e Spagna) e 2º fornitore europeo, dopo la sola Germania.

 

L’85% dell’export italiano diretto in Messico è costituito da beni intermedi e strumentali (macchinari vari, prodotti metallurgici, chimici, plastici, apparati elettrici), il 15% restante è rappresentato da beni di consumo (moda e tessile, pellame, calzature, gioielleria, arredo casa, agroalimentare, medicinali). Il Messico esporta verso l’Italia prevalentemente prodotti chimici, macchine automatiche ed elettriche, motori per autoveicoli, turbo-reattori e turbo-propulsori, pesce congelato e legumi.

 

 

Con riferimento agli investimenti nel Paese, ad oggi risultano registrate in Messico poco meno di 900 imprese partecipate da italiani (pari al 2,6% delle imprese straniere presenti in Messico), per un investimento totale accumulato dal 1994 al 2006 pari a 418 milioni di dollari (0,2% degli IDE totali).

 

Gli investimenti italiani sono concentrati nel Distretto Federale (61%), Chihuahua (6,5%), San Luis Potosí (5,1%), Nuevo León (4,6%), Stato del Messico (4,6%) e Puebla (4,6%). Per numero di imprese, è importante rilevare la cospicua presenza nello Stato del Quintana Roo (prevalentemente settore turistico).

 

Per quanto riguarda i settori di attività, le imprese con capitale italiano si concentrano nei servizi (60% degli investimenti e 46% delle imprese), nell’industria manifatturiera (39% degli investimenti e 23% delle imprese). e nel commercio (1,2% degli investimenti e 26% delle imprese).

 

Il sistema bancario italiano è scarsamente presente nel paese: oltre ad un Ufficio di Rappresentanza del Sanpaolo IMI, è presente Unicredit attraverso la controllata HVB. Banca di Roma-Capitalia ha chiuso il proprio ufficio di rappresentanza nel giugno 2006, come già aveva fatto la Banca Commerciale Italiana. Questa mancanza limita la penetrazione economica e commerciale delle imprese italiane.

 


6. OPPORTUNITA’ PER LE IMPRESE ITALIANE

 

I settori ambientale, aerospaziale, automobilistico, chimico, trasporti e militare offrono importanti opportunità per le imprese italiane operanti nel campo dell’high-tech. Interessanti possibilità di investimenti sono offerte dalla Baja California e dallo Stato di Veracruz per collaborazioni nel settore della pesca e dell’acquacultura. Eventuali modifiche legislative potrebbero rendere interessanti i settori energetico, telecomunicazioni, farmaceutico e salute. Opportunità per le imprese italiane possono infine emergere in settori a contenuto tecnologico più limitato quali, ad esempio, quello agroalimentare.

 

Il mercato messicano offre opportunità di inserimento commerciale per tutto quanto attiene la meccanica strumentale: comparto meccano tessile, industria conciaria, packaging, industria delle costruzioni, macchine utensili, macchine per l’estrazione e la lavorazione del marmo, nell’industria grafica e nel comparto metallurgico. Nel corso dell’ultimo anno si registra in Messico il dinamismo del comparto della sub-fornitura e componentistica auto.

 

Il settore industriale (basato sulle grandi imprese) è il più importante dell’economia messicana, nel quale notevole importanza rivestono le Maquilladoras, aperte dal 1965 da imprese del Nord America (soprattutto nei settori tessile e elettronico). L’industria siderurgica è molto sviluppata come anche l’industria metallurgica (stagno, alluminio, rame e piombo). In continua crescita sono l’industria chimica e petrolchimica che da breve tempo sfruttano le risorse nazionali di idrocarburi. Le industrie più antiche rimangono comunque quella tessile, soprattutto del cotone (Puebla, Città del Messico, Guadalajara) e quella manifatturiera che produce svariati beni: carte, legno, tabacchi, vetro, ceramica, calzature, pelli conciate e prodotti alimentari (birra).

 

Per quanto riguarda il settore terziario, ha ovviamente particolare rilevanza il turismo: il Messico è una delle maggiori mete del turismo mondiale con i siti archeologici precolombiani, le chiese ed i monumenti spagnoli e le città d’arte. Altra grande attrattiva sono i centri balneari che si susseguono sulle coste (Puerto Vallarta, Chancun, Bahia Santiago, Cabo San Lucas, Acapulco).

 

Le importazioni messicane dall’Italia nel settore delle pelli e del cuoio (esclusa la pelletteria) sono più che quadruplicate dal 2000 ad oggi, passando da 30 a 125 milioni di euro. Le esportazioni di calzature italiane sono aumentate di oltre il 31%, i componenti di oltre il 24% e gli accessori di oltre il 36%.

 

E’ importante rilevare che in molti settori il rapporto tra l'Italia e il Messico non si basa esclusivamente su attività di export, ma di diversifica tra collaborazioni commerciali, produttive ed istituzionali.

 


7. BARRIERE COMMERCIALI

 

Le barriere non tariffarie che penalizzano maggiormente l’export italiano sono costituite prevalentemente dalle misure sanitarie e fito-sanitarie: nonostante le agevolazioni previste dal TLC, la mancanza di regole fito-sanitarie definite determina occasionalmente il blocco dell’importazione dei prodotti italiani. Sono inoltre in vigore delle quote compensatorie applicate su alcuni prodotti provenienti dall’Unione Europea che limitano ulteriormente la libera circolazione delle merci.

 

In quest’ ambito si è definitivamente risolto il principale contenzioso tra Italia e Messico riguardante il divieto di esportazione in Messico di carni di origine suina. Dal 2005, infatti, le Autorità messicane hanno avviato la liberalizzazione. Contenziosi minori concernono l’importazione di kiwi e mele, bloccate a seguito dell’introduzione di misure sanitarie e fito-sanitarie. Dal 2004 sono state imposte misure compensative a carattere temporaneo sulla importazione di olio d’oliva proveniente da Italia e Spagna.

 

Per quanto concerne generi alimentari quali vino, pasta, formaggi, olio (con l’esclusione della “sansa”, la cui importazione è attualmente proibita), aceto, sottoli e sottaceti, non esistono particolari restrizioni; è stata però evidenziata un’elevata farraginosità e mancanza di trasparenza a livello burocratico, che comporta l’obbligo di fornire un’articolata documentazione relativa all’origine e alla certificazione di qualità del prodotto. Medesime problematiche presenta l’importazione di insaccati (la scarsa trasparenza e la complessità delle norme in materia fito-sanitaria limitano notevolmente l’iniziativa degli importatori).

 

La complessità e mancata trasparenza delle procedure burocratiche inerenti le importazioni causa seri impedimenti al normale afflusso di prodotti europei; in particolare, oltre alle complessità delle procedure di sdoganamento, si segnalano le pesanti imposizioni derivanti dall’obbligo di etichettatura e di apposizione di particolari sigilli a gran parte dei prodotti destinati ad essere immessi nel mercato messicano; inoltre, serie criticità derivano dalla non completa conformità del sistema di classificazione merceologica (ATECO) ai principali standards internazionali.

 

La recente concessione in outsourcing al sistema privato della gestione di gran parte delle attività inerenti alle procedure doganali non sembra fino ad oggi aver portato i risultati auspicati.


8. DOCUMENTI DI SPEDIZIONE

 

In questa sezione si riportano alcune indicazioni utili in merito alle procedure doganali ed ai documenti richiesti per spedizioni di merci tra Italia e Messico.

 

Oltre alla dichiarazione in dogana (DAU) http://agenziadogane.it usualmente richiesta per tutte le spedizioni (salvo all’interno dell`Unione europea), le spedizioni destinate al Messico devono essere accompagnate dai seguenti documenti.

 

a) Fattura commerciale

In tre esemplari. Redatta preferibilmente in lingua spagnola, deve riportare, oltre alle menzioni usuali, le seguenti indicazioni:

- il valore FOB delle merci, espresse nella moneta di fatturazione, con l’indicazione per esteso della moneta;c il dettaglio dei costi di spedizione e assicurazione,

- la firma autografa di una persona abilitata, preceduta dalla ragione sociale o dal timbro dell’impresa. La firma deve essere riportata su ciascun esemplare della fattura commerciale.

 

Infine, è utile notare che in applicazione del codice doganale messicano, le fatture non devono riportare correzioni, cancellature o annotazioni che alterino i dati originali.

 

b) Documenti EUR.1 (10)

Per beneficiare del regime preferenziale applicabile ai prodotti della Comunità esportati verso il Messico, si dovrà redigere un certificato EUR.1 che servirà a destinazione come giustificativo di origine.

 

Le spedizioni di valore inferiore a 6.000 Euro o effettuate da un esportatore accreditato, dovranno essere accompagnate da una dichiarazione. Questa dichiarazione dovrà essere redatta sulla fattura, un buono di consegna o altro documento commerciale che descriva i prodotti in questione in modo sufficientemente dettagliato per identificarli.

 

La dichiarazione è la seguente:

 

L’esportatore dei prodotti riportati dal seguente documento (autorizzazione doganale n°....) (3) dichiara che, salvo indicazione chiara del contrario, questi prodotti hanno origine preferenziale ... (4).

 

Luogo e data .......... (5)

................... (firma dell’esportatore e indicazione per esteso del nome della persona che firma la dichiarazione).

 

Le regole relative all’emissione e utilizzazione degli EUR.1 sono illustrate nell’allegato X.

 

c) Certificato fitosanitario

E’ richiesto per la frutta, i legumi e le sementi.(6)

 

d) Certificato sanitario

Necessario per le carni. (7)

 

Molti paesi tra cui il Messico hanno deciso di sospendere le loro importazioni di animali o di carne animale provenienti dall’Unione Europea a causa dei rischi di contaminazione da ESB (malattia della mucca pazza), si consiglia comunque di contattare il proprio importatore.

 

e) certificato di origine

E’ necessario per le merci di origine terza e deve essere stabilita sul modello comunitario.

 

Le regole relative all’emissione e impiego del certificato di originne sono precisate nell’allegato XI

 

f) Certificato o attestato di libera vendita per i prodotti cosmetici

Sulla base delle indicazioni fornite dall’esportatore, attesta che i prodotti spediti sono conformi alla legislazione italiana in vigore e in libera vendita in Italia.(8)

 

Il certificato dovrà essere vistato e legalizzato dalla Camera di commercio competente. E` richiesto per la registrazione dei prodotti.

 

Altri certificati di libera vendita o di analisi potrebbero essere richiesti.

 

g) Certificato di non contaminazione radioattiva

Per i prodotti agroalimentari importati dall`Europa.(7)

 

l) Marchio nazionale esportazione vini - INE

L’articolo 32 della legge 20 febbraio 2006 n.82 (collavini) ha abolito la procedura prevista R.D.L. 1443/33 che rendeva obbligatoria l’approvazione dell’etichettatura dei vini da parte dell’Istituto Nazionale per il Commercio Estero e l’emissione di apposito certificato da parte dei laboratori di analisi per l’esportazione di vino italiano.

 

Pertanto dal 28 marzo 2006 (entrata in vigore della legge) non vi è più l’obbligo del marchio I.N.E. sulle partite di vino destinate ai mercato del nord-America (Stati Uniti - Canada - Messico).

 

Trasporto

a) Documenti di trasporto

 

b) Lista dei colli

La lista dei colli è obbligatoria.

 

c) Assicurazione trasporto

Non è richiesta alcuna assicurazione per il trasporto.

 

d) Trattamento degli imballaggi in legno

Il Messico riconosce le disposizioni della normativa NIMP N°15, ma non la applica in modo completo. E’ fortemente consigliato il trattamento secondo la normativa internazionale.

 

Costo dei visti

a) Costi consolari

L’importo del visto del Consolato sui certificati di origine e di analisi 54,05 Euro, i costi possono comunque variare in funzione del corso del cambio del USD.

 

b) Visto d’affari sul passaporto

Il visa sul passaporto non ha costo per gli italiani.

 

Per il visto di affari, 27,40 euro, l’importo è legato alla tipologia della missione d’affari ed è legato alla valutazione del dollaro.

 

Al momento dell’arrivo in Messico gli imprenditori sono tenuti a compilare un formulario FMV3. Il costo del visa è legato ai giorni di permanenza.

 

Spedizione temporanea

Il Messico ha aderito alla convenzione, ma l’entrata in vigore del sistema ATA non è ancora effettiva anche se le dogane messicane possono accettare i carnet ATA. Le condizioni per l’impiego dei carnet ATA sono dettagliate sul sito http://www.unioncamere.it

 

Altri documenti

Etichettatura

Esistono delle disposizioni particolari in materia di etichettatura dei prodotti alimentari e delle bevande importate. (9)

 

Il Messico ha aderito alla convenzione dell’Haya del 5 ottobre 1961 relativa alla postilla che rimpiazza la legalizzazione di alcuni documenti.

 

Per maggiori informazioni a riguardo si rimanda al sito www.schedeexport.it

 


9. NEWS

 

Messico, economia 2006 ai massimi da 6 anni

L'economia messicana cresce del 4,8 per cento nel 2006, ai massimi da sei anni. Nel 2005 il Pil sale solo del 3 per cento. A fare da traino nel 2006 sono l'aumento del prezzo del petrolio, il boom edilizio, la ripresa del settore manifatturiero. Anche i conti pubblici mettono a segno un importante più 0,23 per cento delle entrate fiscali, chiudendo il 2006 senza deficit per la prima volta dal 1996.

(Il Denaro, 01-02-2007)

 

Messico: imprese investite qui

Il presidente messicano Felipe Calderon lancia la sfida ai governi della sinistra radicale in Sudamerica che hanno deciso, secondo il premier messicano, ''di guardare indietro e restare nel passato''. Calderon ha pronunciato un discorso di elogio del neoliberismo economico durante un pranzo con i membri del Consiglio consultativo delle imprese globali, di cui fanno parte 36 imprese multinazionali come Pepsico, Microsoft, Ford e Daimler Chrysler. Il capo dello Stato, con una chiara frecciata alla politica di Hugo Chavez, ha invitato ad investire in Messico tutte le imprese che abbandonano i paesi d'America latina i cui governi ''sequestrano'' le aziende.

(Corriere della Sera, 19-01-2007)

 

Investimenti privati in Messico a più 200%

Il segretario del Turismo Rodolfo Elizondo Torres ha reso noto che nel corso del 2006 è cresciuto l'investimento privato nel settore: il turismo messicano ha goduto di circa 3 miliardi di dollari, ovvero un 200% in più rispetto al 2005. A godere di questi investimenti, soprattutto lo stato di Guerrero (31%); seguono la Baja California (17,3%), il Nayarit (11,2%) e il Quintana Roo (10%). Il 73% degli investimenti sono stati nazionali. Quelli stranieri sono arrivati soprattutto da Usa (51%) e Spagna (40%). Le destinazioni balneari messicane hanno goduto del 45,7% del totale degli investimenti privati nel Paese durante i primi 11 mesi del 2006.

(10-01-2007)

 

La Germania conferma la sua fiducia nel Messico

Le recenti turbolenze politiche in Messico non hanno influenzato la fiducia dell’imprenditoria tedesca in questo Paese. Waldemar Duscha, esperto della agenzia tedesca per l’Economia dell’Estero (BFAI) ha affermato che lo sviluppo dell’economia non dipende direttamente dalla situazione politica: “Credo che le condizioni per favorire la crescita economica in Messico rimangano stabili, anche se nel cammino ci sono alcune avarie”. L’analista ha indicato che le condizioni monetarie in Messico sono “molto positive” ed ha risaltato la necessità che il nuovo governo metta in marcia le riforme previste; ha risaltato la crescita del PIL nel 2006 (+4,5%), il livello degli investimenti privati (+7%), ed ha annunciato che le prospettive di crescita economica del paese per il prossimo anno sono del 3,5%, dovuto alla decelerazione dell’economia degli Stati Uniti e del mondo.

Ha sottolineato il ruolo del Messico come paese membro dell’OCDE, considerato come un paese emergente “incamminato a convertirsi in un paese industrializzato”.

L’analista ha osservato che il livello degli investimenti in Messico degli ultimi mesi si rifletterà sull’incremento di richieste dei prodotti esteri. “Da gennaio a luglio di questo anno si è registrata una crescita dell’11,2%”.

 

Report della BFAI

Il report della BFAI (Agenzia statale del Commercio Estero in Germania) ha indicato che le importazioni messicane cresceranno del 14,7% nel 2007.

Il livello delle esportazioni è aumentato nel 2006 del 18% e nel 2007 si aspetta un aumento dell’8,7%.

Il report segnala la positiva amministrazione del debito pubblico, pari a 175 miliardi di dollari, con un debito esterno attualmente al 7% del PIL (10 anni fa rappresentava il 30%).

Il Messico occupa insieme al Cile la più bassa posizione di rischio tra paesi latinoamericani ed offre opportunità per gli investitori nell’industria elettrica ed elettronica, così come alimentare e delle bevande, del turismo, aerospaziale e delle costruzioni.

(BFAI, 12-2007)

 

Dati Banamex

“L’economia messicana avrà una crescita e passerà dal 3,7% al 4% nel 2007, secondo le politiche pubbliche manifestate dal nuovo governo” ha pronosticato il direttore generale di Banamex, Manuel Medina Mora.

Grazie al buono stato delle finanze pubbliche lasciate dalla amministrazione precedente del Presidente Vicente Fox, il Paese avrà maggiori risorse e possibilità di incrementare l’indice di crescita economica.

Intervistato dopo la consegna del premio Banamex di Economia 2006, Medina Mora ha evidenziato che la sfida per i collaboratori di Felipe Calderón sarà, nel breve periodo, quella di ottenere degli incrementi maggiori rispetto alle previsioni auspicate, nonostante flessione dell’economia statunitense.

(Banamex, 16-01-2007)

 

ICE News

L'economia messicana è cresciuta del 4,6% nel terzo trimestre dell'anno in corso. L'aumento accumulato nel periodo gennaio-settembre è invece del 4,9%. La crescita è legata soprattutto ai settori industria e servizi. La stima di crescita per l'intero 2006 è compresa tra il 4,3 e il 4,8%.

La catena Wal–Mart, leader nella grande distribuzione alimentare in Messico, ha recentemente reso noto di essere sul punto di aprire 120 nuovi supermercati e di ridurre i prezzi di vendita di circa 10mila prodotti.

Comercial Mexicana (numero tre della GDO), ha annunciato un nuovo piano per recuperare terreno su Wal-Mart: sta per lanciare una nuova catena di negozi pilota di alta qualità nei quartieri più benestanti delle principali Città del Messico. I nuovi punti vendita dovrebbero offrire prodotti di nicchia (quali aragosta, pesce ricercato, caffè fresco) a prezzi inferiori rispetto ai negozi gourmet, ma più alti rispetto alla media dei prezzi praticati dai supermercati.

(Ice, 20-11-2006)


10. INFORMAZIONI DI VIAGGIO

 

Prefissi internazionali

00 52 prefisso per il Paese

5 Mexico City

74 Acapulco

14 Chihuahua

99 Merida

47 Léon

 

Fuso orario

6 ore indietro rispetto all’orario del Meridiano di Greenwich; 7 ore indietro rispetto all’Italia (8 ore indietro con l’orario legale)

 

Visto

E' necessario il passaporto, con validità residua di almeno tre mesi al momento dell’ingresso nel Paese.

 

Il visto non necessario per turismo fino a 90 giorni di permanenza nel Paese. All’arrivo nel Paese il turista deve compilare un formulario (FTM) disponibile presso le Autorità locali, i principali aeroporti e le diverse compagnie aeree.

 

Il visto è obbligatorio per tutti coloro che si recano nel Paese per motivi diversi da turismo (studio, affari ecc.) e va richiesto presso le Rappresentanze Diplomatico-Consolari del Messico in Italia (Roma e Milano).

Per quanto concerne le attività di osservatori internazionali e quelle di carattere umanitario, è obbligatorio richiedere un apposito “titolo di soggiorno” (FM3). In base a recenti disposizioni, inoltre, in caso di domanda per un permesso “FM3” e di successivo diniego da parte dell’Autorità messicana, l’interessato dovrà attendere tre mesi prima di poterlo richiedere.

 

Formalità valutarie

É consentito introdurre beni per un valore equivalente a 300 US$ a persona; beni il cui valore eccede tale importo e fino a 1.300 US$, saranno sottoposti al pagamento di una tassa variabile (pagabile in aeroporto) in funzione del Paese di provenienza. Beni di valore superiore a 1.300 US$ a persona sono trattenuti in deposito presso la dogana.

Non esiste, invece, alcuna restrizione per l’introduzione di somme di denaro fino a 10.000 US$.

 

Settimana lavorativa

UFFICI PUBBLICI: dal Lunedì al Venerdì

BANCHE: dal Lunedì al Venerdì

ATTIVITÀ COMMERCIALI: dal Lunedì al Sabato

 

Carte di credito

Le principali carte di credito accettate sono: VISA, American Express, Master Card, Diners

 

Festività

1° gennaio (Capodanno);

6 gennaio (Epifania);

2 febbraio («Dia de la Candalaria» processioni e feste per la benedizione delle candele);

5 febbraio (Anniversario della Costituzione);

24 febbraio (Festa della Bandiera);

21 marzo (Nascita di Benito Juarez e Festival dell’equinozio di Primavera);

(Domenica delle Palme);

(Domenica di Pasqua);

1° maggio (Festa del Lavoro);

5 maggio («Cinco de mayo» battaglia di Puebla);

10 giugno (Festa del Corpus Domini);

29 giugno (San Pietro e Paolo);

15/16 luglio (Nostra Signora di Monte Carmelo);

15/16 agosto (Festa dell’Assunzione della Vergine Maria);

1 settembre (Messaggio del Presidente allo Stato dell’Unione);

16 settembre (Festa dell’Indipendenza);

22 settembre (Equinozio d’Autunno);

12 ottobre («Dia de la Raza» in ricordo di Cristoforo Colombo);

1° novembre (Tutti i santi);

20 novembre (Anniversario della Rivoluzione);

12 dicembre (Festa della Vergine di Guadalupe);

25 dicembre (Natale).

 


11. PRINCIPALI INDIRIZZI UTILI

 

Ambasciate e Consolati in Italia

 

Ambasciata del Messico, Ufficio Economico e Commerciale e Ufficio Consolare

Amb.: Rafael Tavar y De Teresa 

Via Lazzaro Spallanzani, 16 - 00161 Roma 

Tel. (06) 441151 Fax (06) 4403876 

correo@emexitalia.it 

www.sre.gob.mx/italia

 

Consolato a Milano

Via dei Cappuccini, 4 - 20122 Milano 

Tel. 0276020541 02784435 - Fax 0276021949 

Circoscrizione: Tutto il territorio della Repubblica Italiana, eccetto Lazio 

 

Ambasciate e Consolati all'estero

 

Ambasciata d'Italia e Ufficio commerciale

Min. Plen. Felice SCAUSO 

Paseo de las Palmas, 1994 - 11000 Mexico, D.F 

Tel. 0052 5555963655 - Fax 55 55967710 /55 55962472 

segreteria.messico@esteri.it 

www.ambcittadelmessico.esteri.it/

 

Acapulco - Vice consolato onorario

Gran Via Tropical, 615 - LAS PLAYAS ACAPULCO 

Tel 5274 833875 e 824855 - Fax 824855 

V. Cons. On. Perla Gutierrez Cavagna 

 

Consolato Onorario a Cancun

Cons. On. Augusto Pastaccini 

CAIE ANCA TRACHEZ 39/A SUPERMANZANA 22-CANCUN 

Tel: 00529988841261 

 

Guadalajara (Jalisco) - Consolato onorario

Av. Lopez Mateos Norte, 790 

- 1 piso - Fracc. Ladron de Guevara 

Tel: 00523336161700 

Fax: 36162092 

 

Mazatlan - Agenzia consolare onoraria

Paseo Centenario s/n 

Tel 005269 813171 

 

Monterrey (Nuevo Leòn) - Consolato onorario

Cons. On. Bruno Mellone 

Prol. Moralillo 109 Col. Lomas del Valle Garza garcia NL 66240 MEX 

Tel 0052918 3782444 - Fax 3782444 

 

Oaxaca - Agenzia consolare onoraria

A. Cons. On. Esperanza de la Concepciòn Gonzalez Greganti 

Macedonio Alcalà, 400 - Col. Centro 

Tel 0052951 53176 - Fax 59236 

 

Tampico (Tamaulipas) - Consolato onorario

Avenida Madera 502 Oriente (esq. Colima) 

Tel 0052121 52430 

 

Tijuana - Agenzia consolare onoraria

Calle Tula, 55 - Col. Hipodromo 

Tel 005266 853743 

 

Veracruz (Veracruz) - Consolato onorario

Calle Antonio de Mendoza, 134 - Fracc. Virginia 

Tel 005229 375270 

 

Vice Consolato Onorario a Puebla

V. Cons. On. Graziano Barbaglio 

Tehuacan Norte, 30 - Col. La Paz 

Tel 00529122 485296 

 

Camera di Commercio Italiana

Benjamin Franklin, 222, 2° Col. Escandon Città del Messico - 11800 D.F. 

Tel. (+52 ) 555272-4300-4314-4321; Fax (+52) 5552724320 

President : Franco ZULLO 

Secretary General : Walter Loiacono 

camitame@prodigy.net.mx 

www.camaraitaliana.com.mx

 

Istituto Nazionale per il Commercio Estero - I.C.E

CAMPOS ELISEOS N. 345 EDIFICIO OMEGA 

PISO VII COLONIA POLANCO - 11560 MEXICO D.F. 

Tel.(005255) 52808425 / 52813928 / 52813943 / 52813950 / 52813957 

Fax.(00525 5) 52802324 

Responsabile: Andrea Ferrari 

messico@messico.ice.it 

http://www.ice.gov.it/estero2/cittamessico/default2.htm

 

Delegazione della Commissione Europea

Av. Paseo de la Reforma 1675 

Col. Lomas de Chapultepec - 11000 Mexico D.F. 

Tel. (+52 5) 5403345 al 47 - Fax (+ 52 5) 5406564 

DELEGATION-MEXICO@cec.eu.int 

http://www.delmex.cec.eu.int

 

Indirizzi e numeri di telefono possono non essere aggiornati alla data di lettrua della presente pagina web, vi preghiamo nel caso ne vogliate farne uso di verificare i dati anche da altre fonti

 

Fonte: http://www.fc.camcom.it/download/Scheda_Paese.doc?chk=670esmm0n9&DWN=4298

 

Sito web: http://www.fc.camcom.it/

 

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

 

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