Cesare Pavese

 

 

 

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Cesare Pavese

Cesare Pavese (S.Stefano Belbo, CN 1908-Torino 1950)

  • il padre, cancelliere a Torino, ha un podere. Studia a Torino e si laurea con una tesi su Whitman.
  • amico di intellettuali antifascisti, collabora a La cultura di Cesare De Lollis con saggi di letteratura americana (raccolti in La letteratura americana e altri saggi, 1951). Con le traduzioni di Melville, Anderson, Dos Passos, diffonde la letteratura statunitense.
  • 1935: La cultura è soppressa per antifascismo: per sue lettere compromettenti, è confinato per tre (poi uno) anni a Brancaleone (Calabria). 1936: per Solaria le poesie Lavorare stanza.
  • a Torino lavora per Einaudi. 1936-1938: ricerca nuove forme espressive: racconti e romanzi.
  • 1941: Paesi tuoi, La spiaggia.
  • dopo la guerra si iscrive al PCI e dirige per Einaudi una collana di etnologia. Sotto l’impulso degli studi etnologici, elabora una teoria del mito: Feria d’agosto (1946).
  • poesia: La terra e la morte (1947) //// prosa: Il compagno (1947); Dialoghi con Leucò (1947); Prima che il gallo canti (1949) che contiene Il carcere, La casa in collina, i racconti La bella estate (che contiene anche Il diavolo sulle colline e Tra donne sole); La luna e i falò (1950).
  • si suicida in un albergo.
  • 1951: Verrà la morte e avrà i tuoi occhi, Il mestiere di vivere.

 

- influenze: decadentismo, testi inglesi e americani, antropologia
- estroverso (partecipa agli eventi storici --> scoperta degli scrittori americani) e introverso (autocostruzione psicologica - essere tragicamente - e estetica - arte come scavo e macerazione)
- il mondo moderno è un contrasto tra campagna - Langhe (schiettezza, natura, isolamento, infanzia) e città - America (finzione, uomini, impegno, maturità): ma anche la campagna è travolta, bruciata dai falò
- conoscere è sempre vedere le cose una seconda volta: si ricorda il mito (è lo schema di un fatto avvenuto una volta per tutte, compientesi fuori dal tempo e dallo spazio).
- la poesia si rifà ai miti dell'infanzia, sperando che nel simbolo torni la vita --> realismo simbolico
- rec. di F.O.Matthiesen: adotta il criterio della indirection (interpretazione simbolica della relatà)
- il mito greco insegna che si combatte contro una parte di sé: non per essere qualcosa, ma per liberarsi di qualcosa --> marxismo etnologico e metafisico
- dopoguerra: impegno, concretezza, educare il pubblico, oltre il neorealismo --> ridurre a chiarezza i miti = distruggerli

Il compagno (1947, 1949): intorno al 1936, a Torino, Pablo, sfaccendato e insoddisfatto, passa il tempo libero suonando la chitarra assieme a combriccole di amici. La sua amante Linda lo introduce nel varietà, dove impara a considerare il danaro come unico valore e lo lascia per l'impresario Lubrani. Pablo a Roma si lega alla vedova Gina, proprietaria di una bottega, che crede nel lavoro e nel senti­mento e conosce gli antifascisti. Gino Scarpa, ricercato dalla polizia perché ha combattuto nella guerra in Spagna, gli fa comprendere l'antifascismo. Dopo un periodo di carcerazione, Pablo torna a Torino.
- la brusca "conversione" non è sufficientemente motivata.
- la presentazione delle classi è manichea: i borghesi sono corrotti dal sesso e dalla ricchezza, gli operai hanno l'istinto di classe che li salva. le donne borghesi sono infedeli, le proletarie no.
- il linguaggio dei borghesi è strutturato con formule interrogative e con espressioni ambigue, che rivelano la crisi della classe; il lin­guaggio degli operai, affermativo e chiaro.
- vuole scrivere un classico romanzo d'educazione, ma non dimostra nulla

La luna e i falò: Anguilla, quarantenne, tornato nel dopoguerra dall'America, dove fa fortuna, da Genova va in un paese identificabile con Santo Stefano Belbo. Lasciato dalla madre, è allevato da Padrino e Virgilia, che riscuotono cinque lire al mese dall'Ospedale di Alessandria. Con le figlie, Angiolina e Giulia, lavorano la terra al casotto di Gaminella, poi a Cossano, dove muoiono Angiolina per tumore e Giulia fulminata e Padrino di stenti. Il ragazzo, a 13 anni, quando Padrino lascia la Gaminella, va alla tenuta della Mora di sor Matteo, che vive con la sua seconda moglie, Irene e Silvia, figlie della prima moglie, Santa, figlia di secondo letto, e Elvira, la cameriera, che gli dà il soprannome di A. Partito per la naia, conosce una cameriera, Teresa, che gli procura un lavoro su una nave per l'America. Il soggiorno in America, di dieci anni, è rievocato in tre flashback: arriva nel suo bar a Oakland un camionista langhigiano che gli narra delle gare di musiche al suo paese; descrive la solitudine ai confini con il Messico per un guasto all'autoM ricorda la storia con Rosanne, improvvisamente scomparsa nel nulla. L'America è il luogo dove si può far fortu­na, ma si resta più soli e più bastardi di prima. In paese, A. giunge a Ferragosto: tutti lo chiamano l'Americano e gli fanno conoscere le proprie figlie. Lo accompagna un vecchio amico, Nuto (=Pinolo Scaglione), falegname e suonatore di clarino; gli fa capire che in paese tutti stanno male, ma nessuno se ne va. Sono ritro­vati presso la Gaminella i cadaveri di due repubblichini: il parroco ne approfitta per fare una predica contro il comunismo. Al casotto di Gaminella, lavorano il Valino, la cognata Rosina, sua amante dopo la morte della moglie, la suocera e il figlio Cinto, un ragazzo storpio, con cui A. si identifica. Il Valino picchia le donne e il figlio; un giorno, come narra Cinto, uccide la cognata, che non ha sparti­to i prodotti per la madama della Villa, che ha portato via i fagioli. Incendia la cascina, dove muore la suocera, e si impicca. Il sacerdote rifiuta la benedizione del Valino e la madama esige il risarcimento da Cinto, che va a vivere da Nuto. A. sa che Irene sposa Arturo, dedito al gioco, che l'ha rovinata e che Silvia, scappata dopo il fidanzamento fallito con un ragioniere, va a Genova, da dove il padre la riconduce alla Mora e qui muore d'aborto, mentre il padre è colpito da un ictus. Nuto gli racconta che Santa s'impiega alla Casa del fascio e durante la Resistenza si barcamena fra fascisti e partigiani che la uccidono e bruciano. Anguilla riparte per sempre.
- l'epigrafe Ripeness is all (Shakespeare, Re Lear) è un verso sottolineato da H.Melville in una sua copia: tale sottolineatura è notata da Francis Otto Matthiessen: quando s'è raggiunta la maturità, si rischia di cadere in una fine inevitabile.
- la narrazione procede con improvvise illuminazioni, grazie alla memoria, che è il tramite fra storia e mito.
- il mito si configura come i ricordi di un'adolescenza difficile e rappresenta il desiderio di una terra migliore.
- Nuto sopravvive perché vive dei miti dei padri: crede che i falò servano a purificare la terra e che la luna favorisca i raccolti; A. ha ridotto a chiarezza i miti: per lui non c'è fuga o ritorno che valga.
- uso del discorso indiretto libero

Lavora­re stanca: I (Antenati): sul contrasto purezza-violenza che segna la vita della campagna; II (Dopo) sul desiderio erotico a cui subentra la delusione; III (Città in campagna) sul contrasto fra l'iso­lamento della campagna e la socializzazione della città; IV (Maternità) sulla duplicità del livello fisico (la terra) e di quello fisiologico (la donna); V (Legna verde) contrasto tra campagna (disimpegno) e città; VI (Paternità) liriche scritte a Brancaleone Calabro.
- temi: il ragazzo scappato di casa, il fascino del sangue e del sesso, il contrasto città-campagna, l'impegno, il desi­derio del ritorno.
- è «l'avven­tura dell'adolescente che, orgoglioso della sua campagna, immagina simile la città, ma vi trova la solitudine, vi rimedia col sesso che serve solo a sradicarlo e a gettarlo in una tragica soluzione, che è la fine dell'adolescenza»
- sulla scia di W.Whitman e Gozzano, sperimenta il verso lungo e irregolare, con una cesura generalmente dopo la settima sillaba (poesia-racconto); dopo il 1936 torna all'endecasillabo; di qui il ritmo lento che si adatta alla narrazione e la lingua prosastica, con termini dal parlato o dal dialetto.
- l'io del poeta è cancellato a favore di una terza persona, per cui prevale il racconto oggettivo; poi emerge l'in­fluenza di Joyce >>> monologo interiore (dalla «poesia-racconto» alla visione simbolica)

Verrà la morte e avrà i tuoi occhi (1951): I: temi: aggancio alle problematiche mitologico-etnologiche, che esprimono il senso del dolore in un paesaggio umanizzato: la terra come frantoio di sogni che si scopre antichis­simo, i falò nella sera che bruciano violentemente ricordi ed esperienze. II: dieci poesie (otto in italiano e due in inglese), per Constance Dowling, l'attrice americana che ama negli ultimi mesi. La donna amata è l'ultima speranza che emerge da un mondo per lui ormai in frantumi.

Paesi tuoi (1941): il meccanico Berto e il campagnolo Talino (responsabile di un incendio) sono scarcerati insieme e Talino lo invita a lavorare nella sua cascina. Qui Berto avverte la distanza fra il proprio mondo e la realtà rurale; l'amore fra Berto e Gisella, sorella di Talino, che ha avuto un rapporto incestuoso con lei, acuisce il contrasto. Durante la trebbiatura Talino si ingelosisce perché Gisella offre acqua da bere a Berto, rifiutandola a lui; la uccide ed è catturato, ma suo padre lo giustifica.
- influenzato da Il postino suona sempre due volte (1936) di Janes Cain.
- tendenza a interpretare in senso simbolico le azioni: riti della mietitura.
- come nelle religioni antiche si uccideva un animale ritenuto responsabile del taglio del grano, così qui appare ineluttabile l'uccisione di Gisella.
- espressioni tratte dal gergo contadino.

Dialoghi con Leucò: il significato di fondo è la lenta conquista della maturità, ottenuta passando dall'irrazionalità (Titani) alla razionalità (dèi). I: impossibile è cam­biare il proprio destino (in La strada, nel dialogo con un mendicante, Edipo prefe­rirebbe aver perso tutto nella vita, pur di non essere l'uomo che è). II: l'uomo può ribellarsi al destino, ma tortuoso è tale tragitto. III: può opporre al destino la propria dignità. IV: Mnemosine insegna a Esiodo come capire la vita degli immortali, senza suscitare la loro ira: bisogna cercar di vedere il senso ultimo delle cose e comunicare un modello divino; nell'ultimo dialogo, due anonimi contemporanei scoprono che durante arcaiche ascensioni gli uomini giungevano a incontrare gli dèi, a spiegarsi il senso delle cose.
- 27 testi ispirati alle Operette morali di Leopardi.
- su una copia dei Dialoghi scrisse le ultime parole.

La casa in collina (1949, nel volume Prima che il gallo canti con Il carcere sul confino a Brancaleone Calabro): nel 1943, sulle colline vicino Torino, Corrado, un professore quarantenne di scienze, si rifugia dai bombardamenti presso una vecchia signora, la cui figlia, Elvira, lo ama. Capitato con il cane Belbo in un'osteria semiabbandonata, «Le Fontane», incontra Cate, con cui ha avuto un legame, troncato da lui per il carattere rozzo della ragazza, in realtà perché non sa sostenere una relazione. Cate è ora matura e sicura e ha un figlio, forse di C., Dino, cui insegna botanica e zoologia. L'osteria è un luogo di discussioni politiche. C., rispettato, è pessimista; quando Cate gli chiede di partecipare alla lotta, rifiuta. Caduto il fascismo, mentre C. s'isola, Cate e i suoi amici combattono. A Natale C. divide con loro il pacco che gli è arrivato da casa, ma è un gesto esteriore. A primavera, sono catturati dai Tedeschi Cate, suo fratello e i frequentatori dell'osteria. C. affida Dino a Elvira, mentre fugge in un convento di Chieri, dove arriva anche Dino, che si unisce ai partigiani. C. apprende che Cate e il gruppo sono stati deportati e decide di fuggire verso le Langhe, dai genitori. La guerra è stata per lui un appuntamento fallito con la storia.
- romanzo politico: denuncia la sua incapacità di intervenire nella storia
- realismo simbolico: mescolanza fra obiettività descrittiva e scandaglio psicologico.
- opposizione città (mondo dell'alienazione, del sesso, della solitudine) - collina (mondo dell'infanzia, del mito)


tre ragazzi vagabondi torinesi incontrano Poli che vive nella villa del Greppo, si droga, cerca nella lussuria la libertà. Prete si identifica con la campagna; Pieretto la vede con occhi cittadini e distaccati; il narratore ne scopre i sottofondi mitici. I luoghi sono umanizzati, selvaggi, posseduti da forze oscure; gli elementi naturali governati da forze potenti.

a Torino, giovani donne trascinano la vita tra eleganti e fatui. Clelia lotta con determinazione e dignità, ma è più ambigua della sua apparenza ideologica. La città è un paesaggio infernale.

 

Fonte: http://alumniterribiles.files.wordpress.com/2010/08/appunti-di-letteratura-italiana-per-il-terzo-anno.docx

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