Lezioni di greco antico
Lezioni di greco
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Lezioni di greco antico
Appunti di Greco antico
Introduzione
La base della lingua unitaria greca formatasi nel IV secolo a.C., è il dialetto Attico, che fa parte del Gruppo Ionico (altri dialetti fanno parte del Gruppo Eolico e del gruppo Dorico).
A partire dal V secolo a.C. gli Attici, appartenenti alla stirpe ionica, crearono nel loro dialetto opere storiche, drammatiche, oratorie, filosofiche, tra le più importanti della letteratura greca. Il dialetto attico costituì così la base della lingua unitaria (dialetto comune).
1 - ALFABETO
Vengono nella tabella indicati i segni (maiuscoli e minuscoli), i nomi ed i suoni corrispondenti, secondo la dottrina del filologo olandese Erasmo di Rotterdam, che sembra la più vicina a quella usata dai
Greci antichi.
Α |
α |
alfa |
voc. |
a, può essere breve ˇ o lunga ˉ (ancipite) |
B |
β |
beta |
cons. |
B |
Γ |
γ |
gamma |
cons. |
g, sempre dura; suona n davanti a γ κ ξ χ |
Δ |
δ |
delta |
cons. |
D |
Ε |
ε |
epsilon |
voc. |
e, sempre breve: ˇ |
Ζ |
ζ |
zeta |
cons. |
z, sempre dolce (italiano zero) |
Η |
η |
eta |
cons. |
e, sempre lunga: ˉ |
Θ |
θ |
teta |
cons. |
Th |
Ι |
ι |
iota |
voc. |
i, breve ˇ o lunga ˉ (ancipite) |
Κ |
κ |
cappa |
cons. |
K |
Λ |
λ |
lambda |
cons. |
L |
Μ |
μ |
mi |
cons. |
M |
Ν |
ν |
ni |
cons. |
N |
Ξ |
ξ |
xi |
cons. |
x : ks |
Ο |
ο |
omicron |
voc. |
o, sempre breve: ˇ |
Π |
π |
pi |
cons. |
P |
Ρ |
ρ |
rho |
cons. |
R |
Σ |
σ,ς |
sigma |
cons. |
s, ς sempre e solo in fine di parola |
Τ |
τ |
tau |
cons. |
t, anche prima di ι + vocale |
Υ |
υ |
ϋpsilon |
voc. |
ϋ francese, breve ˇ o lunga ˉ: suona u nei dittonghi |
Φ |
φ |
fi |
cons. |
f = ph |
Χ |
χ |
chi |
cons. |
Kh |
Ψ |
ψ |
psi |
cons. |
Ps |
Ω |
ω |
omega |
voc. |
o, sempre lunga: ˉ |
Segni alfabetici dell’aspirazione (spiriti)
Si tratta di spirito aspro e spirito dolce.
Spirito aspro : aspirazione `
E’ il prodotto della riduzione, arrotondamento e sovrapposizione della H (maiuscola di η), quasi a compensare la perdita di una consonante originaria.
La υ e la ρ (rho) iniziali di parola, lo devonoportare.
Le vocali, i dittonghi iniziali di parola, lo possono portare.
In pratica nella pronunzia non si avverte, proprio come in italiano.
Altre lingue es. latino, francese, tedesco, lo trascrivono come una h.
Esempio:
Greco: `iππόδρομος
Latino hippodromos
Italiano ippodromo
Francese hippodrome
Tedesco Hippodrom
Spirito dolce : ̉
Si mette su vocali o dittonghi iniziali, se non c’è aspirazione.
Segni alfabetici rari (digamma, stigma, koppa, sampi, jod): non li consideriamo, in quanto o sono in disuso, o vengono usati raramente.
Lo jod = ј (i latino di iam, i consonantico), è usato solo dai grammatici moderni per spiegare fenomeni fonetici.
- Segni del tono
- Segni indicativi di fenomeni fonetici
- Segni d’interpunzione
Segni del tono
a) Accento acuto ́ : sovrapposto alla sillaba da pronunziare con
elevazione di voce
b) Accento grave ̀ : indica mancanza di tono.
c) Accento circonflesso ̃ : fusione dei due precedenti
accenti. Indica un tono prolungato.
Segni indicativi di fenomeni fonetici
- Apostrofo: segno d’elisione, come in italiano
- Coronide ̉ : simile allo spirito dolce, indica crasi, unione di due parole in una
- Dieresi: ¨ : indica divisione di un dittongo
Segni d’interpunzione
Sono quattro:
- La virgola, come in italiano
- Il punto, come in italiano
- Il punto in alto: corrisponde al punto e virgola o due punti italiano
- Il punto e virgola: corrisponde al punto interrogativo italiano
NATURA DEI SUONI E LORO INCONTRI
Natura delle vocali
In ognuna delle sette vocali è necessario distinguere tre caratteristiche
- la quantità: brevi, lunghe, ancipiti (v. tabella alfabeto)
- la qualità: aspre (α ε η ο ω) o dolci (ι υ)
- il suono: cupo (υ ο ω); medio (α ); chiaro (ι ε η)
Fenomeni fonetici delle vocali
In greco, come in latino, esiste una chiara distinzione tra radice, tema, e desinenza. Il tema deriva dalla radice.
Nell’applicazione delle desinenze, le vocali possono creare fenomeni fonetici, dovuti a tre cause:
- Incontri di vocali tra loro
- Incontri di vocali e consonanti
- Mutamenti organici in vocali isolate
1 - Incontri di vocali tra loro (semplici cenni)
Sono 4, dovuti alla divisione tra aspre e dolci, tenendo pure conto della loro quantità:
- aspre con dolci (aspra breve + dolce: dittongo proprio;
aspra lunga + dolce: dittongo improprio)
- dolci con dolci (la u mantiene la pronuncia di u francese)
- dolci con aspre (forma due sillabe)
- aspre con aspre (contrazioni, crasi, elisioni, consonanti eufoniche,ecc)da fare new/lezonigrecoa004.doc
Contrazione (casi)
A : α-α α-ε α-η = ̃α - α-ο α-ω = ω
E : ε-α = η talora = ̃α - ε -ε = ει - ε-ο = ου
Ο : ο-α ο-η = ω - ο-ε ο-ο= ου - ο-η ο-ει = οι
Η : η-ε η-α = μ - η-ο μ-ου = ω
Ω : ω-α ω-η = ω
Crasi (mischianza, κρ̃ασις) è la fusione di due parole in una. E’ indicata dalla coronide
Elisione
A volte, anziché la crasi avviene tra due vocali aspre, l’elisione di una delle due. Come in italiano è indicata dall’apostrofo
Aggiunta di consonanti eufoniche
Spesso invece della crasi o elisione, avviene l’aggiunta alla vocale finale della prima parola, una consonante, detta mobile o eufonica. Ciò anche se la vocale finale è dolce.
2 – Incontri di vocali e consonanti
- allungamento per posizione di vocale breve (ai metrici, una consonante breve per natura è considerata lunga se se è seguita da due consonanti o una consonante doppia, anche se appartenenti al vocabolo successivo)
- abbreviamento per posizione di vocale lunga (in questi casi: davanti al gruppo ντ; nel dittongo ηυ davanti a consonante; nei dittonghi ωι e āι davanti a consonante)
- allungamento di compenso (Nella formazione o nella flessione delle parole, qualora cadano una o più consonanti, la vocale breve che precede può allungarsi per compenso secondo questa norma: ă in ā e talora in η; ε in ει; ο in ου; ĭ in ī; ŭ in ū. (NB. A volte siamo costretti a usare caratteri latini per poter mettere i simboli esatti).
3 – Mutamenti organici delle vocali
Sono mutamenti che avvengono nelle vocali prese in sé. Si dividono in due categorie:
- Allungamento organico: nella flessione, la vocale breve finale del tema si muta nella lunga corrispondente; ma l’ α impura (cioè preceduta da ε, ι, ρ) si allunga in η
- Gradazione vocalica o apofonia: una vocale o dittongo assume suono e/o quantità diversi. Se ne distinguono 6 categorie principali di 4 gradi ciascuna, con varianti. Ovviamente non vengono qui elencati! Basta prevedere nella lettura che si possono incontrare tali gradazioni.
Natura delle consonanti
Per semplificare, ci limitiamo a queste scarne notizie. Impareremo a riconoscere le numerosissime combinazioni attraverso la lettura.
Le consonanti possono essere suddivise secondo la natura del suono e secondo l’organo con il quale si pronunziano:
9 mute: labiali, gutturali, dentali; ogni categoria ha il suono tenue,
medio, aspirato (9 gradi)
5 sonore: linguali, nasali, sibilanti;
3 doppie: incontri di labiali, gutturali, dentali con sibilante:
ψ(πσ), ξ (κσ) ζ (σδ).
Fenomeni fonetici delle consonanti
Ci limitiamo ad elencare la classificazione dei principali fenomeni fonetici che avvengono onde evitare suoni sgradevoli nell’incontro tra consonanti. Accanto ad ogni voce, un semplice esempio.
- Assimilazione βλάβ-σω = βλάψω (danneggerò)
- Dissimilazione α̉νυτ-τός = α̉νυστός (compiuto)
- Fusione λίτјοπαι = λίσσοπαι (prego)
- Eliminazione χάριτ-ς = χάρι-ς (grazia)
- Aggiunta уαπ-ρός = уαπ-β-ρός (il congiunto)
- Vocalizzazione πάτρ-σι = πάτρά-σι (ai padri)
- Trasposizione μόρ-јα = μο̃ι-ρα (fato)
ACCENTAZIONE
La quantità dell’ultima sillaba della parola determina la posizione e talora il tipo di accento.
Ricopiamo da pag. 4:
Segni del tono
a) Accento acuto ́ : sovrapposto alla sillaba da pronunziare con
elevazione di voce
NB Le parole che hanno l’accento acuto sull’ultima, penultima, terz’ultima sillaba, sono chiamate rispettivamente ossitone, parossitone e proparossitone.
b) Accento grave ̀ : indica mancanza di tono.
NB Le parole che non hanno accento sull’ultima sillaba, si chiamano baritone.
c) Accento circonflesso ̃ : fusione dei due precedenti
accenti. Indica un tono prolungato.
NB Sono dette perispòmene e properispòmene le parole che hanno l’accento circonflesso rispettivamente sull’ultima e sulla penultima sillaba
PROCLITICHE ED ENCLITICHE
Le parole monosillabe e bisillabe senza accento, si dividono in due categorie: proclitiche ed enclitiche.
- Parole proclitiche o atone: parole monosillabe che si appoggiano così strettamente alle parole successive da non avere accento;
- Parole enclitiche: parole monosillabe e bisillabe che si appoggiano così strettamente alle parole precedenti da perdere il loro accento.
Le parole che precedono le enclitiche si comportano, riguardo all’accento nel seguente modo:
1 - le ossitone mantengono l’accento acuto: un (certo) poeta, ποιητής τις;
2 – le parossitone non subiscono modificazioni davanti alle enclitiche monosillabe: un (certo) discorso, λόуος τις;
3 – le perispomene non subiscono mutamenti;
4 – le proparossitone e le properispomene prendono un secondo accento acuto sull’ultima sillaba.
MORFOLOGIA
BREVE INTRODUZIONE
in sostituzione di futuri approfondimenti
In greco, come in latino, esiste la flessione delle seguenti parti del discorso:
- articolo;
- sostantivo;
- aggettivo;
- pronome;
- numerale;
- verbo.
TEMA E DESINENZA
Importante la distinzione da farsi fra tema e desinenza:
- il tema (invariabile) esprime il concetto;
- la desinenza (variabile) serve ad indicare:
il genere (maschile, femminile, neutro)
il numero(singolare, duale, plurale)
il caso (nominativo, genitivo, dativo, accusativo, vocativo:
esistono tracce notevoli di tre casi scomparsi - ablativo,
strumentale, locativo - le cui desinenze sono rimaste
come distintive di avverbi o sono state adottate come
desinenze di altri casi, fra quelli rimasti in uso;
i complementi espressi in latino con l’ablativo, vengono
di solito distribuiti tra il genitivo e il dativo)
- dell’articolo, del sostantivo, dell’aggettivo, del pronome e del numerale (flessione nominale);
la persona, il numero, il genere, il tempo, il modo
- del verbo (flessione verbale).
TEMI
I temi si dividono in 3 categorie(determinanti rispettivamente della 1, 2 e 3 declinazione):
1 – temi uscenti in α pura se preceduta da α,ε,ι,ρ o impura;
2 – temi uscenti in ο e ω;
3 – temi uscenti in consonante, compresi quelli nelle vocali dolci: i e υ, che talora assumono il valore di ј (jod) e Ŧ (digamma).
DECLINAZIONE DELL’ARTICOLO
TEMI |
το |
τα |
το |
GENERI |
Maschile |
Femminile |
Neutro |
Nominativo il,lo ό ή τό
Genitivo del,dello το̃υ τ̃ης tou
Dativo al,allo τ̣̃ω τ̃η τ̣̃ω
Accusativo il,lo τόν τ́ήν τό
Nominativo i due τ́ω τ́α τ́ω
Genitivo dei due το̃ιν τα̃ιν το̃ιν
Dativo ai due το̃ιν τα̃ιν το̃ιν
Accusativo i due τ́ω τ́α τ́ω
Nominativo i,gli ὸι ὰι τ́α
Genitivo dei,degli τ̃ωv τ̃ωv τ̃ωv
Dativo ai,agli τoĩς τα̃ις τoĩς
Accusativo i,gli τούς τ́ας τ́α
Nota
Data la complessità delle varianti, contrazioni ed irregolarità, ed il fatto che non si tenda qui ad un insegnamento scolastico che giunga a tradurre dall’italiano al greco, si tratteranno nel loro insieme i sostantivi, gli aggettivi, i pronomi sia maschili che femminili, dando unicamente rilievo alle tre categorie di temi ed alle varie desinenze e declinazioni.
Non sarà possibile elencare tutte le numerosissime varianti, ma si rimanda ad un apprendimento della lingua che ciascuno farà man mano che affronterà la lettura, del Nuovo Testamento, ovviamente con l’ausilio di una versione in lingua italiana e di un dizionario.
PRIMA DECLINAZIONE
(si indicano solo desinenze)
Femminili Temi uscenti in α pura (es. θύρα, porta)
Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo
Singolare α ας (a-εs) ̣α αν α
Duale α αιν αιν α α
Plurale αι ̃ων αις ας αι
Temi uscenti in α impura (es. κεφαλή, testa)
Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo
Singolare ή ̃ης ̃η ήν ή
Duale ά α̃ιν α̃ιν ά ά
Plurale αί ̃ων α̃ις άς αί
Temi uscenti in ă pura (μαχαιρă, spada)
Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo
Singolare ă āς ặ ăν ă
Duale ā αιν ā αιν ā
Plurale αι ̃ων αις ας αί
Temi uscenti in ă impura (τραπεζă, tavola)
Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo
Singolare ă ης η ăν ă
Duale ā αιν αιν ā ā
Plurale αί ̃ων αις ας αί
Maschili
Hanno solo temi uscenti in ā: pura, che resta invariata, impura che si muta in η
Temi uscenti in α pura (νεανίας, giovinetto)
Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo
Singolare as ου ạ αν α
Duale α αιν αιν α α
Plurale αι ̃ων αις ας αι
Temi uscenti in α impura (στατιώτης [da ας], soldato)
Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo
Singolare ης ου η ην ̃ωτα
Duale α αιν αιν α α
Plurale αι ̃ων αις ας αι
Temi uscenti in α contratti (πν̃α [da πνάα], mina)
Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo
Singolare πν̃α πν̃ας πν̃ ạ πν̃αν πν̃α
Duale πν̃α πνα̃̃ιν πνα̃̃ιν πν̃α πν̃α
Plurale πνα̃ι πν̃ων πνα̃̃ις πν̃ας πνα̃ι
Non esistono neutri
SECONDA DECLINAZIONE
I temi in о oppure ω possono essere maschili, femminili e neutri. I maschili ed i femminili hanno le stesse desinenze; i neutri si distinguono solo nelle desinenze del nominativo, accusativo e vocativo singolare e plurale (come in latino).
La diversa quantità dell’uscita del tema fa sì che i nomi in ο abbiano terminazioni assai diverse da quelli in ω
Temi uscenti in ο (̉ο άνθρωπоς, uomo; ή ν̃ησος, isola)
Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo
Singolare оς оυ ̣ω ον ε
Duale ω оιν оιν ω ω
Plurale оι ων оις ους оι
Neutro (τό μ́ετρον, il metro)
Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo
Singolare ον ου ̣ω ον ε
Duale ω оιν оιν ω ω
Plurale α ων αις α α
Temi uscenti in ο contratti ( νо̃υς, da νоος, mente)
Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo
Singolare νо̃υς νо̃υ ν̣̃ω νо̃υν νо̃υ
Duale ν́ω νο̃ιν νο̃ιν ν́ω ν́ω
Plurale νο̃ι ν̃ων νο̃ις νо̃υς νο̃ι
(тό ̉ο στο̃υν, da οστε̃ον, osso)
Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo
Singolare о̃υν о̃υ ̣̃ω о̃υν о̃υν
Duale ́ω ο̃ιν ο̃ιν ́ω ́ω
Plurale ̃α ̃ων ο̃ις ̃α ̃α
Temi uscenti in ω (̉ο léως , popolo)
Maschile Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo
Singolare ώς ώ ̣ώ ών ώς
Duale ώ ̣ώ ̣ω ώ ώ
Plurale ώ ών ̣ώς ώς ώ
Temi uscenti in ω (̉το ̉ανώγεων, sala)
Neutro Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo
Singolare ων ω ώ ων ων
Duale ω ̣ω ̣ω ω ω
Plurale ω ων ̣̣ως ω ω
NOTA IMPORTANTE
Di qua in poi, avendo dato un piccolo saggio della scrittura di greco antico, a causa della nota difficoltà di scrittura, in quanto non basta il carattere “Greek” (Greco) per scrivere correttamente e velocemente il testo, useremo, sovente, per le desinenze e altro, i caratteri normali con la pronuncia del rispettivo suono greco,
mischiati con caratteri greci ovevvenga più semplice.Non verrà anche tenuto conto degli accenti, spiriti, ecc.
TERZA DECLINAZIONE
(flessione dei temi in consonante)
Possono essere di genere maschile, femminile o neutro.
I maschili e i femminili hanno le stesse desinenze; i neutri si distinguono solo nelle desinenze del nominativo, accusativo e vocativo singolare (tema puro) e plurale (a breve).
I temi possono essere catalogati nelle seguenti specie:
- labiale: p, b, f che + σ diventano ψ
- gutturale (k, g, c) che + σ diventano ξ
- dentale (t, d, q) che + σ subiscono variazioni
- in liquida (l, n, r, nt) che subiscono variazioni
- in sibilante (σ)
- in ι
- in υ
Le variazioni sono numerosissime, per cui con l’esercizio si imparerà a riconoscere le desinenze.
Negli sp£ecchietti seguenti si riportano alcuni esempi a caso, per facilitare il riconoscimento
Å φλεβ (vena)
Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo
Singolare φλεψ flebòs flebì fleba φλεψ Duale flebe fleboiv fleboiv flebe flebe
Plurale fl˜bes flebòn flepsi fl˜bas fl˜bes
Ð kolak (l’adulatore)
Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo
Singolare, kolaξ kolakos kolaki kolaka kolaξ
duale kolake kol£koin kol£koin kolake kolake
plurale kÒlakes kol£kων kolaξι(ν) kÒlakas kolake
Ð „cqàj (il pesce)
Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo
Singolare „cqàj „cqáoj „cqái „cqáν „cqá Duale „cqáe „cqáoiν „cqáoiν „cqáe „cqáe
Plurale „cqáej „cqáων „cqási(n) „cqáj „cqáej
Irregolarità della declinazione
Non ci fermiamo sulle irregolarità della declinazione
Saltiamo gli aggettivi: basta sapere che anch’essi subiscono accanto al nome la declinazione eprendono anch’essi il genere del nome che accompagnano.
Comparativi e superlativi (vengono pure essi declinati)
Si ottengono aggiungendo dei suffissi all’uscita del tema maschile di grado positivo. Sono di tre categorie
- suffisso tero, tera, tero per il comparativo;tato, tata, tato per il
superlativo
- suffisso ion per il comparativo; isto, ista, isto per il superlativo
- comparazione irregolare (esiste un elenco, che non viene qui riportato).
ALCUNI PRONOMI
Subiscono anch’essi le declinazioni. Circa il genere, non sempre c’è il duale. Non sempre c’è il vocativo.
Li riportiamo brevemente, senza le immancabili irregolarità
Personali
Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Voc
Singolare io ™gè ™moà, moà ™mo‹, mo‹ ™mš, mš
Duale noi due nó nùn nùn nó nó
Plurale noi ºme‹j ºmîn ºm‹n ºm©j
Singolare Tu sÚ di te soà a te so… te sš
Duale sfè sfùn sfùn sfè sfè Plurale Øme‹s Ømîn Øm‹n Øm©j
Singolare di lui oâ a lui oŒ lui œ
Duale (non si usa)
Plurale essi sfe‹j di essi sfîn a essi sf…si(n) essi sf©j
Possessivi
Mio, mia,mio (neutro) ™mÒj šm» ™mÒn
Tuo, tua, tuo (neutro) sÒj s» sÒn
Suo, sua, suo (neutro) Ój ¼ Ón
Nostro, nostra, nostro (neutro) ¹mšteroj ¹metšra ¹mšteron
Vostro, vostra, vostro (neutro) Ømšteroj Ømetšra Ømšteron
Loro, loro (femm.) loro (neutro) sfšteroj sfetšra sfšteron
FLESSIONE VERBALE
Persone: prima, seconda, terza
Numeri: singolare, duale, plurale
Generi: attivo, medio (che ha in genere funzione di passivo), passivo
Modi: finiti (forme esplicite), nomi verbali (forme implicite)
Modi finiti: indicativo, congiuntivo, ottativo (da desiderare),
imperativo
Nomi verbali: infinito (che ha valore di sostantivo indeclinabile)
participio e due aggettivi verbali, che appartengono alla
categoria degli aggettvi.
Tempi: presente, imperfetto, futuro semplice, aoristo (corrisponde nell’indicativo al nostro passato remoto), perfetto (corrisponde nell’indicativo, al nostro passato prossimo), piuccheperfetto, futuro anteriore.
Categorie di tempi
Il verbo greco ha due categorie di tempi:
- tempi principali: presente, futuro semplice, perfetto, futuro anteriore
- tempi storici: imperfetto, aoristo, piuccheperfetto.
Anche per i verbi si deve distinguere:
- il tema: la parte invariabile
- la desinenza: la parte variabile.
Vi sono però molte varianti legate alle leggi della fonetica.
NOTA
Nello studio della flessione verbale è molto importante apprendere quali siano gli elementi che costituiscono le desinenze e a quali fenomeni fonetici possa dar luogo l’incontro dell’uscita del tema con l’uscita della desinenza.
Avvertiamo pertanto che l’analisi di una forma verbale deve sempre aver inizio dalla fine del vocabolo, per risalire via via fino all’esame della parte tematica
MODI FINITI
(Indicativo, congiuntivo, ottativo, imperativo)
Nei modi finiti un solo elemento della desinenza indica persona, numero e genere.
Sono tre i tipi di tali suffissi fondamentali:
- Per i tempi principali (presente, futuro semplice, perfetto, futuro anteriore)
- Per i tempi storici (imperfetto, aoristo, piuccheperfetto)
- Per l’imperativo di qualsiasi categoria di tempo che abbia l’imperativo
Ciascuno ha forme distinte per il genere attivo e per il medio-passivo (l’aoristo passivo usa le forme attive).
Suffissi dei tempi principali
Attivo Medio-passivo
Singolare |
ω; μι ti |
mai |
Duale |
tωv |
sθon |
Plurale |
men |
meθa |
Tempi storici
Attivo Medio-passivo
Singolare |
m,= n oppure a |
Men |
Duale |
Ton |
σθon |
Plurale |
Men |
Meθa |
Imperativo
Attivo Medio-passivo
Singolare |
- ; θ; ς; ον |
σο |
Duale |
Τον |
σθον |
Plurale |
Τε |
σθε |
MODI VERBALI
Omettiamo per ora l’esposizione dei relativi suffissi.
Vocali tematiche
Risalendo dalla desinenza al tema, incontriamo, a volte, le
vocali tematiche, di suono o, e.
Esempi:
lÚ-o-men, noi sciogliamo, o caratterizza il modo indicativo
lÚ- ω-men, che noi sciogliamo, ω caratterizza il congiuntivo
Tali vocali hanno la funzione di segnale del modo, solo quando il modo non sia già indicato dal suffisso successivo (come accade nell’imperativo e nei nomi verbali). Quindi non sono necessarie per tutte le forme verbali.
Tema del presente e tema verbale
Esistono due grandi categorie di verbi:
- verbi in ω
- verbi in μι.
Il tema del presente si ricava togliendo rispettivamente alla prima persona singolare attiva dell’indicativo presente le desinenze ω e μι.
Esistono molti verbi che hanno il tema del presente uguale al tema verbale; ma molti altri formano il tema del presente dal tema verbale o aggiungendo un suffisso, o togliendolo, o ampliando il grado apofonico (v. mutamenti organici delle vocali). Questi suffissi sono numerosi e talora coesistono, ma si possono empiricamente raggruppare in
- otto classi di verbi in ω
- due classi di verbi in μι.
L’esame di tali classi viene qui omesso.
I TEMPI
I – PRESENTE E IMPERFETTO
Il tempo presenteè il punto di partenza e di riferimento di tutta la flessione verbale.
Ad esempio, mentre per l’italiano i verbi si trovano nel dizionario all’infinito, per il greco si trovano alla prima persona del presente.
Esistono molte eccezioni, contrazioni, particolarità, aggiunta o caduta di vocali o consonanti, ecc.
Ci limitiamo qui ad esporre qualche flessione.
Trascuriamo le particolarità dell’accentazione ed altre varianti.
Verbi in ω
1 - Presente
iNDICATIVO
ATTIVO MEDIO-PASSIVO
Sciolgo mi sciolgo, sono sciolto
Singolare |
LÚω LÚeis lÚei |
LÚomai LÚη, lÚei LÚetai
|
Duale |
LÚeton lÚetov |
LÚesθoν LÚesθoν |
Plurale |
LÚomen LÚete lÚousiv |
LÚomeθa LÚesθe lÚontai |
N.B. Ci limitiamo a mettere solo i suffissi
CONGIUNTIVO
io sciolga sia sciolto, mi sciolga
Singolare |
- ω
|
- ω-mai - η - η-tai |
Duale |
|
|
Plurale |
|
|
OTTATIVO
Sciogliessi,sciolga sia,fossi,sarei scioto,ecc
scioglierei
Singolare |
|
|
Duale |
|
|
Plurale |
|
|
IMPERATIVO
Sciogli! Sii sciolto! Sciogliti!
Singolare |
- ε - š-τω
|
|
Duale |
|
|
Plurale |
|
|
INFIN ITO |
Sciogliere, lÚ-ein |
Essere sciolto, lÚe- σθai |
PARTICIPIO |
Sciogliente,
|
Scioglientesi, Lu-o-mšnη Lu- Ò-meno-ν
|
2 – Imperfetto
L’imperfetto, come pure il piuccheperfetto, ha solo il modo indicativo,
E’ caratterizzato da un fenomeno molto importante, comune oltre che per i verbi in ω, anche per i verbi in μι: l’aumento.
Che cos’è l’aumento
Si divide in due specie: 1 – aumento sillabico
2 – aumento temporale.
1 – aumento sillabico
I verbi che hanno il tema che comincia per consonante premettono al verbo la vocale ε. Se il verbo inizia per ρ, questa si raddoppia.
N.B I verbi boúlomai, voglio; dúnamai, posso; mšllω, indugio, sto per …
Possono avere l’aumento in η.
2 – aumento temporale
I verbi che hanno il tema che comincia per vocale o dittongo, combinano il prefisso avverbiale ε con la vocale o dittongo iniziale in modo che ne risulta talora una vera e propria contrazione, spesso invece un puro e semplice allungamento dell’iniziale, che avviene come segue:
α in η; ε in η; o in ω; ι breve in ι lunga; υ breve in υ lunga;
ai e v in ņ; oi ̣ω; au in ηυ.
Esistono eccezioni e particolarità(alcuni verbi hanno l’aumento sulla seconda vocale; altri hanno l’aumento sillabico e temporale; altri che originariamente cominciavano per sigma o digamma, perdettero in seguito tali consonanti, e l’aumento sillabico ε si contrasse con la vocale successiva o rimase inalterato) di cui non vengono qui riportari gli esempi.
Aumento nei verbi composti con preposizione
Nei verbi composti l’aumento viene applicato alla parte verbale del tema, no n alla preposizione. La preposizione šκ davanti all’aumento diventa
šξ.
Non tutti i verbi si comportano come sopra, ma non trattiamo qui le eccezioni.
Imperfetto: flessione del verbo sciogliere, λυω, sciolgo
Attivo Medio-passivo
(scioglievo) (ero sciolto, mi scioglievo)
Singolare |
›-λu – o - ν ›-λu – ε - ς |
™-λu – Ò - mην |
Duale |
™-λÚ - ε – toν |
™-λÚ - ε – sθoν |
Plurale |
™-λÚ - o – mεν ™- λÚ - ε - tε
|
™-λu – Ò – μεθα |
Presente e imperfetto contratti
I verbi in ω che hanno il tema uscente in vocale aspra (α, ε, o) la contraggono con la vocale tematica o il dittongo successivo, secondo le regola della contrazione (Esempi con attivo: τιμαω (onoro)= τιμ̃ω; φιλεω (amo)= φιλω; un esempio con medio-passivo: τιμ£oμαι = τιμ̃ωμαι)
Esistono molte eccezioni alla precedente regola, che non vengono qui riportate.
Verbi in μι
Esistono moltissimi verbi irregolari.
- Tra quelli regolari presentiamo (tralasciando lo spirito aspro sulla prima i di …στη-μι per motivi di scorrevolezza del lavoro) parte delle flessioni del verbo …στη-μι (colloco).
INDICATIVO
Attivo Medio-passivo
Singolare |
…στη-μι …στη-ς …στη-σι (ν) |
…στα-μαι …στα-σαι …στα-ται
|
Duale |
…στα-τον …στα-τον
|
…στα-σθον …στα-σθον
|
Plurale |
…στα-μεν
|
…στ́α-μεθα ίστα-σθε …στα-νται |
CONGIUNTIVO
Attivo Medio-passivo
Singolare |
Ιστ̃ω Ιστ̃ης Ιστ̃η |
Ιστ̃ω-μαι Ιστ̃η Ιστ̃η-ται |
Duale |
Ιστ̃η-τoν Ιστ̃η-τoν |
Ιστ̃η-σθον |
Plurale |
Ιστ̃ω-μεν Ιστ̃ω-τε Ιστ̃ω-σι(ν) |
Ιστ́ω-μεθα |
OTTATIVO
Attivo Medio-passivo
Singolare |
Ι-στα-́ ιην |
Ι-στα-́ ι-μην |
Duale |
Ι-στα-́ ιη-τoν, Ι-στα-́̃ι -τον |
Ι-στα-́ ̃ι- σθoν |
Plurale |
Ι-στα-́ ιη-μεν |
Ι-στα-́ ι- μεθα |
Si tralascia l’imperativo, il participio e l’imperfetto
II – FUTURO SEMPLICE ATTIVO E MEDIO
Il futuro semplice ha una forma apposita per il passivo.
Vediamo ora la forma attiva e media (molti verbi usano la forma media in luogo di quella attiva, pur non essendo deponenti al presente. Non mancano futuri medi con valore passivo.
Il futuo semplice è privo di modi congiuntivo e imperativo
Il futuro si forma dal tema verbale, aggiungendo il suffisso σ più le stesse vocali tematiche e desinenze del presente dei verbi in ω. Nessuna differenza esiste per il futuro tra i verbi in ω e i verbi in μι.
Vi sono 4 specie di futuro semplice:
- sigmatico: così detto dalla permanenza di σ;
- contratto: nel quale σ cade provocando contrazioni vocali;
- attico: sottospecie del contratto;
- dorico: sigmatico e contratto nella forma media.
Vi sono comunque molte eccezioni a questa regola.
Sempre per praticità, le solite tabelle verranno compilate in carattere italiano. Più che altro per essere in grado di riconoscere un futuro attivo o medio.
Si prenderanno come esempio il verbo λÚω, sciolgo e φα…νω, mostro, al modo indicativo (tralasciando l’ottativo, l’infinito e il participio.
Futuro Sigmatico Futuro contratto
attivo Medio Attivo Medio
scioglierò mi scioglierò mostrerò mi mostrerò
INDICATIVO
Singolare |
lúseton lúsei |
Lúsomai |
Fanò |
Fan(o)ùmai |
Duale |
Lúseton |
Lúseton |
Fanèiton |
Fanèisθon |
Plurale |
Lúsomen |
Lusómeθa |
Fan(o)ùmen |
Fan(o)ùmeθa |
NB. Ou pronuncia: u
III – AORISTO ATTIVO E MEDIO
L’aoristo (indeterminato, da: a + orizo, delimito) all’indicativo corrisponde al nostro passato remoto, mentre in genere corrisponde ad un’azione incipiente e momentanea senza fisso riferimento di tempo, di cui possiamo individuare il valore solo dal contesto.
E’ il tempo più ricco di forme in tutta la flessione verbale. Oltre l’attivo e il medio ha pure il passivo, e non difetta di alcun modo finito o verbale.
Dell’aoristo attivo e medio esistono tre tipi distinti tra loro:
- Aoristo debole o primo: è proprio dei temi in vocale e della maggior parte dei temi in consonante; si forma dal tema del presente in ω;
- aoristo forte o secondo: si forma dal tema verbale;
- aoristo fortissimo o terzo: è detto anche atematico, perché l’indicativo, l’imperativo, l’infinito e il participio mancano del tutto di vocali tematiche.
Non è materialmente possibile portare gli svariati esempi di un
tempo così complesso. Si imparerà a riconoscerlo, tanto più che si deve leggere unicamente dal greco. Ci limitiamo all’indicativo del verbo sciolgo che appartiene all’ aoristo debole, più comune.
Scusate le imprecisioni!!
Attivo Medio
INDICATIVO Sciolsi mi sciolsi
Singolare |
Élusa |
Elusàmen |
Duale |
Elùsaton |
Elùsasθon |
Plurale |
Elùsamen |
Elusàmeθa |
IV- PERFETTO, PIUCCHEPERFETTO, FUTURO ANTERIORE
(anch’essi soggetti a svariatissimi tipi, che si tralasciano)
Il perfetto (il nostro passato prossimo), il piuccheperfetto e il futuro anteriore, indicano tutti un’azione compiuta e hanno come caratteristica comune il raddoppiamento, un prefisso che esprime appunto il compimento dell’azione.
Anch’essi hanno i tre tipi: debole, forte, fortissimo.
Ci limitiamo a qualche esempio di debole usando sempre il verbo sciolgo.
Perfetto indicativo Piuccheperfetto indicativo
(ho sciolto) (avevo sciolto)
Singolare |
Léluka |
Elelùkein |
Duale |
Lelùkaton |
Elelùkeiton |
Plurale |
Lelùkamen |
Elelùkeimen |
Perfetto medio passivo
Si riconosce solo dal raddoppiamento, dalle modificazioni del tema e dalle desinenze dei tempi principali.
La difficoltà della flessione del perfetto medio-passivo è relativa per chi conosce sufficientemente la fonetica. E’ necessario distinguere i temi verbali in: 1) vocale; 2) muta; 3) liquida.
Vengono elencati solo alcuni
temi in vocale breve
klàω, rompo ké–kla–s–mai, sono stato rotto
akèomai, risano ηke-s-mai, sono stato risanato
déω, lego dé-de-mai, sono stato legato
teléω, finisco te-téle-s-mai
lùω, sciolgo lé-lu-mai
ecc.
temi in vocale lunga o dittongo
akoùω, odo ¼kou-s-mai
paìω, percuoto pé-pai-s-mai
ecc.
I verbi faccio, piango, chiudo, mutilo, percuoto, ammucchio, possono o no avere la s.
Es. dràω, faccio = dé-dra-s-mai o dé-dra-mai.
Flessione dell’indicativo del perfetto medio-passivo(si tralascia congiuntivo, ottativo, imperativo, infinito, participio) di due verbi, ad indicare i mutamenti di una vocale e di una labiale:
lùω, sciolgo: sono stato sciolto (tema in vocale)
Singolare lé-lu-mai, lé-lu-sai, lé-lu-tai
Duale lé-lu-sθov, lé-lu-sθov
Plurale le-lù-meθa, lé-lu-sθe, lé-lu-ntai
Γραφω, scrivo: sono stato scritto (tema in labiale)
Singolare e-γ-gràm-men, e-γé-graψo. e-γé-grap-to
Duale e-γé-graf-θon, e-γé-graf-θηv
Plurale γe-gràm-meθa, γé-graf-θe, γe-gram-mènoi
Piuccheperfetto medio passivo
Flessione dell’indicativo di un verbo con tema in vocale
lùω, sciolgo: ero stato sciolto (tema in vocale)
Singolare e-le-lù-men, e-lé-lu-so, e-lé-lu-to
Duale e-lé-lu-sθon, e-lé-lu-sθηn
Plurale e-le-lù-meθa, e-lé-lu-sθe, e-lé-lu-vto
Futuro anteriore medio passivo
Si forma per lo più aggiungendo al tema del perfetto medio-passivo la desinenza del futuro sigmatico medio: -σομαι.
V – AORISTO E FUTURO SEMPLICE PASSIVI
Si dividono in:
- deboli
- forti
Indicativo di lùω, sciolgo, fui sciolto (debole)
Singolare e-lù-θηn, e-lù-θηs, e-lù-θη
Duale e-lù- θη-ton, e-lu- θ́η-tηn
Plurale e-lù- θη-men, e-lù- θη-te, e-lù- θη-san
VI – AGGETTIVI VERBALI
Esistono due aggettivi verbali formati dal tema verbale con l’aggiunta dei suffissi to (tòs, tè, ton indica un’azione passiva passata o possibile) e teo (téos, téa, téov corrisponde al gerundivo latino).
Esempio: λυτ́ος, sciolto o solubile, λυτ́éoς, da sciogliersi.
PARTI INVARIABILI DEL DISCORSO
Sono:
- avverbio;
- preposizione;
- congiunzione;
- interiezione.
Non ci fermeremo a studiare come si sono formate, le loro derivazioni, ecc, ma esclusivamente come vanno usati.
AVVERBI
Come tutti sanno, servono a modificare in varie maniere il senso degli aggettivi o dei verbi o degli altri avverbi, quando vengono ad essi aggiunti.
Categorie di avverbi
- di modo e di qualità;
- di quantità;
- di tempo;
- di luogo.
Alcuni sono correlativi.
Sono avverbi anche le cosiddette particelle affermative e negative.
Alcuni esempi, non esaustivi.
1 – Avverbi di modo e di qualità
Derivano da aggettivi, participi, pronomi con forme simili al genitivo plurale:
- filως, amichevolmente
- kal̃ως, in modo bello
- megàlως, grandemente
- krÚfa, nascostamente,
2 – Avverbi di quantità
- polÚ, molto
- meg£la, grandemente
- ṕοson, quanto?
- m£la, molto.
3- Avverbi di tempo
- νεωςτ…, recentemente
- π́αλαι, anticamente
- αÚριον, domani
- πρ̃ωτον, dapprima
- £llote, altre volte
- ̉οΨέ, tardi
- taca, presto
- polĺα, frequentemente
4 – Avverbi di luogo
Richiedono attenzione per usarli, e quindi riconoscerli, in quanto si deve distinguere lo stato in luogo, o il moto
- Stato in luogo: άνω, in su; ένθα, colà; έντός, dentro, πάντη ovunque; οίκοι, in casa; £lloti, £llη, altrove; ένθάδε, qui; α̉υτο̃υ, ivi; egǵυs, vicino;
- moto a luogo: άνω, in su; ένθα, colà; πο̃ι, altrove; οίκαδε, a casa; £llose, £llη, altrove;
- moto da luogo: ένθεν, di là; ένθεν.δε, di qui;
- moto per luogo: £llη, per altro luogo.
4 – Avverbi correlativi (solo alcuni)
diretti indiretti
- πο̃υ? Dove?; πο̃ι? In qual luogo? Οπο̃υ, dove; οπο̃ι , in qual luogo
- π́οθεν? di dove? οπ́οθεν, di dove;
- π́οτεν? Quando? Οπ́οτεν, quando
5 – Particelle affermative e negative
- Sono avverbi affermativi: káι sì; δ́η, certamente;
- Sono avverbi negativi: ού, che nega il fatto, μ́η, che nega il pensiero.
Tralasciamo le preposizioni, le congiunzioni, le interiezioni.
QUALCHE NOZIONE ESSENZIALE DI SINTASSI
- Articolo
Conserva il valore originario di pronome dimostrativo nelle contrapposizioni:
Ð μ́εν … Ð δ́ε, l’uno … l’altro. Al neutro può avere valore avverbiale:
τά μ́εν … τά δ́ε, ora …ora; parte …parte.
Ha inoltre valore di pronome all’inizio di proposizione, se si riferisce a un nome precedente, purché sia seguito da δ́ε.
Se un nome ha un complemento (aggettivo, participio o avverbio), si premette al complemento l’articolo quando si voglia stabilire un confronto tra la persona o la cosa indicata dal nome e le persone o le cose della medesima specie.
I nomi propri hanno l’articolo quando sono già noti.
L’articolo preposto a un aggettivo, o participio, o avverbio o infinito, dà loro il valore di sostantivo.
- Concordanze
Se il soggetto è neutro plurale, il verbo si mette di solito al singolare.
Talora il soggetto, maschile o femminile, ha il predicato neutro.
- I casi
Come in latino, hanno il doppio nominativo i verbi di essere, divenire, sembrare, essere stimato, essere eletto, essere chiamato, ecc.
Genitivo
- Con sostantivo: possessivo, di derivazione, di colpa, di misura, di qualità, di quantità, di età, di prezzo, di materia, soggettivo (la paura dei nemici, ossìa: i nemici temono), oggettivo, la paura dei nemici.
- Con aggettivi
- Con verbi
- Con avverbi
- Di tempo: es. noktÒs, di notte.
Dativo
- Con nomi e pronomi
- di vantaggio,
- etico
- di compagnia
- strumentale
- di causa
- di modo
- di tempo determinato
- di limitazione
- di misura
- Con aggettivi e avverbi
- Con verbi
Accusativo
- Indipendente
- di relazione
- di estensione (spazio, tempo, età)
- Avverbiale (ottimamente)
- Dipendente
4. Prolessi e attrazione
- Prolessi
Talora si pone come complemento oggetto della proposizione principale il soggetto della proposizione dipendente.
- Attrazione
Attrazione diretta
Talora, il pronome relativo - che dovrebbe concordare solo in genere e numero col nome o pronome al quale si riferisce, e per il caso dovrebbe dipendere dal verbo della proposizione di cui fa parte – viene attratto, e cioè concorda col nome o pronome anche nel caso.
Attrazione inversa
Talora il relativo attrae nel suo caso il nome della principale a cui si riferisce.
5. I tempi
Presente
Si può usare in luogo dell’aoristo come presente storico.
E’ usato in luogo del perfetto in alcuni verbi.
Imperfetto
Talora indica un’azione abitudinaria, e qualche volta un semplice tentativo di azione (imperfetto di conato).
Futuro
Talora può essere espresso da μέλλω con l’infinito: sono per … sto per …
Aoristo
- Indicativo: indica un’azione passata, senza riguardo a durata o a svolgimento (passato remoto. Può avere valore gnomico come in latino;
- Participio: indica in genere un’azione anteriore alla principale;
- Congiuntivo, ottativo, imperativo e infinito: indica solo la qualità incipiente e momentanea dell’azione considerata in sé e per sé come un punto del tgempo, che è determinato dalla proposizione principale.
Perfetto
- Indicativo: indica un’azione compiuta, il cui effetto dura ancora nel presente (passato prossimo). Talora ha valore di presente.
- Participio: indica un’azione anteriore alla principale, ma perdurante nei suoi effetti;
- Congiuntivo, ottativo, imperativo, infinito: indica solo la qualità compiuta dell’azione, che continua nei suoi effetti.
Piuccheperfetto
Ha valore di imperfetto nei verbi in cui il perfetto equivale ad un presente.
Futuro anteriore
Ha valore di futuro nei verbi in cui il perfetto equivale ad un presente.
6. I modi
Proposizioni principali
- Indicativo: modo della realtà;
- Congiuntivo: modo dell’aspettazione, dell’esortazione e del comando, della proibizione e del dubbio;
- Ottativo: - senza αν, modo del desiderio
- con an, modo della possibilità rispetto al presente e
talora per esprimere modestamente un’opinione sicura; - Imperativo: Modo del comando. E’ sostituito nelle prime persone – che mancano – dal congiuntivo.
Proposizioni dipendenti (usano sovente particelle di congiunzione)
- Ipotetiche
Costituiscono la protasi, o premessa, di un periodo ipotetico, di cui l’apodosi, o conseguenza è reggente.
In greco il periodo ipotetico ha quattro forme:
- Realtà: protasi all’indicativo, apodosi all’indicativo e all’imperativo;
- Eventualità: la protasi indica probabilità nel presente o nel futuro e si esprime col congiuntivo (presente o aoristo), l’apodosi indica certezza e si esprime coll’indicativo (presente e più spesso futuro) e con l’imperativo;
- Possibilità: si riferisce al presente, e la protasi vuole εỉ coll’ottativo, l’apodosi l’ottativo (presente o aoristo) con ¥ν.;
- Irrealtà: possibilità, nel presente o nel passato, non realizzata, con la protasi all’indicativo (perfetto o aoristo) e εỉ, e l’apodosi nello stesso modo e tempo con ¥ν.
- Concessive: Sono una specie di ipotetiche
- Finali: indicano uno scopo
- Consecutive
- Causali
- Dichiarative
- Relative
- Temporali, locali, modali
7. Interrogazioni
Proposizioni interrogative dirette
- Semplici
- doppie(pÒteon ... η)
Proposizioni interrogative indirette
Sono in forma di proposizione dipendente e possono anch’esse essere semplici e doppie.
Risposte
Sì: ναì, eidon, ecc.
No: ού, ούχì, ecc
8. L’Infinito
Soggetto dell’infinito
Esso sta di regola in accusativo; se è uguale al soggetto della principale, si tace e il predicato nominale si pone in nominativo.
Costruzione personale
Il greco preferisce la costruzione personale (come videor in latino) col nominativo e l’infinito.
Infiniti soggettivo e oggettivo
- Soggettivo: è soggetto dei verbi e delle espressioni cosiddette impersonali, come inlatino
- Oggettivo: è oggetto dei verbi di volere, desiderare, pregare, credere, stimare, dire, promettere, ecc.
Infiniti finale e consecutivo
- Finale: Si adopera con verbi d’ogni genere, ma specialmente quelli di dare, mandare, scegliere e simili;
- Consecutivo: nelle consecutive. La congiunzione éστε può omettersi.
Infinito come complemento di nomi
E’ usato spesso come complemento di aggettivi e sostantivi.
Infinito coll’articolo
L’infinito preceduto da un articolo equivale a un sostantivo neutro e si usa come ogni altro sostantivo.
Infinito assoluto o indipendente
Infinito come imperativo
E’ un uso quasi soltanto poetico.
9. Discorso diretto e indiretto
Discorso diretto: le parole e i pensieri si esprimono in modo indipendente
Discorso indiretto: le parole e i pensieri dipendono da un verbo (dire, narrare, annunziare, ecc).
10. Il participio
- Attributivo: quando è un aggettivo, e come tale ha valore attributivo, quando è preceduto dall’articolo, dal quale può essere sostantivato;
- Predicativo: non preceduto dall’articolo. Serve spesso a rendere più compiuto e preciso il significo di molti verbi;
- Appositivo: serve per esprimere in forma implicita una preposizione secondaria (modale, finale, temporale, causale, concessiva, ecc.). Può essere:
- Congiunto o concordato (concorda col genere, numero e caso col nome della proposizione reggente a cui si riferisce;
- Assoluto:
1) Genitivo assoluto:
una proposizione dipendente temporale, causale, condizionale o concessiva, il cui soggetto non sia uguale al soggetto o al complemento oggettivo della principale, si può esprimere in forma implicita col genitivo assoluto. Cioè il soggetto si pone in genitivo, e il participio - che rappresenta il predicato – concorda col soggetto in genere, numero e caso;
2) Accusativo assoluto:
coi participi dei verbi e delle espressioni impersonali
invece del genitivo si adopera l’accusativo neutro assoluto
Ed ora, buona meditazione biblica!
Fonte: http://www.federagione.it/archivio/lezionigreco.doc
Sito web: http://www.federagione.it
Autore del testo: non indicato nel documento di origine
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