Vulcani in Italia e nel mondo
Vulcani in Italia e nel mondo
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I vulcani
I magmi prendono origine all’interno della crosta e nella parte alta del mantello e si chiama lava quando fuoriesce in superficie. Questo materiale caldo all’interno della terra è ancora solido, ma si trasforma pian piano in una massa di consistenza pastosa al cui interno si individuano minuscole gocce di magma che se raggiungono il 20% del materiale originario si fondono tra loro e essendo meno densi si muovono verso l’alto. La velocità di risalita di un magma dipende da molti fattori, come la sua viscosità, il suo volume, la profondità della zona in cui si origina, la temperatura delle rocce attraverso cui risale e cosi via.
Gli edifici vulcanici si accrescono o all’estremità aperta in superficie (cratere) di un condotto di forma cilindrica oppure lungo spaccature che penetrano profondamente nell’interno della terra. Il condotto o camino vulcanico mette in comunicazione l’edificio esterno con l’area di alimentazione. Il magma può ristagnare in un bacino magmatico o camera magmatica a debole profondità.
I vulcano strato si formano quando fasi di effusioni laviche si alternano con emissioni esplosive di frammenti sminuzzati di lava dando origine alle piroclastiti. L’edificio che ne risulta assume la forma di cono e viene chiamato vulcano strato o composto.
Il vulcano a scudo ha la forma appiattita ed è dovuta alla notevole fluidità delle lave eruttate in grado di scorrere per molti kilometri in larghe colate prima di consolidarsi; gli episodi esplosivi sono quasi assenti.
I fattori che influenzano il tipo di eruzione sono la viscosità del magma in risalita e il contenuto in aeriformi, soprattutto acqua. La viscosità è molto elevata nei magmi acidi e minore in quelli basici.
- Eruzioni di tipo hawaiiano: effusioni di lava molto fluida, la sommità del vulcano è caratterizzata da una depressione detta caldera; i gas si liberano in maniera tranquilla e qualche volta creano delle fontane di lava.
- Eruzioni di tipo islandese: la lava fluida esce da fessure. Il ripetersi di queste eruzioni porta alla formazione di vasti espandimenti lavici basaltici quasi orizzontali (plateaux basaltici).
- Eruzioni di tipo stromboliano: attività esplosiva regolare, la lava è abbastanza fluida, ristagna periodicamente nel cratere dove inizia a solidificare. Al di sotto della crosta che si forma si accumulano i gas che fanno saltare la crosta con modeste esplosioni che lanciano in aria brandelli di lava fusa
- Eruzioni di tipo vulcaniano: caratterizzate da un meccanismo simile a quello stromboliano, solo che la lava è molto più viscosa e forma un tappo di grosso spessore. I gas impiegano tempi più lunghi per raggiungere pressioni sufficienti a vincere l’ostruzione, quando ciò avviene, l’esplosione è violentissima.
- Il termine vesuviano indica un’intensa attività vulcanica caratterizzata dall’estrema violenza dell’esplosione iniziale che svuota un gran tratto del condotto superiore: il magma si espande e esce dal cratere in maniera esplosiva dissolvendosi in una gigantesca nube di goccioline, Quando tali esplosioni raggiungono un livello violento vengono dette eruzioni di tipo pliniano. La colonna di vapori esce dal condotto con foza e velocità da salire diritta verso l’alto per alcuni km prima di perdere energia ed espandersi in una grande nube da cui ricadono frammenti di lava vetrificata.
- Eruzioni di tipo peléeano: la lava ad altissima visosità e a temperatura relativamente bassa viene spinta fuori dal condotto quasi solida e forma cupole o torri alte qualche centinaio di metri. Dalla base sfuggono grandi nuvole di gas e vapori.
Dal vulcano possono uscire i materiali aeriformi: tra di essi i più abbondanti sono l’anidride carbonica e il vapore d’acqua: essi hanno contribuito a formare l’atmosfera e favoriscono le eruzioni del magma. Possono uscire inoltre materiali solidi, come le colate di lava e le piroclastiti che si formano per accumulo di frammenti solidi.
Altri fenomeni legati all’attività vulcanica sono le colate di fango ovvero i detriti piroclastici accumulati sulle pendici del vulcano formati da granuli sciolti possono assorbire l’acqua presente sotto forma di neve o vapore acqueo e diventano saturi e finiscono per diventare colate di fango o lahar. Quando si arresta il fango indurisce rapidamente e si trasforma in una solida roccia che imprigiona tenacemente tutto quello che ha travolto e sepolto.
Altri fenomeni sono quelli che caratterizzano le fasi tardive. Per molto tempo dopo che è cessata l’emissione di lava risalgono i gas residui accompagnati da acque termo-minerali. Fenomeni legati a ciò sono i geyser che si manifestano quando da una cavità aperta si superficie viene emessa a intervalli quasi regolari una colonna d’acqua calda che viene spinta a grandi altezza.
I vulcani
L’attività vulcanica avviene in grande parte sott’acqua ed è associata alle dorsali oceaniche. Se però l’eruzione sottomarina avviene a profondità moderata, l’emissione è caratterizzata da esplosioni che liberano sulla superficie del mare nubi di vapore acqueo. L’edificio vulcanico può arrivare ad emergere dal mare dando origine ad isole vulcaniche. I punti caldi sono zone ristrette della terra con vulcanismo attivo da milioni di anni.
Quando il magma che risale è viscoso i gas iniziano a liberarsi in singole bollicine, ma a causa dell’alta viscosità non riescono ad espandersi liberamente e sale la pressione. Quando si arriva all’esplosione i gas fuggono dal condotto con estrema violenza, trascinando frammenti di rocce e lava polverizzata. Si forma una nube ardente che sale a grande velocità per migliaia di metri. Quando la nube perde energia i gas si disperdono e la colonna di materiale solido ricade sul vulcano (nube ardente ricadente) e scorre velocemente lungo le sue pendici, formando estese colate piroclastiche, prima di arrestarsi e di originare un accumulo di piroclastiti. Se l’esplosione avviene lateralmente la nuvola rotola lungo il pendio con grande velocità (nube ardente discendente). La forma più devastante è la nube ardente traboccante che fuoriesce da fessure lunghe vari kilometri e che arrivano a centinaia di kilometri di distanza dal punto di emissione, con grande velocità. L’accumulo piroclastico cui danno origine è detto ignimbrite.
Il vulcanismo idromagmatico è dovuto all’interazione tra magma a modesta profondità e acqua. Il brusco passaggio dell’acqua allo stato di vapore genere forti pressioni che possono far saltare l’intera colonna di rocce sovrastanti aprendo un condotto verso l’esterno. Dal cratere esce con grande violenza una colonna di vapore che trascina con se i frammenti di rocce e se c’è stato contatto col magma anche esso. Dalla base di tale colonna parte una specie di onda d’urto concentrica, tipica di esplosioni violente, che da origine ad una densa nuvola di vapore e materiali solidi a forma di anello detta base-surge; la nube si espande a grande velocità lasciando accumuli piroclastici con forme tipiche.
Il vulcanismo che avviene lungo le dorsali è legato all’emissione di gigantesche quantità di lava basaltica con grandi accumuli di lava a cuscini. I grandi vulcani della terra sono lungo margini di continenti che sono fiancheggiati dalle strette e lunghissime depressioni del fondo oceanico note come fosse abissali. Sono tutti vulcani altamente esplosivi i cui prodotti sono di natura acida e neutra.
Esistono inoltre numerosi centri di emissione di prodotti vulcanici in piena area oceanica o all’interno di un continente. Sono gli hot spot o punti caldi dove prevale effusione di lava basaltica con tipici edifici.
In conclusione il vulcanismo effusivo è legato a magmi più fluidi mentre quello esplosivo a magmi viscosi.
Autore: Federico Ferranti
fonte: http://www.riassuntiliceo.altervista.org/quintof/geo25.doc
fonte: http://www.riassuntiliceo.altervista.org/quintof/geo26.doc
I VULCANI
I vulcani sono delle montagne da dove esce il magma
Il magma che esce dal vulcano è detto lava.
- Il magma è una roccia (farei vedere la roccia) liquida (farei vedere la differenza tra liquido e solido)
- Il magma proviene da una parte della Terra chiamata MANTELLO dove la temperatura è di circa 1000 °C
Quando la lava esce dal vulcano si parla di eruzione.
Quando la lava esce si raffredda e diventa MOLTO dura (diventa solida, vedi spiegazione precedente …) oppure POCO dura (solida).
COME SONO FATTI I VULCANI?
Se la lava è dura (solida) si formano dei vulcani CENTRALI, come questo
Se la lava è POCO DURA (poco viscosa) si formano dei VULCANI LINEARI (in Islanda) e dei
VULCANI A SCUDO (nelle Hawai)
come questo è
HAWAIANO |
STROMBOLIANO |
ISLANDESE |
Ci sono 2 tipi di eruzioni: effusiva e esplosiva. I vulcani con eruzione effusiva hanno una lava molto fluida, poco viscosa. Durante un’eruzione effusiva la lava scende con tranquillità.
Ci sono vulcani che hanno un’eruzione esplosiva, il vulcano sembra esplodere. Il magma dei vulcani con eruzione esplosiva è molto viscoso.
I magmi con tanta silice sono chiamati acidi e danno un’eruzione esplosiva. I magmi con poca silice sono chiamati basici e danno un’eruzione effusiva.
Eruzione esplosiva
I materiali lanciati da un’eruzione esplosiva si chiamano piroclasti: ceneri, pomici, bombe.
I materiali piroclasti formano delle rocce chiamate tufi.
I vulcani a scudo: sono vulcani molto grandi. Il magma è molto fluido.
Gli strato-vulcani: Si formano da un magma che d può dare un’eruzione effusiva e esplosiva. Gli strato-vulcani sono formati da strati di lava solida e piroclasti. Il Vesuvio e lo Stromboli sono strato vulcani.
Le caldere: Si forma da un’esplosione del vulcano. Ha una forma a conca e può contenere un lago.
Caldera
I coni di scorie sono formati da lapilli, ceneri.
I coni di scorie
LE FORME SECONDARIE DELL’ATTIVITA’ VULCANICA
Nelle zone dove ci sono i vulcani troviamo altri fenomeni: geyser, soffioni boraciferi, solfatare, sorgenti termali.
Geyser: violente eruzioni di acqua e vapore molto caldo
Soffioni boraciferi: lanci di vapore, gas che contengono sali
Solfatare: lanci di vapore e acido solfidrico
Sorgenti termali: acqua calda ricca di sali.
I vulcani in Italia sono qui
In quali regioni si trovano? Confronta la carta
Glossario:
Camera magmatica: camera dove si trova il magma
Camino vulcanico: il condotto dove sale il magma
Cratere: apertura da dove esce il magma
Magma: roccia liquida che si trova sotto la crosta della Terra
Vulcano: montagna che si è formata dall’accumulo (aggiunta) di magma
Lava: il magma uscito dal vulcano
Eruzione: uscita della lava dal vulcano
ESERCIZI
1)
Completa la figura aggiungendo i seguenti termini: cono vulcanico, camino vulcanico, cratere, camera magmatica, lava
2) Cloze:
Sotto la ............. della Terra c’è una massa liquida e molto calda (temperatura circa 1000 °C) . Questa massa si chiama................... Il magma esce da montagne chiamate ..................................e da fratture (rotture) della Terra. Il magma che esce dal vulcano si chiama..............................
Quando la lava esce dal vulcano si parla di..........................................
Il vulcano è formato da:
- ........................: camera dove si trova il magma
- .............................: il condotto dove sale il magma
- .........................: apertura da dove esce il magma.
- ...................................: la forma di un vulcano è quello di un cono
Ci sono due tipi di crateri: il cratere centrale e il cratere.............................
Il cratere ha una forma ...............
Immagini da: space.cinet.it
http://www.procivmozzecane.it/i_vulcani.htm
fonte: http://www.leodavinci.it/scienzeterra/I%20VULCANI.doc
Autore del testo: non indicato nel documento di origine
I VULCANI
I vulcani sono aperture nella crosta terrestre attraverso la quale risale il magma e, nel corso delle eruzioni, fuoriesce sottoforma di gas, vapori e materiali fusi solidi (lava). Il magma proviene dalla zona superiore del mantello (tra 75 e 250 km di profondità) oppure dalle zone più profonde della crosta, dove la temperature raggiungo 1000°C e le rocce cominciano a fondere.
Un vulcano è formato da un serbatoio o camera magmatica, da un camino o condotto vulcanico che termina in superficie con il cratere. Il condotto puù avere ramificazioni che portano a crateri avventizi. L'edificio vulcanico più comune è conico ed è formato da strati di lava solidificata.
I vulcani possono essere subaerei o sottomarini.
La composizione chimica della lava determina il tipo di eruzione (e la sua pericolosità), quindi anche la forma del vulcano. I più comuni vulcani sono di tre tipi:
- Vulcani a scudo: larghi e con fianchi poco ripidi (vulcani delle Hawaii, dell'Islanda). Il tipo di eruzione è effusivo, la lava proviene da zone profonde, è basica (contiene poca silice) e molto calda e fluida.
- Stato-vulcani: con fianchi molto ripidi (Etna, Vesuvio) formati dalla sovrapposizione di prodotti eruttati sia da eruzioni esplosive che da eruzioni effusive. Le esplosioni sono dovute alla presenza di abbondanti gas e vapori e sono favoriti da lave viscose e meno calde, acide, con molta silice.
- Cono di cenere: è il più semplice dei vulcani, l'edificio vulcanico è dato essenzialmente dal consolidamento di lapilli o scorie basaltiche eruttati dal vulcano cioè ha fianchi costituiti da piroclastiti.
I vulcani più pericolosi appartengono alla seconda categoria: le lave molto viscose possono solidificare lungo il condotto vulcanico e costituire un tappo , in questo caso i gas accumulati per rimuovere il tappo provocheranno fortissime esplosioni, con possibile distruzione di parte o di tutto l'edificio vulcanico.
I vulcani esplosivi sono tutti situati in zone orogeniche cioè dove si stanno formando catene montuose, quelli effusivi ai margini delle dorsali oceaniche . I vulcani sottomarini si cominciano a formare in corrispondenza delle zone di frattura di zolle in allontanamento. In caso di forti emissioni di materiale lavico, il vulcano può emergere dalla superficie dell'acqua dando origine a un'isola vulcanica.
Si hanno vulcani attivi, vulcani spenti e vulcani quiescenti (temporaneamente inattivi). Si conoscono circa 700 vulcani attivi (oltre a quelli sottomarini che si trovano spesso in corrispondenza delle dorsali oceaniche), di cui circa il 60% concentrato attorno al Pacifico in corrispondenza delle fosse abissali a formare la cosiddetta cintura di fuoco circumpacifica.
Gli edifici vulcanici possono essere sventrati da esplosioni e sprofondare più o meno completamente nella camera magmatica sottostante per crollo della volta di quest'ultima. La depressione conseguente al collasso dell'edificio vulcanico è detta caldera.
Se il vulcano riprende la sua attività, sul fondo della caldera si formano coni di dimensioni minori: l'intera struttura è detta vulcano a recinto.
Il cratere o la caldera di un vulcano spento possono riempirsi di acqua e dare luogo a un lago (laghi di caldera : es. lago di Vico).
Fonte: http://89.97.218.226/web1/science/scienze_file/vulcani.doc
Autore del testo: non indicato nel documento di origine
Vulcani in Italia e nel mondo
I VULCANI in Italia
Nella catena degli Appennini ci sono molti vulcani. La maggior parte sono inattivi da migliaia di anni.
Nell’Appennino meridionale si trovano alcuni vulcani attivi:
l’ETNA è il più grande vulcano d’Europa e si trova in Sicilia. Negli ultimi anni ha avuto molte eruzioni e la lava è arrivata fino al mare.
il VESUVIO si trova a Napoli.
Nelle isole Eolie ci sono altri due vulcani, STROMBOLI e VULCANO da cui escono sempre cenere e fumo.
Parole-chiave
VULCANO : montagna a forma di cono con un’apertura sulla cima. Ogni tanto da questa bocca escono lava, cenere e gas.
CRATERE: la bocca di un vulcano.
ERUZIONE: quando la lava esce dal vulcano in modo molto violento.
Vulcano ATTIVO: acceso, che funziona, ci possono essere eruzioni.
Vulcano INATTIVO: spento da tanti anni, non ci sono eruzioni.
Scheda n. 4
ITALIA FISICA
I fenomeni fisici e i loro perché
I VULCANI
I vulcani rappresentano una manifestazione delle forze interne o endogene e derivano da squarci della crosta terrestre.
Da queste spaccature può fuoriuscire del materiale fuso e incandescente che si chiama magma e che proviene dall’interno della Terra. (A)
Il magma, che durante la sua risalita incontra temperature sempre più basse, una volta uscito all’aperto, riesce a consolidarsi dando origine a dei rilievi generalmente a forma conica ai quali si dà il nome di vulcano (B).
I vulcani non sono perennemente attivi, infatti le eruzioni avvengono ogni qualvolta la pressione del magma ha la forza di sfondare il tappo di rocce, che otturano il cratere. (C)
Il materiale eruttato, che prende il nome di lava, scivola lungo i versanti ed essendo incandescente, distrugge tutto ciò che incontra sul suo cammino, poi finalmente si raffredda e si solidifica. (D)
Esaurita questa fase attiva, il vulcano si rimette in quiete nell’attesa che, di nuovo, la pressione del magma, superi la resistenza delle rocce.
È consuetudine classificare i vulcani come attivi o spenti: sarebbe più corretto, invece parlare di vulcani attivi o di vulcani quiescenti, anche se la fase di quiete può durare tempi lunghissimi.
Fonte: http://digilander.libero.it/ondinabluette/schede_down/I_VULCANI_in_Italia%5B2%5D.doc
Autore del testo: non indicato nel documento di origine
I vulcani
8.1 Il vulcanismo
Il vulcanismo è la risalita dall’interno della Terra di materiali rocciosi allo stato fuso (magma dalla crosta e dalla parte alta del mantello) mescolati a gas e a vapori ad alte temperature che, una volta giunti in superficie, si raffreddano rapidamente e si solidificano o si disperdono nell’atmosfera.
La formazione dei magmi è locale e dipende da variazioni nel tempo di condizioni chimiche o fisiche (aumento di temperatura, diminuzione di pressione, arrivo di fluidi) che portano alla fusione delle rocce. Per questo, nel punto in cui si è originato il magma può improvvisamente innestarsi l’attività vulcanica, che durerà fino alla scomparsa delle condizioni che hanno fatto originare il magma.
Il processo di fusione in magma non è immediato ma graduale: il magma fuso si separa piano piano da un residuo refrattario solido (materiale ad alto punto di fusione capace di resistere ad alte temperature senza subire variazioni= olivina, silicato di ferro e magnesio). Il magma comincia a risalire, perché meno denso, quando ha raggiunto un volume tra 5%e 20% del materiale originario.
[ISOSTASIA: condizione di equilibrio statico rispetto alla forza di gravità, per cui il magma caldo tende a risalire in superficie.]
8.2 Edifici vulcanici, eruzioni e prodotti dell’attività vulcanica
Gli edifici vulcanici si accrescono o all’estremità aperta in superficie (cratere) di un condotto di forma quasi cilindrica [vulcani centrali o areali] o lungo spaccature della crosta [vulcani lineari]. Il condotto o camino vulcanico mette in comunicazione la camera di alimentazione (situata tra 10 e 100 km di profondità, a volte anche tra i 2 e i 10 km [bacino magmatico o camera magmatica, luogo di ristagno del magma in risalita]) con l’edificio esterno.
8.2.1 La forma di un vulcano: vulcani a cono e vulcani a scudo
Il magma è materiale fuso presente all’interno della crosta; quando ne fuoriesce perde gran parte dei gas che conteneva e acquisisce il nome di lava.
La forma di un edificio vulcanico dipende dai prodotti dell’eruzione:
- Vulcano strato: fasi di eruzioni laviche si alternano a fasi di emissioni esplosive di frammenti di lava (piroclastici). E’ detto vulcano strato o composto perché l’edificio vulcanico a cono così generatosi presenta un’alternanza di strati di lava fusa e di piroclastici accumulatisi nei pressi del camino.
- Vulcano a scudo: La forma appiattita è dovuta alla notevole fluidità delle lave eruttate (basiche, calde che solidificano in basalti) che scorrono in larghe colate, mentre i fenomeni esplosivi sono del tutto assenti. Di tale tipo sono i vulcani più grandi della Terra [Mauna Loa, Hawaii, 9 km di altezza e 250 km di diametro alla base].
8.2.2 I tipi di eruzioni: dalle fontane di lava alle violente esplosioni pliniane
In un medesimo vulcano possono alternarsi o succedersi nel tempo tipi di attività diversa: è quindi rischioso classificare i vulcani in base al tipo di eruzione. In realtà, i fattori che più influenzano il tipo di attività vulcanica sono la viscosità [=misura della resistenza interna di un liquido a scorrere, dipende dalla natura chimica del fluido, dalla temperatura e dalla pressione] del magma in risalita e il contenuto in aeriformi (soprattutto acqua). La viscosità varia con la natura del magma, ma a parità di condizioni è elevata in magmi acidi (lave di tipo riolitico) e minore nei magmi basici (lave di tipo basaltico).
Attività effusiva dominante (magma fluido e contenuti in acqua variabile):
- Eruzioni di tipo hawaiano: le lave molto fluide eruttate originano vulcani a scudo. La sommità del vulcano è spesso caratterizzata da una grande depressione, la caldera, e delimitata da ripide pareti determinatesi per collasso del fondo rimasto senza sostegno in seguito al drenaggio dalla camera magmatica verso la superficie della lava (insomma, lo “scudo” si reggeva sulla camera magmatica e vi esercitata pressione sopra, mancando il magma, parte dell’edificio crolla). Se successivamente dovesse crollare anche parte del fondo della caldera, il cratere assumerebbe forma cilindrica (cratere a pozzo) sul cui fondo può ristagnare un lago di lava fusa. Dalle lave fluide i gas si liberano con facilità: quando trascinano nella loro fuga materiale fuso originano le fontane di lava e un effetto ebollizione nella caldera. Vengono emesse 2 milioni di metri cubi all’ora di lava.
- Eruzioni di tipo islandese: la lava fluida fuoriesce dal fessure del terreno e non da un foro centrale; il ripetersi di tali eruzioni porta alla formazione di vasti espandimenti lavici basaltici orizzontali (plateaux basaltici) estesi per centinaia di migliaia di km quadrati.
Attività effusiva prevalente (magma meno fluido):
- Eruzioni di tipo stromboliano: la lava, fluida perché originatasi da una varietà di basalto ma meno delle precedenti, ristagna nel cratere dove inizia a solidificare. Al di sotto di tale crosta solida, però, si vanno accumulando i gas che si liberano dal magma fuso sottostante: quando la pressione raggiunge valori elevati, tali gas ad alta temperatura cresce fino a far saltare la crosta con modeste esplosioni. Evacuati i gas responsabili dell’eruzione, la lava torna a stagnare e a solidificarsi e il ciclo ricomincia.
Attività mista (effusiva & esplosiva a causa di un magma viscoso e contenuto in aeriformi elevato):
- Eruzioni di tipo vulcaniano: (Vulcano, Isole Eolie) il meccanismo è simile a quello stromboliano, ma la lava è molto più viscosa (lave acide, andesiti e rioliti), per cui i gas si liberano con molta più difficoltà e la lava che solidifica nei pressi del cratere forma uno spesso tappo. Occorrono tempi più lunghi affinché i gas trovino la forza di vincere il vincolo rappresentato dal tappo di lava ma quando succede l’esplosione è violentissima e coinvolge tutto il cono vulcanico.
- Eruzioni di tipo pliniano: anche indicate come tipo vesuviano, queste eruzioni sono caratterizzate dall’estrema violenza dell’esplosione iniziale che svuota in poco tempo tutto il condotto superiore: il magma quindi può risalire velocemente, innalzarsi di alcuni km sull’edificio vulcanico e dissolversi in aria in una nube di goccioline finissime che raffreddandosi origineranno frammenti di lava vetrificata, le pomici. Quando queste esplosioni raggiungono il loro aspetto più violento vengono definite tipo pliniano (da Plinio il Giovane, il primo a descrivere l’eruzione vesuviana del 79 d.C.).
- Eruzioni di tipo pelèeano: (Pelèe, Isola della Martinica) emissione di lava ad altissima viscosità e temperature basse (600-800°C) spinta fuori dal condotto in uno stato quasi solido in modo da formare cupole e torri alte qualche centinaio di metri. I gas caldissimi che li liberano portano in sospensione ceneri e lava polverizzata: tali nubi ardenti discendenti rotolano lungo le pendici del vulcano e si espandono a valle.
8.2.3 Quello che esce da un vulcano: gas, lave e piroclastici
- Materiali aeriformi: vapor d’acqua (70% in media), anidride carbonica, composti di zolfo, azoto, cloro e fluoro. La loro importanza è duplice: da una parte contribuirono a formare gran parte dell’atmosfera e continuano ad alimentarla, dall’altra sono i responsabili della risalita di magma e quindi delle eruzioni.
- Materiali solidi: le colate di lava (ovvero le rocce effusive generatesi in seguito all’eruzione e al raffreddamento), i piroclastici, formatisi per accumulo di frammenti solidi di varie dimensioni e natura, espulsi dal vulcano nelle fasi esplosive della sua attività. Il tipo di magma e di attività determinano la differenza tra un edificio vulcanico composto di soli piroclastici o di sola lava o di una mescolanza stratificata.
8.2.4 Altri fenomeni legati all’attività vulcanica
- Colate di fango, (lahar): l’acqua è spesso presente durante un’attività vulcanica (o per scioglimento della neve sul cratere, o per evaporazione di un lago vulcanico o per condensazione di vapore acqueo) emesso insieme ai gas. I detriti piroclastici incoerenti (formati cioè da granuli sciolti non attaccati tra di loro) assorbono acqua fino a diventare saturi: si ha così la formazione di colate di fango, lahar, che precipitano fino a valle. Quando si arresta, la colata solidifica velocemente imprigionando al suo interno tutto ciò che ha travolto. Il lahar può avvenire anche molto dopo l’eruzione a causa delle piogge che vanno a smuovere i detriti instabili sulle pendici del vulcano.
- Manifestazioni tardive: anche molto tempo dopo le eruzioni, continuano a salire dal profondo gas residui accompagnati da acque termo-minerali, usate per scopi curativi per la loro composizione (terme di Albano, vulcanismo estinto da 30 milioni di anni). Altri fenomeni legati alle manifestazioni tardive sono i geyser: emissioni a intervalli regolari di acqua calda minerale capace di raggiungere grandi altezze. Inoltre, abbiamo i vulcanetti di fango, in cui i gas emessi sembrano far ribollire le acque o il fango accumulati in polle o laghetti, le fumarole, emissioni di gas e vapori caldi, e le mofete, emissioni di acqua e CO2 (è mortale per gli abitanti del sottosuolo perché la CO2 essendo più pesante si immagazzina nelle depressioni del terreno).
8.3 Vulcanismo effusivo e vulcanismo esplosivo: perché? Dove?
Le differenze tra i vari tipi di eruzioni, di edifici e di prodotti derivano dalla diversità di comportamento di magmi acidi e basici, fluidi e viscosi. Sono più frequenti casi di vulcanismo esplosivo o effusivo (in assoluto): casi intermedi non sono registrati molto spesso (ovvero, o il vulcano erutta lava o la lascia scivolare lungo le sue pendici). I due tipi di vulcanismo hanno diversa distribuzione geografica. Perché?
8.3.1 Il vulcanismo effusivo: basalti dalle dorsali oceaniche e dai punti caldi
Quando un magma fluido risale in superficie libera i gas che erano intrappolati al suo interno e questi fuoriescono con forza, anche dopo aver rotto un eventuale tappo, spesso con lancio di scorie. Quindi la lava fuoriesce dal condotto e si espande. Tale manifestazione di vulcanismo effusivo avviene prevalentemente sott’acqua, presso profonde fessure che tagliano l’intera crosta (alcuni km) e che segnano l’asse delle dorsali oceaniche [sistema di fasce rilevate di fondali marini che percorre tutti gli oceani, settori di fondo oceanico rialzati anche di 3000 m sul livello della piana abissale sviluppo totale = oltre 60 mila km]. La dorsale oceanica non è una catena montuosa sottomarina, bensì un inarcamento del fondale marino lungo la cui sommità è viva l’attività vulcanica.
Se i materiali eruttati (basalti) si trovano a notevole profondità, in modo che la pressione dell’acqua sovrastante impedisca la fuga di gas, la lava fluisce tranquillamente dalle fessure e si consolida con le tipiche strutture a cuscini. Se l’eruzione invece avviene a basse profondità, l’emissione della lava è accompagnata da nuvole di vapore acqueo che s’innalzano dal mare. L’edificio sottomarino potrà, col tempo, crescere fino ad emergere.
Esempi di vulcanismo effusivo sono i vulcani hawaiani, la cui origine è legata a punti caldi, zone ristrette della superficie terrestre caratterizzate da un vulcanismo persistente da milioni di anni.
Si conoscono, attraverso i loro prodotti, punti caldi da tempo estinti: sono punti al di sotto dei quali devono persistere quelle condizioni tali da far fondere le rocce sotterranee, rocce che in qualche modo devono venir rimpiazzate data l’enorme volume di lava eruttato ogni volta.
[ETNA: vulcano-strato formato da diversi edifici vulcanici stratificatisi nel tempo la cui attività è iniziata 700 mila anni fa. Nato come vulcano sottomarino è in seguito emerso ed ha acquisito modalità vulcaniche esplosive invece che effusive. La lava basaltica fuoriesce dal condotto principale, a Ovest, e da circa 200 coni avventizi. È considerato manifestazione vulcanica legata a un punto caldo.]
8.3.2 Il vulcanismo esplosivo: esplosioni e nubi ardenti
Quando il magma che risale è viscoso e denso di gas, prima che essi riescano a liberarsi si manifestano prima sottoforma di bollicine. La pressione deve salire enormemente prima di vincere la viscosità del magma e la resistenza di un eventuale tappo. In seguito all’esplosione si forma una densa nube ardente, sospensione [miscela eterogenea di materiali solidi, liquidi e aeriformi] ad alta temperatura di gas, vapori e detriti che sale per migliaia di metri verso l’alto con velocità dai 100 ai 400 km/h. Quando la forza esplosiva diminuisce, tale nube ardente ricadente (è detta discendente se l’eruzione avviene presso un cratere laterale) ricade sulle pendici del vulcano fino a valle, formando le colate piroclastiche (o flussi). Le più temibili rimangono però le nubi ardenti traboccanti, originatesi da fessure lunghe silometri invece che da fori centrali.
L’accumulo piroclastico cui danno origine è detto ignimbrite (pioggia di fuoco), frammenti di vetro dovuto a rapido raffreddamento della lava, rocce e cristalli, saldatisi tra loro al momento del deposito a temperature oltre i 500°C. le lave di solito sono meno abbondanti dei prodotti piroclastici e non formano lunghe colate, ristagnano in prossimità del condotto. L’emissione di detriti, come nel caso del Karakatoa o del Tambora, hanno portato nel 1885 e nel 1816 a un anno senza estate, perché le ceneri arrivarono fino alla stratosfera e da lì rifletterono le radiazioni solari che riscaldano l’intero pianeta.
Esiste anche un vulcanismo esplosivo la cui manifestazione non è legata alla natura del magma: tale vulcanismo idromagmatico è dovuto all’interazione tra magma a bassa profondità e l’acqua di falda (acqua che permea quelle rocce fuse). Dal veloce passaggio dell’acqua dallo stato liquido allo stato aeriforme si genera una pressione capace di far saltare le rocce sovrastanti e di proiettare in alto una colonna di vapore, rocce e lava polverizzata. Dalla base di questa colonna parte un base-surge, onda d’urto concentrica dalla forma di una densa nube anulare che si allarga con velocità intorno ai 150 km/h. [Crateri idromagmatici sono frequenti tra i vulcani campano-laziali, tra cui il Vesuvio]
8.3.3 La distribuzione geografica dei vulcani
I 500 vulcani attivi si distribuiscono in lunghe catene di edifici.
- Vulcanismo lungo dorsali oceaniche: emissione di enormi quantità di lava basaltica dalle fessure delle dorsali che si accumulano secondo la struttura a cuscini. In Islanda o nelle Azzorre, laddove le dorsali emergono sopra il livello del mare (anche per un punto caldo), tale vulcanismo si verifica anche sopra il livello del mare.
- Vulcanismo lungo il margine di un continente o lungo catene di isole: i vulcani con la familiare forma a cono nascono per la maggior parte lungo i margini di continenti in corrispondenza delle fosse abissali [lungo linee di inabissamento di una placca sotto l’altra]. Il 60% di questi si trova lungo il margine settentrionale dell’Oceano Pacifico dove costituiscono la cintura di fuoco. Per la loro posizione le loro eruzioni esplosive, i cui prodotti sono piroclastici di natura eterogenea, sono spesso accompagnate da fenomeni sismici.
- Vulcanismo in centri isolati (punti caldi): esistono fenomeni vulcanici isolati dovuti alla presenza di un punto caldo. Associati a questo gruppo sono i vulcani dell’Africa orientale situati presso la Great Rift Valley[sistema di profonde depressioni larghe anche decine di km limitate da scarpate ripide e occupate dai grandi laghi africani, con fondo anche centinaia di metri sotto il livello del mare]: essendo però la G.R.V. una gigantesca fossa tettonica, tali vulcani sono più propriamente legati alle dorsali oceaniche.
TEMA: Il vulcanismo in Italia
Molti dei vulcani italiani sono estinti da migliaia di anni; altri, come l’Etna e le Isole Eolie, sono in piena attività; altri ancora, come i Campi Flegrei, Ischia e il Vesuvio, sono in temporaneo riposo. Il problema del rischio vulcanico è legato alle attività e allo sviluppo urbano lungo le pendici di rilievi vulcanici insicure.
Il rischio vulcanico è il prodotto tra la probabilità che avvenga un fenomeno vulcanico e i danni che provocherebbe: il Vesuvioè un vulcano ad altissimo rischio perché attivo, anche se a riposo da tempo. Lo si sta da tempo monitorando al fine di stilare e programmare gli interventi di primo soccorso nell’urgenza di un’eruzione.
Altra area a rischio sono i Campi Flegrei i cui bradisismi (movimenti periodici verso l’alto o verso il basso) sono causati da una massa magmatica presente a bassissime profondità. Questo complesso vulcanico, nato 50 mila anni fa, comprende in 65 km quadrati circa 20 crateri e mostra numerose tracce di attività vulcanica esplosiva (ultima eruzione nel 1538). L’ultima crisi è avvenuta nel 1983 quando il sollevamento del suolo nella zona di Pozzuoli fu accompagnato da sciami di scosse sismiche e dall’aprirsi di fratture sul fondo della Solfatara. Da allora, sembra che il magma sia riuscito a scaricare l’energia accumulata; ma il rischio incombe tuttora.
Nel caso del Vesuvio e dei Campi Flegrei [attività esplosiva] è il riconoscere in tempo i segni di attività vulcanica prossima e l’evacuare in tempo la zona. Esistono piani della Protezione Civile che predispongono l’esodo e la successiva sistemazione in comuni diversi degli esiliati dalle zone a rischio.
Per l’Etna, invece, [attività effusiva] si possono tentare manovre di protezione anche durante l’eruzione. Nel 1983 il vulcanologo Franco Barberi mediante l’uso studiato di esplosivi riuscì a deviare il corso della lava in una valle disabitata. Nel 1992 invece riuscì a salvare un paesino sottostante ostruendo uno dei condotti con pezzi di cemento e deviando nuovamente la lava.
Diversi osservatori e centri di ricerca sono quotidianamente all’opera al fine di garantire l’incolumità delle zone a rischio (studio sistematico di parametri fisici e chimici nelle aree suddette).
Fonte: http://unitiresistiamo.altervista.org/Vulcani.doc
Autore del testo: non indicato nel documento di origine
I VULCANI
Cosa sono?
Sono spaccature della crosta terrestre dalle quali fuoriesce del MAGMA
Il vulcano nasce perché il magma si accumula in zone all’interno della crosta terrestre chiamate CAMERE MAGMATICHE, il magma poi fuoriesce e si trasforma in LAVA.
CLASSIFICAZIONE IN BASE ALLA FORMA
Dipende dalla composizione del magma
CLASSIFICAZIONE IN BASE AL TIPO DI ERUZIONE
VULCANI DI TIPO ISLANDESE: il magma è BASICO e non si formano edifici vulcanici
VULCANI DI TIPO HAWAIANO: il magma è BASICO ed esce da un cratere centrale come delle fontane di lava. L’eruzione è tranquilla (effusiva) e si formano i VULCANI A SCUDO.
VULCANI DI TIPO STOMBOLIANO: il magma è BASICO + ACIDO, si alternano eruzioni tranquille ed ESPLOSIVE, il materiale viene espulso in aria sottoforma di materiali piroclastici. Si formano gli STRATOVULCANI.
VULCANI DI TIPO VULCANIANO: il magma è ACIDO, si solidifica nel cratere e forma un tappo nel quale sono presenti molti gas, c’è un’eruzione esplosiva.
VULCANI DI TIPO PELEIANO: magma MOLTO ACIDO, si solidifica nel condotto vulcanico e lo ostruisce, eruzione esplosiva dei gas molto violenta che può addirittura distruggere parte dell’edificio vulcanico. Si forma una nube di gas ardente di circa 700, 800 gradi.
CLASSIFICAZIONE IN BASE ALLA ATTIVITA’
VULCANI ATTIVI: la camera magmatica contiene sempre materiale magmatico
VULCANI QUIESCENTI: sono i vulcani che per molti anni non presentano fasi eruttive ma si forma un tappo che provoca una eruzione esplosiva
VULCANI SPENTI: senza attività eruttiva
Fonte: http://skuola.tiscali.it/datas/uploads/12143-3-vulcani%20e%20terremoti.doc
Autore del testo: non indicato nel documento di origine
IL VULCANO
Vulcano Vesuvio, Italia Vulcano Ngauruhoe, Nuova Zelanda
Vulcano Misti, Perù
1. Prova a rispondere alle seguenti domande.
Cosa hanno di particolare queste montagne?
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Sai che nome viene dato a queste montagne?
_________________________________________________________________
Ti è già capitato di vedere queste montagne alla televisione, in un libro o dal vero?
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Queste montagne si chiamano vulcani. Il vulcano è una montagna a forma di cono con un’apertura sulla cima. Questa apertura o buco si chiama cratere.
La lava è un materiale liquido molto caldo. La lava quando è dentro al vulcano si chiama magma. Ogni tanto dal cratere escono lava, cenere e gas. Questi materiali vengono dal mantello della Terra. |
CENERE E GAS
CRATERE
Quando la lava, la cenere e il gas escono dal vulcano in modo violento c’è una eruzione. Se c’è un’eruzione il vulcano fa come una bottiglia di spumante quando si toglie il tappo. Un’eruzione è molto pericolosa per le persone e le cose che ci sono vicino ad un vulcano.
eruzione del vulcano Etna
Nel mondo ci sono due tipi di vulcani: i vulcani attivi e i vulcani inattivi.
I vulcani attivi sono i vulcani accesi che ogni tanto hanno un’eruzione.
I vulcani inattivi sono i vulcani spenti da tanti anni.
2. Secondo te nel mondo ci sono tanti vulcani? Guarda la cartina con tutti i vulcani del mondo!
3. In Italia ci sono dei vulcani attivi. Tre vulcani attivi sono in Campania, il più importante è il Vesuvio. Quattro sono in Sicilia, il più importante è l’Etna. Osserva la cartina e scrivi il nome dei sette vulcani attivi in Italia.
Campania:
Sicilia
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4. Cruciverba!
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Orizzontali:
1 Dal vulcano escono lava, gas e la….
4 La lava quando è dentro il vulcano si chiama…
6 Quanti sono i vulcani attivi in Italia?
8 Il vulcano più importante della Sicilia.
9 Dal vulcano escono lava, ceneri e…
Verticali:
1Il buco in cima al vulcano è il…
2 L’esplosione del vulcano si chiama…
3 Il vulcano più importante della Campania.
5 Come si chiama un vulcano acceso?
7 Come si chiama il materiale liquido caldo che esce dal vulcano?
вулкан (russo)
volcán (spagnolo)
VULCANO
volcano (inglese)
vullkan (albanese)
火山 (cinese)
vulcan (rumeno)
بركان (arabo)
Definizione di vulcano che trovi su alcuni testi scolastici.
Metti la parola al posto giusto.
cratere – lava – montagna – attivi – gas
Il vulcano è una _____________ generalmente a forma di cono con un’ apertura alla sommità (___________ centrale), e con eventuali altre apertura sui fianchi (crateri laterali o secondari). Le aperture sono in diretta comunicazione con l’interno della crosta terrestre, da dove provengono _________, costituita da rocce fuse, rocce incandescenti di varia dimensione, ______ e vapori. I vulcani si distinguono in ___________, se continuano a produrre eruzioni, e inattivi, se non si registrano più eruzioni da tempi molto remoti .
(Vallega A., 2004, Gli spazi dell’uomo, Le Monnier, Firenze, p.104)
cono – vulcani – vulcano – magma
Un ____________ è una spaccatura della crosta terrestre così profonda da raggiungere gli strati in cui le rocce sono allo stato fuso sotto forma di __________ incandescente. In certe situazioni il magma e altri materiali fuoriescono dalla spaccatura e si accumulano a strati successivi formando quella tipica forma a ___________ che hanno quasi tutti i _________________.
(Mezzetti G.,1998, L’iperlibro di geografia 1, La Nuova Italia, Firenze, p.87)
Immagini da:
www.lenotizieusa.com
www.hickerphoto.com
www.geo4all.it
www.geologia.com
www.volcanoetna.com
www.midisegni.it
www.zanichellibenvenuti.it
www.maps.com
www.fotosearch.it
www.loversofitaly.com/excursions_it.asp
www.intercom.publinet.it/
http://it.geocities.com/bvisca/cratere_misti.htm
fonte: http://www.icmanzoni.org/system/files/i%20vulcani.doc
Autore del testo: non indicato nel documento di origine
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