I pirati
I pirati
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Ecco dei documenti storici antichi sui Pirati
DOCUMENTO 1
I Fenici erano non solo commercianti ma pirati:lo testimoni lo storico greco Erodono, nel I libro delle sue Storie
I dotti persiani affermano che i responsabili della rivalità furono i Fenici. Costoro giunsero in queste nostre acque provenienti dal mare detto Eritreo; insediatisi nella regione che abitano tutt’oggi, subito, con lunghi viaggi di navigazione, presero a fare commercio in vari paesi di prodotti egiziani ed assiri, e si spinsero fino ad Argo. A quell'epoca Argo era da ogni punto di vista la città più importante fra quante sorgevano nel territorio oggi chiamato Grecia. I Fenici arrivarono ad Argo e vi misero in vendita le loro mercanzie. Quattro o cinque giorni dopo il loro arrivo, ormai quasi esaurite le merci, scesero sulla riva del mare diverse donne, tra le quali si trovava la figlia del re Inaco: si chiamava Io, anche i Greci concordano su questo punto. Secondo i dotti persiani, mentre le donne si trattenevano accanto alla poppa della nave, per acquistare i prodotti che più desideravano, i marinai si incoraggiarono a vicenda e si avventarono su di loro: molte riuscirono a fuggire, ma non Io, che fu catturata insieme con altre; risaliti sulle navi, i Fenici si allontanarono, facendo rotta verso l'Egitto.
DOCUMENTO 2 MA i Greci non erano da meno:
. In seguito alcuni Greci (essi non sono in grado di precisarne la provenienza), spintisi fino a Tiro, in Fenicia, vi rapirono la figlia del re, Europa; è possibile che costoro fossero di Creta. E fino a qui la situazione era in perfetta parità, ma poi i Greci si resero responsabili di una seconda colpa: navigarono con una lunga nave fino ad Ea e alle rive del fiume Fasi, nella Colchide, e là, compiuta la missione per cui erano venuti, rapirono Medea, la figlia del re dei Colchi; questi mandò in Grecia un araldo a reclamare la restituzione della figlia e a chiedere giustizia del rapimento, ma i Greci risposero che i barbari non avevano dato soddisfazione del ratto dell'argiva Io e che quindi per parte loro avrebbero fatto altrettanto.
DOCUMENTO 3
Che i Greci furono pirati,ce lo dimostra questo brano dell’Odissea in cui Ulisse e i suoi compagni assaltano la Terra dei Ciconi, sul Mare Egeo.
Il vento spinse me, che lasciavo Troia,.
ad Ismaro,nella terra dei Ciconi,
Saccheggiai la città,feci strage
degli abitanti; e sì le molte robe 50
dividemmo e le donne, che alla preda
ciascuno ebbe ugual parte. Io li esortavo
a partire subito e in fretta;ma quei folli,
non ascoltandomi, come pecore grasse,[…].
S'allontanarono in questo mezzo, e voce
i Cìconi chiamarono i Cìconi vicini,
che più dentro abitavano . Costoro,
che in numero superavano gli altri, ed in forza, 60
E sapevano battagliare a piedi, come dal carro,
allo stesso modo, di buon mattino e in tanti,
quante sono le foglie e i fiori a primavera,
vennero; e allora dal cielo su di noi meschini
Giovè scatenò una grande disfatta. 65
Accanto alle veloci navi
si commetteva: da entrambe le parti
Volavano le aste a punta, omicide.
Finché durò il mattino e il sacro sole
era alto in cielo, e noi, benché più scarsi, 70
sostenevamo la furia della battaglia.
Ma appena il sole, al tramonto
portò l’ora in cui dal pesante giogo
si disciolgono i buoi, fu respinto
il nostro attacco dalle aste de' Cìconi . 75
Ogni nave perse sei dei compagni
dalle belle armi: io mi salvai col resto.
Lieti nel cor della schivata morte,
ma tristi per i compagni nella battaglia uccisi
ci allontanavamo dal lido; 80
DOCUMENTO 4
La supremazia cretese sul Mar Mediterraneo fu un grave problema per i Pirati: ce lo racconta lo storico greco Tucidide, (Storie )
Minosse infatti fu il più antico di quanti conosciamo per tradizione ad avere una flotta e dominare per la maggior estensione il mare ora greco, a signoreggiare sulle isole Cicladi e colonizzarne le terre dopo aver scacciato da esse i Cari ed avervi stabilito i suoi figli come signori. Eliminò per quanto poté la pirateria del mare, come è naturale, perché meglio gli giungessero i tributi… Pirati erano soprattutto gli isolani, che erano Cari e Fenici..... ma al crearsi della flotta di Minosse, la navigazione tra un popolo e l'altro si sviluppò (i pirati furono da Minosse scacciati dalle isole, tutte le volte che lui ne colonizzava gran parte)… » |
DOCUMENTO 5
Nel VI secolo l’isola greca di Samo, sotto la tirannide di Policrate, divenne una vera e propria potenza marittima grazie a una grande flotta fatta allestire dal tiranno stesso, ed estendendo il suo raggio d’azione piratesca a gran parte del Mediterraneo orientale.Ce lo racconta di nuovoErodoto.
Policrate figlio del pirata Eace, che si era impadronito del potere grazie a una insurrezione. In un primo momento Policrate aveva diviso la città in tre parti e ne aveva assegnate due ai fratelli Pantagnoto e Silosonte; ma più tardi aveva soppresso Pantagnoto e mandato in esilio Silosonte, il più giovane, diventando padrone dell'intera Samo; poi aveva stretto vincoli di ospitalità con Amasi re dell'Egitto, mandandogli doni e ricevendone a sua volta. In breve tempo la fortuna di Policrate crebbe assai e divenne argomento di ammirati discorsi nella Ionia e in tutto il resto della Grecia: dovunque dirigesse il suo esercito, erano successi. Riuscì a mettere insieme una flotta di cento penteconteri e un corpo di mille arcieri. Rapinava e depredava chiunque senza distinzione; restituendo agli amici il maltolto sosteneva di far loro un favore più gradito che non togliendogli nulla del tutto. E si era impadronito di numerose isole e anche di molte città del continente.
Policrate in effetti fu il primo, fra tutti i Greci a nostra conoscenza, ad aspirare al dominio marittimo; il primo dopo Minosse di Cnosso e dopo quanti precedettero Minosse nel dominio sul mare, fu il primo, comunque, della cosiddetta generazione degli uomini ad avere concrete speranze di comandare sulla Ionia e sulle isole
DOCUMENTI 6 E 7
Parlando di pirati, si pensa forse che l'argomento non riguardi Roma; ma non è così.Le coste del Lazio furono sempre battute da flotte mercantili e anche piratesche di Tirreni, Punici, Greci e Gallici.I romani si difesero sempre bene, ed esercitarono a loro volta ritorsioni navali verso i nemici sebbene Roma fosse prevalentemente una potenza militare terrestre.
La storia, a parte le Guerre Puniche, perlopiù combattute a terra da eserciti di mercenari cartaginesi e cittadini romani, non ci narra di grandi incursioni pirate contro Roma prima del 68 a.C., quando i pirati della Cilicia e di Cipro assalirono Ostia in gran numero, saccheggiandola e distruggendo le navi romane all'ancora nel porto.Sarebbe stata la fine dei commerci del mediterraneo se la città non avesse reagito mettendo su un'immensa flotta di oltre 500 navi, e più di 120.000 uomini distruggendo in una campagna di soli 40 giorni il terrore dei mari, sotto il comando del geniale Pompeo.Ma nonostante il successo ed i più di 10.000 pirati giustiziati, la pirateria continuava a imperversare tanto che anche Cesare fu loro prigioniero e dopo la liberazione organizzò un'altra flotta, ne catturò un gran numero e li fece crocifiggere.
Nei secoli successivi il potere di Roma sul mediterrraneo fu tale che le rotte erano abbastanza sicure, sebbene qualche nido di pirati si annidava in alto adriatico, nel mar nero, e sulle coste africane.
CE lo racconta Giulio Cesare:
L'attività piratesca era molto diffusa nei tempi antichi e agitava le vantaggiose rive del nostro mare.I ladri abitavano nella lontana isola e nascondevano il bottino nel bosco..gli abitanti delle spiagge fortificavano in pezzetti i villaggi e le città:infatti spesso le v navi dei pirati intercettavano e affondavano le navi onorarie,le quali portavano il frumento presso l'africa la sicilia e l'ostia.Allora i romani armarono una grande flotta e con la spedizione di Pompeo nominarono un duce.il famoso imperatore con grande prontezza sconfisse i pirati e liberò tutte le regioni.i Romani,grati,dedicarono un grande trionfo a pompeo
E Cicerone:
Pompeo navigò verso la Sicilia, esplorò l'Africa, poi raggiunse la Sardegna con una flotta e queste tre riserve di frumento difese con potentissimi presidi e flotte della repubblica.
Quindi, essendo tornato in Italia, rafforzò di presidi e navi le due Spagne e la Gallia Transalpina e inviò navi sulla costa del mare illirico e in Grecia. Lui, invece, non appena si allontanò dalle vicinanze di Brindisi, al quarantanovesimo giorno annesse l'intera Cilicia al dominio del popolo romano; catturò e fece uccidere parecchi pirati.Alcuni si sottomisero al comando e al potere di lui solo.
Parimenti, ai Cretesi, nonostante gli avessero mandato fino in Panfilia ambasciatori, non tolse la speranza della resa e impose la consegna degli ostaggi. Così, Cneo Pompeo preparò una guerra tanto grande quanto lunga alla fine dell'inverno, all'inizio della primavera la intraprese, nel mezzo dell'estate la portò a termine.
Fonte: http://www.itismeucci.it/meucci/wiky.nsf/0/1765804086052a95c125753f00561df6/$FILE/DOCUMENTI%20SUI%20PIRATI.doc
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