Verbi pronominali
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Verbi pronominali
07.27 - Verbi pronominali
Quando parliamo di verbi pronominali, ci riferiamo ai riflessivi apparenti. E’ la forma in cui, alcuni verbi intransitivi sono accompagnati dalle particelle pronominali mi, ti, si, ci, vi, si che hanno solo funzione pleonastica (pleonastico = ovvio, inutile, scontato) e formano una cosa sola col soggetto. Esempi:
- io mi lamento;
- lui si pente;
- noi ci accorgemmo dell'errore.
In questi casi le particelle pronominali non hanno valore di complemento oggetto o complemento di termine; non si può dire: "Io dolgo me stesso” o “Io dolgo a me stesso"; "Lui pente se stesso” o “Lui pente a se stesso"; "Noi accorgemmo noi stessi” o “Noi accorgemmo a noi stessi".
E’ dunque, abbastanza semplice distinguere questa forma da quella riflessiva. Verbi pronominali, ossia riflessivi apparenti sono: rallegrarsi, pentirsi, accorgersi, sedersi, impadronirsi, vergognarsi.
E’ da notare l'uso di rafforzare alcuni verbi intransitivi con le particelle pronominali raggruppate me ne, te ne, se ne, ce ne, ve ne, se ne, che sono adoperate in senso puramente pleonastico. Ad esempio: me ne infischio; te ne vai; ve ne dispiacete.
Tra i verbi pronominali figurano alcuni che quando sono separati dalle particelle pronominali cambiano di significato. Esempi:
- abboccarsi significa colloquiare con uno; abboccare significa prendere con la bocca;
- apporsi significa indovinare, non ingannarsi; apporre significa aggiungere;
- sovvenirsi significa ricordare; sovvenire significa soccorrere.
Altri verbi pronominali, invece, non cambiano il significato. Esempi:
- affogare e affogarsi;
- annegare e annegarsi;
- ammalare e ammalarsi;
- riposare e riposarsi;
- sbigottire e sbigottirsi;
- disperare e disperarsi;
- lamentare e lamentarsi;
- sbagliare e sbagliarsi.
Fonte: http://www.folliero.it/italiano/07_27_verbi_pronominali.doc
Autore del testo: Prof. Attilio Folliero – www.folliero.eu
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