Ceramiche e porcellane
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Ceramiche e porcellane
PORCELLANA
La porcellana appartiene al grande gruppo della ceramica (dal greco chéramos = argilla) che comprende tutto ciò che è fabbricato con l'argilla o, meglio, con una materia grezza a contenuto argilloso.
Questo gruppo ha un'estensione assai vasta: dalla cosiddetta ceramica grossolana di cui è esempio tipico il mattone d'argilla, fino all'ampia gamma dei prodotti della ceramica fine che va dal gradino più basso della terracotta fino al culmine della porcellana. I componenti fondamentali della porcellana sono:
- il caolino, che è una roccia sedimentaria friabile bianchissima;
- il quarzo, che è un minerale di vastissima diffusione;
- il feldspato, che si trova (nelle sue varie composizioni) in circa il 60% dei minerali della crosta terrestre.
La porcellana è costituita da circa 50 parti di caolino, 25 di quarzo e 25 di feldspato, che vengono legate mediante un'adeguata lavorazione (macinatura e mescolatura) e ridotte in un corpo unico con la cottura ad alta temperatura.
BONE CHINA
La porcellana da ossa, conosciuta anche col nome inglese di Bone China, è così chiamata perle ceneri di ossa o fosfati introdotte in percentuale rilevante nella massa, che comprende caolino e pegmatite (miferale formato da quarzo e fedspato). La pegmatite (cornish stone) viene estratta in Inghilterra nella Cornovaglia. In questa porcellana la percentuale di caolino è notevolmente minore di quella impiegata per la porcellana dura, e anche la temperatura di cottura è sensibilmente inferiore, come è caratteristico per la porcellana tenera. La Bone China risulta lucente già dopo la prima cottura (1240/1280°C). La smaltatura con una vetrina a base di piombo si effettua a una temperatura dai 920 ai 11250C.
FELDSPATO
II feldspato è un minerale che si presenta sotto vari colori: biancastro o giallognolo, verdognolo o rossastro. Esistono feldspati potassici e sodici. Perla fabbricazione della porcellana sono impiegati soprattutto i feldspati potassici, che vengono macinati finemente e aggiunti all'impasto. II feldspato serve da fondente e formala massa vetrosa che cementa il magma della porcellana. Questo complesso vetroso diventa un vero mastice che lega tutti i costituenti cristallini non solubilizzati e formatisi durante il procedimento, e in tal modo mantiene compatto il coccio. II feldspato rende possibile la sinterizzazione (vedi n.12) del coccio e perciò è determinante perla trasparenza della porcellana.
PORCELLANA BISCUIT
Questa porcellana viene cotta senza smalto. II pezzo finito risulta egualmente impermeabile all'acqua, tuttavia la superficie è ruvida, il che limita il suo uso quasi esclusivamente a statuine e figure in genere.
VITREUS CHINA
Sotto la voce porcellana figura anche il prodotto chiamato Vitreus China, che però presenta sostanziali differenze sia per la qualità delle materie prime sia perla temperatura di cottura, che è inferiore a quella della porcellana. Generalmente è sottoposto a una sola cottura.
CELADON
Si chiama Celadon una porcellana dalla colorazione verde pallido, e il suo nome, datogli da commercianti francesi, deriva dal protagonista di un romanzo francese del XVII secolo ("Astrée" di Honoré d'Urfé) che si vestiva sempre di verde. Le prime porcellane in Celadon risalgono alla produzione cinese dei tempi della dinastia Sung (9601280). Il Celadon si ottiene mescolando alla pasta o alla vetrina un composto di cromo. All'inizio, però, invece del cromo venivano aggiunte piccole dosi di ossido di ferro cuocendo poi a fiamma ridotta.
PORCELLANA NERA
È una vera e propria porcellana, di colore nero, con tutte le caratteristiche peculiari della porcellana: composizione della massa, proprietà del coccio, temperatura di cottura (circa 1300°C). Solo le manca la trasparenza: il che è causato dalle miscele di ossidi che ne provocano la colorazione nera. Fu immessa sul mercato mondiale nell'ultimo ventennio.
PORCELLANA ROSA
La porcellana rosa, detta anche "rosée", viene ottenuta aggiungendo sali di manganese e composti di oro alla massa che viene poi trattata alle usuali temperature per la normale cottura della porcellana.
PORCELLANA AVORIO
Si tratta di una porcellana la cui tinta è ottenuta con la colorazione o della massa oppure dello smalto. Una certa mancanza di omogeneità nelle tonalità del colore è la caratteristica specifica di questa porcellana e ne garantisce l'autenticità.
PORCELLANA DA FUOCO
È una porcellana dura particolarmente adatta per cuocere vivande a fuoco nel forno, in cucine a gas o elettriche, composta delle stesse materie prime della porcellana normale, ma con altre proporzioni. Ha maggiore resistenza all'urto termico, ma a fiamma diretta è senz'altro consigliabile l'uso della retina rompifiamma. Questo vasellame viene cotto alla temperatura di circa 1.400°C. Sua caratteristica tipica è la colorazione (bruciato), che si ottiene con una duplice verniciatura a spruzzo e successiva cottura in muffola (terza cottura).
Fonte:
http://www.corrado-corradi.it/download/04112008_glossariodelvetro.doc
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Ceramiche e porcellane
La ceramica
I primi manufatti risalgono al periodo Neolitico e sono stati ritrovati lungo le valli dello Fiume Giallo, a Nord e del Fiume Azzurro, a Sud. La produzione intensiva dei prodotti ceramici si verifica con lo sviluppo di dimore stabili e con l’uso del fuoco. Il fatto che l’argilla dopo la cottura si indurisse stimolò la creazione di utensili di uso quotidiano con questo materiale. In base al tipo di argilla utilizzata e alla temperatura di cottura, l’ impasto si trasformerà in terracotta, grès o porcellana.
Le ceramiche più antiche risalgono a 5000-3000 a.C., sono dipinte in neo con decorazioni a volute. Consiste generalmente in una terraglia grigia o rosso chiaro, lavorata a mano, con pareti spesse e non sempre regolari.
Intorno d 3000 a.C. si sviluppa una ceramica prevalentemente utilizzata per fini rituali, nera, lucida, generalmente priva di decorazioni, con pareti sottili, e per questo è detto a guscio d'uovo.
La grande abilità dei maestri artigiani cinesi, nelle cosiddette “arti del fuoco” (bronzo, ceramica, ecc.), dove il controllo della temperatura è di fondamentale importanza per la riuscita dei manufatti, ha fatto sì che la ceramica neolitica fosse solo la prima fase di uno sviluppo ininterrotto che, attraverso il perfezionamento delle tecnologie, soprattutto dei forni, porterà alla scoperta della porcellana che si distingue dagli altri impasti ceramici sia per le temperature di cottura, sia per le caratteristiche di durezza, compattezza, impermeabilità, trasparenza e biancore. Dal II sec. a.C. al II sec. d.C. si producono ceramiche con invetriatura a base di piombo, cotte a bassa temperatura, le cui colorazioni variano dal bruno ambrato al verde. La maggior parte della produzione costituiva il corredo funerario ed è rappresentata d oggetti per lo più raffiguranti figure di animali o modellini di architetture, come nella figura accanto.
Successivamente, nell’VIII secolo la produzione di ceramica più caratteristica è quella nota come san cai (tre colori) per la prevalenza di tre colori, verde, marrone, bianco o blu. La vetrina, molto fluida, cola e si mescola dando luogo ai caratteristici effetti cromatici. L’anno 1000 vede il sorgere di molteplici centri di produzione ceramica (fra i quali si segnala quello di Jingdezhen) che producono il celebre celadon cotto ad alta temperatura con invetriatura verde oliva, verde azzurro, molto amata dai cinesi perché ricordava il colore della giada.
Nella Cina meridionale invece si sviluppa la produzione di porcellana bianca bluastra, con motivi floreali e zoomorfi che darà all’origine del ben noto “bianco e blu” (vedi scheda sulla Porcellana).
La storia della ceramica in Cina è frutto di un lungo processo evolutivo durante il quale abili maestri ceramisti seppero trarre vantaggio dai vari imprevisti intercorsi nelle fasi di lavorazione e cottura per produrre infine straordinarie vetrine, monocrome e policrome, oltre ad alcuni particolari effetti come le cavillature, una serie di venature capillari sullo smalto superficiale che, spesso avvolgono, come in una rete sottile e impalpabile di screpolature, i corpi dei manufatti offrendo una perfetta armonia fra forma, invetriatura e motivi decorativi.
La Porcellana
Le origini
Il termine “porcellana” venne usato per la prima volta in Occidente nel Medio Evo per indicare una conchiglia nota come “conchiglia tigrata”, anche detta “conchiglia di Venere”. Venne usato quindi con riferimento ad oggetti d’arte e di lusso creati in madreperla e successivamente si estese a vasi e utensili di importazione straniera e precisamente al vasellame bianco e blu prodotto in Cina, il cui bianco era simile, per tonalità e trasparenza, alla madreperla.
La porcellana è costituita da caolino, silice (o sabbia quarzosa) e feldspato cotti ad alte temperature. Il caolino conferisce, ma non sempre, le proprietà plastiche e il colore bianco della porcellana; il quarzo svolge la funzione di sgrassante e consente la vetrificazione; infine il feldspato, che viene definito “fondente”, perché, fondendo a temperature più basse del caolino, abbassa notevolmente la cottura dell'impasto ceramico .
La porcellana venne prodotta in Cina per la prima volta durante la dinastia Tang (618-907). Con il miglioramento delle tecniche, la dinastia Song (960-1279) decise di istituire manifatture imperiali per la sua fabbricazione, destinandola ai palazzi nobili.
Dal 1300 la produzione di porcellana raggiunse in Cina il periodo di massimo splendore artistico e in tale produzione si distinse la città di Jingdezhen, dando alla luce la maggior parte delle opere di quel secolo. Ancora oggi la città continua la sua attività.
In Occidente
I primi oggetti in porcellana furono conosciuti in Europa nel XIII secolo, grazie a viaggiatori come Marco Polo il quale, di ritorno dal suo lungo soggiorno a Pechino, durante la dinastia Yuan, portarono dalla Cina oggetti di porcellana. L'Europa guardava attonita a questi oggetti nella totale incapacità di imitarli. Venne definita “oro bianco” e divenne un prodotto di elevato pregio. Gli Olandesi riuscirono a stabilire accordi commerciali per importare la porcellana cinese a partire dal 1500 e in seguito ne detennero il monopolio attraverso la Compagnia delle Indie Orientali che fondarono nel 1602.
L'importazione della porcellana cinese e il relativo commercio divennero una consuetudine in Europa, fortemente incentivata dall'estendersi dell'uso di bevande in tazza: tè, caffè, cacao. Attraverso questo canale commerciale gli olandesi importarono la cultura e l'arte cinese nel mondo occidentale .
Agli inizi del 1700 l’alchimista sassone Johann Friedrich Böttger ne scoprìe la composizione e subito dopo, nel 1710, nacque la fabbrica tedesca di Meissen sotto la tutela delle autorità sassoni che esercitarono stretti controlli per evitare l'imprenditoria in concorrenza.
Real Fabbrica di Capodimonte
Nel 1743 Carlo di Borbone, al fine di produrre porcellana in grado di eguagliare quella prodotta in Sassonia, volle avviare a Napoli quella che sarà ricordata come la "Real Fabbrica di Porcellana di Capodimonte"contrassegnata dalla lettera “N” coronata. La porcellana prodotta a Napoli ha delle caratteristiche peculiari che la distinguono dalla porcellana nord europea: non si usa il caolino ma varie argille miste a feldpasto. Ne deriva un impasto tenero dal colorito latteo, che renderà questa manifattura unica nella storia della porcellana.
Fonte:
http://www.mostralacina.org/scheded/Ceramica.doc
http://www.mostralacina.org/scheded/Porcellana.doc
Sito web: http://www.mostralacina.org
Autore del testo: De Marco
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