I terremoti

 


 

I terremoti

 

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Terremoti


I terremoti, detti anche sismi, sono vibrazioni improvvise, rapide e più o meno potenti, della crosta terreste,provocate dallo spostamento improvviso di una massa rocciosa nel sottosuolo. Queste vibrazioni rompono gli strati rocciosi e l’energia accumulata viene liberata con il terremoto.

Per capire cosa succede alla superficie terrestre durante un terremoto basta piegare un bastoncino di legno. Esso prima si piega, poi si rompe e si può percepire sottoforma di tremore il rilascio di energia.
La durata media di una scossa sismica è al di sotto dei 30 secondi, ma per i terremoti più violenti può arrivare fino a qualche minuto. I terremoti di maggiore magnitudo, solitamente sono accompagnati da altre scosse secondarie che seguono la scossa principale e che si definiscono repliche.

L’improvvisa rottura degli strati rocciosi profondi avviene in un punto detto ipocentro, dal quale si propagano in tutte le direzioni delle vibrazioni dette onde sismiche. La velocità di propagazione delle onde sismiche dipende anche dalla natura della roccia e del terreno che esse attraversano. Il punto della superficie in cui arrivano prima le onde sismiche e dove, di conseguenza, esse sono più forti è chiamato epicentro. Esso è perpendicolare all’ipocentro.

 

 

Se l’epicentro si trova sul fondale marino le onde sismiche se propagano nell’acqua e    provocano la formazione di un’onda di maremoto o tsunami che in giapponese significa letteralmente onda del porto. Quest’onda, che diventa più grande man mano che si avvicina alla sponda e che può essere grande decine di metri, giunta sulla riva devasta è distrugge tutto ciò che incontra.

 

Le onde sismiche possono essere analizzate grazie a uno strumento chiamato SISMOGRAFO.

Il sismografo è costituito da una base, fissata al suolo con due supporti metallici: uno di questi è collegato a un cilindro rotante provvisto di un rotolo di carta millimetrata, e l’altro ha una massa sospesa con una molla. Questa massa è collegata a un pennino per le registrazioni. Non appena si ha una scossa sismica, tutto il meccanismo si mette in moto seguendo le vibrazioni del suolo, tranne la massa sospesa che mantiene la sua posizione grazie al movimento della molla. A questo punto il pennino può registrare tutte le vibrazioni del terreno su carta millimetrata.

Il sismografo traccia un grafico chiamato SISMOGRAMMA. Il sismogramma è la rappresentazione grafica delle vibrazioni provocate da un terremoto e permette di conoscere per ogni terremoto le caratteristiche, quali istante iniziale e caratteristiche relative alla onde sismiche. Da queste informazioni si può risalire alla posizione dell’ipocentro e quindi del relativo epicentro. Inoltre il sismogramma permette di registrare le scosse preliminari e quelle di assestamento che , essendo leggere, non sono percepite dall’uomo. Dal sismogramma si possono rivelare tre tipi di onde: le onde primarie, le onde secondarie e le onde lunghe.

Le onde primarie sono le prime ad essere percepite dal sismografo perchè sono le più veloci. Sono anche dette onde longitudinali  poiché fanno vibrare le particelle della roccia nella stessa direzione di propagazione dell’onda. Si propagano sia nei solidi che nei liquidi.
Le onde secondarie  registrate dal sismografo per seconde poiché sono più lente delle primarie. Sono anche dette onde trasversali poiché fanno vibrare le particelle della roccia in direzione perpendicolare a quella di propagazione dell’onda. Si propagano solo nei solidi.
Quando le onde primarie e le onde secondarie arrivano in superficie generano le onde lunghe. Esse sono anche dette superficiali e sono le responsabili delle scosse più violente.

 

La forza di un terremoto viene valutata con due metodi diversi tra loro: l’intensità e la magnitudo.

 

Per valutare l’intensità di un terremoto ci si può basare sugli effetti che il sisma provoca sulle persone, sugli edifici e sulla superficie terrestre. Per questo scopo è usata la SCALA MERCALLI che venne ideata dal sismologo Giuseppe Mercalli. Essa è suddivisa in 12 gradi di intensità crescente. Ma la scala Mercalli non è molto precisa; infatti due terremoti, pur avendo stessa intensità, possono provocare danni diversi a seconda del luogo in cui avvengono.

 

La magnitudo è la forza del sisma, cioè l’energia misurata dai sismografi, è l’unità di misura utilizzata nella scala Richter, che prende il nome dallo studioso che la ideò bel 1935. La scala Ricther è suddivisa in 10 gradi e premette di confrontare tra loro i sismi poiché si basa su dati oggettivi. Il massimo valore di magnitudo sinora raggiunto è 8.9 con il terremoto in Giappone dello scorso 11 marzo.

 

Fonte: http://cmapspublic2.ihmc.us/rid=1JH04ZQM7-150SDHH-25P5/terremoti%20SCIENZE.docx
Autore del testo: non indicato nel documento di origine
Parola chiave : terremoti scienze formato documento .docx fonte : Google

 

Terremoti

I terremoti sono fenomeni sismici superficiali, risultati dell’azione delle forze tettoniche che si sviluppano all’interno della crosta terrestre.

Il rimbalzo elastico.


Le rocce che compongono la crosta hanno un comportamento elastico, la sottoposizione alle forze tettoniche provoca un accumulo di energia che, una volta raggiunto il punto di rottura, vengono liberate formando un piano di faglia. L’attrito lungo la faglia può portare ad un nuovo accumulo di energia, che viene liberata sotto forma di calore e onde sismiche.

Le onde sismiche


Sono particolari onde elastiche che si propagano da un ipocentro (punto in profondità in cui avviene la rottura dei materiali, da distinguere dall’epicentro, che è invece la proiezione ortogonale dell’ipocentro sulla superficie), il cui passaggio provoca una vibrazione dei materiali attraversati.
Dall’ipocentro si propagano:

  • onde P (primarie o longitudinali): provocano oscillazioni di particelle nella stessa direzione dell’onda (come le onde sonore), per cui i materiali attraversati subiscono dilatazioni e compressioni alternate che portano a variazioni di volume degli stessi. La loro velocità è di circa 4-8 km/s e possono attraversare indifferentemente materiali solidi e liquidi
  • onde S (secondarie): provocano oscillazioni perpendicolari rispetto alla direzione dell’onda (come le oscillazioni di una corda). La loro velocità è circa la metà delle onde P e non possono attraversare i liquidi (questa caratteristica le rende adatte per cercare falde acquifere o giacimenti petroliferi)

Dall’epicentro si propagano le onde L, che possono essere:

  • onde di Rayleigh: generano movimenti ellitici in piani orientati nella stessa direzione di propagazione dell’onda (movimento sussultorio)

 

 

 

 

 

  • onde di Love: provocano movimenti trasversali e perpendicolari alla direzione di propagazione onda (movimento ondulatorio)

Magnitudo ed intensità di un terremoto
L’energia liberata da un terremoto è quantificabile grazie alla magnitudo o scala Richter, che da una misurazione oggettiva (attraverso un sismografo) dell’intensità del terremoto, attraverso la formula  
dove:

  • M sta per magnitudo
  • A per l’ampiezza d’onda del terremoto misurato
  • A0 per una unità di riferimento, definita come l’ampiezza massima di 0,001 mm rilevata da un sismografo a 100 km di distanza, misura che va corretta per l’effettiva distanza.

La magnitudo non ha né valore massimo né minimo, può essere negativa in presenza di microsismi.
Il valore della magnitudo  aumenta per ogni grado di 10 volte, mentre l’energia di 30 volte (es: 4° grado, M=104 , E=304, Amax=0,001*M).


L’intensità di un terremoto viene misurata attraverso una scala empirica chiamata scala Mercalli (gradi da I a XII) che si basa sull’osservazione dei danni provocati dal terremoto a cose e persone (per cui ad un elevatissimo grado della scala Richter può non corrispondere un alto grado della scala Mercalli, ad esempio se il terremoto si verifica in un deserto).
Per trovare l’epicentro di un terremoto, bisogna sovrapporre i sismogrammi di tre diverse stazioni di rilevamento ad un grafico tempo/distanza rappresentante le dromòcrone, linee precalcolate che rappresentano la velocità di spostamento delle onde S e P nelle rocce di una particolare zona geografica: in questo modo è possibile conoscere la distanza di ogni stazione dall’epicentro. Se su una cartina geografica tracciamo delle circonferenze intorno ai punti in cui sono situate le stazioni, di raggio pari alla loro distanza dall’epicentro, troviamo un punto di intersezione, in cui è situato l’epicentro.

Distribuzione, previsione e difesa dai terremoti
I terremoti si concentrano principalmente in aree in prossimità di catene montuose relativamente giovani (Ande, Hilmalaya e Alpi) o dei margini degli oceani.
La previsione dei terremoti è piuttosto complessa ed imprecisa: molto spesso l’osservazione di segni premonitori quali microfratture nelle rocce (analizzabili tramite l’aumento di emissioni di Radon dal terreno), aumento del rapporto 3He/4He (il 3He è contenuto solo nel mantello, ciò sta ad indicare l’aumento di spaccature nella crosta) o innalzamenti del terreno risulta assolutamente inutile, mentre attraverso una certa periodicità dei terremoti è possibile fare una previsione di tipo probabilistica. Con lo studio dei terremoti del passato è possibile compilare carte delle isosisme, in modo da individuare aree a maggior rischio sismico, da valutare considerando fattori quali vulnerabilità, pericolosità e costi (cioè se conviene buttare giù un edificio o consolidarlo), ed imporre norme di costruzione edilizia tali da prevenire i danni dei terremoti.

 

Fonte: http://firemusic.altervista.org/appunti/scienze/08-terremoti.doc

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

 


 

I terremoti

(Lidia Bertolazzi)

I    T  E  R  R  E  M  O  T  I

COS'È UN TERREMOTO?
Un terremoto, o sisma,  è una  sequenza di  oscillazioni ( o scosse ) del suolo. E’  provocato  dalla improvvisa libera­zione di energia da masse rocciose che si trovano nel sottosuolo, a profondità variabile tra 10 e 700 km. Queste rocce,  a  causa di stiramenti e compressioni, si deformano, e si comportano come un elastico, poi quando  raggiungono il punto di rottura,  si rompono e liberano in un solo momento tutta l'energia  elastica  che hanno accumulato.
Il punto di origine del terremoto è detto ipocentro e si trova  nel sottosuolo. Il punto della superficie terrestre situato sulla verticale dell'ipocen­tro è detto epicentro ed è in genere il punto in cui  ci sono  i mag­giori danni.

LE ONDE SISMICHE
L'improvvisa liberazione di energia nell'ipocentro provoca vibrazioni che si propagano in tutte le direzioni sotto forma di onde, dette onde sismiche, che vengono registrate per mezzo dei sismografi.
Nel sotto­suolo si  formano due tipi di onde: le onde longitudinali ( da destra a sinistra e viceversa) e onde trasversali ( dal basso all’alto e viceversa )

MISURARE I TERREMOTI  :  LE SCALE SISMICHE
Per valutare l'intensità di un terremoto si usano due diverse scale sismiche:  la scala Mercalli e la scala Richter.
La scala Mercalli valuta l'intensità dei danni provocati dal terre­moto  ed è suddivisa in 12 gradi: dal grado 1, che comprende i  terremoti  registrati dai sismografi ma non percepiti dall'uomo e che non causa­no danni, al grado 12 , riferito a terremoti devastanti, che portano alla  distruzione  totale di tutti gli edifici, al crollo di grandi masse roc­ciose, alla deformazione dei binari delle  ferrovie. La scala Mercalli non è in grado di valutare con precisione l'energia liberata dal terremoto La scala  Richter   invece misura l’energia liberata dal terremoto, cioè la  sua intensità.
Tra le due scale la più attendibile è la Scala Richter, perché la Scala Mercalli non valuta l’intensità del terremoto, ma valuta i danni.  Un terremoto molto forte in una zona desertica provoca pochi danni, quindi per la scala Mercalli è di grado molto basso. Lo stesso terremoto in una zona molto popolata e con  edifici non costruiti secondo le norme antisismiche può provocare  danni molto gravi e molti morti. Quindi qui lo stesso terremoto per la scala Mercalli è di grado molto alto.  Invece per la scala Richter, che misura l’intensità, il grado è sempre lo stesso.

CAUSE  DEI  TERREMOTI
La maggior parte dei terremoti  avvengono  nelle stesse aree in cui è concentrata la maggior parte dei vulcani, ossia lungo i margini delle placche litosferiche, che si muovono  provocano nelle masse roccio­se  grandi tensioni e compressioni. Il 90% circa dei terremoti è per­ciò di origine tettonica.

Una piccola percentuale (circa il 7%) è di origine vulcanica, ma, in genere sono sismi di lieve intensità, legati  ad  eruzioni esplosive o a crolli del  cono del vulcano..
Il 3% dei terremoti è, infine, legato a frane o crolli di grotte sotterra­nee.


Fonte: http://www.reteintercultura.it/attachments/201_10_Terremoti.doc

autore: Lidia Bertolazzi

 

I    T  E  R  R  E  M  O  T  I

COS'È UN TERREMOTO?
Un terremoto, o sisma,  è una  sequenza di  oscillazioni ( o scosse ) del suolo. E’  provocato  dalla improvvisa libera­zione di energia da masse rocciose che si trovano nel sottosuolo, a profondità variabile tra 10 e 700 km. Queste rocce,  a  causa di stiramenti e compressioni, si deformano, e si comportano come un elastico, poi quando  raggiungono il punto di rottura,  si rompono e liberano in un solo momento tutta l'energia  elastica  che hanno accumulato.
Il punto di origine del terremoto è detto ipocentro e si trova  nel sottosuolo. Il punto della superficie terrestre situato sulla verticale dell'ipocen­tro è detto epicentro ed è in genere il punto in cui  ci sono  i mag­giori danni.

 

LE ONDE SISMICHE
L'improvvisa liberazione di energia nell'ipocentro provoca vibrazioni che si propagano in tutte le direzioni sotto forma di onde, dette onde sismiche, che vengono registrate per mezzo dei sismografi.
Nel sotto­suolo si  formano due tipi di onde: le onde longitudinali ( da destra a sinistra e viceversa) e onde trasversali ( dal basso all’alto e viceversa )

 

MISURARE I TERREMOTI  :  LE SCALE SISMICHE
Per valutare l'intensità di un terremoto si usano due diverse scale sismiche:  la scala Mercalli e la scala Richter.
La scala Mercalli valuta l'intensità dei danni provocati dal terre­moto  ed è suddivisa in 12 gradi: dal grado 1, che comprende i  terremoti  registrati dai sismografi ma non percepiti dall'uomo e che non causa­no danni, al grado 12 , riferito a terremoti devastanti, che portano alla  distruzione  totale di tutti gli edifici, al crollo di grandi masse roc­ciose, alla deformazione dei binari delle  ferrovie. La scala Mercalli non è in grado di valutare con precisione l'energia liberata dal terremoto La scala  Richter   invece misura l’energia liberata dal terremoto, cioè la  sua intensità.
Tra le due scale la più attendibile è la Scala Richter, perché la Scala Mercalli non valuta l’intensità del terremoto, ma valuta i danni.  Un terremoto molto forte in una zona desertica provoca pochi danni, quindi per la scala Mercalli è di grado molto basso. Lo stesso terremoto in una zona molto popolata e con  edifici non costruiti secondo le norme antisismiche può provocare  danni molto gravi e molti morti. Quindi qui lo stesso terremoto per la scala Mercalli è di grado molto alto.  Invece per la scala Richter, che misura l’intensità, il grado è sempre lo stesso.

 

CAUSE  DEI  TERREMOTI
La maggior parte dei terremoti  avvengono  nelle stesse aree in cui è concentrata la maggior parte dei vulcani, ossia lungo i margini delle placche litosferiche, che si muovono  provocano nelle masse roccio­se  grandi tensioni e compressioni. Il 90% circa dei terremoti è per­ciò di origine tettonica.

Una piccola percentuale (circa il 7%) è di origine vulcanica, ma, in genere sono sismi di lieve intensità, legati  ad  eruzioni esplosive o a crolli del  cono del vulcano..
Il 3% dei terremoti è, infine, legato a frane o crolli di grotte sotterra­nee.


Fonte: http://www.strarete.it/documenti/lidia/dirmetpssc/Terremoti.doc

 

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

 

 

 


Il terremoto è un movimento vibratorio piu’ o meno rapido e violento , di una parte della superficie terrestre, provocato da perturbazioni endogene.
Si chiama ipocentro la zona interna della terra in cui si origina il terremoto (punto di frattura); epicentro il luogo sulla superficie terrestre situato sulla verticale dell’ ipocentro. Le forze endogene responsabili dei terremoti si manifestano sotto forma di forze elastiche (onde sismiche) che provocano le vibrazioni ; si distinguono in onde di volume, che si propagano all’ interno della Terra, e onde superficiali, in superficie. Le prime a loro volta si dicono longitudinali, con velocità da 5 a 12 km/sec, e trasversali, con velocità da 3 a 7 km/sec. Le onde di volume provocano onde sussultorie, ossia oscillazioni in senzo verticale; quelle superficiali scosse ondulatorie ossia oscillazioni in senzo orizzontale. La durata delle scosse è sempre di pochi secondi; tuttavia spesso le scosse principali sono preceduteda leggerissime scosse preliminari e seguite da numerose repliche. L’ intensità sismica è variabile e dipende dall’ ampiezza delle vibrazioni e della brevità del periodo. L’ intensità dei terremoti si misura con scale sismiche, la cui piu’ nota sala di misurazione è qualla di Mercalli. Esiste anche una seconda scala, Richter, che, invece di misurare l’ intensità del sisma secondo i danni provocati come la scala precedente, misura la quantità di energia realmente sprigionata durante il terremoto. Spesso i terremoti sono preceduti da segni precursori: folate di aria calda, perturbazioni atmosferiche, ecc. , e accompagnati dai caratteristici boati e maremoti. In base alle probabili cause che generano i terremoti si distinguono in:

  • Terremoti di crollo: dovuti a sprofondamenti delle cavità sotterranee
  • Terremoti vulcanici: frequenti nelle regioni con vulcani attivi o quiescenti di cui accompagnano l’ eruzione
  • Terremoti tettonici: i piu’ importanti per numero, potenza, estensione, provocati da dislocazioni e assestamenti di masse interne alla Terra

SCALA MERCALLI

 

    Grado

 

Intensità

 

Effetti

 

I

Strumentale

Avvertita solo dagli strumenti

II

Leggerissima

Avvertita solo da persone sensibili

III

Leggera

Avvertita da poche persone

IV

Mediocre

Avvertita da molte persone; tremiti di infissi e cristalli; oscillazione di oggetti sospesi

V

Forte

Avvertita da molte persone anche addormentate; caduta di oggetti

VI

Molto forte

Qualche lesione agli edifici

VII

Fortissima

Caduta dei comignoli; lesioni agli edifici

VIII

Rovinosa

Rovina parziale di edifici; vittime isolate

IX

Disastrosa

Rovina totale di alcuni edifici; molte vittime umane; crepacci nel suolo

X

Distruttrice

Distruzione di murature e dighe

XI

Catastrofica

Distruzione di agglomerati urbani; moltissime vittime; crepacci; frane; maremoto

XII

Grande catastrofe

Distruzione di ogni manufatto: pochi superstiti; sconvolgimento del suolo; maremoto

 

http://utenti.multimania.it/dani99/sismi.doc

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

 

Il pianeta in cui viviamo, la terra, ci appare come una sfera solida sulla quale camminiamo, in realtà è solida solo per uno strato di alcuni chilometri che i geologi chiamano crosta, mentre l'interno è costituito da un fluido su cui sembra che la crosta 'galleggi', il mantello e, più internamente dal nucleo.
La crosta terrestre è composta da una ventina di 'zolle' che si muovono sulla parte superiore del mantello secondo un moto complesso, conosciuto come deriva dei continenti, che le porta a scontrarsi tra loro; tali urti provocano talvolta, in alcuni punti, la rottura della crosta, causando un terremoto.
Un tale fenomeno avviene in profondità e l’energia che si libera si manifesta sotto forma d’onde sismiche avvertibili, quando raggiungono la superficie, come vibrazioni del suolo. Il terremoto è quindi un movimento oscillatorio, causato dal passaggio di queste onde, che si propagano come i cerchi che si allargano in uno stagno quando gettiamo un sasso.
Le scosse possono avvenire sia in senso orizzontale (scosse ondulatorie) che in senso verticale (scosse sussultorie), ma di solito si manifestano contemporaneamente; inoltre una scossa è generalmente seguita da numerose repliche di potenza via via inferiore (scosse d’assestamento) e si possono verificare scosse minori prima di quella principale (scosse premonitrici).
Il punto interno alla terra da cui partono le onde sismiche è detto ipocentro; il luogo superficiale che si trova sulla sua verticale, epicentro. L’intensità dei terremoti si misura per mezzo di due scale che prendono il nome dagli scienziati che le hanno messe a punto: Mercalli e Richter.
La Scala Mercalli è divisa in 12 gradi d’intensità crescente ed è basata sull’osservazione degli effetti del terremoto partendo da un valore 1 (impercettibile) fino al valore 12 (totalmente catastrofico).
La Scala Richter misura l’energia sviluppata dalla zona secondo una scala che va da valori bassi, anche negativi, fino a valori compresi tra 8 e 9, misurati da specifici strumenti.
Nel primo caso si parla d’intensità del terremoto, mentre nel secondo di magnitudo (il terremoto del 1976 in Friuli ha avuto un’intensità di 10 gradi della Scala Mercalli ed una magnitudo di 6,4 della Scala Richter).

 

Cos'è un Terremoto in dettaglio

La scossa o vibrazione rapida ed improvvisa della crosta terrestre è spesso un fatto drammatico che colpisce nel profondo le persone e le cose e, pur se oggi ancora non è possibile prevedere tali fenomeni, molto si è fatto per limitarne i danni, attraverso la conoscenza della sismicità storica ed alla conseguente mitigazione degli effetti con opere di prevenzione.
Il territorio nazionale è stato classificato in tre categorie sismiche, determinate sulla scorta della frequenza ed intensità storica dei terremoti, che corrispondono a livelli crescenti di protezione per le costruzioni che, costruite od adeguate secondo le norme antisismiche possono così resistere maggiormente e con più efficacia anche scosse di forte intensità.
Tecnicamente il terremoto è una serie di vibrazioni prodotte nella crosta terreste in seguito alla rapida liberazione di energia accumulata nelle rocce.
Le vibrazioni possono avere diversi gradi d’intensità a volte appena percettibili, in altri casi, invece, estremamente distruttive.

L’energia accumulata si propaga con diversi tipi di onde (onde sismiche):
1) onde primarie (in modo concentrico con velocità 5¸10 km/sec) ondulatorie-effetti di taglio;
2) onde secondarie (vibrazioni perpendicolari velocità 4¸km/sec) sussultorie-effetti di compressione;
3) onde terziarie (originate dalle primarie o dalle secondarie al loro arrivo in superficie velocità 3 km/sec)

I fenomeni sismici possono essere:
1) Vulcanici (legati alla presenza di vulcani e dalla loro attività)
2) Locali o di franamento (originati dal crollo di cavità sotterranee)
3) Tettonici (causati dal movimento delle zolle – i più frequenti)

Le scosse sismiche sono l’effetto superficiale del terremoto e durano anche decine di secondi.
Vengono registrate dai sismografi:
Stazioni sismiche che registrano continuamente terremoti determinando i sismogrammi che hanno:
1) fase iniziale (tremiti preliminari)
2) fase principale (fase onde lunghe)

Può essere misurato con due sistemi:
1) in base all’intensità: scala Mercalli
2) in base alla magnitudo: scala Richter Kanamo

Scala Mercalli: XII gradi riferiti all’entità dei danni provocati dal sisma misurandone l’intensità.
Scala Richter: 8 e oltre gradi di magnitudo e misura l’energia rilasciata all’ipocentro di un terremoto.

Ogni anno:
Circa 50.000 terremoti tra 3 e 4 di magnitudo
Circa 800 terremoti tra 5 e 6 di magnitudo
Circa 1 terremoti tra 8 e 9 di magnitudo

IPOCENTRO: luogo più o meno profondo dove di è verificata la frattura della roccia che da che da’ origine al terremoto.
EPICENTRO: luogo della superficie terrestre che si trova immediatamente sopra l’ipocentro e rappresenta la zona più colpita dal terremoto.

Terremoti a seconda dell’ipocentro:
1) Superficiale (0¸60 km)
2) Intermedio (60¸300 km)
3) Profondo (>300 km)

Se l'epicentro è nel mezzo al mare allora si avrà come risultato un maremoto (chiamato anche tsunami). Molti di questi sono provocati da un improvviso movimento verticale del fondo del mare, il quale provoca delle onde sulla superficie molto grosse che possono viaggiare ad una velocità dai 500 ai 1000 Km all'ora. Quando delle onde del genere arrivano vicino alle coste si alzano (perché diminuisce la profondità del mare) fino ad altezze di 40 metri e oltre. Il maremoto generato dal terremoto del Cile nel 1960, oltre a distruggere tutti i villaggi lungo 800 Km di costa, percorse 17.000 Km di Oceano Pacifico e arrivò in Giappone dopo circa 22 ore e provocò notevoli danni.

 

 

La Scala d'intensità Mercalli - Cancani - Sieberg

 

La scala “Mercalli – Cancani – Sieberg” misura il grado d'intensità che si assegna località per località, osservando gli effetti prodotti dal terremoto e facendo riferimento a situazioni predefinite associate a numeri interi ed ordinate secondo categorie sempre più severe.
Possiamo dire che un terremoto è definito da un solo valore di magnitudo e da molti valori d'intensità; questi ultimi normalmente decrescono man mano che ci allontaniamo dall'epicentro del terremoto.
I sismografi non misurano l'intensità di un terremoto ma sono utili per calcolarne la magnitudo.


La scala Mercalli

I

rilevata solo dagli strumenti.

II

avvertita quasi esclusivamente negli ultimi piani delle case, da singole persone particolarmente impressionabili, che si trovino in assoluto stato di quiete.

III

avvertita da poche persone nelle case, con vibrazioni simili a quelle prodotte da un’autovettura veloce, senza essere ritenuta scossa tellurica, se non dopo successivi scambi d’impressioni.

IV

avvertita, da molte persone all'interno delle case, e da alcune all'aperto senza però destare spavento, con vibrazioni simili a quelle prodotte da un presente autotreno. Si ha lieve tremolio di suppellettili e oggetti sospesi, scricchiolio di porte e finestre, tintinnio di vetri e qualche oscillazione di liquidi nei recipienti.

V

avvertita da tutte le persone nelle case e da quasi tutte all'aperto con oscillazioni di oggetti sospesi. Si hanno suoni di campanelli, irregolarità nel moto degli orologi, scuotimento di quadri alle pareti, possibile caduta di qualche soprammobile leggero, lieve sbattimento di liquidi nei recipienti con versamento di qualche goccia, spostamento degli oggetti piccoli, scricchiolio di mobili, sbattere di porte e finestre; i dormienti si destano e qualche persona fugge all'aperto.

VI

avvertita da tutti con apprensione; parecchi fuggono all'aperto, forte sbattimento di liquidi, caduta di libri e ritratti dalle mensole, rottura di qualche stoviglia, spostamento di mobili leggeri con eventuale caduta di alcuni di essi, suono delle più piccole campane delle chiese; in singole case crepe negli intonaci, in quelle mal costruite o vecchie danni più evidenti ma sempre innocui: possibile caduta di qualche tegola o comignolo.

VII

considerevoli danni per urto o caduta delle suppellettili, anche pesanti, delle case, suono di grasse campane nelle chiese; l'acqua di stagli e canali s'agita e intorbidisce di fango, alcuni spruzzi giungono a riva; alterazioni dei livelli nei pozzi; lievi frane in terreni sabbiosi e ghiaiosi. danni moderati in case solide, con lievi incrinature nelle pareti, considerevole caduta di intonaci e slittamento della copertura dei tetti; singole distruzioni in case mal costruite o vecchie.

VIII

piegamento o caduta degli alberi; i mobili più pesanti e solidi cadono e vengono scaraventati lontano; statue e sculture si spostano, talune cadono dai piedistalli. Gravi distruzioni a circa il 25% degli edifici, caduta di ciminiere, campanili e mura di cinta; costruzioni in legno vengono spostate o spazzate via.

IX

distruzioni e gravi danni a circa il 50% degli edifici. Costruzioni reticolari vengono smosse dagli zoccoli, schiacciate su se stesse, in certi casi danni più gravi.

X

distruzioni e gravi danni a circa il 75% degli edifici, gran parte dei quali diroccano; distruzioni di alcuni ponti e dighe; lieve spostamento delle rotaie; condutture d'acqua spezzate; rotture e ondulazioni nel cemento e nell'asfalto; fratture di alcune decimetri nel suolo umido, frane.

XI

distruzione generale degli edifici e ponti coi loro pilastri; vari cambiamenti notevoli nel terreno numerosissime frane.

XII

ogni opera dell'uomo viene distrutta grandi trasformazioni topografiche; deviazioni di fiumi e scomparsa di laghi.

 

 

 

Che cosa fare se si è coinvolti in un terremoto?

 

Un terremoto ci può coinvolgere in due diverse situazioni:


Mentre ci troviamo all’interno di un edificio

In questo caso il rischio principale è rappresentato dal crollo della struttura e, contemporaneamente, dalla caduta al suo interno di mobili e suppellettili; è quindi fondamentale identificare quali possano essere i punti più 'solidi' della struttura (in generi le parti portanti, gli architravi, i vani delle porte e gli angoli in genere) e portarsi nelle loro vicinanze. Nello stesso tempo cercate di allontanarvi dalle suppellettili che potrebbero cadervi addosso; può essere opportuno cercare di trovare riparo sotto il tavolo o il letto; a scuola ci si può riparare sotto i banchi, oppure addossandosi ad un muro 'maestro', in un punto lontano da finestre che potrebbero rompersi e provocare ferite.

Quando siamo all’aperto

Se vi trovate all’aperto il pericolo principale deriva da ciò che può crollare e pertanto dovete prestare attenzione a non sostare o passare sotto parti di edifici (balconi, cornicioni, grondaie ecc.), che potrebbero cadere; un buon riparo può essere offerto dall’architrave di un portone.
Un’automobile costituisce un buon riparo e pertanto è consigliabile restarci dentro, sempre che non sia ferma sotto ad edifici, viadotti, cartelloni pubblicitari e tralicci.
In una città di mare infine può succedere che in seguito ad un sisma si producano onde marine di notevole altezza che si spostano molto velocemente; tali onde costituiscono un reale pericolo per chi si trova in prossimità della costa, per questo è consigliabile tenersi lontani dalle spiagge per diverse ore.

Che cosa fare dopo un terremoto?

 

Immediatamente dopo un terremoto i principali pericoli in cui possiamo imbatterci sono: gli incendi, le fughe di gas ed il deterioramento delle condizioni igieniche.


Una volta terminata la scossa si deve:

1)

Uscire con calma chiudendo acqua, luce e gas; per scendere usate le scale (se esistenti privilegiare quelle antincendio), non l’ascensore che potrebbe bloccarsi improvvisamente o, addirittura, precipitare;

2)

Controllare dall’odore, assolutamente senza accendere fiamme libere, se ci sono perdite di gas ed in tal caso aprire porte e finestre e, se possibile, segnalarlo;

3)

Non usare il telefono o l’auto: le linee e le strade servono agli enti preposti al soccorso (Vigili del Fuoco-Croce Rossa ecc.);

4)

Portarsi in zone aperte dove possono giungere facilmente i soccorsi (campi sportivi, giardini pubblici, piazze ampie) e non sostare in prossimità di corsi d’acqua;

5)

Concordare con i familiari un punto di ritrovo e restare il più possibile uniti;

6)

Non rientrare nelle abitazioni danneggiate se non accompagnati dagli operatori degli enti di soccorso;

7)

Prestare la massima attenzione alle condizioni igieniche (la rottura di tubazioni o fognature può avere come conseguenza l’inquinamento dell’acqua potabile).

 

La Scala Richter

Con il termine "scala Richter" (da F.C. Richter, sismologo statunitense degli anni '30) si vuole intendere la magnitudo, che è una misura della forza di un terremoto, fatta attraverso i sismografi.
I valori di magnitudo non sono inseriti all'interno di una scala poiché teoricamente un terremoto può assumere qualsiasi valore di magnitudo. Quindi non è corretto parlare di "scala Richter".
I terremoti di cui è stata calcolata la magnitudo in questo secolo non hanno mai superato il valore 8.9 raggiunto nel 1933 in occasione del terremoto di Sanriku (Giappone) a seguito del quale ci furono circa 3000 vittime.


La Scala Richter

0

Sisma molto lieve.

2,53

Scossa avvertita solo nelle immediate vicinanze.

4-5

Puo' causare danni localmente.

5

L'energia sprigionata e' pari a quella della bomba atomica lanciata su Hiroshima nel 1945.

6

Sisma distruttivo in un'area ristretta 10 Km di raggio.

7

Sisma distruttivo in un'area di oltre 30 Km di raggio.

7-8

Grande terremoto distruttivo magnitudo del terremoto di S. Francisco del 1906.

8,4

Vicino al massimo noto energia sprigionata dalle scosse 2 x 1025 ergs.

8.6

Massimo valore di magnitudo noto, osservato tra il 1900 e il 1950, l'energia prodotta dal sisma è tre milioni di volte superiore a quella della prima bomba atomica lanciata su Hiroshima nel 1945.

Giuseppe Mercalli (1850 - 1914)

Charles Francis Richter (1900 - 1985)

Il Sismografo

Come si fa a misurare le onde sismiche di superficie con uno strumento che appoggia sulla terra, se poi tutta la superficie stessa si muove? Per superare questo problema si usa il sismografo.
Un sismografo è uno strumento formato da un rotolo di carta e di un "pennino" che scrive sulla carta sul rotolo.
Il trucco è che il pennino è tenuto sospeso da una molla che fa mantenere al pennino la stessa posizione, mentre durante il terremoto il rotolo di carta andrà su e giù seguendo i movimenti del terreno.
Il pennino sta più o meno nella stessa posizione perché la molla, a cui è attaccato, assorbe i movimenti del terreno e non li trasmette a questo.

 

Intensità

Magnitudo

III-IV

2.8-3.1

IV

3.2-3.4

IV-V

3.5-3.7

V

3.7-3.9

V-VI

4.0-4.1

VI

4.2-4.4

VI-VII

4.5-4.6

VII

4.7-4.9

VII-VIII

5.0-5.1

VIII

5.2-5.6

IX

5.7-6.1

X, XI

> 6.2

 

fonte: http://www.assonettuno.org/doc/terremoto.doc

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

 

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