Vasco Pratolini

 

 

 

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Vasco Pratolini

Vasco Pratolini (Firenze 1913-Roma 1991)

  • povero, interrompe gli studi e cerca lavoro (operaio, tipografo, cameriere). La tisi lo obbliga a due lunghi periodi in sanatorio (1935-36). Autodidatta, legato all’ermetismo. Collabora a Il bargello e Letteratura.
  • 1938: fonda con A.Gatto Campo di Marte. Le sue prime opere narrative sono legate alla rievocazione della vita popolare fiorentina in un quartiere o in una strada (via de’Magazzini, via del Corno): Il tappeto verde (1941), Via de’ Magazzini (1942), Le amiche (1943).

Con Il quartiere (1944), s'affacciano i temi del mondo popolare e sottoproletario di Firenze che trovano una nuova dimensione storica e impegno politico in Cronache di poveri amanti (1947; film nel 1954, con la regia di C.Lizzani), Cronaca familiare (1947; film nel 1962 con la regia di V.Zurlini), Un eroe del nostro tempo (1949), Le ragazze di S.Frediano (1953; film nel 1955, con la regia di V.Zurlini).

  • anni 50: prende parte alla resistenza a Roma, dove vive; collabora alla sceneggiatura o al soggetto di film neorealistici, come Paisà (1946) di Rossellini e Rocco e i suoi fratelli (1960) di Visconti.

---> Il mio cuore a Ponte Milvio (1954), Metello (1955) -- (film nel 1970 con la regia di M.Bolognini).

  • 1963: torna ai temi memoriali con La costanza della ragione (film nel 1964, con la regia di P.Festa Campanile), una storia tra passato e presente nella periferia di Firenze negli anni Cinquanta.
  • ultimi 20 anni: saltuari interventi di traduzione, poesia (La città ha i miei trent'anni, 1967) e riscrittura; Il mantello di Natascia e altre cronache (1985).

- se anche analizza la storia con­temporanea, rievoca con toni realistici o lirici soprattutto le sue vicende personali (pref. a Il mio cuore a Ponte Milvio: «ho spesso abusato di motivi autobiografici»)
- descrive personaggi autentici, che prendono coscienza della loro responsabilità politica e agiscono in nome di una solidarietà collettiva
- al crollo morale dei personaggi corrisponde un crollo delle strutture del romanzo neorealista: vi inserisce confessioni, soliloqui, diari, colpi di scena, memorie, un dialetto drammatico.
- neorealisti sono l'uso del linguaggio popolare e il rapporto che ciascuno stabilisce fra la propria vita e la società in cui vive.

Il quartiere (di Santa Croce a Firenze):
- costruisce nella memoria uno spazio ideale dove si svolge una vita popolare, rude ma piacevole
- il narratore esprime un punto di vista corale
- lingua semplice, commossa, evocativa, impressionistica, ritmata

quartiere

città

valori autentici

confusione dei valori

solidarietà

egoismo

Cronache di poveri amanti: narra fatti quotidiani, amori, cronache, di cui sono protagonisti gli abitanti di via del Corno, a Firenze. L'avvento del fascismo sconvolge anche questi popolani, che lo combattono. Figura di spicco è il forte Maciste, che la contrada guarda con rispetto anche per le sue idee; di contro, l'ambiguo Carlino, il fascista fanatico, per mascherare la sua debolezza, organizza incursioni violente.
- romanzo corale di popolo, dalla dimensione diaristica
- elementi tragici e comici > epopea popolare

Metello: M. Salani, quindicenne, orfano di madre morta di parto e padre annegato, lascia il paese, di nascosto, per Firenze, dove fa il muratore (1875). Attivo, te­stardo, ambizioso, vuole far valere i propri diritti, partecipa a scioperi e sommosse, tra cui quella del 1898 contro il rincaro del pane, ed è arrestato. Accanto alla maturazione politica s'intrecciano le vicende private di M.: dopo una prima storia d'amore superficiale con una donna più grande, Viola, sposa Ersilia, figlia di un muratore morto sul lavoro. Lo sostiene in tutte le sue batta­glie, finché non ha una avventura con Dina, una frivola vicina, che lo allontana anche dallo sciopero che ha organizzato contro Badolati, l'ingegnere del cantiere. Torna l'equilibrio familia­re e M. guida lo sciopero del 1902, ma è arrestato una seconda volta. Quando è liberato, la moglie lo attende, affettuosa e fedele col bambino.
- fa parte della trilogia Una storia italiana sulla vita fiorentina del '900 con Lo scialo (1960), sulla compromissione col fascismo dei piccoli borghesi toscani, e Allegoria e derisione (1966), dove introduce il monologo interiore e il flusso di coscienza (il protagonista si distacca dal fascismo, è partigiano e comunista)
- accusato di populismo e paternalismo, soprattutto nel tratteggiare il protagonista
- M. è il simbolo di una condizione sociale di tanti operai dell'epoca, ma anche di alcuni valori umani indistruttibili (la sua origine, l'educazione dei senti­menti, la lotta per la vita, l'amicizia, il lavoro, la solidarietà)
- il romanzo segna la fine del neorealismo
- romanzo corale: intorno a M. si muovono vari personaggi mino­ri che aiutano M. nello sviluppo della propria coscienza civica: es. Betto e Sante, conosciuti in carcere.
- M. è un ragazzo comune, intelligente, donnaiolo, ma la sua grandezza sta nel­l'umiltà
- i personaggi sono tutti analfabeti e fanno fatica a farsi rispettare
- spesso il racconto in IIIa persona s'interrompe e subentra il «noi» o il soggetto indeterminato, il che rende maggiore la partecipazione dell'autore

 

Fonte: http://alumniterribiles.files.wordpress.com/2010/08/appunti-di-letteratura-italiana-per-il-terzo-anno.docx

Sito web da visitare: http://alumniterribiles.files.wordpress.com/

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