Riassunto Pier Paolo Pasolini

 

 

 

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Riassunto Pier Paolo Pasolini

 

PIER PAOLO PASOLINI  (1922-1975)

 

Questo scrittore è stato o uno dei principali animatori del dibattito culturale, che si è sviluppato nell'Italia contemporanea tra gli anni cinquanta e settanta.
Intellettuale, per così dire, "scomodo", che con i suoi interventi e provocazioni, spesso polemiche, ha messo sotto accusa le tante contraddizioni della nostra società e cultura. Da segnalare anche la sofferta militanza politica nelle file del PCI, da cui fu nel 1949 espulso, con cui spesso si trovò in disaccordo, fino alle posizioni degli ultimi anni fortemente libertarie, che lo videro vicino ai radicali.
Nato a Bologna nel 1922, ma cresciuto nel Friuli, figlio di un ufficiale dell'esercito, assai autoritario e severo, il giovane Pasolini, emotivamente assai legato alla figura materna, ha poi nel corso della vita manifestato chiare tendenze omosessuali, che hanno contribuito non poco a fornirgli una visione sofferta e conflittuale della realtà e dei rapporti con gli altri.
Colpito profondamente dalla tragica morte di un fratello partigiano durante la guerra di Liberazione, Pasolini si laureò in lettere con una tesi sulla poesia di Pascoli, autore, che sarà per lui sempre assai congeniale. Trasferitosi a Roma con la madre dopo la morte del padre, visse di lavori precari, insegnò per un certo periodo e assai importante fu la sua permanenza nell'ambito delle borgate della periferia romana, che, proprio in quegli anni cinquanta, si andava popolando di immigrati meridionali.
Proprio nella realtà dei " borgatari" si inquadrano i due romanzi dell'autore, che segnano di fatto il suo esordio nella narrativa, cioè I ragazzi di vita (1955) e Una vita violenta (1959). Tali romanzi a lungo discussi dalla critica con valutazioni assai contrastanti,  propongono alcuni temi tipici di Pasolini come il conflitto tra  passione ed ideologia di alcuni giovani sottoproletari  in una faticosa crescita e presa di coscienza .
Iniziò la sua amicizia con intellettuali e scrittori di rilevo come Moravia, Leonetti, Carocci ed altri, che vide anche la sua collaborazione a riviste come Officina. All'inizio degli anni sessanta polemici furono i suoi strali contro le posizioni del Gruppo '63 .
In questa fase Pasolini si avvicinò molto al cinema e come regista dette importanti prove  della sua visione poetica, da un lato riallacciandosi a certe situazioni tipiche del filone neorealistico, dall'altra proponendo temi ed elementi di grande suggestione o lirica o esotica o mitico-fiabesca o , infine, in chiave grottesca e surreale. 
Tra i film più noti e di maggior successo di Pasolini ricordiamo: "Il vangelo secondo Matteo"(1964), "Medea" (1969) , " Decameron" (1971), "I racconti di Canterbury" (1972), "Il fiore delle mille e una notte " (1974).
Durante la contestazione giovanile del '68 si schierò più volte contro tali manifestazioni, ritenendole espressione della borghesia e dei "figli di papà" piuttosto che espressione del proletariato : famosa è la sua posizione a favore dei celerini, figli del sottoproletariato contro gli studenti universitari, espressione della borghesia, durante gli scontri a Valle Giulia a Roma (1968)
In questi anni Pasolini esce definitivamente dalle file del PCI, criticandone  la scarsa dialettica interna e contestando ai dirigenti del partito il "prospettivismo burocratico", cioè la pretesa di lasciare poco spazio agli intellettuali  in qualche modo sempre soggetti ai politici ed alle direttive di partito nella direzione di un'arte priva di "prospettivistiche speranze", ma sensibile alle tante miserie ed ingiustizie della società contemporanea.
Altra grande polemica, che vide Pasolini in prima linea fu da un lato la difesa dei dialetti, minacciati nella loro sopravvivenza, proprio dai mass media sempre più invadenti, che stava da indicare la definitiva scomparsa della civiltà contadina e dei valori ad essa legati, dall'altra la critica sempre più serrata alla "civiltà consumistica " e del benessere, considerata come pagana , volgare,


disumana e brutale, tale da avvilire l'umanità in nome del profittto.
In tale prospettiva lo scrittore fu ostile in modo particolare sia alla scolarizzazione di massa (la nuova scuola media unificata), vista come strumento di inevitabile appiattimento della cultura, sia alla televisione, da lui considerata deleterio strumento di superficialità e volgarità.
La civiltà occidentale tende ad annullare le differenze culturali ad operare un processo di "omologazione culturale", a rendere tutti uguali, secondo le norme del mercato.
Su tutti questi spunti Pasolini scrisse molti articoli su quotidiani e riviste e i celebri saggi contenuti nel volume" Scritti corsari", che rimane a tutt'oggi una delle testimonianze intellettuali più interessanti del nostro tempo.
Tra le raccolte poetiche di Pasolini di maggiore interesse si collocano i due volumi" La meglio gioventù" (in dialetto friulano)  "Le ceneri di Gramsci" e "La religione del mio tempo".
Dopo la morte dell'autore sono stati pubblicate postume altre opere : "Lettere luterane" (1976), che sono interessanti saggi giornalistici, "Amado mio " (due racconti) e il discusso romanzo incompiuto "Petrolio"(1992).

 

Fonte: http://www.liceicortona.it/doc/italiano.doc

Autore del testo: Alessandro Silveri

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