Luna piena e le eclissi di luna

 


 

Luna piena e le eclissi di luna

 

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LA LUNA

 

La Luna è  l’unico satellite naturale della Terra.


Il satellite è (satellitem (lat.)=guardia del corpo) un corpo celeste che ruota attorno a un pianeta


La Luna ha:

 

  • raggio 1738 km (circa ¼ della Terra)

  • Volume: 1/64 della Terra

  • Superficie: 1/16 della Terra

  • Massa: 12/1000 della Terra

  • Gravità: 1/6 della Terra

  • Peso sulla Terra=6 volte peso sulla Luna

  • Distanza Terra-Luna: 384000 km = circonferenza terrestre

La Luna ha una forma quasi sferica; il suolo è desertico, formato da vaste pianure dette mari, da enormi crateri e da catene montuose. E’ priva di acqua e di atmosfera; la sua superficie è caratterizzata da forti escursioni termiche (130 °C la parte illuminata e
–150 °C la parte non illuminata). Il giorno lunare dura circa 27 giorni.

 

  • Perché la gravità sulla Luna è bassa?

La formula per la gravità è G=della Terra.

  • Perché la Luna è priva di atmosfera?

Perché la Gravità è molto bassa per trattenere dei gas attorno alla Luna.

  • Perché le escursioni termiche sono elevate?

Sulla Terra la temperatura media è 15°C perché c’è l’atmosfera e ci sono gli oceani. L’energia solare che arriva sulla Terra è circa il 51%. Il 49% dell’energia solare viene riflessa o diffusa dall’atmosfera. L’energia che raggiunge la Terra riscalda la superficie e viene in parte trasmessa nell’atmosfera sotto forma di calore. Il calore grazie all’effetto serra dei gas atmosferici viene trattenuto nello strato atmosferico.

  • Perché i crateri e le catene montuose sono enormi?

Perché manca l’azione erosiva degli agenti atmosferici.


I Mari sono aree pianeggianti, di colore scuro, ricoperte di polveri e detriti rocciosi.
Il più grande dei mari lunari e' l'Oceanus Procellarius (oceano delle Tempeste), due volte più esteso del Mar Mediterraneo.
La maggior parte dei mari si trovano nella faccia rivolta verso la Terra.


Gli altipiani costituiscono più del 70% della “faccia “ rivolta verso la terra e quasi la totalità della “faccia” invisibile: in complesso occupano all’incirca l’85% della superficie lunare. Le catene montuose hanno forma ad arco, sorgono intorno ai grandi mari e raggiungono anche i 9000 mt di altitudine. I crateri cospargono i mari e gli altipiani e sono dovuti all’impatto di meteoriti. I crateri raggiungono diametri di 240 km e profondità di 5000 mt.


Movimenti della Luna

 

  1. Rotazione

La Luna ruota attorno al proprio asse da ovest verso est in 27 giorni 7 ore e 45 minuti (giorno lunare).

  1. Rivoluzione

La Luna ruota attorno alla Terra descrivendo un’orbita ellittica: perigeo distanza minima dalla Terra, apogeo distanza massima dalla Terra. Il tempo di rivoluzione rispetto alle stelle, detto mese sidereo, è uguale al tempo di rotazione.
Mese lunare è il tempo necessario perché un punto della Luna si ritrovi di fronte al Sole dopo una rotazione attorno alla Terra. La durata è 29 giorni 12 ore e 44 minuti ( 2 g 5h in più di quello sidereo).

Perché la differenza di 2g 5h?
Intanto che la Luna percorre 360° attorno alla Terra, si sposta di 27° 30’ circa, insieme alla Terra, intorno al Sole. Pertanto la Luna impiega 2g 5h per ruotare di 27° 30’.

Conseguenza della stessa durata del giorno e del mese lunare.

    • Girando con la stessa velocità angolare sia attorno al proprio asse sia attorno alla Terra mostra alla Terra sempre la stessa faccia (noi vediamo della Luna sempre la stessa metà).

     

Fasi lunari

 

  • Luna nuova o Novilunio: la Luna è interposta fra la Terra e il Sole: sorge al mattino e tramonta alla sera. Se si allinea con la Terra e il Sole si ha un'eclissi solare.
  • Primo quarto e ultimo quarto: le semirette congiungenti la Terra con la Luna e il Sole formano un angolo di 90°: al primo quarto la Luna sorge a mezzogiorno e tramonta a mezzanotte, all'ultimo quarto sorge a mezzanotte e tramonta a mezzogiorno.
  • Luna piena o Plenilunio: la posizione della Terra è compresa tra Sole e Luna: la Luna sorge alla sera e tramonta al mattino. Se si allinea con la Terra e il Sole si ha un'eclissi lunare.

Perché le eclissi non si ripetono ogni mese?
Sole-Terra-Luna sono perfettamente allineati solo in determinati momenti perché il piano dell’orbita della Luna intorno alla Terra è inclinato di circa 5° 9' rispetto a quello dell’eclittica. Le eclissi si verificano, allora, quando la Terra, la Luna  e il Sole si trovano in prossimità della linea di intersezione dei due piani: 4 o 5 volte ogni anno.

    • Eclissi totale di Sole si ha quando la Luna si trova nella posizione di massima vicinanza alla Terra e  la Terra si trova alla massima distanza dal Sole.
  • La marea è un moto periodico di ampie masse d'acqua che si innalzano (flusso, alta marea) e si abbassano (riflusso, bassa marea) anche di 10-15 metri; si ripetono di solito ogni circa 6 ore. Le maree sono fenomeni legati l'attrazione gravitazionale esercitata dalla Luna sulla Terra, alla forza centrifuga dovuta al moto di rotazione della Terra e all’attrazione del Sole.

 

Fonte: http://www.scamat.it/lezioni/scienze/Terra_Luna.doc

autore del testo non indicato nel documento di origine del testo

 

 

LA LUNA E LE ECLISSI

 

La luna è il satellite naturale della terra.  Essa ha le seguenti caratteristiche 

 


Distanza media dalla Terra

384.000 km

Inclinazione dell'orbita

5° 9'

Raggio medio

1.738 km

Volume

2,2x1010km3

Massa

7.35 x 1022kg

Densità media

3,34 g/cm3

Accelerazione di gravità

1,6 m/s2 

Temperatura superficie min all'equatore

-171°C 

Temperatura superficie max

117°C

Periodo di rotazione 

27,3 giorni

Rivoluzione (mese sidereo)

27,3 giorni

Rivoluzione (mese sinodico)

29,5 giorni

 

La luna ha un volume pari a 1/49 di quello terrestre e una massa pari a 1/81. La sua densità quindi è molto inferiore rispetto a quella terrestre.
Anche il campo gravitazionale della Luna è molto inferiore a quello della Terra l'accelerazione di gravità è  1/6 di quella terrestre.
Sulla superficie lunare vi è una forte escursione termica a causa dell'assenza completa di atmosfera e della lunghezza del giorno e della notte.
Le informazioni ottenute dalle missioni lunari Apollo e dagli studi con sonde senza equipaggio hanno portato alla definizione di un modello attendibile della struttura interna della Luna.

Tra le teorie attualmente più accreditate sulla formazione della luna vi è quella dell'"impatto gigante", cioè la luna si sarebbe formata circa 4,5 mdi di anni fa in seguito alla collisione fra la Terra e un pianeta della grandezza di Marte (chiamato Theia).

La Luna  ha avuto vari stadi di evoluzione che si possono riassumere in :
Raffreddamento della superficie e formazione della crosta
- Bombardamento da parte dei grandi meteoriti e formazione dei grandi crateri
- Intensa attività vulcanica e formazione dei mari.
- Fine dell'attività vulcanica 

I Principali moti sono:
Moto di rotazione attorno al proprio asse in 27,3 giorni
Moto di rivoluzione attorno alla terra: avviene in 27, 3 giorni circa seguendo un' orbita  quasi circolare ad una distanza di circa 60 volte il raggio della terra. La distanza  massima dalla terra  é 406.740 km (apogeo) quella minima  356.410 km (perigeo). La velocità di rotazione è di 3672 km/h.
Il piano dell'orbita lunare è inclinato di 5° 8' rispetto a quello terrestre e le due orbite si intersecano in due punti detti nodi, che si spostano nello spazio ruotando completamente in 18 anni.
Poichè moto di rotazione e moto di rivoluzione hanno la stessa durata la luna rivolge alla terra sempre la stessa faccia.  L'altra faccia si è potuta vedere per la prima volta solo attraverso le foto scattate durante le esplorazioni della luna. 

Le eclissi sono il parziale o totale occultamento di un corpo celeste da parte di un altro.

 

ECLISSE SOLARE


Avviene quando la Luna si trova a passare tra il Sole e la Terra (luna in congiunzione) e coprendo il disco del Sole  proietta sulla superficie terrestre la propria ombra. Affinchè si determini una eclisse di Sole occorre che la Luna Nuova si verifichi sul piano dell’orbita terrestre o, come si dice, in corrispondenza di un nodo.
I nodi sono i due punti in cui l’orbita lunare interseca il piano orbitale della Terra; si dicono rispettivamente ascendente e discendente a seconda che la Luna vi passi transitando da Sud verso Nord o viceversa. La linea che congiunge i due nodi si chiama semplicemente linea dei nodi ed essa, solo ogni tanto è allineata con il Sole.
Se il piano orbitale della Luna non fosse inclinato di circa 5° rispetto a quello della Terra, si avrebbe un’ eclisse di sole  con la Luna nuova e un’ eclisse di Luna con la Luna piena, cioè tutti i mesi.
Ogni 18 anni: la Luna il Sole e la Terra si ritrovano nella stessa posizione che permette con alcune approssimazioni di prevedere le eclissi. 
Eclisse  parziale di sole: la Luna copre solo una parte del disco solare. 
Eclisse totale di sole: il Sole viene completamente nascosto dalla Luna. Questo fenomeno si verifica solo in una ristretta zona della Terra. Nelle zone circostanti si ha un'eclissi parziale.
Eclisse anulare di sole: si verifica quando le dimensioni angolari del disco della Luna sono
minime (es. luna all'apogeo), per cui essa non copre tutto il disco solare.
Il percorso di un'eclissi totale di Sole e la sua durata possono essere calcolati esattamente se si conoscono la dimensione dell'ombra lunare e la velocità con la quale essa si sposta sulla superficie terrestre; la durata media è di circa 3 minuti, mentre quella massima, osservabile molto raramente, è di circa 7,5 minuti.

 

ECLISSE LUNARE


Si verifica quando la Terra è tra Sole e Luna (luna in opposizione).

Eclisse totale  quando la Luna  è completamente immersa nel cono d'ombra proiettato dalla Terra nello spazio. Poichè  il cono d'ombra conserva una tenue luce diffusa dall'atmosfera, la luna non viene del tutto oscurata, ma  può assumere varie colorazioni, dal rosso cupo, al grigio ferro.

Elisse parziale  quando la Luna entra nel cono d'ombra soltanto in parte, in questo caso, mentre una parte della superficie lunare viene oscurata l'altra conserva la sua luminosità.

Eclisse di penombra, quando la Luna anziché immergersi nel cono d'ombra, passa soltanto attraverso quello di penombra. In questo caso si ha soltatno un leggero calo di luminosità  della Luna. 
La durata delle eclissi si Luna varia a seconda della traiettoria della Luna attraverso il cono d'ombra. Si possono verificare eclissi totali di Luna della durata massima di 3,5 ore.

 

fonte: http://89.97.218.226/web1/science/scienze_file/luna_eclissi.doc

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

 


 

Luna piena e le eclissi di luna


La LUNA di sera in sera
1° giorno: Alla distanza di un solo giorno dopo la Luna Nuova il nostro satellite ci presenta solamente una sottilissima falce sulla quale è arduo distinguere nettamente i particolari del lembo orientale lunare, ai confini dell'emisfero a noi invisibile.
      2° giorno: Abbiamo ancora una falce piuttosto esigua ma il settore orientale della Luna inizia a delinearsi meglio. E' possibile    effettuare  osservazioni dettagliate della regione a nord del mare Crisium, di questo bacino circolare e dei grandi crateri situati sul lato est del mare Fecounditatis tra cui Langrenus, Vendelinus, Petavius, Furnerius.
      3° giorno: Migliorate nettamente le condizioni di visibilità del settore orientale del nostro satellite, nelle regioni di nordest situate a nord del mare Crisium possiamo osservare i crateri De la Rue, Endymion, Messala, Geminus e Cleomedes. Superato il mare Crisium ormai completamente illuminato dalla luce solare abbiamo la possibilità di vedere anche gran parte del mare Feocunditatis con le grandi strutture poste sul suo lato est. Procedendo in direzione sud abbiamo infine una parte del vasto altipiano situato  nel settore sud-orientale della Luna.
      4° giorno: Giunti al quarto giorno aumentano sempre più le strutture che possiamo osservare sul suolo lunare. Infatti  partendo dalle regioni più settentrionali  abbiamo i crateri Democritus, Gartner, Hercules ed Atlas. Degni di nota inoltre il Lacus Mortis  ed il cratere Burg. Superato il lacus Sommniorum vediamo le regioni situate ad oriente del mare  Serenitatis tra cui Posidonius, i monti Taurus ed i monti Argaeus. Entriamo nel mare Tranquillitatis e successivamente nel mare Nectaris, sulla  cui sponda sud notiamo il cratere Fracastorius. Ancora più a sud entreremo nelle regioni sud-orientali.
      5° giorno:  A nordest sono perfettamente osservabili il lacus Mortis ed il cratere Burg unitamente a Plana e Mason, situati sul lato settentrionale del lacus Sommniorum. Osservazioni dettagliate si possono compiere anche  di tre crateri ravvicinati tra loro molto noti agli astrofili:  Theophilus, Cyrillus e Catharina. A sud di questi sono visibili parzialmente i monti Altai e le regioni sud-orientali. 
      6° giorno: Nelle regioni di nordest vediamo una porzione del mare Frigoris e poco più a sud i crateri Aristoteles, Eudoxus ed Alexander posti nelle immediate vicinanze dei monti Caucasus. Possiamo osservare inoltre due grandi bacini circolari: il mare Serenitatis ed il mare Tranquillitatis e la piccola pianura del mare Vaporum. Spostandoci verso sud ci avviciniamo al settore centro-meridionale della Luna.
      7° giorno: Dalle regioni settentrionali attraversato il mare Frigoris vediamo la valle Alpina, le Alpi lunari, il cratere Cassini ed il passaggio tra i mari Imbrium e Serenitatis situato dove le catene degli Appenini e del Caucasus sono poste l'una di fronte all'altra. Più a sud abbiamo il sinus Medii col cratere Triesnecker e due grandi fratture del suolo lunare: la rima Hyginus e la rima Ariadaeus. Procedendo in direzione sud osserveremo i grandi crateri del settore centro-meridionale del nostro satellite.
       8° giorno: Tra il 7° e l'8° giorno  abbiamo la fase di  primo quarto, in cui ci  è data la possibilità di osservare lungo la linea che separa la parte illuminata dalla luce solare da quella immersa nell'ombra (linea definita tecnicamente terminatore) una grande quantità di strutture del suolo lunare nelle migliori condizioni di illuminazione. Infatti in questo caso la luce solare relativamente  radente non fa altro che esaltare i dettagli in modo da evidenziare fini particolari altrimenti non osservabili. 

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9° giorno: In una serata in cui  le condizioni di illuminazione solare ci consentono di effettuare ancora dettagliate osservazioni della superficie lunare, il settore nord si presenta con i crateri Anassagora, Fontenelle, Birmingham ed il mare Frigoris. Più a sud il cratere Plato ed il grande
bacino circolare del mare Imbrium. Possiamo osservare inoltre il mare Nubium e buona parte dell'altipiano meridionale in cui spiccano i crateri Tycho, Clavius, Blancanus, Longomontanus, ecc.
      10° giorno: Alcune tra le grandi strutture della superficie lunare,  molto conosciute dalla maggior parte degli astrofili che puntano i loro strumenti  verso il nostro satellite, sono ancora osservabili in tutta la loro imponenza. Tra queste il sinus Iridum (parzialmente illuminato) ed i crateri Tycho, Copernicus, i monti Carpathus. Inoltre l'oceanus Procellarum con i monti Urali ed i monti Riphaeus ed i grandi crateri dell'altipiano meridionale.
      11° giorno: Nelle regioni più  settentrionali osserviamo in prossimità del bordo lunare di nordovest  il grande cratere Pythagoras, mentre il sinus Iridum è in piena luce. E' visibile anche l'enorme pianura dell'oceanus Procellarum con i monti Harbinger, i crateri Aristarchus, Herodotus e la valle di Schroter. Più a sud vi è il cratere Kepler. Nel settore sud-occidentale della Luna, superato l'oceanus Procellarum, è degno di nota il cratere Gassendi situato sul margine nord del mare Humorum. A sud si può sempre ammirare la grande quantità di crateri dell'altipiano meridionale. 
       12° giorno:  Al dodicesimo giorno gran parte della Luna è in piena luce ma nonostante questo lungo il terminatore si possono effettuare numerose ed interessanti osservazioni. Nell'oceanus Procellarum sono visibili i crateri Marius, Reiner, Letronne e tante altre strutture minori. A sudovest osserviamo i grandi crateri Schickard, Nasmyth, Phocylides. Inoltre altrettanto interessanti le luminose raggiere intorno ai crateri  Kepler, Copernicus.     
       13° giorno: Il Sole alto sull'orizzonte lunare rende il paesaggio estremamente appiattito riducendo i dettagli ammirati solo due sere prima a semplici macchie appena percepibili. Si possono comunque osservare lungo il terminatore, che praticamente viene a trovarsi in prossimità del bordo lunare ovest, i crateri Hevelius, Grimaldi, e gran parte del margine occidentale dell'oceanus Procelarum.
        14° giorno: Luna Piena. esattamente la Luna Piena si ha 14 giorni, 18h, 22' dopo la Luna Nuova. Come già visto nelle sere appena trascorse il Sole alto nel cielo lunare cancella ogni dettaglio della superficie del nostro satellite,  anche se volendo andare a cercare qualche cratere lo troveremo in corrispondenza del bordo lunare ovest.
        15° giorno: Il primo giorno di Luna calante ci da la possibilità di notare  come inizino a rendersi visibili strutture superficiali prossime al bordo lunare orientale.
        16° giorno:Il terminatore lunare ci consente di osservare il mare Crisium ed i crateri situati lungo il margine est dl mare Fecounditatis fino alle regioni sud-orientali.
        17° - 18° - 19° - 20° giorno: La linea del terminatore spostandosi verso ovest di sera in sera ci da la possibilità di effettuare osservazioni del settore orientale della Luna, confronto sempre interessante rispetto a quanto osservato nelle stesse regioni durante le serate di Luna crescente.
        21° - 22°(Ultimo Quarto) - 23° - 24° giorno: Come per il Primo Quarto, anche le serate prossime alla fase di Ultimo Quarto sono le migliori al fine di effettuare dettagliate osservazioni della superficie lunare. Infatti la luce solare relativamente radente esalta i dettagli di crateri, monti, ecc. situati lungo la fascia a ridosso del terminatore.
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25° giorno: Nel settore nord-occidentale spicca l'area del sinus Iridum mentre più a sud  sono degni di nota la regione in cui si trova la valle di Schroter, il mare Humorum e la zona sud-occidentale.
        26° - 27° - 28° giorno (Luna Nuova) : Il nostro satellite sta tornando una falce sempre più sottile in cui si potranno effettuare (in particolare negli ultimi due giorni) osservazioni in condizioni non più ottimali ma in ogni caso sempre di un certo interesse. Siamo ormai in Luna Nuova, pronti ad affrontare un altro ciclo di osservazioni appena  un'esile falce lunare riprenderà a solcare il cielo.

 

fonte: http://www.luna.e-cremona.it/opuscolo/50visib.doc

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

 

La luna

 

La Luna è un coro celeste che ha un diametro equivalente a circa 1/a di quello terrestre e la cui massa è circa 1/81 di quella della Terra. La gravità lunare è circa 1/6 di quella terrestre. La Luna è priva di atmosfera di acqua ed è caratterizzata da forti escursioni termiche. Piuttosto che satellite della Terra, la Luna è un pianeta che forma insieme alla Terra un sistema biplanetario.

 

MOTO DI RIVOLUZIONE DELLA LUNA INTORNO ALLA TERRA
La Luna compie un moto di rivoluzione intorno alla Terra in un dato periodo detto MESE LUNARE. Il moto di Rivoluzione della terra ha senso diretto e avviene lungo un’orbita ellittica. In esso la Luna raggiunge la min distanza dalla Terra in perigeo à0363.320 e la max distanza in apogeo à 405.506. Il percorso  ellittico che ci appare dalla Terra è in realtà la risultante del moto combinato Terra-Luna attorno al baricentro del sistema che coincide con il centro della Terra. Perciò non è solo la Terra che compie un moto di Rivoluzione intorno al Sole ma il sistema Terra-Luna. Il periodo orbitale della Luna è di circa un mese. Il piano dell’orbita lunare e il piano dell’eclittica formano un angolo di 5° e 9’. La lUna nel corso del mese attraversa il piano dell’eclittica due volte, in due punti detti nodi. Il moto della Luna intorno al Sole è detto moto di traslazione. La Terra orbita intorno al Sole e la Luna girando intorno alla Terra la segue. Curva che disegna intorno al Sole = Epicicloide (sempre concavità verso il Sole).

MOTO DI ROTAZIONE DELLA LUNA
Osservazioni: la Luna ci mostra sempre la stessa faccia à vuol dire che la Luna ha un proprio moto di Rotazione che si completa nello stesso periodo di tempo del moto di Rivoluzione. L’angolo tra asse lunare ed eclittica, prossimo ai 90°, fa sì che i diversi punti della superficie lunare mantengano all’incirca le stesse caratteristiche di insolazione nel corso dell’anno, per cui sulla Luna praticamente non vi sono stagioni.

 

MOTO DI REGRESSIONE DELLA LINEA DEI NODI
Nel corso della Rivoluzione lunare l’asse della Luna NON si mantiene parallelo a se stesso, pur mantenendo sempre la stessa inclinazione rispetto all’eclittica e all’orbita lunare.
L’attrazione esercitata dal Sole tende a raddrizzare l’asse sull’eclittica e ne determina la rotazione attorno alla verticale con moto doppio conico che si completa in 18.7 anni.à senso retrogrado.
Anche il piano dell’orbita segue la stessa rotazione e quindi anche la linea dei nodi ruota in senso retrogrado à moto di regressione della linea dei nodi che si compie in un periodo di tempo identico a quella doppio conico dell’asse lunare. Questo moto determina anche una variazione dell’angolo che si forma tra il piano dell’equatore celeste e il piano dell’orbita lunare che oscilla da un minimo di 18°18’ a un massimo di 28°36’.

 

FASI LUNARI
La Luna nel corso del mese assume posizioni diverse dette fasi lunari = diverso il contorno della parte illuminata che ci appare dalla Terra.
- quando la Luna di trova esattamente tra Sole e Terra essa volge alla Terra la parte non illuminata dai raggi solari: Luna nuova. In tale posizione la Luna tramonta e sorge con il Sole ed è visibile solo perché è illuminata da una debole luce riflessa detta luce cinerea. La Luna nuova segna l’inizio del mese lunare.
- dopo 90° di percorso e ¼ di mese lunare si parla di primo quarto. In questa posizione la Luna mostra metà della sua faccia illuminata e metà della sua faccia oscura. Il contorno illuminato visibile dalla Terra cambia nel tempo. La faccia illuminata dalla Luna è illuminata verso ovest, un osservatore dalla Terra vede un semicerchio illuminato con curvatura a ovest. Sorge a mezzogiorno e tramonta a mezzanotte. Nei 7giorni che ci sono tra la Luna nuova e il primo quarto la Luna che  ha percorso un arco di orbita di 90° ha sommato un ritardo nel sorgere e nel tramontare di 6ore.
- dopo metà mese lunare e 180° di percorso si ha la Luna piena: essa volge alla Terra tutta la sua parte in luce e ci appare come un disco luminoso. Sorge alle 18 e tramonta alle 6, con un ulteriore ritardo di 6ore in 7 giorni.
Fino a questo punto abbiamo visto la Luna nascere come una stretta falce ed evolversi fino al disco à luna crescente
- nell’ultimo quarto. Dopo 270°, la Luna torna a mostrarsi come un semicerchio, ma la semicirconferenza è rivolta a est perché i raggi solari che illuminano la Luna provengono dal Sole che deve ancora sorgere. La Luna sorge alle 24 e tramonta alle 12. nell’ultimo periodo del mese la Luna si mostra come una falce convessa a est, sempre più stretta finche non sarà tutta in ombra. à luna calante.
Il ritardo accumulato nel corso del mese è di 24 ore.

 

MESE SIDEREO E MESE SINODICO
Durate il periodo orbitale della luna essa ha percorso qualcosa di più di un giro completo intorno alla Terra. Infatti la Rivoluzione lunare si completa prima che la luna ritorni alla posizione di partenza rispetto al Sole e alla Terra.
Per misurare l’esatto periodo del moto di Rivoluzione della Luna bisogna far riferimento a una stella fissa à mese sidereo. Durante il mese sidereo la Luna non ritorna nella stessa posizione di partenza rispetto alla Terra e al Sole, per farlo occorre che la luna copra un ulteriore arco intorno alla Terra = angolo che la Terra ha compiuto nel corso del mese attorno al Sole = 28° in quanto la Terra compie un arco di circa 1° al giorno. Questo tempo, sommato al mese sidereo costituisce il mese sinodico. Per percorrere un aro di circa 28° la Luna impiega più di 2gg.

 

CONGIUNZIONE E OPPOSIZIONE
Le diverse fasi lunari sono le conseguenze del variare delle posizioni reciproche di Terra, Luna e Sole.
- la terra in novilunio è illuminata nella faccia non visibile dalla Terra = Sole e Luna si trovano nella stessa parte rispetto alla Terra à Sole e Luna in congiunzione.
- dopo aver percorso mezza orbita la Luna è in plenilunio e si trova dalla parte opposta rispetto al Sole. La faccia illuminata dalla Luna è in plenilunio e si trova dalla parte opposta rispetto al Sole. La faccia illuminata dalla Luna è rivolta verso la Terra, dalla quale è completamente visibile. La Terra è interposta tra Luna e Sole à Sole e Luna sono in opposizione.
- nei casi di primo e ultimo quarto la faccia illuminata della Luna è visibile per metà dalla terra. La congiungente Terra-Sole e la congiungente Terra-Luna sono perpendicolari tra loro à Sole e Luna sono in quadratura.

 

LE ECLISSI
Terra e Luna sono corpi opachi quindi colpiti dalla luce solare oscurano un’area di spazio = Cono d’ombra. La regione di spazio parzialmente illuminata = cono di penombra.
Quando la Luna è in congiunzione e il suo cono d’ombra investe il nostro pianeta si ha l’eclissi di Sole (Luna nuova). Quando invece la Luna e il Sole sono in opposizione e il cono d’ombra investe la Luna si ha l’eclissi di Luna (Luna piena). Affinché si verifichino le eclissi i tre corpi devono essere prossimi all’allineamento, con la Luna vicino alla linea dei nodi.
Mediamente il diametro apparente della Luna è più piccolo di quello del Sole, quindi durante le eclissi di Sole la Luna non riesce a coprire completamente il Sole che appare come un anello luminoso à eclissi anulare.
Nel corso dell’anno tuttavia però i diametri apparenti del Sole e della Luna sono variabili: questo succede perché sia la Luna che il Sole sono in rivoluzione lungo orbite ellittiche, per cui il Sole e la Luna sono talora più vicini alla Terra, talora più lontani.
Ad esempio se durante l’eclissi di Sole la Luna è in perigeo e il Sole è in afelio à Luna avrà max diametro apparente e il Sole il minimo à in tal caso la Luna copre completamente il Sole.

 

fonte: http://styx.altervista.org/Scuola/Scienze/Luna.doc

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

 

Influenze della Luna
sulla biologia generale dell'uomo e degli animali

 

  • Cenni storici. Influenze lunari su alcune malattie. Il mal di Luna (epilessia). Influenza della Luna sulla generazione e sulla maturità sessuale. Influenze prodotte dagli eclissi sull'uomo, sugli animali e sui vegetali.

 

  • Cenni  storici

L'idea dell'influenza astrale sul mondo organico ebbe origine fin dai tempi più remoti, allor quando l'uomo non era ancora in grado di dare una spiegazione a certi fenomeni della vita animale e specialmente a talune malattie. Di qui il convincimento che l'influenza di alcuni astri fosse l'origine di alterazioni fisiologiche o patologiche dell'organismo, principalmente quando queste presentano un evidente carattere di periodicità, caratteristica speciale dei fenomeni naturali. E nell'antica Mesopotamia, ove accanto alle accurate e sistematiche osservazioni degli astri fiorivano osservazioni e studi sul mondo organico, ebbero origine la medicina e l'astronomia. Si può quindi parlare di un principio di medicina scientifica in quanto che si tentava di cercare delle relazioni tra il movimento degli astri e le stagioni, e tra queste e il manifestarsi di alcune malattie (1). E fra tutti gli astri la Luna, col periodico alternarsi delle fasi, attirava maggiormente l'attenzione degli uomini; ma la fantasia pigliando il sopravvento sullo studio scientifico fece sì che le idee dilagassero ben presto in un mare di aberrazioni che accumulandosi e sviluppandosi nei secoli successivi raggiunsero l'apogeo nel Medio Evo. Nondimeno l'Astrologia nell'antichità trovò anche dei fieri oppositori quali : Eudosso (2), Panelio, Archelao e Cassandro in Grecia; Catone (De re rustica), Cicerone e Columella in Roma. A questi seguirono, dopo parecchi secoli, Pico della Mirandola (3) (secolo XV), Geminiano Montanari due secoli dopo, ed in quello successivo Giuseppe Toaldo di Padova il quale, nello sceverare le influenze vere dalle false, iniziò quello studio critico che solo verso la fine del secolo scorso ha ricevuto un indirizzo eminentemente scientifico in virtù dell'analisi statistica la quale rappresenta un metodo di ricerca, il cui sviluppo è dovuto al numero enorme delle osservazioni ed alla precisione dei dati principalmente nel campo astronomico.
Così Arrhenius (4), avendo consacrato gran parte della sua vita allo studio delle influenze cosmiche sul magnetismo terrestre e su taluni fenomeni meteorologici e biologici, è arrivato a dimostrare la parte importante che la Luna ha nelle aurore polari, nelle tempeste, nei fenomeni fisiologici, nella frequenza delle nascite umane e negli accessi epilettici. Il biologo B. Friedlaender ha trovato una stretta relazione fra l'attività sessuale di un verme, il palolo ( di cui si dirà ampiamente appresso ) e le fasi lunari. W. Hellpach (5) documenta un gran numero di fatti che stanno a testimonianza dell'influenza dei fattori climatici, meteorologici e cosmici sulla costituzione e lo sviluppo dell'uomo dal punto di vista fisico e psichico. Lo stesso dicasi del Tchijevski (Mosca) sul rapporto tra le variazioni delle macchie solari e delle malattie epidemiche (colera, grippe). Recenti ricerche di Faure e Vallot hanno stabilito delle relazioni tra le macchie solari e la recrudescenza di casi casi di morte in individui affetti da malattie croniche (6)
Oltre Arrhenius e Hellpach anche Lombroso (7) e Quetelet hanno messo in evidenza l'influenza dei fattori meteorologici, climatici e stagionali nella costituzione, nella fisiologia, ed in certe manifestazioni psicologiche dell'uomo. Il Lakhowsky (8) ha trovato una relazione di causalità fra le onde cortissime di origine solare e la moltiplicazione delle cellule del cancro come effetto di risonanza vibratoria. Il Italia parecchi scienziati hanno seguito il Lakhowsky nella via ch'egli ha tracciato e che apre nuovi orizzonti alla terapeutica del cancro. Evidentemente il problema delle influenze cosmiche merita di essere studiato con particolare cura e la scienza moderna che analizza e studia con larghezza di vedute tutti i fenomeni potrà, se non risolvere, dare almeno un definitivo assetto a queste ricerche. 

  • Influenze lunari su alcune malattie

Si son voluti attribuire all'influenza della Luna persino dei casi di morte repentina oltre ad aggravi di malattie. Cominceremo coll'accennare a qualche fenomeno verificato su alcui animali. Il Menuret riporta che il pesce esposto al lume della Luna perde il suo sapore, perciò gli spaguoli allunado. I muli, allorché son feriti, lassciati dormire alla Luna, nei prati, perdono l'uso delle loro membra; la piaga s'inasprisce, ciò che non si verifica in altri tempi. Anche gli uomini, dormendo alla Luna, restano "pesti e abbattuti"; egli riferisce che un tale, prestando nessuna fede alle dicerie, ebbe la costanza di passare tutta la notte alla finestra, esposto alla Luna, ma dové pagare cara la sua incredulità rimanendo a letto, indolenzito, un'intera settimana. 
Immantinente la nostra mente scorre a ricercare la causa nella rugiada notturna. " Ma ne ha ella sola la colpa ? Non diventerebbe la stessa più copiosa al lume di Luna ? " insinua il Toaldo (pag. 39). E lo stesso Montanari, pur distruttore dei pregiudizi astrologici, asserisce che " quel debole calore lunare che tanto nuoce a chi sotto i suoi raggi dorme, eccitando fermentazioni così intemperate nel corpo, e nel nostro capo e che tanti altri effetti in altre cose produce, può bene anch'egli gran parte avere in produrre, o per lo meno in coadiuvare, quelle fermentazioni che nell'aria si fanno ".  Evidentemente il Montanari si riferisce alle autorità di Plinio (9) e di Plutarco i quali affermavano che il lume della Luna favorisce la putrefazione delle sostanze organiche e sparge una una grande umidità su tutti i corpi che ne vengono colpiti direttamente. Il Toaldo (pag. 154), per quanto riguarda la mortalità, confrontando le epoche ed il numero dei morti dell'anno 1755 a Padova, trova che questo numero va aumentando e diminuendo proprio con le variazioni della marea, ossia con le fasi della Luna.  "Anche le morti repentine - egli dice - si accompagnano volentieri con quelle situazioni critiche della Luna ". Tutto questo si vedrebbe più chiaro se il numero delle osservazioni fosse esteso ad un gran numero di anni. Il medico inglese Mead nel suo libro " De imperio Solis ac Lunae in corpora Humana " dopo aver accennato alla teoria della gravitazione e quindi alla forza perturbatrice causata dal Sole e dalla Luna sui corpi terreni, passa a considerare alcune malattie e disturbi che sembrano presentare una certa periodicità in relazione alla rivoluzione della Luna : l'epilessia, la mania, le vertigini, le affezioni isteriche, la paralisi, le regole delle donne, il fluor bianco, l'emorragie, le ulceri, i dolori di reni, le febbri epidemiche, le pestilenze, le crisi nei morbi acuti. 

  • Il mal di Luna  ( Epilessia )

L'epilessia, che più volgarmente va sotto il nome di morbo sacro, mal caduco, ecc, nel napoletano vien chiamata ancora "mal di Luna", perché dalla più remota antichità si attribuiva al nostro satellite una spiccata influenza su questa malattia; oltre alle influenze meteorologiche ed ai cambiamenti di stagione come si può arguire dal seguente passo (10):  " Temporum quoque mutationes mutare possunt epilepticorum sortem si nempe tempora,  quae sua intemperie et inaequalitate excitare, vel saltem epilepticam fovere possunt mineram, cum regione simul in diversa mutentur, eas annui potissimum tempestates pro viribus declinando, in quibus suis epileptici corripi solent paroxismi; mutata nimirum regione, in qua nulla notetur tunc temporis ambientis, et noxia Coeli natura; ut si autunno de more ingrueret affectio, in regionem migret epilepticus, in qua non ita inaequale, et intemperatum sit hoc anni tempus, neque tanti ferax mali; et sic cadem proportione, et praecautione reliquas praecavendo anni tempestates. Temporum mutatione ulterius speranda epilepsiae soutio cum temporis tractu revera mutari possit astrorum aspectus, quorum influxui nonnulli potissimam tribuunt huiusce morbi causam, Lunae potissimum aspectibus, et motui : aspectibus, et motui : Unde plerique epilepsiam lunaticum dicere solent morbum, cum sane coeterisproximior hic Planeta rqliqua inter membra capiti potissimum praesideat, et cerebro dominetur "(11)
Le vedute moderne, relativamente alle influenze meteorologiche sul sistema nervoso non sono molto diverse dalle antiche, mentre l'influenza della Luna sull'epilessia è molto dubbia. Il Leuret (12), uno fra i primi che hanno studiato con metodo questa influenza, arriva alla seguente conclusione : "gli epilettici sono assaliti dal male tanto nel primo quarto tanto nella seconda metà del corso della Luna. In quanto alle epoche dei cambiamenti di Luna, il novilunio sembra piuttosto favorevole che nocivo, come vuole la tradizione."   Josat (13) invece riporta il caso di un giovane di 22 anni, il quale ad ogni plenilunio risentiva di una recrudescenza del male, tanto che gli accessi si elevavano al numero di 18 o 20 al giorno.  Delasiauve (14) nega ogni rapporto tra le fasi della Luna e la frequenza degli accessi, e fornisce le cifre seguenti in medie di accessi. Anche Berthier (15) trova risultati pressoché identici : 
secondo Delasiauve                       secondo Berthier
                                                  - per la Luna nuova               125 accessi                                       306
                                                  - per il primo quarto              129     "                                            376
                                                  - per la Luna piena                103     "                                            324
                                                  - per l'ultimo quarto              160     "                                            369
Da questo quadro appare un aumento di crisi durante il primo e l'ultimo quarto della Luna.  Schiaparelli (16) attribuisce la recrudescenza degli accessi, principalmente nell'ultimo quarto, alle variazioni meteorologiche. D'Accordo con lui è  Lombroso (17) il quale conclude che l'influenza lunare è dovuta ad un'influenza barometrica poiché i giorni nei quali gli accessi sono più numerosi sono appunto quelli che accompagnano o seguono le fasi lunari durante le quali si ebbe un tempo molto burrascoso e nuvoloso. Per lui il massimo degli accessi si verifica durante la seconda fase lunare (dal primo quarto al plenilunio) come appare dai seguenti risultati :
- dalla Luna nuova al primo quarto.......................189 accessi
- dal primo quarto al plenilunio.............................239    "
- dal plenilunio all'ultimo quarto...........................218    "
- dall'ultimo quarto alla Luna nuova.....................214    "
Tamburini (18) nota un aumento di accessi per ogni cambiamento di Luna. Alle stesse conclusioni di Lombroso e Schiaparelli arriva A. Marie (19) quando scrive che " l'azione lunare benché discutibile, sembra limitarsi ad un aumento nel numero degli accessi durante il periodo decrescente della Luna, ma quest'azione, ammettendo che sia vera, si ridurrebbe ad un'influenza barometrica molto lieve, corrispondente ai giorni di nuvolo e di tempesta".  Bombarda (20), ritiene nulla l'influenza dei periodi lunari; e L. Marchand (21), in base a ricerche personali, asserisce che le differenze nel numero degli accessi che si verificano nelle varie fasi della Luna sono sempre minime e irregolari.  Da nostre ricerche (22) risulta un notevole risveglio di accessi tra l'ultimo quarto ed il novilunio, mentre si ha la minima frequenza tra il primo quarto e la Luna piena. Intanto il problema della discutibile influenza della Luna sull'epilessia meriterebbe di essere studiato con maggior cura.  Senza citare tutte le innumerevoli forme di epilessie, basta ricordare che gli accessi nei diversi casi possono ripetersi con grande frequenza nel corso di un giorno, oppure essere molto radi nel corso di un anno e presentare una più o meno spiccata periodicità.  Ma più che gli accessi meritano maggior attenzione gli equivalenti epilettici (disturbi nervosi in genere) i quali, più che con la Luna, sembrano in relazione con fenomeni meteorologici e coll'attività fotosferica del Sole : infatti a noi sembra che le macchie solari (fig. 113), le facole e le protuberanze (23) (fig. 114) agiscano più evidentemente a provocare gli equivalenti anziché gli accessi. 

 

Fig. 113 - le macchie solari (nel loro passaggio al meridiano centrale del Sole), coll'emissione elettronica in fasci rettilinei investenti la Terra, influiscono patologicamente sugli organismi.

 

Fig. 114 - Fiamme immense si elevano dalla superficie del Sole. Questa grande protuberanza, fotografata in luce di calcio il 9 luglio del 1917, è alta circa 250.000 km. Il dischetto bianco rappresenta, alla stessa scala, la Terra. 

Intanto queste forme morbose (equivalenti in genere) non presentando una notevole manifestazione apparente, nella maggior parte dei casi, dovrebbero essere annotate dall'individuo stesso (preventivamente istruito da un medico) il quale dovrebbe registrare il luogo, il giorno, l'ora del giorno e magari le condizioni meteorologiche, oltre alla forma dell'equivalente. Evidentemente gli accessi verrebbero anch'essi registrati aggiungendovi anche dei particolari. I dati di osservazione, sui quali è possibile eseguire uno studio più organico e più completo, potrebbero essere inviati ai più vicini Ospedali Psichiatrici. Secondo il nostro modesto parere, ammessa che vi sia un'influenza lunare sull'epilessia, sarebbe opportuno rivolgere l'attenzione principalmente su quei soggetti nei quali ai radi accessi fanno riscontro un numero maggiore di equivalenti. Tra questi bisognerebbe tener conto principalmente di quelle "aure epilettiche"che non sempre sono seguite dalla crisi convulsiva, ma che basterebbe una causa eccitatrice qualsiasi (per es. condizioni meteorologiche, posizioni della Luna, ecc.) ad essere la scintilla provocatrice dell'esplosone. Coloro che volessero ragguagli intorno alle influenze meteorologiche sulle crisi epilettiche possono consultare con vantaggio le opere qui contrassegnate coll'asterisco, e che sono state riportate dalla citata memoria del Marchand.  

  • Influenza lunare sulla generazione e sulla maturità sessuale

Nel campo delle influenze lunari trova posto pur anche quella riguardante la generazione umana. Federico Hoffmann, nei suoi Opuscoli (Tomo I, pag. 143), parlando delle influenze celesti dice che di 20 bambini, nati nel mese di febbraio, 3 soli furono maschi, il rimanente, femmine. Nell' "Osservazione fisica della generazione dei maschi e delle femmine, adattata alle fasi della Luna" comparsa negli Atti di Lipsia, Tomo XI, pg.332, l'autore (I.C.H.R.G.) dopo di aver disputato sul nome di Lucina dato alla Luna, come assistente ai parti, attesta che un medico avendo fatto coprire alcune pecore, durante la Luna calante, nacquero tutte femmine. Ripetuto l'esperimento al tempo della Luna crescente, nacquero tutti maschi. Soggiunge inoltre che un risultato analogo fu ottenuto in esperimenti sulla razza umana. 
"Se ciò fosse vero (commenta il Toaldo a pag. 58), certamente una tal differenza non si potrebbe attribuire se non alla forza, ed al calore della Luna crescente da una parte, atta a produrre i maschi; dall'altra alla spossatezza della Luna calante, perciò non capace di far meglio che delle femmine.". Interessanti ricerche sulle nascite umane sono state eseguite da Arrkenius, Krafft e da altri. Il primo ha trovato una relazione tra la frequenza delle nascite umane (egli ha esaminato 25.000 casi) e la rivoluzione siderea della Luna che è di giorni 27,3. Il Krafft (24) prendendo in esame 2218 casi trova, riferendosi al ciclo giornaliero, che 40 minuti dopo il passaggio della Luna al meridiano inferiore il numero dei parti d'ambo i sessi diminuisce dal 20 fino al 50 % della media oraria; a questo deficit fa seguito però un aumento notevole. L'Autore conclude che la Luna agisce alle volte come fattore quasi inibitorio, in altre invece favorevolmente al fenomeno biologico del parto. 
Rispetto poi alle fasi, ossia al corso mensile della Luna, in base al grafico tracciato dal Krafft si deduce che durante la Luna Piena il numero delle nascite maschili va diminuendo fino a due giorni dopo il plenilunio : subito dopo segue un brusco aumento che rappresenta il massimo dei massimi delle nascite maschili. Il minimo invece si riscontra circa tre giorni avanti il plenilunio. Una certa costanza nel numero delle nascite si nota intorno alla Luna nuova per un periodo di circa 6 giorni (cioè 4 giorni prima e 2 dopo del fenomeno). Se poi si considerano complessivamente le nascite maschili e femminili si nota un massimo appena 40 minuti dopo il plenilunio; un altro due giorni dopo l'ultimo quarto; ed un minimo infine corrispondente al minimo già visto per le nascite maschili. In quanto poi alle posizioni della Luna, rispetto ai nodi della sua orbita basta osservare che il massimo dei massimi delle nascite d'ambo i sessi è in corrispondenza del nodo ascendente . Segue immediatamente un minimo di nascite maschili cui fa riscontro la completa assenza di nascite femminili. Altri massimi si hanno a circa 90 gradi dai nodi, ossia alle massime latitudini celesti boreale ed australe della Luna. 
Il Krafft, mettendo in relazione le nascite maschili con le posizioni della Luna nelle varie costellazioni dello Zodiaco, è dell'opinione che tra il fenomeno del parto maschile e lo spostamento eclittico della Luna esista certo qualche relazione. Non solo rispetto alla Luna, ma anche in relazione al Sole il Krafft ha fatto le sue ricerche, citando in proposito anche gli studi del Goehler, eseguiti in base a ben 90.000 nascite. Ma ciò che attira anche maggiormente l'attenzione dei moderni biologi sono le osservazioni sulla maturità sessuale di alcune specie di animali marini in rapporto alle fasi della Luna. Tale possibile influenza non era sfuggita all'occhio vigile degli antichi per quanto riguarda principalmente alcune specie di Echinodermi, Molluschi e Crostacei. 
Aristotile dice che i ricci di mare al tempo del plenilunio hanno gli ovarii più sviluppati. Lucilio afferma che la Luna fa crescere le ostriche e riempie i ricci. Cicerone riporta che le ostriche ed i molluschi crescono e decrescono con la Luna. Ugualmente dicono Orazio, Manilio, Plinio, S. Agostino; ed infine Bacone (25) asserisce che durante il plenilunio persino i cervelli dei conigli, delle beccacce e dei buoi sono più pieni. All'inizio del secolo ventesimo, ma più spiccatamente verso l'ultimo decennio i biologi hanno eseguito osservazioni importanti. Per alcune specie di Celenterati, Echinodermi, Molluschi e Crostacei la maturità sessuale si verifica durante la Luna Piena. In California si è osservato un massimo di abbondanza del plancton delle acque dolci per le alghe al tempo del plenilunio. Non mancano osservazioni anche nel regno vegetale : al Cairo si son fatte misure sull'accrescimento di una zucca (Cucurbita pepo) e si è visto che esso risulta maggiore durante la Luna piena. Come pure vi sono dei fiori che girano ugualmente verso la Luna come verso il Sole. Altri animali marini fecondano durante le sigizie (novilunio e plenilunio); fra questi è un Nereide : il Ceratocephale Osawai, comunissimo a Tokio. Le uova di un Anellide : l'Amphitrite ornata, maturano durante le sigizie di giugno, luglio e agosto. Fra i Platodi la fecondazione della Convoluta roscoffensis si ha in primavera soltanto durante le maree sigiziali. Alle Bermude vive un sillide fosforescente, l'Odontosyllis enopia, che si riproduce nel mese di luglio durante l'ultimo quarto della Luna. Pure durante l'ultimo quarto ed il novilunio avviene la fecondazione di un altro nereide : Nereis irrorata; si è osservato tuttavia un solo caso nel mese di settembre, a Luna piena. Anche verso l'ultimo quarto della Luna, nei mesi di ottobre e di novembre, alle Isole Samoa appare alla superficie un verme chiamato palolo dagli indigeni, e in termine scientifico Eunice viridis. Quest'epoca è molto festeggiata dagli abitanti delle isole perché proprio allora compaiono in gran quantità certi pesci, granchi di acqua dolce; e parecchi frutti maturano. 
Durante il primo ed ultimo quarto si ha la fecondazione di un altro Odontosyllis, nella Columbia inglese, e del Nereide : Platynereis dumerilii nel Golfo di Napoli. Che la fecondazione di altri animali sia in relazione alle fasi lunari è stata accertata nel Nereis limbata, in certi anellidi ed in alcune alghe; senza tener conto di altre maturazioni in talune specie verificatesi alcuni giorni dopo il primo quarto; in altre, in un paio di giorni dopo il novilunio, ed in altre ancora tre giorni dopo l'ultimo quarto. Infine il Petterson studiando le variazioni della pesca delle aringhe nel Kattegat, in base a statistiche di pesca, comprendenti 150 anni, ha constatato una periodicità di pesche abbondanti di 18,7 anni circa, valore che coincide con lo spostamento dei nodi dell'orbita lunare : ciò "può spiegarsi - dice il Prof. Zirpolo - con le variazioni delle correnti di marea all'entrata del Baltico" (26)

  • Influenze prodotte dagli eclissi sul mondo organico

Uno dei fenomeni più notevoli legati agli eclissi e principalmente a quelli di Sole è l'effetto prodotto, sulla maggior parte degli uomini e degli animali, dell'oscuramento del Sole e dal conseguente abbassamento di temperatura. Erodoto (27) racconta che durante una battaglia combattuta fra Lidi e Medi si verificò un eclisse di Sole; i soldati presi dal terrore, per il sopravvenuto fenomeno, deposero le armi e si riconciliarono. Il pilota che guidava la nave di Pericle, al tempo della guerra peloponnesiaca, spaventato per un eclisse rimase interdetto, ma il buon senso di Pericle valse a ridonargli la calma, poiché avendogli messo il proprio mantello dinanzi agli occhi gli disse: " che differenza c'è tra il mio mantello e ciò che produce l'eclisse se non questa : che ciò che produce le tenebre è una cosa più grande del mio mantello ? ". Gl'Incas, allorché si everificava un eclisse di Luna, per scongiurare il pericolo che questa, morendo, precipitasse sulla Terra ammazzandoli, s'illudevano di guarirla istigando i cani ad abbaiare, ritenuti amici del satellite. In tale contingenza gl'Indiani del Perù supplicavano con dolci nomi la candida Cinzia : Mama Quilla !  Mama Quilla !  (Mamma Luna, Mamma Luna).
Scrupolose osservazioni di vari fenomeni, verificati durante l'eclisse solare dell'8 luglio 1842, sono citate dall'Arago (pag. 294).  " E' noto che le galline, non attendono mica che l'eclisse sia giunto al suo pieno per andarsi a rincantucciar nel pollaio; ma non appena i raggi del Sole ritornano a sfavillare, il gallo fa udire il suo canto mattutino e sembra rallegrarsi nel veder cessato il lutto della natura ".  Anche gli uccelli cessano di volare e le rondinelle si mostrano agitate man mano che l'oscurità progredisce. L'Astronomo Riccioli assicura che durante l'eclisse del 1715 si videro persino cader morti dallo spavento alcuni uccelli. Anche i colombi hanno mostrato segni di terrore. Nel mentre che cotesta strana notte si avvicinava, si sono riuniti in cerchio volando per ogni verso e nella massima confusione, senza poter raggiungere le torri che abitavano. Persino le nottole, credendo che fosse sopraggiunta la notte, volavano come se questa dovesse avere una grande durata. Effetti sensibili si sono verificati ancora su altri animali : "Così i buoi si arrestavano nel tracciare il solco, ad onta del pungolo che li incitava. Altri che non erano aggiogati si posero a muggire, e molti di quelli che pascevano nelle paludi si sono riuniti in cerchio ponendo le loro corna le une contro quelle dell'altro, appunto come sogliono nel momento di un uragano, o di una forte burrasca. In molti altri luoghi gli stessi animali si sono disposti in cerchio addossandosi l'uno all'altro, protendendo le corna in fuori come per resistere ad un assalto". Fenomeni identici si sono verificati su cani, montoni e persino sulle formiche. Queste durante la fase totale abbandonarono i loro fardelli rifugiandosi tutte nel loro covo. 
Ma ciò che maggiormente importa sono gli effetti che gli eclissi producono sull'uomo. Per quanto riguarda le crisi epilettiche, Tamburini (28) ha notato una sospensione di attacchi nel giorno dell'eclisse solare del 6 aprile 1869; mentre la vigilia erano stati in numero di 12.  Nell'altro eclisse dello stesso anno, il 19 settembre, verificò 7 accessi contro 17 della vigilia. Lombroso (29) che ha fatto parecchie osservazioni sull'azione degli eclissi di Sole del 14 aprile 1866 e del 5 marzo 1865, non ha trovato nulla di concreto, e considera questa influenza come problematica. Egli fa le stesse considerazioni a proposito degli eclissi di Luna. Anche per le altre malattie si sono verificati dei casi notevoli e qualche volta anche su persone sane (v. Toaldo, pag. 58

Note :
- 1):  A. Castiglione, Storia della medicina. Unitas, Milano, 1927.
- 2):  Eudosso di Cnido, nato verso il 408 a. C. morto verso il 355. Fu uno dei più grandi geni scientifici della Grecia; molto versato nelle matematiche e nell'astronomia, scrisse, oltre a trattati scientifici, anche delle opere di carattere filosofico.
- 3):  Pico Giovanni, principe della Mirandola, fu il più celebre dotto del secolo XV. In una sua opera: "Disputationes adversus astrologiam divinatricem", lib. XII  (Bonon. 1495), combatté le dottrine astrologiche con validissimi argomenti. Nato nel 1463, visse appena 32 anni.
- 4):  Chimico e fisico svedese : nato nel 1859 presso Upsala morì a Stoccolma nel 1927.
- 5):  Die geopsychischen Erscheinungen, Engelmann, Leipzig, 1932.
- 6):  Ch. E. Krafft, Possibilitès d'un caracterologie basèe sur la cosmobiologie. L'Hygiène mentale, Dèc., 1931.
- 7):  Celebre psichiatra, nato a Torino nel 1835. Insegnò Psichiatria a Pavia, e poi all'Università di Torino, ove morì nel 1909. 
- 8):  L'oscillation cellulaire. Doin, Paris, 1931.
- 9):  Plinio il vecchio, nacque a Como nel 23 dell'Era volgare e morì nel 79 nell'osservare l'eruzione del Vesuvio. Delle sue opere ci son pervenuti 37 libri della "Storia naturale".
- 10):  Magnus Hippocrates Medico-Moralis - Ad utramque corporum scilicet, ..... Aphorismorum expositionem accomodatus - Authore Fr. Dom. Barisano - Torino MDCLXXXII.
- 11): "Anche i cambiamenti di stagione possono influire sullo stato degli epilettici. Difatti, poiché in ogni regione mutano le stagioni, le quali con l'inegual loro varietà di temperatura possono provocare o almeno favorire le crisi epilettiche, ne viene che gli epilettici trovando rimedio, secondo che è possibile, in quelle epoche dell'anno sopratutto, nelle quali sogliono essere assaliti dai loro parossismi, potranno cambiare il loro stato; e ciò col trasferirsi in un paese, dove in quell'epoca non abbiano a temere alcun male né da parte delle condizioni meteorologiche né dagli aspetti del cielo. Così se di solito il male lo assale in autunno, l'epilettico si trasferisca in un paese ove questo periodo dell'anno non è così ineguale e variabile, né tanto favorevole al male; e similmente faccia attenzione premunendosi nella stessa guisa dalle altre stagioni dell'anno. Col cambiamento di tempo è da sperarsi un miglioramento nello stato della malattia, quando col volger dei mesi si ha un reale mutamento nell'aspetto degli astri, all'influenza dei quali e specialmente delle fasi ed alle posizioni della Luna alcuni attribuiscono la causa principale di questo male : onde parecchi sogliono chiamare l'epilessia "mal di Luna", perché certo più vicino degli altri, questo Pianeta influisce più sul capo che sulle membra, e domina il cervello. " 
- 12):  Archiv. gèn. de medicine. 4° sèrie, 1843, t. II.
- 13):  Recherches historiques sur l'epilepsie. Acad. imp. de Mèdicine, 1856, pag. 25.
- 14):  Traitè de l'epilepsie, 1854, pag. 127.
- 15):  De l'influence de la Lune. Thèse de Paris, 1868.
- 16):  Citato in Traitè international de psychologie pathologique. Tomo III, pag. 886.
- 17):  De l'influence des phènomènes atmosphèriques. Congrès aliènist internat., 12 aout, 1867; Archiv. Ital., 1867.
- 18):  Osservazioni meteorologiche eseguite nell'asilo di Reggio. Citato in Traitè internat. de psychologie pathologique.
- 19):  Traitè international de psychololie pathlogique. Tomo III, pag. 795.
- 20):  Les conditions dèterminantes de l'accès èpileptique.  A. Medic. Contemp., N. 17, 1896.
- 21):  Des influences cosmiques sur les accidents èpileptiques. L'Hygiène mentale, dèc. 1931.
          * C. Bellavitis, I fenomeni meteorologici in rapporto alle malattie mentali, in particolare con l'epilessia. Note e Riv. di Psichiatria, 1930, N. 1.
          * Buscaino, Distribuzione geografica dell'epilessia e del gozzo in Svizzera. Riv. di patol. nerv. e ment., aprile-maggio, 1925, pag. 31.
          * P. Hartenberg, Les conditions favorisantes des paroxysmes èpileptiques. Presse Medicale, 30 avril, 1924, pagg. 379-381.
          * Lovner, Influences mètèorologiques sur les èpileptiques. Archiv. fur Psychiatrie, Tomo XLI, fasc. 3, 1906.
          * A Marie et Nachmann, Influence de la pression atmosphèrique sur les crises èpileptiques. Archiv. di antrop. criminale, psich. e medic. legale, luglio, 1913.
          * Reich, Influence des facteurs mètèorologiques sur la marche de l'èpilepsie. Centralbl. f. Nervenh., mars, 1903.
- 22):  A. Fresa, Le crisi epilettiche in rapporto ai fenomeni naturali, cosmici e geofisici. Archivio generale di neurologia, Psichiatria e Psicoanalisi, 1932, Vol. XIII, fasc. I.
- 23):  Questi fenomeni vengono sistematicamente fotografati o semplicemente osservati in parecchi Osservatori del mondo : in Italia in quelli astrofisici di Arcetri e di Catania, ed in quello astronomico del Campidoglio in Roma.
- 24):  Ch. E. Krafft, Influences solaires et lunaires sur le naissance humaine. Maloine, Paris, 1928.
- 25):  Celebre francescano inglese, soprannominato il "dottore mirabile"; nacque nel 1214. Si dedicò allo studio delle scienze fisiche e, come Platone, considerò le matematiche quale fondamento delle altre scienze.
- 26):  Maturità sessuale e fasi lunari. Rivista di Fisica, Matem. e Scienze nat., anno III (serie 2°), N.8, pagg. 401-2.
- 27):  Celebre storico greco, nato verso il 484 a. C.
- 28):  Riportati dal Marchand nella memoria citata a pag. 303.
- 29):  Riportati dal Marchand nella memoria citata a pag. 303.

 

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  • Da una distanza media dalla Terra di 384.000 km illumina le nostre notti offrendoci di sera in sera il continuo avvicendarsi delle sue fasi, determinate dalla posizione che via via  assumono la Terra e la Luna rispetto al Sole. Quando la osserviamo ad occhio nudo senza l’ausilio di strumenti ottici, la Luna ci appare come un disco biancastro in cui si notano zone più scure indefinite ma se ci avviciniamo al nostro satellite naturale vedremo che quelle regioni più scure sono grandi distese pianeggianti, mentre le parti chiare si riveleranno come vasti altipiani cosparsi di crateri di ogni dimensione. Per poter osservare tutto questo da vicino non dobbiamo fare altro che imbarcarci e partire per un viaggio con destinazione LUNA.

Viaggio intorno alla Luna

 

    Dopo avere sorvolato le regioni più settentrionali del nostro satellite, in cui notiamo zone pianeggianti che si alternano a regioni collinari, ci dirigiamo lungo il margine orientale della Luna. Ci troviamo in una regione dominata da due grandi crateri, Aristoteles con un diametro di 100 km ed Eudoxus di 65 km. E’ visibile inoltre la parte settentrionale della catena dei monti Caucaso le cui vette raggiungono l’altezza di 3650 metri dal livello medio della pianura circostante. Spostandoci verso Est sul terminatore spicca la scura platea del cratere Endymion di 137 km di diametro, circondato da pareti alte fino a 4600 metri. Procedendo in direzione sud e superata una vasta regione in cui monti e colline si alternano a crateri eccoci sul mare Crisium, distesa pianeggiante di 181.000 kmq di superficie attraversata da corrugamenti costituiti da materiali vari ed in cui si notano piccoli crateri. Superato il mare Crisium, sorvolando il margine orientale del mare Fecounditatis incontriamo il cratere Langrenus di 140 km di diametro con pareti alte 2600 metri, il cratere Vendelinus del diametro di 150 km e pareti di 4400 metri ed il cratere Petavius, di 160 km circondato da pareti alte 3300 metri. In questo cratere dal fondo convesso si nota un solco che dal picco centrale, alto 1700 metri, si dirige verso la parete di sud ovest. Abbiamo poi Furnerius, una formazione craterifome del diametro di 126 km circondato da pareti di 3500 metri nella cui platea si nota un cratere minore di circa 30 km di diametro.
Siamo ora ai margini di una regione fittamente cosparsa di crateri in cui spicca la valle Rheita, uno sprofondamento di una serie di crateri allineati per una lunghezza di 180 km ed il grande cratere Janssen, largo 160 km nella cui platea vi sono numerosi piccoli crateri, solchi e rilievi collinari, testimonianze di antichi impatti meteoritici successivi a quello che diede origine a questa grande struttura del suolo lunare. Procedendo sempre in direzione sud sorvoliamo un vastissimo altipiano in cui la densità di crateri piccoli, medi e grandi raggiunge punte elevatissime, segno questo di un intenso bombardamento meteoritico avvenuto prevalentemente nei primi sei-settecento milioni di anni di vita del nostro satellite naturale, le cui conseguenze sono rimaste praticamente inalterate nel tempo a causa dell’assenza dei fenomeni atmosferici che, al contrario, provocano continue modifiche alle strutture superficiali del nostro pianeta.
Oltre questo altipiano si intravedono le regioni più meridionali del nostro satellite con la sagoma dei monti Leibnitz visibile all’orizzonte che, con vette alte fino a 9000 metri, costituiscono la più alta catena montuosa esistente sulla Luna. Questa regione è dominata dal grande cratere Clavius che, con i suoi 220 km di diametro e pareti di 4600 metri, è una delle formazioni più estese. Nella sua platea notiamo numerosi crateri minori. Nella stessa zona altro cratere degno di nota è Tycho, largo 89 km con pareti di 4140 metri in cui è presente un picco centrale alto 4600 metri. Questo cratere in fase di Luna Piena evidenzia una raggiera molto estesa e luminosa, costituita dai materiali proiettati verso l’alto e successivamente ricaduti al suolo in occasione dell’impatto meteoritico originario.

    Riprendiamo il nostro viaggio sorvolando l’altipiano centromeridionale, questa volta in direzione Nord. Ad oriente in lontananza si scorge la catena dei monti Altai estesa per una lunghezza di 440 km mentre giungiamo sulla sponda orientale del mare Nubium, vasto bacino pianeggiante di 220.000 kmq di superficie. In questa zona spiccano i crateri Arzachel, Alphonsus e Ptolemaeus del diametro rispettivamente di 104, 110 e 140 km. Notiamo inoltre il cratere Albategnius di 120 km.  Nel mare Nubium sorvoliamo la Rupes Recta, parete quasi verticale che per una lunghezza di 150 km delimita un dislivello del terreno di circa 300 metri. Addentrandoci in questa pianura sono degni di nota alcuni piccoli crateri tra cui Thebit, Birt, Nicollet e Max Wolf. Il lato sud orientale del mare Nubium è delimitato inoltre dai crateri Pitatus e Deslandres, quest’ultimo di 205 km di diametro.
Spostandoci più ad oriente abbiamo tre grandi crateri. Theophilus, diametro di 100 km e pareti alte fino a 5500 metri; Cyrillus, diametro di 90 km e pareti di 3550 metri; Catharina, diametro di 95 km e circondata da pareti alte 2700 metri. Queste grandi strutture del suolo lunare si trovano in prossimità del margine occidentale del mare Nectaris, una pianura di 90.000 kmq di superficie delimitata a Sud dal cratere Fracastorius, del diametro di 100 km, la cui parete settentrionale venne demolita dal materiale lavico che invase il fondo del mare Nectaris all’epoca della sua formazione. Il bordo orientale invece è delimitato dalla catena dei monti Pirenei. Si notano infine vari corrugamenti del suolo lunare. Tra i crateri Catharina e Piccolomini vi è la catena dei monti Altai che ora vediamo molto più ravvicinata, disposta a semicerchio per una lunghezza di 440 km con vette che raggiungono l’altezza di 3300 metri.
Riprendiamo il nostro viaggio verso Nord giungendo sulla sponda occidentale del mare Tranquillitatis, vastissima pianura estesa per 360.000 kmq. Notiamo subito un lungo solco quasi rettilineo, è la Rima Ariadaeus, di 280 km di lunghezza, largo in media 4,5 km e con una profondità di 480 metri. Ad occidente di questo solco ve ne è un altro, la Rima Hyginus, disposto ad angolo, lungo 170 km, largo 5 km e con una profondità di 870 metri. Questi solchi devono la loro origine a fratturazioni della crosta lunare in occasione di impatti meteoritici oppure come antiche condotte di materiale lavico, in epoche remote non ancora allo stato solido.
Poco più a Sud ci troviamo nel Sinus Medii, in prossimità del centro geometrico del disco lunare. In questa regione è degna di nota la doppia formazione Pallas-Murchison attorniata da alcuni piccoli crateri mentre, più a Nord, vi è il mare Vaporum di 30.000 kmq.
Siamo ora nelle vicinanze del cratere Eratosthenes che col diametro di 60 km e pareti alte 3900 metri occupa una posizione strategica nella geografia lunare. Infatti questo cratere si trova all’estremità meridionale della catena degli Appennini, delimita il lato Sud del mare Imbrium dal Sinus Aestuum ed è a breve distanza dal cratere Copernicus, che vedremo più avanti.
La catena montuosa degli Appennini ci appare ora in tutta la sua estensione ad arco per una lunghezza di 950 km, con vette che raggiungono l’altezza di 5500 metri. Costituiti da pareti ripidissime sul versante nord occidentale dove si affacciano sul mare Imbrium, gli Appennini digradano dolcemente su quello orientale, ramificandosi in numerose vallate laterali. Nel mare Imbrium notiamo tre crateri, Archimedes, Aristillus ed Autolycus, separati da questi monti dalla Palus Putredinis. L’estremità settentrionale degli Appennini termina al Cape Fresnel, in corrispondenza del breve tratto pianeggiante che mette in comunicazione il mare Imbrium col mare Serenitatis. Ancora più a nord si innalza la catena dei monti Caucasus. Ad oriente vediamo una panoramica sul mare Serenitatis, esteso per 360.000 kmq sul cui margine Est, superata una lunga  ondulazione costituita di materiali vari denominata Serpentine Ridge, notiamo il cratere Posidonius di 100 km di diametro. A sud il mare Serenitatis è delimitato dai crateri Plinius, Menelaus, Sulpicius-Gallus ed a sud ovest dalla catena dei monti Haemus i cui rilievi non superano l’altezza di 1500 metri. Dopo un rapido passaggio sui mari Fecounditatis e Tranquillitatis eccoci in vista dell’estremità settentrionale del mare Imbrium, 890.000 kmq di superficie, dominata dalla catena delle Alpi estesa per circa 200 km con cime alte fino a 4000 metri. Questa catena montuosa è attraversata dalla valle Alpina, lunga spaccatura ad andamento quasi rettilineo di 130 km e 10 km di larghezza. A nord delle Alpi si estende il mare Frigoris, una pianura di 251.000 kmq. Ad occidente delle Alpi notiamo un grande cratere dal fondo apparentemente livellato e di un colore più scuro rispetto alla zona circostante: si tratta di Plato, una formazione crateriforme del diametro di 100 km e pareti di 2000 metri. Superato il cratere Plato e procedendo verso occidente raggiungiamo l’estremità nordoccidentale del mare Imbrium dove ci troviamo davanti ad una delle più belle strutture del suolo lunare: il Sinus Iridum, una specie di insenatura estesa per circa 300 km tra il promontorio La Place ad Est ed il Cape Heraclides ad occidente. L’arco montuoso che si affaccia sul Sinus Iridum è costituito dalla catena dei monti Jura, alti fino a 3800 metri. Da segnalare che il Sinus Iridum si trova ad un livello di 600 metri inferiore rispetto alla pianura del mare Imbrium, in cui si notano diversi piccoli crateri.
Il nostro viaggio prosegue deviando verso sud mentre sul lembo nordoccidentale osserviamo in lontananza il cratere Pythagoras di 120 km di diametro.

    Stiamo sorvolando l’oceanus Procellarum che con una superficie di 4 milioni di kmq è la più grande distesa pianeggiante esistente sulla Luna, in cui si notano prevalentemente crateri minori e
zone scarsamente elevate. Raggiungiamo ora i crateri Herodotus ed Aristarchus del diametro rispettivamente di 37 e 45 km in prossimità dei quali si nota la valle di Schroter, una lunga faglia che si estende con andamento tortuoso per 190 km e larga da 3 a 8 km. Continuando a sorvolare l’oceanus Procellarum vediamo il cratere Kepler di 35 km di diametro circondato da pareti alte 2250 metri. Più a Nord si scorgono i monti Harbinger il cui picco più alto raggiunge i 1750 metri. A Nordest di Keplero osserviamo la catena dei monti Carpathus lunga 280 km ed alta 2400 metri mentre, ancora più ad oriente, vi è il cratere Copernicus.
Con un diametro di 90 km ed una imponente cerchia di pareti terrazzate che si innalzano fino a 3800 metri, il cratere Copernicus domina incontrastato su questa regione della superficie lunare. Al suo interno notiamo un massiccio centrale composto da picchi, colline e strutture minori, mentre la pianura circostante presenta una notevole quantità di piccoli crateri. In fase di Luna Piena, Copernicus esibisce una raggiera particolarmente estesa e luminosa.
Proseguendo verso sud oltrepassiamo il cratere Flamsteed ed altri piccoli crateri fino a giungere sul margine meridionale dell’oceanus Procellarum in vista di Letronne il quale si presenta con la parete nord demolita. Ci affacciamo ora sul mare Humorum, bacino circolare di 80.000 kmq sul cui bordo settentrionale spicca il cratere Gassendi, diametro di 85 km e pareti alte 3000 metri. All’interno di questo cratere si distinguono chiaramente alcuni rilievi montuosi posti nel centro ed un sistema di solchi. A sud ovest di Gassendi vediamo il cratere Mersenius, largo 75 km, la cui platea fortemente convessa è cosparsa di piccoli crateri. Sulla sponda occidentale del mare Humorum corrono lunghi solchi. Dopo avere visto nuovamente l’oceanus Procellarum torniamo in direzione sud sorvolando Hevelius, Ricciòli ed il grande cratere Grimaldi, quest’ultimo del diametro di 240 km e pareti di 2000 metri.
Ci avviciniamo sempre più alle regioni sud occidentali della Luna mentre sotto di noi scorrono le immagini di una regione particolarmente accidentata in cui spicca il doppio cratere Sirsalis, di 32 km di diametro e pareti di 2670 metri. Oltrepassata la latitudine di 40°S notiamo Schickard, un grande cratere di 220 km di diametro in cui si vede la platea convessa cosparsa di numerosi crateri minori. In successione vi sono poi Nasmyth e Phocylides, rispettivamente di 73 e 120 km di diametro. Immediatamente ad Ovest di Nasmyth è degno di nota Wargentin che, con un diametro di 90 km, si presenta con la platea ricolma di materiali fin quasi all’orlo. Nelle vicinanze vediamo Schiller, una formazione crateriforme risultante probabilmente dal sovrapporsi di due o più crateri.
Siamo ormai sulle regioni più meridionali del nostro satellite dominate dal più esteso cratere esistente sulla superficie lunare: Bailly, di 290 km di diametro e pareti che raggiungono l'altezza di 4000 metri con la platea in cui notiamo numerose strutture minori e rilievi montuosi.
Siamo giunti al termine di questo viaggio che ci ha dato la possibilità di osservare da vicino sul nostro satellite grandi distese pianeggianti, catene montuose ed altipiani cosparsi di crateri di ogni dimensione. Due passi sulla Luna. Ora il disco luminoso che illumina le nostre notti non è più così sconosciuto.  

 

fonte: http://www.luna.e-cremona.it/opuscolo/66intlun.doc

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