Glossario tessile
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Glossario tessile
GLOSSARIO TESSILE
ABBINATO (o BINATO):
Dicesi di due o più
ACCOPPIATO (o DOPPIATO):
Dicesi di due differenti tessuti che vengono usati uniti (mediante cucitura o incollatura) per formare il diritto e rovescio di un capo, rovesciabile o meno. ? un falso "double face".
ACETATO:
Filo continuo derivato dalla cellulosa. Caratteristiche: mano morbida e delicata,aspetto serico, colori vivi e brillanti, buone doti di traspirabilità, igroscopicità, antistaticità e comfort. Impieghi: nell'abbigliamento femminile (abiti, camicette, velluti) anche in mischia con altre fibre, nelle fodere, nella maglieria esterna estiva, cravatte,nastri, rasi, passamanerie e broccati per l'arredamento.
Sembra che l'acetato sia stato impiegato per la prima volta nel 1921. Da allora, questa fibra è rimasta a lungo confinata nel settore Fodera. Il suo impiego è molto cresciuto: l'8,3% della produzione totale di fili continui.
I motivi sono in un sempre maggiore interesse per le fibre naturali man-made. Nella tendenza verso tessuti serici e brillanti. Nell'orientamento verso capi non solo belli, ma confortevoli.
Tutte caratteristiche che l'acetato racchiude in ogni singolo filo.
- è una fibra creata dall'uomo (artificiale, non sintetica)
- è una fibra di origine naturale
- è completamente biodegradabile
- è anallergico, traspirante e antistatico
- è utilizzato in quasi tutti i tessuti per abbigliamento, dal prêt-à-porter all'alta moda
- è utilizzabile in mischia con qualsiasi altro filato, naturale e sintetico
- è morbido e confortevole, con eccellente mano e drappeggio
- è brillante nei colori sia nella versione lucida che opaca.
A GIORNO (franc. a jour):
Termine generico per indicare i tessuti traforati per effetti di tessitura o di ricamo (orlo a giorno).
AGNELLINA
Nome generico di tessuti (oggi soprattutto in fibre sintetiche) imitanti il pelo di agnellino, usati per interni, baveri, guarnizioni.
ACRILICA:
fibra costituita da macromolecole, prevalentemente di acrilonitrile, in genere usata sotto forma di fiocco, in puro o mista con lana o cotone; disponibile anche come microfibra. Caratteristiche: leggerezza, morbidezza, voluminosità, mano lanosa e calda, elevata coibenza termica. Facile manutenzione, irrestringibilità. Ottima resistenza alla luce solare e agli agenti atmosferici. Inattaccabile da muffe, microrganismi, tarme. Ottima tingibilità nei colori più brillanti e nelle sfumature più delicate. Buona resistenza allo stropicciamento. Impieghi: maglieria esterna, intima, calzetteria, aguglieria: elevata voluminosità, nitidezza di punto, elevato comfort. Facilità di lavaggio e di asciugatura senza infeltrire. Tappeti, tessuti e velluti per arredamento: lunga durata, resistenza allo sporco, facile pulitura; resilienza del pelo che non si ammacca. Tende per esterno: ottima resistenza alla luce solare, alle muffe Ed agli agenti atmosferici. Tessuti a pelo per interni e pellicce: leggerezza, morbidezza, praticità.
AGUGLIERIA:
Sono così chiamati i filati destinati alla produzione di gomitoli da lavorare a mano.
ALCANTARA
Originariamente nome spagnolo di una varietà di ovini locali; oggi marchio di un tessuto sintetico scamosciato molto fine.
ALPACA:
Fibra naturale ottenuta dal pelo dell' animale omonimo, un camelide, molto simile al llama ma più piccolo. E' allevato in greggi sugli altipiani andini.La resa media è di 300 grammi di pelo per animale. Il vello è molto simile a quello della capra d'angora, ruvido e lungo all'esterno, morbido e lanoso nel sottopelo. Il preziosissimo sottopelo ha un diametro di 14 micron.
ALPAGAS (o ALPACA)
Da alpaca, fibra animale; si designano così impropriamente i tessuti cardati e a pelo fatti con questa fibra; ancora più inesatto denominare così i tessuti in mohair, lucidi e brillanti, che una volta venivano fatti in miste di alpaga e cotone, o lana.
ANGORA:
Si pensa che la razza dei conigli d'Angora ( così chiamati per la somiglianza del loro pelo con quello delle capre e dei gatti d'Angora ) abbia origine da una mutazione genetica avvenuta in Francia nella prima metà del Settecento. L'allevamento di questi roditori è particolarmente intenso in Cina, dove il loro pelame bianco serico viene tosato ogni tre mesi per ottenere in media 300 grammi di fibra. Lucente, morbido e caldo; si usa in genere mescolato alla lana perché delicatissimo e poco resistente alle cuciture.
ARGYLE:
Motivo a forma di losanga (rombo) solitamente a jacquard in diversi colori.
ARMOURE'
Dicesi del tessuto trattato con la "ratiere", dove gli intrecci e armature sono coperti dal pelo ratinato.
ASTRAKHAN
Tessuto a pelo imitante l'omonimo agnellino persiano, oggi raramente usato nell'abbigliamento femminile o per interni.
BAIADERA
Nome di un tessuto a strisce multicolori di origine indiana; oggi indica il disegno o stampa a fasce multicolori parallele in trama.
BATIK (o BATIC)
Tessuto giavanese stampato a mano proteggendo con cera le parti che non vanno tinte; il disegno, chiaro su fondo scuro, caratterizzato da sbavature e strisciature, viene oggi imitato da stampe nostrane.
BATISTA
In inglese Cambric o Cambrai, dal nome della città francese, indica una tela di cotone o lino, leggera, morbida e trasparente di filati sottili e mercerizzati, usata per biancheria.
BAMBAGIA (o OVATTA)
grosso cotone pettinato in nastro, o in fiocco, usato per interni sartoriali.
BARACANO
Stoffa grossolana e spessa di lana di capra, impermeabile e resistente, usata da beduini e arabi per mantelli; da cui il nome della cappa-mantello, detta anche BOURNOUS. BARATHEA
Nome inglese di un pettinato a costa di trama spezzata, in lana-cotone, o lana-mohair, simile ai DRAPÈ.
BARRATURA:
Difetto del tessuto a maglia nel senso orrizontale causato da diversi fattori quali: tensione irregolare o difetto del filato, azione irregolare degli aghi o altri fattori meccanici.
BEAVER (pron. biver) o CASTORINO
Stoffa pesante di lana per cappotti maschili, cardata "a pelo" orientato, morbida e vellutato come nell'animale.
BEMBERG
Marchio registrato della fibra cellulosica cupro, prodotta nello stabilimento Bemberg di Gozzano, secondo il processo cuproammoniacale. Viene utilizzata soprattutto in tessitura per fodere di alta qualità, tessuti per arredamenti molto pregiati, velluti per abbigliamento, cravatte, foulards, etichette.
BENGALINO (o BENGALINES)
Tessuto ad effetto REPS, cioè a piccole coste di trama, simile al faille ma più pesante, per abbigliamento e arredamento.
BERMUDA
(dall'omonima isola) Pantaloni al ginocchio, generalmente stretti.
BIRD'S EYE:
Vedi "OCCHIO DI PERNICE".
BLAZER (pron. blèser)
Esattamente è il tessuto a righe o fasce verticali colorate usato per giacche sportive, senza risvolti magari, distintive di clubs o colleges; oggi questo nome viene usato per indicare lo giacca, non solo doppiopetto, elegante o sportiva, in tinte unite scure.
BLUSA (dal franc. blouse)
In origine grossolana camicia di tela, portata come sopraveste da lavoro.
Da cui BLOUSON, giubbotto, camiciotto per uomo, e BLUSETTA,
camicetta o camiciola femminile.
BOLERO
Corto giacchetto tipico spagnolo, non allacciato e staccato dal torace, che non raggiunge la vita; abbigliamento e pellicceria femminile.
BORRA o DUVET o SOTTOPELO o TIFLIT:
Preziosa coltre protettiva (nelle capre cashmere e camelidi in genere) sottostante al pelo di superficie (lungo ed ordinario) che ripara l'epidermide degli animali che vivono nei climi freddi; è costituita da fibre corte e finissime e rappresenta la parte nobile usata dall'industria per la realizzazione dei prestigiosi manufatti di cashmere e cammello.
BOUCLÈ (pron. bucIè)
Propriamente è un filato arricciato irregolarmente che forma piccoli anellini, nodini arricciati, usato in maglieria e laneria; da cui il nome al tessuto cardato per donna, di gusto sportivo, peso medio o invernale, con superficie molto mossa da ricciolini, anellini, ecc.
BOURETTE (pron. buret)
Cascami di seta che danno il nome ad un tessuto fantasia, generalmente misto, con superficie irregolare caratteristica per i nodini o fiocchettini di cascami incorporati nel filato.
BOUTONNÈ (o BOTTONATO)
Piccoli bottoni, cioè polline e grumi di pelosità si formano durante la filatura e si incorporano nel filo; questa tecnica viene sfruttato per realizzare in filati fantasia un effetto di polline, ingrossamenti, anche di diverso colore; questi filati sono usati sia in maglieria sia in tessuti come DONEGAL, KNICKERBOCKER.
BRILLANTINE (o BRILIANTÈ)
Tessuto di cotone simile al popeline, detto anche lustrino, unito o mosso da piccoli disegni lucidi di tessitura.
BROCCATELLO (vedi anche DAMASCO)
è un broccato leggero, tessuto a jacquard con doppio ordito e trama su fondo raso, con disegni a rilievo ben delineati; originalmente era di gran lusso, usato più per arredamento che altro, oggi si ottiene anche in versioni più semplici, ma sempre pregiate.
BROCCATO
Tessuto pesante e molto ricco, generalmente di pura seta, ottenuto con trame supplementari che danno un effetto a rilievo nei ricami su fondo rasato e lucido, spesso in oro e argento;
ancora oggi talvolta tessuto a mano, trova impiego più in arredamento che abbigliamento.
BRONG:
denominazione dello yak in Nepal.
BRONG-DRI:
denominazione della femmina dello yak in Nepal.
CA BAN È
il classico giaccone con tasche in petto.
CACHEMIRE:
Fibra ottenuta dalla lana delle capre allevate nelle zone del Tibet, sugli altipiani della Mongolia ( le più pregiate ) e in Iran ( le meno pregiate ). Il colore è generalmente bianco, ma vi sono soggetti marroni, tendenti al grigio,al bruno e al rossiccio . Il tessuto può essere cardato (morbido, resistente, quasi sempre follato) e pettinato ( leggero, molto resistente ed esente dal fenomeno "pilling").
CACHEMIRETTE (pron. casc-miret)
Indicava un tessuto misto cotone-lana di tipo economico, ma a mano morbida; oggi denominazione di fantasia per tessuti misti di varia composizione, senza precisi requisiti, così come si chiamano ANGORETTE stoffe di tipo corrente, miste Angora.
CADY (o CADI')
Tessuto pettinato, di cotone, lana o altre fibre, usato per abbigliamento; elegante.
CALANDRATURA:
E' un procedimento mediante il quale si fa passare un tessuto sotto cilindri rotanti per renderlo più compatto e lucido.
CAMMELLO (pron. casc-mir) (o KASHMIR):
Tessuto lavorato con il pelo del camelide a due gobbe, che vive nei deserti dell'Asia centrale. Il pelame è di due qualità: quello di superficie, più grossolano, può raggiungere i 37,5 cm di lunghezza, con un diametro di 20-120 micron; quello sottostante, molto fine e morbido con grandi proprietà termiche, è lungo di 2,5 ai 12,5 cm. In genere è di colore rossastro e bruno chiaro. Il pelame del dromedario, che ha una gobba sola e vive in Africa e nella penisola arabica, è più grossolano e più scarso.
Caratteristiche: molto caldo e morbido , ma più delicato di un loden e meno delicato del cachemire.
CANADIENNE
Il giaccone pesante con interno e collo in pelo, ampi tasconi, cintura, originalmente usato dai cacciatori canadesi.
CANAPA:
Pianta erbacea col fusto alto da 2 a 6 metri. Le sue fibre devono essere sottoposte a macerazione prima delle operazioni di filatura e tessitura; si presta alla produzione di tessuti piuttosto ruvidi (tela da sacchi e da vele) o di corde; ora è di moda nell'arredamento, mentre in passato si adoperava per la biancheria.
CANNETE' (Bedford cord):
E' una stoffa classica, poco conosciuta in Italia, utilizzata in tinta unita. Ha una particolare armatura a canneté con filati pettinati.
Peso: da 450 a 500 gr.
Usi: soprattutto pantaloni.
Caratteristiche: è molto resistente, non si sgualcisce ed è particolarmente adatto per attività sportive come caccia o equitazione.
CANAPINA
Tessuto greggio, originariamente di canapa e cotone, molto apprettato, usato come sostegno e rinforzo sartoriale; oggi in materiali sintetici.
CANAPONE
Denominazione di fantasia oggi usata per indicare stoffe a intreccio grosso e marcato (nattè, panama) che possono ricordare lo canapa.
CANGIANTE
Dicesi dei tessuti, ottenuti da filati lucidi e ritorti, anche di colori accostati, che sembrano cambiare colore per effetto di luce col mutare dell'angolo di visuale.
CANNELÈ (a CANNELLATO)
Dicesi genericamente dei tessuti scannellati, a coste distanziate, di solito robusti e compatti: oppure della lavorazione a cannoncini di capi di abbigliamento.
CANNETÈ
Si indicano casi i tessuti di cotone a coste, più marcate del popeline e gabardine, ma più leggere del CANNELÈ.
CAPPELLO DA PRETE (Barley corn):
Una particolare armatura detta cappello da prete (perché il suo disegno richiama il tricorno dei preti del Settecento) con una base batavia; il filato è cardato. Più che di un tessuto si tratta infatti di un tipo di disegno, ottenuto con il contrasto di ordito e trama.
Peso: da 350 a 400 gr.
Usi: abiti e giacche. E' infatti un classico per giacche sportive, specialmente di lambswool e cachemire.
CARDATURA:
E' un'operazione fondamentale nel ciclo della filatura e serve per sciogliere e separare bene le fibre una dall'altra, per liberarle dalle impurità. Le fibre vengono così disposte in un unico corpo cilindrico che, assotigliandosi gradualmente nei vari processi di filatura, dà origine al filato. Un filato cardato è un filato non pettinato. In genere è prodotto con fibre corte, disposte in maniera non parallela, ed è meno uniforme. Un tessuto cardato, di conseguenza, è un tessuto che è stato ottenuto con filati cardati.
CARDIGAN
Giacca di lana in maglia.
CASENTINO
Panno di lana originario dell'omonima zona toscana, rustico ma soffice, con pelo di media altezza leggermente ratinato.
CASHMERE:
Capra produttrice dell'omonimo pelo. Originaria dell' India del nord, provincia di Kashmir. Viene allevata in Tibet, Cina, Mongolia, Iran; gli animali di quest'ultima nazione producono cashmere più ordinario e quindi meno pregiato di quello cinese e mongoliano.
CAVALRY TWILL (pron. càvalri tuil) :
Il termine inglese significa "cavalleria". Armatura a levantina con filati pettinati.
Peso: da 400 a 500 gr.
Usi: per la sua elasticità è adatto ad un abbigliamento sportivo; è anche largamente utilizzato per divise militari.
Caratteristiche: è leggermente elastico e deve avere una mano compatta. Non presenta particolari inconvenienti ed è adatto a pantaloni di grande usura. Una variante a coste più pronunciate è il Tricotine, chiamato così perché imita nell'aspetto la maglia.
CHANEL (pron. scianel)
Fra le sue innumerevoli creazioni (va ricordato che Cocò Chanel lanciò nella moda il jersey, sino allora non ritenuto adatto per l'abbigliamento) resta famoso il gusto delle stoffe da lei ideate e disegnate - intrecci marcati multicolori - che porta sempre il suo nome. CHARMEUSE (pron. sciarmès)
Indica sia rasi di seta molto brillanti, sia tessuti a maglia di tipo indemagliabile, usati per abbigliamento femminile.
CHEVIOT (pron. sceviot)
Il nome di una razza ovino scozzese che dà una lana ruvida; si chiamano così i tessuti invernali, cardati o semipettinati abbastanza pesanti, compatti e caldi, ma non soffici, caratterizzati dal disegno spigata alternato a filetti colorati e righine.
CHIFFON (pron. sciffon)
Il più fine e leggero tessuto che esista (gr. 40-50 al metro), di seta o altre fibre finissime, in filati molto ritorti e sottili, trasparente come un velo, per abbigliamento femminile.
CHIMONO
Caratteristica veste giapponese con ampie maniche a sacco e con scollatura sciallata.
CHINÈ (pron. scinè) Genericamente significa screziato, sfumato, striato (per stampa o tintura); dicesi anche del filato stampato in matassa a più colori, per ottenere in catena un effetto screziato del tessuta.
CHINTZ (dall'ingl. pron. cinz)
Tessuto chiamato anche CALANCA,
è un cretonne stampato a colori con superficie lucido e liscia ottenuta mediante ceratura a resinatura, usato soprattutto in arredamento.
CIMOSSA (detta anche LISIERA o meglio VIVAGNO)
È il bordo laterale della stoffa, in genere più fitto e resistente, nel quale talvolta viene intessuto la marca del fabbricante o altro (cimossa parlata).
CINIGLIA (in franc. e altre lingue CHENILLE)
Filato ritorto molto gonfio in quanto trattiene, fra i capi, ciuffetti di pelo ritto e voluminosa, ottenuto con tecniche particolari; l'omonimo tessuto è simile ad un velluto ma più morbido e aperta.
CIMATURA:
E' un'operazione di taglio, con la quale il pelo residuo sulla superficie del tessuto viene rasato o reso di lunghezza uniforme.
CIRCULAR KNIT:
vedi "maglia circolare".
CIRE' (pron. sirè)
Vuol dire cerato, dicesi di stoffe oggi spalmate o impregnate di resine sintetiche che danno una superficie liscia, lucida, quasi plastificata, quindi molta usate per impermeabili.
COMPACT:
Vedi: "KOMPACT"
COMPLETO
Dicesi dell'abito, maschile o femminile (in questo caso tailleur) fatto in tutti i suoi componenti con la medesima stoffa.
COMPOSÈ
Dicesi dell'abito composto, in due o tre pezzi diversi ma combinati appositamente; si dovrebbe dire SPEZZATO per l'uomo, COORDINATO per la donna.
CORD
Tessuto pettinato, talvolta anche cardato, di lana o cotone, simile al velluto a coste cilindriche in ordita, usato per pantaloni, uniformi, abbigliamento casual, ecc.
COTONE:
dall'arabo Katun (parte delle terre conquistate), dopo il lino e la lana è la fibra tessile più antica. I cotoni si classificano a seconda del titolo, mentre la lunghezza della fibra ne determina la qualità: più è lunga, più il cotone è lucente, resistente e pregiato. La lunghezza della fibra, cioé il taglio, può misurare da meno di 20 a più di 40 millimetri. La varietà chiamata Superfine St. Vincent raggiunge i 50 e 60 millimetri.
Una maglia di Filo di Scozia , utilizza cotoni finissimi, pettinati e ritorti, garantendo brillantezza e resistenza.
La fibra di cotone non è elettrostatica, non infeltrisce, ha altissima igroscopicità, per cui assorbe la traspirazione , non irrita la pelle, non produce allergie e si può stirare ad alte temperature. La mercerizzazione con sostanze alcaline aumenta la brillantezza e la non restringibilità; la sanforizzazione rende il tessuto irrestringibile e l'indantren assicura la permanenza dei colori.
COVER (anche COVER-COAT) (ingl. pron. covercot)
Significa soprabito, spolverino, e quindi il relativo tessuto di peso medio, fatto con filati ritorti a più capi, e coste ben evidenti. Per giacche e soprabiti, anche impermeabili.
COTELE
Ovvero "a coste", si dice di tutti i tessuti caratterizzati da righe in rilievo, separate da solchi o da zone lisce.
CORDONETTO
Filata per maglieria, a cucirino, composto di più capi ritorti, ciascuna a sua volta ritorto semplice: liscio, compatto, robusto.
CREPE (CRESPO)
Nome generico dei tessuti di vario tipo, peso e origine, dal caratteristico aspetto granuloso, increspato, ondulato e comunque mosso; che può essere ottenuto anche per effetto di armatura, ma più spesso per effetto dei filati omonimi, che grazie alla torsione forzata molto alta creano queste increspature. Ne esistono numerosissime varianti, di aspetto anche molto dissimile, in genere si tratta di tessuti più leggeri, resistenti alla gualcitura perchè nervosi e scattanti. Nato nel campo serica il crespo viene realizzato oggi in tutte le fibre, per confezioni estive - specialmente femminili - e da sera. Più note varianti: Crèpe-de-Chine (pron. crep-dscin) più compatto e pesante, ben drappeggiabile, ottenuto con l'impiego di trame a torsione alternata, spesso stampato. Crèpe georgette (pron. crep sjors'jet) leggero, trasparente, arioso, a grana finissima, leggermente ondulato, solitamente unito. Crèpe satin (pron. crepsatèn) morbida, rasata, lucido. Crèpe marocain (marocchino) Il più pesante di tutti, con filato di trama più grosso dell'ordito che crea un effetto di costine ondulate.
CREPELLA (o CRESPELLA)
Nome corrente per tessuti, specialmente di lana, per donna; leggere, crespate, poco gualcibili. CROSSBRED (ingl. pron. crossbred) o CROISÈ (franc. cruasè)
Indica le lane incrociate, meno fini delle merinos ma robuste e nervose; è un tessuto maschile realizzato con lane omonime filate in moulinè.
CUPRO:
Fibra ottenuta dai linters di cotone trattati secondo il processo cuprammonio, prodotta come filo continuo. Caratteristiche: mano morbida e particolarmente serica, brillantezza dei colori, buona resistenza all'usura, ottima traspirabilità e igroscopicità. Antistatica e di grande comfort. Impieghi: foderami, abbigliamento serico, arredamento, biancheria intima e maglieria, etichette e nastri.
DECATISSAGGIO:
Si esegue talvolta dopo la calandratura per attenuare, con getti di vapore, la lucidità eccessiva di una stoffa. Lo stesso nome indica una serie di importantissime operazioni necessarie a stabilizzare i tessuti per la fase di confezione. Si tratta soprattutto di vaporissaggi liberi o a imbibizione di acqua, che servono a eliminare le tensioni residue della tessitura e del finissaggio.
DAMASCO, DAMASCATO
È un tessuto jacquard di origine orientale (braccato di Damasco) originariamente fatto a mano, molto pregiato, con armatura e tessitura più stretta e rigida rispetta al braccato. In genere è realizzato in un unico colore con filati brillanti che creano disegni a rilievo chiaro-scuri. Usato in arredamento e abbigliamento femminile.
DAMIER (o DAMIÈ) (ingl. block-ellect)
Disegno a scacchi o quadri alternati e contrastati, piccoli o medi, come una scacchiera.
DEGRADÈ
Dice dell'effetto coloristico sfumato che digrada verso un bordo, da toni intensi e accesi sino a chiarissimi; si può dire sfumato.
DEX SILK / MICRO SILK:
Modalità di manutenzione di queste due SPALMATURE:
- NON utilizzare manichini a vapore.
- Lavaggio a mano solo in acqua tiepida (30°C)e con saponi a PH neutro.
- Asciugatura del capo appeso dopo aver eliminato l'acqua in eccesso.
- Stiro a rovescio , 1 punto , con calore debole ed eventualmente con panno di protezione.
DOESKIN (letteralmente dall'inglese: pelle di daino)
Una variante di fustagno pesante di cotone garzato e follato che imita la pelle di daino scamosciata.
DONEGAL
Un tweed originario irlandese fatto amano; oggi oltre che cardato si fa anche in semipettinato; caratteristico per l'aspetto ruvido e sportivo e la mano dolce, e con superficialmente tanti "bottoni" colorati. Oggi si fanno anche donegal di peso medio-leggero o estivo.
DOPPIONE (Shantung):
Tessuto di seta dall'aspetto ruvido, caratterizzato da nodi, che sono un'irregolarità prodotta dal fatto che un baco solo fila due bozzoli. Si tratta di un difetto ma, vista la relativa rarità, è considerato un pregio. E' un tessuto che non si stropiccia, resistente all'usura ed elastico. Non è delicato come gli altri tessuti di seta. Quello di cattiva qualità si riconosce perché ha irregolarità artificiali create con cascami di seta, che si pelano facilmente.
DOUBLE FACE (pron. dublefas)
Doppia faccia, tessuti composti che presentano due facce completamente diverse.
DRAPÈ o DRAP (da cui drappo)
È un panno di lana finissima pettinata, morbido, con un leggero pelo setoso, più o meno lucente, tradizionalmente usato per abbigliamento elegante, anche in campo femminile.
DRILL
Definisce genericamente in inglese tessuti diagonali, di cotone o seta, robusti, uniti, anche spinati, per camiceria, abbigliamento.
DROMEDARIO (CAMMELLO ARABO):
Questo animale, che vive essenzialmente in Africa ed in Asia, appartiene alla famiglia dei Camelidae Cray (come i cammelli sud-americani). Il dromedario si differenzia dal cammello (o cammello bactriano) poichè ha una sola gobba. Il pelo del dromedario è usato nell'industria tessile al pari di quello del cammello.
DUCHESSE
Varietà di raso, o tela rasata, pesante, lucido, fastoso.
DUVETINE (pron. diuvtin)
Tessuto femminile compatto ma leggera, garzato, soffice e vellutato (più del velour e delle flanelle) per abiti e mantelli.
ELASTAN:
vedi: "POLIURETANICA".
ETAMINE
Tessuto molto aperto, di cotone o fibre chimiche, rado e trasparente ma robusto, usato principalmente per tendaggi, come supporto per ricami, come rinforzo in sartoria.
FAGLIA (a FAILLE)
Tessuto per donna (ma anche per abbigliamento maschile) tipo taffetà, ma a grana più marcata, di peso medio a pesante, abbastanza sostenuto, realizzato in seta o altre fibre.
FIAMMATO (a FLAMMÈ)
La "fiammatura" è un ingrossamento irregolare, a forma di minuscolo siluro, che si forma per difetto tecnico sul filato. Sfruttando volutamente tale difetto si creano filati fiammati che presentano ingrossamenti ad intervalli voluti, e con i quali si fanno capi fantasia in maglieria o tessuti come lo SHANTUNG. Si dicono fiammati tutti i tessuti che presentano tale caratteristica.
FIANDRA
Tessuti di lino molto pregiati, che provengono dalla omonima regione belga.
FIBRE CHIMICHE:
Le Fibre Chimiche Artificiali:
Si ottengono trattando la cellulosa naturale di piante diverse (la stessa che costituisce le fibre vegetali), opportunamente trasformata e sciolta con solventi, e successivamente filata sotto forma di fibra tessile in filo continuo oppure in fiocco (fibra discontinua).
Coprono attualmente in europa circa l'11% dei consumi dell'industria tessile.
(Modal, Acetato, Cupro, Lyocell, Viscosa ...).
Le Fibre Chimiche Sintetiche :
Fibre derivate da sostanze organiche di sintesi che vengono polimerizzate ottenendo lunghe catene molecolari (macromolecole) filabili sottoforma di filo continuo o di fiocco (fibra discontinua). Coprono attualmente in europa circa il 55% dei consumi dell'industria tessile.
( Acrilica,Modacrilica,Poliammidica, Poliestere, Polipropilenica, Poliuretanica).
FIBRE NATURALI:
Sono le fibre tratte da materiali esistenti in natura e utilizzate mediante lavorazioni meccaniche, ma senza modificarne la struttura.
Sono di origine vegetale (cotone, canapa, juta, ramiè, sisal, cocco, ginestra, ibisco), animale ( lana, angora, alpaca, cachemire, cammello, mohair, lama, vicuna, ecc.) o minerale ( amianto vetro tessile, fili metallici.).
FILATO:
Il filato si ottiene dalle fibre tessili, che possono essere di origine animale , come la seta e la lana, o vegetale, come il cotone e il lino. Le fibre chimiche si dividono a loro volta in artificiali, come il raion, e in sintetiche, come il poliammide e il poliestere.
FILATURA:
La fibra, dopo una serie di operazioni preparatorie, tra cui la pettinatura, ma non sempre, viene filata meccanicamente, in questa fase viene determinato il titolo del filato, vale a dire il rapporto tra la lunghezza e il peso.
FINEZZA (GAUGE):
Termine che indica la dimensione del punto maglia, più è grande il valore minore è la dimensione della maglia. Questo valore viene determinato dal numero di aghi presenti in un certo "campo": nella maglieria circolare è il numero degli aghi in 1 pollice (1 inch = 2,54 cm).
FIL COUPÈ
Armatura speciale, o meglio tecnica speciale di disegnatura, che prende il nome dal fatto che vengono tagliati i fili di slegatura.
FILET
In francese, merletto, trina, pizzo a rete.
FLISELINA
Materiale tessile non tessuto, che si attiene da un velo di fibre aggrovigliate e disordinate, legate da speciali collanti in più strati; usata come rinforzo, per interni, ecc.
FLANELLA
Un classico fondamentale dell'abbigliamento, di peso medio o leggero, con struttura abbastanza compatta, mano morbida e calda, follata e garzata. La FLANELLA PETTINATA è più resistente, più fine, ma risente maggiormente dell'usura superficiale. La FLANELLA CARDATA, chiamata anche VIGOGNA, è morbida e delicata, e se realizzata con lane fini è considerata molta elegante. Esistono infinite varietà di flanelle di cotone, anche per camiceria. FLOCCATO
Tessuto (ma può essere anche altro supporto, carta o plastica) sul quale, per mezzo di collanti, si applica una corta e fitta peluria.
FOLLATURA:
E' un processo di infeltrimento con il quale si sollevano le fibre del tessuto , immerso in speciali vasche dette FOLLONI. Le fibre vengono quindi battute e appiattite meccanicamente.
FRESCO
Detto anche fresco-lana è un tipico tessuto pettinato per usi estivi (300-400gr.), in quanto realizzato in armatura tela, aperta e aerata con ritorti a 2 o 3 capi, che lo rendono particolarmente ingualcibile, nervoso, resistente. Erroneamente usato per definire ogni stoffa leggera.
FRISÈ
Dicesi di tessuti con filato molto ritorto, cresposo, con "bottoncini" che rendono la superficie irregolare.
FUSTAGNO
Robusto tessuto di cotone realizzato con filati molto resistenti, garzato e peloso sul dritto sì da assomigliare ad uno scamosciato. Ne esistono molte varietà di tipo e peso diverso, a superficie liscia, più o meno vellutato. Le varianti sono anche chiamate con nomi inglesi, come BEAVERTEEN, DOESKIN, MOLESKIN.
GAUGE:
Vedi "FINEZZA".
GARZATURA:
E' un operazione, riservata ai tessuti di lana per uso esterno, con la quale si produce una specie di peluria direzionata, per renderli più impermeabili; il Beaver loden é per l'appunto un tessuto garzato. Si ottiene facendo scorrere il tessuto sotto cilindri girevoli rivestiti di punte metalliche, che sollevano le fibre del filato formando la peluria. Fino a qualche anno fa e ancora oggi in poche fabbriche con produzione di alta qualità, al posto dei cilindri metallici si inseriscono cardi vegetali, piante caratterizzate da un alto numero di piccoli uncini naturali.
Giro Inglese
Tessuto di gran pregio con trama alternata da fasce di fili bianchi con fili colorati e impreziosito da una lavorazione "cellulare" che lo rende decisamente esclusivo.
GESSATO
(ingl. chalk striped, pron. cialc-straipd) Disegno a righe verticali chiare leggermente sbiadite su fondi scuri, che sembrano tracciate col gesso; usato su flanelle o pettinati follati classici.
GABARDINE
È uno dei tessuti base dell'abbigliamento, elastico e resistente, ad armatura diagonale, con struttura serrata e liscia, ben rasata. L'ordita è di doppia densità rispetto alla trama, i filati sono molto fini e ben ritorti. I pesi possono variare sensibilmente, dai tipi quasi estivi sino al tipo pesante, e così pure le qualità, connesse anche al tipo di tintura adottato: impiego prevalentemente per abiti, pantaloni e gonne, soprabiti, impermeabili, ecc.
GALLES Più esatto dire "Principe di Galles", è il disegno caratteristico ad intreccio quadrettato di ispirazione scozzese, applicato in moltissime varianti ai tessuti per abbigliamento. È costituito in genere da combinazioni di MILLERIGHE con EFFETTO STELLA o PIED-DE-POULE, a GRISAGUE con DAMIER, con migliaia di possibili variazioni che dipendono dal gusto e dall'abilità dei disegnatori, in rapporto più o meno grande, in armature diverse (in tela più secco e nitido, in batavia più sfumato) in cardati e pettinati, in stoffe leggerissime o in pesanti cardati pelosi.
GARZA
È anche una speciale qualità di tessuto molto aperto e rado, di cotone, usato per tendaggi, velari, bende e fasciature; anche in abbigliamento e camiceria si usano garze, staffe rade e aperte.
GLACÈ (pron. glassè)
Ovvero ghiacciato, dicesi del filato (o tessuto) lucidato a cera.
GOBELIN
(pron. goblèn) a differenza dell'ARAZZO, il gobelin autentico è realizzata con ricamo manuale, e riproduce quadri e dipinti.
GODET
In francese letteralmente ciotola, scodella, imbuto. Si dice del taglio svasato, scampanato di gonne e simili, ottenuto inserendo cunei triangolari di stoffa, o anche tagliando di sbieco in forma adatta la stoffa.
GOFFRATO (franc. gaufrè)
Dicesi del tessuto a nido d'ape, chiamato anche BUGNATO, che cioè reca in superficie effetti o rilievo alternati ad incavi formanti disegni geometrici; vengono realizzati o per effetto di armatura, oppure con la calandratura.
GRANITE
Indica propriamente un tessuto molto compatto con superficie granulosa, finemente crespata, usato per pantaloni e simili.
GROS GRAIN (pron. grogrèn)
Tessuta a grana grossa con pronunciate nervature di ordito, usato anche guarnizione per abiti.
GUANACO o HUANACO (LLAMA HUANACHUS MOL. o LLAMA GUANICOS MOLL.):
Appartiene come il lama, l'alpaca e la vigogna alla famiglia degli Auchenidi. Il suo vello è composto da peli ordinari con sottostante duvet fine di colore marrone. È molto simile al lama e vive allo stato libero nella parte meridionale delle Ande argentine fino alla regione sub-polare.
HARRIS TWEED
Tweed originale di lana scozzese prodotto nelle isole Ebridi (una delle quali si chiama così) di ottima qualità, dal disegno caratteristico, soprattutto spigato; oggi di moda, quindi molto imitato dovunque.
HUACAYO
Al pari della Suri, sottorazza dell' alpaca che costituisce circa il 90 per cento degli animali esistenti. Molto rassomigliante al lama, offre una fibra "lanosa".
INDANTREN
vedi "COTONE".
INTERLOCK
A knit construction on a machine with alternate units of long and short needles. An interlock fabric is a double 1x1 rib characterized by good lenghtwise elasticity and firm texture. It is thicker than plain rib knit and has less tendency to curl at the edges.
IMPRIMÈ (pron. anprimè)
Voce generica per tessuti stampati.
IUTA
è ricavata dalla corteccia di una pianta assai comune in Asia e in Africa; è un tessuto grossolano, utile per sacchi o materiale da arredamento.
JACQUARD (pron. s'giacàr)
Dal nome dell'inventore dello speciale meccanismo a cartoni perforati applicato ai telai per comandare il movimento dei singoli fili d'ordito, mediante il quale si ottengano intrecci e disegni anche molto complessi, come ricamati a mano. Si chiamano cosi tutti i tessuti (e maglieria) realizzati su questi telai, che hanno una disegnatura più complessa, molto più pregiata.
JERSEY (pron. gersi)
Il nome di un'isola sulla Manica dove inizialmente si fabbricarono i tessuti a maglia, che inizialmente ebbero scarso successo. Oggi si indicano così genericamente tutti i tessuti in pezzo, in maglia unita rasata, dalla caratteristica struttura elastica, usati per confezionare abbigliamento esterno ed intimo di ogni genere. Il costo essendo più basso, e la versatilità d'impiego ottima, il jersey, (che viene chiamato in gergo maglina) ha oggi soppiantato sia il classico tessuto a navetta, sia la maglieria in moltissimi campi.
KAMEL-HAIR (pron. Càmel-èr)
Pelo di cammello, nome esatto della fibra omonima; oggi, data la consuetudine di denominare "cammello" qualsiasi cardato che assomigli nel colore al vero cammello, si è costretti ad usare il termine inglese per indicare il cammello autentico.
KARNAK
Era una varietà di cotone egiziano, molto pregiata, oggi scomparso dalle coltivazioni, Il suo uso commerciale per indicare qualità di cotone finissima è in realtà un abuso.
KID:
Denominazione del giovane capretto della capra d'Angora (kid mohair) che produce il mohair più fine e pregiato.
KILT
Il noto gonnellino scozzese, realizzato in multicolore TARTAN e pieghettato, oppure chiuso a portafoglio.
KNICKERBOCKER (pron. nicabocar)
Tipico tweed di medio peso, la cui superficie porta irregolarmente bottoncini, nodi e puntini
variamente colorati, per effetto di filato bottonato. Si chiamano così anche i pantaloni sportivi
KOMPACT:
Nuovo processo che migliora la pulizia del filato di cotone. Durante il passaggio di affinamento il filato viene passato sopra un cilindro forato rotante che aspirando l'aria al suo centro raggiunge due obiettivi:
1) avvicina tutte le bave.
2) Aspira gli eventuali grossi del filato.
Risultato il filato diventa più uniforme e più resistente (ciò permette anche una minor torsione).
LAMBSWOOL:
lana ottenuta dalla prima tosatura di un agnello , le fibre sono ondulate e poco resistenti ma in compenso sono molto morbide e quindi pregiate.
LAMÈ (LAMINATO)
Tessuto realizzato con filati laminati plastificati o metallizzati oro, argento, per abbigliamento elegante e da sera.
LANA:
La più diffusa ed importante fibra animale che costituisce il vello di varie razze ovine. Caratteristiche: grazie alla sua particolare struttura e alla fitta ondulazione delle fibre, possiede eccellenti qualità e proprietà, come: igroscopicità (assorbe umidità in peso sino al 30%), forte protezione termica (coibenza), elasticità, resistenza all'usura ed alla fiamma. Impieghi: in tutti i campi del tessile, pura o in mischia con altre fibre. Ne esistono molte varietà, classificabili in base a finezza, lunghezza, colore e lucentezza. E' fatta di tre strati concentrici. Quello esterno (CUTICOLA) è costituito dalla cheratina , una sostanza proteica composta da minutissime scaglie collegate tra loro. Lo strato intermedio è formato da cellule fusiformi al cui carattere sono dovute le proprietà fisiche della lana. Lo strato interno (MIDOLLO) è composto da cellule contenenti aria; nelle lane fini o medio spesse questo strato manca. Il diametro del filamento è misurato in micron mentre la lunghezza lo è in millimetri e dipende dalla razza dell'ovino, dalla sua età, dall'alimentazione e dalle condizioni di allevamento. La lana di TOSA si ricava dalla tosatura dell'animale vivo, quella di CONCIA dalla concia dell'animale morto.
Le caratteristiche che distinguono una lana dall'altra sono la lucentezza, la finezza, l'ondulazione, l'arricciatura, la morbidezza, la sofficità, l'elasticità. Le ondulazioni sono più fitte quando la lana è più fine. La lana delle pecore merinos è molto arricciata e fine risultando così pregiata ed utilizzata quasi esclusivamente per l'abbigliamento.
Le qualità della lana , oltre a quella primaria di riscaldare, sono: idroassorbenza, idrorepellenza, scarsa elettricità statica, scarsamente infiammabile, resistenza ai piegamenti e docilità alla flessione (resilienza). I difetti più evidenti: l'infeltrimento (risolvibile con trattamenti di irrestrengibilità) e il pilling, cioè la formazione in superficie di piccoli agglomerati di fibra.
Il marchio PURA LANA VERGINE indica che non è stata rigenerata, ovvero che non è stata ottenuta dalla sfibratura meccanica di capi di lana usati (questa operazione tende ad accorciare, tagliandole, le fibre e quindi produce un filato meno resistente).
LAPIN (pron. Lapèn)
In francese coniglio; pelliccia di coniglio, colli, ecc.
LASTEX
Nome commerciale di tessuti in cui sono impiegati filati elastofibre (gomma, elastan) molto estensibili; marca americana.
LESOTRO:
Località del Sud Africa ove viene allevata una qualità meno pregiata di capra d 'Angora (Basuto mohair); buona finezza ma con presenza di peli morti non tingibili che limitano l'uso di questa fibra nel campo tessile specialmente nella fabbricazione di filati classici destinati alla tessitura.
LIBBRA (abb. LB.):
Misura dipeso inglese equivalente a g 453,6.
LINO:
fibra ottenuta dal LINUM USITATISSIMUM, pianta della famiglia delle linacee; questa si estrae dallo stelo, alto dai 70 ai 100 cm.
Per poterlo utilizzare si deve far macerare il lino, cioé provocare la decomposizione delle parti gommose che legano le fibre. La fase successiva è la stigliatura, che libera le fibre dai residui legnosi, eseguita da una macchina che separa le fibre corte e i cascami e raggruppa in matasse il nastro di fasci fibrosi. Dalla macchina escono due terzi di lino stigliato cioè pronto per la filatura, e un terzo di cascami. La filatura è seguita dalla tessitura e quindi dalla nobilitazione, che consiste in una serie di trattamenti di finissaggio quali il CANDEGGIO, la TINTURA, la STAMPA, la CALANDRATURA.
Dal punto di vista chimico, le cellule che compongono le sue fibre si rivelano tenaci ed elastiche allo stesso tempo; è per questo che sopportano così bene le sollecitazioni del processo di lavorazione che è tra i più rispettosi dell'ambiente. Per la sua particolare struttura molecolare il lino assorbe acqua fino al 20% del peso senza che il corpo avverta umidità: particolarità che lo rende indicato per i tessuti che si trovano a contatto con la pelle. Il lino è più difficile da filare e più caro del Cotone, però è più resistente , più lucente e non necessita di mercerizzo; non provoca allergie, è altamente assorbente e confortevole sulla pelle, tanto che le migliori lenzuola sono quelle di lino.
LINONE
Tessuto sottile di cotone lavorato come lino, batista, liscio e lucente; anche termine generico di fantasia per indicare imitazione lino.
LLAMA:
Tessuto lavorato con il pelo del camelide che vive sulle Ande oltre i 4.000 metri. Il vello è di quattro colori: bianco, marrone bruciato, grigio e nero. All'esterno è folto e ordinario, mentre il sottopelo è lucido e caldo.
Caratteristiche: leggero e brillante ma non morbidissimo. In genere vengono filate le fibre dei llama giovani, entro il primo anno di vita.
LODEN:
tessuto ottenuto con filati cardati, piuttosto peloso e compatto, a pelo direzionato, generalmente di lana e mohair con proprietà impermeabili. In genere è garzato e fortemente follato sul rovescio.
LONDON SHRUNK:
Serve a prevenire il restringimento del tessuto, specialmente di lana. La stoffa viene inumidita tra coperte bagnate, asciugata in un locale speciale e stirata.
LYOCELL: Fibra cellulosica ottenuta mediante processo di filatura in solvente organico nel pieno rispetto dell'ambiente. Caratteristiche: morbida e luminosa è vicina per aspetto e mano alle fibre naturali come la seta: è traspirantee resistente. Impieghi: pura o in mischia con altre fibre per abbigliamento femminile/maschile, formale e casual, maglieria esterna e intima.
MAGLIA CIRCOLARE:
Tessuto o capo d'abbigliamento lavorati in forma tubolare da una macchina da maglieria circolare in modo continuo senza cuciture.
MACRAME
Armatura a frangia annodata, come il pizzo a tombola, che poi si applica ad asciugamani, copriletti, ecc.
MADRAS
Dal nome di una città indiana, sono chiamati così i tessuti, generalmente di cotone, dai caratteristici disegni a fasce, strisce variamente incrociate, ottenuti con armatura fil coupè o garza a giro inglese.
MAKÒ
Varietà molto fine di cotone egiziano, oggi peraltro non più coltivata. Da cui deriva una denominazione commerciale generica.
MARINARA
Foggia di casacca, oppure tela di cotone robusta per indumenti usati da marinai, pescatori, di solito tinta in blù.
MATELASSE
Tessuto doppio, soffice e con effetto trapuntato a rilievo, con disegni uniformi o fantasia, usato in arredamento e abbigliamento femminile.
MELANGES
Dicesi propriamente di filati di diverso colore le cui fibre sano state mescolate in fiocco, dando un effetto fuso e sfumato.
MELTON
Propriamente si dice di pettinati leggermente follati, dal disegno sfumato sotto il pelo superficiale; oggi si dice del panno usato nel sottocollo.
MERCERIZZAZIONE:
vedi "COTONE".
MERINO:
Pregiata razza ovina sviluppatasi nel tempo dall' Oriente Asiatico in Europa, in Australia e praticamente in tutto il mondo. Le pecore Merino producono una lana finissima e pregiata, assai richiesta dall'industria tessile di altissima qualità.
LANA MERINOS:
vedi "LANA".
MICRON:
Misura usata in campo tessile per la determinazione del diametro (finezza) delle fibre; corrisponde a 1/1000 di mm. Esso viene determinato con due sistemi: microscopio a proiezione (1anametro) e air-flow.
MODACRILICA:
fibra ottenuta da macromolecole costituite per almeno il 50% da acrilonitrile, generalmente disponibile come fiocco. Caratteristiche: ottima resistenza alla fiamma (caratteristica premiante per ambienti pubblici e privati, regolamentati da precise normative di "prevenzione al fuoco"), qualità molto vicine alla fibra acrilica, tenacità, stabilità dimensionale, resistenza alla luce e ai lavaggi. Mano morbida, buon drappeggio, buona tingibilità, solidità e brillantezza di colori, resistenza agli agenti chimici, facilità di manutenzione, coibenza termica, atossicità. Impieghi: tessuti per arredamento (tendaggi, rivestimento mobili). Tessuti per selleria e rivestimento per mezzi di trasporto (aerei, treni, navi, auto, ecc.). Tessuti a pelo per pellicce ecologiche, giocattoli e peluches. Abbigliamento domestico e protettivo. Pavimentazione tessile, rivestimento murale teso e incollato. Coperte e copriletti. Usi tecnici: imbottiture, filtrazioni.
MODAL:
Fiocco viscosa modificato, con migliori caratteristiche di impiego (per esempio: tenacità, modulo ad umido, stabilità dimensionale, resistenza agli alcali) ottenibili anche con la microfibra modal 1,0 dtex. Caratteristiche: mano morbida, ottica brillante, eleganza dei tessuti. Ottimo partner di mischia per cotone, lana e sintetici. Impieghi: camicie, camicette, abiti, denim, abbigliamento sportivo e per il tempo libero, lingerie, tovaglie, asciugamani
MOHAIR:
Si ricava dal pelo della capra d'Angora, una razza che esiste da oltre 3.000 anni, allevata un tempo soprattutto al centro dell'Anatolia, mentre oggi gli allevamenti migliori sono in Sud Africa e Texas. Il tipo più pregiato ha un mantello color latte, ma ne esistono anche varietà nere, marroni e rosate. Il suo pelame è molto meno arricciato di quello della lana della pecora, quindi è più lucido. Inoltre è molto leggero e resistente all'usura.
MOIRÈ (pron. muarè)
In italiano si dice marezzatura, e indica un riflesso ottico di chiaro-scuro cangiante a seconda della luce; si ottiene con l'impiego di filati e intrecci particolari, oppure con procedimenti di calandratura, imprimendo alla stoffa disegni sfalsati.
MOUFLON (o MUFLONE)
Dal nome della pecora selvaggia che vive in regioni impervie dell'Europa meridionale, si chiama il tessuto che ne imita il vello, con un effetto di pelo lungo e arricciato.
MUSSOLA
Tipico, diffuso tessuto di cotone, lana o seta, morbido e leggero realizzato con filati molto fini (il nome viene da Mossul, città dell'Iraq), impiegato in tutto l'abbigliamento.
MUSSOLINA
è una mussola più leggera.
NYLON:
(vedi poliammidica).
NewCell®:
E' una nuova generazione di fili continui cellulosici, di origine naturale, con proprietà eccezionali, destinati all' industria tessile.
Il NewCell® viene prodotto con un processo innovativo che salvaguarda l'ambiente, sposa la superiorità funzionale dei fili sintetici con la carica emotiva delle fibre naturali.
NewCell® appartiene al gruppo delle fibre Lyocell (abbreviazione: CLY).
OPALINE
Tessuto fine come batista di cotone, diafano, opaco.
ORGANZA e ORGANDI'
Una mussola di cotone, più fine e leggera (dai 30 ai 40 gr., e più) molto trasparente, realizzata con filati a titolo altissimo, che viene rinforzata da un appretto rigido.
ORGANZINO
Propriamente è il filato di seta a più capi ritorti insieme con torsione contraria, quindi molto robusto e scottante; dicesi anche del tessuto fatto con questo o altri filati di seta più robusti.
ORLEANS
Dal nome della città americana, indicava robusti tessuti di cotone, più spesso di mohair puro, lucidissimo e robusto, oggi in disuso.
OTTOMAN
Pettinata medio peso a struttura serrata con coste orizzontali ben delineate, ottenute impiegando grossi fili di trama che vengono coperti da un sottile filo di ordito; per abbigliamento femminile, tappezzeria.
OXFORD:
Tessuto con filo di trama per ogni due di ordito, l'effetto è quello di microscopici punti bianchi su fondo colorato.
OCCHIO DI PERNICE (Bird's eye):
Armatura specifica con due fili chiari e due scuri; il filato è pettinato.
Peso: da 300 a 450 gr.
Usi: abiti.
Caratteristiche: è un tessuto scuro con piccoli punti tondi chiari e scuri, vagamente simili all'occhio di pernice. E' un classico semiformale, spesso usato in ambienti di lavoro in alternativa alla grisaglia.
PANAMA
Nome generico di tessuti sciolti e flessibili, ma robusti, tipo stuoia, con disegni abbastanza brillanti e marcati.
PANNELLO
Tessuti a pannello, stampati o ricamati, sono quelli che riportano un motivo finito, piazzato in zona finale o verso il bordo, in modo da essere usati per la confezione di capi secondo un ordine prestabilito.
PANNO:
sinonimo di tessuto in generale perché usato fin dall'antichità. E' un filato di lana cardata, sempre follato, può essere anche garzato.
PAREO
Era in origine indumento usato nei mari del Sud, che cingeva solo i fianchi lasciando scoperta il torso; oggi viene chiamato così un taglio di stoffa appositamente sagomato. di solito vivacemente stampato, che si avvolge a formare liberamente una gonna.
PARKA
Corrisponde anche all'ESKIMO, è una giacca a vento, un giaccone 3/4, con cappuccio, per uso invernale, spesso foderata con interno di pelo.
PASHIMA:
Sono così definiti i preziosi tappeti e scialli ancora oggi realizzati manualmente nelle regioni dell' Asia centrale ove viene prodotto il pelo della capra cashmere. Gli antichissimi disegni che caratterizzano questi tessuti sono tramandati di padre in figlio.
PATCH WORK (pron. pècciuòk)
Letteralmente tanti pezzetti di stoffa diversi cuciti assieme, come toppe; sta per tessuto composta dì tanti vivaci scacchi.
PELLE Dl DAINO (franc. cuìr de lame)
Nome generico di tessuti vellutati e scamosciati, in cotone o lana, oggi più spesso realizzati in sintetico.
PELLEGRINA
Ampia cappa avvolgente, a mantella, col davanti più lungo.
PELO DI PESCA (o MANO PESCA)
Termine di fantasia per indicare le stoffe soprattutto cotone, che hanno una superficie molto morbida e dolce.
PELO DI SUPERFICIE o GUARD-HAIR:
parte esterna del pelo animale costituita da fibre lunghe ed ordinarie maggiormente esposte agli agenti atmosferici.
PETTINATURA:
E' un trattamento che segue la cardatura, mediante il quale vengonoo rimosse le fibre al di sotto di una certa lunghezza. Le altre vengono disposte in maniera uniforme e parallela, mentre vengono ulteriormente pulite da eventuali impurità residue. La pettinatura rende i filati più lisci e più resistenti. E' una lavorazione costosa perché produce molto scarto; si fa quindi solo per filati destinati a tessuti di alta qualità.
PINCE (pron. pèns)
Vuoi dire piega pinzata, ripresa, nei vari punti dell'abito, per modellano meglio (in vita, al seno, ecc.).
PIN POINT:
Questo tessuto a "punta di spillo" trae la sua origine da un'evoluzione dell'oxford: il risultato è un tessuto più nobile che rappresenta un classico del vestire bene. Questo tessuto, pur mantenendo una mano abbastanza granulare, ha la trama molto battuta che sembra composta da una moltitudine di punte di spillo.
PIQUÈ o PICCHÈ
Tessuto doppio di cotone ad aspetto impunturato, generalmente bianco o chiaro; si impiegano in ordito alcuni filati supplementari, particolarmente tesi e ritorti, alternati ai filati normali, che creano sul diritto effetti a rilievo in contrasto con parti incavate, come trapuntato.
PLISSE
Pieghettato, originariamente era una stoffa trattata chimicamente per conferire una pieghettatura permanente; oggi si chiamano così le gonne che presentano pieghe molto fitte e strette, fissate con trattamenti.
PLUMETIS
È una mussola molto fine ricamata in rilievo con effetti che ricordano le barbe di piume; in genere vale per mussole ricamate.
POLIAMMIDICA (NYLON):
fibra ottenuta da macromolecole contenenti il gruppo ammidico; la prima fibra sintetica, nota anche come nailon. Usata in filo continuo e fiocco.
Caratteristiche: elevata resistenza alla rottura, alla deformazione (ottimo recupero elastico), all'abrasione. Facile manutenzione (lavaggio, asciugatura, non stiro), ottima tingibilità, ingualcibilità.
Impieghi:collants e calzetteria: capi leggerissimi, elastici, di buona durata, che fasciano senza stringere, di facilissima manutenzione. Intimo, bagno: capi molto leggeri, di grande comfort (asciugano subito) di facile manutenzione. Abbigliamento femminile: capi soffici, con buona traspirabilità e particolare brillantezza. Abbigliamento sportivo e casual, impermeabili, ombrelli: impermeabilità e durata. Imbottiture, foderami: comfort e facilità di manutenzione. Rivestimento mobili, interni auto: ottimo adattamento alla forma, durata. Moquettes: durata e resistenza, inalterabilità nel tempo, facile pulizia. Possibilità di ottenere manufatti a ritardo di fiamma approvati per l'uso in locali pubblici. Usi tecnici, borse e valigeria, pneumatici, corde, feltri, filtri: leggerezza, grande resistenza (anche alle muffe), facile manutenzione.
POLIESTERE:
fibra ottenuta da macromolecole costituite da polietilentereftalato, disponibile sia come fiocco sia come filo liscio o voluminizzato; prodotto anche in versione flame retardant. Disponibile anche come microfibra. Caratteristiche: elevata resistenza alla rottura, elasticità, ripresa. Buona resistenza all'abrasione. Ingualcibile, "lava-indossa" (si lava facilmente, asciuga rapidamente, non occorre stirare. Adatta ad impieghi in puro oppure in mischia con cotone, lino, lana, seta, viscosa, ecc. Resistente alla luce. Impieghi: abbigliamento in genere, abbigliamento sportivo e casual; impermeabili, abiti da lavoro: lunga durata, indeformabilità, irrestringibilità, ingualcibilità, mantenimento della piega, facilità di manutenzione. Abbigliamento serico femminile, lingeria e abbigliamento intimo; foulards e cravatte: inoltre, mano, drappeggio ed aspetto serico, gradevole da indossare. Tendaggi, biancheria per la casa, foderame, rivestimento mobili, tappezzeria, interni auto: durata, facilità di manutenzione, resistenza alla luce, all'umidità, ai microrganismi. Imbottiture (per indumenti e corredo casa): inalterabilità dello spessore della falda; non degrada nel tempo, termocoibenza costante, indifferenza ai microrganismi, facilità di manutenzione. Usi tecnici, tessuti spalmati, borse e valigeria, feltri e filtri: inalterabilità, leggerezza, durata. Applicazioni medicali.
POLIPROPILENICA:
fibra ottenuta da macromolecole di polipropilene isotattico, disponibile come fiocco e come filo continuo liscio e voluminizzato. Caratteristiche: tinta con ottima solidità dei colori, elevata resistenza meccanica, buona resistenza all'abrasione e all'usura, ottima resistenza agli agenti chimici, non assorbe liquidi e quindi ha proprietà antimacchia, facilità di manutenzione con brevi tempi di asciugatura, stabilità dimensionale. Impieghi: maglieria intima, sportiva e calzetteria: irrestringibile, indeformabile, mantiene la pelle asciutta, trasferendo all'esterno l'umidità corporea. Termoisolante, leggera, infeltrabile. Coverstock per pannolini e assorbenti igienici: filtra i liquidi organici, non provoca irritazioni, morbida e leggera. Coperte e copriletti: leggerezza, facilità di manutenzione, infeltrabilità, elevata coibenza termica. Moquettes e rivestimenti murali: buona resistenzaall'uso, antistaticità, stabilità dimensionale, facilità di manutenzione.
POLIURETANICA (ELASTAN):
fibra elastomerica costituita per almeno l'85% della massa da poliuretano segmentato, prodotta come filo continuo. Caratteristiche: elasticità elevata, allungamento fino a 6 volte la lunghezza iniziale. Mantiene inalterata nel tempo la sua forza di rientro. È resistente agli agenti ossidanti e inquinanti (fumi, lavaggi a secco, ecc.) E all'acqua clorata. Può essere impiegata in puro o in mischia con altre fibre inestendibili, sia sintetiche che naturali, conferendo loro elasticità. Ne risultano fili differenzia ti, a seconda delle industrie produttrici. Impieghi: tessuti elastici per costumi da bagno, abbigliamento esterno, abbigliamento sportivo, corsetteria, calzetteria, pizzi e nastri elastici.
POLO
Foggia attuale dì camicia, o blusa a collo aperto, ma con abbottonatura che scende solo a metà del petto.
PONCHO
Caratteristico mantello sudamericano, ottenuto con un pezzo unico di stoffa forata al centro per infilarvi la testa
POPELINE:
Tessuto con ordito più fine della trama: è un filato leggero e liscio.
PRINCESSE
Abitino femminile molto stilizzato, collo aperto, in vita.
RAGLAN
Nome del personaggio inglese che introdusse la foggia della manica detta "a raglan", che si attacca al collo e funge da spalla arrotondata.
RAMMENDO:
E' un'operazione tanto più accurata quanto più i tessuti sono fini e con la quale vengono rammendati a mano là dove c'é un difetto d'intreccio o di filato. Il rammendo si esegue in due fasi: in greggio, prima del finissaggio, e in finito, dopo il finissaggio. Questo finissaggio, seguito dalla follatura e dalla cimatura, é detto anche Beaver ed è caratteristico di tessuti tipo loden o cammello.
RASATELLO
Tessuto di cotone in armatura raso da 5, peso medio, molto liscio.
RASATO
Dicesi del tessuto pettinato che non è stato garzato, ed anzi ha subito una cimatura a fondo che elimina qualsiasi peluria.
RAYON:
vedi: "VISCOSA".
REDINGOTE
Abito formale, da cerimonia, chiamato anche finanziera, stiffelius, di origine ottocentesca, molto attillato; oggi indica prevalentemente una linea per capi femminili a vita e svasati sul fondo. REPS (vedi anche CANNELÈ)
Tessuto a coste, con forti rigature o cordonature in rilievo, di peso medio o leggero, per abbigliamento femminile.
REVERSIBILE o ROVESCIABILE
Un capo che può essere indossata al dritto e rovescio, quando ciascun verso è di un tessuto diverso (non è il double face).
RIPOSO:
Il tessuto, se di buona qualità, a fine lavorazione viene lasciato per un certo periodo di tempo in ambiente a temperatura e umidità controllate perché si assesti.
RITORCITURA:
Si esegue dopo la filatura, con lo scopo di ritorcere insieme due o più filati. A seconda del numero dei fili utilizzati, il filato si definisce a uno o più capi. L'operazione è compiuta da due macchine, la binatrice, che unisce due o più filati, e il ritorcitoio , che torce i fili una volta che siano stati uniti. Un filato ritorto è più robusto di un altro unico; i tessuti che ne derivano sono quindi più resistenti.
SABLÈ
Ovvero sabbiato, dicesi del tessuto ottenuto con armatura particolare, derivante dal taffetà o saglia, con effetti contrastanti, quasi sabbiati, puntinati sul fondo; si usa in camiceria e telerie in genere.
SAHARIANA
Giacca caratteristica delle truppe coloniali, ampia, lunga, con tasche, spalline, cintura in vita, ecc.; diventata una foggia casual.
SANFORIZZAZIONE:
vedi "COTONE".
SANGALLO
Dall'omonimo cantone svizzero, che ne è il centro produttivo: tipo di tessuto leggero, traforato a ricamo, usato per camicette e abbigliamento.
SATIN (pron. satèn)
Oltre che essere una equivalente della parola RASO, indica un tessuto di cotone (satin drill) ad armatura raso, calandrato e lucido, usato per foderami, grembiuli, ecc.
SATINATO
Dicesi dei tessuti sottoposti a forte calandratura, lucidati.
SCIALLE
Pezzo di stoffa lunga, sciarpa; da avvolgere attorno al collo, alla testa, alle spalle.
FILO (di) SCOZIA:
vedi "COTONE".
SEERSUCKER (pron. sìrsache)
Tessuto originariamente indiano di grosso lino; indica tessuti di cotone a rigature verticali arricciate, ottenute tessendo in ordito fili tesi, alternati a fili molto lenti.
SETA:
La più nobile, la più morbida, la più fine tra le fibre naturali, freschissima d'estate e calda d'inverno; è un filamento continuo molto sottile e lucente, costituito da due bave a sezione triangolare che combaciano da un lato e che il bruco depone intorno a sè in più strati, per formare un'involucro, chiamato carta, dentro il quale si racchiude durante le sue trasformazioni in crisalide prima, in farfalla poi.
Solitamente si dà il nome di seta al filamento lungo dai 600 ai 900 metri dal bozzolo del Bombyx mori, che si nutre di foglie di gelso. Quello creato da altri lepidotteri che crescono allo stato selvaggio in Giappone, Cina, India, Africa e America si chiama seta tussah ed è più scuro e grossolano.
La lavorazione della seta comporta varie operazioni: i bozzoli, una volta essiccati, vengono crivellati a seconda della grossezza, quindi cerniti a mano secondo le qualità e i difetti; passano poi alle filande per la trattatura che consiste nella macerazione che rammollisce lo strato esterno del bozzolo e si compie in vasche di acqua riscaldata al vapore; nella scopinatura eseguita con macchinari a spazzole, che serve a riunire i capi delle bave; nella trattura con la quale le bave, riunite in un certo numero a seconda della loro grossezza, vengono saldate insieme e formano così il filo di seta grezzo che viene ritorto, lavato e avvolto in matasse .
Esistono quattro gruppi di tessuti: le TELE o TAFFETAS, le SAGLIE o DIAGONALI, i RASI o SATIN e gli JACQUARD. La resistenza di un tessuto dipende dal tipo di fibra: l'ORGANZINO, che ha fibra lunga e ritorta , è molto resistente, mentre la BOURETTE ha fibra corta e quindi poca resistenza. Una via di mezzo è il filato SHAPPE che è molto usato.
SHANTUNG (più esatto sarebbe SHANGTUNG)
Tela di seta selvaggia di origine cinese; oggi tessuto in seta o cotone o altre fibre (quella originale in puro doppione è pregiatissima: si tratta di una bava doppia emessa contemporaneamente da due bachi).
SHERPAS:
Sono così chiamati gli indigeni usati nelle zone della catena himalayana come portatori.
SHETLAND
Nome delle isole allargo dell'Inghilterra, in cui viene allevata l'omonima razza ovina; il tessuto o maglieria sono cardati di medio peso o invernale, su armatura diagonale o spigata, con superficie caratteristica per i lunghi peli non tinti ed appiattiti.
SMERIGLIATURA:
Una serie di spazzole metalliche azionate meccanicamente fanno sollevare le fibre del tessuto, per ottenere un effetto simile alla pelle scamosciata. E' un procedimento utilizzato ad esempio per il fustagno.
SPORTEX
Denominazione commerciale di un tessuto ad armatura tela realizzato con filati ritorti a più capi, dall'aspetto rustico e quindi sportivo, molto resistente.
STUOIA (anche HOPSACK, NATTÈ)
Si definisce così il tessuto a grosso intreccio, originariamente di fibre vegetali grossolane, per tappeti, paraventi e simili. Oggi si definiscono stuoie i tessuti femminili più pesanti a intreccio marcato, ottenuti con filati a titolo grasso, accoppiati.
SPUGNA
Tessuto composto di doppia trama e ordito, dalla superficie caratterizzata da anelli e ricci, molto assorbente, usato per asciugamani, accappatoi, eccetera.
SURAH
Tessuto spigata di seta indiana.
SURI:
al pari della Huacayo, sottorazza dell' alpaca, tipicamente peruviana e di minore entità numerica, con fibra compatta, pregiatissima, brillante e serica.
TAFFETÀ
Termine generico indicante tessuti in armatura tela, tele di seta o cotone.
TAILLEUR
Termine francese - abito femminile composto di giacca e gonna - (inglese suit).
TARTAN
Caratteristico disegno, e quindi tessuto, delle stoffe scozzesi, che rappresentava l'insegna distintiva delle singole "casate" scozzesi delle Highlands, attorno alle quali si raggruppava in "clan" la popolazione. Proibito dal Parlamento inglese nel 1746, perchè assunto a simbolo delle guerre civili intestine, l'uso del Tartan dovette venire riammesso dopo neanche 40 anni. Se ne conoscono decine di varianti, di cui citiamo Dress Stewart, con quadri rosso, verde e blu su fondo bianco; Mc Donald, con quadri e fasce verdi e blu; Buchanan, piccoli riquadri multicolori; Royal Stewart, fondo rosso vivo con incrocio di fasce verdi e blu; Menzies, scacchi e fasce bianche e nere, ecc..
TESSUTO:
Il tessuto è il risultato di un intreccio di fili, o più precisamente dei fili di ordito (che corrono nella direzione della lunghezza della pezza) e di quelli di trama (che vanno invece nella direzione trasversale).
TRENCH
Termine inglese, propriamente significa "trincea, fosso". Viene usata per definire soprabiti o impermeabili di taglio sportivo-militare.
TRICOTINE:
Vedi "CAVALRY TWILL".
TULLE
Tessuto a maglie finissimo e leggerissimo, ad armatura rada, che si lavora con speciali telai a catena, simile ad una fine rete di fili sottilissimi, irrigiditi da apposito appretto.
TUS:
Voce dialettale con la quale si definiscono i tessuti più pregiati fabbricati manualmente e composti di pelo di capra cashmere. Si fabbricano anche tus mescolando al pelo di cashmere la lana indigena tibetana.
TUSSOR
Tessuto di origine orientale, a strisce colorate, con ordito molto fine e trama grossa. TRICOTINE (ingl. whipcords)
Tessuto rasato o follato che imita in superficie l'aspetto della maglia, a piccole costine diagonali, soprattutto per abbigliamento femminile.
TROPICAL
Tessuto leggero di lana pettinata, in armatura tela non molta fitta, ottenuto con filati ben ritorti; per usi estivi.
TUSSAH
Tessuto di seta selvaggia, di origine indiana, più rustico e irregolare.
TWEED:
esistono vari tipi che prendono il nome della zona di cui sono originari. L'HARRIS è fatto ancora esclusivamente con telai a mano. Il DONEGAL TWEED deriva dalla città irlandese dove ha cominciato ad essere tessuto, è una delle varianti più diffuse: ha "bottoni" di lana di colore contrastante rispetto ai fili di trama e ordito, che formano un effetto tipico. Il filato è cardato, la mano è pungente ed è molto ruvido.
TWILL:
E' un tessuto con armatura a levantina, caratterizzato da una trama diagonale appena percettibile o da una trama più marcata dove la diagonale emerge.
VELLUTI
In generale tutti i tessuti che presentano una superficie di fitto pelo disposto perpendicolarmente all'armatura, liscio, compatto, brillante. Sono detti falsi velluti quelli ottenuti con armatura semplice, il cui pelo vellutato deriva da operazioni di follatura, garzatura, cimatura, spazzolatura (es. il BEAVER, il VELOUR, cardato per laneria femminile, le varietà di FUSTAGNI, eccetera). I vari velluti sono tessuti composti da un tessuto di fondo (legatura) e da fili supplementari di ordito (e allora detti VELVET o VELOURS) che poi vengono tagliati formando il pelo corto; oppure, se i fili supplementari sono di trama, vengono detti VELVETEEN a pelo corto. Altro modo per ottenere i velluti è quello detto a pezza doppia, con un ordito comune ad entrambe che poi viene tagliato a metà. In tutti questi procedimenti il pelo appare unito, compatto, liscio. Altra variante è il VELLUTO A COSTE (ingl. Cord o corduroy; franc. cotelè), che può essere ottenuta sia per effetto di tessitura, sia per un procedimento di spazzolatura, ceratura, calandratura, eccetera. Anche qui molte varietà, a costa larga, media, a 500 righe, a 1000 righe, ecc. Altri velluti sono stampati, operati, calandrati. ecc. Il velluto, di cotone o di lana, è un classico, sempre di moda. VIGOGNA Le flanelle cardate di maggiore pregio; da non confondere con la vicuna.
VICÛNA:
Stoffa tessuta con la morbidissima lana del più piccolo dei camelidi, che vive sulle Ande allo stato selvaggio ed è difficilissimo da catturare; per procurarsene il vello bisogna ucciderlo. Il preziosissimo sottopelo ha un diametro di 14 micron. Caratteristiche: morbidezza e calore.
VIGOGNA (VICUGNA VICUGNA MOL.)
animale membro degli Auchenidi. Esso produce il pelo animale più fine esistente al mondo e vive fra i 4000-4500 m di altitudine. Il suo manto dal tipico colore cannella contiene una piccola percentuale di peli bianchi ordinari.
VISCOSA:
Fibra cellulosica filata come filo continuo o fiocco (denominata anche rayon). Caratteristiche: mano dolce e aspetto serico, comfort tipico delle fibre vegetali, buona resistenza all'usura (allo stato asciutto), elevata capacità igroscopica. Impieghi: diffusa in numerosissimi impieghi anche in mischia con altre fibre naturali o sintetiche, nei campi dell'abbigliamento, arredamento. Usi tecnici: pneumatici.
indice
VOlLE (pron. VUOI, letteralmente dal franc.: Velo)
Tessuto finissimo e trasparente, di solito in seta o cotone, ottenuto con filati molto sottili eritorti.
YAK (BOS PO1~PHAGUS GRUNNIENS, L.o BOS GRUNNIENS MUTUS, PRZEWAL SKI):
bovide che vive nelle regioni dell' Himalaya a oltre 4000 metri di altezza. Il suo sottopelo è apprezzato nell' industria tessile al pari di quello del cammello e della capra Cashmere.
ZEPHIR
Tessuto di cotone fine e leggero (anche di lana) ritorto a due capi, impiegato soprattutto in camiceria.
ZIBEWNO
Nome di un piccolo animale da pelliccia. In laneria indica un drap con pelo orientato in modo da creare un effetto lucido e ondulato.
Fonte: http://content69.wuala.com/rawcontent/iDbCwUpOm_UjZPWDeFKRo8RSVTjjnCfI9xW-Pln09OqkLQBtlXG8IsLjJS1WwPBE2L53EV9O8dsC8C36ixo42PETxm7F7A3Nez7kMDRIY0xW0YJvJckiIKry3fLrkrd-PvQUWRJFmPiIHr-c2Kt9mWQB7FTt25FpFiLoaYL1Lmc/Glossario%2520tessile.docx?dl=1
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