Modelli della psicopatologia
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Modelli della psicopatologia
I modelli della psicopatologia – capitolo 8 – manuale di psicologia dinamica
Inizialmente la modellistica psicoanalitica mise in evidenza come patologia elettiva l’isteria; successivamente i disturbi di carattere attrassero molto l’attenzione teorica e clinica degli studiosi e successivamente le forme borderline e le personalità narcisistiche aprirono un nuovo campo di interesse. Questi cambiamenti e ridefinizioni dell’expertise clinico sono dovuti al cammino della psicoanalisi, a un riassetto della teoria che apre nuove possibilità di ridefinizione del campo di intervento.
Le controversie: fantasie o fallimento ambientale?
- il sé è da vedersi come una costruzione individuale, intesa in senso intrapsichico, o piuttosto come un’unità intersoggettiva, nel senso di una costruzione interpersonale?
- quale’è la costituzione di base nella natura umana? Essa è
- In conflitto con l’ambiente, la cultura, tanto da costringere a inibire la dotazione pulsionale di base?
- Oppure è consonante con il modello esterno, per cui il disagio mentale è da vedersi come un fallimento ambientale?
Gabbard: per buona parte di questo secolo la psichiatria dinamica ha messo alla base del distirbo mentale un conflitto; negli ultimi decenni sta emergendo un modello interpretativo differente: malattia come deficit, strutture mentali assenti o carenti.
Ci si chiede quindi se la psicopatologia poggia le sue radici sul trauma oppure se sia la risultante di fraintendimenti delle prime esperienze infantili dovuti all’impatto deformante delle fantasie proprie di quell’età.
- Secondo il modello classico di psicopatologia l’attenzione è stata data al tema del conflitto, la mente è considerata come entità presa in affitto da conflitti interni poiché differenti aspetti della vita mentale non erano compatibili
- Il modello alternativo di psicopatologia propone che le radici delle difficoltà posggino su un arresto dello sviluppo piuttosto che sul conflitto
Il pluralismo dei modelli
Kyrle riassume le principali teorie succedute nel corso del tempo.
- 50 anni fa: malattia dovuta inibizione sessuale
- Con M. Kelin, e grazie all’illustrazione della complessità delle primitive relazioni tra Io e SuperIo, si passa a considerare la malattia mentale come esito di un conflitto morale inconscio
- Con l’opera di Bion si fa strada l’idea che il paziente sia affetto da travisamenti e deliri inconsci
Gabbard propone un’altra differenziazione individuando tre modelli di lettura della psicopatologia:
- Psicologia dell’Io: le pulsioni primarie le pulsioni sono primarie mentre le relazioni oggettuali sarebbero secondarie. Il conflitto tra le diverse istanze della personalità causa angoscia.
- Teoria delle relazioni oggettuali: le pulsioni emergono nel con testo relazionale e non possono mai essere separate dalla relazione. Il conflitto è considerato come uno scontro tra coppie contrapposte di unità interne e di relazioni oggettuali
- Psicologia del sé: le relazioni esterne aiutano la persona a mantenere la stima di sé e la coesione di Sé.
Bateman e Holmes: tre strategie che corrispondono a tre modelli di salute psichica e di psicopatologia
- modello conflittuale classico: il soggetto ha rimosso le esperienze problematiche per mantenere un senso di coerenza interna
- modello conflittuale kleiniano e delle relazioni oggettuali: impera il conflitto tra amore e odio, tra bisogno di dipendenza e separazione
- il modello deficitario delle relazioni interpersonali e dell’oggetto: difficoltà viste come espressione di un deficit, nel senso di una carenza ambientale
Fonagy: nuova lettura della teoria delle relazioni oggettuali.
- modello strutturale della psicopatologia: Freud, Hartmann, A. Freud, Mahler, Sandler:
“Il fallimento dell’apparato mentale nel trattare adeguatamente con la pressione proveniente dalle pressioni, si svolgeva secondo la sequenza del modello di patogenesi:
conflitto -> rimozione -> riattivazione del conflitto -> compromesso nevrotico”
Mondo intrapsichico è in conflitto tra le tre istanze (Io, Es, SuperIo). Il modello di rimozione è il punto di riferimento cardine in questa ottica. L’origine della psicopatologia può essere colta nel costo del compromesso a cui inconsciamente l’Io ricorre per adattarsi. Obiettivo del trattamento consiste nell’operare una ristrutturazione della personalità, ovvero rovesciare i normali rapporti tra i singoli territori della psiche.
- modelli delle teorie delle relazioni oggettuali
- modello kleiniano-bioniano:
(Klein) L’origine della psicopatologia è da ricondurre all’intensa ansia determinata dalle fantasie sadiche infantili, reputate radici del disagio mentale sia come causa diretta sia come difesa. Aspetto dell’ansia primitiva è l’uso patologico dell’identificazione proiettiva (processo inconscio mediante il quale aspetti propri avvertiti come cattivi vengono disconosciuti e attribuiti a qualcun altro in modo tale da averne un controllo).
(Bion) Introduce il concetto di rèverie. Negli stadi nevrotici, il passaggio tra posizione schizoparanoide e depressiva è concepita come parziale, il superio contiene sia aspetti paranoici che depressivi causando un ansia persecutoria. Se la posizione depressiva non viene superata l’ansia riguarderà il sentimento di frammentazione e il senso di realtà sarà fortemente distorto dalla proiezioni. L’obiettivo del cambiamento è il superamento delle angosce depressive e la rielaborazione del lutto primitivo.
- modello del gruppo indipendente, Fairbairn, Winnicott, Balint
Le teorie delle relazioni oggettuali implicano la comprensione di come le relazioni interpersonali vengano interiorizzate e trasformate in rappresentazioni interne. Il conflitto viene visto come lo scontro tra coppie contrapposte di unità interne di relazioni oggettuali (non come lotte tra impulsi e difesa, modello classico).
(Fairbairn) Si da molta importanza all’ambiente in cui si sviluppa il bambino. L’origine della patologia è da ricondurre ai primi tre anni di vita. Tutti gli stati patologici hanno radici nei conflitti legati alla dipendenza infantile.
(Winnicott) “Madre sufficientemente buona”: requisito perché il bambino possa sviluppare in Sé (in caso contrario si sviluppa il falso sè).
(Balint) “Difetto fondamentale”: incapacità della madre di rispondere ai bisogni del figlio. Devono essere accettate le parti del sé che sono state “negate”.
- modello nord americano: Kohut, Kernberg, Stern
(Kohut) Viene allargato il campo di interesse, che per Freud non poteva essere trattato con la psicoanalisi: i disturbi narcisistici, ossia relativa regolazione dell’autostima, mancanza di empatia, di umorismo… sembra che l’angoscia centrale sia la depersonalizzazione, la paura della perdita di contatto con l realtà, esperienze spaventose di vergogna. È necessario che vengano capiti e soddisfatti i bisogni del paziente. Alla base della patologia c’è l’indisponibilità del genitori nei confronti del bambino. La meta del trattamento dei disturbi narcisistici consiste nel portare “il settore centrale della personalità” a riconoscere la presenza di mete narcisistiche perverse consce e preconsce. L’essenza del processo di guarigione sta nel raggiungimento di un aumentata stima di sé che permetta di ottenere risposte convalidanti ed empatiche dagli altri, e non dall trasformazione dell’inconscio in conscio.
Fonte: http://www.hafricah.net/public/Appunti/cap%208%20dinamica.doc
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