Pronomi relativi
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Pronomi relativi
La lingua italiana possiede i seguenti pronomi relativi: il quale(la quale, i quali, le quali), che, cui, chi e quanto (quanta, quanti, quante).
Il quale. Il pronome relativo il quale, variabile nel genere e nel numero, concorda con il nome cui si riferisce. Può sostituire tutti gli altri pronomi relativi e può essere usato sia come soggetto (conferisce alla frase un tono più sostenuto rispetto a che), sia come complemento oggetto (molto raro e letterario), sia come complemento indiretto preceduto dalla opportuna preposizione (di uso corrente, accanto a cui): Ho incontrato Luisa, la quale mi ha invitato alla sua festa; Il paese nel quale abito è molto bello.
Nonostante la prevalenza di che e cui, che hanno il vantaggio di rendere più spedito il discorso, l’uso del pronome il quale è tuttavia preferibile o, addirittura, indispensabile:
- quando la forma che, essendo invariabile, potrebbe creare ambiguità circa il nome cui si riferisce: Ho incontrato il cugino di Luisa, che ormai vive a Roma. … il quale ormai vive a Roma. / … la quale ormai vive a Roma.
- quando il pronome relativo è lontano dal nome cui si riferisce: Molte storie mi ha raccontato il nonno quand’ero bambino, le quali erano non solo molto belle ma anche istruttive.
- quando nel periodo si susseguono altri che, non necessariamente tutti relativi: La maestra mi ha detto che Gino, il quale è un bambino molto vivace, a scuola si comporta bene.
Che. Il pronome relativo che è invariabile ed è usato esclusivamente come soggetto o complemento oggetto della subordinata relativa; le concordanze vengono effettuate con l’antecedente: La matematica è una materia che mi interessa molto; Ho gradito il regalo che mi hai fatto.
Il pronome relativo che può sostituire anche un’intera frase. In questo caso È preceduto dall’articolo determinativo o dalla preposizione articolata e ha il significato di “la qual cosa”: Paolo è arrivato in anticipo, il che (= la qual cosa) ci ha stupiti.
Cui. Il pronome relativo cui è invariabile e si adopera soltanto come complemento indiretto, preceduto da una preposizione semplice: L’uomo di cui parliamo è mio padre.
Il relativo cuinon è preceduto dalla preposizione semplice soltanto in due casi:
a) nel complemento di termine, accanto alla forma con la preposizione a: Il ragazzo cui / a cui mi sono rivolto è mio amico.
b) quando si trova fra l’articolo determinativo (o una preposizione articolata) e il nome, con il valore di complemento di specificazione e con il significato di “del quale, della quale, dei quali, dellequali”:
È un uomo, il cui valore è immenso.
… il valore del quale è immenso.
Preceduto dalla preposizione per, cui può assumere anche valore neutro, nel significato di “per la qual cosa, perciò, per questo motivo”: Non mi intendo di motori, per cui è meglio che taccia.
Chi. Il pronome chi, invariabile, vale solo per il singolare e si riferisce soltanto a esseri animati. Può essere usato in funzione di soggetto e di complemento.
È un pronome “doppio”, in quanto unisce in sé la funzione di due pronomi diversi: uno dimostrativo (colui, quello, colei, quella) o indefinito (qualcuno, uno, qualcuna, una), l’altro relativo (che, il quale, la quale), e corrisponde per significato a colui il quale, colui che, qualcuno che, uno che: C’è sempre chi (= qualcuno che) si comporta male; È vile criticare chi(= quello che) non ascolta; Ho compassione per chi(= per quello che) soffre.
Quanto. Il pronome quanto, variabile nel genere e nel numero. Al singolare è usato con valore neutro, nel significato di “tutto quello che”, “tutto ciò che”: Gli ho dato quanto gli spettava. Al plurale si riferisce sia a persone sia a cose ed equivale a “tutti quelli che”, “tutti coloro che”, “tutte coloro che”: La festa è riservata a quanti hanno ricevuto l’invito.
Fonte: http://cis01.central.ucv.ro/litere/idd/cursuri/an_1/limba_straina/italiana/lb_it_an1.doc
Sito web da visitare: http://cis01.central.ucv.ro
Autore del testo: E.PÎRVU
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