Il fumo

 


 

Il fumo

 

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IL FUMO

Che il fumo di sigaretta faccia male alla salute è un dato ampiamente conosciuto. L’OMS l’ha inserita fra le sostanze che determinano tossicodipendenza, al pari degli stupefacenti e dell’alcool.
E’ utile però conoscere con precisione cosa la sigaretta contenga, quali siano i fattori tossici e quali quelli cancerogeni che si assumono fumando. In laboratorio sono state elencate oltre 4000 sostanze nocive, di cui una buona parte potenzialmente cancerose, prodotte dalla combustione del tabacco.
Gli studi sviluppati dalla Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori elencano quali malattie colpiscono più facilmente i fumatori rispetto ai non fumatori: in primis abbiamo il tumore polmonare, seguito a ruota dalla bronchite cronica e dall’enfisema (distruzione del tessuto elastico delle pareti degli alveoli polmonari con conseguente parziale collasso/ipoventilazione).


Ma l’elenco è veramente lungo e comprende anche organi e apparati assai lontani dalla funzione respiratoria, quali reni, vescica e pancreas.
Tra l’altro forse pochi fumatori sanno che fumare le sigarette fino al filtro fa ancora più male, perché le numerosissime sostanze che si liberano durante la combustione del tabacco a ogni boccata si condensano sullo strato successivo non ancora acceso, così che la loro concentrazione aumenta ad ogni aspirazione.
Alla fine il contenuto relativo di sostanza derivante dalla combustione è circa 4 volte superiore che all’inizio.


L'apparato RESPIRATORIO è il più danneggiato dagli svariati inquinanti ambientali, atmosferici e altri come il fumo di tabacco. La spiegazione la si ha facilmente se si tengono presenti alcune nozioni fondamentali di anatomofisiopatologia respiratoria.


Al Baylor College of Huston (Usa) hanno scoperto perché si fuma : perché il cervello di chi fuma prende le sue decisioni senza calcolare le conseguenze.
Ognuno di noi ogni giorno inspira ed espira 15-20 volte al minuto e cioè 21.000-28.000 volte in un giorno, pari a circa 7,5-10 milioni di volte in un anno e a oltre mezzo miliardo di volte nella vita.Ogni giorno inspiriamo ed espiriamo 15.000 litri d'aria (circa 5 milioni e mezzo in 1 anno) che viene filtrata da una superficie alveolare di 70-100 m2. Con l'inspirazione nelle 24 ore vengono convogliati negli alveoli 3.000 litri di O2, mentre con l'espirazione portiamo via dagli alveoli 6.000 litri di anidride carbonica (CO2).E' quindi inevitabile che l'integrità dell'apparato ventilo-respiratorio possa venire attaccata da eventuali fattori negativi presenti nell'aria che si respira.
In ogni boccata di fumo sono contenute almeno 1015 (10 seguito da 15 zeri, numero impronunciabile) di sostanze ossidanti e irritanti che sono i principali responsabili di danni all'apparato respiratorio.
Il fumo contiene migliaia di componenti dannosi (circa 4000), ecco alcuni esempi :


Nicotina
Dipendenza
Aumento della frequenza cardiaca
Difficoltà circolatorie
Monossido di Carbonio
Minor nutrimento per i tessuti
Sangue meno ossigenato
Ingiallimento della pelle
Caduta dei capelli
Invecchiamento precoce
Ridotta capacità respiratoria
Sostanze irritanti
Accumulo di muco nei bronchi
Bronchite cronica
Enfisema
Benzopirene e altre sostanze cancerogene
Aumentato rischio di cancro
Polveri fini
L'insieme delle polveri fini è chiamato Il PM10 (particulate matter).
Sono altamente cancerogene.

 

Le polveri fini penetrano in profondità nei polmoni, alcune attraversano anche gli alveoli polmonari, arrivano nel sangue, si depositano lungo le arterie e nel cuore, impregnando vari organi.


In un anno introduciamo nel nostro organismo elevati carichi di nicotina. Una volta inalata, questa sostanza raggiunge il cervello in 7 secondi (la metà del tempo impiegato dall'eroina iniettata), provocando notevoli modificazioni nella sua attività. Ma, purtroppo, il fumo di sigaretta non è composto da sola nicotina: sono state rilevate oltre 2.000 sostanze, derivanti dalla simultanea combustione del tabacco e dei conservanti.
Le principali, per presenza ed effetti sono: nicotina, catrame, sostanze irritanti, sostanze cancerogene e monossido di carbonio.

1. Nicotina
La nicotina è un liquido contenuto nelle foglie del tabacco, facilmente solubile in acqua. E' un alcaloide facilmente assorbito dalle mucose, dagli epiteli dei bronchi e dagli alveoli polmonari. Influenza il sistema cardiovascolare e nervoso e induce dipendenza, crea un’ aumento della frequenza cardiaca e difficoltà circolatorie.
La nicotina è uno degli ingredienti fondamentali del tabacco. Quando fumiamo la maggior parte della nicotina sfugge nell'aria, nei polmoni ne arriva circa un quinto, una fumata di pipa produce leggermente più nicotina di un sigaro.
Più vivo è il fuoco della superficie che brucia, più nicotina entra nell'organismo, quindi più si fuma rapidamente più nicotina si aspira.
E più il mozzicone si accorcia più cresce la nicotina. La nicotina pura è un potente veleno, una sua goccia lasciata cadere sulla pelle di un coniglio, causa uno choc immediato.


Se si fuma un pacchetto di 20 sigarette al giorno, si aspirano circa 400 mg di nicotina la settimana, dose che, in una sola iniezione ucciderebbe come una fucilata.

2. Catrame


Il catrame è un insieme di sostanze solide, la principale delle quali è il benzopirene. E' il costituente più importante della parte corpuscolata del fumo, formato principalmente da idrocarburi cancerogeni che si depositano nei polmoni e nelle vie respiratorie aumentando il rischio di tumori nei vari organi, primo tra cui il tumore polmonare.

3. Sostanze irritanti
Si tratta di sostanze come la croleina, la formaldeide, l’ammoniaca, cadmio, nichel, gli ossidi di azoto, ecc., che, inalate con il fumo, inibiscono il movimento delle ciglia della mucosa delle vie respiratorie e, depositandosi, interferiscono con l'autodepurazione dei polmoni. Favoriscono infezioni, bronchite cronica ed enfisema.
 
4. Sostanze cancerogene
Il catrame generato dalla combustione della sigaretta è composto a sua volta da centinaia di sostanze ad effetto cancerogeno sull'apparato respiratorio, sul cavo orale, sulla gola, sulle corde vocali e anche su organi di altri apparati quali quello digerente e urinario. Immediato effetto del catrame è il colore giallo dei denti, il gusto di amaro in bocca e l'irritazione alle vie respiratorie...non mancano polveri fini come il PM10 (particulate matter), Benzopirene e altre sostanze cancerogene che ovviamente aumentato il rischio di cancro

5. Monossido di Carbonio
Il monossido di carbonio è un gas, contenuto anche negli scarichi delle automobili e di alcuni impianti industriali (una delle cause dell'inquinamento atmosferico).
Si forma per combustione incompleta del tabacco. Si lega all'emoglobina riducendo il trasporto dell' ossigeno dai polmoni ai tessuti. Provoca un minor nutrimento per i tessuti, l'ingiallimento della pelle, una ridotta capacità respiratoria e un minore rendimento muscolare. Minor nutrimento per i tessuti, sangue meno ossigenato, ridotta capacità respiratoria, ingiallimento della pelle, impotenza, caduta dei capelli, invecchiamento precoce

Non aggiungiamo e togliamo nulla se diciamo che...

 - Il fumo viene prodotto per combustione (830-880 °C).
 - Il filtro riduce meccanicamente la nicotina, il catrame e in generale il materiale
   corpuscolato.
 - La porosità della carta influenza la composizione del fumo.

Ora vediamo nel dettaglio i danni del fumo.

 

A livello vascolare.  Il monossido di carbonio, composto principale in ogni combustione, non è assolutamente trattenuto dal filtro, ed è uguale anche nelle sigarette “light”. Il monossido di carbonio riduce il quantitativo di ossigeno trasportato nel sangue perché si lega all’emoglobina al posto dell’ossigeno. E dato che l’endotelio (il rivestimento interno dei vasi sanguigni) acquisisce direttamente ossigeno dal sangue che scorre, il primo a risentire di questa alterazione negativa è proprio questo tessuto, che si restringe e tende a sclerotizzarsi. Anche la nicotina contribuisce al danno vascolare, essendo una sostanza che provoca vasocostrizione. In pratica, nel fumatore le arterie divengono via via meno elastiche e più strette; ciò significa innanzitutto aumento della pressione sanguigna.
Inoltre, se il sangue trasporta una minor quantità di ossigeno, significa che ne deve viaggiare di più per fornire la quantità di ossigeno richiesta, e questo si traduce in un aumento del lavoro cardiaco (aumento della frequenza). E il muscolo cardiaco, come tutti gli altri muscoli, ha bisogno dell’ossigeno per lavorare, e quando lavora di più ne richiede di più, ma per averne di più deve lavorare di più… è quindi un circolo vizioso che ha come risultato un grave rischio di affaticamento dell’apparato circolatorio.
Il fumo è considerato il fattore di rischio dell'insorgenza dell'arteriosclerosi, patologia questa causata dal restringimento delle arterie che, quando diventa eccessivo, comporta gravi conseguenze per l'organismo, come patologie importanti dei vasi coronarici, angina pectoris, infarto e arresto cardiaco per la carente e insufficiente circolazione, debolezza cardiaca, restringimento delle arterie renali con ipertensione e insufficienza renale, restringimento dei vasi delle gambe e di quelli che forniscono sangue al cervello con conseguenti disturbi dell'udito, vertigini, ictus ed emiparalisi.


Il fumo favorisce la calcificazione dei vasi sanguigni, perciò spesso i fumatori soffrono di disturbi circolatori alle gambe e sviluppa quella condizione morbosa nota con il nome di "gambe del fumatore": questo patologia consiste nel restringimento e nell'occlusione di arterie delle gambe, con conseguente manifestazione dolorosa durante la deambulazione, perché il fabbisogno di ossigeno nel muscolo aumenta, ma questo non può essere soddisfatto a causa della diminuita capacità dei vasi sanguigni.
Il dolore che compare all'improvviso mentre si cammina, segnale questo della deficienza di ossigeno, costringe la persona a fermarsi per alcuni minuti, poi riprende a camminare per fermarsi nuovamente alla successiva manifestazione dolorosa.


 A livello dell’apparato respiratorio.  Il tabacco, durante la combustione, libera sostanze volatili che vengono in parte aspirate dal fumatore e in parte disperse nell’ambiente. Buona parte di queste finiscono poi (soprattutto in ambienti chiusi e poco ventilati) con l’essere respirate sia dal fumatore che dagli altri. Le sostanze dissolte nel fumo si depositano nella trachea, nei bronchi e nei polmoni, causando un processo a catena che porta all’insorgenza di tumori al polmone, tracheobronchiti, enfisema.
Su 100 casi di tumore del polmone, 95 riguardano fumatori o ex fumatori. L’entità del rischio è strettamente legata alla durata dell’esposizione al fumo: se si è fumato per 20 anni, bisogna attendere 5-7 anni dal momento della cessazione affinché il rischio oncogeno sia paragonabile a quello dei non fumatori.
Bisogna sapere che affinché nel polmone giunga aria sana, nonostante l'inquinamento a cui siamo sottoposti, il nostro sistema respiratorio è dotato di un "sistema di pulizia", formato da molte cellule che oppongono una barriera all'entrata di polveri, germi e sostanze tossiche nel polmone.
Le sostanze irritanti del fumo di sigaretta sono in grado di danneggiare velocemente questo sistema di pulizia e quindi a facilitare il passaggio di sostanze dannose nel polmone.
Fumando, non solo si danneggeranno i polmoni, si è maggiormente esposti allo smog e alle sostanze inquinanti, non più trattenute dal sistema di pulizia.
La classica tosse e catarro del fumatore, sono sintomo di mancata efficienza del sistema di pulizia del polmone, causando eccessiva produzione di muco, bronchite cronica, enfisema.


Tra le sostanze che si depositano all'interno del polmone ve ne sono molte in grado di aumentare il rischio di tumore polmonare, causato per l'85-90% dal fumo di sigaretta.
Il fumo è causa anche di altri tipi di tumore delle vie respiratorie: cavità orale, faringe, laringe.

 

A livello della cute.  La pelle del fumatore invecchia precocemente, si presenta meno elastica, di colore meno roseo e più tendente al giallognolo, nel viso si formano spesso occhiaie e borse. Tutti questi elementi, oltre a rappresentare un danno estetico, sono un problema di salute.
L’apparato tegumentario (cutaneo) è ampiamente vascolarizzato e quindi ossigenato. Una prima spiegazione di questi danni è dunque legata alla diminuita ossigenazione.
Rughe, borse, guance cadenti, pelle grigiastra : ecco la faccia del fumatore ! I medici lo avevano già notato nel 1800.
Il melanoma (tumore della pelle) non è l’unico danno provocato dalla sigaretta alla pelle. I fumatori accaniti vanno incontro anche ad altri, gravi rischi cutanei.
Sebbene una relazione fra fumo e cute fosse stata ipotizzata fin dal 1856, la certezza che esso sia causa dell’invecchiamento precoce del viso si deve a Ippen e Ippen, i primi, nel 1965, a identificare le nefaste modificazioni nel volto del 79% delle fumatrici abituali contro il 19% delle non fumatrici ed a coniare il termine di "smoker’s face" (faccia da fumatore).
Nel 1969 lo studio del dottor Harry Daniell dimostrò che i fumatori, fra 40 e 49 anni, avevano la stessa intensità di rughe dei non fumatori di vent’anni più vecchi.
E, addirittura che, l’esposizione del volto al sole creerebbe meno danni per l’invecchiamento della pelle di quanti ne procuri il fumo. E la loro analisi è stata spietata: la faccia da fumo, ovvero il tipico aspetto del fumatore, oltre a manifestare solchi e rughe marcate, disposte in forma radiale soprattutto attorno alle labbra e agli angoli degli occhi, presenta un aspetto scarno con forte prominenza del contorno osseo e talvolta anche un lieve afflosciamento delle guance.
Fenske e Smith poi, hanno citato nel loro articolo un’altra visibile trasformazione dovuta al fumo: la decolorazione accentuata delle unghie delle dita che sorreggono la sigaretta, tanto evidente che, se s’interrompe immediatamente di fumare, si sviluppa una distinta linea di demarcazione sulle unghie macchiate.
Se assorbiti in via sistemica, i circa 4mila componenti tossici del fumo possono comportare preoccupanti danni al tessuto epidermico e modificazioni vascolari. Infine l’assorbimento del fumo implica anche un’alterazione delle fibre elastiche localizzate in parti della pelle più profonda, alterazione sicuramente più netta rispetto a quella provocata dall’elastosi solare.  
Ennesimo male, presente quasi esclusivamente nei fumatori, è quello che gli americani chiamano Trench Mouth, una forma di gengivite necrotizzante ulcerativa (ANUG) che include appunto ulcerazione, dolore, sanguinamento e un cattivo odore nella bocca.
Smettere di fumare rende la pelle più elastica e liscia già nel giro di poche settimane.
 
A livello dell’apparato digerente.  La nicotina stimola la secrezione di acido cloridrico, che potrebbe favorire la disgregazione del cibo ingerito (digestione). Quindi, mentre paradossalmente potrebbe aiutare i processi digestivi (accesa dopo i pasti principali), in realtà aumenta la cosiddetta “acidità di stomaco”, portando così ad assumere farmaci antiacidi che non risultano efficaci.

A livello dell’apparato genitale.  Ben pochi lo sanno, ma la sigaretta aumenta anche il rischio di infertilità sia nella donna che nell’uomo.
Gli specialisti parlano di un incremento del 2-5% del rischio di sterilità nelle donne fumatrici. Nell’apparato riproduttivo della donna il fumo di sigaretta causa ritardi di maturazione dell’ovocita e inadeguata preparazione dell’endometrio, provocando difficoltà  per l’impianto dell’ovulo fecondato.
Nell’uomo, nel periodo della vita precedente al concepimento di un figlio, il fumo può avere causato danni al materiale genetico, ossia alle molecole di DNA contenute negli spermatozoi; tale danno è una delle cause principali di sterilità maschile.
Il fumo infine riduce anche le possibilità di successo della fecondazione assistita, che oggi è l’unico rimedio efficace contro la sterilità.

A livello della prestazione fisica.  Uno dei parametri che misurano la capacità del nostro corpo di sopportare uno sforzo è la cosiddetta “capacità vitale”, cioè la quantità d’aria che un soggetto può espirare dopo una inspirazione forzata. La “capacità vitale” è stata definita con questo nome proprio perché l’ossigeno contenuto nell’aria che inspiriamo serve al nostro corpo per “rimanere in vita”. Più aria saremo in grado di acquisire, più ossigeno potremo mettere a disposizione delle nostre attività.
Purtroppo in un fumatore, per i motivi già citati fino ad ora, la capacità vitale diminuisce sensibilmente, attestandosi su percentuali di riduzione che vanno dal 20 al 50%. Ciò si traduce, inevitabilmente, in una ridotta capacità di sopportare sforzi anche di lieve intensità. Un fumatore entrerà precocemente in debito di ossigeno anche durante sforzi quotidiani, sopporterà male tutti i lavori di resistenza e sarà più frequentemente soggetto a traumi muscolari e crampi durante le varie attività sportive.

… E ancora…
Le ossa non sono esenti dai danni del tabagismo, in fatti il fumatore spesso soffre di dolori alla schiena a causa dell'effetto che la nicotina ha sulla circolazione del sangue.
I dischi intervertebrali non ricevono una quantità di sangue e di nutrimento sufficienti, degenerano e diventano lentamente più sottili.
La bocca del fumatore è sovente colpita da gengivite, che s'insinua gradualmente nei tessuti più profondi del parodonto, causandone anche l'infiammazione che può con il tempo determinare la caduta dei denti.
E' ormai certo che i carcinomi della cavità orale vengono favoriti da queste diverse modalità di consumo del tabacco e il rischio di contrarre la malattia aumenta soprattutto nelle parti in cui viene posto.
Il fumo di sigaretta, soprattutto se associato all'alcol, rappresenta nel mondo occidentale un rilevante fattore di rischio nei confronti del carcinoma esofageo; inoltre aumenta il rischio di sviluppare adenomi del colon, e tumori del fegato.
La nicotina contrae le vene, l'alcool le dilata : quando beviamo e fumiamo assieme, è come se ci spronassimo con un pungolo per procurarci uno stimolo e contemporaneamente ci dessimo una bastonata sulla testa per neutralizzarlo.
Ricercatori neozelandesi hanno analizzato i diversi effetti che le sigarette e la cannabis hanno sui polmoni.
Ne è risultato che fumare uno spinello equivale a fumarsi 3-5 sigarette, infatti lo spinello non ha filtro e il suo fumo viene trattenuto a lungo nei polmoni.

 

LA DIPENDENZA
Solo recentemente la nicotina è stata dichiarata ufficialmente una droga a tutti gli effetti, nonostante i dati sul suo elevato potere di indurre dipendenza fossero noti da decenni ai ricercatori dell’industria del tabacco.
In un recente raffronto tra le proprietà delle differenti droghe maggiori, la nicotina detiene il maggior potere nell’indurre dipendenza rispetto a droghe maggiori, come eroina, cocaina ed alcol.
La dipendenza indotta da una sostanza viene definita in base alla difficoltà di smetterne l’uso, alla frequenza delle recidive, alla percentuale di persone che ne diventano dipendenti, ed al ‘valore’ che essa detiene presso chi ne fa uso, nonostante tutta l’evidenza dei danni che essa è in grado di provocare.
Accanto alla dipendenza farmacologica da nicotina, un ruolo decisivo che determina il legame tra fumatore e sigaretta è giocato dalla dipendenza psicologica.
I suoi determinanti sono soprattutto legati a fattori sociali e culturali, alla gestualità ed all’effetto di tipo anfetaminico che la nicotina comporta, in grado di creare aspettative di miglior performance nell’affrontare la fatica, il lavoro, lo stress in genere. Dipendenza farmacologica e psicologica coesistono nello stesso individuo, ma in proporzioni diverse da soggetto a soggetto.
Il fumo quindi dà effettiva dipendenza e schiavitù psicologica e fisica.

 

FUMO PASSIVO
Il fumo passivo è derivato dalla lenta combustione della sigaretta e dal fumo espirato dal fumatore in presenza di un non fumatore il quale, più o meno involontariamente, respira, inspira ed inala fumo che, si ricorda, è dannoso alla salute.
L’unica differenza tra il rischio di ammalarsi che corre un fumatore rispetto a un non-fumatore è data dalla quantità di fumo e di nicotina che viene respirata in maniera continuativa.
Dagli studi risulta che anche nell’organismo di chi è esposto alla combustione delle sigarette altrui si accumulano le sostanze nocive per l’organismo: nella saliva e nelle urine di chi vive con un fumatore, per esempio, si rileva la presenza di cotinina, la sostanza nella quale l’organismo trasforma la nicotina, in una quantità che è pari all’1% rispetto a quella presente nel convivente. Ricerche americane hanno provato invece che per chi respira il fumo del coniuge o dei colleghi il rischio di tumore polmonare aumenta del 15-20%, e che per le mogli di fumatori accaniti la probabilità di avere disturbi cardiaci è doppia rispetto a quella delle donne non esposte al fumo. Inoltre vivere con un fumatore può essere particolarmente dannoso per i bambini, che corrono un rischio di infezioni quattro volte superiore al normale: si indebolisce il loro sistema immunitario e diventano allora più comuni raffreddori, bronchiti, tonsilliti, tracheiti, otiti, e aumenta la probabilità di attacchi d’asma.
Gli elementi che amplificano la gravità del fumo passivo sono: il numero di fumatori, il numero di sigarette fumate, il tipo di sigarette, sigari od altro fumato, le dimensioni dell'ambiente chiuso dove si fuma, l'eventuale mancata ventilazione: il rischio di avere cancro o tumore ai polmoni ed altre malattie, secondo l'organizzazione mondiale della sanità, aumenta nei non fumatori in relazione all'aumentare dell'intensità di esposizione al fumo passivo simile a quanto sopra elencato.
L'effetto del fumo passivo diventa rilevante in ambienti chiusi e prive di adeguata ventilazione o in presenza di giovani (un fumatore passivo su quattro ha meno di quattordici anni): il fumo passivo è uno dei maggiori inquinanti presenti negli ambienti chiusi.
Chi è esposto tutti i giorni al fumo passivo aumenta la possibilità di contrarre tumori al polmone ed altre malattie.
Il fumo passivo aumenta i problemi ai polmoni, ai bronchi e crea crisi per chi soffre di asma nonché rinofaringiti, malattie coronariche e attacchi cardiaci a causa della nicotina e del monossido di carbonio, peggioramento di patologie già esistenti come angina pectoris, allergie, irritazione o lacrimazione degli occhi e irritazione al naso, starnuti, tosse, raucedine, nausea, mal di testa, problemi alla gola, riduzione delle funzioni respiratorie ed altri problemi.
È stato dimostrato che i non fumatori che vivono con i fumatori aumentano la possibilità del 20% - 30% di avere tumore o cancro ai polmoni.
È stato altresì dimostrato che anche solo 30 minuti di esposizione a fumo passivo inizia a creare danni all'apparato cardiocircolatorio a causa dell'immediata aggregazione piastrinica causa di un particolare addensamento del sangue: la reazione delle cellule endoteliali (rivestimento delle arterie coronariche) provoca difficoltà nel normale deflusso del sangue.


Il fumo passivo è cancerogeno e delle sostanze che contribuiscono a creare tumore e fa parte del gruppo 1 nella classifica effettuata alla IARC - International Agency for Research on Cancer -.
nel fumo passivo, c'è una maggiore presenza di sostanze cancerogene.
Tuttavia, a differenza di quello attivo, il fatto di non essere direttamente inalato, e di essere "disperso" nell' aria lo rende più "innocuo".
Il "fumo passivo" (passive smoke o second hand smoke) è quello che viene inalato involontariamente dalle persone che vivono a contatto con uno o più fumatori attivi ed è il principale inquinante degli ambienti chiusi. Infatti quando una sigaretta viene fumata, il fumo che si sviluppa è di due tipi:
- centrale (in inglese chiamato mainstream smoke) che rappresenta il fumo attivo ed è prodotto dall'aspirazione del fumatore in gran parte inalato (corrente primaria) e solo in parte espirato (corrente terziaria).
- laterale (in inglese sidestream smoke) che rappresenta il fumo passivo ed è prodotto prevalentemente dalla combustione lenta della sigaretta lasciata bruciare passivamente nel portacenere o in mano fra un "tiro" e l'altro (corrente secondaria) e dal fumo espirato dal fumatore attivo (corrente terziaria).
Questa distinzione tra i due tipi di fumo corrisponde a differenze nella loro composizione.
Ricerche di chimica analitica hanno dimostrato che nel fumo laterale alcune sostanze irritative, ossidanti e cancerogene sono presenti in concentrazione superiore a quella del primo centrale; naturalmente il fumo "laterale" è molto diluito nell'aria ambiente, mentre il fumo "centrale" è concentrato tutto all'interno dell'apparato respiratorio del fumatore.
Il fumo passivo oltre ad aumentare i rischi di cancro al polmone, fa lievitare del 40% anche quelli di sviluppare il diabete (quasi come se si fumasse direttamente).
 
SMETTERE DI FUMARE
 
Si fuma e si vorrebbe smettere ?
Chiudere definitivamente con il tabacco può non essere facile, ma è sempre possibile, guadagnandoci in salute e in quattrini!
Si è davanti ad una esperienza meravigliosa: liberarsi della schiavitù e riscoprire di essere i padroni di sé stessi.

  • Dopo 20 minuti tornano entro i livelli normali sia la frequenza del battito cardiaco sia la pressione sanguigna
  • Già dopo due ore dall'ultima sigaretta la nicotina inizia ad essere eliminata dal corpo, tramite l'urina.
  • Dopo 8 ore le quantità di monossido di carbonio in circolo nel sangue diminuiscono e quelle di ossigeno tornano a salire
  • Dopo 12 ore, il monossido di carbonio scompare dall'organismo e, quindi, il sangue è in grado di trasportare più efficacemente l'ossigeno ai tessuti.
  • Dopo una settimana, tutti i sensi, in particolare il gusto, si acuiscono. L'alito migliora, sono più puliti denti e capelli. Anche la pelle ha un colorito più roseo. Scompaiono i sintomi d'astinenza.
  • Dopo un mese, l'epitelio cigliato delle vie respiratorie, distrutto dal fumo, si ricostruisce e il muco è rimosso dai bronchi. La tosse elimina sostanze dannose. Cala il rischio d'infezioni respiratorie.
  • Dopo un anno, il rischio di patologia cardiovascolare, cioè infarto o ictus, cala significativamente. Questo perché la nicotina agiva come vasocostrittore sulle arterie, restringendole.
  • Dopo 6/7 anni, il rischio di sviluppare un tumore ai polmoni smette di crescere e dopo alcuni anni può ritornare all'incirca pari a quello di una persona che non ha mai fumato.
  • Dopo 15 anni il rischio di problemi coronarici (come l'aterosclerosi) è identico a quello di chi non ha mai fumato

Solo chi non ha mai avuto il vizio di fumare può pensare che per chiudere con il tabacco sia sufficiente la forza di volontà.
I fatti dimostrano che il tabacco è assimilabile ad una droga e quindi comporta una vera e propria dipendenza.
Una volta che l'organismo comincia ad avere bisogno della nicotina non si riesce più a fumare "quando si vuole".
Per molti anni spesso il fumatore non si pone nessun problema, poi un bel giorno si prende coscienza che il fumo comporta rischi.
Si dice a se stessi che si vorrebbe smettere ma non subito. Poi arriva il giorno in cui ci si rende conto che il fumo è un pericolo reale e si passa all'azione. E arriva il giorno in cui si spegne l'ultima sigaretta.
Il problema è dopo questo momento resistere.
Da questo momento in poi arriva la fase veramente difficile.
Stime affermano che il 55-60% ricade nel vizio del fumo entro 3 mesi e il 75% in sei mesi.
Ciò è dovuto in gran parte ai sintomi di astinenza da mancanza di nicotina.
In media si smette 4-5 volte prima di smettere del tutto. Ma è da capire che ogni tentativo è un passo fatto nella direzione verso la vincita contro il fumo!
Per rafforzare la propria motivazione è utile continuare ad informarsi sui danni che provoca il fumo e i benefici che apporta invece smettere.
Di solito è preferibile smettere di colpo.
Sostegni utili possono essere vedersi con un medico e frequentare un centro antifumo.
Consigli per combattere i sintomi dell'astinenza possono essere : nel momento che si ha voglia di fumare dedicarsi ad un'altra attività, bere un bicchiere d'acqua o mangiare una caramella, lavarsi i denti; se ci si sente nervosi farsi una passeggiata, una doccia, fare sport; per il senso di depressione parlare con una persona o qualche attività manuale, evitare alcool e caffè, evitare cibi troppo calorici.
Il fumo provoca poco piacere perché non si contrae il vizio al punto che l'organismo sopporti il gusto acre, il senso di bruciore e di secchezza di gola, pur di avere il modesto effetto narcotico del tabacco.
Se si riuscisse a non fumare per 24 ore e poi si riaccendesse una sigaretta, ci si accorgerebbe quanto sgradevole e nauseabondo sia il realtà il fumo.
Si pensi al giorno in cui si fumò la prima sigaretta.
Che sapore aveva ? Gassoso, forte, pungente, vero ?
Eppure è proprio a questo trattamento che si sottopone l'organismo tutte le volte che si fuma.
Ma il tabacco soddisfa veramente ?
Così come un buon pasto quando si ha fame o indossare un indumento pesante quando si ha freddo?
Si sa bene che non è così.


Mentre si fuma si sa che presto se ne vorrà un'altra. Perché ?
Dopo avere fugacemente stimolato, il fumo deprime per un periodo molto più lungo, ovvero rallenta artificialmente l'attività normale dell'organismo.
E' così si sente il bisogno di fumare perché l'organismo si è abituato a subire con una certa frequenza questo effetto deprimente.
Quando si smette di fumare il cibo ha un sapore migliore, si comincerà a sentire nuovamente l'odore del mondo che ci circonda, ci si sentirà molto meno nervosi dopo un primo periodo di adattamento (circa una settimana) e ci si stupirà di vedere quante difficoltà si possono affrontare e superare senza aver bisogno di una sigaretta.
Ci si sentirà più calmi, più padroni di se stessi e sembrerà che la giornata abbia un maggior numero di ore, ci si sentirà di avere molta più energia.
Una volta smesso, non ci si conceda di tanto in tanto una sigaretta : questo manterrà vivo il desiderio di fumare.
Quando tra sei mesi o tra sei anni qualcuno vi offrirà una sigaretta, la rifiuterete, ma non in tono difensivo.
Direte : grazie...prima fumavo, ma ho smesso.
E gli altri guarderanno con invidia, come una matricola guarda un laureando che ha superato tutti gli esami.
Oltre a tutti gli altri piaceri fisici che il non fumare procura, vi accorgerete che mezza giornata e poi un giorno e poi due giorni senza fumare vi daranno un improvviso senso di libertà, d'indipendenza.
Liberatevi di questo subdolo assassino, non dimenticatevene volontariamente.
Colui che fuma sigarette deve, come qualsiasi altro individuo, valutare il rischio che corre rispetto al piacere mentale che trae dal fumo e fare la sua scelta, sapendo con certezza che il rischio è alto e ci sono vari altri modi per trarre piacere, anche in quei momenti in cui si decide di accenderne una.

Fonte:http://www.isgallarate.it/public/sys.insegnanti/MaterialeDidattico/173723IL%20FUMO.doc

 

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

 


 

Parliamo di fumo

 

 


Nel mondo ogni anno muoiono, per malattie dovute al fumo, 4 milioni di persone (7 persone ogni minuto).
In Italia la stima è di circa 100.000 morti all'anno per malattie dovute al fumo, di cui il 25% in un'età compresa tra 35 e 65 anni.

Non è mai troppo tardi per smettere!

Indipendentemente da quando e quanto fumi, se smetti di fumare il tuo rischio di infarto cardiaco e di ictus cerebrale inizia a ridursi. Molti vantaggi si ottengono già dopo poche settimane dalla sospensione del fumo e presto il tuo rischio cardiovascolare sarà simile a quello di chi non ha mai fumato.

I vantaggi dello smettere di fumare


Smettere di fumare allunga la speranza di vita e si riduce l'insorgenza di malattie:

  • I maschi e le femmine che smettono di fumare tra i 35 e 39 anni, vivono in media, rispettivamente 5 e 3 anni di più, rispetto ai coetanei che continuano a fumare; i maschi e le femmine che smettono di fumare tra i 65 e i 69 anni aumentano la loro aspettativa di vita in media di 1 anno.
  • La pressione del sangue e la frequenza del battito cardiaco diminuiscono. Il rischio di avere un infarto cardiaco si riduce del 50% dopo 1 anno. Il rischio di avere un ictus cerebrale regredisce in 5-10 anni.
  • Il rischio di cancro del polmone è paragonabile a quello di chi non ha mai fumato dopo 10 anni dalla sospensione.

Smettere di fumare migliora la qualità della vita:

  • olfatto e gusto migliorano già dopo alcuni giorni;
  • la pelle ritorna più luminosa dopo alcune settimane;
  • i denti diventano più bianchi;
  • l'alito diventa più gradevole;
  • gli abiti e i capelli non hanno più l'odore di fumo;
  • il respiro migliora e scompare la tosse da fumo;
  • si salgono più facilmente le scale;
  • ci si sente meglio risparmiando anche soldi.


Quali danni provoca il fumo?

Le sostanze nocive presenti nel fumo di sigaretta danneggiano l'organismo con diverse azioni:

  • cancerogena (sviluppo e accrescimento del cancro del polmone, del cavo orale, della laringe, dell'esofago, del pancreas, della vescica del rene);
  • irritante (tosse, bronchite cronica, enfisema);
  • ossidante (enfisema, atero-sclerosi sotto forma di infarto cardiaco, ictus cerebrale, emorragia cerebrale, trombosi, invecchiamento precoce);

Il fumo riduce inoltre il trasporto di ossigeno ai tessuti e fa aumentare la pressione arteriosa e la frequenza cardiaca. Senza contare il colore delle dita delle mani e l'alito e gli abiti impregnati!


I danni del fumo passivo.
Il fumo di sigaretta rappresenta la principale fonte di inquinamento negli ambienti chiusi. La correlazione tra il fumo passivo e l'insorgenza di malattie cardiovascolari e di cancro nei non fumatori è ben nota. Il fumo passivo è considerato cancerogeno per l'uomo. Il fumo passivo è particolarmente dannoso per i neonati e per i bambini.

Gli effetti del fumo sulla gravidanza.
Durante la gravidanza, a fumare una sigaretta sono sempre in due: la mamma e il bambino. Gli effetti nocivi sul nascituro sono rappresentati da una crescita ritardata del feto dovuta ad una minore irrorazione sanguigna e ossigenazione.

Anche il fumo del sigaro o della pipa è dannoso!
Anche i fumatori di pipa o di sigari hanno un aumentato rischio di morte per infarto cardiaco e ictus cerebrale; tuttavia l'incremento di rischio è minore rispetto ai fumatori di sigarette, probabilmente per la minore quantità di fumo inalato.

In che modo il fumo danneggia il cuore e le arterie?
Il fumo di sigaretta aumenta il rischio di aterosclerosi e di infarto cardiaco:

  • può danneggiare le cellule che rivestono internamente i vasi arteriosi (endotelio) favorendo la formazione delle placche di aterosclerosi, che a livello coronarico possono diventare causa di infarto cardiaco;
  • può alterare la funzione del sangue, favorendo la formazione di trombi;
  • aumenta il monossido di carbonio nel sangue, riducendo la disponibilità di ossigeno per il cuore e per altri tessuti vitali;
  • la nicotina, come già detto, aumenta la frequenza del battito cardiaco e la pressione arteriosa.

Vi sono altri fattori che, come il fumo, fanno aumentare il rischio di aterosclerosi coronarica e infarto cardiaco: l'ipertensione, il diabete, gli alti valori di colesterolo nel sangue, l'obesità e uno stile di vita sedentario. Se un fumatore ha uno o più fattori di rischio la probabilità di malattia o di morte per aterosclerosi coronarica o infarto cardiaco si moltiplica.


Il fumo di sigarette è il più importante fattore di rischio di infarto cardiaco nei giovani (sotto i 50 anni) e nelle donne.

Le donne hanno un rischio di infarto cardiaco 6 volte maggiore rispetto alle non fumatrici. Le donne che fumano ed usano contraccettivi orali hanno un rischio di infarto carico o di ictus 5 volte più alto rispetto alle donne non fumatrici che usano contraccettivi orali.


 Che cosa introduciamo con il fumo di sigaretta?

Quando si fuma una sigaretta, oltre alla nicotina, introduciamo nel nostro organismo una gran quantità di sostanze nocive per la salute.

La parte visibile del fumo contiene catrame. Se si fumano 20 o più sigarette al giorno, si accumulano ogni anno nei polmoni da 100 a 600 grammi di questo materiale scuro, appiccicaticcio, costituito da una complessa miscela di idrocarburi aromatici, cancerogeni.
È giusto sapere che la concentrazione di queste sostanze nel fumo di sigaretta è 10.000 volte maggiore di quella presente nell'atmosfera in una strada nell'ora di punta!

La parte non visibile del fumo che rappresenta la maggior parte di ciò che viene aspirato, contiene gas tossici tra cui il monossido di carbonio (sostanza emessa anche dai gas di scarico delle automobili), l'ammoniaca, le nitrosamine, i nitrili, gli idrocarburi volatili, la formaldeide ecc. Alcune di queste sostanze derivano dai fertilizzanti e pesticidi usati per la coltivazione del tabacco. Il monossido di carbonio si sostituisce all'ossigeno nei globuli rossi e riduce la capacità di respirazione di tutti i tessuti.

Tutte queste sostanze non solo si depositano nei polmoni, ma vengono anche assorbite nel sangue e quindi in tutto l'organismo di chi fuma, e si disperdono nell'ambiente contribuendo all'inquinamento (fumo passivo).

Smettere di fumare

La trappola. La stragrande maggioranza dei fumatori inizia nell'adolescenza o ancor prima. L'industria produttrice di sigarette fa leva sulla particolare suscettibilità dei giovani e propone attraverso la pubblicità modelli persuasivi.

La nicotina è responsabile della dipendenza dal fumo.

La tossicodipendenza. La nicotina, presente in tutti i tipi di tabacco, è una sostanza che dà dipendenza. Assorbita dai polmoni, raggiunge il cervello dove interferisce con la funzione di alcune cellule. Con il tempo però la nicotina danneggia le stesse cellule nervose rendendole incapaci di funzionare se la sostanza non è presente. Si instaura, così una vera e propria tossicodipendenza, con relativa crisi di astinenza.

Per coloro che devono smettere le maggiori difficoltà si evidenziano entro 24 ore dall'ultima sigaretta ed il punto più critico, per resistere alla tentazione di ricominciare a fumare, si verifica nei primi 4 giorni. I sintomi dell'astinenza, però, tendono ad attenuarsi tra la prima settimana e il primo mese.

I fumatori sono una minoranza della popolazione, ad oggi circa un terzo degli adulti. Il desiderio di smettere di fumare è presente in oltre 4 su 5 fumatori.
Smettere di fumare è una delle cose più importanti che una persona possa fare per proteggere la propria salute, anche se spesso non è molto facile riuscirci. Molti fumatori infatti tentano di smettere più volte prima di avere successo.

Esistono oggi diverse strategie per aiutare i fumatori a smettere di fumare:

  • consigli per chi vuole smettere di fumare da solo;
  • tecniche di supporto individuale;
  • terapie di gruppo;
  • trattamenti farmacologici con sostanze che attenuano i sintomi di astinenza (nicotica e bupropione) da assumere sotto controllo medico.

Interventi combinati, ad esempio terapie di supporto e farmacologiche sembrano essere particolarmente efficaci.

È attivato in Italia un Numero Verde contro il Fumo (800 554088). Si tratta di un servizio nazionale, anonimo e gratuito, operativo dal lunedì al venerdì dalle ore 10.00 alle ore 16.00.

fonte:
http://www.womenagainstlungcancer.eu/public/parliamo_di_fumo.doc
Autore del testo: non indicato nel documento di origine del testo

 

 

 

FUMATORI IN  ITALIA:

 

    1. Spesa/anno  fumatori in Italia: 21mila miliardi
    2. costo/anno per curare fumatori in italia: 15 – 50 mila miliardi
    3. mercato mondiale farmaci correlati al fumo: 550 milioni di dollari
    4. investimenti delle aziende farmaceutiche: 80 milioni di dollari
  1. IN ITALIA:
    1. ogni anno il fumo causa la morte di 80-90.000 persone (è come se ogni giorno precipitasse un         jumbo jet senza alcun superstite a bordo);
    2. il fumo è responsabile di 1/3 di tutte le morti per cancro e del 15% di tutte le cause di morte: una morte ogni 6-7 è attribuibile al fumo;
    3. il fumo fa una vittima ogni 7 minuti: un numero di morti circa 10 volte superiore a quello di tutti gli incidenti stradali e circa 100 volte superiore a tutti gli omicidi;

 

  1. CONFRONTI TRA LE DIVERSE CAUSE DI MORTE:

fumo............................. 80-90.000
30.000 tumori polmone, laringe, faringe
30.000 patologia cardiovascolare
20.000 enfisema, bronchite cronica
alcool ............................ 33.000
eroina ............................ 1.000 (solo per overdose)

          il fumo passivo si calcola sia responsabile di circa 1.000 morti l’anno
Tratto da: http://www.comune.fe.it/nosmoking/guida.htm#modulo1

 

I DANNI DEL FUMO

 

Quando si parla dei danni del fumo del tabacco, si tende a calcare la mano sulla maggior possibilità che il soggetto fumatore vada incontro a tumori; in primo luogo a quelli polmonari, ma anche della vescica, pancreas, utero ecc... Ed è vero, è stato dimostrato ed è comprovato....Ma ricordiamo i danni della nicotina in modo particolare sul cuore e alla circolazione. Tutti sanno che la prima sigaretta del mattino, oltre a stimolare le funzioni intestinali, provoca tachicardia, cioè l'aumento della frequenza cardiaca.

 

LA NICOTINA

 

Le prime nozioni sulla azione tossica della nicotina sono antiche ma per molto tempo si era pensato che la piccola quantità contenuta nel fumo di una sigaretta non potesse portare alcun danno. In realtà la quantità di nicotina contenuta nel fumo di una sigaretta non è piccola. Nel fumo aspirato di 40-50 sigarette se ne ritrova la dose mortale per l'uomo. In pratica l'avvelenamento acuto non avviene mai nel fumatore, perché l'assorbimento dipende da diversi fattori ed è molto differente se il fumatore aspiri o no il fumo, se deglutisca od elimini la saliva e dal tipo di filtro...
Tratto da: http://www.lasalute.org/iptds50med.htm

Fuma un giovane su cinque, la percentuale dei medici fumatori in Italia è del 41%.

  1. NEL MONDO

Per l'Organizzazione mondiale della sanità i fumatori nel mondo sono un miliardo e 20 milioni, un terzo della popolazione con più di 15 anni. Il fumo attualmente uccide circa quattro milioni di persone ogni anno, e nel 2030 ucciderà 10 milioni di persone.
Secondo le analisi elaborate dall'Istat lo scorso anno in Italia il tabacco ha causato circa 90.000 decessi. Il fumo è responsabile del 15-20% di tutte le morti nel nostro Paese (una su sei).
Tratto da: http://www.pizzaup.it/img/magazine/2_3_26.htm

  1. PREZZI E TASSE

13.700 miliardi è la cifra che i fumatori italiani hanno dato al Fisco nel 1997, la seconda entrata dopo la benzina e il prezzo delle sigarette è cresciuto del 50% in più del tasso di inflazione.
Su ogni sigaretta acquistata, lo Stato incassa il 74% di quanto pagato dal consumatore (ad esempio su 5.500 lire, ben 4.047 lire sono tasse). Ogni fumatore versa allo Stato perciò un milione in più di tasse ogni anno, oltre a quelle già pagate come cittadino. Solo l'11% degli italiani sa che su ogni 1.000 lire spese per l'acquisto di tabacco 740 entrano nelle casse dello stato
Tratto da: http://www.assfumatori.it/prezzi.htm

 

  1. DATI SUL FUMO

I fumatori in Italia, secondo i rilevamenti ISPO del Novembre 1997, sono circa 13 milioni di persone, il 25,9% della popolazione adulta. Del rimanente 74,1% di italiani, il 22,3% sono ex fumatori e il 51,8% non hanno mai fumato.
Il consumo annuo di sigarette è variato negli anni in modo significativo, è andato via via crescendo passando da 48,3 miliardi nel 1960 (consumo annuo pro-capite 962, al giorno 2,6) al massimo storico ottenuto nel 1985 con 105,3 miliardi ( consumo annuo pro-capite 1843, al giorno 5), successivamente si è avuto un decremento fino a raggiungere i 90,6 miliardi del 1996 (consumo annuo pro-capite 1589, al giorno 4,3). Attualmente il trend è in leggero calo.
Nel 1997 (ultimi dati ufficiali), in Italia fumava il 32,4% degli uomini e il 19,8% delle donne e complessivamente il 30,5% dei giovani fra 18 e 24 anni. Attualmente la percentuale dei fumatori, sia uomini che donne, è in calo.
Si fuma di più al nord est con il 48,8% della popolazione, al sud e nelle isole il 34,6%, al centro il 35,9% e al nord-ovest il 31,8%.
Tratto da: http://www.assfumatori.it/prezzi.htm

 

LE ESPORTAZIONI

Sono circa 120 milioni di chilogrammi le esportazioni annuali di grezzo. L'Italia rimane il primo esportatore di tabacco in Europa (Campania, Umbria, Veneto, Puglia sono le regioni maggiormente coinvolte). Le vendite del prodotto lavorato in Italia hanno superato i 20mila miliardi di lire e 185mila "addetti equivalenti" sono coinvolti nella sua produzione, soprattutto nelle 36mila aziende agricole dove il tabacco viene coltivato e nelle 58mila tabaccherie che provvedono alla distribuzione. E basta pensare ai benefici diretti di cui gode lo Stato. Da solo il tabacco incide per il 6% sul volume totale delle imposte indirette, un contributo molto elevato se comparato con la dimensione economica (numero di occupati e fatturato) del settore.
Tratto da: http://www.tabaccologia.org/letter6.html

 

FUMO PASSIVO TRA LE MURA DOMESTICHE

FUMO:25% SPIROMETRIE ALTERATE TRA GIOVANI PER QUELLO PASSIVO
(ANSA) - ROMA, 22 MAG - Il 25% delle spirometrie (l'esame diagnostico per la valutazione della funzione respiratoria) eseguite tra i giovani tra i 13 e i 18 di eta' mostra valori al limite inferiore alla norma dovuti al fumo passivo respirato tra le mura domestiche. A ribadire i rischi legati al vizio delle sigarette degli adulti la Federazione Italiana contro le Malattie Polmonari Sociali e la Tubercolosi che ogni anno promuove e organizza la Giornata Nazionale del Respiro...
Tratto da:
http://www.benessere.com/salute/news/notizie_1.htm?ric_notizia=20010523.004&cerca1=fumo

 

ASMA BRONCHIALE E MALATTIE ALLERGICHE

La diffusione dell’asma bronchiale e di altre malattie di origine allergica (oculorinite, dermatite atopica) è un problema di sanità pubblica rilevante. Sebbene delle precise indicazioni numeriche non siano al momento disponibili, si stima che ormai almeno il 25% dell'intera popolazione soffra di patologie da allergia, e che un bambino su dieci sia affetto da asma. L'indagine multiscopo ISTAT riferisce che oltre 5 milioni di italiani riferiscono una patologia allergica e a questi si aggiungono 1,7 milioni di casi percepiti di asma. Il costo sanitario e sociale di tali malattie è dunque molto elevato. L'approccio al problema delle patologie da allergia è complesso. Infatti, si tratta di patologie normalmente definite dalla presenza di sintomi a volte molto vaghi e sfumati, spesso a carico di più organi, che possono confondere e rendere difficile la diagnosi. Anche gli studi epidemiologici sono complessi e, nonostante siano stati avviati da anni studi collaborativi, molteplici aspetti etiologici rimangono ancora oscuri
Tratto da: http://www.seadam.it/09.03.3.htm

Fonte: http://docenti.lett.unisi.it/files/11/4/4/37/def_campagna_antifumo1.doc

 

 

 

Il fumo

SPORT SENZA FUMO
GIOCA PULITO

 

Sport vuol dire vita. L’esercizio fisico aiuta, infatti, a raggiungere un migliore stato di benessere sia fisico che psichico, ispira libertà e anche bellezza e divertimento. Al contrario, il fumo di sigaretta e il consumo di tutti i prodotti a base di tabacco sono causa di malattia e di morte. Il fumo di sigaretta, infatti, è oggi la principale causa di malattia e di morte nella maggior parte dei Paesi sviluppati, provocando ogni anno – in tutto il mondo – circa 4 milioni di morti premature. Le stime dell’OMS prevedono che, per l’anno 2030, il tabacco ucciderà oltre 10 milioni di persone, molte di più delle vittime dell’HIV, della tubercolosi, degli incidenti stradali, dei suicidi e degli omicidi messi insieme. Solo nel nostro Paese i fumatori al di sopra dei 15 anni sono circa 14 milioni, la maggioranza dei quali inizia prima  dei 21 anni e consuma tra le 11 e le 20 sigarette al giorno. In Italia, il tabacco è il responsabile di circa il 30% di tutte le morti per tumore, ovvero 45.000 decessi ogni anno. Ad esse, si sommano 8.000 decessi l’anno per cause legate al fumo passivo, 10.000 morti per bronchite cronica ed enfisema polmonare ed un numero non trascurabile di decessi per infarto miocardico e altre patologie cardio e cerebro-vascolari. Si calcola che in Italia muoiano, complessivamente, ogni anno 83.000 persone per cause legate al fumo e uno ogni sei/sette decessi sia dovuto al tabacco.

Secondo l’Istat, nel 2000, almeno quindici milioni e mezzo di persone (il 27,4 % della popolazione italiana con più di tre anni) hanno praticato uno sport e oltre dieci milioni lo hanno fatto con continuità. Nel nostro Paese, gli sport più praticati e diffusi sono, per gli uomini, il calcio e il calcetto (38,6 %), il nuoto (12,4 %), la ginnastica (13,3 %). Per le donne, invece, ginnastica e danza (51,6 per cento) e nuoto (24,1 per cento). Il nuoto, inoltre, è anche lo sport maggiormente praticato dai bambini fra i tre e i cinque anni. Chi fa sport, e ci tiene a farlo al massimo delle proprie capacità, non può fumare: il fumo, infatti, incidendo negativamente sul fiato e il rendimento muscolare, è causa di un minore rendimento sportivo.

Purtroppo però i grandi eventi sportivi diventano per le multinazionali del tabacco un potente canale pubblicitario. I Mondiali di calcio, come i tornei internazionali di tennis, le regate di Coppa America o i gran premi di Formula 1 hanno, infatti, il potere di catalizzare, in ogni parte del mondo, l’attenzione di milioni di persone. Per capire la portata del fenomeno, una recentissima indagine continuativa sulle potenzialità degli eventi sportivi e il valore delle sponsorizzazioni promossa da StageUp.com e TNS Abacus ha calcolato che, in Italia, 32 milioni di persone si interessano di sport. Sponsorizzando eventi sportivi tanto seguiti, i produttori di tabacco guadagnano, così, centinaia di milioni di dollari l’anno (più o meno la stessa quantità di denaro che Stati e governi devono stanziare per combattere le malattie conseguenza del fumo), le federazioni sportive incassano i soldi degli sponsor, mentre tifosi e spettatori vengono ingannati e danneggiati. Le marche di sigari e sigarette sulle magliette degli sportivi e negli spazi pubblicitari degli stadi sono portatrici di veri e propri messaggi subliminali per gli spettatori seduti sugli spalti e per quelli incollati agli schermi televisivi. Indotti a credere che il fumo non sia poi così pericoloso se è una competizione sportiva a farsene promotrice.

La verità, invece, è che fumo e sport sono inconciliabili, per due ordini di motivi. Perché il fumo altera pesantemente ogni performance sportiva e perché “l’esercizio fisico non protegge in alcun modo dal rischio che un fumatore abituale ha di ammalarsi di cancro al polmone”. Come ha affermato Lisa Colbert del National Cancer Istitute di Bethesda (USA), dopo aver tenuto sotto controllo per dieci anni 27 mila uomini tra i 50 e i 69 anni, che tra il 1985 e il 1988 hanno fumato almeno cinque sigarette al giorno. Più della metà del campione aveva dichiarato di praticare attività fisica, che però non ha preservato 1.442 di loro dal contrarre un tumore al polmone.

Le case produttrici si difendono sostenendo che la loro pubblicità mira unicamente alla vendita di una marca piuttosto che di un’altra e che non influenza in alcun modo il consumo di tabacco. Numerose ricerche tuttavia hanno rivelato che la sponsorizzazione favorisce il reclutamento di nuovi fumatori e aumenta la quantità di fumo assunta da chi ne è già dipendente. E la cosa più grave è che i nuovi arruolati sono quasi sempre giovani e giovanissimi: dai 9 anni in su, senza alcuna distinzione tra Paesi industrializzati e Paesi in via di sviluppo. Bastino alcuni esempi. Nel 1996, una compagnia indiana associata alla British American Tobacco (BAT) divenne lo sponsor dell’Indian World Cup Cricket. Il risultato fu che l’abitudine a fumare tra i teen agers indiani aumentò di cinque volte. Nel 2000 un’indagine della BBC in Gambia scoprì che la BAT aveva distribuito sigarette della “Benson & Hedges” durante i campionati di beach volley organizzati dai ragazzi in vacanza scolastica. In Colombia, nello stesso anno, si potevano trovare in gran quantità cartelloni e striscioni della Marlboro dove si svolgevano le gare di go-kart, uno sport praticato soprattutto dagli adolescenti.

Ma le cose stanno cambiando. Il mondo dello sport ha capito di poter vivere anche senza i soldi delle multinazionali del tabacco, e di poter fare molto per il bene delle future generazioni. Dando di sé un’immagine pulita, senza lasciare spazio a mistificazioni e superficialità. Per questo nel corso degli anni le federazioni sportive hanno promosso manifestazioni e campagne contro il fumo e i “divi” dello sport si sono fatti ambasciatori di uno stile di vita “smoke-free”.

Tabacco
e sponsorizzazioni sportive

La storia delle sponsorizzazioni sportive delle multinazionali del tabacco, legate ad eventi motoristici, ha inizio alla fine del 1967 quando il CSI, organismo che supervisiona le attività della FIA (Federazione Internazionale dell’Automobilismo), consente la pubblicità sulle auto da corsa per creare nuove opportunità finanziarie per la Formula 1 in espansione. Il primo a legarsi ad una azienda di sigarette è Anthony Colin Bruce Chapman, patron della Lotus Engineering Co. Ltd, che firma un contratto con la Imperial Tobacco come sponsor della sua scuderia per il 1968. Inizia così la storia della dipendenza economica della Formula 1 dalle industrie del tabacco e il verde inglese delle prime Lotus lascia spazio ai colori della Gold Leaf e successivamente al giallo oro e nero delle John Player Specials.

Grazie alle sponsorizzazioni dei campionati di Formula 1, del motomondiale o anche di singole manifestazioni motoristiche che si svolgono in tutto il mondo, le case produttrici di tabacco riescono ad aggirare il divieto di reclamizzare prodotti nocivi per la salute come le sigarette, diffondendo, però, la conoscenza dei loro marchi. La carrozzeria e gli alettoni di vetture e moto diventano potenti cartelloni pubblicitari per le sigarette. E il perché le multinazionali del tabacco scelgano di sponsorizzare gli eventi sportivi si capisce dalla recente rilevazione di StageUp e Tns Abacus sull’eco mediatica dei principali eventi sportivi. Dall’indagine è emerso, infatti, che in Italia gli eventi che suscitano il maggiore interesse sono il Campionato di Calcio seguito da 29,5 milioni di appassionati, la Formula 1 (28,8 milioni) e, in ascesa, il Campionato Mondiale di Motociclismo (20 milioni).

Alla F1, le sponsorizzazioni delle multinazionali del tabacco fruttano oltre 300 milioni di Euro ogni anno. Nonostante questo, la FIA ha però recentemente ribadito la decisione di vietare la pubblicità del tabacco nello sport automobilistico internazionale alla fine della stagione 2006. Ed è stato proprio il presidente della FIA, Max Mosley, in occasione della presentazione a Ginevra della campagna mondiale contro il tabacco, a condividere le preoccupazioni del presidente danese dell'Oms, Gro Harlem Brundtland, sui pericoli per la salute legati al fumo, annunciando di voler, in questo modo, sostenere il progetto dell’OMS sul controllo del tabacco. Mosley ha voluto anche sottolineare che né la FIA né le sue competizioni sono sostenute dai produttori di sigarette, ricordando però che il divieto di pubblicità del tabacco priverà lo sport automobilistico (scuderie, piloti, ecc.) di sostanziose sovvenzioni. Per far fronte a questa situazione, la FIA intende incoraggiare chi gareggia nello sport automobilistico a diversificare l'aiuto che riceve dal tabacco: già da quest'anno, infatti, la Federazione ha spedito una circolare alle scuderie per ricordare che partner, sponsor e patrocinatori del mondo del tabacco devono essere abbandonati e sostituiti.

Un proposito, quello del divieto di pubblicità del tabacco nella F1, facile nelle intenzioni, ma sicuramente complesso da mettere in pratica. La questione, infatti, coinvolge direttamente diversi team tra i più forti, come la BAR (British American Racing) che ha in scuderia Jacques Villeneuve e il cui pacchetto di maggioranza è in mano alla British American Tobacco; la Ferrari che è sponsorizzata da Philip Morris e che ha addirittura cambiato lo stesso nome della scuderia da Scuderia Ferrari a Scuderia Marlboro-Ferrari; la Jordan, sostenuta da Benson and Hedges, la McLaren che pubblicizza la West e la Japan Tobacco che, con il marchio Mild Seven, sponsorizza Benetton. Per la FIA, inoltre, non sarà facile nemmeno far rispettare integralmente questo divieto soprattutto considerando che in alcuni paesi organizzatori di Gran Premi, come Giappone, Malesia, Ungheria e Brasile, la pubblicità delle sigarette non è vietata e, alcuni Gran Premi, come quello di Ungheria, hanno come main sponsor ditte produttrici di tabacco.

 

La FIFA e l’OMS
insieme contro il fumo

I Mondiali di calcio sono alle porte e, per la prima volta nella storia di questo sport, negli stadi di Corea e Giappone che ospiteranno le partite sarà vietato fumare. La Fifa – Football International Federation Association – ha infatti deciso di contribuire alla lotta contro il fumo e ha aderito all’invito dell’Organizzazione mondiale della sanità, che da tempo punta sui grandi avvenimenti sportivi per le sue campagne di informazione sui rischi del tabagismo.

Dopo le tante campagne contro gli spot delle sigarette sulle vetture della Formula 1 e i successi arrivati con i giochi olimpici, che da Calgary ’88 sono «tobacco free» (il divieto era in vigore anche a Salt Lake City, dove quest’anno si sono disputate le Olimpiadi invernali), la messa al bando delle sigarette si allarga al mondo del calcio. Il tabacco viene estromesso da corse, partite e incontri e la comunità sportiva internazionale si riunisce intorno all’OMS per liberare gli eventi sportivi nel mondo dal tabacco.
I primi campionati del mondo «no smoking» della storia saranno inaugurati a Seul, il prossimo 31 maggio, con la sfida tra Francia, campione in carica, e Senegal. Lo stesso giorno in cui in tutto il mondo si celebra la giornata mondiale contro il fumo, organizzata dall’Oms.

Con questa decisione, la Fifa, ovvero il ‘governo’ mondiale del calcio, si impegna a fare controinformazione sul tabagismo, i cui rischi sulla salute aumentano attraverso pubblicità e sponsorizzazioni. Durante i Mondiali, testimonial di questa battaglia congiunta Oms e Fifa saranno alcuni grandi campioni del pallone che lanceranno messaggi dedicati sulla prevenzione, spiegando che rinunciare alle sigarette significa adottare uno stile di vita migliore e più sano.

 

Le battaglie dello sport contro il fumo

 

Gli eventi sportivi sono importanti strumenti educativi nella prevenzione del tabagismo. Nulla è più efficace soprattutto per sensibilizzare i più giovani. Ecco, dunque, alcune occasioni in cui lo sport si è apertamente schierato contro il fumo, dalla parte della salute e del benessere:

  • Olimpiadi senza fumo: sin dall’inizio, nel 1896, i Giochi Olimpici vietano alle compagnie di tabacco di sponsorizzare i propri prodotti. Questa politica si rafforza nel 1988 quando il CIO (Comitato Olimpico Internazionale) e l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) proibiscono il fumo in tutte le manifestazioni olimpioniche.
  • 1992: il governo federale dell’Australia approva una legge che bandisce la sponsorizzazione del tabacco dagli eventi sportivi nazionali.
  • 1993: L’American Cancer Society e l’Associazione Nazionale degli Istruttori di Basket danno vita alla società degli “Allenatori contro il Cancro” (nel 1999 si unisce anche l’Associazione delle Allenatrici di Basket). La società promuove programmi educativi nelle scuole e nei campi di basket, eventi a livello locale e nazionale in cui gli allenatori si fanno portavoce di uno stile di vita salutare per prevenire il cancro.
  • 1994: Tony Rominger, vincitore in quell’anno del Giro d’Italia presta il suo nome per numerose campagne antifumo rivolte soprattutto ai giovani. Nello stesso anno, Vreni Schneider, campione olimpionico di sci, è nominato non fumatore dell’anno da un’assemblea di delegati dell’associazione svedese di non fumatori e dal gruppo connesso del Canton di Vaud.
  • 1995: il campionato mondiale di atletica a Gothenburg è il primo evento a livello mondiale smoke-free, promosso dall’Istituto di Salute Pubblica, dall’Associazione Medica e dalla Federazione Atletica svedesi.
  • 29 maggio 1995: i partecipanti al Giro d’Italia corrono nella tappa del 31 maggio con il divieto di fumare stampato sulla maglietta insieme al simbolo della Giornata Mondiale Senza Tabacco. A Napoli e a Lecce si svolgono due maratone “senza fumo”.
  • 1996: La Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori contesta la sponsorizzazione Marlboro per la Ferrari, con una lettera al Ministro della Sanità e al Sen. Giovanni Agnelli. Questa sponsorizzazione, secondo la LILT, vanifica tutte le iniziative contro la pubblicità dei marchi legati al tabacco.
  • 31 agosto 1997: il CIO decide il bando della pubblicità di sigarette dalle Olimpiadi durante la trasmissione radio-televisiva delle gare. “E’ in gioco l’immagine stessa dei giochi”, sostiene Francois Carrard, direttore generale del CIO.
  • 16-22 dicembre 2000: i Campionati Assoluti di tennis di Roseto (Teramo) sono abbinati ad una campagna contro il fumo promossa dall’Antismoking Center di Nembro (Bergamo).
  • 2 febbraio 2001: il secondo concorso regionale per la lotta contro il fumo realizzato dall’ASL 8 di Asolo in collaborazione con la regione Veneto e con altre istituzioni, si giova di testimonial d’eccezione. Alex Del Piero, Paola Pezzo, Miguel Martines e Manuela Di Centa dicono “Chi non fuma...vince”. Il concorso invita gli studenti a produrre  lavori creativi e artistici (spot pubblicitari, disegni, messaggi audio e fotografie per promuovere uno stile di vita senza tabacco).
  • 11 febbraio 2001: i XIX Giochi Olimpici Invernali e gli VIII Giochi Paraolimpici di Salt Lake City (Utah, Usa) sono “tobacco-free”. L’uso e la vendita di prodotti del tabacco è vietata.
  • 2001: l’associazione di football sud africana (SAFA) organizza programmi che promuovono uno stile di vita libero dal fumo.

In tutto il 2001, inoltre, sono state numerose le iniziative lanciate dalle agenzie e dalle organizzazioni che aderiscono al movimento per lo “sport senza tabacco” del Centers for Disease Control and Prevention (CDC):

  • donne e uomini campioni dello sport provenienti dagli Usa, dall’Australia, dal Brasile, dalla Cina e dal Canada appaiono in posters a sostegno della campagna. Affermano: “l’unica cosa peggiore di una carta di credito rossa è un polmone nero”.
  • Vengono realizzati libri, manuali e documentari per aiutare gli allenatori e gli amministratori delle scuole e degli enti locali che si occupano di salute a far capire ai giovani l’importanza di uno stile di vita senza fumo.

In Italia, si svolge la prima manifestazione sportiva smoke-free ufficiale, la Maratona di Roma, il cui slogan è “Preferisco l'Aria”.

  • Novembre 2001: dopo la decisione della FIFA (Federazione Internazionale di Calcio), del Giappone e della Corea di vietare il fumo ai Mondiali di Calcio del 2002, anche la FIA (Federazione Internazionale dell’Automobile) vuole che dalla fine del 2006 i marchi di sigarette spariscano dalle tute dei piloti, dalle auto da competizione e dai circuiti della F1.
  • 22 novembre 2001: l’OMS lancia a Ginevra la campagna “Per lo sport senza fumo”. Partecipano 191 Paesi e fanno da garanti atleti di fama mondiale, del CIO e della FIFA. Divieto assoluto di pubblicità del tabacco dentro gli stadi, i circuiti, le palestre e gli altri terreni di gioco.
  • 11 febbraio 2002: Alessandro Costacurta e Demetrio Albertini prestano la loro immagine per la campagna contro il fumo organizzata dalla provincia di Milano e rivolta alle scolaresche. “A quell’età, dice Albertini, si prova a fumare per la pressione del gruppo e per provare la sensazione di sentirsi adulti. Io stesso ho provato per quei motivi. Ho provato e poi ho smesso. Ma si deve capire subito che la sigaretta è un errore da non ripetere”.
  • 13 febbraio 2002: la squadra inglese del Gillingham propone di vietare il fumo all’interno dello stadio Priestfield. Il 51 per cento dei tifosi esprime parere favorevole.

 

 


Le sigarette nello sport

 

L’attività sportiva non sempre si accompagna a uno stile di vita salutare e corretto. Infatti, se è vero che il vizio della sigaretta non è così diffuso tra gli sportivi come tra la popolazione generale, è altrettanto vero che il 26,2% di coloro che praticano sport fuma. Con marcate differenze tra i due sessi: 34,9% di uomini e 17,6% di donne. Uno studio presentato nello scorso mese di marzo da Antonio Bonetti, professore associato di Medicina dello Sport all’Università di Parma, in occasione del convegno svoltosi a Roma su "Fumo, Sport e Prevenzione", ha calcolato l’incidenza del fumo di sigaretta sulle diverse discipline sportive praticate da un campione rappresentativo di abitanti dell’Emilia Romagna. Dati regionali che, come conferma lo stesso Bonetti, sono però indicativi del trend nazionale.

 

SPORT PRATICATI

FUMATORI

 

 

%

EQUITAZIONE

 

40,6

GOLF

 

40,5

RUGBY

 

39,0

BOCCE

 

38,7

SPORT MOTORISTICI

 

31,7

BASKET

 

31,2

CALCIO

 

25,3

SUB

 

25,0

PALLAVOLO

 

24,7

ARBITRI

 

23,5

ARTI MARZIALI

 

23,0

TENNIS

 

21,7

BASEBALL

 

17,8

CICLISMO

 

17,5

ATLETICA

 

16,6

NUOTO

 

10,6

 

Dall’analisi dei dati risulta che in alcuni sport il tabagismo è maggiormente diffuso: quelli di squadra (il calcio, il rugby, il baseball, il basket e la pallavolo). La ragione sarebbe di ordine psicologico: non puntando sulla prestazione fisica del singolo, queste attività sportive permettono alle persone di sentirsi meno responsabili del proprio stato di salute. Si tratta, inoltre, di discipline in cui la componente atletica è meno importante di quella tattica (ragione per cui è più facile trovare un calciatore che fuma piuttosto che un maratoneta o uno sciatore di fondo). Incide anche il ruolo dell’atleta all’interno della squadra (nel calcio, ad esempio, è più probabile che sia il portiere a fumare piuttosto che un centrocampista). Che negli sport di squadra si concentri una percentuale consistente di fumatori è stato evidenziato anche dalla ricerca epidemiologica di Diego Serraino del Centro di Riferimento Oncologico di Aviano, che tra il novembre 1985 e l’ottobre 1986 ha svolto un’indagine tra gli sportivi dilettanti e fumatori della provincia di Pordenone (Friuli Venezia Giulia). Risultato: il 3% praticava sport di resistenza, il 23% sport di squadra e il 20% altre attività non meglio precisate. Emerge, inoltre, che i fumatori sportivi maschi rappresentavano un terzo della popolazione generale, le femmine un quinto. Analogamente, una ricerca pubblicata nel 1991 dal Journal Sports Medicine and Physical Fitness, condotta dal Dipartimento di Ricerca di Medicina Sportiva del Wingate Institute a Netanya (Israele), ha evidenziato che il 15,5% della popolazione di atleti fuma e che tra questi la maggioranza sono giocatori di calcio.

Ma vi sono anche sport individuali in cui è frequente imbattersi in atleti fumatori: il body building e gli sport da combattimento (judo, karate, wrestling, sollevamento pesi e simili), ovvero quelle discipline che richiedono minore resistenza, in quanto l’intensità dello sforzo dura meno. Come è emerso dallo studio incrociato che alcuni ricercatori coordinati da T.L. Holmen dell’Istituto Nazionale di Salute Pubblica norvegese, hanno condotto su circa sette mila studenti tra i 13 e i 18 anni nella Contea Nord-Trøndelag (Norvegia) negli anni 1995-1997. Lo studio, pubblicato sullo European Respiratory Journal, ha evidenziato un dato tanto scontato quanto inequivocabile: più si fuma minore è la frequenza dell’esercizio fisico che si riesce a fare. Tanto che i fumatori abbandonano di più la pratica sportiva, sia quelli abituali (52% di maschi e 61% di femmine) che quelli occasionali (43% di maschi e 39% di femmine). Al contrario, la partecipazione alle competizioni sportive scolastiche è maggiore tra coloro che non hanno mai fumato.

 

Più fumi

meno corri

Gli effetti sulla prestazione sportiva del fumo sono stati calcolati da uno studio di B. Marti, T. Abelin e Vader JP. pubblicato nel 1988 da Preventive Medicine. Gli scienziati non hanno dubbi: la resistenza alla corsa, ad esempio, è notevolmente inferiore nei fumatori rispetto ai non fumatori. Studiando la corsa di 6.500 diciannovenni iscritti al servizio di leva è stato possibile stimare che in uno stesso tempo (12 minuti) i fumatori riescono a percorrere una distanza minore di quella coperta dai non fumatori. Nello stesso studio, inoltre, tra 4.100 joggers che avevano preso parte a una gara che si correva sulla distanza di 16 chilometri, è risultato che i fumatori correvano molto più lentamente. Gli studiosi hanno calcolato che per ogni sigaretta fumata il tempo per completare la corsa aumentava di 40 secondi e che fumare 20 sigarette ogni giorno rendeva questi atleti più vecchi di 12 anni quanto a capacità atletiche. In altre parole, chi fuma e ha 30 anni corre come una persona che ne ha 42. Il fumo quindi altera negativamente la perfomance sportiva perché provoca un decremento della capacità polmonare e della forza muscolare.

Nel 1983, un’équipe dell’università di Aarhus in Danimarca guidata da Christian Klausen ha quantificato alcuni di questi effetti su un gruppo di giovani (età media: 24,5 anni) abituati a fumare tra le 5 e le 15 sigarette al giorno. Gli studiosi hanno calcolato le conseguenze di 3 sigarette fumate prima dello svolgimento di un esercizio fisico della durata di 9 minuti e hanno poi confrontato i valori ottenuti con quelli misurati dopo il medesimo sforzo su un campione di controllo (giovani che non avevano fumato). Questi sono stati i  risultati:

 

Effetto

Valore di riferimento o di controllo

Valore riscontrato nei fumatori

Diminuzione della capacità di trasporto dell’ossigeno da parte dell’emoglobina

1,5%

4,5%

Riduzione del tempo di esaurimento delle energie fisiche

8,8 minuti

7,1 minuti

Riduzione del volume massimo di  ossigeno trasportato ogni minuto

3,83 litri

3,54 litri

Riduzione della massima ventilazione polmonare

150 litri al minuto

140 litri al minuto

Riduzione della concentrazione di acido lattico nel sangue

10,3 mM (millesimi di mole)

9,4 mM

Gli effetti del tabacco sono gli stessi nei dilettanti e nei professionisti. Sono però più spiccati nei soggetti non allenati. E derivano, come ha spiegato Michelangelo Giampietro, specialista in Medicina dello Sport e Scienza dell’Alimentazione e docente di Alimentazione e Nutrizione Umana, corso di laurea in Scienze Motorie presso l’università di Cassino-Tor Vergata (Roma), da due componenti: la nicotina e il monossido di carbonio (un gas incolore prodotto dalla incompleta combustione delle foglie di tabacco). La nicotina, che determina l’aroma del tabacco e che è responsabile della dipendenza del fumatore, aggredisce soprattutto l’apparato cardiocircolatorio, provocando una riduzione delle dimensioni dei vasi sanguigni periferici e causando l’aumento della frequenza cardiaca, della pressione arteriosa, dell’eccitabilità del miocardio e quindi dell’incidenza di cardiopatie ischemiche. Per capire gli svantaggi che si riversano su chi pratica sport, basti pensare che l’allenamento (soprattutto quello delle discipline aerobiche) provoca esattamente l’effetto opposto e che esiste un doping basato su farmaci metabloccanti, farmaci cioè che abbassano la frequenza cardiaca. La nicotina, inoltre, non favorisce nemmeno la destrezza e la concentrazione dell’atleta. Per quanto stimoli il sistema simpatico, non agisce al pari di un farmaco psicoattivo. Infatti, a differenza della caffeina, che svolge un’azione specifica di eccitazione sul sistema nervoso centrale, la nicotina colpisce in special modo l’apparato cardiocircolatorio.

Il monossido di carbonio sottrae ossigeno al sangue, inducendo effetti negativi sui tessuti. Una volta inalato, infatti, si combina, a livello alveolare, con grandi quantità di emoglobina, la proteina che trasporta l’ossigeno, formando la carbossiemoglobina e riducendo, perciò, l’ossigeno disponibile. Tanto è vero che, anche in questo caso, esiste una forma di doping a base di farmaci in grado di aumentare la quantità di ossigeno nel sangue. Inoltre, proprio nei tessuti, il monossido di carbonio si lega con la mioglobina, proteina indispensabile alla contrazione muscolare.

Secondo uno studio realizzato da Antonio Todaro, della Società Italiana di Pneumologia dello Sport, nei fumatori il tasso di carbossiemoglobina è in media del 4-5% con picchi subito dopo aver fumato che raggiungono il 9%, con conseguenze negative sulle prestazioni sportive. Bronchiti e infezioni riducono la superficie polmonare deputata agli scambi di ossigeno, in ciò aiutate dalle polveri e dalle componenti solide del tabacco (il catrame, ad esempio, è un dannosissimo agente cancerogeno, la cui azione si esercita principalmente sulle cellule dei polmoni). Un anno di astensione dal fumo è sufficiente affinché la potenza aerobica, quella anaerobica e il carico di lavoro aumentino. Nel caso, invece, che si smetta definitivamente di praticare sport, ma non di fumare, non ci si può considerare esenti dalle conseguenze del tabacco, in quanto 3-4 mesi di inattività sono sufficienti ad annullare i benefici di anni di esercizio fisico.

Gregory Hirsch della Divisione di Fisiologia Respiratoria e di Medicina presso il Centro Medico dell’università della California, ha studiato gli effetti immediati del fumo di sigaretta sul sistema cardiorespiratorio durante lo svolgimento di un’attività fisica. La ricerca, pubblicata nel giugno 1985 sul Journal of Applied Physiology, ha sottoposto 9 soggetti di sesso maschile ad esercizi fisici in due giorni separati, invitandoli a fumare tre sigarette prima dello sforzo solo nel secondo giorno. Gli studiosi hanno così calcolato che l’apporto di ossigeno diminuiva del 4% dopo aver fumato. Hanno quindi individuato gli effetti immediati, cosiddetti acuti del fumo: irritazione delle membrane della mucosa con alterazioni del tono dei bronchi, maggiore vasocostrizione e distribuzione regionale non uniforme del flusso ematico, oltre all’aumento della frequenza del respiro, del battito del polso e alla comparsa della tachicardia.

Si può riassumere, a questo punto, operando una distinzione tra gli effetti a breve termine e quelli a lungo termine del fumo di sigaretta. Nel primo caso si tratta di sintomi reversibili dopo alcune settimane dal momento in cui si smette di fumare, nel secondo invece gli effetti possono essere più duraturi.

Effetti a breve termine
del fumo sullo sportivo

  • Maggiore affaticamento. Si riduce infatti il tempo di esaurimento delle energie fisiche in esercizi a sforzo continuato

  • L’ossigeno non riesce a raggiungere i muscoli. Si produce un’intossicazione da monossido di carbonio (CO) e un blocco parziale dell’emoglobina, la proteina che trasporta l’ossigeno ai muscoli

  • Diminuisce il flusso del sangue ai muscoli, ma anche al cervello e all’apparato cardiovascolare

  • Si riduce la ventilazione polmonare, ossia il volume complessivo di aria immessa nei polmoni

  • Sfruttando meno il metabolismo aerobico si deve ricorrere a quello anaerobico: da qui una precoce formazione dell’acido lattico, una specie di “scoria” che intossica i muscoli

  • Si altera il sistema nervoso. La nicotina agisce come una sostanza antistressante, ma altera le condizioni biologiche dell’organismo

 

Effetti a lungo termine

del fumo sullo sportivo

  • Riduzione cronica della funzione respiratoria e possibile ritardo dello sviluppo e della crescita delle funzioni polmonari

  • Infezioni dell’apparato respiratorio, asma e ostruzioni bronchiali causate da un’alterazione dei processi grazie ai quali le cellule dei bronchi riescono a espellere insieme al muco, i virus e gli altri agenti inquinanti

  • Riduzione della capacità di “diffusione” del polmone, ovvero del processo fondamentale della respirazione: il passaggio dei gas respiratori (ossigeno e anidride carbonica) dall’aria al sangue e viceversa

  • Aumento del rischio cardiovascolare

  • Disfunzione della frequenza cardiaca sia a riposo sia sotto sforzo.  Quando è a riposo, infatti, il cuore deve lavorare più duramente per distribuire il sangue a tutto il corpo; durante l’esercizio fisico, invece, il cuore di un fumatore non riesce a pompare efficientemente il nutrimento e l’ossigeno supplementari richiesti dai muscoli

  • Aumento del rischio di cancro al polmone e agli organi dell’apparato respiratorio (una probabilità reversibile in un tempo che va dai 7 ai 10 anni dal momento in cui si smette di fumare)

  • Incremento della tosse, dell’escreato, del respiro ansimante

  • Raddoppia la probabilità di incorrere in infortuni durante gli esercizi

  • Aumenta il tempo di guarigione delle ferite: i fumatori, ad esempio, con fratture della tibia hanno bisogno di 4 settimane in più rispetto ai non fumatori per guarire e, a volte, non guariscono del tutto

  • Difficoltà a controllare il proprio peso. In particolare gli uomini che fumano hanno un dispendio energetico giornaliero minore rispetto ai non fumatori. Inoltre la distribuzione del grasso nel corpo dei fumatori può avere implicazioni avverse sulla salute

 

Sport aerobici e sport anaerobici:

quali conseguenze causa il fumo?

Non tutti gli sport sono uguali, e non tutti sollecitano l’organismo allo stesso modo. Ci sono attività fisiche caratterizzate da sforzi “leggeri”, prolungati nel tempo. In questo caso il glucosio viene bruciato completamente fornendo molta energia. Tali sport sono detti aerobici. Al contrario, sottoposto a sforzi brevi e intensi l’organismo brucia il glucosio solo in parte producendo poca energia e molto acido lattico. Si parla in questo caso di sport anaerobici. Nella pratica di uno sport di squadra il metabolismo è aerobico durante le fasi lente o le pause di gioco, mentre è anaerobico durante le fasi che richiedono maggiore intensità fisica. In entrambi i casi il fumo produce dei danni seri e che non vanno sottovalutati.

 

 

 

 

Conseguenze del fumo negli sport aerobici

 

SPORT

EFFETTI DEL FUMO

Jogging

Footing

Corsa (lenta)
Sci di fondo (lento)
Nuoto
Ciclismo (lento, in piano)

Danza aerobica

Pattinaggio

Si modifica la resa muscolare:
meno resistenza,
meno durata.
Più fatica e lentezza

 

Conseguenze del fumo negli sport anaerobici

 

SPORT

EFFETTI DEL FUMO

Calcio

Tennis
Pallavolo
Basket

Vengono meno la funzione cardiaca e quella respiratoria:
meno fiato e comparsa di un respiro breve e affannoso.


Il mondo dello sport:
segali positivi contro il fumo

Dopo i giochi olimpici, decretati “tobacco free” dal 1988, e in attesa del 2006, anno in cui le sponsorizzazioni delle multinazionali spariranno anche dalle macchine di Formula 1, la FIFA ha deciso di contribuire alla lotta al fumo dichiarando i Mondiali di calcio di Corea e Giappone i primi campionati “senza fumo”.
“E’ tempo non solo di rifiutare sponsorizzazioni dai produttori di sigarette, ma anche di schierarsi in prima linea nella lotta al tabagismo. Approfittando della popolarità di cui il calcio gode, specialmente fra i più giovani”, è stata la dichiarazione dell’ufficio stampa della FIFA. L’occasione per celebrare l’impegno del calcio è data dal 31 maggio: giorno del primo incontro del torneo fra Francia e Senegal, e della giornata mondiale contro il fumo indetta dall’Organizzazione mondiale della sanità. Ma la rivoluzione del calcio senza fumo colpirà anche gli addetti ai lavori: tecnici, accompagnatori, dirigenti e calciatori, obbligati a fumare solo in “zone riservate”.

Proprio fra gli atleti si sta diffondendo una mentalità meno accomodante nei confronti delle sigarette. La diffusione del tabacco nel mondo del calcio ha seguito una parabola ascendente negli anni Settanta e Ottanta, ma nell’ultimo decennio l’attenzione verso le prestazioni del proprio fisico da parte dei calciatori e la maggiore consapevolezza dei danni provocati dal fumo di sigarette ha fatto sì che il numero di atleti fumatori diminuisse. «Negli anni Settanta, i calciatori fumavano decisamente di più - afferma il Commissario Tecnico della Nazionale italiana Giovanni Trapattoni -. Personalmente ho molta fiducia nella scienza e nella medicina e visti i dati agghiaccianti sulle morti da fumo credo assolutamente che le sigarette facciano male. Inoltre nella mia esperienza il calcio è stato un deterrente per iniziare a fumare. Un problema che aveva già colpito la mia famiglia visto che mio padre dovette smettere per motivi di salute».

E proprio la Nazionale Italiana di Calcio, in occasione della Giornata Mondiale Senza Tabacco, ha voluto essere accanto alla Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori nella campagna di sensibilizzazione anti fumo intitolata ‘Sport senza fumo. Gioca pulito’. Due grandi campioni come Alex Del Piero e Damiano Tommasi, dal ritiro di Coverciano, sono stati i testimonial di uno spot contro il tabacco, rivolto soprattutto ai giovani e agli sportivi, per scoraggiare l’abitudine al fumo e per mettere in guardia dai rischi che le sigarette provocano alla salute, penalizzando anche il rendimento di chi fa sport.
Proprio chi gioca a calcio ad alti livelli si preoccupa, per primo, degli effetti negativi che il fumo può avere sul proprio rendimento. Come il centravanti dell’Inter e della nazionale Italiana di Calcio Christian Vieri: «Io non fumo, anche se ci sono compagni che fumano. Ma, fortunatamente, il loro numero decresce in maniera costante e inoltre quelli che fumano lo fanno sempre in maniera minore».

Contro il fumo si schiera anche l’ex calciatore della Lazio e della nazionale italiana Vincenzo D’Amico. «Confermo che prima nel calcio si fumava molto di più. Quando giocavo io a calcio, infatti, non c’erano le campagne di sensibilizzazione contro il fumo che ci sono adesso. Un po’ perché certi rischi venivano presi sotto gamba e un po’ perché sui danni da fumo se ne sapeva davvero poco. Non ci sono poi molti allenatori che vietano le sigarette. Questo trovo che sia anche giusto: un calciatore di 25 anni deve capire da solo qual è il rischio che corre». Un problema che forse quindi andrebbe affrontato nelle squadre giovanili. Ed è per questo che D’Amico lancia un’idea che alcuni allenatori dovrebbero adottare: «Mi trovassi quotidianamente a stretto contatto con i ragazzi appenderei nello spogliatoio alcuni dati sulle morti e le malattie causata dal fumo. In questo modo, se volessero continuare a sperare di diventare campioni e a giocare a uno degli sport più belli del mondo ci penserebbero più di una volta prima di accendersi una sigaretta».

Ma il calcio non è l’unico sport che ha deciso di boicottare il fumo. La Formula 1 dal 2006 metterà al bando le sponsorizzazioni da parte delle multinazionali del tabacco. E anche se erroneamente i piloti di Formula 1 non sembrano dei veri e propri atleti, il grosso sforzo fisico che si deve sopportare durante un Gran Premio ha fatto sì che gli atleti abbandonassero l’abitudine del fumo.
«Le sigarette - spiega Giancarlo Fisichella, pilota italiano della Jordan - non girano nel nostro ambiente ormai già da molto tempo. Da anni la Formula 1 è diventata molto fisica oltre che tecnica e un tale vizio sarebbe improponibile. Per quanto mi riguarda, penso che se avessi fumato le conseguenze sulla mia carriera sarebbero state devastanti. Minor reattività, minor capacità percettiva, minor resistenza alla fatica: insomma una vera e propria calamità si abbatterebbe sulle mie prestazioni fisiche e mentali».

 

Fonte: http://www.salute.gov.it/resources/static/primopiano/tabacco/Dossier_LILT.doc

 

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

 

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