Appunti corso di musica

 

 

 

Appunti corso di musica

 

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Appunti corso di musica

 

COS’E’ LA MUSICA?
Per Platone:  LA MUSICA E’ UNA LEGGE MORALE:
                               ESSA DA’ UN’ANIMA ALL’ UNIVERSO,
                               LE ALI AL PENSIERO,
                               UNO SLANCIO ALL’IMMAGINAZIONE,
                               UN FASCINO ALLA TRISTEZZA,
                               UN IMPULSO ALLA GAIEZZA
                               E LA VITA A TUTTE LE COSE.   
                               ESSA E’ L’ESSENZA DELL’ORDNE
                               ED ELEVA CIO’ CHE E’ BUONO,
                               GIUSTO E BELLO,
                               DI CUI ESSA E’ LA FORMA INVISIBILE,
                               MA TUTTAVIA SPLENDENTE,
                               APPASSIONATA ED ETERNA.         (Platone- 400a.C.-Dialoghi)                      

Per ognuno di noi la musica è qualcosa di diverso ma essa ha la caratteristica di essere universalmente valida.
Pensate ad un cinese, ad un arabo, ad un europeo: davanti ad una partitura tutti suoneranno la stessa melodia!!! La m. è quindi una delle manifestazioni dell’uomo che unisce!
In questo sta, secondo me, la grande forza della musica!

 

DA COSA HA AVUTO ORIGINE? La scienza che studia le origini della m. è l’etnomusicologia o la                                                                                  musicologia comparata.

QUANDO E COME NACQUESRO I SUONI? Varie teorie:

- Herbert Spencer: Origine e funzione della musica” 1857- la m. deriva dal linguaggio parlato.                                            Variazioni di intensità e altezza sono gli effetti fisiologici delle variazioni dei                                          sentimenti.
Il canto: ha avuto origine dal parlare su toni acuti.

  • C. Darwin:      “L’origine dell’uomo e la selezione in relazione al sesso” 1871.

                       Canto = imitazione grida animali. Soprattutto uccelli stagione amori.
Anche per l’uomo il canto, in origine, strumento di seduzione.
- Robert Wallaschek:“La musica primitiva” 1893.
Importanza fondamentale per l’origine della musica ha avuto IL RITMO (esempio                                  che faccio di solito quando inizio a spiegare la poesia- il ritmo nella poesia,                                              soprattutto antica, è fondamentale. Esametri dattilici, distici elegiaci ecc...danno il                             ritmo al poema). Ritmo accompagna la vita dell’uomo - il ritmo è tempo. La vita è                         scandita in momenti che si susseguono con regolarità.
- C Bucker:               “Lavoro e ritmo” 1896. Segue l’idea di Wallaschek = il ritmo è   fondamentale                                     nell’accompagnare le attività collettive presso le tribù.

DOPO 1878 INVENZIONE DEL FONOGRAFO: sarà d’aiuto agli studiosi per registrazioni presso i popoli                                                                                         africani che vivevano in tribù.
- Stumpf: musica come necessità di produrre segnali con la voce. Suoni di diversa altezza emessi                          simultaneamente hanno dato origine agli intervalli.
TUTTE QUESTE TEORIE HANNO UNA PECCA FONDAMENTALE: l’idea che l’origine della m. avesse un unico processo uguale per tutti i popoli e tutti i continenti.

CURT SACHS: ovviò a queste teorie con la MUSICA COMPARATA. Egli si preoccupò di comparare i diversi suoni e il modo di produrli nelle diverse comunità.

MUSICA: Oltre alle diverse teorie che prendono in considerazione la musica dai suoi primordi, comunemente ci si rifà alle origini della musica partendo dalla funzione che essa aveva nella 

 

TRADIZIONE GRECA CLASSICA
La musica nella società antica ha avuto uno specifico ruolo rispetto al dramma.                             

Strettamente collegata con la mitologia. Il canto di Orfeo placò le potenze infernali.
Anione: il suono della sua lira edificò le mura di Tebe.
Cantori (aedi e rapsodi) e sacerdoti sono esseri superiori perché conoscono le leggi arcane della materia sonora e la trasmettono al popolo per dare giovamento allo spirito.

Nelle formule rituali, il suono prevale sulla parola.

 

ACCENNO STRUMENTI MUSICALI ANTICHI
I greci usavano diversi strumenti. I più comuni erano la lira o cetra, il sistro e l'aulos.
La lira era uno strumento a corde che venivano pizzicate da un plettro ed era sacra al dio Apollo. L'aulos era uno strumento a fiato ad ancia, sacro al dio Dioniso. Erano in uso anche strumenti a percussione tra cui i tamburi, i cimbali e il sistro.


SISTRO

Strumento musicale a percussione di bronzo o di materiale più pregiato, costituito, nella forma più comune, da una lamina metallica a forma di ferro di cavallo, attraversata da tre, quattro o cinque asticelle, sempre metalliche,  trasversali mobili e terminante in un manico mobile,. Era utilizzato nelle cerimonie religiose ed in particolare nel culto della dea Iside, che ne era considerata l’inventrice. Ricostruendo l’oggetto si è notato che le suddette asticelle non erano ripiegate nelle estremità al solo fine di non farle fuoriuscire dal corpo dello strumento ma la piega era realizzate in modo scientifico formando una “S”. Sperimentando poi l’oggetto realizzato si è notato che lo strumento non si suona  facendo percuotere le asticelle ma oscillando il sistro con una mano le asticelle, proprio per la loro forma, vanno  in rotazione emettendo un particolarissimo suono simile ad un sibilo.

 

CETRA:antico strumento musicale, composto da una cassa armonica, alle cui estremità erano fissate le corde (da 4 a 11), che venivano fatte vibrare col plettro o con le dita. Secondo il mito, la prima cetra fu inventata da Apollo, quando Mercurio, per farsi perdonare un furto di bestiame fatto ai suoi danni, donò al fratello un guscio di testuggine, su cui erano tese alcune corde. Al lieve tocco delle dita le corde sprigionavano suoni così armoniosi che Apollo ne restò entusiasta e da allora non abbandonò più il magico strumento, divenendo il dio protettore della musica.


AULOS
Principale e più importante strumento a fiato, suonato da solo o combinato con la voce o con strumenti a corda, prevalentemente la cetra. Solitamente il suonatore usava una coppia di auloi, ognuno con il suo bocchino. Alcune volte i due auloi erano della stessa lunghezza; altre, uno dei due era più lungo. Ogni aulòs aveva un certo numero di fori laterali per il diteggio, chiamati trèmata or trypèmata. A causa della forza richiesta per suonare l’aulòs, gli auleti, come mostrato nelle raffigurazioni vascolari, indossavano la phorbéia, una specie di bavaglio in pelle, con fori al livello delle labbra, in cui venivano inseriti i bocchini dello strumento.
I greci accostarono la musica alla matematica e al movimento degli astri. Pitagora, accostando la musica al movimento dei pianeti, capì che anch'essa era governata da precise leggi matematiche. Portò la sua intuizione sul monocordo e scoprì che se una corda produceva un suono di una certa altezza, per ottenere un suono all'ottava superiore bisognava far vibrare metà della corda; per ottenere la quinta bastava far vibrare i due terzi della corda, e via di seguito.
Alla base del sistema musicale greco c'era il tetracordo formato da quattro suoni discendenti compresi in un intervallo di quarta giusta (due toni e mezzo). I due suoni estremi erano fissi, invece i due intermedi erano mobili. I tetracordi si distinguevano in diatonico, cromatico e enarmonico. L'unione di due tetracordi formava un modo che poteva essere dorico, frigio o lidio. A seconda del tipo di unione i modi potevano essere a loro volta congiunti o disgiunti.  Il ritmo musicale si basava su quello poetico. Nella poesia greca la metrica scaturiva dalla durata delle sillabe: brevi o lunghe, lo stesso valeva in musica. La breve equivale all'odierna croma e la lunga all'odierna semiminima. Il ritmo si aveva dall'unione di due o più note o sillabe, ordinate in schemi ritmici chiamati piedi. In poesia la combinazione di vari piedi formava il verso e la combinazione di più versi formava la strofa.
Alla musica i greci attribuirono una funzione educativa perché la ritenevano in grado di arricchire l'animo delle persone. Secondo Platone la musica doveva servire per arricchire l'animo umano come la ginnastica serviva per irrobustire il fisico. Questo discorso si amplia con la dottrina dell'ethos per la quale ogni modo ha un suo ethos specifico e può incidere positivamente o negativamente sull'animo delle persone. Per Platone i modi di specie dorica o frigia incidono positivamente, invece quelli di specie lidia possono turbare l'equilibrio razionale.

 

OGNI STRUMENTO PRODUCE UN SUONO: Il suono (dal latino sula) è la sensazione data dalla vibrazione di un corpo in oscillazione.

ESSO E’DIVERSO PER :

ALTEZZA: L'altezza è la frequenza fondamentale di una nota musicale o suono che viene percepita, ed è una delle caratteristiche principali di un suono. L'altezza indica se un suono è acuto piuttosto che grave e dipende dalla frequenza dell'onda sonora che lo ha generato. In particolare: più la frequenza di un'onda sonora è elevata e più il suono ci sembrerà acuto, mentre più è bassa la frequenza e più il suono ci apparirà grave.
Il La sopra al Do centrale suonato su uno strumento qualsiasi ha un'altezza percepita pari a quella di un suono puro a 440 Hz. Il LA  sopra il Do centrale al giorno d'oggi è fissato a 440 Hz, e spesso è scritto come "A = 440 Hz" o semplicemente A440, e conosciuto come diapason da concerto.

L'altezza è influenzata anche dall'ampiezza del suono, specialmente alle basse frequenze. Per esempio, una nota grave e forte sembrerà ancora pìù grave se suonata più piano
L'altezza di un suono può essere descritta in molti modi, come alta o bassa, discretizzata o continua, determinata o indeterminata, che varia nel tempo (chirping) e la maniera in cui questo cambiamento avviene nel tempo: glissando, portamento, vibrato.
Musicalmente non conta tanto la frequenza assoluta dei suoni, ma è importante la relazione che c'è fra queste altezze, cioè la differenza che può essere espressa da un rapporto o misurata in cent. Le persone in grado di riconoscere queste relazioni hanno quello che si chiama un orecchio relativo, mentre le persone che riconoscono l'altezza reale di un suono hanno il cosiddetto orecchio assoluto.
INTENSITA’: L'unità di misura dell'intensità del suono è il decibel. La scala di riferimento va da 0 dB, silenzio in su...
In linea teorica, il limite superiore della scala può essere molto elevato: ma va detto che, per quanto riguarda l'orecchio umano, l'intensità massima sopportabile è attorno ai 130 dB: un valore oltre il quale si sorpassa la soglia del dolore e si mette in serio pericolo l'incolumità dell'orecchio.
Il TIMBRO: Il timbro è quella particolare qualità del suono che permette di giudicare diversi due suoni con uguale intensità e altezza. Il timbro rappresenta, dunque, quell'attributo della sensazione uditiva che consente all'ascoltatore d'identificare la fonte sonora, rendendola distinguibile da ogni altra. Il timbro, che spesso è indicato fra i "parametri" del suono musicale, insieme all'altezza, all'intensità e alla durata, suggerisce numerose analogie con il colore per quanto riguarda la percezione visiva. Infatti, il timbro viene designato come colore del suono tanto in inglese (tone-colour) quanto in tedesco (klangfarbe).
Visione filmato Walt Disney: da “Fantasia”, La colonna sonora.

PRESENTAZIONE STRUMENTI:CORDOFONI, AEROFONI, MEMBRANOFONI.

Primi strumenti quelli MEDIEVALI: vedi immagini dal libro.

ASCOLTO: voci dal medioevo
           
PROBLEMA LETTURA DELLA MUSICA E NOTAZIONE

 La teoria della musica medievale e Guido d'Arezzo




L’esacordo
Guido d'Arezzo nacque intorno al 995 d.C. in un villaggio vicino a Pomposa (Ferrara). Entrò nel monastero benedettino dell'abbazia di Pomposa e poi si trasferì ad Arezzo, dove maturò il suo nuovo metodo per l'apprendimento del canto liturgico, che espose al papa Giovanni XIX, il quale ne favorì la propagazione. Le sue opere: il micrologus de musica, considerato il più importante trattato del Medioevo, il prologus in antiphonarium in cui l'antifonario viene dato nella nuova notazione.
Guido d'Arezzo diede una soluzione ai molteplici tentativi di notazione diastematica e fu una figura importante nella storia della notazione musicale, soprattutto per l'impostazione del modo di leggere la musica: inventò il tetragramma e utilizzò la notazione quadrata.
Inoltre diede un nome ai neumi e ciò perché sosteneva che il cantore doveva conoscere il canto in assenza di una notazione ed essere capace di intonarlo. L'obiettivo di Guido D'Arezzo era quello di trovare un sistema che consentisse al cantore di intonare un canto senza averlo mai visto prima. Per imparare le note, bisognava dare loro un nome, dunque il canto doveva essere scisso dal testo. Allora, prese l'inno a S. Giovanni, molto conosciuto perché S. Giovanni era il protettore dei cantori, staccò dal contesto le sillabe e le note iniziali dei versetti costituirono un esacordo:

  1. (UT) QUEANT LAXIS
  2. (RE)SONARE FIBRIS
  3. (MI)RA GESTORUM
  4. (FA)MULI TUORUM
  5. (SOL)VE POLLUTI
  6. (LA)BII REATUM
  7. (S)ANCTE (J)OANNES

Traduzione: affinché i fedeli possano cantare con tutto lo slancio le tue gesta meravigliose, liberali dal peccato che ha contaminato il loro labbro, o S. Giovanni.
Successivamente, ut, troppo difficile da pronunciare, venne trasformato in do da Giovan Battista Doni, prendendo spunto dall'inizio del suo cognome. Guido D'Arezzo realizzò anche il sistema esacordale che non fu un sistema teorico, ma un metodo didattico, con la funzione pratica di aiutare i cantori ad intonare i canti. Organizzò la successione delle note in esacordi perché la maggior parte dei canti stavano nell'ambito di 6 note ed erano le sei note che stavano nel tetragramma.
Guido d'Arezzo individuò tre tipi di esacordo:

  • Esacordo naturale: do-re-mi-fa-sol-la
  • Esacordo molle: fa-sol-la-sib-do-re
  • Esacordo duro: sol-la-si-do-re-mi

La Solmisazione

Guido ebbe un'intuizione geniale perché decise di chiamare ut', re, mi, fa, sol, la non solo le note dell'esacordo naturale, che corrispondevano come altezze reali a do, re, mi, fa, sol, la, ma anche le note dellesacordo molle. In sostanza, siccome un canto stava nell'ambito di un esacordo, se stava da fa a re, Guido faceva intonare ut, re, mi, fa, sol, la anche se l'altezza reale era sol, la, si, do, re, mi. Questo perché tutti e tre gli esacordi hanno il semitono fra il 3º e il 4º suono. Chiamando tutti gli esacordi ut, re, mi, fa, sol, la, il semitono cadeva e veniva chiamato sempre mi-fa, quindi il cantore sapeva che, quando intonava mi-fa, aveva un semitono, quindi se c'era un canto che andava dal sol al mi, i cantori cantavano ut, re, mi, fa, sol, la e sapevano che quando cantavano mi-fa dovevano fare un semitono. Con Guido d'Arezzo nasce l'idea che utilizzando una notazione leggo le note e imparo un canto, quindi lo posso fare anche da solo, senza bisogno che qualcuno me lo insegni.
DAL CANTO ALLO STRUMENTO E ALL’INSIEME DEGLI STRUMENTI
INSIEME DI STRUMENTI = ORCHESTRA: un’ orchestra è un gruppo musicale tipico della musica classica ma l'etimologia della parola viene dal teatro dell'antica Grecia, con un termine che indicava la zona compresa tra lo spazio dedicato al pubblico (usato da strumentisti e danzatori) ed il palcoscenico.
DIVERSI TIPI DI ORCHESTRE SI CLASSIFICANO SECONDO IL PERIODO STORICO E L’EVOLUZIONE DELLA MUSICA:  

3 ASCOLTI:              HAYDN                     sinfonia degli addii   (messaggio chiaro e garbato nello stesso                                                                                                   tempo)                     
                        MOZART                 concerto per violino e orchestra in sol maggiore K.216 (cosa è un concerto. Differenza tra Sinfonia e Concerto).                           

                        BEETHOVEN          sinfonia n.5 (organico orchestra sinfonica- messaggio dato già dalle prime due battute)
                                               

Orchestra da camera

Un organico formato da un numero ridotto di strumenti, dove talvolta alcuni strumenti sono soli, viene definito Orchestra da camera. Il repertorio di tali orchestre è alquanto vasto, basti pensare alla grande quantità di quintetti, sestetti, epiteti ottetti, etc. prodotti. Tale repertorio prende il nome di Musica da camera.

Orchestra sinfonica e orchestra filarmonica

Le orchestre di grandi dimensioni vengono distinte in due principali categorie:

  • Orchestra filarmonica, ovvero un'orchestra formata da componenti che, nell'aggregarsi hanno fondato l'organico.
  • Orchestra sinfonica, dove i componenti dell'organico vengono assunti tramite concorso, tramite un'audizione.


Un'orchestra sinfonica, oggi, è composta normalmente da 40 - 100 strumentisti. Un'orchestra è definita da camera quando ogni strumento ha una sua parte, quindi chi esegue quella parte è uno strumento solo. Se ad eseguire la parte è un numero di strumenti maggiore di uno, allora perde l'aggettivo "da camera".
L'orchestra è sinfonica se è composta da strumenti comprendenti gli archi e i fiati ( ottoni e/o legni ). Talvolta sono presenti anche le percussioni e altri cordofoni come arpa, pianoforte, etc. ma non necessariamente.
Un'orchestra composta solo da:

  • ottoni e percussioni prende il nome di fanfara.
  • archi prende il nome di orchestra d'archi.
  • fiati legni e ottoni prende il nome di orchestra di fiati.
  • legni, ottoni, percussioni e contrabbasso prende il nome di orchestra armonica.

DISPOSIZIONE DELL’ORCHESTRA (cartellone).

 

 

Fonte: http://www.digila.it/public/iisbenini/transfert/Saccani/APPUNTI%20CORSO%20C.%20MUSICALE%20(Salvataggio%20automatico).doc

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

 

APPUNTI II LEZIONE CULTURA MUSICALE

 


NOTAZIONE MUSICALE       GUIDO  D’AREZZO.

FACCIAMO UN PASSO INDIETRO: COME SI ARRIVA ALLA MANO GUIDONIANA?

AVVENTO DEL CRISTIANESIMO, QUINDI, HA MODIFICATO LA VITA DEGLI UOMINI E LE LORO MANIFESTAZIONI. SI CANTA SOPRATTUTTO PER INNEGGIARE A DIO =                      
CANTI SACRI

NEI CANTI CRISTIANI CONFLUISCONO DUE TRADIZIONI:
L’EBRAICA E QUELLA GRECA.
I maggiori trattatisti di teoria musicale furono:

AURELIO AGOSTINO

E SEVERINO BOEZIO (due filosofi).

 

SANT’ AGOSTINO era stato convertito al cristianesimo da S.Ambrogio e nel suo libro di memorie racconta che il giorno del battesimo: “le mie lacrime sgorgavano all’ascolto degli INNI e dei CANTICI” ciò ad indicare come la musica esercitasse su di lui una profonda suggestione. Si dice che proprio per il battesimo di S.Agostino si cantò per la prima volta il TE DEUM. Il canto, si capisce già da questi tempi, ha un grande potere          
UNIFICANTE
e infatti, proprio Sant’ Ambrogio aveva introdotto dall’Oriente il canto degli INNI per infiammare alla fede lo spirito dei fedeli.  

DALL’ EBRAISMO DERIVA IL REPERTORIO DEI PRIMI CANTI:

I SALMI: 150 NEI DIVERSI LIBRI DELLA BIBBIA

I CANTICI: IL Più FAMOSO è IL CANTICO DEI CANTICI

GLI INNI: CANTI DI LODE A DIO = le parole si dovevano capire molto bene perché inno rivolto a Dio, quindi parole sillabate:

CANTO SILLABICO (ASCOLTO cd 11, tr.59 – 3’): ALFONSO IL SAGGIO “S.Maria, strela do dia- S.Maria stella del giorno).
(Le parole del canto sono divise in sillabe. Re Alfonso ricorda ai fedeli come sia facile cadere nel peccato ma la musica non è per nulla lamentosa in quanto il credente sa che può contare sulla protezione della Madonna e si prenota, attraverso il canto, il paradiso).
NEL CORSO DEI SECOLI LA CHIESA FISSO’ UNA SERIE DI PREGHIERE DA CANTARE NELLE DIVERSE ORE DEL GIORNO: MATTUTINO, LAUDI, VESPRI = UFFICIO, RACCOLTI NELL’ANTIFONARIO.

I CANTI DELLA MESSA, INVECE, ERANO RACCOLTI NEL: GRADUALE

LE PARTI DELLA MESSA IN CUI IL TESTO RESTA FISSO NELLE DIVERSE GIORNATE FORMANO: L’ORDINARIO: KYRIE (kieirus= Signore), GLORIA, CREDO, SANCTUS, AGNUS DEI.

LE PARTI  IL CUI TESTO CAMBIA A SECONDA DELLA GIORNATA FORMANO IL: PROPRIO.

(OPINIONI DI S.BASILIO, SAN GIOVANNI CRISOSTOMO, S.AMBROGIO = la melodia viene unita alle parole perchè meglio plasma l’anima del credente meglio l’uomo “povero” ricorda le preghiere. Per rendere più piacevole le parole profetiche, Dio volle aggiungere ad esse la melodia. Chi canta un Inno lo fa con cuore puro e attraverso di esso il suo animo resta fermo e incrollabile come Davide).

PRIMO DOCUMENTO DI CANTO CRISTIANO GIUNTO FINO A NOI:
INNO DAL PAPIRO OSSIRINICO
 ASCOLTO: 1’38
(il coro risponde alla recitazione del sacerdote secondo la tecnica del responsoriale)

QUESTO CANTO ARRIVA MOLTO AVANTI NEL TEMPO, PER TUTTO IL MEDIOEVO: un sacerdote cantava e assieme a lui il coro (dei monaci), di solito ben addestrato ( impiego notevole di tempo per far ciò), rispondeva.

ALTRI ESEMPI CHE DANNO ORIGINE A DIVERSI MODI

I monaci si dividevano in 2 gruppi che si RISPONDEVANO A VICENDA = MODO ANTIFONICO
Altre volte il CORO intero rispondeva ad un SOLISTA = MODO RESPONSORIALE.

CANTO SILLABICO (v.sopra)

CANTO detto “TONUS RECTUS”  = SU UNA NOTA SOLA: ORIZZONTALE.

CANTO MELISMATICO: ultima vocale di una sillaba tenuta come base per lunghi vocalizzi = MELISMA. Ricordavano la gioia, il tripudio e l’ammirazione per aver visto l’ascensione al cielo di Cristo e non c’erano parole per esprimere tale tripudio, quindi COMPLESSI VOCALIZZI. Ciò portò a forme di canto chiamate:

TROPI:
Più TROPI = SEQUENZA.
Delle molte sequenze in uso la Chiesa ne ammise solo 5: Victime Pascali laudes; Veni Sancte Spiritus; Lauda Sion; Dies irae; Stabat Mater.

ASCOLTO: INNI “ Veni Creatus Spiritus”  (ASCOLTO 11, tr.57 3.18)
                                      “Inno di S.Giovanni” (sulla mano guidoniana, cantato da monaci)
                                                                                            Vedi you tube
MANO GUIDONIANA

                      
                              

PERCHE’: VISTO L’ALTRA VOLTA. In questo modo i monaci potevano leggere autonomamente anziché dover essere istruiti con continue ripetizioni della melodia per essere imparata ad orecchio.

PRIMA DELL’INVENZIONE DI G.D’AREZZO: SCRITTURA NEUMATICA (ESEMPI)
Scritti da monaci nelle abbazie, i libri (codici), erano scritti ognuno in un modo diverso a seconda della diversa scuola e stile di scrittura.
I neumi erano il sistema di scrittura dei suoni musicali e venivano posti al di sopra delle parole. Inizialmente servivano solo a ricordare un motivo già noto e il saliscendi della melodia. Nel XII e XIII secolo iniziarono ad indicare i suoni reali con sempre maggior precisione. Si inizia a scriverli su una linea, poi su due (linea del fa e del do). Dopo questo sistema viene quello più preciso di Guido d’Arezzo.
ESEMPIO NEUMI

L’ALTRA VOLTA ABBIAMO DETTO CHE G.D’A. NASCE NEL 995, la sua attività la svolge in quel momento del Medioevo che è maggiormente fiorente: il Basso Medioevo.
Rinascita delle attività commerciali, ripresa attività agricola, cessazione invasioni barbariche danno un nuovo slancio alla vita nelle corti e nascono i Liberi comuni.

In tutto ciò LA CATTEDRALE ha un’importanza fondamentale nella vita cittadina. Luogo di incontro di diverse culture, La fabbrica”delle cattedrali restavano aperte per secoli e in attorno ad esse cantori e suonatori sono ospiti graditi, soprattutto nei castelli.

Il canto si trasforma completamente, il c. gregoriano era severo e mistico, ad essa subentra una musica vitale e pulsante, ben ritmata. La chiesa si trasforma in un teatro religioso: CERIMONIE LITURGICHE VENGONO MESSE IN SCENA = LA MUSICA DEL POPOLO SI FONDE CON QUELLA LITURGICA

NASCONO

 I DRAMMI LITURGICI: “IL DRAMMA DI DANIELE”, “IL PIANTO DI MARIA”, “LA VISITA AL SEPOLCRO”, ecc…Cantati in latino ma a poco a poco in volgare. In Italia         :                                  LAUDI.

EPOCA: 1300


Cattedrale di Amiens
Amiens Cathedral

 


S. AMBROGIO MILANO

 

 

NELL’ARTE: si sovrappongono sia nel ROMANICO sia nel GOTICO diversi ordini di contrafforti i quali  sembrano rincorrersi = Cattedrale di Amiens, S.Ambrogio a Mi,
COSì NELLA MUSICA DI QUESTO PERIODO SI SOVRAPPONGONO DIVERSE VOCI CREANDO UN INTRECCIO COMPLICATO:

POLIFONIA = canto simultaneo di melodie diverse.

Alla linea melodica si sovrappone un’altra linea di canto e poi un’altra ancora, fino a quattro linee melodiche.
PRIMA GRANDE SCUOLA POLIFONICA: NOTRE DAME A PARIGI (Leonin e Perotin).

A QUESTA SCUOLA SI DA’ IL NOME DI Ars Antiqua.

Con Perotin non più nulla di improvvisato ma regole precise.
Effetto: VOCI BEN SALDATE FRA LORO.

Prime forme di musica polifonica: ORGANUM  MOTTETTO  CONDUCTUS.

ORGANUM: una melodia gregoriana a cui si aggiungono altre voci

MOTTETTO: deriva dal precedente ma qui ogni voce canta un suo testo diverso (il testo delle voci superiori è una spiegazione di quello che viene detto dalla voce inferiore).

CONDUCTUS: anche la melodia di base viene interamente composta.  (Ascolti)

SI SVILUPPANO UNA SERIE DI NUOVI STR. MUSICALI (vedi lez.precedente)
USATI DA MUSICI PROFESSIONISTI FORMATA DA CAVALIERI (i nobili non primogeniti) LAVORANO COSì PRESSO LE DIVERSE CORTI

TROVATORI (Francia del Sud):Bernard de Ventadorn (ASCOLTO)

TROVIERI  (Francia del Nord): Adam de La Halle, Blondel ( Storia di B.e Riccardo Cuor di Leone).
MINNESNGER(Germania): Walter von de Vogelweide.

MENESTRELLI (Italia):Francesco Landino. (Ascolto 12, tr. 3 - 2’37)

Musica popolare: canti GOLIARDICI SONO UN INNO AL VINO E ALLA VITA GODERECCIA alla quale nessuno riesce a sottrarsi ( ASCOLTO 12, tr. 2 – 2,40). 
Strumenti antichi fra i più vari sostengono il canto. Quadro allegro e pittoresco.  

STRUMENTI VARI:
ORA VENGONO ANCHE AMMESSI NELLE CHIESE, SI METTE A PUNTO UN NUOVO MODO DI SCRIVERE I SUONI:

IL PENTAGRAMMMA.
L’invenzione del pentagramma è attribuita a Ugolino da Orvieto.
Il pentagramma è composto da cinque linee parallele e quattro spazi che intercorrono tra le linee. Le linee e gli spazi si contano dal basso all'alto.
Il pentagramma può essere:

  • Semplice - per la voce umana e per tutti gli strumenti musicali di limitata estensione fonica, come gli archi e i fiati ecc., per i quali la gamma (scala o estensione) abbraccia o il registro acuto o centrale o basso;

  • Doppio - formato da due pentagrammi semplici uniti da una graffa, usato da altri strumenti come il pianoforte, l'arpa, l'harmonium e la celesta per i quali la loro gamma abbraccia tutti i suoni degli strumenti citati in precedenza; i due pentagrammi, inoltre, permettono di distinguere i suoni prodotti dalla mano destra (rigo superiore) e quelli prodotti dalla mano sinistra (rigo inferiore);

  • Triplo - usato per la grafia per le musiche d'organo, due pentagrammi per la tastiera e un pentagramma per le note gravi affidate alla pedaliera;
  • Multiplo - serve per le partiture dei complessi strumentali, vocali strumentali e dell'orchestra. (Mostrare PARTITURA ORCHESTRA)

ARRIVIAMO ALL’UMANESIMO E AL RINASCIMENTO: IMMAGINI

San Miniato al Monte e l'arcivescovado


Sant'Alessandro in Zebedia

 

LO STILE DELLE FORME CHE POSANO E LO STILE DELLE FORME CHE VOLANO è ben rappresentato da queste due immagini.
Soffermiamoci sulla prima immagine per capire lo stile della musica del Rinascimento.
Forme geometriche, nette, precise.
La polifonia diventa sempre più complessa e meglio costruita. La m. strumentale può far conto su nuovi strumenti e nuove forme musicali
LA FROTTOLA E IL LIUTO: i migliori in questo periodo saranno i franco-fiamminghi che opereranno molto anche in Italia (Nobili e cappelle religiose).
In questa forma musicale la voce più acuta spicca per la sua immediatezza, le altre tre tendono ad accompagnare. Se cantata da 4 cantanti si completano a vicenda, se da una sola voce, le altre tre sono rette da un LIUTO (strumento più diffuso del Rinascimento).
NEI SALOTTI DEI SIGNORI: ODI E MADRIGALI
Le Odi vengono ricercate fra i testi degli antichi Greci e Romani: odi di Orazio. Soprattutto nella seconda metà del secolo gli antichi metri della poesia vengono ripetuti fedelmente in musica.
I Madrigali nuovo genere di canto su testo profano. Iniziato da autori fiamminghi e francesi, fra i maggiori: Orlando di Lasso, Filippo de Monte, Gesualdo da Venosa.
A Venezia soprattutto uso di due cori alternati: A. e G.Gabrieli.
Massimo esponente di questo periodo sarà PIERLUIGI DA PALESTRINA.


Fonte: http://www.digila.it/public/iisbenini/transfert/Saccani/APPUNTI%20CULTURA%20MUSICALE/II%20LEZIONE%20CULTURA%20MUSICALE.doc

 

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