La prima rivoluzione industriale
La prima rivoluzione industriale
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1700
La prima rivoluzione industriale
Paesaggio industriale dei primi ottocento
Nella seconda metà del Settecento in Inghilterra avviene una trasformazione molto importante. Gli inventori costruiscono delle macchine a vapore e alcune persone iniziano ad usare queste macchine per lavorare il cotone. Le macchine fanno in poco tempo il lavoro di molte persone. Le macchine portano a un grande sviluppo dell'industria. Queste nuove macchine cambiano il modo di lavorare e di vivere. Per questo motivo, questi cambiamenti sono chiamati rivoluzione industriale.
La rivoluzione industriale porta profondi cambiamenti
- nelle città
- nelle campagne
- nella società
- nelle attività produttive.
Il lavoro a domicilio
Prima della rivoluzione industriale, le famiglie contadine facevano oggetti nelle loro case, come ad esempio vestiti o strumenti per la casa.
Nel settecento erano molte le famiglie contadine che costruivano oggetti in casa, soprattutto i vestiti. I mercanti per guadagnare più soldi davano alle famiglie contadine i telai per tessere i tessuti e le materie prime (ad esempio lana e cotone). I contadini facevano molti vestiti e i mercanti li compravano a prezzi molto bassi. Poi vendevano questi vestiti a prezzi molto più alti nelle città. In questo modo i mercanti guadagnavano molti soldi.
Le fabbriche
La fabbrica moderna è il risultato della trasformazione dei sistemi artigianali con cui gli uomini per secoli avevano prodotto oggetti strumenti e beni di consumo.
I nuovi macchinari, molto più ingombranti di quelli precedenti, non trovano più posto nelle piccole case dei contadini, ma vengono concentrati in stabilimenti sempre più grandi; questi stabilimenti, all’inizio, si trovavano nelle campagne. Le prime fabbriche usavano in fatti l’energia idraulica dei fiumi. Dopo l'invenzione della macchina a vapore, le fabbriche si trasferiscono in città, vicino alle grandi vie di comunicazione e ai centri di smercio. In città si concentra così anche la manodopera necessaria per far funzionare le fabbriche: gli operai.
Ricorda:
La rivoluzione agraria aveva lasciato molti contadini senza lavoro. Questi contadini abbandonano quindi le campagne e cercano un nuovo lavoro nelle fabbriche.
IL LAVORO NELLE FABBRICHE
Alla fine del ‘700 in Inghilterra molti contadini sono costretti ad abbandonare il lavoro nei campi e andare in città a lavorare nelle fabbriche.
Nelle fabbriche lavorano molte persone tutte insieme. Il lavoro degli operai è molto pesante: gli operai lavorano 15/16 ore al giorno e sono pagati molto poco. Gli operai possono riposare solo la domenica, non hanno vacanze e se sono ammalati non sono pagati. Le condizioni di lavoro sono molto difficili.
Per questo gli operai cominciano presto a mettersi insieme in associazioni per migliorare la loro vita: gli operai chiedono orari di lavoro più corti e condizioni di lavoro migliori, più sicurezza ed un pagamento migliore.
Prima della rivoluzione industriale
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Dopo la rivoluzione industriale |
Tutti i lavori vengono fatti con la forza dell’uomo |
Molti lavori vengono fatti dalle macchine |
Le botteghe degli artigiani possono essere sia in campagna che in città |
Le fabbriche sono vicine alle città |
Gli artigiani lavorano nella loro bottega: c’è un maestro più esperto che insegna il lavoro da fare agli apprendisti che imparano il lavoro. Ogni artigiano sa fare il suo lavoro dall’inizio alla fine. |
Nelle fabbriche lavorano tantissime persone. |
Nelle fabbriche lavorano anche donne e bambini. Le donne e i bambini sono pagati meno degli uomini.
Completa le frasi
1) Le famiglie dei contadini e degli operai hanno ……………… figli.
2) In città le donne ……………………… nelle fabbriche ma sono pagate ……………………. degli uomini.
3) Anche i bambini ………………………. nelle fabbriche.
4) Le case dei ricchi hanno ……..…………………… locali.
5) Le case degli operai sono ……………………………….
6) Gli operai lavorano ………………………. ore al giorno.
7) I sindacati sono gruppi di ……………………………….
8) Le nuove città nascono vicino alle ………………………..…. e alle ………………………..…
Rispondi dopo aver studiato:
1) Perché molti contadini vanno a vivere nelle città?
2) A cosa servono le macchine?
3 ) A cosa servono i sindacati?
4) A cosa serve il carbone?
I bambini nelle fabbriche
Nelle fabbriche i bambini cominciano a lavorare all’età di 6-7 anni. Questi bambini sono utilizzati come “attaccafili”, cioè devono aggiustare i fili di cotone, pulire i pavimenti o pulire le macchine.
I bambini iniziano il lavoro alle 5 o alle 6 di mattina e escono alle 7/8 di sera.
Durante il giorno i bambini e gli altri operai stanno chiusi nelle fabbriche dove c’è una temperatura di 26-30 gradi. Nelle fabbriche lavorano tante persone in uno spazio molto piccolo, con poca aria e finestre piccole. Molti bambini si ammalano o si feriscono (=si fanno male) con le macchine.
C’è solo un intervallo di mezz’ora per la colazione e un altro intervallo di mezz’ora per il pranzo. Se i bambini arrivano alla fabbrica in ritardo o fanno qualche sbaglio vengono picchiati dai sorveglianti(=persone che comandano gli operai e controllano il loro lavoro).
(testo tratto da A. Londrillo: “Viaggio nella storia” ed. Mursia, Milano 1993 III vol., pag.36)
Ora di inizio del lavoro |
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Ora di termine del lavoro |
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Ore totali di lavoro |
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I bambini iniziano a lavorare all’età di…… |
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Temperatura nelle fabbriche |
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Le città
La rivoluzione industriale trasforma le città. Molti villaggi si trasformano in vere e proprie città industriali. Ad esempio a metà del ‘700, Manchester era un piccolo centro agricolo, agli inizi dell'800 è ormai una città di 142.000 abitanti.
Molte persone vanno a vivere in città per lavorare nelle fabbriche. Le città diventano più grandi e occupano la campagna intorno alle città.
Muratori e piccoli impresari diventano ricchi perché costruiscono nuovi quartieri attorno alle fabbriche e alle periferie delle grandi città.
Le città si popolano a velocità incredibile, a tal punto che diventano in molti casi inabitabili, poichè si aggravano i problemi già presenti prima della rivoluzione industriale: mancanza dei servizi elementari (acquedotti fogne e ospedali), scarsa illuminazione, insufficiente pulizia delle strade.
Nelle città nascono i quartieri dei ricchi e i quartieri degli operai.
Nei quartieri dei ricchi ci sono banche, negozi, parchi e giardini. I ricchi hanno delle belle case con tante stanze: una sala grande, la cucina, la camera da letto e il bagno. Le case dei ricchi hanno la luce a gas e l’acqua.
I quartieri degli operai sono vicini alle fabbriche. Le case degli operai sono piccole e tutte uguali. Nei quartieri degli operai si vive male:
- il fumo delle fabbriche non fa respirare bene
- non c’è luce
- non c’è il riscaldamento
- non c’è il bagno
- non c’è l’acqua
- non ci sono le fogne
- tante famiglie vivono in una sola stanza
Queste condizioni di vita fanno ammalare e morire molte persone, soprattutto i bambini.
La città industriale inglese di Scheffield in un dipinto di William Ibbit.
Il nuovo sistema
economico e produttivo
Con la rivoluzione industriale sorgono due nuove figure, quella dell'operaio e quella dell'imprenditore capitalista.
Gli imprenditori capitalisti di solito erano stati mercanti o grandi proprietari terrieri e dalle attività mercantili o agrarie avevano ricavato il capitale, cioè le ricchezze necessarie per costruire le fabbriche.
Come mostra il disegno, con la produzione industriale si ottengono due risultati: - innanzitutto materie prime, macchinari, lavoro umano vengono trasformati in prodotti da commerciare;
- inoltre attraverso la vendita l'imprenditore capitalista realizza più denaro di quello che ha investito all'inizio del processo produttivo: aumenta il suo capitale e ottiene perciò un profitto. Egli può quindi comprare altre materie prime e nuovi macchinari, assumere più operai per produrre più prodotti: così il suo capitale aumenta sempre di più.
La società
La rivoluzione industriale porta grandi cambiamenti anche nella società.
- Innanzitutto porta a un forte sviluppo della popolazione, cioè a un grande aumento della popolazione;
- in secondo luogo molte persone vanno a vivere in città: urbanizzazione.
- Inoltre la società industriale porta alla nascita di due nuove classi sociali: i capitalisti industriali e il proletariato.
Il proletariato
Le condizioni di vita degli operai in città sono assai più dure di quelle dei contadini delle campagne. I salari sono talmente bassi che entrambi i genitori sono costretti a lavorare per sopravvivere. Anzi mettono al mondo molti figli, affinchè, appena possibile, lavorino anch'essi. Gli operai poveri si chiamano proletari, perché la loro unica ricchezza è la prole, cioè i figli.
I bambini, abbandonati a se stessi, non ricevono nessuna istruzione e a sei anni vengono assunti in fabbrica. Molte ragazze si prostituiscono per alleviare la miseria delle famiglie.
Questa stampa di DORE' rappresenta la lettura
della Bibbia in un ricovero notturno per poveri.
La borghesia
La borghesia divenne la classe più importante dell'intera società nei diversi paesi europei e il loro modo di vivere era simile ovunque. Dire borghese significava dire denaro: si diventava borghese grazie alla ricchezza, indipendentemente dall'origine che poteva essere anche molto umile.
Non tutti i borghesi avevano gli stessi mezzi finanziari: i più ricchi erano i banchieri e gli industriali (alta borghesia); venivano poi i professionisti, che con i magistrati e i professori costituivano la media borghesia; infine piccoli commercianti e impiegati, che spesso riuscivano a stento a condurre una vita decorosa, formavano la piccola borghesia.
Famiglia borghese ne "Il balcone" di E. Manet
SCHEMA: RIVOLUZIONE INDUSTRIALE
La macchina a vapore
Gli inventori costruiscono la macchina a vapore
CONSEGUENZE:
Nascono le industrie
LE CONDIZIONI DI LAVORO
L’ AMBIENTE
Fonte: http://www.cde-pc.it/documenti/inter/testi/rivoluzione%20industriale.doc
Autore del testo: non indicato nel documento di origine
La prima rivoluzione industriale
La rivoluzione industriale
Per rivoluzione industriale si intende un processo di evoluzione economica che da un sistema agricolo-artigianale porta ad un sistema industriale caratterizzato dall’uso generalizzato di macchine e di nuove fonti energetiche (combustibili fossili).
Si distingue tra prima e seconda rivoluzione industriale. La prima si sviluppa tra il 1760 e il 1830; prende avvio nel settore tessile, in quello metallurgico ed estrattivo, favorita dalla invenzione della macchina a vapore. La seconda parte dal 1870 e si caratterizza per l’utilizzo della elettricità, dei prodotti chimici e del petrolio.
La rivoluzione industriale comporta un radicale mutamento dei processi produttivi e del sistema sociale. L’apparizione della macchina e il sistema produttivo basato sulla fabbrica modifica i rapporti tra i protagonisti del sistema economico; nasce la classe operaia che riceve, in cambio del proprio lavoro, il salario e si contrappone alla figura del capitalista industriale, proprietario dei mezzi di produzione che mira ad espandere il proprio profitto. Un fattore decisivo per la rivoluzione industriale in Inghilterra è la rivoluzione agricola, con l’introduzione della rotazione triennale, da cui dipese un aumento della produttività dei terreni. La recinzione e privatizzazione delle terre comuni privò molti contadini del diritto di pascolo e li spinse a trovare impiego nelle fabbriche. Allo stesso tempo si registrò un incremento demografico senza precedenti , anche perché il reddito pro capite e i salari in G. B. erano più elevati degli altri paesi europei.
Il passaggio dalla lavorazione di tipo artigianale a un sistema di fabbrica ha incentivato gli investimenti anche nelle infrastrutture, come ferrovie e canali navigabili. La rivoluzione dei trasporti dimezzò i tempi di percorrenza e garantì l’approvvigionamento dei minerali e del carbon fossile.
Notevoli furono le innovazioni tecniche nell’industria tessile e nel settore meccanico e metallurgico. Nel 1733 fu inventata la spoletta volante (John Kay), nel 1765 la spinning Jenny, poi il filatoio idraulico, che acceleravano la filatura, infine nel 1787 fu inventato il telaio meccanico.
Con le nuove macchine si verificò una riduzione dei costi dei manufatti e un aumento della competitività. L’industria chimica favorì la soluzione di problemi che riguardavano alcune fasi del processo produttivo (per esempio la tintura).
Nel corso del XIX secolo la macchina a vapore si affermò anche grazie all’esistenza in Inghilterra di ingenti giacimenti di carbone. Nella lavorazione dei minerali ferrosi si iniziò ad usare, anziché il carbone di legna, il coke, ossia l’antracite per eliminare le sostanze che avrebbero inquinato i processi di fusione e la macchina a vapore fu utilizzata in fonderia.
La rivoluzione industriale si affermò in molti altri paesi occidentali, grazie all’intervento statale, mentre in Gran Bretagna fu il risultato di iniziative private; ne risultarono modificate le strutture sociali dell’epoca, e cambiò la fisionomia delle città. Il sottoproletariato si ammassava nei sobborghi periferici, in quartieri malsani, come denunciato dalla letteratura dell’Ottocento che mostra le precarie condizioni di vita delle classi umili (Dickens in Gran Bretagna, Émile Zola in Francia) vittime degli spietati meccanismi produttivi imposti dalla rivoluzione industriale.
In Italia è assente lo sviluppo industriale e gli scrittori veristi descrivono la condizione dei contadini oppressi e affamati dalla nobiltà feudale (Verga).
Nonostante lo sfruttamento brutale delle masse operaie la rivoluzione industriale ha permesso un generale miglioramento delle condizioni di vita, una disponibilità di beni e servizi in altre epoche impensabili.
Nella seconda fase della rivoluzione industriale si susseguono grandi scoperte in campo scientifico e medico e tante invenzioni come il telegrafo, il telefono e l’automobile. Sul piano sociale la borghesia riuscì ad affermarsi mentre l’aristocrazia perse il suo primato; si formò la classe operaia che lentamente è riuscita a conquistare un suo peso sociale e politico nelle società industrializzate.
Fonte: http://www.scuoletoscane.it/public/videolezioni/testi/000015000040000090000050.doc
Autore del testo: non indicato nel documento di origine
LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE
Progresso tecnico |
Settori trainanti |
Modi di produzione |
|
I Rivoluzione Ind. 1760-1870 |
Filatoio meccanico, telaio meccanico, macchina a vapore, ferrovia |
Cotone e ferro |
Sistema di fabbrica |
II Rivoluzione Ind. 1870-1970 |
Elettricità e motore a scoppio |
Industria chimica e siderurgica |
Cartelli, trust, taylorismo,fordismo |
III Rivoluzione Ind. 1970-…… |
Informatica |
Elettronica, informatica |
Produzione flessibile, globalizzazione |
FATTORI CHE FAVORIRONO LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE IN INGHILTERRA
- RIVOLUZIONE DEMOGRAFICA
- RIVOLUZIONE AGRICOLA
- CONDIZIONI POLITICHE
- CONDIZIONI AMBIENTALI
- Dopo il 1700 aumenta la popolazione europea
- Migliora l’alimentazione
- Si diffondono nuove piante alimentari a maggior resa
- Si diffondono pratiche igieniche elementari
- Viene introdotta la vaccinazione contro il vaiolo
RIVOUZIONE DEMOGRAFICA
- Già nel Seicento i terreni destinati all’uso pubblico vennero recintati
- Profonda trasformazione nei sistemi di coltivazione
- Sparisce la pratica del maggese, sostituita dalla coltivazione continua
- Aboliti i vasti pascoli naturali, sostituiti da prati seminati con foraggere
- Recintati i terreni destinati all’uso pubblico
- Aumenta la superficie coltivata
RIVOLUZIONE AGRICOLA
- Monarchia parlamentare con accresciuto potere della Camera dei Comuni
- Assenza di guerre interne
- Investimenti pubblici per la costruzione di infrastrutture
- Smantellamento delle corporazioni artigiane e protezione della proprietà privata e della libertà di iniziativa
- L’Inghilterra possedeva un grande impero coloniale
- L’inghilterra era una grande potenza finanziaria
CONDIZIONI POLITICHE
- Clima temperato adatto all’allevamento degli ovini
- Numerosi corsi d’acqua
- Territorio pianeggiante
- Porti
- Giacimenti e miniere di carbon fossile e di ferro
CONDIZIONI AMBIENTALI
I SETTORI TRAINANTI E LE PRINCIPALI INNOVAZIONI TECNOLOGICHE SETTORE TESSILE
LARGA DISPONIBILITA’ DI MATERIE PRIME, FONTI DI ENERGIA,CAPITALI
NECESSITA’ DI INCREMENTARE L’ATTIVITA’ MANIFATTURIERA
CRESCITA DELLA DOMANDA
STABILITA’ POLITICA
LARGA DISPONIBILITA’ DI MANODOPERA
CRESCENTE INADEGUATEZZA DEL LAVORO A DOMICILIO
INVENZIONI-INNOVAZIONI TECNOLOGICHE
FILATOIO MECCANICO TELAIO MECCANICO
MUTAMENTI NEI PROCESSI PRODUTTIVI
AVVIO DELLA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE
LA PRIMA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE
MECCANIZZAZIONE DELL’INDUSTRIA TESSILE
AUMENTO DEMOGRAFICO
E
RIVOLUZIONE AGRICOLA
IMPORTANTI INNOVAZIONI NELL’INDUSTRIA MINERARIA E SIDERURGICA
CARBONE ADATTO ALLA PRODUZIONE DEL FERRO (CARBON COKE)
ACCRESCIUTA DOMANDA DI FERRO E DI CARBONE
INCREMENTO PRODUZIONE CARBONE E FERRO
CONSEGUENZE DELL’INDUSTRIALIZZAZIONE
- DIVISIONE DEL LAVORO E SPECIALIZZAZIONE
- AFFERMAZIONE DELLA CLASSE DEGLI IMPRENDITORI INDUSTRIALI
- IMPORTANZA DEL CAPITALE PER ALIMENTARE LA PRODUZIONE INDUSTRIALE E PER LA RICERCA TEORICA E SCIENTIFICA
- AFFERMAZIONE DELLA FIGURA DEL CAPITALISTA
- NASCITA DI UNA NUOVA CLASSE DI TECNICI E DI GESTORI DELL’AZIENDA (MANAGER)
- ALLE BANCHE SI AFFIANCANO LE SOCIETA’ PER AZIONI
- FABBRICHE IMPIANTATE IN GRANDI CAPANNONI ASSORDANTI PER IL RUMORE DELLE MACCHINE E SOFFOCANTI PER LE TROPPE PERSONE CHE VI LAVORAVANO
- SFRUTTAMENTO DI DONNE E BAMBINI NELLE FABBRICHE
- SALARI BASSI
- 14 ORE LAVORATIVE AL GIORNO
- GRANDE SVILUPPO DELLE CITTA’
- CONDIZIONI IGIENICHE PRECARIE
- ALCOOLISMO, PROSTITUZIONE
- CONDIZIONI DI VITA MOLTO DURE
QUESTIONE SOCIALE
LUDDISMO
CARTISMO
SOCIALISMO
Fonte: http://www.ipsiamiliani.it/verifiche/rivoluzione%20industriale.doc
Autore del testo: non indicato nel documento di origine
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