Il dativo

 


 

Il dativo

 

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Il dativo

 

IL DATIVO

 

Dativo con verbi transitivi

Moltissimi sono i verbi transitivi sia in italiano sia in latino che, oltre al complemento oggetto, richiedono una determinazione secondaria espressa dal complemento di termine.

Es. do (dare), tribuo (attribuire) etc.

Es. Iis Caesar libertatem concessit: Cesare concesse loro la libertà.

 

Dativo con verbi intransitivi

Essi si dividono in tre gruppi:

  1. verbi intransitivi in entrambe le lingue e in entrambe costruiti col dativo

 

  1. verbi intransitivi in entrambe le lingue ma che in italiano si costruiscono con un caso diverso dal dativo

 

  1. verbi intransitivi in latino (costruiti col dativo) e transitivi in italiano (con il compl. ogg.)

 

  1. appartengono a questo gruppo verbi che, tra gli altri, significano:
  2. obbedire: oboedio, pareo, etc.
  3. resistere: resisto, obsto, etc.
  4. nuocere: noceo, obsum, etc.
  5. giovare: prosum, proficio, etc.

Es. Mundus deo paret: Il mondo obbedisce a Dio.

 

  1. appartengono a questo gruppo verbi che, tra gli altri, significano:
  2. dico bene: benedico
  3. dico male: maledico
  4. mi adiro: irascor
  5. mi fido: fido
  6. confido: confido
  7. diffido: diffido
  8. mi congratulo: gratulor

Es. Non debebas optimo viro maledicere: non dovevi dir male di quell’ottimo uomo

 

  1. appartengono a questo gruppo verbi che, tra gli altri, significano:
  2. persuado: persuadeo
  3. invidio: invideo
  4. minaccio: minor
  5. aiutare: succurro, subvenio, auxilior etc.
  6. perdono: parco, tempero, etc.
  7. studio: studeo
  8. applaudisco: plaudo
  9. avverso: adversor

Es. Probus invidet nemini: l’uomo probo non invidia nessuno.

 

Il passivo impersonale dei verbi intransitivi col dativo

I verbi che si costruiscono col dativo ammettono in latino la costruzione passiva solo in forma impersonale.

Noi diciamo: “I ricchi sono invidiati dai poveri”, ma in latino si deve dire: “Ai ricchi si porta invidia dai poveri”.

Di fatto il soggetto diventa compl. di termine al dativo, il verbo è usato impersonalmente (terza persono singolare) e il compl. d’agente resta tale.

Es. I soldati vittoriosi furono applauditi dai cittadini : Militibus victoribus plausum est a civibus.

Se questi verbi dipendono da un verbo servile, sarà questo ad assumere la forma impersonale.

Es. Io comincio ad essere invidiato: mihi incipit invideri.

 

Verbi composti con doppia costruzione

Molti verbi composti con preposizioni (ad, ante, cum, in, ob, post, etc.) come infero, confero, impono, accedo etc. si costruiscono:

  1. o col dativo
  2. o, ripetendo la preposizione, hanno il caso voluto da essa.

Es. A Cassio si aggiunse coraggio: Cassio animus accessit.

Costruzione di dono, induo, exuo etc.

I verbi dono (dono) , circumdo (circondo), induo ( vesto), exuo (spoglio), aspergo (spruzzo), macto ( sacrifico), intercludo (impedisco), ammettono doppia costruzione:

  1. il dativo della persona e l’accusativo della cosa
  2. l’accusativo della persona e l’ablativo della cosa.

La diversa costruzione resta anche nella forma passiva.

 

Es. Papirio mi donò dei libri.

Costruzione a) attiva:                                                          Costruzione b) attiva:

Papirius mihi libros donavit                                       Papirius me libris donavit

Costruzione a) passiva:                                                       Costruzione b) passiva:

Libri mihi donati sunt a Papirio                                            Ego a Papirio libris donatus sum

 

Es. Il duce circonda l’accampamento con un vallo.

Costruzione a) attiva:                                                          Costruzione b) attiva:

Dux castris vallum circumdat                                               Dux castra vallo circumdat

Costruzione a) passiva:                                                       Costruzione b) passiva:

A duce castris vallum circumdatur                                       A duce castra vallo circumdantur

 

Verbi di eccellenza

Si definiscono verbi di eccellenza quelli che significano “precedere, superare”.

Es. antecello, excello, antecedo, antisto, praesto.

Essi vogliono:

  1. la cosa in cui si è superiori va in ablativo semplice (compl. di limitazione)
  2. la persona che si supera va in dativo o in accusativo

Es. Cabria superava tutti in autorità: Chabrias omnes (oppure omnibus) auctoritate anteibat.

I verbi praecedo, praecurro, supero, vinco hanno sempre la persona in accusativo.

Es. Gli Elvezi superano in valore tutti gli altri Galli: Helvetii reliquos Gallos virtute praecedunt.

 

Verbi con diverse costruzioni

Vi sono dei verbi che oltre al dativo ammettono altre costruzioni, assumendo però significati diversi. Di essi i più comuni sono:

 

 

 

 

Dativo con aggettivi

Si ha il dativo, tanto di persona quanto di cosa, con molti aggettivi indicanti:

 

 

 

 

Con  gli aggettivi similis, dissimilis si usa sia il dativo sia il genitivo.

Con similis e dissimilis il genitivo si usa sempre con i pronomi personali: mei, tui, nostri similis: simile a me, a te , a noi etc.

 

Dativo di interesse: di vantaggio o svantaggio, etico, di relazione

Il dativo di vantaggio o di svantaggio indica la persona o la cosa a vantaggio o a danno della quale si compie una determinata azione. In italiano di solito è accompagnato dalla preposizione “per”.

Es. Epaminondas imperium non sibi, sed patriae semper quaesivit.

Epaminonda cercò sempre il potere non per sé, ma per la patria.

 

 

Il dativo etico si usa con i pronomi personali mihi, tibi, nobis etc. per indicare il vivo interessamento all’azione di chi parla o scrive.

Es. Quid mihi Tulliola agit? Che mi fa la piccola Tullia?

 

Il dativo di relazione è usato con participi presenti sostantivati e indica la persona in rapporto alla quale ha valore quanto si afferma.

Es. Antycira sita est laeva parte sinum Corinthiacum intranti.

Anticira è posta dalla parte sinistra per chi entra nel golfo di Corinto.

 

Il dativo d’agente

Si usa in sostituzione di a + ablativo con la coniugazione perifrastica passiva.

Es. Gloria non est bonis viris repudianda.

La gloria non deve essere rifiutata dagli uomini buoni.

 

Il dativo di possesso

In frasi con il verbo “avere”: come “tu hai molte ricchezze” il latino usa il verbo “essere” più il dativo della persona ; la suddetta frase si trasforma perciò in “a te sono molte ricchezze”:

Perciò la cosa posseduta diventa il soggetto della frase e il soggetto va al dativo.

Es. Est homini cum Deo similitudo:

L’uomo ha somiglianza con Dio.

Una particolare costruzione del dativo di possesso è:

mihi nomen est. L’espressione italiana io ho nome, cognome, soprannome in latino si costruisce nel seguente modo:

il nome proprio o va in dativo accordato con mihi oppure nel caso di “nomen”.

Es. Mihi nomen est Aulus (opp. Aulo)

Io ho nome Aulo.

 

Il dativo di fine e di effetto

Il fine per cui si compie una determinata azione, in latino si esprime:

  1. col dativo

Es. Dies colloquio dictus est. Fu fissato un giorno per il colloquio.

 

  1. con ad e l’accusativo

Es. Romulus trecentos armatos ad custodiam corporis habuit.

Romolo ebbe 300 armati per la difesa della sua persona.

 

  1. col genitivo accompagnato da causa o gratia

Es. Quicquid feci, causa virginis feci.

Tutto quello che ho fatto , l’ho fatto per la ragazza.

 

Il doppio dativo

Alcuni verbi si costruiscono con due dativi.

  1. quello della persona a vantaggio o a danno della quale si fa l’azione
  2. quello della cosa che indica l’effetto o il fine a cui è rivolta l’azione.

Essi sono:

 

Fonte: http://www.liceodavigonicoloso.it/classi/elenadelucchi/sint_casi.doc

Autore del testo: prof. Elena Delucchi Sito web : http://www.liceodavigonicoloso.it/

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