Monete conservazione e gradi di rarità cosa vuol dire MB BB SPL FDC

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LA CONSERVAZIONE E I GRADI DI RARITA’

La conservazione

La conservazione di una moneta è la condizione generale in cui un esemplare si trova, ed è fondamentale nel collezionismo, dal momento che, assieme alla rarità, è il fattore principale ad influenzare il valore intrinseco della moneta.

Dipende da moltissimi fattori, come l’usura, i colpi, la tenerezza del metallo e, talvolta, anche il periodo a cui appartiene la moneta: le greche e le romane, ad esempio, sono sottoposte a un metro di valutazione molto più generoso delle contemporanee, essendo molto più antiche.

La conservazione di una moneta è misurata secondo una scala di sei gradi principali, a cui si aggiungono gradi intermedi aggiungendo ad esempio la parola “quasi” abbreviata in “q” appena prima del grado principale, oppure con una serie di + o – dopo la valutazione. Di queste valutazioni intermedie, purtroppo, si abusa spesso nelle vendite.

La scala principale è questa:

B (Bella). La moneta è decisamente malridotta, praticamente illeggibile.

MB (Molto Bella). La moneta è leggibile, molto usurata. Di solito, MB è il grado minimo delle monete in commercio.

BB (Bellissima). La conservazione intermedia e più comune. La moneta si presenta bene, senza tracce di usura deturpanti, ed è perfettamente leggibile.

SPL (Splendida). L’esemplare è conservato ottimamente, conserva ancora tutti i rilievi e i minimi dettagli sono visibili.

FDC (Fior di conio). L’esemplare è ancora nella condizione originaria (per questo il FDC è detto anche “stato di zecca”). C’è una differenziazione tra le monete antiche e quelle moderne e contemporanee in questo grado: perché le prime siano FDC è sufficiente che presentino ancora tutti i rilievi integri e manchino colpi, mentre in età moderna e contemporanea un esemplare, per essere FDC, non deve mai essere stato toccato e deve recare al massimo graffietti di contatto con le altre monete al momento della coniazione.

Il grado di rarità

L’altro fattore che condiziona il valore intrinseco dell’esemplare è il grado di rarità. Esso dipende dalla reperibilità della moneta sul mercato, la tiratura (numero di pezzi coniati), la ricercatezza e il numero di esemplari ancora esistenti.

Spesso l’estrema rarità di alcune monete ne vieta la vendita. La scala generalmente usata contiene 7 gradi, senza condizioni intermedie.

CC (Comunissima). La moneta è reperibile sul mercato in quantità enorme e per pochi spiccioli anche in FDC. Solitamente questo grado caratterizza le monete contemporanee, ad esempio quelle della Repubblica Italiana.

C (Comune). La moneta è sempre disponibile sul mercato, e il valore degli esemplari con questo grado di rarità è condizionato più dal metallo di cui è fatta o dalla sua ricercatezza.

R (Rara). Grado minimo di rarità. Le monete con questo grado possono raggiungere prezzi considerevoli se in buone condizioni. Questo grado e quelli superiori sono i più comuni nella monetazione antica.

R2 (Molto rara), R3 (Rarissima), R4 (Estremamente rara) ed R5( Pochi esemplari conosciuti) sono i gradi successivi generalmente utilizzati. Alcune scale, talvolta, possono arrivare anche ad R10, ma con un metro di valutazione differente.

Fonte: http://spaziomonete.altervista.org/NS/LA_CONSERVAZIONE_E_IL_GRADO_DI_RARITA.doc

Sito web da visitare: http://spaziomonete.altervista.org

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