Parafrasi cosa vuol dire
Parafrasi cosa vuol dire
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Parafrasi cosa vuol dire
Il vocabolo “parafrasi” viene dal greco “paraphrasis”, composto da “para” = “a lato di, lungo” e da “phrasis” = “parola, discorso”; questo termine è stato ripreso tale e quale in latino; la traduzione francese “paraphrase” appare nel 1525.
La tradizione ha fatto appello alla nozione di “parafrasi” fin dall’Antichità per designare una pratica linguistica specifica: la riformulazione di un testo, a fini essenzialmente pedagogici. Si trattava di un approccio molto empirico: non dello studio sistematico dei mezzi linguistici della costruzione di parafrasi, né di riflessioni sulle condizioni teoriche di possibilità di una relazione parafrastica. Per la tradizione, parafrasare un testo di partenza T, è produrre un testo di arrivo T’ che riformula T, per chiarirne certi aspetti. Fin dall’Antichità, due tipi di situazione di carattere pedagogico hanno giustificato il ricorso alla parafrasi: l’esegesi biblica da una parte, gli esercizi preparatori alla retorica dall’altra.
L’esegesi biblica utilizza la riformulazione parafrastica di testi sacri per spiegarne il senso ai fedeli, al fine di evitare le difficoltà e gli errori possibili d’interpretazione di questi testi. Quanto agli esercizi preparatori alla retorica ( o “progymnasmata”), volgarizzati in particolare da Quintiliano, si tratta di esercizi pratici di riformulazione ( orale e scritta, intra- o inter-lingua) di testi di autori, che presentano l’interesse di aiutare l’allievo ad appropriarsi della diversità di mezzi espressivi di un dato contenuto. Questi due tipi di attività di riformulazione possono essere caratterizzati rispettivamente come “ riformulazione esplicativa” e come “riformulazione imitativa”: la prima è centrata sull’interpretazione di T, la seconda sulla produzione di T’.
Fonte: http://hal.archives-ouvertes.fr/docs/00/05/68/98/DOC/FuchsParafrasi.doc
Sito web da visitare: http://hal.archives-ouvertes.fr
Autore del testo: C.Fuchs
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LA PARAFRASI
La parafrasi (parola prestata dal greco: παράφρασις, letto paràphrasis e traducibile con riformulazione) indica la transcodificazione di un testo scritto nella propria lingua ma in un registro linguistico distante (sia esso arcaico, elevato o poetico).
Il processo di parafrasi prevede dunque operazioni come
- la ricostruzione sintattica, (le frasi vanno ricollocate in un ordine “normale”)
- la sostituzione degli arcaismi, (le parole “antiche” vanno sostituite con termini “moderni”)
- l'esplicitazione delle figure retoriche (occorre trasformare le figure retoriche, rendendole chiare e comprensibili)
- la riscrittura in prosa del testo poetico, (non si è tenuti a mantenere versi, strofe, rime ...)
- possono anche essere operati dei chiarimenti di alcuni punti del testo particolarmente oscuri.
- Una buona parafrasi include tutti i dettagli
- rende il testo originale più semplice da comprendere
- il testo risultante è normalmente più ampio del testo di partenza
Fonte: http://www.local-mente.org/files/parafrasi.doc
Sito web da visitare: http://www.local-mente.org
Autore del testo: non indicato nel documento di origine
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Parafrasi cosa vuol dire
LA PARAFRASI
Fare la parafrasi di un testo, soprattutto poetico, può essere molto importante poiché serve a comprendere meglio ciò che si sta studiando, o semplicemente leggendo.
Fare la parafrasi (dal greco paràphrasis= dire con altre parole) significa rendere chiaro un testo sotto tutti gli aspetti: lessicale, morfologico, sintattico, testuale.
Ci sono due tipi principali di parafrasi
parafrasi lessicale
Spiegazioni di parole ed espressioni per aver ben chiaro il testo.
parafrasi letterale
Si sottolineano le parole e le espressioni difficili e si spiegano; se vi sono frasi e periodi aventi costruzione inversa, si fa la costruzione diretta
Per esempio facciamo la parafrasi di questi versi di Leopardi:
Dolce e chiara è la notte e senza vento,
e queta sovra i tetti e in mezzo agli orti
posa la luna, e di lontan rivela
serena ogni montagna.
PARAFRASI:
La notte è piacevole, luminosa e senza vento; la luce della luna sembra posarsi tranquilla sopra i tetti e in mezzo agli orti e fa apparire in lontananza ogni montagna infondendo un senso di serenità.
Vediamo come procedere per effettuare una parafrasi:
Il primo passo (SOSTITUZIONE) da compiere è quello di leggere il testo ed accertarsi, in tal modo, di essere a conoscenza di tutte le parole o meglio del loro significato; se vi sono alcune parole difficili o di cui non conoscete il significato potete consultate il dizionario o le note al testo.
Per le parole meno difficili o di lessico comune, per non usare le medesime parole nella vostra elaborazione, potete trovate dei sinonimi magari aiutandovi anche stavolta con un dizionario.
Il secondo passo (COSTRUZIONE) da compiere è quello di rileggere nuovamente il testo con le modifiche apportate ed apportare ulteriori modifiche cambiando la disposizione della frase, collocando in ordine logico le parole (Es.: soggetto + verbo + complementi)
Terzo passo, ultimo, ma più importante poiché fa capire se abbiamo o no compreso il testo, è passare alla fase scritta di quello che sarà il vostro testo, o per meglio dire la vostra parafrasi. Cercate di ricostruire il testo con tutte le modifiche fino ad ora citate ed applicate regole grammaticali in modo da avere un testo comprensibile e coerente, magari aggiungendo delle vostre possibili spiegazioni, o semplicemente aggiungendo parti del testo sottintese
Non dimenticate, nella stesura, di usare un registro semplice, comune..
La parafrasi: dire con altre parole
1. Parafrasi di un testo in prosa
Questo è il primo capoverso di una celebre novella di Giovanni Boccaccio (1313-1375), il più celebre narratore del Trecento italiano. Con l’aiuto delle note, riscrivi il testo in prosa moderna: modifica il lessico e la costruzione dei periodi, cercando di spezzare quelli eccessivamente ampi attraverso l’uso più frequente del punto fermo e variandone la struttura.
Erano adunque in Messina tre giovani fratelli e mercanti, e assai ricchi uomini rimasti dopo la morte del padre loro, il quale fu da San Gimignano; e avevano una loro sorella chiamata Lisabetta, giovane assai bella e costumata, la quale che che se ne fosse cagione, ancora maritata non avevano. E avevano oltre a ciò questi tre fratelli in un lor fondaco un giovinetto pisano chiamato Lorenzo, che tutti i lor fatti guidava e faceva; il quale, essendo assai bello della persona e leggiadro molto, avendolo più volte Lisabetta guatato, avvenne che egli le ’ncominciò stranamente a piacere. Di che Lorenzo accortosi e una volta e altra, similmente, lasciati suoi altri innamoramenti di fuori, incominciò a porre l’animo in lei; e sì andò la bisogna che, piacendo l’uno all’altro igualmente, non passò gran tempo che, assicuratisi, fecero di quello che più desiderava ciascuno.
(da G. Boccaccio, Decameron, a cura di V. Branca,Le Monnier, Firenze, 1960)
Note
adunque: dunque.
rimasti: diventati
San Gimignano: cittadina della Toscana.
costumata: educata e onesta.
che che se ne fosse cagione: per un qualche motivo (cagione).
fondaco: bottega e magazzino.
i lor fatti guidava e faceva: gestiva la bottega per conto dei proprietari.
leggiadro: cortese, garbato.
guatato: guardato.
’ncominciò:incominciò.
stranamente: in una maniera fuori dell’ordinario, con particolare intensità.
lasciati…fuori: tralasciati gli altri amori.
porre l’animo: interessarsi.
bisogna: faccenda.
igualmente: ugualmente.
assicuratisi: sentendosi sicuri di non venire scoperti.
fecero… ciascuno: fecero ciò che entrambi desideravano più di ogni altra cosa, cioè appagarono la loro passione.
2. Parafrasi di un testo in versi
Leggi attentamente la seguente poesia di Giovanni Pascoli (1885-1912) che descrive un paesaggio su cui sta incombendo un temporale. Il testo è costruito con immagini giustapposte, cioè semplicemente accostate l’una all’altra tramite i segni di interpunzione. Stendi la parafrasi collegando opportunamente le frasi.
Temporale
Un bubbolio lontano…
Rosseggia l’orizzonte,
come affocato, a mare;
nero di pece, a monte;
stracci di nubi chiare:
tra il nero un casolare:
un’ala di gabbiano.
(da G. Pascoli, Poesie, Mondatori, Milano, 1939)
Note
bubbolio: il rumore sordo, simile al brontolio, prodotto dal tuono in lontananza.
affocato: infuocato.
nero di pece: con nuvole minacciose scure come la pece.
un’ala di gabbiano: nel paesaggio a tinte cupe, il casolare bianco appare come un’ala di gabbiano.
La poesia che segue di Diego Valeri (1887-1976) mette a confronto due paesaggi molto diversi fra loro: un lussureggiante giardino del Sud e la nebbiosa pianura del Nord presente nei ricordi dell’autore. Leggi attentamente il testo e stendi la parafrasi, in modo da trasmetterne il contenuto attraverso una prosa scorrevole e chiara.
Nel profondo giardino, sotto rami
di lacca e frutti d’oro, tra le palme
erette e aperte a fiore e gli eucalipti
ricadenti a pennacchio di fontana,
io penso ai pioppi argentei tremanti
lungo i miei fiumi, e l’azzurro pallore
dei salici protesi sopra i fossi
di nerastro velluto, e gli orizzonti
perduti in fondo alla grigia pianura,
nebulosi di tenere ombre smorte.
(da Diego Valeri, Poesie, Mondatori, Milano, 1962)
Note
profondo: in una parte solitaria del giardino dove è possibile lasciare andare i pensieri più intimi.
di lacca: lucidi come se fossero stati verniciati.
frutti d’oro: frutti di alberi di agrumi.
aperte a fiore: le foglie della palma sono disposte all’apice del tronco come la corolla di un fiore.
pennacchio di fontana: le fronde dell’eucalipto si flettono verso il suolo creando un’immagine simile al getto d’acqua di una fontana che ricade a terra.
pioppi argentei e tremolanti: le foglie dei pioppi sono di un colore verde spento, argenteo e contrastano con i colori brillanti (rami di lacca, frutti d’oro) della vegetazione del Sud. Inoltre esse sono unite al ramo da un lungo picciolo flessibile e ciò ne provoca il continuo movimento (tremolanti).
miei fiumi: il termine fiumi è preceduto dall’aggettivo possessivo miei ad indicare il profondo rapporto affettivo che lega il poeta alla sua terra d’origine.
protesi: che si sporgono, si tendono.
nerastro velluto: l’acqua dei fossi, fangosa e scura, sembra avere la morbidezza del velluto.
nebulosi: dai contorni non chiaramente definibili, offuscati.
smorte: sbiadite, pallide.
La poesia che segue è un celebre componimento di Francesco Petrarca (1304-1374), nel quale egli ricorda il giorno lontano in cui si innamorò di Laura, la donna amata per tutta la vita. Ma Laura, un tempo bella come una creatura angelica, ha seguito il destino di tutti gli esseri viventi: è invecchiata e la luce dei suo occhi si è offuscata. Nonostante ciò il sentimento del poeta è immutabile e fedele forte come nel giorno dell’innamoramento.
Utilizzando le note, stendi la parafrasi del testo rendendo moderno il linguaggio e scorrevole la costruzione dei periodi.
Erano i capei d’oro a l’aura sparsi
Erano i capei d’oro a l’aura sparsi
che ’n mille dolci nodi gli avolgea,
e ’l vago lume oltra misura ardea
di quei begli occhi ch’or ne son sì scarsi;
5 e ’l viso di pietosi color farsi,
non so se vero o falso, mi parea:
i’ che l’esca amorosa al petto avea,
qual meraviglia se di subito arsi?
10 Non era l’andar suo cosa mortale,
ma d’angelica forma, e le parole
sonavan altro che pur voce umana;
uno spirto celeste, un vivo sole
fu quel ch’i’ vidi, e se non fosse or tale,
piaga per allentar d’arco non sana.
(F. Petrarca, Rime e Trionfi, a cura di F. Neri, Utet, Torino, 1968)
Note
capei d’oro: capelli biondi come l’oro
l’aura: il vento. Il termine richiama il nome di Laura.
avolgea: intrecciava; i dolci nodi indicano i capelli inanellati di Laura e alludono ai nodi d’amore che ancora stringono il poeta.
e ’l vago lume: la luce bella e amabile.
oltra misura: in modo straordinario
ardea: splendeva
scarsi: con il passare degli anni si è offuscata la luce nello sguardo della donna.
e ’l viso...farsi: il suo volto esprimeva sentimento di pietà nei miei confronti
non so se vero o falso, mi parea: non so se fosse vero o se si trattasse di una mia illusione
i’ che l’esca... avea: io che avevo nel cuore la predisposizione (l’esca) all’amore.
di subito arsi: immediatamente fui preso dalla passione d’amore.
Non era... forma: il suo modo di camminare non era quello di una creatura umana ma di un angelo.
sonavan... umana: il suono delle parole diverso da quello delle creature umane.
e se... tale: anche se ora la sua bellezza è sfiorita. Sono passati molti anni dal primo incontro del poeta con Laura.
piaga... sana: una ferita non guarisce anche se si allenta l’arco da cui è partita la freccia che l’ha provocata. Il poeta ribadisce l’immutabilità del suo amore.
Fonte: http://maschito.weebly.com/uploads/1/3/2/2/13229588/la_parafrasi.doc
Sito web da visitare: http://maschito.weebly.com
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