John Stuart Mill Utilitarismo
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John Stuart Mill Utilitarismo
John Stuart Mill Utilitarismo
VITA
Mill nasce a Londra nel 1806 e muore ad Avignone nel 1873. Per volontà del padre, James Mill, fu indotto fin da bambino allo studio delle scienze sociali, della matematica e delle lingue straniere. All’età di diciassette anni fondò la “Società utilitaristica” e successivamente divenne membro della Camera dei Comuni, dove sostenne la libertà di espressione e l’estensione del diritto di voto alle donne. Conobbe Comte, con il quale intrattenne una fitta corrispondenza, anche se, soprattutto dal punto di vista politico, si allontanò dal positivismo del filosofo francese.
OPERE
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Sistema di logica deduttiva e induttiva(1843)
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Principi di economia politica(1848)
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Sulla libertà(1848)
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Utilitarismo(1863)
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Tre saggi sulla religione(1874)
LA LOGICA INDUTTIVA
Mill ritiene che l’unico metodo valido ai fini della conoscenza sia quello induttivo. Esso consiste nel processo di generalizzazione attraverso il quale, partendo da casi individuali in cui si osserva la ricorrenza di un determinato fenomeno, si giunge alla conclusione che quel fenomeno sarà presente in tutti i casi analoghi. Egli non si interessa della realtà metafisica in quanto è al di fuori dell’esperienza umana. Dunque tutte le verità devono avere un’origine empirica.
Mill ritiene che anche la logica tradizionale, in realtà, ragioni secondo il metodo induttivo e che le proposizioni universali non sono altro che una somma di proposizioni particolari. Infatti anche il famoso sillogismo:”Tutti gli uomini sono mortali. Socrate è un uomo. Socrate è mortale” non è che un passaggio da un particolare a un altro particolare. La proposizione generale di partenza (“Tutti gli uomini sono mortali”) non è universale, ma è anch’essa un aggregato di osservazioni di molteplici casi particolari che deve venire posta a fondamento di ulteriori esperienze. Inoltre per il filosofo il sillogismo non fa aumentare la nostra conoscenza: la mortalità di Socrate è, infatti, già contenuta nell’affermazione secondo cui “tutti gli uomini sono mortali”.
Le inferenze induttivi sono rese possibili in base all’assunto dell’uniformità delle leggi di natura, secondo il quale ciò che accade una volta accadrà di nuovo in condizioni omologhe. Sperimentare un legame tra due fatti dà adito all’aspettativa che, al ripresentarsi dell’uno, segua l’altro. Ma come sappiamo che la natura ha un comportamento regolare e uniforme? Mill dice che tale principio è esso stesso frutto d’induzione, poiché nasce dall’osservazione dei fenomeni ricorrenti in natura. Ma una volta formulato, esso viene assunto come base per tutte le ulteriori induzioni.
LE SCIENZE MORALI
Mill applicò il suo metodo anche alle scienze morali. Egli sapeva bene che tali scienze erano poco esatte e per tale motivo non potevano essere considerate discipline rette dal metodo scientifico. Non rinunciò, però, a considerarle come tali e per questo allargò il concetto di “scienza”. I requisiti necessari sono:
- Deve essere possibile stabilire i nessi causali tra i fenomeni ascrivibili al suo campo teorico;
- Deve essere possibile avanzare previsioni fondate;
- Deve obbedire alle leggi.
Anche nel caso delle discipline riguardanti l’uomo possiamo rintracciare tali requisiti: possiamo, infatti, stabilire con tollerabile certezza quale sarà il comportamento dell’uomo in una data circostanza, una volta che conosciamo le cause delle sue azioni. Tali scienze, secondo Mill, sono soltanto più complesse delle altre ma non dissimili dal punto di vista qualitativo. È possibile stabilire “leggi” relativamente costanti e uniformi per poi avanzare delle previsioni. Ciò è reso possibile dall’esistenza dell’uniformità dell’ordine naturale, che accomuna l’uomo alla natura.
SULLA LIBERTA’
Nel celebre Saggio sulla libertà (titolo originale: On Liberty), uno dei capisaldi della cultura filosofica della società moderna, Mill sostiene che un individuo è libero di raggiungere la propria felicità come meglio crede e nessuno può costringerlo a fare qualcosa con la motivazione che è meglio per lui, ma potrà al massimo consigliarlo; l'unico caso in cui si può interferire sulla libertà d'azione è quando la libertà di uno provochi danno a qualcun altro, solo ed unicamente in questo caso l'umanità è giustificata ad agire allo scopo di proteggersi. In tal senso lo Stato è giustificato ad indirizzare la vita degli individui solo quando il comportamento di uno di essi danneggia gli altri. Solo in tal caso potrebbe essere giustificabile la limitazione della libertà dei cittadini da parte dello Stato.
« Se tutti gli uomini, meno uno, avessero la stessa opinione, non avrebbero diritto di far tacere quell'unico individuo più di quanto ne avrebbe lui di far tacere, avendone il potere, l'intera umanità. » Molto importanti sono anche le argomentazioni con cui Mill sostiene la sua tesi; impedire l'espressione di un'opinione è sempre e comunque un crimine: infatti se l'opinione è giusta, coloro che ne dissentono vengono privati della verità; ma anche nel caso in cui essa sia sbagliata, coloro che ne dissentono sarebbe privati di un beneficio ancora più grande, quello di veder rafforzata la verità medesima per confronto con l'errore.
A fondamento di ciò vi è la convinzione che mentre l'unanimità non è mai utile, la diversità è invece sempre altamente auspicabile; questo perché l'uomo, che è di per se relativo, non può avere sempre verità assolute, e quello che è falso oggi potrebbe essere vero domani (e viceversa). L'anticonformismo è apprezzabile e l'originalità di ogni uomo va sempre valorizzata e mai annullata.
Il suo pensiero politico-economico è quindi attestato su posizioni di liberalismo radicale, la valorizzazione dell'individuo e dei suoi spazi di libertà fanno sì che lo Stato si ordini sulla libertà civile della quale è protettore. L'unica interferenza ammissibile da parte dello Stato, affinché si eviti un danno effettivo a un terzo, riguarda la sola sfera della difesa e tutela delle libertà personali:
- la libertà di coscienza, pensiero ed espressione
- la libertà di perseguire la felicità,
- la libertà di associazione.
autore: TRAINI ALESSANDRO
fonte: http://liceoleopardi.wikispaces.com/file/view/John+Stuart+Mill.doc
sito web: http://liceoleopardi.wikispaces.com/f
Filosofia
Positivismo
1. Caratteri generali del positivismo
Il positivismo è un movimento filosofico e culturale, caratterizzato da una esaltazione della scienza, che nasce in Francia nella prima metà dell'Ottocento e che si impone a livello europeo e mondiale nella seconda parte del secolo.
Il positivismo appare caratterizzato da una serie di convinzioni di fondo:
- fiducia nella ragione e nel sapere, concepiti come strumenti di progresso a servizio dell'uomo e della pubblica felicità
- esaltazione della scienza a scapito della metafisica e di ogni sorta di sapere non verificabile
- visione tendenzialmente laica ed immanentistica della vita
I positivisti, dando per scontata la validità del pensiero scientifico, ritengono che il compito della filosofia sia quello di ordinare il quadro complessivo delle scienze, o di proporre una sintesi unificatrice e generalizzante dei loro risultati.
Se l'Illuminismo aveva celebrato, come ideale o tipo umano, il filosofo, il Romanticismo il poeta, ora il Positivismo esalta soprattutto lo scienziato, di cui è massima incarnazione Charles Darwin.
Positivismo utilitaristico
L'utilitarismo della prima metà dell'Ottocento può essere considerato come la prima manifestazione del Positivismo in Inghilterra. Esso si connette strettamente ad un'attività politica, di stampo radicale o socialista, che ebbe i suoi massimi esponenti nei tre teorici principali Jeremiah Bentham, James Mill e John Stuart Mill.
L'utilitarismo è una dottrina filosofica di natura etica per la quale è bene (o giusto) ciò che aumenta la felicità degli esseri sensibili. Si definisce perciò utilità la misura della felicità di un essere sensibile.
J. Bentham
Jeremiah Bentham nacque nel 1748
1. Utilitarismo
Jeremiah Bentham assume come suo principio fondamentale la massima di Cesare Beccaria, che il fine di ogni attività morale e di ogni organizzazione sociale debba consistere nella maggiore felicità possibile del maggior numero possibile di persone. In virtù di questa massima, un'azione è buona quando è utile, cioè contribuisce in qualche grado alla felicità comune, procurando un piacere o evitando un dolore. Occorrono perciò precisi criteri per effettuare un bilancio morale, cioè un calcolo del piacere complessivo che i vari corsi d'azione possibili promettono di offrire. Del piacere che possiamo aspettarci nei vari casi si dovrà dunque considerare l'intensità, la durata, la certezza, la prossimità, la fecondità (possibilità di produrre altri piaceri), la purezza (incapacità di produrre dolore) e l'estensione (capacità di estendersi al maggior numero di persone). Un piacere che presenti tutti questi caratteri è senz'altro il bene, e deve essere assunto come il fine, non solo dell'attività morale, ma anche di quella sociale e politica.
J. S. Mill
John Stuart Mill nacque nel 1806 a Londra
1. La logica
La logica di Stuart Mill ha come suo scopo principale quello di eliminare ogni assolutismo della credenza e di riportare ogni verità, principio o dimostrazione, alla validità delle sue basi empiriche. Il fine sociale è combattere alle sue basi ogni possibile forma di dogmatismo assolutistico.
Secondo Mill il ragionamento umano non procede dal generale al particolare (deduzione) o dal particolare al generale (induzione), bensì dal particolare al particolare. Infatti, poiché l'esperienza ci offre soltanto casi singoli, ogni presunta verità generale (ad es. la nota proposizione tutti gli uomini sono mortali) non è che una forma compendiosa di osservazioni particolari. A conferma di ciò Mill osserva che i bambini e gli animali sono in grado di fare esperienze senza passare attraverso proposizioni generali. Ad esempio, una volta scottati, essi eviteranno la fiamma, pur senza pervenire al principio generale “il fuoco brucia”.
Fonte: http://www.bfcesenaforum.net/brando/Filosofia%20-%2010.06.2010%20-%20Positivismo.doc
Sito web: http://www.bfcesenaforum.net/
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