Preistoria
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Preistoria
La preistoria è la fase della storia dell'uomo antecedente alla comparsa di testimonianze scritte.
Il termine indica pure la disciplina (più precisamente paletnologia) che studia la presenza e l'attività dell'uomo nella preistoria.
La preistoria viene convenzionalmente suddivisa in tre periodi (meglio sarebbe dire fasi in quanto non in ogni regione geografica le fasi hanno la stessa durata e termine) paleolitico, mesolitico e neolitico
Le origini
È necessario accennare, seppur brevemente, a ciò che ha permesso lo sviluppo dei mammiferi e di conseguenza l'evoluzione della specie umana: la scomparsa dei dinosauri circa 65 milioni di anni fa a seguito di una grande catastrofe ambientale.
Un brusco cambiamento delle condizioni ambientali, le cui cause sono tuttora in discussione, permise ai mammiferi primitivi, probabilmente piccoli insettivori arboricoli di evolversi occupando tutta una serie di nicchie ecologiche lasciate libere dai grandi sauri.
I più antichi progenitori degli attuali primati, gruppo a cui appartiene anche l'uomo, si possono riconoscere nelle tupaie, presenti oramai solamente nell'ecosistema del Madagascar Attualmente si ritiene che l'antenato comune alle scimmie antropomorfe ed all'uomo sia il Ramapiteco vissuto, in Africa, circa 10 milioni di anni fa. Dal ramapiteco si ritiene che abbiano avuto origine varie linee evolutive, una delle quali dette origine, circa quattro milioni di anni fa, al gruppo degli Australopitecidi che possono essere visti come la prima fase del processo di ominazione.
Il primo uomo l'Homo habilis
Il primo appartenente al genere Homo è l'Homo habilis i cui più antichi resti, provenienti dalle regioni intorno al lago Kenia in Africa, risalgono a circa due milioni, o forse più, di anni fa. È convinzione attuale che, per un certo periodo l'habilis abbia convissuto con varie specie di australopiteco.
Da un milione a 100 mila anni fa: l'Homo erectus
Evoluzione, sempre avvenuta in Africa, dell'Homo abilis è l'Homo erectus che presenta una postura completamente eretta, un notevole sviluppo cranico e sopratutto lo sviluppo di una primordiale tecnologia; gli strumenti dell'erectus non sono solamente ciò che la natura fornisce ma sono lavorati, modificati, adattati alle necessità.
I resti archeologici, principalmente tracce di accampamenti, ci confermano che l'erectus possiede il controllo del fuoco. Questa maggior conoscenza tecnologica e quindi la capacità di adattarsi a diversi ambienti è forse ciò che permette all'erectus di migrare, colonizzando tutte quelle parti del mondo che sono in collegamento diretto con l'Africa: l'Europa e l'Asia Il più antico resto fossile europeo, vero e proprio, è una mandibola trovata in Germania a Heidelberg. Da una approssimativa datazione sembra risalire a 650 mila anni fa.
Il più antico sito europeo dell'erectus è la grotta del Vallonet sulla Costa Azzurra databile tra i 950-900 mila anni fa. In questa grotta sono stati trovati strumenti in pietra e anche schegge lavorate in osso che costituiscono i resti più antichi di strumenti in Europa. Non sono ancora presenti bifacciali.
In Europa ritrovamenti di utensili bifacciali indicano la presenza di questa tecnica solo 600 mila anni fa mentre reperti di strumenti bifacciali recuperati in Etiopia vengono datati a molto prima, 1,5 milioni di anni fa.
Da 100 mila a 30 mila anni fa: l'Homo sapiens
Ulteriore stadio evolutivo dell'Homo erectus è l'Homo sapiens, ancora di origine africana.
Circa 100 mila anni fa un gruppo di sapiens migrò nell'Europa glaciale dando origine a quello che viene comunemente chiamato uomo di Neanderthal, dalla valle tedesca ove vennero effettuati i primi ritrovamenti.
Da 30 mila anni fa ad oggi: l'Homo sapiens sapiens
Circa 30 mila anni fa in Europa giunge quello che viene detto uomo di Cro-Magnon, dal sito del primo ritrovamento zoologicamente Homo sapiens sapiens, ossia una sottospecie del sapiens.
Negli ultimi anni si è rafforzata la teoria che vede Neanderthal e Cro-Magnon come due specie diverse evolutesi in modo quasi parallelo.
L'uomo di Cro-Magnon, ovvero l'uomo moderno, sostituisce, in Europa l'uomo di Neanderthal (che si estingue circa 28 mila anni fa) in un arco di tempo relativamente breve anche se non è possibile stabilire che tipo di relazioni (collaborazione, indifferenza, guerra) si stabiliscano tra i due.
10 mila anni fa: agricoltura e sedentarismo
Con l'irrompere di una economia fondata sull'agricoltura si dà inizio ad un venir meno al tradizionale nomadismo della specie umana per un sedentarismo che con il tempo sarà sempre più spinto e di cui il processo di urbanizzazione sarà il sintomo più eclatante.
Un altro elemento non trascurabile e carico di conseguenze è che le comunità di agricoltori sedentari hanno la possibilità di accumulare proprietà e, di conseguenza, tendono a proteggerle.
5000 anni fa l'invenzione della scrittura
Il processo di astrazione, che nella nostra specie si era avviato con il primo strumento di lavoro e che non si era fermato ma era proseguito con la costruzione di strumenti che permettevano di realizzare a loro volta altri strumenti, ebbe ricadute non solo sulla vita concreta ma anche sullo sviluppo degli organi di fonazione, del linguaggio, della comunicazione e in ultima analisi del pensiero.
Con la nascita della scrittura, come mezzo per registrare e trasmettere informazioni, il processo di astrazione raggiunge un nuovo traguardo, anche se questo stadio dell'evoluzione umana presenta una casistica molto complessa (civiltà che pur giungendo all'organizzazione sociale dello stato non sviluppano, almeno per quanto ne sappiamo, la scrittura). Le prime forme di registrazione scritte compaiono, quasi contemporaneamente, in varie parti del mondo: Sumer, valle del Nilo, Cina circa 5000 anni fa. Per convenzione si usa utilizzare la datazione dei primi reperti ritrovati di documenti scritti come spartiacque tra l'epoca preistorica della specie e una nuova era che convenzionalmente viene designata con il termine più appropriato di storia.
Presso le società preistoriche la memoria dei fatti accaduti, i miti e le conoscenze tecniche erano tramandati oralmente di generazione in generazione; tale patrimonio di sapere scompariva il più delle volte con l'estinzione del gruppo. L'archeologia costituisce pertanto l'unico mezzo per ricostruire gli eventi preistorici, attraverso l'esame delle testimonianze materiali lasciate dai popoli: abitazioni, utensili, rifiuti, modificazioni del contesto ambientale, monumenti e opere d'arte.
Accanto all'analisi dei reperti portati alla luce dagli scavi archeologici, lo studio della preistoria si avvale degli apporti di altre discipline – quali la geologia, la paleontologia, l'antropologia e la paletnologia, la geomorfologia – al fine di ricostruire il contesto ambientale in cui si trovarono a vivere aggregati umani preistorici, e quindi di conoscere il loro modo di interagire con esso, sfruttando le risorse offerte. Grande importanza assumono inoltre le dinamiche di sviluppo delle civiltà, nel campo delle conquiste materiali e dei mutamenti culturali, e gli spostamenti geografici dei popoli. Occorre tuttavia specificare che il concetto di preistoria ha un significato non necessariamente cronologico, in quanto esistono ancora oggi, in alcune aree del nostro pianeta, gruppi umani che non conoscono alcuna forma di scrittura.
Fonte: http://vgg.labcad.di.unimi.it/cbus/webscu/casale/la%20preistoria.doc
Sito web da visitare: http://vgg.labcad.di.unimi.it/cbus/
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