Riassunto il Neorealismo

 

 

 

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Riassunto il Neorealismo

 

IL NEOREALISMO  (1945-1960)

 

Con questa sommaria definizione la critica letteraria comprende quel periodo storico-culturale che si colloca tra la fine del secondo conflitto mondiale e gran parte degli anni cinquanta. Possiamo dire dunque che il fenomeno neorealista si colloca tra la caduta del fascismo, la Resistenza , i difficili anni della ricostruzione e gli inizi del boom economico. L'Italia usciva dalla seconda guerra mondiale in  condizioni disastrose, lo scenari internazionale era rigidamente diviso in due schieramenti contrapposti ( Nato e Patto di Varsavia ) secondo gli equilibri di Yalta definiti da Roosevelt, Churchill e Stalin .Questa nuova situazione internazionale condizionò profondamente l'assetto politico ed anche culturale italiano ; il nostro paese inserito nel campo occidentale si orientò sempre più in una più o meno palese sudditanza alle linee politiche americane e , tra l'altro, si giovò anche dei consistenti aiuti economici previsti dal piano Marshall.
I primi sintomi del fenomeno neorealista si erano già avvertiti, anche se in ambito ristretto, a partire dagli anni trenta con il cosiddetto mito dell'America . Gli intellettuali che non erano allineati con il fascismo, guardavano con simpatia agli autori americani come modelli sia di contenuti, sia di stile ; scrittori come Melville, Hemingway, Lewis, Folkner, Kerouac, Miller, Steinbeck, Dos Passos, furono avidamente letti e studiati, tradotti in italiano da alcuni nostri scrittori , come Elio Vittorini e Cesare Pavese, le cui traduzioni sono ancora oggi fondamentali. Il motivo per cui si diffuse in quegli anni la passione per l'America, che raggiunse poi vette di autentico fanatismo con lo sbarco in Italia degli alleati e subito dopo la guerra e che riguardò non solo la letteratura, ma anche il cinema, il jazz ed altre espressioni culturali di quel paese, va ricercato nel fatto che l'America era vista come la nuova frontiera,come un paese giovane, vitale e democratico, insomma come il paese del futuro.Perciò l'America divenne in pochi anni un mito e non solo per tanti nostri scrittori, ma attraverso il cinema (si pensi ad Un americano a Roma con Alberto Sordi ) anche per tanti comuni cittadini italiani del tempo . Tuttavia un cambiamento nella nostra cultura si ebbe negli anni a cavallo tra la fine della guerra e i primi anni cinquanta.In quegli anni così intensi e fervidi di cambiamenti la nostra cultura riscopre un rinnovato impegno e fervore sociale e civile. I poeti e gli scrittori sentono il bisogno di uscire dalla torre d'avorio della cultura, di mescolarsi tra la gente, di dare il loro contributo alla rinascita del paese disastrato dalla guerra , confrontandosi con i problemi concreti della gente.
Un acceso dibattito vi fu sul ruolo dell'intellettuale e più in generale sul ruolo della cultura : se lo scrittore dovesse rivolgersi ad un pubblico ristretto, se al contrario, dovesse aprirsi al popolo, ai problemi sociali .Un ruolo essenziale in tale dibattito ebbe la rivista Il politecnico, diretta da Elio Vittorini, cui collaborarono intellettuali del calibro di Franco Fortini, Vittorio Sereni, Alfonso Gatto, Eugenio Montale, Salvatore Quasimodo, Italo Calvino, Umberto Saba,Carlo Bo ecc.
In quegli anni Vittorini è stato il vero animatore della cultura italiana, traduttore ed organizzatore della ripresa editoriale della casa editrice Einaudi, per cui curò una apposita collana “I gettoni” .
Accesa fu anche la polemica che Vittorini ebbe con l'allora segretario del PCI  Palmiro Togliatti, sulla indipendenza dell'intellettuale dalle direttive politiche. Secondo Vittorini l'intellettuale deve contribuire con le sue idee a costruire una società più giusta  e più democratica, ma in piena autonomia e libertà , senza essere condizionato dalle ideologie politiche e , soprattutto, dalle direttive di un partito (il vero intellettuale, secondo Vittorini non deve suonare il piffero per la rivoluzione). Era insomma in gioco l'indipendenza della cultura dalla politica. Nella sua breve vita Il politecnico ebbe il merito di sensibilizzare l'opinione pubblica su molti aspetti culturali, di aprire la cultura italiana, da sempre provinciale, ai grandi autori europei e mondiali del dopo-guerra, di plasmare una nuova figura di intellettuale impegnato, seriamente "affaccendato" a ricostruire


l'Italia, a dare il suo fattivo contributo, uscendo dall' "orticello privilegiato ed aristocratico" della cultura per pochi. In tale prospettiva un contributo teorico importante venne anche dalla pubblicazione per la prima volta de I quaderni del carcere di Antonio Gramsci, intellettuale di spicco, oltre che grande uomo politico. L'aspetto forse più innovativo del Neorealismo si può forse cogliere nella produzione cinematografica, che rese l'Italia e Cinecittà in modo particolare il vero centro creativo di quegli anni nel  campo del cinema.
Autori come Roberto Rossellini ( Roma città aperta,Paisà, Sciuscià ecc.) Vittorio De Sica (Ladri di biciclette, La ciociara, Il giardino dei Finzi Contini ecc.) documentarono in modo drammatico ed umano la realtà italiana di quegli anni ; altri registi come Visconti, Germi, Rosi, Antonioni, Fellini ecc, portarono il cinema italiano ad un livello di notorietà e risultati artistici fino ad allora mai raggiunti.

 

Principali esponenti del neorealismo

Molti scrittori hanno dato il loro contributo alla stagione neorealistica ; come già detto Moravia scrisse La romana, La ciociara, I racconti romani . Altri scrittori hanno iniziato sotto l'influsso di tale corrente p per poi prendere altre strade; è questo il caso tipico di alcuni grandi scrittori come Cesare Pavese, Italo Calvino, Giorgio Bassani, Vasco Pratolini, Ignazio Silone, Carlo Cassola, Beppe Fenoglio ecc. Naturalmente in tutti questi autori, cresciuti intellettualmente in quel particolare clima, bisogna sempre considerare la presenza di elementi lirici, affettivo-sentimantali e memorialistici, che si mescolano continuamente ad elementi di impegno civile e sociale. Per questa ragione in alcuni scrittori come Pratolini, Pavese, Vittorini, Bassani, si può parlare di "equivoco neorealista"in quanto
pur nel persistere di situazioni oggettive di impegno civile e sociale, legate al clima di quegli anni, si avverte in profondità la presenza di un sostrato "lirico-memorialistico-esistenziale", che costituisce la nota più originale e artisticamente riuscita. Vi è poi una produzione cronachistico-documentaristica(si pensi ai tanto i resoconti di guerra dai vari fronti), preziosi per la ricostruzione storica. Non bisogna inoltre trascurare quelle testimonianze relative ai lager nazisti e all'olocausto, come il celebre Se questo è un uomo di Primo Levi o legate alla questione meridionale come, in particolare, Cristo s'è fermato ad Eboli di Carlo Levi. 

 

Fonte: http://www.liceicortona.it/doc/italiano.doc

Autore del testo: Alessandro Silveri

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