Ergonomia

 


 

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Ergonomia

Sistema tecnico, progettato tecnicamente e che da questo punto di vista non ma problemi, ma che manca di un’attenzione per chi lo userà. È un sistema impeccabile, ma non usabile.
Noi cerchiamo comunque di intervenire sui prodotti cercando di riportarli alle nostre esigenze. Più i prodotti sono semplici, più l’intervento è possibile.
Se allarghiamo la prospettiva, se usiamo un linguaggio osservativo ampliato a ciò che circonda la persona, troviamo delle traccia ambientali che ci dicono molto sulla persona stessa, si creano tante tracce che ci dicono che quel progetto non è stato tanto pensato per l’utilizzatore.
Lo psicologo può intervenire nei problemi di progettazione?
Ergonomia => la disciplina scientifica che ha a che fare con la comprensione tra le interazione tra le persone e altri elementi del sistema al fine di ottimizzare il benessere e il ottimizzare la prestazione complessiva del sistema
Necessario costruire un’interfaccia  => ci sono in azione almeno due linguaggi (quello del sistema tecnico e quello della persona) che cercano di comunicare tra lori
Benessere e efficacia sono entrambi danneggiati da una cattiva progettazione
Non è semplice progettare dei sistemi in grado di interagire con le persone ->Grande variabilità tra gli individui  (Un sistema che interagisce bene per le nuove generazioni, può non essere così efficace per generazioni differenti)
L’interazione mette in gioco molti aspetti , la persona è impegnata a tutto tondo nell’interazione con gli altri elementi del sistema. L’ergonomo pensa a ogni lavoro come un’interazione organica tra mente e fisico della persona.
La nascita ufficiale dell’ergonomia è nel 1949 all’ammiragliato britannico.
Interfaccia => viene identificato negli USA durante la II guerra mondiale nei sistemi militari.  Breakdown che stimola la riflessione:  sugli armamenti bellici ci sono investimenti enormi, chi utilizza quei sistemi ha una variabilità molto bassa. Dispositivi tecnico e umano impeccabili, allora com’è possibile che si commettano degli errori. Si comincia a riflettere sul fatto che i due sistemi (uomo e macchina), ma nessuno  ha costruito l’interfaccia tra i due. Si tratta di un danno economico troppo grande.
Il concetto di interfaccia nasce in chimica, è la zona che si crea quando abbiamo due sostanze diverse che entrano in contatto, che produce e sviluppa delle caratteristiche specifiche, non riconducibili alle singole sostanze, ma alla loro integrazione. Questo concetto passa alla meccanica, all’elettronica, fino ad arrivare alla psicologia.
Prima concezione di interfaccia, uomo e macchina sono separati, interagiscono tramite la manovra dei comandi e la percezione delle informazioni, è il concetto più semplice di interfaccia.
L’ergonomia non studia la macchina, ma l’interazione, l’interfaccia.
Mette in moto tutte le nostre caratteristiche: fisiche, percettive, cognitive, emozionali
=> una progettazione centrata sull’utilizzatore, allo scopo di contribuire alla progettazione di oggetti, servizi, ambienti di vita e di lavoro, perché rispettino i limiti dell’uomo e ne potenzino le capacità operative
Le caratteristiche dell’approccio ergonomico: se l’unità d’elezione non è l’uomo, ma l’insieme delle condizioni che lo circondano, tre caratteristiche distintive dell’ergonomia

  • Lo studio dell’interazione, che ne costituisce l’oggetto disciplinare
  • L’interdisciplinarità, su cui si fonda l’esplorazione dell’oggetto
  • Il carattere progettuale, che ne definisce la prestazione

Multidisciplinarità = molte persone lavorano insieme sulla stesso problema e su un comune obiettivo, ognuno ha dei suoi compiti specifici
Interdisciplinarità = esempio le scienze cognitive, hanno costruito un nuovo oggetto di studio, si ristrutturano dei rapporti tra le discipline e se creano di nuovi, non lavorano più ognuna per le sue competenze, ma rivedono il proprio linguaggio disciplinare, sulla base di un oggetto che condividono con altri. Anche in ergonomia viene definito un oggetto di studio comune a molteplici discipline, che non lavorano in parallelo, ma cooperano

Psicologia e ergonomia, aspetti comuni: l’ergonomia condivide con la psicologia prospettive di ricerca e metodi di studio.
Maggiori differenze sono rispetto all’unità di azione. La variabile dipendente per l’ergonomia è la persona, non interveniamo direttamente la persona.
Ergonomia di prodotto, si vuole ottenere per l’utente un aumento del benessere, che per il produttore costituisce un aumento delle vendite

Ergonomia antropometrica e fisiologica.
L’ergonomia fisiologico-biomeccanica è centrata su un obiettivo di usabilità in senso fisico, per la progettazione di prodotti, processi e postazioni di lavoro allo scopo di: migliorare il confort e la facilità d’uso, migliorare la performance, ridurre la fatica, prevenire l’esposizione a rischi dal punto di vista biomeccanico e posturale,…
In ergonomia non esiste l’uomo medio, esiste prima di tutto la variabilità.
Le caratteristiche antropometriche, la conoscenza delle dimensioni corporee degli utenti permette di definire caratteristiche dimensionali delle parti dei sistemi [….]
Antropometria funzionale il sovraccarico statico dei muscoli può creare dei problemi
Altrettante cose di cui non ci accorgiamo possono influenzare l’individuo sul piano psicologico

Il disagio tecnologico = la conoscenza dei processi cognitivi può essere apllicata alla progettazione /valutazione di cause di disagio (attrito)
Quale teoria sulla Human Cognition => comportamentismo  (uomo -> controllo -> macchina -> visualizzazione -> uomo). Ci si concentra solo sulla superficie di interfaccia
Fattori esterni che modificano la risposta => ripetizione, movimento, intensità, dimensione

Anni’60 => approccio cognitivista
Studio dell’elaborazione umana dell’informazione. L’oggetto diventa l’interfaccia come elaborazione umana delle informazioni. Quando parliamo di interfaccia in termini cognitivisti => parliamo di sistemi cognitivi integrati
La prospettiva Human Factors: prevenire i limiti dei processi cognitivi. L’uomo ha dele competenze cognitive limitate => progettare per evitare una possibilità di errore.
C’è un altro linguaggio osservativo, il linguaggio del’elaborazione dell’informazione ci rappresenta come dei sistemi passivi, come il comportamentismo sostiene che ci attiviamo a seguito della presentazione di uno stimolo. C’è qualcosa che questo linguaggio osservativo non ci permette di vedere => la prospettiva ecologica e cibernetica. Prospettiva che dice che non siamo dei sistemi passivi, quallo che ci attiva non p la stimolo ma la differenza tra quello che abbiamo e quello che volgiamo.
Azione intenzionale del soggetto che porta a fare una test, la situaizone che intendo costruire esiste? Se no allora la si costruisce 0> comportamento attivato all’obiettivo. L’uomoo non è un essere passivo, l’uomo esplora l’ambiente
Azione finalizzata all’obiettivo,  siamo alla ricerca di informazioni nel mondo pertinenti al nostro obiettivo

 

Fonte: http://www.appuntiunito.it/wp-content/uploads/2013/12/psicologia-del-lavoro.doc

Sito web da visitare: http://www.appuntiunito.it

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