Storia del turismo

 


 

Storia del turismo

 

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Storia del turismo

 

La tradizione disciplinare in Italia

 

Anni trenta: i geografi italiani iniziarono ad occuparsi di turismo

 gli economisti  notarono i benefici che davano le transazioni finanziarie dei turisti,

i sociologi erano incuriosita dall’ “inquinamento” sociale che  il turismo portava.

 

Dopo la II guerra mondiale: i geografi italiani cominciarono a formulare schemi interpretativi nomotetici del fenomeno turistico

 

Il primo autore fu Toschi : 1936- la monografia su Taormina ( primo studio di geografia del turismo in Italia)

 

1947 – affrontò a livello metodologico il fenomeno turistico riprendendo gli stimoli offerti dagli economisti  circa il trasferimento di denaro ed elaborando alcune considerazioni sugli aspetti  umani del turismo.

Fin dall’inizio sottolineava che il fenomeno turistico vedeva quali oggetti d’indagine due regioni principali, oltre a quella di transito:

 

1) quella di partenza dei turisti

2) quella di destinazione dei turisti

 

1957 – relazione generale sulla geografia  al XVII congresso geografico italiano, svoltosi a Bari

Da tale data si susseguirono numerose pubblicazioni

 

Dialogo tra regione di turismo attivo e passivo :

 

4 tipi di relazione:

 

  • offerta e domanda concentrate in 2  poli
  • domanda concentrata e offerta dispersa
  • domanda dispersa e offerta concentrata
  • offerta e domanda disperse  (oggi il più diffuso)

 

Qualche definizione

 

Geografia: studia la diversa distribuzione e combinazione sulla superficie terrestre dei fenomeni che ne modificano i caratteri fisionomici e influiscono nel contempo sulla vita operosa dell’uomo, esamina le associazioni di oggetti e fenomeni che ne costituiscono i paesaggi, ne descrive le unità organiche in cui appare ripartita e analizza gli insiemi territoriali, risultato di azioni congiunte delle forze naturali e degli interventi umani. (Ruocco)

 

Paesaggi : manifestazioni dell’interazione fra uomo e ambiente

Regioni : parti della superficie terrestre dotate di una spiccata individualità, di una forte organicità e di un elevato livello di organizzazione.

Turismo: laddove un consumatore  si reca per tornare  sui suoi passi dopo un certo periodo, breve abbastanza per non  costringerlo a provvedersi di una casa , ma lungo si da imporgli di richiedere i servizi fondamentali , la geografia riconosce il turismo: perché vi trova i segni di una costruzione territoriale di una costruzione territoriale spiegabile , in parte solo con i suoi più o meno effimeri visitatori.

 

turismo: ogni spostamento fuori casa senza scopo di lucro, per almeno 24 ore.

 

Regione turistica: è un lembo di territorio capace per sue caratteristiche naturali o umane , di attrarre flussi costanti o periodici e tendenzialmente cosmopoliti di persone  che vi trascorrono parte del loro tempo libero dal lavoro e spendono in luogo redditi percepiti altrove.

 

La geografia  considera il turismo, come espressione e misura della capacità degli uomini di organizzare lo spazio per metterlo meglio al suo servizio rispettando la natura negli elementi essenziali, lo considera come fattore di sviluppo regionale ed esamina  i nodi e le regioni turistiche per valutarne il grado di maturità e loro prospettive.

 

Riflessioni postmoderne

 

 

Il filone di studio geografico - percettivo si è rivelato un vaso di pandora  che ha innovato profondamente anche gli studi di geografia del turismo.

La geografia più attuale mette in discussione la realtà unicamente intesa  e si sofferma criticamente su come essa  viene percepita soggettivamente dai diversi individui e dalle diverse società.

Il concetto base della geografia del turismo post moderna non è più la regione turistica ma il luogo :

una categoria interpretativa fondamentale , costruita e ricostruita per dare significato allo spazio in cui ci si muove e in cui si agisce; è il contesto simbolico che noi elaboriamo per agire nel mondo 

 

gli studiosi di discipline psicologiche hanno successivamente definito il “paesaggio psicologico” costituisce il nostro contesto e senza contesto non può esistere un soggetto: parte fondamentale di noi stessi, perciò senza  soggetto e contesto non si può esistere.

 

Una località turistica per essere tale deve essere nota ed essere percepita come luogo turistico, cioè meritevole di essere visitata imponendosi sul mercato a discapito delle altre.

 

Prima conclusione:  se si può ben dire che oggi non ci sia alcun lembo di superficie terrestre dove non è arrivato il turista , dove esso non sia ben accetto e dove non si sia cercato di farlo ritornare  è anche vero che  oggi siamo tutti turisti.

 

 

 

 

Brevi cenni di storia del turismo

 

Prime forme di turismo: antichi egizi, pellegrinaggio verso località sacre  e siti di monumentale magnificenza.

Grecia antica : pellegrinaggi verso santuari e oracoli, località termali, partecipazione ai giochi olimpici. Spostamenti soprattutto via mare e l’ospite era ritenuto sacro.

 

Impero Romano : la diffusione del latino e la pax romana offrono la possibilità d’incrementare i traffici commerciali, inoltre si recavano alle terme  al mare, ai giochi o alla visita di grandi monumenti.

 

Medio evo: pellegrini verso abbazie e monasteri per la notte o per avere soccorso.

 

Dopo l’anno mille: studenti e docenti universitari si recano  negli atenei più prestigiosi…attualmente ERASMUS

 

Dopo il 1500 : rinascimento, la scoperta di tutta l’Europa per il gusto di sapere.

 

Alla fine del 1600 : il Grand Tour (un viaggio di circa 3 anni nelle capitali e maggiori città di tutta europa)

 

Nel 1800 : turismo romantico alla ricerca dell’orrido e del sublime

 

Fenomeno elitario fino agli anni 20 e 30 del XX secolo (1900)

 

La trasformazione da turismo di elite a turismo di massa avviene per prima in nord america negli anni 20 e 30 e si verifica in Europa negli anni 50. Sarà solo negli anni in America e 60 in Europa che il turismo di massa diventerà internazionale e negli anni 70 addirittura intercontinentale.

 

Il nuovo turista persegue nelle sue vacanze l’estetizzazione  della vita quotidiana  e del viaggio, l’intellettualizzazione degli incontri personali, il cosmopolitismo della esperienze turistiche: è un turista esigente nei confronti della qualità del servizio e dell’offerta culturale  proposta  e vuole essere protagonista e non solo consumatore  dell’esperienza turistica.

 

Il post turista si dimostra poco sensibile al fascino dell’autentico: il mondo in fondo è un palcoscenici ed egli vuole assaporarne  l’immensa varietà di spettacoli disponibili per soddisfare i propri desideri culturali, estetici, spirituali, in un ristrettissimo arco di tempo e in uno spazio ridotto.

 

Le relazioni tra autoctoni e turisti:

 

  • incertezza : autorità e comunità locale hanno un atteggiamento incerto nei confronti del turismo, spesso caratterizzato o da grandi aspettative o da grandi timori
  • divisione : gli autoctoni si dividono principalmente in indifferenti, curiosi, o scettici nei confronti del nuovo fenomeno turistico
  • entusiasmo : i locali collaborano con le autorità alla costruzione  di strutture per  i turisti ma non ne usufruiscono se non in misura ridotta
  • imitazione : la comunità locale, percependo la sua differente condizione sociale ed economica  rispetto ai turisti, assume un atteggiamento di imitazione dei loro comportamenti.

 

Fonte: http://gatcunisalento.altervista.org/joomla/attachments/article/60/Geografia%20del%20Turismo%20-%20Bagnoli%20-%20CAP%20I.doc

Dal manuale di Geografia del Turismo (Bagnoli)

Sito web : http://gatcunisalento.altervista.org/joomla/index.php/riassunti/67-geografia-del-turismo-d-viterbo/60-geografia-del-turisto-bagnoli

 

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