L' accusativo
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L' accusativo
L’ACCUSATIVO
L’accusativo è il caso del complemento oggetto e di tutti gli elementi ad esso attribuibili: attributi, apposizioni.
E’ retto da verbi transitivi attivi o deponenti.
Verbi transitivi in latino (e intransitivi in italiano)
Alcuni verbi sono in latino transitivi, mentre in italiano sono intransitivi; perciò in latino vogliono il complemento oggetto (in accusativo), mentre in italiano hanno un complemento indiretto.
Tali verbi sono: DA SAPERE A MEMORIA:
1) Iuvo, adiuvo: giovo a…Es. Iuvo aliquem: giovo a qualcuno
2) Fugio, effugio: sfuggo a…Es. Fugio aliquem: sfuggo a qualcuno
- Deficio: manco a…Es. Aliquid deficit aliquem: qualcosa manca a qualcuno
- Despero: dispero di…Ea. Despero victoriam: dispero della vittoria
- Ulciscor: mi vendico di…Es. Ulciscor aliquem: mi vendico di qualcuno
- Delecto: piaccio a…Es. Delecto aliquem: piaccio a qualcuno
- Abdico: rinunzio a…Es. Abdico regnum: rinunzio al regno
Il verbo deficere, però, in altre costruzioni con altri casi, ha altri significati; controllare attentamente sul vocabolario quale caso regge nel singolo contesto.
Verbi di movimento resi transitivi dalla preposizione
I verbi di movimento senza preverbio sono generalmente intransitivi; ma se sono in composizione con alcune preposizioni come trans, circum, ob, in , praeter, diventano transitivi e reggono il complemento oggetto. Diventando transitivi hanno anche la forma passiva.
Es. Eo: andare (intransitivo)®transeo: attraversare (transitivo). Es. Transeo flumen: attraverso il fiume
Venio: venire (intransitivo)®convenio: incontrare (transitivo). Es. Convenio amicos: incontro gli amici
Accusativo di relazione
Come in greco, l’accusativo semplice può essere un modo di tradurre il complemento di limitazione. Esso è retto da un aggettivo o dal participio perfetto del verbo.
I più frequenti sono: DA SAPERE A MEMORIA:
- indutus: vestito. Es. Indutus exuvias Achillis: vestito delle spoglie di Achille
- nudus: nudo. Es. Nudus pedes et umeros: nudo nei piedi e nelle spalle
- ictus: colpito. Es. ictus femur: colpito nel femore.
Accusativo con i verba affectuum
A) I verbi che indicano un sentimento positivo o negativo reggono l’accusativo.
I più frequenti sono: DA SAPERE A MEMORIA:
- doleo: mi dolgo. Es. Doleo meum eventum: mi dolgo della mia sventura
- maereo: mi affliggo. Es. Maereo meas fortunas: mi affliggo per la mia sorte
- miror: mi meraviglio. Es. Miror tuum ingenium: mi meraviglio della tua intelligenza
- rideo: mi rido. Es. Rideo tuam crudelitatem: mi rido della tua crudeltà
B) I verbi che significano “avere odore”, “avere sapore”, “aver sete” reggono l’accusativo
I più frequenti sono: DA SAPERE A MEMORIA:
- oleo: ho odore. Es. Olet carnem: ha odore di carne
- sapio: ho sapore. Es. Mella saiunt herbam: il miele sa di erba
- sitio: ho sete. Es. Sitio honores: ho sete di onori
Accusativo dell’oggetto interno
Alcuni verbi di per sé intransitivi hanno l’accusativo di un nome derivato dalla stesa radice che si definisce accusativo dell’oggetto interno. A volte l’accusativo dell’oggetto interno è accompagnato da un aggettivo.
I più comuni sono: vivere vitam: vivere una vita
Pugnare pugnam: combattere una battaglia
Currere cursam: correre una corsa etc.
Accusativo avverbiale
Si dicono avverbiali alcuni accusativi non retti né da verbi né da preposizioni e si hanno:
- col neutro di alcuni pronomi-aggettivi di quantità:
Es: aliquid: un po’; nihil: per nulla; minimum: al minimo; maximum: al massimo
- con espressioni correlative:
Es. partim….partim: in parte…in parte
- con espressioni come:
magnam partem: in gran parte; maximam partem: in massima parte etc.
id aetatis: in quel tempo etc.
Accusativo esclamativo
Si usa l’accusativo preceduto o no dalle interiezioni “o” e “heu” nelle esclamazioni di meraviglia, di gioia etc.
Es. Heu me miserum: oh me infelice!
Me infelicem: oh me infelice!
I verbi impersonali paenitet, piget, pudet, miseret, taedet
Sono verbi impersonali i seguenti: : DA SAPERE A MEMORIA:(con relativo paradigma)
Piget, piguit o pigitum est, pigere: provare rincrescimento
Pudet, puduit o puditum est, pudere: vergognarsi
Paenitet, paenituit, paenitere: pentirsi
Taedet, pertaesum est, taedere: annoiarsi
Miseret, miseruit o miseritum est, miserere: aver compassione
Essi hanno una particolare costruzione
- in accusativo va la persona che prova il sentimento (il soggetto)
- in genitivo la cosa che determina il sentimento (ciò di cui ci si pente, ci si vergogna etc.)
- il verbo impersonale va sempre alla terza persona singolare (impersonale)
Es. Discipulos saepe studii piget : agli studenti spesso rincresce lo studio.
Se il soggetto è una pronome di terza persona si rende SEMPRE con eum, eam, eos, eas e MAI con “se”
Es. Taedet eos vitae: essi hanno a noia la vita.
Se la cosa che determina il sentimento è un pronome neutro esso non va al genitivo, ma al nominativo
Es. Id me pudet: mi vergogno di questo.
Se la cosa che determina il sentimento è espressa da un verbo si traduce con l’infinito o con quod + indicativo o congiuntivo. In italiano la traduzione rispetta i tempi latini.
Es. Me paenitet offendisse amicum oppure Me paenitet quod offendi amicum oppure Me paenitet quod offenderim amicum: mi pento di aver offeso l’amico.
Nella perifrastica passiva il soggetto va in dativo e non in accusativo.
Es. Mihi paenitendum est: io mi devo pentire.
Verbi impersonali retti da verbi servili
Se il verbo impersonale è retto da un verbo servile, la costruzione è immutata per la persona e la cosa, mentre il verbo servile va usato impersonalmente (terza persona singolare) e il verbo impersonale va all’infinito.
Es. Me incipit taedere vitae: comincio ad annoiarmi della vita.
Se il verbo servile è un verbo di volontà esso resta personale (concordato con il soggetto) e il verbo impersonale va al congiuntivo presente se il verbo reggente è un tempo principale, al congiuntivo imperfetto se il verbo reggente è un tempo storico.
Es. Volo me paeniteat: voglio pentirmi
Volebam me paeniteret: volevo pentirmi.
Verbi relativamente impersonali (usati solo alla terza persona singolare o plurale)
Sono verbi relativamente impersonali i seguenti verbi:
fallit: ingannarsi
fugit: sfuggire
latet: sfuggire
praeterit: non sapere
decet: si addice
dedecet: non si addice
iuvat: piace
Questi verbi hanno la costruzione all’accusativo della persona alla quale sfugge, si addice, non si addice qualcosa:
es. mi sfugge questo: hoc me fugit
a me si addice la ricchezza: divitiae me decet
Tuttavia questi verbi ammettono la costruzione con le terze persone plurali:
es. mi sfugge ogni cosa: omnia me fallunt
a molti piace l’accampamento: multos castra iuvant
Il doppio accusativo
Il doppio accusativo si trova con quei verbi che hanno il complemento oggetto e il complemento predicativo dell’oggetto.
Perciò si ha con l’attivo dei verbi:
appellativi: dico, appello etc.
es. Aristidem iustum appellamus: Chiamiamo Aristide il giusto
elettivi: creo, eligo etc.
es. Numam Pompilium regem creaverunt: Elessero re Numa Pompilio.
estimativi: iudico, duco etc.
es. Considium peritissimum habemus: Consideriamo Considio espertissimo
Si ha anche con i verbi che al passivo hanno il doppio nominativo.
Una particolare costruzione con il doppio accusativo è quella dell’espressione: certiorem facere aliquem de aliqua re: informare qualcuno di qualcosa. La stessa espressione al passivo ha la costruzione del doppio nominativo:
es. Pauci certiorem faciunt Labienum de rebus gestis: pochi informano Labieno sulle azioni compiute
Caesar de Crassi adventu certior factus est: Cesare fu informato dell’arrivo di Labieno.
Un’altra costruzione con il doppio accusativo è quella :
dell’accusativo del luogo e dell’oggetto
Alcuni verbi di movimento resi transitivi dalla preposizione reggono due accusativi: il complemento oggetto e quello del luogo retto dal preverbio.
Es. Caesar omnem equitatum (compl. ogg.) pontem (acc. del luogo) traducit: Cesare trasporta di là dal ponte tutta la cavalleria.
Costruzione di doceo (insegno) e celo (nascondo) all’attivo
Questi verbi e alcuni sinonimi hanno l’accusativo della cosa insegnata o nascosta e l’accusativo della persona alla quale si insegna o si nasconde.
Es. Catilina insegnava ai giovani azioni malvagie: Catilina docebat iuventutem (acc. della persona) mala facinora (acc. della cosa)
Non ti ho nascosto il discorso di Cesare: Non te (acc. della persona) celavi sermonem (acc. della cosa) Caesaris.
Costruzione di doceo (insegno) e celo (nascondo) al passivo
- Doceo al passivo non viene usato tranne che nel part. perf. doctus in funzione di aggettivo. Generalmente si sostituisce con sinonimi che reggono l’ablativo della cosa o con l’attivo del verbo disco (imparare) con l’acc. della cosa e il compl. d’agente (a opp. ab e l’ablativo)
Es. Cicerone fu ammaestrato da Filone nella filosofia: Cicero institutus est a Philone philosophia.
Es. Cicerone fu ammaestrato da Filone nella filosofia: Cicero philosophiam a Philone didicit.
- Celo ha nel passivo costruzione personale. La persona alla quale si nasconde diventa il soggetto, il verbo si concorda e la cosa nascosta si esprime con de e l’ablativo.
Es. Al popolo fu nascosta la morte del re: populus celatus est de morte regis.
Costruzione di verba rogandi
Sono i verbi che significano “chiedere”, “pregare”, “interrogare”; essi hanno di solito un solo accusativo, ma possono avere il doppio accusativo della persona alla quale si chiede e della cosa che si chiede, se la cosa è rappresentata da un pronome neutro.
Es. Illud te oro: di questo ti prego.
Se la cosa richiesta è espressa da una proposizione essa è introdotta da ut o ne (se negativa) + il congiuntivo.
Es. Te rogo ut mihi subvenias: ti prego di venirmi in aiuto.
I due verbi più frequenti che significano “chiedere” sono:
peto: chiedo (per ottenere) e quaero: chiedo (per sapere).
La loro costruzione è la seguente: accusativo della cosa e ablativo con a,ab della persona a cui si chiede; il verbo “quaero” preferisce la preposizione ex.
Es. Coriolanus auxilium petivit a Volscis: Coriolano chiese aiuto ai Volsci.
Caesar querit ex Lisco ea: Cesare chiese a Lisco quelle cose.
Il verbo “petere” assume però diversi significati oltre a quello di chiedere:
dirigersi: petere Romam: dirigersi a Roma
assalire: petere hostem: assalire il nemico
aspirare: petere consulatum: aspirare al consolato
Determinazioni di estensione nello spazio
Serve ad esprimere le dimensioni spaziali: altezza, lunghezza, larghezza etc. Il numero che esprime la misura si traduce:
- con l’accusativo se è introdotto dagli aggettivi: longus (lungo), latus (largo), altuss (alto o profondo)
Es. Caesar duas fossas quindecim pedes latas perduxit: Cesare tracciò due fosse larghe quindici piedi
- con il genitivo se il numero esprimente la misura è retto dal semplice sostantivo
Es. Caesar aggerem duodecim pedum exstruxit: Cesare costruì un terrapieno di dodici piedi.
Se la misura indica la distanza in latino si esprime con i verbi absum e disto (sono lontano, sono distante)e il numero che esprime la distanza si esprime:
- con l’accusativo
- con l’ablativo
Il luogo da cui si calcola la distanza si esprime con a o ab + l’ablativo
Es. insula abest a mari ducentis stadiis: l’isola dista dal mare 200 stadi
Determinazioni di estensione nel tempo
Il complemento di età si può rendere:
- accusativo del numerale cardinale in unione col participio natus, concordato col termine al quale si riferisce.
- accusativo del numerale ordinale aumentato di uno in unione col participio agens
- genitivo in dipendenza dal sostantivo puer, adulescens, iuvenis, vir, senex etc.
Caesar quindecim annos natus patrem amisit
Cesare a quindici anni perse il padre Caesar annum agens sextum decimum patrem amisit
Caesar adulescens quindecim annorum patrem amisit.
Fonte: http://www.liceodavigonicoloso.it/classi/elenadelucchi/sint_casi.doc
Autore del testo: prof. Elena Delucchi Sito web : http://www.liceodavigonicoloso.it/
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