Dittonghi, trittonghi, iato, dieresi, sineresi

 


 

Dittonghi, trittonghi, iato, dieresi, sineresi

 

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Dittonghi, trittonghi, iato, dieresi, sineresi

 

01.05 - Dittonghi, trittonghi, iato, dieresi, sineresi

 

Dittonghi

 

Ogni vocale rappresenta una sillaba; quando si incontrano due vocali, possiamo avere due sillabe, oppure una sola sillaba. Quando due vocali si pronunciano unite siamo di fronte ad un dittongo.

 

Specifichiamo che le vocali i, u sono deboli; le vocali a, e, o sono forti. Il dittongo è costituito sempre dall'incontro di una delle due vocali deboli i e u (non accentata) con una delle vocali forti a, e, o che si fondono in un'unica emissione di voce. Esempi: Eu-ropa, uo-mo, pio-vere, pian-to, mai.

 

Nel dittongo la voce cade sulla vocale forte, sfuggendo quasi dalla vocale debole. Per questo motivo la i e la u vengono dette semivocali.

 

La vocale forte può precedere la debole come in au-la, Eu-ropa ed il dittongo si chiama discendente.

 

La focale forte può seguire la vocale debole, come in fia-to, vie-ni, chio-do ed il dittongo si chiama ascendente.

 

Possono formare dittongo anche due vocali deboli (i, u). Esempi: fui, colui, giù

 

I dittonghi possibili sono:

 

ià, iè, iò, iù. Esempi: piatto, fieno, fiore, fiume;

uà, uè, uì, uò. Esempi: puntuale, duello, suino, fuori;

ài, àu. Esempi: dirai, causa;

èi, èu. Esempi: farei, neutro;

òi. Esempio: voi.

 

I gruppi vocalici ea, eo, ae, oe non costituiscono dittonghi. Esempi: corteo, poeta, paese, teatro.

 

Trittonghi

 

L'unione di due vocali deboli con una vocale forte nella stessa sillaba forma un trittongo. Esempi: miei, tuoi, guai, aiuole.

 

Iato

 

Nelle seguenti parole le vocali, pur essendo vicine tra loro, appartengono a sillabe diverse: ba-u-le, gra-tu-i-to, pa-u-ra, ri-a-ve-re, tri-an-go-lo, vi-a-le. In simili casi si parla di iato (o dittongo apparente). Quindi, l'incontro di due vocali che si pronunciano separatamente, con due diverse emissioni di voce, forma uno iato.

 

Lo iato si verifica:

 

  • quando si incontrano due vocali forti (a, e, o). Esempi: bo-a-to, le-a-le, po-e-ta, a-e-re-o, e-ro-e, pa-e-se;
  • quando le vocali deboli (i, u) hanno l'accento tonico: mì-o, vì-a, zì-o, pa-ù-ra;
  • quando la parola deriva da un'altra che aveva l'accento sulla i o sulla u: vi-à-le (da vì-a), spi-à-re (da spì-a);
  • nei composti con i prefissi ri, re: ri-a-ve-re, ri-a-pri-re, re-a-le, re-di-ge-re;
  • quando la i è preceduta da r o da un gruppo consonantico: a-tri-o, pa-tri-a, ri-o-ne, tri-on-fo, tri-bu-no.

 

Dieresi e sineresi

 

A volte in poesia, i suoni vocalici che compongono un dittongo, si pronunciano separatamente, come se appartenessero a due sillabi.

 

La sineresi è l’opposto della dieresi: due vocali che non formano dittongono si fondono in una al fine di ridurre il numero di sillabe.

 

Fonte: http://www.folliero.it/italiano/01_05_dittonghi.doc

Autore del testo: Prof. Attilio Folliero – www.folliero.eu

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