Moda anni cinquanta
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Moda anni cinquanta
L’ ABITO DEGLI ANNI CINQUANTA
LA SUPREMAZIA DELLA MODA FRANCESE
CHRISTIAN DIOR
Gli anni 50 vedono emergere dalle collezioni di Alta Moda francese le proposte da sogno di un grande stilista : Christian Dior.
Nel 1947, Marcel Boussac, magnate del tessile, offrì a Dior l’opportunità di aprire la sua casa di moda.
Il 12 febbraio del 1947, Dior lanciò la Linea Corolla che lo consacrò re indiscusso dell’alta moda.
Fu la giornalista americana Carmel Snov a dare alla prima collezione di Dior il nome di New look : una collezione di corpetti, fianchi imbottiti e gonne a corolla al polpaccio.
Il New Look, nonostante il nome, era una controrivoluzione : i modelli si ispirano al passato, in particolare alla moda francese della seconda metà dell’ 800. Proponevano un modello di donna romantica, ed un look femminile e aristocratico. Il New Look è espressione di lusso, grazia, ed eleganza. Secondo Dior il look deve essere coordinato in tutti suoi dettagli : cappello, guanti, scarpe, e borsa in tinta.
Le sue linee hanno determinato un rinnovamento nel modo di concepire l’abito in funzione della forma. La prima metà degli anni cinquanta è dominata dal New Look : busto molto marcato evidenziato dal corsetto, fianchi arrotondati, gonne ampie e abiti dalla vita stretta e dalla lunghezza al polpaccio. Nel corso delle stagioni successive, la fantasia del couturier si sbizzarrisce. I modelli di figura femminile delle sue creazioni presentano una varietà di geometrie rese celebri da una nomenclatura ancora oggi in uso : Nel corso della sua carriera, durata undici anni, Dior propone ventidue linee diverse : la linea ad “H”, ad “A”, a “Y”, a “V”, la linea a tulipano, la linea verticale, la linea obliqua, la linea a corolla, la linea a palloncino, la linea a profilé, la linea a libro, linea a sacchetto, linea impero, linea a fuso.
L ‘ ALTA MODA FRANCESE
CRISTOBAL BALENCIAGA (1895-1972)
Di origine spagnola, definito l’ “architetto degli stilisti”, dopo un enorme successo nel suo paese, decide di aprire la sua “maison de couture” a Parigi nel 1937.
Balenciaga lavorava personalmente i modelli a mano, detestava l’impiego delle macchine e, come un vero maestro, tagliava le stoffe preziose e modellava forme con tagli sapienti ed originali dando ai suoi capi un’eleganza studiata nei dettagli.
Nel 1952, Balenciaga provoca una piccola rivoluzione creando un tailleur “semi-ajusté” (mezzo attillato), stretto sul davanti e con ampiezza sul dietro.
Nel 1955 propone l’abito “tunica” che elimina la demarcazione della linea vita e propone le maniche a tre quarti. L’abito tunica deriva della linea a “sacco”, anch’essa introdotta da Lui, basata su modelli di abiti e capo spalla tagliati dritti a partire dalle spalle, senza riprese, che tendono a restringersi all’orlo, sotto le ginocchia.
Balenciaga è considerato uno dei massimi innovatori nel campo della moda del secondo dopoguerra, i suoi capi dai colori spesso cupi, preferibilmente in nero , spesso accostati al marrone, vennero apprezzati in maniera particolare dalle signore più eleganti dell’epoca.
HUBERT DE GIVENCHY (nato nel 1927)
Uomo di rara eleganza e innato gusto,discepolo di Balenciaga, lavorò nei più importanti atelier francesi da Lelong a Schiaparelli, prima di aprire la sua casa di moda nel 1952.
Il successo fu immediato : Uno stile semplice e rigoroso, attento ai particolari e ai dettagli, dai tessuti agli accessori.
Il grande successo internazionale arrivò nel 1953, quando incontrò l’attrice Audrey Hepburn che diventò la sua musa ispiratrice e ambasciatrice del suo stile nel mondo. L’attrice indossò i suoi abiti, non solo nella vita, ma anche in indimenticabili film come Sabrina e Colazione da Tiffany.
La sua bellezza ingenua ed acerba si adattava perfettamente allo stile di Givenchy : elegante, classico, confortevole e sobrio. Givenchy si ritirò nel 1995, vendendo la maison alla Lvmh di Bernard Arnault.
L’Italia inizia ad operare nell’alta moda nel 1949, terminata la guerra. La moda italiana diventa un cult internazionale quando le sorelle Fontana vengono alle luci della ribalta grazie al vestito da sposa realizzato per Linda Christian in occasione del matrimonio con Tyrone Power.
Le sorelle Fontana realizzano il vestito da sposa linda Christian ; il matrimonio con Tyrone Power
1951 - Prima sfilata di Alta Moda a Firenze : città dell’arte
La prima sfilata alla quale si fa risalire la nascita dell’alta moda italiana, viene fatta a Firenze grazie al marchese Giovanni Battista Giorgini, che il 12 febbraio 1951 organizza nella sua villa fiorentina la prima sfilata di alta moda. Con cocciuta determinazione riesce a convincere i presidenti dei magazzini americani a venire a Firenze il giorno dopo le sfilate di Parigi e organizza un defilé con dieci stilisti italiani, ciascuno dei quali presentò diciotto modelli.
Un anno dopo, il 22 luglio 1952, la moda italiana realizza le sue sfilate nelle prestigiosa Sala Bianca di Palazzo Pitti. Parteciparono nove case di moda e sedici ditte di moda boutique e per il tempo libero.La Sala Bianca divenne un appuntamento fisso della moda italiana, durante tutti gli anni cinquanta.
Nacquero nuovi talenti, come Capucci e Valentino, ma la vera novità fu la stretta collaborazione tra sartorie, industria tessile e la moda boutique : una moda informale e apparentemente minore che non aveva un equivalente nella moda francese.
Dive Glamour e Moda italiana
In quegli anni gli americani prendono possesso di Cinecittà, da quel momento il cinema investirà molto sulle sorelle Fontana ma anche su nuovi stilisti nascenti dell’alta sartoria quali: Emilio Federico Schubert, Valentino, Roberto Cappucci, Iole Veneziani, Biki, Germana Marucelli ed Emilio Pucci per la moda-boutique.
Il boom degli anni 50 permette all’Italia di arrivare a competere con paesi come la Francia, da sempre leader nel settore. Tra i vari compratori, i responsabili dei grandi magazzini manifestano grande interesse per tutta la produzione italiana, non solo per l’alta moda, ma in maniera particolare per la moda da boutique e per gli accessori.
La consacrazione ufficiale giunge nel marzo 1955 sulle pagine di “Vogue USA”. La rivista dedica un servizio descrivendo con toni entusiastici la produzione italiana
Un eccezionale impulso verso l’autonomia della moda italiana rispetto ai modelli francesi, viene dato dalle attrici cinematografiche americane che in questo periodo popolano Roma : nuova “Hollywood sul Tevere,” ma anche dalle attrici italiane.
Sin dalle prime sfilate di alta moda, nelle quali convivono tendenze classiche e barocche, emerge la pluralità delle proposte dei sarti italiani le cui linee, nei primi anni del decennio, manifestano una notevole affinità con la moda francese e in particolare con quelle del couturier per eccellenza, Christian Dior.
Le linee degli anni 50
Nel 1952, gli abiti e le gonne presentano fondamentalmente due linee. Una linea promuove la gonna molto ampia tagliata a godets, a un quarto o mezza ruota, oppure a ruota intera, l’altra completa tailleurs dalla gonna molto stretta.
Spesso la vita è molto stretta e posizionata nel punto naturale, anche se non mancano proposte col taglio sotto il seno, ispirato allo stile “Impero”, di Jole Veneziani e Germana Marucelli di Milano.
Per la sera domina lo stile “Impero” con bustino molto stretto, ampia gonna sorretta da crinolina, uso di tessuti sfarzosi quali sete, rasi, velluti, tulle, broccati ricamati, e cosparsi di applicazioni di vario genere.
In Italia le sorelle Fontana e Schubert rappresentano gli interpreti più rinomati di questo stile ricco e ridondante.
Nel 1954, in sintonia con la linea “H” di Christian Dior, anche i sarti italiani si sbizzarriscono col lancio di nuove linee; la moda inizia a proporre un modello femminile più fluido e lineare, eliminando il busto e la crinolina.
Nel 1955/56 in Italia si afferma sempre più la linea affusolata, mentre in Francia si impone la linea” H”.la nuove linee si presentono con nomi fantasiosi quali, per esempio, colpo di vento, Arco Francescana.
Una novità di rilievo, nel panorama della moda italiana, consiste nell’uso di nuove fibre affiancate spesso da un uso alternativo di materiali di pregio quali pelliccia e seta. Jole Veneziani inserisce la pelliccia nelle bordature e nelle rifiniture; Roberto Capucci accostando tessuti tecnicamente diversi, realizza degli abiti-scultura.
Nel 1956 Capucci è giudicato il migliore sarto italiano, nel 1958 par la “linea a scatola”, gli viene assegnato l’Oscar della Moda negli Stati Uniti. La sua ricerca è incentrata sulla forma e sulla struttura dell’abito : adottando le regole della progettazione architettonica, egli crea delle
configurazioni di tessuto, vere e proprie opere artistiche, che hanno anche la funzione di abiti.
L’alta moda propone per il 1957, abiti privi di qualsiasi sostegno( busto o crinolina) che concentrano prevalentemente la ricchezza sul dorso. Dagli ateliers dei sarti emergono proposte incentrate su linee dritte, mosse da panelli che si allacciano con grandi bottoni ( Simonetta), o drappeggi a spirale ( Veneziani); Marucelli propone la linea a “Pannocchia”.
Dopo la linea a “Sacco” del 1958:59 si assiste al ritorno della naturalezza tramite linnee appena accennate con l’affermazione delle linee svasate, la cui ampiezza si concentra nella parte posteriore.
Gli abiti di boutique
La produzione di boutique ideata per il tempo libero, lo sport e le occasioni informali conosce gli onori nella prima cronaca nel 1951.
Questa moda è caratterizzata da capi pratici di ottima qualità , da un immagine giovane ricca di colori e da prezzi molto competitivi.
Le linee pulite ed essenziali facilitano la produzione per un mercato di massa, con tagli molto curati e materiali spesso innovativi, perfettamente adatti alla richiesta del mercato americano, soddisfacendo sia le esigenze di un pubblico piccolo borghese, sia di uno d’élite.
Tra i numerosi fautori del successo di questo settore si ricordano Emilio Pucci con i suoi stampati geometrici in sintonia con le tendenze artistiche del periodo che diventa il referente principale per la produzione di abbigliamento legato al mare, alla montagna, e al tempo libero. A partire del 1955 introduce materiami nuovi come il jersey di seta e le fibre elasticizzate.
L’importanza degli accessori e del maquillage.
Gli anni cinquanta rappresentano un periodo in cui, nella moda femminile, gli accessori assumono una considerevole importanza. Scarpe, borse, guanti, cappelli, ombrelli, accanto ai cosmetici hanno la precisa funzione di completare l’abbigliamento, che deve risultare perfetto sotto ogni aspetto.
Le calzature devono essere dello stesso materiale- pelle e tessuto- e colore della borsa. Salvatore Ferragamo e André Perugia sono i grandi creatori di scarpe.
Oltre alle famose borsette Chanel, e il kelly-bag di Hermes in Italia tra i nomi più rinomati del settore ci sono Gucci, Gherardini e Roberta di Camerino.
DATE DA RICCORDARE
1951 - Prima Sfilata del Made in Italy, organizzata a Firenze, a villa Torregiani, da G.B. Giorgini
1952 - Le sfilate fiorentine si trasferiscono nelle Sala Bianca di Palazzo Pitti, a Firenze – Givenchy apre a Parigi il suo atelier.
1953 - Givenchy propone “l’abito a sacco”.
1954 – Chanel riapre a Parigi la sua Maison, chiusa nel 1939, lanciando il suo famoso tailleur in tweed – Chiude la maison Schiaparelli – Esce il film( il selvaggio) con Marlon Brando: i jeans e il giubbotto di pelle nera diventano la divisa per i giovani anche oltre quegli anni 50.
1956 – Le sorelle Fontana realizzano per l’attrice Ava Gardner il pretino, abito dalla linea talare ripreso dal costumista Danilo Donati per l’attrice Anita Ekberg in una scena della dolce vita di Federico Fellini.
1957 – Muore Christian Dior e gli succede come stilista, Yves Saint-laurent.
1958 – Yves Saint-Laurent lancia la linea “a trapezio” – le Sorelle Fontana sono convocate ala Casa Bianca come rappresentanti italiane alla conferenza la Moda nel Mondo- Roberto Capucci con la creazione della linea a “scatola” si aggiudica l’Oscar della Moda, premio della Filene’s di Boston che, per la prima volta, viene assegnata ad un italiano.
MODA E CINEMA
Proprio questo decennio caratterizzato dalla moda così femminile, romantica e raffinata, ha ispirato tantissimi designer di oggi a creare le loro collezioni.
Guardando le sfilate di Miuccia Prada e Marc Jacobs sembrava di vedere i vecchi film con Grace Kelly, Ava Gardner, Rita Hayworth, Audrey Hepburn, Marilyn Monroe.
Per prepararsi alla prossima stagione anche culturalmente, respirando l'aria degli anni 50, si può riguardare uno dei più bei film di quell'epoca, anche dal punto di vista della moda, "La contessa scalza". Gli abiti indossati dall'attrice Ava Gardner, creati nell'atelier italiano delle sorelle Fontana, sono dei veri capolavori.
Filmografia Moda anni 50 e cinema :
- Eva contro Eva, Joseph L. Mankiewicz, 1950 con Bett Davis
- Orphée, Di Jean Cocteau, 1950 – il mantello della morte è disegnato da Balenciaga.
- Vacanze romane, di Billy Wilder, 1953 – con A. Hepburn e G. Peck oscar par i costumi a Edith Head.
- Sabrina, di Billy Wilder, 1954 – con A. Hepburn e H. Bogart, oscar per i costumi a Edith Head.
- La finestra sul cortile, di Alfred Hitchcock, 1954 con Grace Kelly e James Stewart.
- Aria di Parigi, di M. Carné, 1954 – i costumi di Marie Deams sono di C. Balenciaga.
- Quando la moglie in vacanza, di Billy Wilder, 1955 con Marilyn Monroe.
- La sposa troppo bella, di Gaspard-Huit, 1955 i costumi di B. Bardot sono di Pierre Balmain.
- Caccia al ladro,di Alfred Hitchcock – con Grace Kelly, e C.Grant; i costumi sono di Edith Head.
- La amiche, Michelangelo Antonioni, 1955.
- Anastasia, di Anatole Litvak, 1956 – i costumi di Ingrid Bergman sono di C. Balenciaga.
- Alta società, di Charles Walters, 1956 – con Grace kelly, Bing Crosby e Frank Sinatra.
- Il cigno, di Charles Vidor, 1956 – con Grace Kelly.
- Piace a troppi, di Roger Vadim, 1956 – con Brigitte Bardot.
- Il testamento di Orfeo, di Jean Cocteau, 1959 l’abito della signora Wessweller è di C. Balenciaga.
- Colazione da Tiffany, di Edwards Blake, 1961 – i costumi di A. Hepburn sono di Givenchy.
- Un posto al sole, di G. Stevens, 1951 – con E. Taylor, costumi di Head.
MODA E ARTE DEGLI ANNI CINQUANTA
L ‘arte informale si sviluppa, in Europa e negli Stati Uniti, non come movimento unitario ma come una serie di linguaggi, tesi ad eliminare la forma nell’arte.
La fase dell'astrattismo geometrico, ormai portata alla perfezione da Rho e Radice in Italia e da Mondrian e Malevic in Europa, richiedeva un superamento e ciò avvenne con l'introduzione del gesto.
L’Informale Gestuale : nasce negli Stati uniti seguendo le intuizioni di Jackson Pollock, Riopelle e Dubuffet, molti artisti italiani svilupparono un percorso creativo dove il colore veniva liberamente portato sulla tela con gesto spontaneo. : i colori gocciolavano in maniera casuale sulla tela,stesa a terra, in una sorta di danza tribale che libera le energie interiori. Le tele di Pollock sono un groviglio ed un intreccio di segni dinamici e segni di colori.
Lo Spazialismo : un aspetto del tutto originale dell'astrattismo italiano nasce dall'intuizione di Lucio Fontana che partendo dal "Manifesto Blanco" scritto a Buenos Aires nel 1946 teorizza un nuovo rapporto fra la luce, lo spazio e la tela, sino ad arrivare al gesto rivoluzionario del "taglio", eseguito in diverse quantità e posizioni : verticali, orizzontali, obliqui, e paralleli. Il colore di queste opere è monocromo, al più, bi-cromo.
Fonte:
http://www.vizavi-edu.it/uploads/pfiles/clil%20abito%20anni%2050%20storia%20della%20moda.doc
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