I terremoti
I terremoti
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Terremoti
I terremoti, detti anche sismi, sono vibrazioni improvvise, rapide e più o meno potenti, della crosta terreste,provocate dallo spostamento improvviso di una massa rocciosa nel sottosuolo. Queste vibrazioni rompono gli strati rocciosi e l’energia accumulata viene liberata con il terremoto.
Per capire cosa succede alla superficie terrestre durante un terremoto basta piegare un bastoncino di legno. Esso prima si piega, poi si rompe e si può percepire sottoforma di tremore il rilascio di energia.
La durata media di una scossa sismica è al di sotto dei 30 secondi, ma per i terremoti più violenti può arrivare fino a qualche minuto. I terremoti di maggiore magnitudo, solitamente sono accompagnati da altre scosse secondarie che seguono la scossa principale e che si definiscono repliche.
L’improvvisa rottura degli strati rocciosi profondi avviene in un punto detto ipocentro, dal quale si propagano in tutte le direzioni delle vibrazioni dette onde sismiche. La velocità di propagazione delle onde sismiche dipende anche dalla natura della roccia e del terreno che esse attraversano. Il punto della superficie in cui arrivano prima le onde sismiche e dove, di conseguenza, esse sono più forti è chiamato epicentro. Esso è perpendicolare all’ipocentro.
Se l’epicentro si trova sul fondale marino le onde sismiche se propagano nell’acqua e provocano la formazione di un’onda di maremoto o tsunami che in giapponese significa letteralmente onda del porto. Quest’onda, che diventa più grande man mano che si avvicina alla sponda e che può essere grande decine di metri, giunta sulla riva devasta è distrugge tutto ciò che incontra.
Le onde sismiche possono essere analizzate grazie a uno strumento chiamato SISMOGRAFO.
Il sismografo è costituito da una base, fissata al suolo con due supporti metallici: uno di questi è collegato a un cilindro rotante provvisto di un rotolo di carta millimetrata, e l’altro ha una massa sospesa con una molla. Questa massa è collegata a un pennino per le registrazioni. Non appena si ha una scossa sismica, tutto il meccanismo si mette in moto seguendo le vibrazioni del suolo, tranne la massa sospesa che mantiene la sua posizione grazie al movimento della molla. A questo punto il pennino può registrare tutte le vibrazioni del terreno su carta millimetrata.
Il sismografo traccia un grafico chiamato SISMOGRAMMA. Il sismogramma è la rappresentazione grafica delle vibrazioni provocate da un terremoto e permette di conoscere per ogni terremoto le caratteristiche, quali istante iniziale e caratteristiche relative alla onde sismiche. Da queste informazioni si può risalire alla posizione dell’ipocentro e quindi del relativo epicentro. Inoltre il sismogramma permette di registrare le scosse preliminari e quelle di assestamento che , essendo leggere, non sono percepite dall’uomo. Dal sismogramma si possono rivelare tre tipi di onde: le onde primarie, le onde secondarie e le onde lunghe.
Le onde primarie sono le prime ad essere percepite dal sismografo perchè sono le più veloci. Sono anche dette onde longitudinali poiché fanno vibrare le particelle della roccia nella stessa direzione di propagazione dell’onda. Si propagano sia nei solidi che nei liquidi.
Le onde secondarie registrate dal sismografo per seconde poiché sono più lente delle primarie. Sono anche dette onde trasversali poiché fanno vibrare le particelle della roccia in direzione perpendicolare a quella di propagazione dell’onda. Si propagano solo nei solidi.
Quando le onde primarie e le onde secondarie arrivano in superficie generano le onde lunghe. Esse sono anche dette superficiali e sono le responsabili delle scosse più violente.
La forza di un terremoto viene valutata con due metodi diversi tra loro: l’intensità e la magnitudo.
Per valutare l’intensità di un terremoto ci si può basare sugli effetti che il sisma provoca sulle persone, sugli edifici e sulla superficie terrestre. Per questo scopo è usata la SCALA MERCALLI che venne ideata dal sismologo Giuseppe Mercalli. Essa è suddivisa in 12 gradi di intensità crescente. Ma la scala Mercalli non è molto precisa; infatti due terremoti, pur avendo stessa intensità, possono provocare danni diversi a seconda del luogo in cui avvengono.
La magnitudo è la forza del sisma, cioè l’energia misurata dai sismografi, è l’unità di misura utilizzata nella scala Richter, che prende il nome dallo studioso che la ideò bel 1935. La scala Ricther è suddivisa in 10 gradi e premette di confrontare tra loro i sismi poiché si basa su dati oggettivi. Il massimo valore di magnitudo sinora raggiunto è 8.9 con il terremoto in Giappone dello scorso 11 marzo.
Fonte: http://cmapspublic2.ihmc.us/rid=1JH04ZQM7-150SDHH-25P5/terremoti%20SCIENZE.docx
Autore del testo: non indicato nel documento di origine
Parola chiave : terremoti scienze formato documento .docx fonte : Google
Terremoti
I terremoti sono fenomeni sismici superficiali, risultati dell’azione delle forze tettoniche che si sviluppano all’interno della crosta terrestre.
Il rimbalzo elastico.
Le rocce che compongono la crosta hanno un comportamento elastico, la sottoposizione alle forze tettoniche provoca un accumulo di energia che, una volta raggiunto il punto di rottura, vengono liberate formando un piano di faglia. L’attrito lungo la faglia può portare ad un nuovo accumulo di energia, che viene liberata sotto forma di calore e onde sismiche.
Le onde sismiche
Sono particolari onde elastiche che si propagano da un ipocentro (punto in profondità in cui avviene la rottura dei materiali, da distinguere dall’epicentro, che è invece la proiezione ortogonale dell’ipocentro sulla superficie), il cui passaggio provoca una vibrazione dei materiali attraversati.
Dall’ipocentro si propagano:
- onde P (primarie o longitudinali): provocano oscillazioni di particelle nella stessa direzione dell’onda (come le onde sonore), per cui i materiali attraversati subiscono dilatazioni e compressioni alternate che portano a variazioni di volume degli stessi. La loro velocità è di circa 4-8 km/s e possono attraversare indifferentemente materiali solidi e liquidi
- onde S (secondarie): provocano oscillazioni perpendicolari rispetto alla direzione dell’onda (come le oscillazioni di una corda). La loro velocità è circa la metà delle onde P e non possono attraversare i liquidi (questa caratteristica le rende adatte per cercare falde acquifere o giacimenti petroliferi)
Dall’epicentro si propagano le onde L, che possono essere:
- onde di Rayleigh: generano movimenti ellitici in piani orientati nella stessa direzione di propagazione dell’onda (movimento sussultorio)
- onde di Love: provocano movimenti trasversali e perpendicolari alla direzione di propagazione onda (movimento ondulatorio)
Magnitudo ed intensità di un terremoto
L’energia liberata da un terremoto è quantificabile grazie alla magnitudo o scala Richter, che da una misurazione oggettiva (attraverso un sismografo) dell’intensità del terremoto, attraverso la formula
dove:
- M sta per magnitudo
- A per l’ampiezza d’onda del terremoto misurato
- A0 per una unità di riferimento, definita come l’ampiezza massima di 0,001 mm rilevata da un sismografo a 100 km di distanza, misura che va corretta per l’effettiva distanza.
La magnitudo non ha né valore massimo né minimo, può essere negativa in presenza di microsismi.
Il valore della magnitudo aumenta per ogni grado di 10 volte, mentre l’energia di 30 volte (es: 4° grado, M=104 , E=304, Amax=0,001*M).
L’intensità di un terremoto viene misurata attraverso una scala empirica chiamata scala Mercalli (gradi da I a XII) che si basa sull’osservazione dei danni provocati dal terremoto a cose e persone (per cui ad un elevatissimo grado della scala Richter può non corrispondere un alto grado della scala Mercalli, ad esempio se il terremoto si verifica in un deserto).
Per trovare l’epicentro di un terremoto, bisogna sovrapporre i sismogrammi di tre diverse stazioni di rilevamento ad un grafico tempo/distanza rappresentante le dromòcrone, linee precalcolate che rappresentano la velocità di spostamento delle onde S e P nelle rocce di una particolare zona geografica: in questo modo è possibile conoscere la distanza di ogni stazione dall’epicentro. Se su una cartina geografica tracciamo delle circonferenze intorno ai punti in cui sono situate le stazioni, di raggio pari alla loro distanza dall’epicentro, troviamo un punto di intersezione, in cui è situato l’epicentro.
Distribuzione, previsione e difesa dai terremoti
I terremoti si concentrano principalmente in aree in prossimità di catene montuose relativamente giovani (Ande, Hilmalaya e Alpi) o dei margini degli oceani.
La previsione dei terremoti è piuttosto complessa ed imprecisa: molto spesso l’osservazione di segni premonitori quali microfratture nelle rocce (analizzabili tramite l’aumento di emissioni di Radon dal terreno), aumento del rapporto 3He/4He (il 3He è contenuto solo nel mantello, ciò sta ad indicare l’aumento di spaccature nella crosta) o innalzamenti del terreno risulta assolutamente inutile, mentre attraverso una certa periodicità dei terremoti è possibile fare una previsione di tipo probabilistica. Con lo studio dei terremoti del passato è possibile compilare carte delle isosisme, in modo da individuare aree a maggior rischio sismico, da valutare considerando fattori quali vulnerabilità, pericolosità e costi (cioè se conviene buttare giù un edificio o consolidarlo), ed imporre norme di costruzione edilizia tali da prevenire i danni dei terremoti.
Fonte: http://firemusic.altervista.org/appunti/scienze/08-terremoti.doc
Autore del testo: non indicato nel documento di origine
I terremoti
(Lidia Bertolazzi)
I T E R R E M O T I
COS'È UN TERREMOTO?
Un terremoto, o sisma, è una sequenza di oscillazioni ( o scosse ) del suolo. E’ provocato dalla improvvisa liberazione di energia da masse rocciose che si trovano nel sottosuolo, a profondità variabile tra 10 e 700 km. Queste rocce, a causa di stiramenti e compressioni, si deformano, e si comportano come un elastico, poi quando raggiungono il punto di rottura, si rompono e liberano in un solo momento tutta l'energia elastica che hanno accumulato.
Il punto di origine del terremoto è detto ipocentro e si trova nel sottosuolo. Il punto della superficie terrestre situato sulla verticale dell'ipocentro è detto epicentro ed è in genere il punto in cui ci sono i maggiori danni.
LE ONDE SISMICHE
L'improvvisa liberazione di energia nell'ipocentro provoca vibrazioni che si propagano in tutte le direzioni sotto forma di onde, dette onde sismiche, che vengono registrate per mezzo dei sismografi.
Nel sottosuolo si formano due tipi di onde: le onde longitudinali ( da destra a sinistra e viceversa) e onde trasversali ( dal basso all’alto e viceversa )
MISURARE I TERREMOTI : LE SCALE SISMICHE
Per valutare l'intensità di un terremoto si usano due diverse scale sismiche: la scala Mercalli e la scala Richter.
La scala Mercalli valuta l'intensità dei danni provocati dal terremoto ed è suddivisa in 12 gradi: dal grado 1, che comprende i terremoti registrati dai sismografi ma non percepiti dall'uomo e che non causano danni, al grado 12 , riferito a terremoti devastanti, che portano alla distruzione totale di tutti gli edifici, al crollo di grandi masse rocciose, alla deformazione dei binari delle ferrovie. La scala Mercalli non è in grado di valutare con precisione l'energia liberata dal terremoto La scala Richter invece misura l’energia liberata dal terremoto, cioè la sua intensità.
Tra le due scale la più attendibile è la Scala Richter, perché la Scala Mercalli non valuta l’intensità del terremoto, ma valuta i danni. Un terremoto molto forte in una zona desertica provoca pochi danni, quindi per la scala Mercalli è di grado molto basso. Lo stesso terremoto in una zona molto popolata e con edifici non costruiti secondo le norme antisismiche può provocare danni molto gravi e molti morti. Quindi qui lo stesso terremoto per la scala Mercalli è di grado molto alto. Invece per la scala Richter, che misura l’intensità, il grado è sempre lo stesso.
CAUSE DEI TERREMOTI
La maggior parte dei terremoti avvengono nelle stesse aree in cui è concentrata la maggior parte dei vulcani, ossia lungo i margini delle placche litosferiche, che si muovono provocano nelle masse rocciose grandi tensioni e compressioni. Il 90% circa dei terremoti è perciò di origine tettonica.
Una piccola percentuale (circa il 7%) è di origine vulcanica, ma, in genere sono sismi di lieve intensità, legati ad eruzioni esplosive o a crolli del cono del vulcano..
Il 3% dei terremoti è, infine, legato a frane o crolli di grotte sotterranee.
Fonte: http://www.reteintercultura.it/attachments/201_10_Terremoti.doc
autore: Lidia Bertolazzi
I T E R R E M O T I
COS'È UN TERREMOTO?
Un terremoto, o sisma, è una sequenza di oscillazioni ( o scosse ) del suolo. E’ provocato dalla improvvisa liberazione di energia da masse rocciose che si trovano nel sottosuolo, a profondità variabile tra 10 e 700 km. Queste rocce, a causa di stiramenti e compressioni, si deformano, e si comportano come un elastico, poi quando raggiungono il punto di rottura, si rompono e liberano in un solo momento tutta l'energia elastica che hanno accumulato.
Il punto di origine del terremoto è detto ipocentro e si trova nel sottosuolo. Il punto della superficie terrestre situato sulla verticale dell'ipocentro è detto epicentro ed è in genere il punto in cui ci sono i maggiori danni.
LE ONDE SISMICHE
L'improvvisa liberazione di energia nell'ipocentro provoca vibrazioni che si propagano in tutte le direzioni sotto forma di onde, dette onde sismiche, che vengono registrate per mezzo dei sismografi.
Nel sottosuolo si formano due tipi di onde: le onde longitudinali ( da destra a sinistra e viceversa) e onde trasversali ( dal basso all’alto e viceversa )
MISURARE I TERREMOTI : LE SCALE SISMICHE
Per valutare l'intensità di un terremoto si usano due diverse scale sismiche: la scala Mercalli e la scala Richter.
La scala Mercalli valuta l'intensità dei danni provocati dal terremoto ed è suddivisa in 12 gradi: dal grado 1, che comprende i terremoti registrati dai sismografi ma non percepiti dall'uomo e che non causano danni, al grado 12 , riferito a terremoti devastanti, che portano alla distruzione totale di tutti gli edifici, al crollo di grandi masse rocciose, alla deformazione dei binari delle ferrovie. La scala Mercalli non è in grado di valutare con precisione l'energia liberata dal terremoto La scala Richter invece misura l’energia liberata dal terremoto, cioè la sua intensità.
Tra le due scale la più attendibile è la Scala Richter, perché la Scala Mercalli non valuta l’intensità del terremoto, ma valuta i danni. Un terremoto molto forte in una zona desertica provoca pochi danni, quindi per la scala Mercalli è di grado molto basso. Lo stesso terremoto in una zona molto popolata e con edifici non costruiti secondo le norme antisismiche può provocare danni molto gravi e molti morti. Quindi qui lo stesso terremoto per la scala Mercalli è di grado molto alto. Invece per la scala Richter, che misura l’intensità, il grado è sempre lo stesso.
CAUSE DEI TERREMOTI
La maggior parte dei terremoti avvengono nelle stesse aree in cui è concentrata la maggior parte dei vulcani, ossia lungo i margini delle placche litosferiche, che si muovono provocano nelle masse rocciose grandi tensioni e compressioni. Il 90% circa dei terremoti è perciò di origine tettonica.
Una piccola percentuale (circa il 7%) è di origine vulcanica, ma, in genere sono sismi di lieve intensità, legati ad eruzioni esplosive o a crolli del cono del vulcano..
Il 3% dei terremoti è, infine, legato a frane o crolli di grotte sotterranee.
Fonte: http://www.strarete.it/documenti/lidia/dirmetpssc/Terremoti.doc
Autore del testo: non indicato nel documento di origine
Il terremoto è un movimento vibratorio piu’ o meno rapido e violento , di una parte della superficie terrestre, provocato da perturbazioni endogene.
Si chiama ipocentro la zona interna della terra in cui si origina il terremoto (punto di frattura); epicentro il luogo sulla superficie terrestre situato sulla verticale dell’ ipocentro. Le forze endogene responsabili dei terremoti si manifestano sotto forma di forze elastiche (onde sismiche) che provocano le vibrazioni ; si distinguono in onde di volume, che si propagano all’ interno della Terra, e onde superficiali, in superficie. Le prime a loro volta si dicono longitudinali, con velocità da 5 a 12 km/sec, e trasversali, con velocità da 3 a 7 km/sec. Le onde di volume provocano onde sussultorie, ossia oscillazioni in senzo verticale; quelle superficiali scosse ondulatorie ossia oscillazioni in senzo orizzontale. La durata delle scosse è sempre di pochi secondi; tuttavia spesso le scosse principali sono preceduteda leggerissime scosse preliminari e seguite da numerose repliche. L’ intensità sismica è variabile e dipende dall’ ampiezza delle vibrazioni e della brevità del periodo. L’ intensità dei terremoti si misura con scale sismiche, la cui piu’ nota sala di misurazione è qualla di Mercalli. Esiste anche una seconda scala, Richter, che, invece di misurare l’ intensità del sisma secondo i danni provocati come la scala precedente, misura la quantità di energia realmente sprigionata durante il terremoto. Spesso i terremoti sono preceduti da segni precursori: folate di aria calda, perturbazioni atmosferiche, ecc. , e accompagnati dai caratteristici boati e maremoti. In base alle probabili cause che generano i terremoti si distinguono in:
- Terremoti di crollo: dovuti a sprofondamenti delle cavità sotterranee
- Terremoti vulcanici: frequenti nelle regioni con vulcani attivi o quiescenti di cui accompagnano l’ eruzione
- Terremoti tettonici: i piu’ importanti per numero, potenza, estensione, provocati da dislocazioni e assestamenti di masse interne alla Terra
SCALA MERCALLI
Grado |
Intensità |
Effetti
|
I |
Strumentale |
Avvertita solo dagli strumenti |
II |
Leggerissima |
Avvertita solo da persone sensibili |
III |
Leggera |
Avvertita da poche persone |
IV |
Mediocre |
Avvertita da molte persone; tremiti di infissi e cristalli; oscillazione di oggetti sospesi |
V |
Forte |
Avvertita da molte persone anche addormentate; caduta di oggetti |
VI |
Molto forte |
Qualche lesione agli edifici |
VII |
Fortissima |
Caduta dei comignoli; lesioni agli edifici |
VIII |
Rovinosa |
Rovina parziale di edifici; vittime isolate |
IX |
Disastrosa |
Rovina totale di alcuni edifici; molte vittime umane; crepacci nel suolo |
X |
Distruttrice |
Distruzione di murature e dighe |
XI |
Catastrofica |
Distruzione di agglomerati urbani; moltissime vittime; crepacci; frane; maremoto |
XII |
Grande catastrofe |
Distruzione di ogni manufatto: pochi superstiti; sconvolgimento del suolo; maremoto |
http://utenti.multimania.it/dani99/sismi.doc
Autore del testo: non indicato nel documento di origine
Il pianeta in cui viviamo, la terra, ci appare come una sfera solida sulla quale camminiamo, in realtà è solida solo per uno strato di alcuni chilometri che i geologi chiamano crosta, mentre l'interno è costituito da un fluido su cui sembra che la crosta 'galleggi', il mantello e, più internamente dal nucleo.
La crosta terrestre è composta da una ventina di 'zolle' che si muovono sulla parte superiore del mantello secondo un moto complesso, conosciuto come deriva dei continenti, che le porta a scontrarsi tra loro; tali urti provocano talvolta, in alcuni punti, la rottura della crosta, causando un terremoto.
Un tale fenomeno avviene in profondità e l’energia che si libera si manifesta sotto forma d’onde sismiche avvertibili, quando raggiungono la superficie, come vibrazioni del suolo. Il terremoto è quindi un movimento oscillatorio, causato dal passaggio di queste onde, che si propagano come i cerchi che si allargano in uno stagno quando gettiamo un sasso.
Le scosse possono avvenire sia in senso orizzontale (scosse ondulatorie) che in senso verticale (scosse sussultorie), ma di solito si manifestano contemporaneamente; inoltre una scossa è generalmente seguita da numerose repliche di potenza via via inferiore (scosse d’assestamento) e si possono verificare scosse minori prima di quella principale (scosse premonitrici).
Il punto interno alla terra da cui partono le onde sismiche è detto ipocentro; il luogo superficiale che si trova sulla sua verticale, epicentro. L’intensità dei terremoti si misura per mezzo di due scale che prendono il nome dagli scienziati che le hanno messe a punto: Mercalli e Richter.
La Scala Mercalli è divisa in 12 gradi d’intensità crescente ed è basata sull’osservazione degli effetti del terremoto partendo da un valore 1 (impercettibile) fino al valore 12 (totalmente catastrofico).
La Scala Richter misura l’energia sviluppata dalla zona secondo una scala che va da valori bassi, anche negativi, fino a valori compresi tra 8 e 9, misurati da specifici strumenti.
Nel primo caso si parla d’intensità del terremoto, mentre nel secondo di magnitudo (il terremoto del 1976 in Friuli ha avuto un’intensità di 10 gradi della Scala Mercalli ed una magnitudo di 6,4 della Scala Richter).
Cos'è un Terremoto in dettaglio |
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La scossa o vibrazione rapida ed improvvisa della crosta terrestre è spesso un fatto drammatico che colpisce nel profondo le persone e le cose e, pur se oggi ancora non è possibile prevedere tali fenomeni, molto si è fatto per limitarne i danni, attraverso la conoscenza della sismicità storica ed alla conseguente mitigazione degli effetti con opere di prevenzione.
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La scala “Mercalli – Cancani – Sieberg” misura il grado d'intensità che si assegna località per località, osservando gli effetti prodotti dal terremoto e facendo riferimento a situazioni predefinite associate a numeri interi ed ordinate secondo categorie sempre più severe.
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Un terremoto ci può coinvolgere in due diverse situazioni:
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Che cosa fare dopo un terremoto? |
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Immediatamente dopo un terremoto i principali pericoli in cui possiamo imbatterci sono: gli incendi, le fughe di gas ed il deterioramento delle condizioni igieniche.
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Con il termine "scala Richter" (da F.C. Richter, sismologo statunitense degli anni '30) si vuole intendere la magnitudo, che è una misura della forza di un terremoto, fatta attraverso i sismografi.
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Intensità |
Magnitudo |
III-IV |
2.8-3.1 |
IV |
3.2-3.4 |
IV-V |
3.5-3.7 |
V |
3.7-3.9 |
V-VI |
4.0-4.1 |
VI |
4.2-4.4 |
VI-VII |
4.5-4.6 |
VII |
4.7-4.9 |
VII-VIII |
5.0-5.1 |
VIII |
5.2-5.6 |
IX |
5.7-6.1 |
X, XI |
> 6.2 |
fonte: http://www.assonettuno.org/doc/terremoto.doc
Autore del testo: non indicato nel documento di origine
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