Latino grammatica latina

 


 

Latino grammatica latina

 

GRAMMATICA LATINA

 

Riassunto delle regole della grammatica latina del primo volume di “Corso di lingua latina”, Laura Pepe e Danilo Golin, Einaudi scuola, Milano, 2005

 

Frasi temporali:
-postquam + indicativo = “dopo che”, “dopo”;
-ut, ubi, cum primum, ut primum, ubi primum, simul ac + indicativo = “allorché”, “non appena”
-antequam, priusquam + indicativo = “prima che”, “prima di”;
-dum + indicativo = “mentre”

Frasi finali:
-ut + congiuntivo presente: finale affermativa con tempo principale nella reggente;
-ut + congiuntivo imperfetto: finale affermativa con tempo storico nella reggente;
-ne + congiuntivo presente: finale negativa con tempo principale nella reggente;
-ne + congiuntivo imperfetto: finale negativa con tempo storico nella reggente.

Cum narrativo (cum + congiuntivo):


Reggente

Dipendente

 

CONTEMPORANEITA’

ANTERIORITA’

Tempo principale

Congiuntivo presente

Congiuntivo perfetto

Tempo storico

Congiuntivo imperfetto

Congiuntivo piuccheperfetto

Il cum + congiuntivo può assumere diversi valori: temporale, causale, concessivo, talvolta anche ipotetico o avversativo. Non è sempre facile tradurre correttamente, per cui si può tradurre utilizzando il gerundio italiano.

Frasi causali:
-quod, quia, quoniam, quandoquidem, siquidem, propterea quod + indicativo: causa oggettiva o reale;
- quod, quia, quoniam, quandoquidem, siquidem, propterea quod + congiuntivo: causa soggettiva.

Ablativo assoluto:
-Soggetto in ablativo;
-verbo al participio in caso ablativo;
L’a.a. è privo di legami grammaticali con la frase reggente. Il participio può essere presente per esprimere contemporaneità o perfetto per anteriorità. Nel primo caso è sempre possibile, nel secondo solo se il verbo è transitivo attivo o intransitivo deponente.

Frasi infinitive:
-Verbo all’infinito, soggetto (sempre espresso) e ciò che ad esso si riferisce in .
-Infinito presente: infinitiva che esprime contemporaneità rispetto alla reggente;
-Infinito perfetto: infinitiva che esprime anteriorità rispetto alla reggente;
-Infinito futuro: infinitiva che esprime posteriorità rispetto alla reggente.

 

Ordinare:


VERBO

PERSONA CUI SI COMANDA

AZIONE COMANDATA

impero

Dativo

Completiva (ut + cong.)

iubeo

Accusativo

infinito

Pronome personale is, ea, id


vvvvvvvvv

SINGOLARE

PLURALE

Caso

Maschile

Femminile

Neutro

Maschile

Femminile

Neutro

Nom.

is
(egli)

ea
(ella)

id
(esso)

ii (ei, i)
(essi)

eae
(esse)

ea
(quelle cose)

Gen.

eius
(di lui)

eius
(di lei)

eius
(di ciò)

eorum
(di essi)

earum
(di esse)

eorum
(di quelle cose)

Dat.

ei
(a lui, gli)

ei
(a lei, le)

ei
(a ciò)

iis (eis, is)
(a essi,a loro)

iis (eis, is)
(a esse,a loro)

iis (eis, is)
(a quelle cose)

Acc.

eum
(lui, lo)

eam
(lei, la)

id
(ciò)

eos
(essi, li)

eas
(esse, le)

ea
(quelle cose)

Abl.

eo
(da lui, con)

ea
(da lei, con)

eo
(da ciò, con)

iis (eis, is)
(da essi, con)

iis (eis, is)
(da esse, con)

iis (eis, is)
(da quelle cose, con)

Pronomi e aggettivi dimostrativi

vvvvvvvvv

SINGOLARE

PLURALE

Caso

Maschile

Femminile

Neutro

Maschile

Femminile

Neutro

Nom.

hic
(questo)

haec
(questa)

hoc
(questa cosa)

hi
(questi)

hae
(queste)

haec
(queste cose)

Gen.

huius

huius

huius

horum

harum

horum

Dat.

huic

huic

huic

his

his

his

Acc.

hunc

hanc

hoc

hos

has

haec

Abl.

hoc

hac

hoc

his

his

his

vvvvvvvvv

SINGOLARE

PLURALE

Caso

Maschile

Femminile

Neutro

Maschile

Femminile

Neutro

Nom.

iste
(codesto)

ista
(codesta)

istud
(codesta cosa)

isti
(codesti)

istae
(codeste)

ista
(codeste cose)

Gen.

istius

istius

istius

istorum

istarum

istorum

Dat.

isti

isti

isti

istis

istis

istis

Acc.

istum

istam

istud

istos

istas

ista

Abl.

isto

ista

isto

istis

istis

istis

 

vvvvvvvvv

SINGOLARE

PLURALE

Caso

Maschile

Femminile

Neutro

Maschile

Femminile

Neutro

Nom.

ille
(quello)

illa
(quella)

illud
(quella cosa)

illi
(quelli)

illae
(quelle)

illa
(quelle cose)

Gen.

illius

illius

illius

illorum

illarum

illorum

Dat.

illi

illi

illi

illis

illis

illis

Acc.

illum

illam

illud

illos

illas

illa

Abl.

illo

illa

illo

illis

illis

illis

Interrogativo quis, quid?


vvvvvvvvvvvvvv

SINGOLARE

PLURALE

Cao

Masch./Femm.

Neutro

Masch./Femm.

Neutro

Nom.

quis?
(chi?)

quid?
(che cosa?)

qui?
(chi?)

quae?
(quali cose?)

Gen.

cuius?

cuius rei?

quorum?

quarum rerum?

Dat.

cui?

cui rei?

quibus?

quibus rebus?

Acc.

quem?

quid?

quos?

quae?

Abl.

quo?

qua re?

quibus?

quibus rebus?

 

Indefinito “nessuno”

 

 

 

NEMO

Masch./Femm.

Neutro

Nom.

nemo (nessuno)

nihil (nil) (nessuna cosa)

Gen.

nullius

nullius rei

Dat.

nemini

nulli rei

Acc.

neminem

nihil (nil)

Abl.

nullo

nulla re

Frasi consecutive:
-ut (affermativa), ut non (negativa) + congiuntivo.
-congiuntivo presente: conseguenza che si verifica o perdura nel presente;
-congiuntivo imperfetto: conseguenza riferita al passato (sottolinea la durata dell’azione espressa);
-congiuntivo perfetto: conseguenza riferita al passato (presentata come fatto momentaneo).

Pronomi relativi

vvvvvvvvv

SINGOLARE

PLURALE

Caso

Maschile

Femminile

Neutro

Maschile

Femminile

Neutro

Nom.

qui
(il quale)

quae
(la quale)

quod
(la quale cosa)

qui
(i quali)

quae
(le quali)

quae
(le quali cose)

Gen.

cuius

cuius

cuius

quorum

quarum

quorum

Dat.

cui

cui

cui

quibus

quibus

quibus

Acc.

quem

quam

quod

quos

quas

quae

Abl.

quo

qua

quo

quibus

quibus

quibus

L’antecedente del relativo può essere un sostantivo oppure un pronome (es. ille, quem vides, frater meus est) e solitamente deve essere espresso, ma se è un pronome ed è nello stesso caso del pronome relativo, può essere omesso.
Il complemento di compagnia si esprime con la partiecella cum integrata col relativo e posta al fondo di esso (es. quocum, con il quale).
In espressioni come “della qual cosa”, “alla qual cosa”, si aggiunge il nome res: es. cuius rei, cui rei.

Il nesso relativo è un pronome relativo che non introduce una subordinata, ma funge soltanto da collegamento con la frase precedente. Si traduce componendo il pronome relativo in una congiunzione coordinante (“e”, “ma”) e un pronome dimostrativo (es. dies appetebat septimus, quem ad diem Caesar…, si avvicinava il settimo giorno, e in questo giorno Cesare…).

In latino capita che il relativo preceda, anziché seguire, il termine a cui si riferisce (prolessi del relativo).

Legge dell’anteriorità:
In una frase latina non possono essere presenti due verbi al tempo futuro semplice, ma uno dei due è espresso con il futuro anteriore, ed indica l’azione più vicina nel tempo all’istante presente.

Frasi interrogative dirette
Le interrogative dirette sono introdotte da pronomi interrogativi, avverbi interrogativi oppure dalle particelle interrogative –ne (domanda reale), nonne (domanda retorica con risposta affermativa), num (domanda retorica con risposta negativa). Verbo all’indicativo o, talvolta congiuntivo.

Frasi interrogative indirette
Le interrogative indirette sono introdotte dagli stessi pronomi, aggettivi e avverbi delle dirette; le particelle –ne e num si traducono solitamente con “se”; nonne con “se non”. Verbo al congiuntivo con le regole della consecutio temporum. Va aggiunto il rapporto di posteriorità, espresso dal participio futuro con sim, sis… se il verbo della reggente è un tempo principale, dal participio futuro con essem, esses se il verbo della reggente è storico.

Frasi interrogative disgiuntive
Esprimono un’alternativa tra due possibilità. In italiano si trova “o”, “oppure”, poste tra le due alternative; nelle indirette la congiunzione “se” introduce il primo termine. In latino le interrogative disgiuntive, sia dirette (indipendenti) che indirette (subordinate), vengono rese attraverso una combinazione di particelle interrogative variamente suddivise nei due elementi dell’interrogazione, secondo questo schema:

 

I elemento

II elemento

utrum

an (“o”, “oppure”)

-ne

an (“o”, “oppure”)

[nulla]

an (“o”, “oppure”)

 

L’italiano “o non” in latino è an non oppure necne.

Tutto, tutti.
-totus, -a, -um segue la declinazione pronominale e indica una totalità indifferenziata al suo interno;
-omnis, -e si declina regolarmente come gli aggettivi della seconda classe, e indica la totalità considerata nelle singole parti che la compongono;
-cunctus, -a, -um si declina regolarmente come gli aggettivi della prima classe e indica la totalità come unione delle sue parti;
-universus, -a, -um si declina regolarmente come gli aggettivi della prima classe e indica la totalità considerata in opposizione alle singole parti.

Gerundio
Il gerundio latino è un sostantivo verbale di forma attiva e rappresenta di fatto la declinazione dell’infinito sostantivato. Esso è limitato al singolare e manca del nominativo; per il resto si declina allo stesso modo dei nomi della seconda declinazione, e si forma aggiungendo al tema del presente i seguenti suffissi nominali:

 

aaaaaaaaaaaaaaaa

I coniugazione

II coniugazione

III coniugazione

IV coniugazione

Gen.

laud-a-nd-i

mon-e-nd-i

leg-e-nd-i

audi-e-nd-i

Dat.

laud-a-nd-o

mon-e-nd-o

leg-e-nd-o

audi-e-nd-o

Acc.

(ad) laud-a-nd-um

(ad) mon-e-nd-um

(ad) leg-e-nd-um

(ad) audi-e-nd-um

Abl.

laud-a-nd-o

mon-e-nd-o

leg-e-nd-o

audi-e-nd-o

 

-il genitivo ha funzione di complemento di specificazione e può essere retto da nome o da aggettivo; il genitivo del gerundio seguito da causa e gratia equivale a una finale: es. laudani causa, “per lodare”.
-il dativo ha funzione di complemento di fine, ma è usato raramente (lo si trova con aptus, “adatto”, utilis, inutilis)
-l’accusativo, preceduto sempre da ad equivale ad una finale: es. ad laudandum, “per lodare”;
-l’ablativo ha funzione di complemento di mezzo, e si può tradurre con un gerundio italiano: es. veniendo = venendo (con il venire); L’ablativo può essere preceduto da una preposizione, che determina la sua funzione sintattica.

Se il verbo è transitivo, il gerundio può reggere il complemento oggetto (in accusativo). Con una limitazione: il gerundio deve essere in genitivo o ablativo semplice (senza prep.).

 

Perifrastica attiva e passiva:
Il participio futuro con le forme di sum costituisce la perifrastica attiva, che esprime l’idea di un’azione che sta per verificarsi, che si ha intenzione di compiere o che si è destinati a fare. Il significato dipende dal participio futuro, modo e tempo della perifrastica attiva sono quelli del verbo sum. Si traduce questo costrutto con “stare per”, “essere sul punto di”, “avere intenzione di”, “essere destinati a” con l’infinito.
La perifrastica passiva è formata da gerundivo con una forma di sum. Esprime l’idea della necessità o del dovere.
-Frase personale (verbo transitivo e soggetto espresso): gerundivo accordato in genere, numero e caso con il soggetto, complemento d’agente – se espresso – in dativo (oppure a/ab + ablativo).
-Frase impersonale (verbo intransitivo oppure verbo transitivo senza soggetto espresso): gerundivo al neutro singolare, con una terza persona di sum o di esse, fuisse, futurum esse se la proposizione è infinitiva. Complemento d’agente – se espresso – in dativo (oppure a/ab + ablativo).

 

Numerali

Quasi tutti i numerali cardinali sono indeclinabili, tranne:

aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa

Maschile

Femminile

Neutro

Nom.

unus

una

unum

Gen.

unius

unius

unius

Dat.

uni

uni

uni

Acc.

unum

unam

unum

Abl.

une

una

unum

Nom.

uno

una

uno

aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa

Maschile

Femminile

Neutro

Nom.

duo

duae

duo

Gen.

duorum

duarum

duorum

Dat.

duobus

duabus

duobus

Acc.

duos (duo)

duas

duo

Abl.

duo

duae

duo

Nom.

duobus

duabus

duobus

aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa

Maschile

Femminile

Neutro

Nom.

tres

tres

tria

Gen.

trium

trium

trium

Dat.

tribus

tribus

tribus

Acc.

tres

tres

tria

Abl.

tres

tres

tria

Nom.

tribus

tribus

tribus

aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa

Neutro
milia
milium
milibus
milia
milia
milibus

Nom.

Gen.

Dat.

Acc.

Voc.

Abl.

 

 

Arabo

Romano

Cardinale

 

1

I

Unus, a, um

 

2

II

Duo, duae, duo

 

3

III

Tres, tres, tria

 

4

IV (IIII)

Quattuor

 

5

V

Quinque

 

6

VI

Sex

 

7

VII

Septem

 

8

VIII

Octo

 

9

IX

Novem

 

10

X

Decem

 

11

XI

Undecim

 

12

XII

Duodecim

 

13

XIII

Tredecim

 

14

XIV

Quattuordecim

 

15

XV

Quindecim

 

16

XVI

Sedecim

 

17

XVII

Septendecim

 

18

XVIII

Duodeviginti

 

19

XIX

Undeviginti

 

20

XX

Viginti

 

 

 

Mesi

Ianuarius
Februarius
Martius
Aprilis
Maius
Iunius
Iulius
Augustus
September
October
Novembre
December

-us: seguono la prima classe di aggettivi;
-is: seguono la seconda classe a due uscite;
-ber: seguono la seconda classe a tre uscite

Giorni
I romani per indicare la data facevano riferimento a tre date fisse:
-calende (Kalendae,-arum, f., pl.): il primo giorno del mese;
-idi (Idus, -uum, f., pl.) : 13° giorno del mese, tranne che in marzo, maggio, luglio, ottobre, mesi nei quali le idi cadevano il 15° giorno;
-none (Nonae, -arum, f., pl.): 9 giorni prima delle idi: il 5 del mese (o il 7);

La data si indica:
-con il giorno fisso in ablativo, con cui concorda l’aggettivo indicante il mese
-con il giorno immediatamente precedente le tre date fisse viene indicato con pridie seguito dal nome del giorno fisso in caso accusativo;
-tutti gli altri giorni si indicano calcolando i giorni mancanti alla data fissa successiva, comprendendo in tale computo sia il giorno iniziale che quello finale. Il numero risultante può essere espresso:
a) con l’ordinale in ablativo con cui concorda dies, seguito da ante+accusativo della data fissa;
b) con ante + accusativo dell’intera espressione

Anni
I Romani avevano tre modi per contare (e indicare) gli anni:
-dalla data della fondazione di Roma (753 a. C.), con l’espressione ab Urbe condita, “dalla fondazione di Roma;
-indicando i consoli in carica quell’anno, indicati in ablativo e senza segno di interpunzione tra i due nomi;
-riferendosi alla nascita di Cristo: ante Christum natum (a. Ch. n.) e post Christum natum (p. Ch. n.)

 

Verbi deponenti*
Questi verbi presentano forma passiva ma significato attivo o, raramente, riflessivo. Ad esempio hortor, hortaris, hortatus sum, hortari significa “esortare”. Anche questi verbi possono essere transitivi o intransitivi e hanno quattro coniugazioni.

 

Coniugazione

Infinito presente

Verbo

Traduzione

I

-ari

hortari

esortare

II

-eri

veneri

temere

III

-i

sequi

seguire

IV

-iri

largiri

donare

Particolarità dei verbi deponenti
-escono in –ior anche alcuni verbi deponenti della III coniugazione (essi hanno l’infinito presente in –i invece che in –iri)


Gradior, graderis, gressus sum, gradi

Camminare

Ingredior

Entrare

Aggredior

Aggredire

Morior, moreris, mortuus sum, mori

Morire

Patior, pateris, passus sum, pati

Soffrire, permettere

-di regola nei deponenti il participio perfetto ha valore attivo, equivalente a un gerundio composto:


Hortatus, a, um

Avendo esortato

Veritus, a, um

Avendo temuto

Secutus, a, um

Avendo inseguito

Largitus, a, um

Avendo donato

Il participio perfetto di alcuni deponenti presente valore attivo o passivo a seconda del contesto.


Adeptus (da adipiscor)

“che ha ottenuto”, “avendo ottenuto”, oppure “che è stato ottenuto”, “essendo stato ottenuto”

Comitatus (da comitor)

“che ha accompagnato”, “avendo accompagnato” oppure “che è stato accompagnato”, “essendo stato accompagnato”

Meditatus (da meditor)

“che ha meditato”, “avendo meditato”, oppure “che è stato meditato”, “essendo stato meditato”

Populatus (da populor)

“che ha devastato”, “avendo devastato”, oppure “che è stato devastato”, “essendo stato devastato”.

-in alcuni deponenti il participio perfetto può avere anche valore di presente.


Arbitratus (da arbitror)

“avendo ritenuto” oppure “ritenendo”

Ratus (da reor)

“avendo pensato” oppure “pensando”

Usus (da utor)

“avendo usato” oppure “usando”

Veritus (da vereor)

“avendo temuto” oppure “temendo”

-i verbi deponenti hanno forma attiva in quelle forme della coniugazione che possono essere solo attive, vale a dire:
a) nel participio presente: es. hortans, hortantis, “che esorta”; verens, verentis, “che teme” ecc.
b) nel participio futuro: hornaturus, a, um, che esorterà; veriturus, a, um, “che temerà” ecc.
c) nel supino attivo, in –um: hornatum, “a esortare”, veritum, “a temere” ecc.
d) nel gerundio: hortandi, portando, ecc. “di/a esortare” ecc., verendi, verendo, “di/a temere” ecc.

-l’infinito futuro nei deponenti ha forma e significato attivi: hortatum esse, veritum esse ecc.

-i verbi deponenti hanno invece significato passivo nelle forme del gerundivo (hortandus, a, um, “da esortare”, verendus, a, um “da temere” ecc.) e del supino passivo, in –u: hortatu, “a essere esortato”, verità, “a essere temuto” ecc.

 

Verbi semideponenti*
Questi verbi presentano regolare coniugazione attiva nei temi derivati dal presente e regolare passiva (con significato attivo) nei tempi derivati dal perfetto.


Audeo, es, ausus sum, audere

osare

Gaudeo, es, gavisus sum, gaudere

Godere, gioire

Soleo, es, solitus sum, solere

Solere (solitus sum=fui/sono solito)

Fido, is, fisus sum, fidere

Fidarsi (1)

Confido, is, confisus sum, confidere

Confidere (1)

Diffido, is, diffisus sum, diffidere

Diffidare (2)

Fio, fis, factus sum, fieri

Essere fatto, divenire, accadere (3)

 

-Alcuni participi perfetti di verbi semideponenti possono avere valore di presente

 


Fisus

“essendosi fidato” oppure “fidandosi”

Confisus

“avendo confidato” oppure “confidando”

Diffisus

“avendo diffidato”oppure “diffidando”

 

 

 

*le tabelle in seguito riportate, presentano soltanto degli esempi.
(1) fido e confido reggono di regola il dativo della persona e l’ablativo della cosa.
(2) regge di regola il dativo della persona o della cosa.
(3) Questo verbo particolare, usato anche come passivo di facio, si ricordi: certior fio de aliqua re (sono informato di qualcosa), fit ut (“accade che”, introduce una completava al congiuntivo).

 

fonte: http://hostfile.org/GRAMMATICALATINA.doc

 

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