Approcci visuali di turismo urbano
Approcci visuali di turismo urbano
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Approcci visuali di turismo urbano
INTRODUZIONE
Cultura visuale: origini e definizioni
Svetlana Alpers conia il termine CULTURA VISUALE per denominare la produzione delle abilità visuali di una determinata epoca per lo sviluppo del patrimonio artistico.
Alcuni studiosi applicavano la definizione di cultura visuale a tutti gli aspetti iconografici della cultura utilizzando il termine in senso omnicomprensivo.
Gli autori sottolineano il contributo costruttivo del pubblico nella produzione di significati e spostano l’indagine da un singolo oggetto, alla relazione dinamica tra eventi visuali ed i loro fruitori.
Agli inizi del 2000 il campo della cultura visuale comincia ad espandersi in ambiti meno scontatamente iconografici. Lo scambio intertestuale tra le differenti manifestazioni del visuale non si ferma all’aspetto ottico, ma incorpora le interpretazioni uditive e spaziali e le dinamiche psichiche degli spettatori.
IL VISIVO TURISTICO.
Tra la metà degli anni 70 e la fine degli anni 90 ci fu una ricca produzione editoriale che richiamava l’attenzione sull’usa della pittura e della fotografia nella pratica turistica.
Dean MacCannel, fondatore sociologia turistica, sostiene che lo spettacolo, la rappresentazione, l’allestimento scenico sono centrali nei rituali di turismo moderno.
Si vuole dimostrare che il turista è un collezionista di simboli, attraverso i quali un bene culturale viene trasceso e diventa un must, e il viaggiatore moderno può usufruirne.
Il turista è pellegrino della modernità, venera gli oggetti del suo sguardo, poiché essi rappresentano l’eccezionale, ciò che è fuori dall’ordinario. Per MacCannell lo spettacolo visuale risulta centraòe nei rituali del turismo moderno sostenendo il riconoscimento della valenza delle località turistiche come depositarie dell’autenticità, dove le persone possono sentire le loro vite autentiche. Il bagaglio della cultura visuale è confezionato per fornire al turista quanto viene percepito come autentico anche quando si tratta di una autenticità messa in scena mediante manipolazioni di manufatti e segni. I manufatti, anche quelli costruiti, diventano quindi elementi del turismo privilegiati come indicatori (marker).
E’ all’immagine commercializzata che di solito è affidata la riproduzione meccanica di simboli e indicatori.
Nell’ambito dell’antropologia culturale, l’antropologo Graburn tratta le arti turistiche dei paesi in via di sviluppo sostenendo che esse possono reinventare l’artigianato locale poiché la domanda turistica di oggetti può evitare la sparizione di artigiani. Si vuole contestare l’idea che dove arriva il turismo, arriva anche il cattivo gusto, se l’artigianato decade, non è colpa dei turisti 8 che a volte invece spendono di più per prodotti tipici).
Mac Cannel e Graburn dimostrano che le immagini dei luoghi e dei prodotti sono socialmente costruite, evidenziando l’attività simbolica del turista come creatore di un’autenticità sempre rappresentata (Mac Cannel), e della popolazione locale che può essere attiva nel reinventare l’immagine e le funzioni dei prodotti culturali da essa creati (Graburn).
John Urry ha teorizzato sullo sguardo turistico. Per lui la funzione rappresentativa dello sguardo risulta fondante per le aspettative, ricordi e esperienze del turista.
Urry distingue lo sguardo romantico da quello collettivo. Il primo enfatizza il viaggio solitario, solitudine, soggettività della relazione con gli oggetti a cui è rivolto lo sguardo. La presenza di altri soggetti distrae il viaggiatore. Il contesto di riferimento è l’età romantica.
Lo sguardo collettivo si sofferma sulla convivialità; gli altri (soprattutto i turisti), sono necessari per creare l’atmosfera giusta. I luoghi diventano shopping communities. Le attività ricreative sono praticate dalle masse. Il contesto è la società dei consumi (secondo dopoguerra, anni 60).
Peter Burke sostiene che la storia culturale è la storia dell’immaginario sociale.
Shields argomenta che le percezioni che le persone hanno di determinati luoghi sono influenzate da ciò che definisce “miti del luogo”. Sembra quindi che gli elementi visuali possano costituire componenti fondamentali per la creazione di un mito locale. L’immagine può riassumere un intero luogo, una regione, una struttura conosciuta, rappresentandone solo un frammento.
Come indicato da MacCannel, i turisti viaggiano per raccogliere immagini, oggettive e materiale (cartoline..), sia soggettive ed immateriali (sogni, speranze, visioni..)
Nonostante l’interesse per i legami tra turismo e immagini, c’è la tendenza a sottovalutare il turismo.
Analisi sul rapporto fra turismo e fotografia del paesaggio: divisione tra viaggiatore, turista e gitante.
Il viaggiatore logocentrico segue la tradizione occidentale, dà centralità alla mente , al logos rispetto all’occhio, e viene considerato superiore rispetto al turista oculocentrico.
LA CULTURA VISUALE E LA RAPPRESENTAZIONE DEL PAESAGGIO
La CV si consuma egli spazi; il turismo è stato frequentemente rappresentato e teorizzato come un viaggio attraverso luoghi, identità ed esperienze.
L’esperienza visiva è parte delle numerose sfaccettature che coinvolgono il turismo; materialmente la rappresentazione visiva del turismo è significativamente fisica, prende in esame lo spazio. Metaforicamente la cultura visuale può organizzare le idee ed i desideri dell’esperienza turistica ed i luoghi particolarmente fantasticati.
Il turismo è il frutto del connubio tra affari ed istituzioni culturali che attingono alla CV e alla sua ricerca.
Nel processo di consumo, il turista valorizza le cose e gli oggetti e dopo l’acquisto attribuisce loro valore in un processo di coinvolgimento attivo.
STRATEGIE DI COMUNICAZIONE E TURISMO
Canali di comunicazione: l’importanza delle strategie del desiderio attraverso le quali i bisogni dei consumatori sono messi in circolo e il loro crescente interesse catturato in un processo di consumo continuo.
Nel caso del turismo questi segni possono essere manifesti, documentari, oggetti d’arte, e i luoghi stessi.
Il turismo è spesso presentato come un processo di seduzione. La gente è attratta dai viaggi, affascinata da determinate culture.
Lo sguardo è una componente famigliare all’analisi del turismo (urry).
La percezione del binomio turismo e CV può essere considerata una complessa pratica di soggettività; si potrebbe sostenere che le persone praticano e agiscono i luoghi e le loro vite. I siti e la produzione di immagini del turismo sono vissuti, giocati.
Non soltanto consumatori della CV disponibile, i turisti producono la loro, esemplificata nelle loro fotografie.
La CV può divenire significativa se elaborata attraverso un processo di pratica e di rielaborazione dell’oggetto finito o completato che costituisce una risorsa attraverso la quale le identità possono praticare e riscoprire proprie metafore.
La Cv del turismo è fluida e può configurarsi come una semiotica soggettiva e materialistica. Sia il turismo che la rappresentazione iconografica possono essere considerati processi di conoscenza, esperienza ed identità.
Le persone abitano lo spazio o le immagini, ma vivono in relazione ad essi in un processo di divenire dell’essere turista.
La produzione di CV è un processo di viaggio che comprende esplorazione, immaginazione ed esercizio e pratica d’identità.
La produzione del turismo è un processo di incontro con lo spazio, il paesaggio, e le sue Cv di rappresentazione. L’essere un turista significa produrre e non solo consumare, paesaggio, luogo e materiale visuale.
Fotografie ed altri elementi culturali tangibili sono frammenti dell’incontro personale del turista con la CV.
In conclusione quindi si condivide l’idea di Urry che l’esperienza turistica è prevalentemente, ma non esclusivamente, visiva.
ITINERARI TURISTICI: IL TEMPO DEL VIAGGIO, IL TEMPO DELLO SGUARDO
Il turista nell’esperienza del viaggiare produce la propria CV di popoli e luoghi.
Nel ricostruire i 4 itinerari di turismo urbano, dal grand tour alla megalopoli padana, si è scelto un intreccio cronologico tra pratica del viaggiare e Cv.
A testimoniare il sodalizio tra letteratura di viaggio e diversi linguaggi iconografici, si può ricordare la produzione di diari codificati dalla lunga tradizione del grand tour che aveva definito alcuni scenari dell’habitat urbano luoghi topici di turisticità con lo scopo di inventare e catalogare e rappresentare monumenti, opere d’arte e costumi locali.
Gran parte dell’iconografia di siti e luoghi che guidano i percorsi del grand tour è prodotta per pubblico straniero e risponde ad esigenze diverse (documentazione archeologica, itinerari paesaggistici, costumi locali…)
I repertori dei Voyages pittoresques concretizzano quella imagerie urbana di metà 800 che indirizza la tradizione vedutistica pittorica di tipo commemorativo verso la rappresentazione meccanico-fotografica di genere descrittivo.
Si nota il passaggio da un codice artistico a una visione + tecnica dei panorami cittadini, il quale si afferma nelle guide turistiche del tempo, e si ricerca la veridicità dell’immagine urbana.
Il medium fotografico fissando con la composizione della città nei minimi particolari, funzionava come strumento di documentazione di forme architettoniche ed espressioni culturali. La fotografia ha uno straordinario carattere rivelatore, è capace di penetrare la realtà.
Le caratteristiche della camera oscura permettono di raccogliere ogni particolare dello spazio sociale, e registrare più di quanto il fotografo vede al momento dell’esposizione della pellicola alla luce.
Lo sguardo fotografico è uno strumento efficace a svelare il linguaggio muto della cultura architettonica di una città. La fotografia svolge funzione analitica. L’occhio fotografico fissa nel tempo determinate emozioni visive.
Visual frame: sezione di territorio. Il visual frame consente di recuperare lo sguardo socio-territoriale applicato alla pratica turistica che risulta fondante per la definizione e lo sviluppo di paradigmi di turisticità.
Da una parte è il frame ambientale che fornisce un telaio di relazioni spaziali, dall’altra è l’osservazione visuale che in un determinato momento storico, ne fornisce la progressiva scansione temporale.
Alla diaristica dei grandi viaggiatori, scrittori, filosofi, si aggiunge anche un linguaggio per immagini.
Nell’iconografia turistica le sezioni dell’ambiente urbano, rappresentate in guide o nella letteratura di viaggio, risultano così delle espressioni culturali ricche di stimoli e rimandi visuali; dietro l’aspetto pittoresco si nascondono elementi e relazioni che rilanciano la situazione locale, il vissuto specifico, la particolarità di una comunità.
- primo itinerario: caratteristiche -> sguardo del turista romantico, lunga tradizione del Grand Tour. La fotografia integra i disegni e le incisioni negli scritti.
- rappresentazione del paradigma urbano-americano della città verticale: NYC. In America l’uso della camera genera una fotografia + diretta.
- terzo itinerario: sguardo collettivo. Turismo urbano nostrano cresciuto inmaniera significativa dopo II GM nella metropoli dal cuore antico: Roma. Passaggio dalle immagini della tradizione del TCI al linguaggio cinematografico di vacanze romane e della dolce vita.
- quarto itinerario ha come meta la megalopoli padana, ideal tipo di un turismo urbano post-moderno e sguardo socio territoriale.
Per l’operatore turistico, flessibile e polivalente, il philosophic practitioner, è importante acquisire skills inerenti alla CV finalizzati a progetti e piani di marketing turistico.
Doppia chiave di lettura fotografica:
- la prima permette lettura collettiva di un sistema di fotografie che, collegate tra loro, definiscono i confini di un netowrk urbano regionale.
- La seconda è una lettura singola dell’immagine simbolo di una sezione territoriale circoscritta (visual frame) che, in riferimento al racconto turistico globale, restituisce una testimonianza significante di un particolare non traducibile in altri linguaggi di storia locale e di identificazione degli attori che la compongono.
Fonte: http://www.scienzeturismo.it/wp-content/uploads/2008/12/approcci-visuali-di-turismo-urbano-introduzione.doc
Sito web da visitare: http://www.scienzeturismo.it
Autore del testo: non indicato nel documento di origine
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