Attenzione coscienza e sonno
Attenzione coscienza e sonno
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Attenzione coscienza e sonno
3.1. L' ATTENZIONE
Attenzione (Def.) = capacità di dirigere le risorse psichiche a disposizione del soggetto in un determinato momento su determinati aspetti della realtà
Siamo in grado di selezionare un determinato stimolo nello spazio attraverso la rotazione degli occhi, del capo o del corpo (attenzione spaziale)
Coincidenza tra direzione dello sguardo e direzione dell’attenzione
Si può dirigere lo sguardo verso un punto di fissazione, ma orientare l’attenzione spaziale verso un’altra posizione
(“guardare con la coda dell’occhio” o “visione periferica”)
L'orientamento volontario
Dirigiamo l’attenzione in modo consapevole, controllato, mantenendo l’attenzione fissa, concentrata, ignorando gli altri aspetti della realtà
L’orientamento automatico
L'oggetto dell'attenzione può essere qualcosa di imprevisto o improvviso ( squillo del telefono, del campanello di casa, colpo di tosse durante un concerto, il proprio nome, il pianto di un bimbo, anche durante il sonno )
non può essere interrotto
non va soggetto a interferenze
Il fuoco dell’attenzione
(metaforicamente = un fascio di luce o il fuoco di una lente) consente di concentrare le risorse attentive su di uno specifico stimolo (oggetto o evento)
Gli oggetti che cadono entro il FUOCO DELL’ATTENZIONE sono classificati come rilevanti, guidano il comportamento e raggiungono il livello di coscienza
L’attenzione selettiva
Il sistema attentivo riesce a selezionare l’informazione rilevante da quella irrilevante, a distinguere in maniera selettiva le caratteristiche rilevanti dello stimolo:
(colore, forma, dimensioni, leggere una parola)
L’individuazione del bersaglio avviene a volte in modo molto rapido, repentino. Altre volte deve invece intervenire l’attenzione focalizzata, che richiede un maggior tempo di elaborazione
ESPERIMENTI DEL CERCHIETTO (CON TRATTINO E SENZA TRATTINO)
Nell’esperimento del cerchietto con trattino il TR (Tempo di Risposta) non è influenzato né dal numero dei distrattori ( = stimoli che non contengono la caratteristica che definisce il bersaglio ) né dal fatto che la risposta sia affermativa (bersaglio presente) o negativa (bersaglio assente)
Nell’esperimento del cerchietto senza trattino il TR aumenta con l’aumentare degli elementi presentati ed è più lungo per una risposta negativa che per una risposta affermativa
Questi risultati dimostrano che in un caso (cerchietto con trattino) l’elaborazione avviene in parallelo, simultaneamente, mentre nell’altro caso (cerchietto senza trattino) l’elaborazione avviene in modo seriale, una operazione dopo l’altra, ossia: nella ricerca del bersaglio i singoli elementi vengono esaminati ad uno ad uno in tempi successivi, secondo la scansione operata dal fuoco dell’attenzione
Le congiunzioni illusorie
possono verificarsi quando l’attenzione focale opera in condizioni difficili
Es. cappelli e cani, bastoni e ombrelli, volti e colore dei capelli, mani e coltelli, A verdi e H rosse
Le risorse attentive ( l’ impegno mentale)
A volte è possibile compiere due o più attività contemporaneamente. Sono compiti compatibili:
conversare e guidare l’automobile
mangiare e guardare la TV
A volte no. Sono compiti incompatibili:
leggere un libro e guardare un film
ascoltare la lezione e chiacchierare con il vicino di banco
interferenza da doppio compito
(distinzione fra compito primario e compito secondario)
interferenza strutturale: i due compiti da eseguire interessano i medesimi meccanismi e condividono le medesime strutture psichiche (ad es. l’apparato acustico), quindi si verifica una competizione tra i due compiti per l’impiego dello stesso apparato
(es. masticare e parlare)
interferenza da risorse: le operazioni mentali che compiamo sono molto impegnative ed assorbono una quota elevata delle risorse attentive a nostra disposizione
Ad es. durante un sorpasso, quando la visibilità è scarsa, se c’è traffico…
La quantità di risorse attentive è limitata e potremmo esaurirla svolgendo il compito primario, che richiede una esecuzione ottimale. Restiamo così privi di una quota residua di risorse da destinare al compito secondario, che quindi non verrà eseguito in modo ottimale o non verrà eseguito affatto
Processo Automatico e Processo Controllato
Le prestazioni di un soggetto si modificano profondamente con l’esercizio
Quando si impara, ogni singola azione è preceduta da una decisione cosciente e richiede molto impegno attentivo
La prestazione risulta lenta e goffa. Gli errori sono frequenti
Non si può svolgere contemporaneamente nessun altro compito; neppure pensare all’azione successiva
Ciò che caratterizza la prestazione dell’esperto è la possibilità di elaborare una strategia, mentre esegue in modo rapido e accurato sequenze stereotipate di azioni che non richiedono risorse attentive
ES. guida, sport, suonare uno strumento musicale, imparare una lingua straniera
Con il prolungarsi dell’esercizio, tutto diventa più facile!
Le sequenze di azioni si succedono in modo fluido e rapido, in assenza di decisioni coscienti, e richiedono scarso impegno attentivo. Gli errori sono rari. L’esecuzione è quasi automatica
Quando si impara una lingua nuova impegniamo tutte le risorse nella lettura delle singole lettere e parole, mentre il significato del testo ci sfugge quasi completamente
Quando si diventa più esperti, le parole emergono senza impegno attentivo ed afferriamo immediatamente il senso di ciò che stiamo leggendo (ormai senza più sforzo)
Due processi qualitativamente diversi:
Processo Automatico
Rapido, Non coinvolge la MBT, Non richiede risorse attentive
Può svolgersi simultaneamente, in parallelo, con altri processi automatici, senza causare fenomeni di interferenza
Introspettivamente, si ha l’impressione che si svolga senza il controllo diretto del soggetto, in modo quasi inconsapevole
ES. composizione di un numero telefonico abituale!
In assenza di impegno attentivo può addirittura accadere di comporlo inavvertitamente, quando invece si vuole comporre un altro numero, che ha magari in comune la stessa prima sequenza di cifre
Processo Controllato
Lento, soggetto ai limiti di capacità della MBT, richiede risorse attentive
Deve svolgersi serialmente, a causa dell’interferenza strutturale (competizione per l’accesso alla MBT) e dell’interfernza da risorse. Non consente lo svolgimento di altri compiti.
ES. composizione di un numero telefonico non abituale!
Il processo automatico è il più difficile da modificare. Pertanto è importante l’impostazione iniziale durante la fase di apprendimento controllato, perché la correzione dei difetti di un apprendimento sbagliato richiede molte più risorse di quelle necessarie ad un apprendimento iniziale corretto
A volte è necessario riportare sotto controllo processi che usualmente avvenivano in modo automatico
Es. se si guida in un paese dove bisogna tenere la sinistra
Es. un tennista che vuole migliorare il proprio servizio
In questi casi la modifica dei processi automatici passa per una fase nella quale essi vengono di nuovo svolti in modo controllato, seguita successivamente da un’altra fase di riautomatizzazione
L’esperimento di NAVON (1977)
(HOSS)
Al soggetto vengono presentate delle lettere grandi (livello globale) composte da lettere piccole (livello locale).
Quando il soggetto deve tener conto del livello locale (una H formata da piccole s oppure viceversa una S formata da piccole h) la presenza di una lettera incongruente a livello globale (non rilevante) provoca un netto rallentamento del TR
L’esperimento di STROOP (1935)
L’effetto STROOP: l’interferenza della parola sulla denominazione del colore
ROSSO VERDE BLU GIALLO
Il processo di lettura della parola è più automatico del processo di denominazione del colore, per cui quando il compito è di denominazione, il nome del colore trova il sistema di risposta già occupato dalla parola
Se la parola è congruente la risposta è facilitata, se la parola è incongruente si ha una interferenza della parola sulla denominazione del colore e la risposta viene ritardata
Una caratteristica non rilevante dello stimolo (cioè, il significato della parola) ha un effetto sulla rapidità della risposta fornita tenendo conto della caratteristica rilevante (cioè, il colore)
Elaborazione Inconscia ?
I processi cognitivi di elaborazione dell’informazione possono essere inconsci ?
I seguenti esperimenti dimostrerebbero che la risposta è SI
L’eminegligenza spaziale (1987)
è causata da lesioni al lobo parietale, con incapacità di orientare l’attenzione verso una metà dello spazio, per cui i pazienti sono inconsapevoli di quanto accade in una metà del campo visivo
Si ha tuttavia l’effetto di facilitazione se i disegni presentati nei due campi appartengono alla stessa categoria (due animali o due frutti)
Il paradigma della stimolazione dicotica (1953)
Al soggetto vengono presentati simultaneamente due messaggi diversi in ciascun orecchio. Il compito consiste nel dirigere l’attenzione sullo stimolo percepito da un solo orecchio e nel ripetere il messaggio udito. Se poi al soggetto viene chiesto cosa ha udito all’orecchio cui non ha prestato attenzione…
Non è in grado di: riferire le parole, né di stabilirne la lingua
Ma, è in grado di: distinguere un rumore dalla voce umana e una voce maschile da una voce femminile
Lewis (1970) trovò che la rapidità di ripetizione era influenzata dal fatto che le parole presentate all’altro orecchio fossero o no semanticamente relate alle parole che dovevano essere ripetute
Dunque, la prestazione relativa all’informazione elaborata attentivamente (e consciamente) dipendeva dal significato dell’informazione elaborata non attentivamente ( e non consciamente)
La “percezione subliminale”
Se si “maschera” l’informazione non rilevante in modo da non renderla percepibile consciamente (Holender 1986), il TR per la decisione lessicale è tuttavia più rapido se le parole sono relate semanticamente rispetto a quando non lo sono:
BURRO dopo PANE piuttosto che VELA
BANCA dopo DENARO
Anche nel caso di indicazioni sulla classe di appartenenza di una successiva parola:
EDIFICI prima di CASA
ANIMALI prima di GATTO
PARTI DEL CORPO prima di PIEDE
MEZZI DI TRASPORTO prima di TRENO
I risultati di questi esperimenti dimostrano che parole non percepite coscientemente sono ciononostante elaborate fino all’estrazione del significato (livello semantico)
Per questi esperimenti,
Cfr. PAOLO LEGRENZI (a cura di), Manuale di Psicologia Generale. Il Mulino, 1994, 19972
3.2. LA COSCIENZA
La coscienza è sempre coscienza di qualcosa !
Ma di che cosa ?
Coscienza (Def.) = consapevolezza degli stimoli interni ed esterni da parte del soggetto
L’attenzione è sicuramente una porta d’ingresso privilegiata per la coscienza
( coscienza = attenzione ? )
Gli “stati” di coscienza sono i risultati finali di processi motori, sensoriali o emotivi elaborati (talvolta) in maniera inconscia
Non si sa in che modo il SNC generi una esperienza consapevole
I contenuti della coscienza sono mutevoli, fluttuanti, dinamici.
Sono il prodotto di una attività psichica continua (stream, James 1980) che varia per qualità e intensità (dal sonno al coma).
Consistono nell’esito funzionale di processi che avvengono probabilmente su una base nervosa distribuita
Le funzioni della coscienza
Vigilanza e Monitoraggio di quanto ci accade
Comparazione tra lo stato riscontrato e quello atteso
Controllo e Rilevazione degli errori
Anticipazione degli eventi futuri
Autocoscienza = avere coscienza della coscienza, sapere di sapere, capacità di autoriflessione
La coscienza rende quindi possibile la organizzazione e la pianificazione delle nostre azioni. Può dar loro inizio, interromperle, guidarle, modificarle in vista di uno scopo.
Con una attività mentale consapevole, possiamo immaginare, progettare, prevedere, decidere e compiere scelte.
La coscienza assume dunque una funzione centrale di rappresentazione del mondo e delle proprie intenzioni, di modulazione delle attività del soggetto in relazione ai suoi scopi e interessi.
La coscienza sembra una sorta di “centro gravitazionale” dell’individuo, che attribuisce un senso di unitarietà e coerenza all’ esperienza soggettiva.
La coscienza contribuisce alla definizione del concetto di sé, allo sviluppo del senso di identità personale, in base ai ricordi del passato, alle aspettative per il futuro, all’immagine (anche corporea) di sé.
3.3. IL SONNO
Sonno ( Def. ) = stato dell’organismo con una ridotta reattività agli stimoli ambientali e con una riduzione del livello di coscienza
Gli stadi del sonno
Il sonno non è uno stato omogeneo di coscienza
Possiamo distinguere sei livelli di attività cerebrale
Due di veglia: attiva, rilassata
Quattro di sonno
Ha un particolare interesse lo stadio 4 (onde molto lente, sonno profondo, specifici fenomeni come: sonnambulismo, enuresi, incubi notturni)
Il ciclo del sonno
In una notte ci sono 4-6 cicli di sonno, che durano ciascuno in media 90 minuti
Si distingue fra sonno REM (Rapid Eye Movements = Movimenti Rapidi dei bulbi Oculari) e sonno NREM (Non REM)
I processi del sonno NREM:
- assenza di movimenti oculari
- rallentamento dei ritmi cardiaco e respiratorio
- rilassamento dei muscoli
- attività cerebrale lenta e ridotta in un corpo rilassato
- nel 25% dei casi si ha attività onirica (sogni simili a pensieri normali)
I processi del sonno REM:
- rapidi movimenti oculari
- aumento dell’attività cerebrale, simile a quella della veglia attiva (per questo si chiama “sonno paradosso”)
- perdita del tono della muscolatura
- cervello attivo in un corpo paralizzato
- nell’80% dei casi si ha attività onirica (sogni emotivamente vividi)
I gufi e le allodole
soggetti mattutini (“allodole”):
- precoce addormentamento serale e precoce risveglio mattutino
- rapidità nel raggiungere un’efficienza mentale ottimale
- più attivi e socievoli nella prima metà della giornata
soggetti serotini (“gufi”):
- addormentamento a tarda ora e risveglio a mattino avanzato
- certa lentezza nel raggiungere un livello ottimale di efficienza mentale
- maggiore attività e socievolezza nella seconda metà della giornata
“Perché si dorme?”
Teoria ristorativa del sonno:
- recupero delle risorse fisiche
- rilassamento del cervello
Teoria circadiana del sonno:
- funzione di riparo dai pericoli esterni
La privazione del sonno (totale, parziale)
Gli effetti della privazione parziale del sonno:
- non determina particolari alterazioni fisiologiche
- non produce un declino delle funzioni cognitive complesse
- compromissione delle attività mentali semplici e ripetitive
Comparsa dei microsonni (durata = pochi secondi), molto pericolosi per l’assenza di risposta agli stimoli ambientali (per esempio, sono la causa di numerosi incidenti)
“Perché si sogna?”
Teoria rielaborativa dei sogni:
- il sogno come organizzatore delle attività diurne della veglia
- funzione di ordine per la memoria
Teoria dell’attivazione-sintesi:
- i sogni sono generati dai circuiti nervosi del tronco dell’encefalo, i quali inviano impulsi che sollecitano diverse aree della corteccia
I ritmi circadiani
Nella condizione di libero scorrimento (“free running”),una situazione in cui è eliminato ogni riferimento ambientale esterno, i soggetti continuano a mantenere i loro ritmi circadiani, ma si osserva l’allungamento di un’ora al giorno ( giorno di 25 ore anziché di 24 )
L’orologio biologico interno va più lentamente quando non è regolato dai fattori ambientali
I ritmi circadiani e la cultura di appartenenza
I ritmi circadiani, oltre che dagli orologi interni, sono influenzati anche dai sincronizzatori ambientali e socioculturali
Le culture veloci sono caratterizzate da: condizioni climatiche fredde, alta industrializzazione, benessere economico, tendenza all’individualismo e al successo, divisione del lavoro e specializzazione, elevata densità della popolazione
Le culture lente sono caratterizzate da: condizioni climatiche calde, bassa industrializzazione, povertà, tendenza alla collettività, bassa densità della popolazione
Ogni soggetto ha uno specifico ritmo personale, nell’esecuzione delle varie attività e nella gestione del tempo, che deriva da una sintesi degli orologi biologici (oscillatori interni) e degli orologi culturali (sincronizzatori esterni), che potrebbe anche costituire una fonte di sfasamento e incomprensione fra i soggetti
Fonte: http://digidownload.libero.it/kaos1972/HTMLobj-263/3._ATTENZIONE__COSCIENZA__SONNO.doc
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Autore del testo: non indicato nel documento di origine
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