Turismo naturalistico

 


 

Turismo naturalistico

 

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Turismo naturalistico

 

TURISMO NATURALISTICO

Molte culture e società hanno ipotizzato l’esistenza, eventualmente anche in epoche passate, di lembi della superficie terrestre ove l’uomo sapesse vivere in piena armonia ed equilibrio con la natura. Nell’800 il Romanticismo (industrializzazione e avvento del turismo modernamente inteso)  ha ipotizzato lo STATO NATURALE raggiunto il quale l’uomo avrebbe potuto manifestare pienamente le sue capacità e potenzialità. La ricerca di tale habitat (così come viene descritto nel Romanticismo) ha portato alla diffusione di una moda che ha investito giovani ed adulti influenzando anche la prassi politica dell’epoca. Come tutte le mode anche questa risulta difficile da mantellare infatti da allora l’idea relativa all’integrità naturale dei luoghi si è mantenuta al punto che l’ansia dei turisti post-moderni comporta la ricerca di tratti della superficie terrestre ove l’uomo non abbia ancora portato inquinamento e ove sia possibile avere un contatto con un ambiente naturale quasi uguale a quello precedente l’arrivo dell’uomo sulla terra. A proposito di ricorda che il turismo naturalistico ipotizza infatti l’esistenza di luoghi naturali intatti e vergini …ovviamente di tratta di una pia illusione in quanto globalizzazione, industrializzazione, progresso scientifico, edificazione spesso incontrollata hanno portato a conseguenze ambientali tali da poter affermare che risulta impensabile l’esistenza odierna di luoghi non antropizzati. A proposito si ricorda che Mcannel afferma che TUTTI SIAMO TURISTI infatti oggi il mondo è sia una regione di incomng che una regione di outgoing per cui non vi è alcun lembo di superficie terrestre ove l’uomo non sia già giunto. L’autenticità dei luoghi, per quanto appaiano o siano fatti apparire come intatti, è attualmente sempre autenticità rappresentata; i sogg possono solo sperimentare tale autenticità rappresentata mediante servizi commerciali appositamente creati per veicolare e supportare l’esperienza del turista-viaggiatore. Esistono infatti degli stereotipi geografici (luoghi semplificati e condivisi) che stabiliscono ciò che è autentico e ciò che non lo è che derivano dall’esperienza, gli studi, l’immagine creata per i turisti del luogo ecc. Tali stereotipi sono difficili da smantellare e risultano anche funzionali se opportunamente sfruttati dagli organizzatori di viaggio al punto che difficilmente nell’incontro Turita-operatore turistico essi vengano messi in discussione………..anzi le stesse località di incoming vengono organizzate e gestite in modo tale da far mantenere tali stereotipi al punto che spesso si ha il fenomeno della MUSEIFICAZIONE DELLA CULTURA. Sebbene sia evidente la non esistenza di un turismo relativo a luoghi naturalisticamente intatti il turismo naturalistico e la sua ideologia attirano milioni di turisti; questi ultimi risultano essere completamente differenti da quelli del periodo del turismo di massa infatti:

  • i turisti di massa erano turisti consumatori convinti che la natura fosse in grado di rigenerarsi da se: erano turisti spesso apatici interessati al dolce far niente, ai beni legati alla corporeità (abbronzatura, sole, mare ecc) che non ricercavano né la novità ne l’alternativa e ancora meno l’incontro con l’altro e l’altrove al punto che le comunità locali nel periodo d’oro della società di massa (45-75) si sentivano colonizzati dai turisti di massa.
  • I turisti post-moderni cercano invece l’alternativa nelle esperienze di viaggio (turismo esperienziale); l’incontro con l’altro e possibilmente la possibilità di calarsi nell’autenticità (sempre rappresentata ovvero negoziata, parziale, creativa, continuamente reinventata) delle popolazione locali (turismo etnologico) e anche l’incontro dialogo, confronto con una Natura lontana e differente da quella abituale delle loro quotidianità.

L’immagine turistica anche per ciò che concerne il turismo naturalistico si delinea mediante una molteplicità di strumenti (toponimi turistici, mass-media, letteratura, slogan, internet ecc) nella regione di turismo attivo per poi trovare soddisfazione nella regione di incoming. In generale le immagini proposte dalle agenzie di viaggio rispecchiano ovviamente le nuove esigenze/motivazioni della nuova popolazione mobile (nuovo ceto medio medio creativo, intellettualizzato, responsabile e cosmopolita) e quindi si tratterà di: deserti infiniti, atolli cristallini, rifugi inerpicati, vette ostili all’uomo, grotte profonde, vulcani attivi ecc. In Italia si ricordano, a riguardo: le grotte di stiffe in Abruzzo, le grotte Frassassi nelle Marche, la cascata delle marmore in Umbria, il Vesuvio nei pressi di Pompei, Lo Strompoli nelle Isole eolie, L’etna sopra Catania, il Monte bianco (cima + alta delle nostre Alpi), le grotte del Cammello di presepe perciata nelle Egadi ecc.

Precisamente le attuali mete che risultano essere + attrattive sono: CERVINO, VULCANO FUJI, DESERTO DEL SAHARA, CASCATE VITTORIA. Queste attrazioni ovviamente non sono dotate di un’autentica wilderness in quanto oggi trovare luoghi totalmente autentici dal punto di vista naturale è impossibile.

CERVINO: Fino al 1965 la vetta del Cervino non era ancora stata scalata da alcun alpinista. Successivamente alla scalata del Cervino da parte dell’alpinista Whinper si susseguirono migliaia di scalate da parte di altri alpinisti e attualmente il Cervino risulta essere un ambiente fortemente antropizato: in vetta vi è una corce issata dall’uomo, lungo i pendi vi sono rifugi inerpicati, scale fisse per la risalita; ai piedi del cervino si trovano Cervinia e Zermatt con i loro moderni e multifunzionali impianti sciistici che modificano i versanti e l’equilibrio idro-geologico. eppure il Cervino è l’icona per eccellenza della vetta incontaminata ostile all’uomo?!?

A proposito del turismo alpino (legato in parte anche al turismo naturalistico) si ricorda che esso si sviluppa soprattutto col successo dell’alpinismo nel XIX secolo momento in cui risulta essere necessario attribuire e distribuire un toponimo ad ogni vetta, precedentemente denominata solo “montagna” in quanto priva di attrazione per autoctoni e turisti. I toponimi e i neotoponimi turistici permettono comportano il riconoscimento dell’esistenza e dell’identità della località turistica alla quale è attribuito valore, si tratta di un marchio commerciale evocatore di un immagine.  Oggi in Italia tutte le vette delle Alpi e degli Appeninni sono dotate di un proprio nome spesso coniato appositamente anche per attrarre non solo un turismo alpino e naturalistico come la cima dedicata a Giovanni paolo II nel massiccio del Gran Sasso che ovviamente attira l’attenzione anche del turismo religioso a livello di pellegrinaggio. Anche le vie alpine oggi hanno un nome, così come i rifugi e i valichi, i passi

ISOLA DI TINO A LA SPEZIA: l’isola è un ex-territorio militare abbandonato ove è possibile visionare una flora decisamente particolare anche perché l’isola non ha residenti e le visite avvengono 2 volte all’anno e solo con relativo permesso autorizzato. In realtà Tino presenta un paesaggio in fase di degrado con le sue caserme dimesse ereditate dal precedente periodo militare. Se fosse attuato un turismo responsabili sicuramente in paesaggio potrebbe essere recuperato, ma il turismo responsabile richiede di essere veicolato e “creato” mediante programmi appositi di educazione ambientale. Questi ultimi si sono particolarmente diffusi in tempi recenti nelle regioni di turismo attivo al fine di formare turisti sostenibili, riflessivi, resposabili che non comportino degrado nelle regioni di turismo passivo. Tali programmi permettono e sempre di più permetteranno:

  • alle regioni già affermate turisticamente di orientarsi verso un turismo di tipo sostenibile
  • alle regioni non affermate turisticamente di proporsi sul mercato turismo dell’ecoturimo. Tale temine è di origine inglese e si fonda sul fatto che la motivazione principale del viaggio è la ricerca della biodiversità e anche sul fatto che la fragilità della natura sia un valore da rispettare.

Il turismo naturalistico può essere definito come una forma distinta di TSM che si fonda sull’apprendimento dei vari aspetti della natura, che si regola e autoregola nel rispetto dei controlli di gestione dei limiti dello sviluppo locale; è un turismo incentrato sulla comunità locale e rivolto alla tutela di aree geografiche e naturali protette che necessitano di conservazione (PARCHI NAZIONALI E REGIONALI, RISERVE NATURALI).

In Italia si ricordano le seguenti aree protette: Parco dei monti sibillini (Marche e Abruzzo) che per una serie di conflitti politico-istituzionali e sociali è però un parco + sulla carta che altro; in Abruzzo il Parco della Maiella, del Gran Sasso e il  Parno nazionale d’Abruzzo che è un parco di antica istituzione ed è riuscito a proporsi e gestirsi in modo ottimale; il Parco dello Stelvio (Confine Lombardia e Piemonte); il Parco del GranParadiso (Val d’Aosta); il Parco del Circeo nel Lazio; il Parco del monte Pollino (confine tra Basilicata e Calabria).  La legge che prevede l’istituzione delle aree protette è la legge 394 del 6 dicembre 1991 e distingue tali aree protette in 2 categorie:

- parchi naturali (generalmente di dimensioni + piccole) caratterizzati da 1 o + ecosistemi totalmente o parzialmente intatti

- riserve naturali (generalmente di dimensioni + ampie) caratterizzati da 1 o + specie animali o vegetali naturalisticamente rilevanti (orso morsicano nel parco degli abruzzi)

Il turismo in tali aree può essere erosivo, ma anche motivo di valorizzazione e tutela in quanto il turista è apportatore di denaro inoltre contribuisce ampiamente a delineare le mode turistiche nella regione di outgoing e quindi l’immagine turistica del luoghi percepiti come meritevoli di essere visitati.

TURISMO ETNOLOGICO

Attualmente sulla terra non esistono culture o società totalmente pure e prive di condizionamenti esterni. In proposito si ricorda  che Mcannel disse che SIAMO TUTTI TURISTI. Oggi infatti il mondo è sia una regione di incoming e anche una regione di outgoing. Insomma non vi è alcun lembo di superficie terrestre ove l’uomo non sia già giunto. Eppure enormi flussi di turisti cercano nei loro viaggi l’incontro con culture autentiche, pure, genuine…..

Il turista della società dei consumi era un turista consumatore convinto che la natura si rigenerasse da se. Era il periodo in cui la domanda dettava le regole del mercato turistico (oggi le regole sotto definite dalla società dell’Incoming) ove l’incontro con le comunità locali spesso aveva un impatto negativo su di esse infatti gli autoctoni si sentivano colonizzati dai turisti di massa. Questi ultimi cmq non cercavano né l’incontro con l’altro né quello con l’altrove infatti il loro viaggio era incentrato sugli aspetti della corporeità: abbronzatura, sole, mare, dolce far niente tipici della società dei consumi soprattutto nel periodo d’oro del turismo di massa (45-74) con le sue classiche 3 S: sun, sand, sea (in Italia c’erano le 4 M)legate alla corporeità e le successive S: sex, spirit, sport.    Oggi, il turista post- moderno appartiene alla nuova popolazione mobile: il nuovo ceto medio intellettualizzato, cosmopolita, responsabile, professionalizzato e creativo che ricerca l’incontro con la comunità e desidera essere calato in essa per poter accrescere il suo bagaglio di esperienze mediante il coinvolgimento con le pratiche e i riti degli autoctoni, la possibilità di sperimentare il loro cibo ecc. Subentrano le 3 L ovvero Leisure (esperienze polisensoriali, turismo multimotivato), Learning (apprendimento), Landscape (attenzione alla qualità/autenticità del patrimonio culturale, paesaggistico, eno-gastronomico ecc)

Si può quindi infatti affermare che + il turista può immergersi nella popolazione totale più risulta essere soddisfatto della sua esperienza di viaggio……. Il turismo quindi non è + solo vendita del posto letto e relativo pernottamento ma è caratterizzato dal consumo di un esperienza che ruota intorno all’autenticità.

Mcannel parla di autenticità rappresentata e in proposito delinea 6 fasi che la caratterizzano: front regione, front back region, front, come back region, back region per pochi, back un po’ alterata e back region vera dell’autenticità che, come sottolinea lo studioso, non esiste in quanto la sua esistenza implicherebbe la fusione totale del turista con la popolazione locale e per questo cesserebbe il suo ruolo di essere turista. Quest’ultimo infatti può solo sperimentare l’autenticità rappresentata mediante appositi strumenti commercializzati che veicolano e sostengono la sua esperienza di viaggio. Tale autenticità rappresentata è quindi: parziale, negoziata tra le parti, creativa e non statica, impregnata di una qualità, non permanente o assoluta, ma cultura e storica in movimento per questo essa può essere continuamente reinventata. Spesso l’espressione “cultura autentica”assume il significato di CULTURA COM’ERA PRIMA DELL’ARRIVO DEI TURISTI O DI CULTURA COM’ERA PRIMA DELL’ARRIVO DEGLI EUROPEI, DELL’ARRIVO DELL’INDUSTRIALIZZAZIONE O DELLA TERZIARIZZAZIONE DELL’ECONOMIA. Queste modalità di intendere la cultura autentica sembrano presupporre che gli avvenimenti successivi a ciò che è definito “cultura autentica” abbaino determinato solo degrado o impoverimento In realtà si è verificato anche valorizzazione e arricchimento basti pensare ai benefici del turismo sostenibile e al fatto che attualmente il turismo è definito fattore funzionale allo sviluppo locale, apportatore di denaro, risolutore del problema dell’occupazione e ottimo incremento per la valorizzazione della località locale, risolutore di problemi di degrado e abbandono dei beni culturali ecc ecc.

Attualmente è come se una volta fissata l’autenticità di un luogo o un oggetto essa divenga l’unica realtà possibile proposta dal mercato turistico. L’immagine geografica di un luogo pare essere indifferente al fatto che la comunità muta in quanto col trascorrere del tempo è ovvio che avvenga una sua evoluzione……..è come se fissata l’autenticità di un luogo questa, indipendentemente dal mutare della quotidianità degli autoctoni, debba obbligatoriamente rimanere tale.

Esistono degli stereotipi geografici(visone semplificata e condivisa di un luogo) e non solo (vi son anche stereotipi associati a  sogg, alimenti ecc) che definiscono ciò che è autentico e ciò che non lo è per cui l’indiano è autentico solo se vive ne tepee, il beduino in una tenda in pieno deserto ecc. Lo stereotipo è una costruzione mentale che si fissa nelle nostre menti, difficilmente smantellabile (soprattutto se continuamente alimentato), sulla base delle nostre esperienze, dell’istruzione, degli stili di vita ecc. L’immagine turistica nelle nostre menti si delinea in base a come essa viene costruita nella società in cui noi viviamo e quindi mediante appositi strumenti quali: neotoponimi turistici, letteratura, mass media (tv, cinema, giornali ecc), stili di vita e comportamentali dell’attuale classe considerata è elevata (i VIP) ecc. Si tratta di immagini e aspettative precofenzionate che nascono nella regione di outgoing per poi essere soddisfatte nella regione di incoming. Gli stereotipi dei turisti solitamente vengono consolidati dal fatto che i tour operator li assecondano, anche se negativi, e mai o quasi li contraddicono. Persino la località di turismo attivo si attrezza per non deludere le aspettative della clientela turistica contribuendo a delineare un autenticità attesa dai turisti, ma non sempre molto reale. Spesso avviene anche che un aspetto culturale apparentemente autentico di un luogo sia in realtà stato creato ad hoc per un occasione in particolare come è stato fatto con la tipica danza greca denominata Siriani che di antico e tipico ha ben poco visto che è stata creata per un film nel 1964?!. Si assiste spesso ad un fenomeno denominato museificazione della cultura ove si viaggia semrpe + spesso in un immaginario costruito dai mass media. Persino i classici souvenir che in teoria dovrebbero essere espressione della cultura originaria di un luogo oggi sono spesso creati ad ho in base alle esigenze dei clienti-turisti. La richiesta incalzante dei ricordini da portarsi a casa in memoria di un viaggio potrebbero risultare funzionali per rivitalizzare l’artigianato di un luogo, ma questo implicherebbe un costo eccessivo del souvenir non accessibile a tutti per cui accanto ai souvenir fatti a mano si affiancano una molteplicità di oggetti prodotti in serie ed abbordabili che spesso han poco a che fare con l’autenticità del luogo. Si tratta delle ormai diffusa mercificazione della cultura. Il turismo infatti può prendere 2 direzioni quella della valorizzazione o quella della mercificazione della cultura: la decisione circa la via da intraprendere spetta oggi + che mai alla società dell’incoming. Sarà la comunità locale a collaborare idoneamente e cercare di proporre prodotti e servizi  autentici di qualità.   Il turismo sostenibile e lo sviluppo sostenibile infatti sono orientati alla comunità locale stessa e alle sue capacità gestionali, organizzative, di valorizzazione, tutela, conservazione, promozione delle proprie peculiarità e specificità e questo mediante: collaborazione, buone operazioni di marketing, nuove figure professionali simili alla nuova popolazione mobile, un economia a rete e di comunità flessibile e funzionale………..

Alla domanda se effettivamente oggi esiste ancora qlc di autentico è possibile risp solo facendo riferimento a
- all’educazione del turista sostenibile

-alla responsabilità delle comunità locali

TURISMO BALNEARE eliotropio e balneotropico

Nel 1993 Lozato Giotart ha coniato l’espressione turismo balneotropico ed eliotropio a significare che la motivazione principale del flusso turistico è la ricerca di posti soleggiati ove sia possibile fare i bagni al mare.

In passato la società di elitè aveva delineato una cultura di elitè caratterizzata dal colore bianco quale segno di distinzione sociale dalle masse di lavoratori costretti a stare sotto il sole. Era il periodo in cui il mare era una meta per il turismo invernale e la montagna meta del turismo estivo. I bagni al mare non erano non erano la moda e anche quando il mare divenne meta ambita dai turisti essi giustificavano la cosa con l’alibi del turismo climatico e terapeutico. Le motivazioni terapeutiche si protrasse dall’800 alla fino agli anni 60 del secolo scorso a motivazione degli spostamenti dei turisti verso località che offrivano un clima + favorevole rispetto a quello di residenza. Esistevano sulla costa servizi che offrivano servizi x coloro che necessitavano un turismo terapeutico climatico ed accanto a tali turisti vi erano anche sogg che si recavano al mare semplicemente per moda ma motivavano il viaggio x scopi terapeutici. a quasi la metà del secolo scorso infatti + località turistiche marine non osarono definirsi località di soggiorno e turismo in quanto ancora soggette alla moda del turismo di soggiorno, turismo e………..cura.

Dopo la seconda guerra mondiale le cose iniziano a cambiare e chi è stato in vacanza lo si riconosce perché torna abbronzato. L’abbronzatura si ricorda che non è un rito ovvi anzi è una vera e propria elaborazione culturale. Si racconta che negli anni 20 in Usa Coco Chanel tornata da una crociera col duca di Winsor mostrò una splendida abbronzatura. I giornali informarono la nascente cultura di massa e l’invidia imitativa si scatenò. Successivamente a tale episodio si diramarono + accadimenti: la Copperton mise in commercio i primi abbronzanti, G. Traiani pubblico il suo libro “pelle di luna, pelle di sole” ove mise in luce come il bianco non era più segno di distinzione e seduzione, l’abbronzatura venne legalizzata e non inventata da Coco C. che la rese moda. Negli secondo dopoguerrale pratiche legate alla corporeità raggiungono anche l’Europa e l’Italia. In proposito si ricorda l’immagine di J.Foster bambina che mostra il segno bianco del costume rispetto al resto del corpo perfettamente abbronzato (Copperton). Negli anni 50-60 la vacanza estiva per antonomasia è sicuramente quella marina legata appunto alla corporeità: abbronzatura, sole, dolce far niente, mare, relax . E’ il periodo caratterizzato dalla 3 S (sun, sand, sea) che in Italia sono associate alle nostre 4 M (mare, moglie-marito, macchina, mestiere). Tale tipologia di vacanza si afferma per una serie di motivi: diffuso benessere economico, motorizzazione di massa, sviluppo della tecnologia della comunicazione, sviluppo della tecnologia dei trasporti resi + sicuri e veloci.

A riguardo si ricorda che Keynes conia il modello della società dei consumi sottolineando la necessità di creare un nuovo ceto che consumi corrispondente al ceto che produce. Stesso discorso per il Fordismo: H. Ford afferma la necessità di ridurre la settimana lavorativa a 40 ore, concedere le ferie pagate e il riposo del WK in modo tale che i lavoratori inizino anche a consumare…….più loro consumano, più si può produrre. Col modello si Keynes e col fordismo si riconosce che il consumo può alimentare l’offerta e quindi la produzione. Si ricorda poi Desemberry il quale sulla base dell’effetto dimostrativo  afferma che un prodotto deve essere introdotto nelle masse ove tramite l’invidia imitativa esso potrà entrare nel tessuto del mercato. Ovviamente questo vale anche per il prodotto “vacanza balneare” in quanto il turismo è un bene economico ovvero un bene scambiabile, consumabile in grado di soddisfare i bisogni dei sogg. Precisamente è un bene economico però che si differenzia dagli altri in quanto l’offerta non può spostarsi.

Non trascorre molto tempo che alle 3 classiche S se ne aggiungono altre 2 Sex and Spirit. Esse a differenza di sun-sea and sand concernono non tanto la geografia di un luogo, ma i servizi che il luogo offre ai turisti. Si aggiunge poi un’altra S, quella dello Sport inteso come apportatore di benessere fisico. Si verifica quindi il fenomeno della deterritorializzazione del turismo vale a dire: i turisti non si spostano per ricercare aspetti paesaggistici ma servizi. Il rapporto esigenza-motivazione da soddisfare/ località che la soddisfa prima forte e quasi imperativo diviene debole. Tale fenomeno investe anche il turismo balneare. Località caratterizzate da laghi, fiumi, piscine e/o parchi acquatici divengono luoghi ove è possibile soddisfare ugualmente le 6 S come avviene al mare. In proposito si ricorda che negli anni 80 il problema delle mucillaggini nell’adriatico ha delineato un effetto repulsivo del mare nelle concezioni topofiliche dei turisti ricreativi e per questo le comunità locali hanno realizzato in prossimità del mare grandi piscine; sulla riviera nasce poi l’Acquafan di Riccone e una molteplicità di parchi acqueo atici. Contemporaneamente nasce Gardaland, inizialmente come attrattiva integrativa del turismo lacuale sul lago di Garda poi diviene magnete a se stante in grado di attrarre enormi flussi di turisti. L’esempio + esasperato di turismo marino (sintetico) è SIGAIA in Giappone ove vi sono onde artificiali, spiagge artificiale e sole che abbronza ovviamente artificiale. Il problema di tali parchi di divertimento che siano legati all’acqua in modo più pronunciato o meno (vi sono anche Mirabilandia in Italia, Disney in Giappone, Disney land in california e francia , Disney world in florida ecc) è che qui le attività culturali o naturali (sole, mare ecc) sono state spesso sostituite da una prassi prettamente ludica che oggi sempre più cerca di occupare il tempo libero dei turisti.

TURISMO TERMALE

Nel XIX sec la medicina non aveva ancora raggiunto i traguardi attuali e una pratica consigliata per curare coloro che non presentavano patologie particolarmente gravi era quella di passare le acque (turismo termale). Ogni società ed ogni epoca è caratterizzata da modelli sociali che gli ampi strati della popolazione tendono ad imitare. Tali modelli comportamentali sono quelli della classe considerata + elevata.   Nelle società europee dell’Ancien regime fino all’800 erano i modelli comportamentali (anche dal punto di vista turistico) di nobili e regnanti ad essere emulati dalla classe borghese. E’ il periodo in cui la borghesia si reca nelle medesime località turistiche scelte da regnanti e nobili. In proposito si ricorda che del successo turistico di alcune località termali francesi (Vichy, plombiers) è responsabile infatti Napoleone III, amante del turismo termale. Nell’800 quindi si diffonde una precisa moda che imponeva il soggiorno terapeutico come necessità per distinguersi socialmente. Come tutte le mode essa fu difficile da superare e venne poi caratterizzata anche da un fenomeno preciso “ALIBI TERAPEUTICO”. I turisti giustificavano i loro spostamenti, non solo verso le località termali ma anche montane e marine, con motivazioni terapeutiche. Queste ultime si mantennero come prioritarie a lungo tempo e consistevano nel recarsi in luoghi ove la temperatura e il clima  risultavano essere + favorevoli di quelli di residenza. Esistevano veri e propri stabilimenti eliotropici , colonie per l’infanzia (sulla costa, in montagna ecc) che offrivano servizi per coloro che necessitavano di un turismo terapeutico-climatico e accanto a tale tipologia di turisti vi erano anche sogg che si recavano in tali luoghi per moda motivando il viaggio con l’alibi del turismo di cura. L’alibi in questione ristette a lungo infatti in alcuni casi si dovettero attendere addirittura gli anni 60 del XX secolo affinché molte località osassero smettere di definirsi COME LUOGHI DI TURISMO SOGGIORNO E CURA rinominandosi come località di soggiorno e turismo. Negli anni 60 siamo in piena società dei consumi. Essa prende avvio negli anni 20 in Usa periodo in cui un particolare avvenimento segna l’avvento delle esperienze e dei bisogni legati alla corporeità e del turismo di massa (1924). Si racconta che Coco Chanel tornata (proprio nei primi anni 20) da una crociera insieme al duca di Winsor, mostra una splendida abbronzatura. I giornali informano la nascente cultura di massa e l’invidia imitativa si scatena. Se in precedenza la società di elitè aveva definito una cultura di elite ove il bianco fosse segno di distinzione sociale dalle masse abbronzate perché costrette a lavorare sotto il sole, ore le cose si modificano radicalmente. La Copperton mette in commercio i primi abbronzanti, Giorgio Triani col suo libro “pelle di luna, pelle di sole” mette in luce come il bianco non sia + segno di seduzione e distinzione sociale, nasce la moda dell’abbronzatura (Coco non invento l’abbronzatura ma la legalizzò rendendola moda). Tali tematiche giungono in Italia negli anni 50-60 (industrializzazione) periodo in cui tutti ormai conoscono la vacanza di massa. Non sono lontani i tempi (fino alle IIguerre mondiali) in cui il turismo marino europeo caratterizzava l’inverno, il montano l’estate e il termale la mezza stagione: tutti rigorosamente motivati dall’alibi terapeutica e climatica. Ora la vacanza estiva per antonomasia è quella marina e la montagna diviene meta invernale. Questa particolare epoca è stata segnata da molteplici trasformazioni: benessere economico diffuso, sviluppo della tecnologia della comunicazione che diffonde nuove immagini del turismo, sviluppo della tecnologia dei trasporti resi + sicuri e veloci, riduzione delle ore lavorative settimanali a 40 con ferie retribuite e riconoscimento del WK (Fordismo), motorizzazione di massa ecc. L’alibi terapeutico è ormai superato, la medicina elabora nuove scoperte (antibiotici, vaccini ecc) e le località terapeutiche termali sono costrette a reinventarsi (divengono località montane e balneari in funzione delle nuove mode di turismo). Nasce anche una nuova forma di turismo: QUELLA DEL FITNESS. Le località predispongono così pacchetti benessere per ristabilire non tanto la salute del corpo, ma quella della mente: yoga, massaggi orientali, percorsi benessere, saune, bagni nel fieno e ulteriori altre pratiche sono proposte per un pieno ristabilimento dell’equilibrio dei soggetti-turisti stressati. Praticamente l’alibi di cura del corpo viene soppiantato con l’alibi della cura della mente.  Siamo negli anni 80-90 ove la de-differenziazione degli stili di vita comporta anche una differenziazione degli stili turistici: la nuova popolazione mobile corrisponde al nuovo ceto medio riflessivo, intellettualizzato, cosmopolita e creativo che da consumatore e “seguitore” incalzante delle mode esprime nuove esigenze non solo legate alle classiche 6 S (sun, sea, sand, sex, spirit and sport). Subentrano le 3 L ovvero Leisure (esperienze polisensoriali, turismo multimotivato), Learning (apprendimento), Landscape (attenzione alla qualità/autenticità del patrimonio culturale, paesaggistico, eno-gastronomico ecc). E’ opportuno precisare che il turismo termale non è stato né soppiantato né è decaduto semplicemente si è de-differenziato, re-inventato e integrato di altre attività legate al benessere di corpo e mente. Attualmente in Italia vi sono numerose località termali: Riolo, Salso Maggiore, Tabiano, Castrocaro, Cervia (E.Romagna); Montacatini e Saturnia (Toscana); Sciacca (Sicilia); Montegrotto terme e d Abano (Veneto), Panarea e Lipari con le sorgenti termali e fumarole, Acque sulfuree di Raiano (Abruzzi) ecc.

TURISMO RURALE

Esempi celebri di villeggiatura in zona rurale dono: otium dei romani nelle residenze patrizie fuori porta, la vacanza papale a Castelgandolfo ecc. Il turismo rurale si pone come semplice evasione dalla città calda e caotica dell’estate che non permette di realizzare un riposo adeguato: questa è un evasione che si fa sempre + necessaria ed investe un numero incalzante di sogg soprattutto dall’avvento del fenomeno dell’industrializzazione che causa lo spostamento di ingenti flussi di contadini verso le grandi aree urbane.  L’industrializzazione prende avvio nel dopo guerra e da essa il turismo rurale segue una moda altalenante:

  • anni 50-60 diventa quasi d’obbligo un’alternativa alla vacanza estiva per antonomasia cioè la vacanza al mare tipica del turismo di massa (anni 20 Usa e anni 50-60 Italia e europa) e della società dei consumi
  • anni 70-80 con il progresso scientifico, della tecnologia della comunicazione che diffonde nuove mode, lo sviluppo della tecnologia dei trasporti resa + sicura e veloce, la de-differenziazione degli stili di vita si afferma una moda turistica estofila e il TR perde un po’ della sua attrattiva
  • negli anni recenti la villeggiatura in campagna è stata riscoperta sovente anche sotto il nome di agriturismo.

Il termine agriturismo non nasce però in ambito turistico, ma agricolo. Le leggi italiane in proposito sono:

  • legge 991 EMERGENZA del 1952 per cercare di evitare l’esodo rurale. Al fine di attenuare il trasferimento dei contadini nelle città e quindi lo spopolamento della campagna si emanano leggi che cercano di migliorare le condizioni igienico sanitarie delle zone rurali
  • legge del 1973 sull’agriturismo che rende esplicito la possibilità di contributi a favore dell’attività rurali agrituristiche. Nel 75 nasce anche la prima guida agrituristica e proprio nei primi anni 70 vengono realizzati i primi agriturismi in Toscana e Trentino
  • legge  219 del 1983 che è la legge quadro sul turismo ove viene riconosciuta la figura del sogg occupato nell’agriturismo quale imprenditore
  • legge 730 del 1985, legge quadro sull’agriturismo caratterizzata da un contesto normativo abb rigido per sottolineare il fatto che le aziende agricole debbano avere come attività primaria l’agricoltura e secondaria il turismo evitando che diventino aziende de servizi (limiti posti letto, notti di pernottamento, sui pasti ecc)

Negli anni 90 però tale rigidità viene superata e ciò che conta sarà che gli agricoltori non abbandonino la campagna ……..se le aziende agricole si integrano inscindibilmente col turismo ben venga in quanto viene promossa l’azienda agricola polifunzionale. Prima degli anni 90 infatti le regioni elaborano deroghe inerenti alla legge 730 per attuare iniziative + flessibili rispetto a quelle delineate dalla legge quadro sull’agriturismo. Si tende quindi ad integrare ciò che prima risultava distinto e ad affermare una nuova egemonia dello spazio turistico agricolo: nasce il TURISMO RURALE. Oggi la maggior parte della aziende agricole sono anche aziende turistiche. Il legislatore non avrebbe però potuto immaginare che la pratica turistica alternativa del turismo verde divenisse anche pratica di massa. Pochi decenni fa si elabora una distinzione tra i sogg che si spostano:

*I VIAGGIATORI: sogg che si distinguono dal turismo di massa per l’elevato valore attribuito al viaggio. Si tratta dell’elite: si affermano il pessimismo critico nei confronti delle masse viste come incontrollabili e prime di responsabilità. Una critica ampiamente portata avanti dagli intellettuali legislatori del sapere che pretendono di dire cosa è giusto in ambito turistico e cosa non lo è senza però proporre soluzioni a riguardo. si ricorda in proposito il modello elaborato da Plog nel 1973 intriso dall’effetto snob e dalla critica delle massa:

*I TURISTI: coloro che possiedono i caratteri tipici dei turisti di massa ovvero convinzione che la natura si rigeneri da se, legati agli aspetti della corporetità

Anche in tempi + recenti viene elaborata da Dell’Agnese (2004) una distinzione tra:

  • TURISTOFOBI viaggiatori e non turisti, privilegiano mete che non ritengono turistiche, credono di poter scoprire nuove località, non amano viaggi organizzati
  • TURISTOFILI: turisti che amano i luoghi affollati alla moda dell’alta stagione, i pacchetti viaggio, preferiscono non avere contatto con l’altro

In base a tali distinzioni le località si organizzano per soddisfare le esigenze di una o l’altra tipologia di sogg.e questo viene fatto anche nell’ambito del turismo rurale che può definirsi come TURISMOALTERNATIVO DI MASSA in quanto è divenuta una località di massa ben organizzata e sostenibile (TSM) e anche una località alternativa in grado di soddisfare la categoria dei turistofobi.  Dal 1990 il concetto rurale cambia e come è stato osservato nel 92 dall’istituto di sociologia rurale x ambiente rurale bisogna intendere un ambiente naturale caratterizzato dalla preponderanza della superficie a verde su quella edificata. Si ricorda infine che le pratiche sociali e i segni valore nelle aziende rurali sono quelli tipici della popolazione metropolitana. Siamo alla presenza di cityusers che colonizzano la campagna: amichevolmente, con responsabilità. Non vi è una fuga dalla città all’area rurale solo una nuova interpretazione di essa in funzione di uno stile di vita metropolitano.

TURISMO RELIGIOSO

Il turismo religioso è una prassi comune a tutte le fedi: i mussulmani si recano alla Mecca, i Cristiani in Terra Santa, Gli Indù al Gange ecc. La destinazione del TR varia da fede a fede quindi Lourdes sarà inconfutabilmente cristiana, Benares, induista, la Mecca mussulmana ……tuttavia vi sono mete contese da diverse credenze: Nazareth (braccio di ferro tra cristiani e mussulmani per la costruzione di una moschea), Santiago di compostela che pr ospitando un santuario cristiano (Dedicato a S.Giacomo apostolo) è una meta ambita anche da turisti-viaggiatori appartenenti ad altre fedi o atei in quanto si tratta di un turismo che soddisfa la richiesta di accrescimento delle proprie esperienze. Si tratta di un percorso che porta a Santiago (spagna) passando dalla Francia. E’ un itinerario precedentemente percorso anche nel medioevo che ora è stato dichiarato patrimonio dell’umanità dall’UNESCO: Il TR è:

  • composito: corrisponde al risultato derivato da + componenti differenziate ed interconnesse: folklore, religione, arte, ambiente, cultura (Learning)
  • multiforme: permette di realizzare una pluralità esperenziale (Leisure)
  • sfuggente: non è immediatamente riferibile ad aspetti usuali del viaggio come per il turismo scolastico, sociale e io pellegrinaggio. Questi ultimi sono infatti caratterizzati da elementi ben definiti mentre il TR divaga su + profili: evasività, riflessività, affettività, spiritualità
  • attento: alla qualità della propria esperienza e dei beni coi quali entra in contatto (Landscape)

In proposito si ricorda infatti che l’attuale turista appartenente alla nuova popolazione mobile corrisponde al nuovo ceto medio riflessivo, intellettualizzato, cosmopolita e creativo e caratterizzato dalla 3L: Leisure (esperienze polisensoriali, turismo multimotivato), Learning (apprendimento), Landscape (attenzione alla qualità/autenticità del patrimonio culturale, paesaggistico, eno-gastronomico ecc). Il TR ha natura ambivalente e nasce dal cuore. L’esperienza del TR è una miscela rispetto ad entrambe le figure proprie del turismo e del pellegrinaggio. Esso si compone di eventi concreti tendenti alla realizzazione di 3 desideri: VIVERE, VEDERE, VISITARE.  Il Tr è un fenomeno recente della modernità (anni 80, eriodo della de-differenziazione degli stili si vita e quindi differenziazione degli stili turistici) inerente al modo di gestire l’autenticità rappresentata nei luoghi sacri. In proposito si ricorda Mcannel che delinataa delle fasi di tale autenticità (front regione, fronte back region, front come back regione, back region per pochi, back region un po’ alterata, back region vera dell’autenticità) ove dimostra che la il turista può solo sperimentare l’autenticità rappresentata mediante appositi strumenti commercializzati creati per veicolare e supportare l’esperienza del turista. L’autenticità vera quindi non esiste perché questa implicherebbe che il turista la fusione totale del turista nella comunità locale e per questo cesserebbe il suo ruolo di turista. Tale autenticità rappresentata sarà sempre parziale, negoziata, creativa, portatrice di qualità non permanenti o assolute, ma culturali e storiche cioè in movimento nel senso che essa può essere continuamente reinventata. Si ricorda che il turismo religioso era noto nel linguaggio corrente (prima di divenire fenomeno culturale, sociale e religioso) come dizione linguistica in sostituzione o come sinonimo del termine pellegrinaggio che pur avendo aspetti in comune col TR resta cmq una parte di esso e non la medesima cosa. L’istituzione ecclesiastica ha da secoli promosso il TR e il pellegrinaggio ovviamente con forme e modi differenti a seconda del contesto sociale, culturale, storico e religioso. Si può affermare che l’evoluzione strutturale del Tr e delle relative sue mete sono andate di pari passo col mutare della domanda del viaggiare. Attualmente vi sono infatti percorsi e mete consuetudinarie ma anche inedite in funzione dei modelli turistici vigenti: Grecia ove è nata la 1 comunità cristiana,  La cima dedicata a Giovanni Paolo II nel massiccio del Gran Sasso, Polonia (patria del Papa Buono) ecc. Esistono inoltre esempi di trasposizione di siti religiosi lontani rispetto all’ambiente quotidiano come per le grotte di Lourdes in             che vengono visitate con la medesima devozione che si sarebbe avuta sei ci si fosse recati laddove l’episodio ha avuto realmente luogo (Lourdes in francia nella regione del mid-pirenei: territorio dell’occitania). Si tratta di un turismo virtuale ove il luogo turistico virtuale è sostitutivo di quello originale e spesso comporta che il sogg-turista si senta soddisfatto a tal punto dall0esperienza da pregiudicare il viaggio nel luogo autentico.

Il viaggiare peregrinando ha ridisegnato una inedita geografia del sacro ove vengono valorizzati BCE già noti, ma anche BCE secondari, decadenti o abbandonati. Questo anche mediante l’utilizzo di nuovi strumenti come il Ticket che oltre ad essere singolo può essere delineato anche come biglietto a scalare in modo tale da realizzare una visita che metta in rete i magneti principali ma anche i minoritari. il ticket per le chiese si ricorda che può essere adottato solo previa autorizzazione del vescovo diocesale competente in materia. Le principali mete ecclesiastiche nella storia della Chiesa sono state: ROMA CAPUT MUNDI, SANTIAGO DI COMPOSTELA, GERUSALEMME TERRA SANTA. Vi sono poi ulteriori mete quali: certose, cimiteri, basiliche, parchi dello spirito, itinerari storici della fede, eremi, conventi ecc. Le principali mete italiane associate ai santisono:

  • basilica di S.Antonio a Padova
  • Chiede dedicate a S.franceso e S.Chiara ad Assisi
  • Il santuario della madonna delle grazie a S.Giovanni rotondo (meta + recente) dedicato a Padre Pio

Si ricorda poi che rifioriscono i santuari mariani e la devozione a Maria in Italia e ne mondo:

  • santuario della madonna di Loreto nelle Marche (3 pareti della casa della madonna a Nazareth ristrutturate a mo di chiesetta) e la relativa grotta a Nazareth ove si trovavano le 3 pietre è oggi ancora venerata
  • Santuario della madonna delle Lacrime a Siracusa
  • santuario della madonna del Rosario a Pompei
  • santuario della madonna del monte brico
  • Santuario della madonna di Fatima nel distretto di Santarem (Portogallo)
  • santuario della madonna nera di Oropa (Biella)
  • santuario della madonna di Lourdes in francia
  • santuario della madonna di Medjougorje nel comune di Citluk in Bosnia Erzegovina

Il Tr è caratterizzato non solo da turisti religiosi e pellegrini, ma anche da turisti culturali alla ricerca di beni culturali ed eventi-riti della propria o altrui fede. Le prospetti del TR nella capacità di produrre una nuova cultura di viaggio mediante anche una serie di trasformazioni che però non hanno sostituito l’antitico bensì lo hnno arricchito: da una prospettiva sostitutiva ad una integrativa, da una visione statica ad una promozionale e di valorizzazione, da una responsabilità prettamente ecclesiastica al coinvolgimento dei laici.

TURISMO DI ESPERIENZE

TURISMO ALPINO/MONTANO

Il turismo alpino non esisteva fino a quasi la metà del 700. Le alpi non erano infatti considerate luogo turistico, ma solo barriera ingombrante da superare. E’ il periodo in cui le leggende narrano che le montagne sono abitate dai draghi. Ci troviamo quindi nella prima fase del ciclo di vita di una località turistica delineato dal geografo Miossec. E’ la fase pre-turistica momento in cui la località è solo di passaggio per raggiungere altri luoghi o è lontana da essi: le vie di comunicazione sono poche o assenti, non esiste un piano di sviluppo, la comunità è priva di figure professionali in grado di lanciare la località da un punto di vista turistico. Si tratta di località fragili e isolate. Le montagne in tale epoca non possiedono un nome geografico perché non destano l’interesse né dei turisti né della comunità locale. Persino i Vesuvio venica chiamato semplicemente montagna; ovviamente questo prima che la popolazione di Pompei(suo malgrado) si accorse che quello era un vulcano e per di più attivo.

Le cose cambiano quando il rinnovato interesse scientifico nell’età dell’illuminismo (700)chiama alle Alpi gli uomini di scienza. I primi turisti delle Alpi erano infatti mossi da motivazioni scientifiche, si trattava quindi di : zoologi, topografi, geografi. Gli alpinisti che conquistarono sovente le vette + alte della catena alpina erano sovente intellettuali ovvero i turisti allocantrici di Plog e gli explorer di Cohen alla ricerca di luoghi sconosciuti, con un forte senso esplorativo. Siamo nella fase della scoperta di Miosecc e nella fase pioniera di Butler. Questa fase è comprensiva della salita del Monte Rosa, del Monte Bianco (cima + alta della Alpi) e del Cervino raggiunto nel 1865 da Whimper. Dopo di esso (com’è avvenuto per tutte le altre cime) si susseguirono migliaia di scalate realizzate dagli altri alpinisti (fase dell’imitazione di Miosecc e del decollo di Butler). Su di esso sorgono rifugi, scale fisse per scalate, bivacchi e a valle Cervinia e Zemiratt si attrezzano con i loro impianti sciistici per accogliere i turisti modificando notevolmente versanti, ghiacciai ed equilibrio idrogeologico. Oggi cmq il Cervino è l’icona per eccellenza del turismo alpino caratterizzato da un ambiente incontaminato ostile all’uomo…………in realtà tale ambiente è fortemente antropizzato.

La conquista di tali vette comporta l’affermarsi del turismo alpino (XIX) e per questo le montagne iniziano a ricevere un toponimo in quanto ora l’uomo ne riconosce esistenza, identità e gli attribuisce un valore. In breve tempo vennero distribuiti toponimi a tutte le vette delle Alpi e anche degli Appennini, venne poi attribuito un nome anche alle vie alpine solitamente in memoria di grandi scalatori o alpinisti, ma anche in funzione delle emozioni che tali vie suscitavano negli animi umani. La montagna entro a far parte dell’immaginario comune come luogo sconosciuto magico. (fase dell’organizzazione di di Miossec e del consolidamento di Butl col turista mid centrico di Plog).

La montagna prima della seconda guerra mondiale era una meta turistica affermata per il periodo estivo in quanto i sogg si movevano sulla base dell’alibi di cura per cui si recavano nelle località montane perché essere presentavano un clima (turismo climatico) + favorevole rispetto al caldo della città. Dopo la seconda guerra mondiale la montagna diviene meta per il turismo invernale e anche sulle nostre Alpi giunge il turismo di massa. (fase della saturazione di Miossec e Butler)

Le vette ora sono tutte scalate, le vie tutte percorse, i rifugi spesso sono divenuti alberghi e l’edificato ha modificato considerevolmente le nostre montagne per cui per evitare che essere entrino nella fase del declino e della successiva morte come affermano i modelli del ciclo di vita della regione turistica di Miossec e Blutler è necessario mettere in atto ciò che i 2 studiosi non avevano previsto ovvero il ringiovanimento della località mediante le linee guida del turismo sostenibile e strumenti volti a responsabilizzare le masse in funzione dello sviluppo sostenibile. Le località montane italiane infatti si sono differenziate nel tempo in funzione di diverse tipologie di turismo e a seconda della domanda di viaggio:

scolastico, ogni scuola deve avere un POF comprensivo di gite in funzione educativa e formativa ovviamente anche dal punto di vista naturale e ambientale

sportivo di esperienze, i turisti post-moderni spesso cercano esperienze spesso estreme e rischiose anche in ambito sportivo: parapendio, scalate ecc. basti pesate che un filone cinematografico inerente alla  montagna la identifica come luogo pericoloso, ostile all’uomo, spesso scenario di disgrazie………se in passato tale immagine avrebbe comportato repulsione oggi può anche attrarre

climatico, termale, prima della seconda guerra mondiale il turismo alpino era giustificato con l’alibi di cura

naturalistico, il turista post-moderno ricerca l’incontro, il dialogo e il confronto con una Natura intatta lontana e differente dalla propria. Tra le mete turistiche attuali infatti rientrano anche: vette inerpicate, valichi sospesi ecc. In proposito l’immagine per eccellenza è quella del Cervino che risulta una delle principali mete richieste dai turisti.

culturale, ogni tipologia di turismo implica accrescimento del bagaglio culturale ed esperianziale, anche il turismo alpino

religioso (una cima del massiccio del gran sasso è stata dedicata a Giovanni Paolo II per attirare i pellegrini)

TURISMO DELLA MEMORIA

Il turismo della memoria è un tipo di turismo col quale il viaggiatore cerca di salire sulla macchina del tempo per ritornare nel passato e rivivere alcuni momenti di esso. Nell’epoca + vicina a noi questo turismo ha riscosso enorme successo e la motivazione di questo è legata all’ansia prettamente post-moderna per l’autenticità. I turisti post-moderno ricercano l’incontro con l’altro e con l’altrove e risultano essere + soddisfatti se nella loro esperienza di viaggio possono calarsi nel quotidiano, nella tradizione, nel vissuto della comunità locale. Di autenticità rappresentata ne parla Mcannel delineando 6 diversi modi di concepire tale concetto. Mcannel dimostra che l’autenticità vera non esiste perchè una totale fusione del turista nella comunità locale implicherebbe la cessazione del suo ruolo di turista. Quest’ultimo può solo sperimentare l’autenticità rappresentata mediante appositi strumenti commercializzati che veicolano e supportano l’esperienza del turista. E’ un autenticità parziale, negoziata tra le parti, creativa, impregnata di qualità culturali e storiche in movimento per cui può essere continuamente reinventata. Sebbene l’autenticità è sempre ben costruita poter rivivere un periodo del passato, appositamente costruito per i turisti, permette di calarsi in un ambiente ove vengono meno i condizionamenti personali e sociali nei quali si è incessantemente immersi nella nostra quotidianità. Dinnanzi ad un mondo colmo di problemi uno dei pochi strumenti di evasione è proprio rifugiarsi nel passato, di cui spesso si ha nostalgia e altrettanto spesso tende ad essere utopizzato ed idealizzato. In proposito si ricorda che può esistere un idealizzazione FROM BELOVE (dalla base) di un epoca che procede in base a gusti, aspettative  e cultura dei turisti o FROM ABOVE (dall’alto) sulla base di un preciso disegno politico di interessi. In entrambi i  casi si assiste a ricostruzioni molto artificiali e a senso unico: si formano così immagini stereotipizzate di luoghi ove vige appunto un’autenticità presunta e costruita. Questo è un processo presente nei viaggiatori di tutte le epoche basti ricordare che i granturisti del 600 avevano dell’Italia un’idea preconcetta ovvero: poiché la penisola è stata la culla della civiltà classica essa doveva, nell’immaginario turistico, offrirsi ancora sulla base di tale immagine. Se così non avveniva perché ovviamente il tempo ha comportato modifiche, i grantuirsti elaboravano a riguardo critiche o semplicemente rimuovevano ciò che avevano constatato. Siamo in presenza degli STEREOTIPI GEOGRAFICI che derivano dall’educazione, dagli studi, dai modelli sociali e dalle immagini che ci vengono presentate circa i vari luoghi. Ci si crea insomma un immagine preconfezionata della realtà che, in quanto stereotipo (visione semplificata e condivisa di un luogo) è decisamente difficile da sradicare. I turisti odierni e in generale le culture attuali identificano infatti una regione con oggetti geografici, tipi umani ecc. Il Tibet significa monasteri buddisti, L’Australi canguro. Questi stereotipi li si ritrova anche per ciò che verrà riconosciuto come autentico e ciò che non lo è: l’indiano sarà autentico se dorme nel tepee, il beduino se dorme uìin una teda sperduta nel deserto e così via. Lo stereotipo è senza spazio (la regione presa in considerazione è caratterizzata interamente da un determinato stereotipo e non si pox incontrare diversità; la categoria dei beduini vive nelle tende e non in altri luoghi ecc). Inoltre è senza tempo ovvero così è, così era e così sarà o meglio deve essere; in fin dei conti anche l’autenticità rappresentata una volta fissata è l’unica realtà possibile proposta dagli organizzatori di viaggio come se l’immagine del turismo resti indifferente al mutare ed evolvere della quotidianità degli autoctoni nel tempo.

L’industria turistica sfrutta la massimizzazione dei profitti avvalendosi anche degli stereotipo geografici in quanto questi ultimi non vengono mai smentiti dai messaggi turistici persino quando sono molto negativi gli operatori turistici inizialmente confermano gli stereotipi e lentamente e dolcemente cercano di mitigare lo stereotipo negativo di partenza senza però rinnegarlo. Lo stereotipo ovvero l’immagine di un luogo nascerà nella regione di outgoing per poi essete soddisfatto nella regione di incoming che ovviamente sarà attrezzata per soddisfare le esigenze-aspettative dei turisti anche a costo di costruire artificialmente tutto ciò che viene atteso. Spesso infatti le peculiarità di un luogo sono create ad hoc come per la danza tipica greca, il siraki che di autentico ha ben poco visto che è nata per un film negli anni60.

Oggi hanno successo i parchi a tema storico. letterari, culturali, archeologici, etnografici che permettono ai turisti di rivivere il passato immergendosi nella cultura locale antica e vivendola in prima persona. Si ricostruiscono e soprattutto valorizzano episodi storici, stili di vita, attività del passato col supporto di : film, foto, oggetti, personaggi in costume, odori, sapori, musiche e in generale i tipici strumenti dell’autenticità rappresentata che veicoleranno l’intera esperienza degli spettatori.

L’uomo spesso modifica gli ambienti per adattarli a se e spesso attribuisce loro caratteri peculiari anche a livello culturale. Spesso l’interesse turistico di numerosi siti è proprio da ricercarsi nel significato culturale della località e delle impronte che l’uomo ha lasciato in essa nella storia. Si ricorda in proposito proprio i parchi letterari.

Nel nostri paese la realizzazione dei parchi letterari è stata gestita dalla FONDAZIONE IPPOLITO NIEVO con sede a Roma (Ettore fieramosca ispirato a massimo d’azeglio; la fiaccola sotto il moggio ad anversa ispirato a D’anninzio; Poesi a monterosso ispirato a E.montale), vi sono parchi letterari finanziati dal FERS ubicati nell’Italia del mezzogiorno (Parco culturale del Gattopardo 8sicilia del Gattopardo a Lampedusa dedicato a Giuseppe Tomasi; Parco letterario dedicato a Salvatore Quasimodo a Messina e Modica luogo di nascita dell’autore; L’isola di Arturo a Procida dedicato a E.Morante; A Nola quello dedicato a Gordano Bruno ecc) e parchi che usufruiscono dei finanziamenti del fondo europeocome quello dedicato a Carlo Levi e quello in onore di Grazia Deledda.

Questi parchi si basano sulle origini di letterati italiani ed esprimono la nostalgia e l’orgoglio delle comunità locali per aver dato i natali a letterati italiani. In realtà però la ricerca dimostra che difficilmente il flusso turismo e attratto soprattutto o solo da tali parchi per questo è necessario che essi vengano integrati con altre attività o eventi in funzione di un economia solidale, un approccio di comunità e un’economia a rete in grado di connettere il parco letterario con altri magneti.

Ulteriori esempi inerenti al turismo della memoria, sempre in Italia sono i vari Pali che si spalmano sull’intera penisola:

  • Palio di Siena in P.zza del Campo (palio di Provengano a inizio Luglio; palio dell’Assunta a metà agosto)
  • Palio delle contrade e degli sbandieratori a Trento in Settembre
  • Palio di Asti sempre a settembre
  • Palio di Feltre ove si è di recente costituita una banda di sbandieratori e musicisti incinerate per la nostra penisola a testimonianza della loro tradizione. L’approccio di comunità qui è lampante in quanto stemmi e drappi sono delineati dagli studenti di Feltre
  • Palio di Montagnana  e recentemente si realizzano anche attività ove gli autoctoni sono protagonisti (messi in costume). Si sono realizzati anche pacchetti turistici come per la cena di Capodanno rigorosamente in costume che richiama turisti italiani e internazionali

Altro esempio concerne i musei all’aria aperta nati a fine 800 nei paesi scandinavi che in Italia per ora non sono presenti: si tratta di smontae e rimontare edifici particolari in spazi aperti al pubblico ove viene ricostruita l’atmosfera si un particolare periodo del passato. Vi sono poi gli ecomusei (anche in Italia) che si aprono diacronicamente a passato e futuro. Essi si basano su 3 aspetti: conoscere,. salvaguardare, valorizzare.

Si ricordano i luoghi della battaglia di solferino (vicino Mantova) ove sorgono monumenti e sacrari mete di numerosi volontari della Croce rRossa  e della Mezzaluna Rossa affiliati al museo internazionale della croce rossa a Castiglione delle Siviere ove è possibile fare gite guidate che permettono di ripercorre l’intera storia della croce rossa col supporto di racconti, oggetti, foto ecc.

TURISMO ENOGASTRONOMICO

Gli itinerari enogastronomici sono una delle caratteristiche peculiari delle iniziative in corso x valorizzare le economie rurali e locali. Il turismo rurale e nelle città spesso infatti è associato al turismo enogastronomico in quanto ogni luogo presenta i suoi prodotti tipici e come disse nel 2000 Pasolini: IL CIBO E’ UN GRANDE FARO CAPACE DI ATTIRARE L’INTERESSE DI VIAGGIATORI E MEDIA. Insomma di tratta del PRINCIPALE ELEMENTO DI CULTURA MATERIALE CARATTERIZZANTE UNA REGIONE E’ PROPRIO IL CIBO.. E’ difficile stabilire quale sia il prodotto tipico. Esso è entrato nella cultura corrente per identificare le specificità di un luogo, la capacità produttiva di esso e il fatto che possieda un’identità locale che può essere messa a regime. Per molto tempo in passato si è cercato di promuovere e commercializzare i prodotti locali per portarli all’estero attualmente però solo il 20% dei prodotti made in Italy nell’abito agro alimentare sono esportati mentre il restante 80% resta in loco. Si è infatti presa coscienza che il territorio e i suoi prodotti presentano un legame che andrà poi a caratterizzare il successo della tradizione enogastronomia infatti mandare i prodotti a casa o renderli reperibili all’estero fa perdere loro attrattività e di conseguenza perde attrattività anche il luogo di provenienza di essi. Negli attuali itinerari enogastronomici si assiste quindi al tentativo dei RITERRITORIALIZZARE LA COMUNICAZIONE COMMERCIALE E LA PROMOZIONE  realizzando al limite il club di prodotto turistico  che comporta il rafforzamento delle infrastrutture, delle aziende  e dell’identità locale; il tutto è ovviamente incentrato sugli autoctoni, un’economia a rete, solidale e l’approccio di comunità.

Magda Antonioli (docente di economia alla Bocconi) ha realizzato uno studio inerente gli itinerari eno-gastronomici ed ha sintetizzato l’argomento con l’espressione DISTRETTO ENOGASTRONMICO. Le componenti essenziali affinché esso abbia successo sono appunto: comunità locale in quanto protagonista, reti economiche orizzontali per produrre un prodotto omogeneo e completo all’interno del distretto, collaborazione intelligente tra enti pubblici e privati, coinvolgimento strategico degli attori internazionali per sapere quali sono i potenziali clienti da richiamare e proporsi anche in funzione di essi. In proposito si ricordano in Italia:

  • la borsa del turismo enogastronico a Riva del Garda
  • la biennale enogastronomia fiorentina  /   Vinitali a Verona (Aprile)
  • la fiera internazionale del tartufo bianco ad Alba che quest’anno ospiterà Ezio Gregio. I proposito si ricorda che uno degli strumenti per creare l’immagina di una località turistica è proprio quello di inviare personaggi famosi (VIP) per attirare turismo e media. Questo perchè ogni epoca storica e ogni società è caratterizzata da modelli sociali che gli ampi strati della popolazione tendono ad imitare. Se prima la borghesia emulava i comportamenti dei regnati e della borghesia ora si imitano i comportamenti dei nostri Vip.

Si ricorda che se Verona è famosa per il Vinitani e Alba per il tartufo ovviamente se i turisti si recano in tali località non prettamente per praticare turismo enogastronomico ma altre tipologie di turismo (congressuale, scolastico ecc) è ovvio che essi si attendano che le 2 città permettano loro in tutti i periodi dell’anno di assaggiate ottimi tartufi e buon vino.

Anche la gastronomia è soggetta agli stereotipi geografici ovvero costruzioni mentale che si fissano nelle nostre menti, difficilmente smantellabili (soprattutto se continuamente alimentati dai media), sulla base delle nostre esperienze, dell’istruzione, degli stili di vita ecc. Si tratta di stereotipi senza tempo (così è, così era, così deve essere) e senza spazio (uno stereotipo caratterizza una regione nella sua interezza indipendente dalle differenze anche dal punto di vista enogastronomico da nord a sud). Inoltre gli stereotipi l’altro e l’altrove sono sempre + arretrati e meno buoni rispetto alle anche a livello di gastronomia della cultura di appartenenza.

A proposito si ricorda per es che:

- nell’immaginario comune L’Italia è sinonimo di pizza, gelato e spaghetti quindi i turisti si attendono di trovarvi questi alimenti ovunque si rechino nella nostra penisola. Ovviamente tali stereotipi non vengono smentiti dagli operatori turistici finalizzati alla massimizzazione dell’offerta e nemmeno dalle regioni di turismo attivo che si attrezzano per soddisfare le attese della clientela. L’immagine di un luogo infatti si crea nella regione di autgoing per poi essere soddisfatto nella regione di incoming che si organizza anche in funzione delle aspettative dei turisti. (stereotipo senza spazio)

- Nell’immaginario comune se l’Italia è la patria di un determinato alimento,usanza o altro deve esserlo sempre indipendentemente dal fatto che la realtà quotidiana si modifichi nel tempo perché l’immaginario turistico è indifferente Il all’evolvere della quotidianità degli autoctoni come se una volta fissato lo stereotipo che individua ciò che è autentico esso risulti essere l’unica realtà possibile proposta dagli organizzatori di viaggio (stereotipo senza tempo).

- Nell’immaginatio comune degli italiani il nostro cibo è migliore di quello degli altri per cui spesso si assisterà si fenomeno  ENVIROMENTAL BUBBLE (Cohen) ovvero la creazione di una bolla culturale uguale a quella della regione di appartenenza come avviene sulle navi da crociera ove è possibile cibarsi con alimenti tipici del luogo ma ove è anche disponibile cibo italiano. Altro esempio e inerente una cittadina del Devonshire famosa per le scuole di lingua molto frequentate da studenti italiani: qui sono sorti ristoranti italiani per offrire agli studenti un pranzo + consono alle loro abitudini alimentari.

TURISMO E GEOGRAFIA ECONOMICA POLITICA

Torino 2006: Passion lives here!: Gli impianti sportivi x i giochi olimpici invernali di Torino 2006 hanno posto gravi problemi di fattibilità considerato l’elevato impatto ambientale che essi hanno esercitato sul territorio. Il turismo sportivo è il tipico spostamento di chi pratica sport + chi ama assistere dal vivo a competizioni di livello agonistico. Tale turismo è responsabile oggi di transazioni di denaro verso la regione di turismo passivo che ha l’occasione di ospitare un grande evento turistico. Oltre ai flussi di denaro anche i flussi di beni, servizi e manodopera risentono notevolmente dei grandi eventi turistici che sovente polarizzano l’attenzione del mondo su 1 o poche località x un periodo di tempo, solitamente breve. E’ soprattutto x questo motivo che le città oggi si pongono in competizione le une con le altre x accaparrarsi il diritto di ospitare un grande evento nella speranza che apporti benefici. I giochi olimpici estivi ed invernali portano all’incirca fra gli 1,5 ai 2 miliardi di dollari USA alla città ospite dandole un’opportunità unica di sviluppo anche per le aree circostanti. Le Olimpiadi infatti lasciano un buon segno, +: INFRASTRUTTURE, TURISMO, AMBIENTE, CULTURA, OCCUPAZIONE,SVILUPPO. Le città sempre di più entrano in competizione e il modo con cui si presentano è chiamato CITY MARKETING. Esso è l’insieme delle tecniche con cui un luogo offre a questa popolazione mobile le sue specificità locali. Esempio: le città competono per attrarre olimpiadi, giubilei, le mostre cioè ciò che attira la nuova popolazione mobile. Il City marketing è la strategia per attrarre visitatori e investimenti esterne all’area di ricezione; è una strategia che richiede dei modelli organizzativi flessibili. Le città competono tra loro per potersi migliorare Una tecnica è quella di acquisire i mega-eventi internazionali. Questa tecnica è cresciuta negli anni 80 e il modello di riferimento per questo resta Glasgow (città scozzese) che è riuscita a trasformare la propria de-industrializzazione con una serie di musei e attrattive culturali. Essa fu nominata capitale culturale europea in funzione della propria trasformazione urbana. I mega eventi più significativi restano Barcellona e Atlanta:  * Ad Atlanta l’operazione di acquisizione delle olimpiadi è nata come esigenza di una grande multinazionale locale che voleva cogliere l’occasione per il marketing strategico internazionale (la coca cola) e gli effetti sulla città sono stati positivi : rifatta la metropolitana, trasformati i luoghi per ricevere gli atleti in campus universitari e l’area dei ceti più poveri è stata rimodellata.. Ovviamente è migliorata anche l’ospitalità cittadina. * A Barcellona sono state trasformate in occasione delle olimpiadi del 92 5 km di costa, sono stati tolti capannono fatiscenti della città industriale e al loro posto vi sono bar ristoranti

La geografia economica e il turismo: Il turismo come tutti i beni economici (beni e servizi scambiabili, disponibili in quantità limitata e in grado di soddisfare bisogni) è caratterizzata da una domanda, un’offerta e un mercato. Caratteristica del turismo è che a differenza degli altri beni di consumo, l’offerta turistica non può spostarsi. L’economia contemporanea ha dimostrato un forte interesse x il turismo tanto che è nata una branca della scienza economica che è l’economia turistica. La geografia economica del turismo si occupa di studiare, analizzare, pianificare il comportamento economico legato al turismo della popolazione stanziata su una regione.

 

evoluzione della domanda e dell’offerta turistica:

La domanda turistica può essere espressa in + modi, i + usuali sono:

  • termini fisici (num turisti nelle 2 tradizionali modalità: arrivi, presenze)
  • termini di tasso di attività turistica: rapporto tra num turisti e numero abitanti autoctoni (popolazione locale)
  • termini di valore: mediante l’ammontare della spesa turistica (variabili da considerare: reddito, livello culturale, capacità di movimento, moda, sicurezza ecc)

Gli elementi della domanda turistica sono: presenze nelle strutture ricettive (alberghiere, extra alberghiere, seconde case) e arrivi. Guardiamo come si fa a passare dalla teoria alla pratica. arrivi: numero delle persone che arrivano in un luogo  presenze: numero delle persone che arrivano in un luogo moltiplicato per il numero delle notti che rimangano.tipologia dei turisti: italiani e stranieri

L’offerta turistica viene espressa mediante la misurazione quantitativa delle attività ricettive (posti-letto ecc) e complementari ( portata impianti risalita, num cabine negli stabilimenti balneari ecc). Essa è composta da:  -variabili economico-demografiche inerenti alla popolazione che lavora nel turismo e quali sono gli impatti sociali del turismo nel luogo  - strutture ricettive: alberghiere, extralberghiere, seconde case  -strutture pararicettive: settore della ristorazione, intrattenimento e ricreazione  -strutture complementari: impianti di risalita.  Essa è soprattutto funzione:

  • del costo e della qualità della manodopera disponibile
  • della disponibilità e del costo dell’area dove si vuole localizzare l’attività turistica
  • dell’accessibilità dalle altre regioni
  • dell’attività promozionale e pubblicitaria effettuata

Gli elementi dell’offerta turistica sono: variabili economiche e demografiche riguardanti la popolazione coinvolta nel settore turismo e come reagisce la popolazione che risiede nella località ricevendo visitatori, strutture ricettive (alberghiere, extra alberghiere e seconde case per vacanza), strutture pararicettive (settore ristorazione e intrattenimento), strutture complementari (caratteristiche specifiche di un luogo: museo, sala da ballo, casinò ecc)

Fino agli anni 60 domanda e offerta di beni turistici erano caratterizzate da alta stagionalità; le ferie si svolgevano concentrate in un mese all’anno (ferie in un unico boccone) solitamente corrispondente al periodo estivo. Il mercato turistico durante l’epoca industriale fu caratterizzato da una certa elasticità:

  • dal lato della domanda in quanto il turismo era una delle spese ad essere sacrificate in caso di necessità
  • dal lato dell’offerta in quanto l’impostazione del lavoro in ambito turistico era di tipo familiare ed esso si adattava agli alti e bassi della domanda

L’attività turistica non richiedeva, in genere, alta professionalità; con l’evoluzione della società industriale e post-industriale, il mercato turistico però muta notevolmente:

  • dal lato della domanda avviene un’alta diversificazione dei tipi di turismo e dalla vacanza in un unico boccone si passa alle ferie a bocconcini, scandite durante l’anno. Non vi è + la predisposizione, in caso di necessità, a tagliare le spese legate al turismo, anzi risulta ormai preferibile ridurre le spese nell’abbigliamento, nella gioielleria, nei generi alimentari + significati
  • dal lato dell’offerta si assiste ad una riduzione della stagionalità e dell’elasticità. Le aziende a conduzione familiare iniziano ad essere sostituite da grandi/medie aziende professionalizzate rivolte ai nuovi turisti. I servizi offerti aumentano e vengono indirizzati verso l’accolgienza. Il fine della città ospitale è quello di FAR STAR BENE LE PERSONE CHE LA UTILIZZANO E CREARE LE CONDIZIONI PER VIVERE BENE INSIEME STIMOLANDO SENTIMENTI DI FAMIGLIARITA’ COI LUOGHI E LE PERSONE E UNA PROPENSIONE AL RITORNO

Il passaggio da un turismo da società industriale ad un turismo da società post-industriale ha avuto + conseguenze sul modo di rapportarsi fra turisti e autoctoni, infatti:

  • nel turismo di massa prevaleva la domanda sull’offerta e i locali si sentivano colonizzati dai turisti stranieri

TURISMO DI MASSA: il turismo di massa è governato da forze non locali e sono gli intermediari della domanda che definiscono le regole. Si sviluppa soprattutto in settori privati    livello di qualità: minima per facilitare il settore privato      L’ideologia dominante è quella della libertà di mercato. tempi della trasformazione:brevi o brevissimi. Gli interventi sul territorio sono stati rapidi e lo sviluppo spesso incontrollabile. energia emozionale in essa coinvolte: vita privata dei turisti e l’attività ricreativa ed evasiva

  • il turismo + attuale è invece considerato fattore di sviluppo locale, risorsa generatrice di reddito che può ridurre la disoccupazione e rivitalizzare la cultura locale

Valutando il caso dell’Italia:

    • dal lato della domanda oggi il turista-tipo che visita il nostro Paese appartiene ad un ceto medio-benestante e molto esigente. Egli richiede professionalità ambientale, personalizzazione del servizio, professionalizzazione, intellettualizzazione, cosmopolitismo. Si tratta di un nuovo ceto medio intellettualizzato internazionale, dal flusso continuo di nuove masse responsabili appartenente ad una classe emergente creativa e internazionale. La società del turismo di massa standardizzato è infatti in fase di superamento, ormai oggi….
  • si chiedono viaggi su misura, le vacanze sono desincronizzate;
  • il mondo è diventato più piccolo, i turisti scoprono nuove destinazioni
  • la fuga si è attenuata e il luogo è sempre più in continuità con lo stile di vita praticato nella città di residenza
  • il viaggio diventa una componente normale dell’identità e non si pensa più che l’albergo debba essere migliore della casa di città o che il viaggio debba compensare un lavoro alienante
  • la città diventa un’azienda collettiva, le destinazioni cercano di dedifferenziarsi, rafforzando l’unicità
  • il city marketing (strategia volta ad acquisire capitali e visitatori) migliora le funzioni urbane e socioculturali della città ospitale per differenziare l’area di destinazione da quelle concorrenti
  • dal lato dell’offerta l’Italia non è stata ancora capace di soddisfare tale domanda e x questo è scivolata dalla I posizione come località turistica alla V in poco tempo. Nel 1970 l’Italia, secondo l’OMT (organizzazione mondiale del turismo, ha sede a Mdrid, analizza il flusso in entrata e in uscita in Italia e anche in altri paesi), era la prima destinazione turistica mondiale, ora è al quinto posto superata dalla Cina. Il tasso medio di crescita della presenza di stranieri in Italia è inferiore a quello di Francia e Olanda e il PIL turistico che rappresenta la prima industria del paese secondo i dati del 2003 del World Travel and Tourism Council è inferiore a quello di Francia e Spagna. Sempre più italiani, secondo l’ufficio italiano cambi, scelgono mete estere anche per l’acquisto di prodotti tradizionali come il “sole-mare” del dolce-far-niente. Si ricorda che OMT fa parte dei dati statistici internazionali insieme all’EUROSTAT (organismo statistico dell’UE). Il declino dell’Italia turistica è connesso all’assenza di inventiva e di collaborazione nel proporre nuovi prodotti urbani di base da comunicare al nuovo ceto medio internazionale perché manca il ceto professionale che faciliti gli scambi di beni e servizi

Non c’è sintonia tra operatori dell’offerta e clienti perché il mercato turistico è cambiato e gli operatori dell’incoming italiani non si sono rinnovati. E’ necessario quindi rialllineare le componenti della domanda con quelle dell’offerta. La società turistica e la domanda turistica sono cambiate e, per questo, gli operatori turistici sono sollecitati a essere simili ai loro clienti. Sarà quindi necessari formare nuovi professionisti al fine di rilanciare l’incoming italiano. Precisamente si tratta di formare figure che siano capaci interpreti del genius loci: interpreti sono coloro che operano tra cultura locale, turistica e cultura importata tramite il turismo.

La circolazione e la distribuzione dei capitali:

Uno dei flussi + importanti del fenomeno turistico è costituito dalla transazioni finanziarie; i turisti spendono in luogo i redditi percepiti altrove per cui si verifica un trasferimento di denaro dalle regioni di turismo attivo a quelle di turismo passivo.                            Le 3 forme principali di transazioni finanziarie turistiche sono:

  • nel TURISMO IN USCITA (turismo effettuato all’estero dai residenti di un paese, si ha un flusso di valuta in uscita x il paese considerato che, se troppo ingente, può destare preoccupazione)
  • nel TURISMO IN ENTRATA (turismo effettuato in un paese dai non residenti, si ha un flusso di valuta in entrata spesso favorevole allo sviluppo del paese)
  • nel TURISMO DOMESTICO (turismo effettuato all’interno di un paese dai residenti del paese stesso, si ha flussi di valuta interni che offrono opportunità di redistribuzione del reddito

Limitatamente ai capitali in entrata e uscita (mossi dal turismo internazionale) è possibile delineare una BILANCIA TURISTICA che potrà essere in attivo se le entrate sopravanzeranno alle uscite e in passivo se avverrà il contrario.(Nel caso Italiano., negli ultimi anni si è verificato sempre un attivo). Se si analizza il turismo internazionale su aree + grandi è possibile notare come: -esso muova effettivamente somme ingenti e -vi sia una certa polarizzazione di tali flussi finanziari verso i continenti + sviluppati del pianeta.      L’organizzazione di alcune attrattive turistiche e le attrezzature x l’ospitalità sono tanto + incidenti sul paesaggio quanto + massiccio è il flusso di reddito proveniente dall’esterno. Si può quindi affermare che il turismo è un IMPORTANTE APPORTATORE DI VALUTA DALL’ESTERNO; si pongono però problemi inerenti ad un equa distribuzione di tali capitali.  In + casi i turismo si è visto irrompere nelle comunità locali stravolgendo equilibri economici in positivo però alcuni strati della popolazione hanno sfruttato adeguatamente l’occasione mentre altri hanno ricevuto delle semplici ricadute della nuova e positiva attività economica. E’ necessaria quindi una GESTIONE TURISTICA idonea, in grado di generare un aumento dell’occupazione in ogni strato che non si esaurisca in una generazioni, ma perduri nel tempo. Esempio di una politica economica con scarsi risultati in termini di perequazione dei redditi è stata quella dell’edificazione delle seconde case in alcune regioni turistiche infatti con esse i vantaggi si sono avuti solo al momento edificativi e limitatamente ad un gruppo ristretto di imprenditori. Se si fosse sostenuta invece un’edilizia alberghiera e para-alberghiera i vantaggi sarebbero stati prolungati maggiormente nel tempo anche tra i residenti.

 Sul turismo residenziale:si può dire che:

-determina una sorta di privatizzazione dello spazio turistico che col moltiplicarsi delle seconde case diventa + inaccessibile a tutti coloro che non sono proprietari.

-l’intensificarsi della domanda da parte dei nn residenti porta al rialzo del prezzi tale da espellere la popolazione locale nn abbiente

-il rialzo dei prezzi favorisca quei locali che si trovano ad essere proprietari di un bene di valore

-i negozi specializzati messi a disposizione dei proprietari delle 2°case pox tornare utili anche ai locali

-le imposte sulla proprietà delle seconde case incrementano le finanze della comunità locale

Migrazioni, occupazione e formazione personale:

Con l’affermarsi della moda turistica la geografia della popolazione si arricchisce di 2 principali flussi:

  • il flusso dei turisti: coloro che si spostano momentaneamente verso mete sempre +lontane(dalla periferia al centro)
  • il flusso dei lavoratori: coloro che trovano impiego in professioni turistiche in zone lontane dal luogo di residenza. Questo da origine a migrazioni. (dalla periferia al centro)

Il turismo spesso ha la capacità di evitare o cmq attenuare i flussi migratori di una regione qualora si verifichi una crisi economica dovuta all’esaurirsi delle risorse economiche del territorio. L’esempio classico è quello dell’alta montagna: se non fosse stato x la moda del turismo montano le zone di alta montagna si sarebbero spopolate.

Il turismo oltre a causare una diversa distribuzione geografica degli occupati rivoluziona anche la distribuzione della popolazione attiva nei settori economici all’interno della stessa area. Attualmente la maggior parte della popolazione attiva oggi è occupata nel terziario. Negli anni precedenti invece il terziario ricopriva percentuali decisamente minori. Oggi quindi nei settori del primario e secondario l’occupazione è calata resta di fatto però che tali settori avrebbero potuto offrire opportunità di sviluppo e impiego se fossero stati gestiti in modo + idoneo.  Circa l’occupazione e la stabilità della popolazione residente bisogna esaminare 2 aspetti importanti:

  • la formazione di un capitale umano idoneo al mercato turistico fortemente professionalizzato. Il professionista dello sviluppo locale , delineato da Costa, deve:
  • essere abile nella 4P del tradizionale marketing industriale applicato al turismo di massa: confezionale i prodotto, definire prezzo, investire nella pubblicità, far venire il cliente nel place.
  • conoscere le regole:del potere politico per attrarre eventuali finanziamenti o avere le autorizzazioni per costruire alberghi ecc e delle pubbliche relazioni per operare con sicurezza nella società dell’informazione per ottenere ampio consenso dagli stakeholder
  • la sua eventuale reperibilità dall’estero qualora questo non fosse disponibile in loco

Attualmente la formazione del facilitatore o philosophic practicioner incontra problemi a causa di situazioni di deprivazione: è infatti possibile che giovani desiderosi e capaci di intraprendere studi in tale ambito turistico siano residenti in aree distanti dalle strutture di formazione e che tra l’area di residenza e quella in cui avviene la formazione non sussistano mezzi di trasporto idonei alla fruizione del servizio scolastico. Esempio: In Valtellina pur essendo fortemente deprivata x quanto riguarda la formazione Universitaria vi è un Istituto professionale x i servizi alberghieri e della ristorazione a Bolzano e Livigno x fornire alla comunità locale i professionisti di cui la regione necessita. Nonostante ciò xò il 30% del personale alberghiero impiegato proviene da paesi esteri. Qui il turismo ha evitato l’emigrazione dei montanari verso la valle e la pianura, ma è stato anche motivo di immigrazione da parte dei lavoratori provenienti anche da paesi lontani.

Distanze, trasporti e vie di comunicazione:

Tra i principali fattori che determinano la fortuna di una stazione turistica vi è la DISTANZA che intercorre fra questa località di turismo passivo e quelle di turismo attivo cui essa si rivolge. La nozione di distanza non è facile da definire:

  • primo modo di intendere la distanza: misura lineare che intercorre tra 2 punti della superficie terrestre. Si parla di distanza espressa in termini di spazio
  • secondo modo: misurare in termini di tempo impiegato x spostarsi da un punto all’altro della superficie terrestre. Si parla di spazio-tempo
  • terzo modo: in termini di prezzo che si deve pagare x effettuare lo spostamento. Si parla di spazio-costo.

Se si vuole indicare la distanza fra regioni di turismo attivo e regioni di turismo passivo è importante indicate la distanza espressa in termini di spazio – tempo e di spazio -  costo. Oggi il mondo appare + piccolo. Ciò che conta in un viaggio infatti è il tempo che ci si impiega ad arrivare  molto più che lo spazio effettivo in km. Quando si prende il treno per andare da Milano a Roma non si pensa infatti ai Km, ma alle ore che ci vogliono. Insomma il pianeta, attraverso delle concatenazioni di fatti, diventa più piccolo soprattutto col contributo delle tecnologie dei trasporti e delle comunicazioni e con l’aumento della velocità. Tale avvicinamento ha auto conseguenze sui flussi turistici:

  • il minor spazio-costo ha  causato un aumento ingente di turisti.
  • il minor spazio-tempo ha determinato una diversa configurazione concorrenziale fra stazioni turistiche e una diversa calendarizzazione del tempo libero dedicato al turismo.

Le migliorate condizioni in termini di spazio-costo  e spazio-tempo hanno fatto sì che accanto ad un turismo di lunga permanenza e residenziale nascesse anche un turismo + breve durante i WK. Gli ultimi decenni hanno praticamente ridisegnato una nuova geografia del turismo dove + che di distanza è + usuale parlare di accessibilità.

Altri fatto che hanno modificato la distanza oltre alla durata del viaggio e al suo costo sono:

  • l’aumento della sicurezza in termini di rischio del viaggio e la diminuzione dei disagi di un lungo viaggio.

In Italia le principali vie di comunicazione sono:

  • trasporti ferroviari: La rete ferroviaria in italiana si compone di + di 17mila km di linee, 16mila gestite da Trenitalia  il rimanente da altre concessionarie.
  • trasporti aerei: gli aeroporti continentali italiani sono: Leonardo da Vinci (Fiumicino), la Malpensa (Milano). Gli aeroporti internazionali sono: Enrico Forlanini (Linate), Cristoforo Colombo (Genova), G.Galilei (PI), Marco Polo (VE), Guglielmo Marconi (BO), Capodichino (NA), Federico Fellini (RA), Orio al Serio (BG) ecc
  • trasporti marittimi: i servizi trasporto passeggeri e veicoli + diffusi: stretto di Messina, da e per Sicilia e sardegna, da e per Grecia, Corsica, Malta, Croazia ecc. Vi sono poi le crociere in aumento
  • trasporti su strada: AUTOSTRSDE: La Serenissima che unisce Torino a Trieste, Del Sole che percorre la penisola da Nord a Sud. PRINCIPALI STRADE STATALI: aurelia, cassia, flaminia ecc.
  • altri mezzi di trasporto:biciclette, campers, treni di montagna, a piedi ecc.

La geografia politica, la geopolitica e il turismo: I rapporti tra geografia politica/turismo e tra turismo/geopolitica nn appaiono molto evidenti. Tuttavia sono importanti tanto quanto i rapporti, +evidenti, tra geografia economica/turismo. Definizioni di geografia politica di Corna Pellegrini, dell’agnese :Essa,sul governo del binomio territorio-popolazione, indaga specificatamente la geografia politica: ne studia caratteri,modalità,individua motivazioni dell’agire politico territoriale e ne coglie i risultati. Definizione di geopolitica di Rudolf Kjellen: studio dello Stato in quanto considerato come organismo geografico. Definizione geopolitica critica di G. Toal e S. Dalby: approccio intellettuale xil primo,processo di esclusione spaziale xil secondo

Geografia politica e turismo:

La scienza geografica indaga sul binomio territorio-popolazione mentre la geografia politica (che ne è una branca) indaga ha come oggetto di studio il governo dei tale binomio.Per governo si intende il potere politico legittimo di uno Stato e tutti quei soggetti di governance: partiti politici, sindacati, chiese ecc che assumono un importante funzione di direzione, orientamento e controllo dell’opinione pubblica. La Governance coinvolge e connette una pluralità di poli rilevanti di azione e influenza sulle decisioni:

  • amministrazioni pubbliche e attori economici e mercati e aggregazioni di cittadini
  • agenzie operative di politiche per es agenzie di sviluppo locale che spesso sono misto privato pubbliche
  • organizzazioni del III settore che assumono gli effetti sociali dello sviluppo economico

Si può quindi affermare: LA GOVERNANCE, DIVERSAMENTE DAL GOVERNO CHE IMPLICA SOLO AMMINISTRAZIONE PUBBLICA, QUANDO FUNZIONA E’ PARAGONABILE A UN CONCERTO ESEGUITO DA UN’ORCHESTRA SENZA DIRETTORE Questa metafora è azzeccata nel senso che in qualche misura i risultati positivi sono un opera collettiva di qualcosa che si è prodotto in concerto e sono riconosciuti come risultato collettivo. Questo concerto richiede dunque una amministrazione intelligente capace di valorizzare le risorse di intelligenza che ci sono nel tessuto sociale conducendole verso uno sviluppo di qualità. Di norma è il potere costituito (SETTORE QUATERNARIO) che si fa carico della gestione del territorio però sempre + di frequente oggi si assiste ad un processo di EMPOWERMENT col quale la società politica si riappropria del potere decisionale. Per binomio territorio popolazione si intende: azioni col fine di gestione territoriale o demografica e azioni scelte che agiscono su distribuzione di risorse e popolazione sul territorio

L’indagine geografico politica studia quest’ultimo aspetto sotto + prospettive: nei suoi caratteri, modalità, motivazioni, risultati.  L’azione di governo del binomio avrà come risultato un’organizzazione dello spazio ¹ rispetto a quella che esso avrebbe assunto se non si fosse esercitata tale forza politica. Lo studio dell’organizzazione spaziale dei fenomeni turistici non può quindi prescindere dall’analisi del contesto politico in cui tali fenomeni si manifestano.

Esempio inerente il turismo sul massiccio del Monte Rosa. L’accessibilità con impianti di risalita a fune è limitata a quote + basse rispetto ad altri massicci delle Alpi. Questo ha influenzato la distribuzione dei turisti. Il mancato raggiungimento delle alte quote da parte di un ingente num di turisti è frutto di una precisa volontà politica con precise caratteristiche:

  • nei suoi caratteri: l’Autorità regionale competente ha respinto un progetto presentato da una Società di gestione di impianti di risalita x la costruzione di una funivia che porti sciatori e turisti a quote + elevate del massiccio del monte rosa
  • nelle sue modalità: l’attore principale dell’azione politica che ha respinto il progetto è un’Associazione ambientalista riuscitanel suo intento
  • nelle sue motivazioni: il fine che l’Associazione vuole perseguire è la tutela dell’ambiente e dei valori naturalistici
  • nei suoi risultati: inizialmente l’azione politica si è espletata nel respingimento del progetto, attualmente però la variante di tale progetto è in attesa di autorizzazione

 

LEGGE QUADRO DEL TURISMO IN ITALIA APPROVATA NEL 2001:

da tale legge risulta evidente come numerosi sono i campi dove l’autorità politica può intervenire x governare il binomio territorio-popolazione al fine di orientare il turismo verso le direzioni condivise dalla società. Tale intervento può prendere le forme del COORDINAMENTO, della PIANIFICAZIONE o della REGOLAZIONE. La repubblica:

  • riconosce il ruolo strategico del turismo x sviluppo economico e occupazionela del Paese, x la crescita culturale e sociale di singoli sogg e collettività, x favorire relazioni tra popoli diversi
  • favorisce la crescita competitiva dell’offerta del sistema turistico nazionale, regionale e locale
  • tutela e valorizza: risorse ambientali, beni culturali, tradizioni locali ai fini di uno sviluppo turistico sostenibile
  • sostiene il ruolo delle imprese operanti nel settore turistico x migliorare: organizzazione, servizi e strutture
  • tutela i sogg che accedono ai servizi turistici formando idonei addetti
  • valorizza il ruolo delle comunità locali
  • promuove: ricerca, sistemi informativi, documentazione, conoscenza del fenomeno turistico
  • promuove l’immagine turistica nazionale sui mercat mondiali

Geopolitica e turismo:

Nella geografia del turismo la geopolitica influenza i flussi turistici internazionali sia nelle origini che nelle destinazioni

FATTORI GEOPOLITICI CHE HANNO CONSEGUENZE SUL TURISMO:

  • sistema politico-economico adottato da un paese. Basti pensare al nuovo flusso turistico che percorre nei 2 sensi l’Europa da Est a Ovest dopo lo smantellamento della cortina di ferro che divideva le economie le economie liberali da quelle pianificate. Fino agli anni 80 i flussi dall’Europa dell’est verso il resto del continente erano ostacolati dalla presenza di rigide formalità x l’espatrio. Oggi sono invece mete turistiche affermate considerato il basso prezzo dei pacchetti verso tali località: Praga, Budapest ecc
  • conflitti armati e attentati terroristici: Si pensi all’azzeramento del turismo balneare in Dalmazia durante la guerra dei Balcani, la diminuzione del turismo legato alla frequenza di corsi d’Inglese a Londra dopo gli attentati in metropolitana nel 2005, il crollo del turismo negli USA dopo 11 settembre del 2001 e così via
  • alleanze o tensioni tra le diverse potenze: Si pensi al raffreddamento dei rapporti tra Italia e Gran Bretagna a seguito della guerra di Etiopia che portarono alla 2 guerra mondiale.
  • scelte politico-amministrative  di ogni singolo paese: Le aree militari sono x es incompatibili con l’insediamento turistico, ma anche la loro vicinanza può essere di ostacolo allo sviluppo turistico delle regioni limitrofe. Anche la + o meno restrittiva legislazione sulle case di gioco influenza i flussi turistici
  • cambio favorevole di una moneta nazionale con un’altra genera flussi ingenti di turisti. Si ricorda che fino agli anni 80 la debolezza della lira sul franco causava il sopraggiungere in Liguria e non solo flussi rilevanti di turisti che apportavano valuta pregiata in cambio di qlsiasi bene.

Il turismo può essere usato x creare discorso geopolitico, inteso nel significato dato nella definizione che segue:

Il discorso può essere definito come l’insieme delle pratiche sociali attraverso cui il mondo è reso intelligente e dotato di significato a se stessi e agli altri. Il discorso geopolitico sarà quindi l’insieme di categorie, concetti, pratiche di significato, attraverso cui noi diamo un senso al mondo in quanto organizzato politicamente, all’interno di una costruzione intellettuale che dice chi siamo NOI  e chi sono gli ALTRI. Tale discorso è radicato nelle azioni della quotidianità, è naturalezza ed è situato storicamente e culturalmente. La stessa geopolitica in quanto attività di governo, è il prodotto di un discorso.

Esempio di azione turistica finalizzata a concorrere con altri mezzi alla creazione di discorso geopolitica = DIVISIONE DELLO SPAZIO FRA NOSTRO E LORO:  manifesto alto 8 metri sul muro di separazione tra Israele ed Autorità Nazionale Palestinese posto lì dal Ministero del Turismo israeliano. (PEACE BE WITH YOU). Vi sono poi altri numerosi esempi che celano la volontà di creare un discorso:

  • picchi e rifugi alpini in onore di Luigi Amedeo, esploratore alpinista, il sentiero Roma e le Vette Italia

LA NECESSITA’ DI MARCARE IL POSSESSO DEI LUOGHI TURISTICI DA PARTE DEL POTERE COSTITUITO E’ TANTO + FORTE QUANTO + INTERNAZIONALE E’ LA PROVENIENZA DEI VISITATORI.

Il turismo sociale tra geografia politica e geografia economica: Nel 1963 il BITS (Bureau internazionale del Turismo sociale) definì il turismo sociale come: insieme delle relazioni e dei fenomeni che scaturiscono dalla partecipazione al movimento turistico degli strati della popolazione aventi reddito modesto ai quali tale partecipazione è resa possibile o agevolata da provvedimenti di carattere sociale facilmente riconoscibile. In un’indagine + recente il turismo sociale è stato poi definito secondo altre dizioni: TURISMO CHE:

  • favorisce incontro e socializzazione     -   rivolto a pers senza sufficiente denaro
  • è x specifiche categorie sociali             -   permette di conoscere e valorizzare le risorse del territorio
  • rivolto a fasce di utenza non servite dal turismo convenzionale
  • è organizzato da enti pubblici, ecclesiastici, associazioni   -   è senza fini di lucro, con finalità pedagogiche

Tradizionali sogg organizzatori di turismo sociale sono: SINDACALISTI, IMPRENDITORI ILLUMINATI, SACERDOTI, CIRCOLI DELLA SOCIETA’ CIVILE, ASSOCIAZIONI GIOVANILI O DEGLI ANZIANI ECC. Si ricorda che la TEORIA DEL TURISMO COSNSAPEVOLE è una PRATICA POLITICA portata avanti dai sindacati che da luogo alla ricreazione democratica la quale favorisce l’accesso per tutti al turismo in funzione dell’uguaglianza

Con tale turismo si cerca di contrastare la ricreazione liberale e il dominio del denaro con la qualità dell’esperienza sociale e culturale nell’uso del tempo libero di lavoratori, giovani e anziani. Il turismo sociale dunque, x la sua posizione, ricopre un grande interesse dal punto di vista della geografia politica e della geografia economica. Le organizzazioni di turismo sociale, soprattutto negli anni 50 e 60 hanno dato e tuttora possono dare un contributo all’equità sociale ed economica della popolazione di un paese. Oggi turismo sociale non è + sinonimo di turismo povero, ma di turismo ESSENZIALE, EQUO, ETICO E CHE PORTA SVILUPPO LADDOVE CE N’E’ + BISOGNO. Pertanto oggi tale turismo è fondato su una dimensione denominata GLOCIALE. Quest’ultimo è un neologismo che unisce il concetto di una visione turistica insieme globale e locale fortemente orientata all’equità sociale. Turismo sociale e organizzazioni che se ne occupano devono, sulla base di tale neologismo, effettuare una profonda azione di rinnovamento in quanto non è + proponibile utilizzare metodi e strutture del periodo aureo del Turismo sociale, superati ormai da decenni. Nelgi anni 50 e 60 il prodotto turistico sociale doveva essere caratterizzato fondamentalmente da un presso contenuto mentre oggi questo non è + sufficiente. Sarà quindi necessaria un’elevata professionalizzazione dell’operatore turistico che dovrà possedere: attitudini, esperienze e motivazioni idonee al particolare tipo di clientela/utenza sempre + esigente di qualità. Dal punto di vista territoriale egli deve saper mettere in contatto i turisti con quei siti e quegli eventi minori e + bisognosi di sviluppo che tuttavia sappiano stimolare l’utente ad intraprendere un viaggio meno alla  moda, in stagioni diverse e località insolite. L’inserimento di tali attività di turismo sociale nei STL risulta di primaria importanza. Si ricorda infatti che un STL non apprende senza persone che apprendono per cui esso funzionerà solo se vi sono soggetti esperti su come organizzare servizi complessi creando reti territoriali e comunicative e filiere. L’STL raggiunge i suoi obbiettivi se favorisce la creatività dei talenti locali e se è un servizio che facilita le iniziative individuali all’interno di una rete di collaborazioni vere, regolari e costanti. GLI OSTELLI X LA GIOVENTU’: Gli ostelli nascono all’inizio del XX secolo come espressione di libertà e comunione tra giovani di tutti i paesi, grazie alla genialità di un giovane maestro tedesco: Richard Schirmann. Egli nel 1909 si è posto il problema di sviluppare il turismo scolastico come mezzo x favorire le esperienze culturali e l’aggregazione sociale dei giovani. Per evitare che tale esperienza fosse accessibile solo a pochi ragazzi benestanti, il maestro pensò alla semplice modifica notturna delle aule: via i banchi arrivano le brande. L’esperienza ebbe successo e i colleghi insegnanti tedeschi seguirono l’esempio. La Germania presto dispose di una prima rete di Ostelli della Gioventù. L’iniziativa ebbe presto molti imitatori e fu presto attuata anche in altri paesi europei. In Italia Aldo Franco Pessina fondò nel 45 l’A.I.G. e curò la realizzazione dei primi ostelli italiani. Attualmente sulla nostra penisola operano + di 100 ostelli x la Gioventù. Lo scopo era ed è ancora quello di consentire ai giovani di muoversi in Italia e nel mondo mediante gli Ostelli a tariffe accessibili a tutti.

L’opportunità di fare sistema: i sistemi turistici locali e interregionali: Le leggi emanate dagli anni 90 ad oggi permettono di renderci conto della varietà e complessità dei provvedimenti:

  • nel 1993 un referendum popolare abolì il Ministero del Turismo
  • la legge 203/1995 introdusse il Dipartimento del Turismo presso la presidenza del Consiglio dei Ministri
  • Nel 1997 la Legge Bassanini rafforza le competenze regionali in materia Turistica
  • nel 1999 il Dipartimento x il Turismo viene eliminato ed è introdotta una Direzione Generale x il Turismo al Ministero dell’Industria
  • nel 2001 il Ministero delle Attività Produttive assorbe competenze in materia turistica
  • dal 2003 nessuno al Governo avrà un preciso incarico sul turismo
  • nel 2005 si da vita al Comitato nazionale x il Turismo

Nel 2001 con la legge 135/2001 si riconosce ai comuni e alle province un ruolo di qualificazione dell’offerta turistica e si attribuisce ai privati la possibilità di promozione del territorio. I Sistemi Turistici sono individuabili come strumenti attivi nella politica economica del paese. Un Stl è una costruzione prima socio-organizzativa e poi istituzionale per cui sarà libera e negoziata. LA LEGGE DI RIFORMA DEL TURISMO 135/2001 istituisce i STL. Gli STL sono definiti dalla legge nazionale come: contesti omogenei o integrati comprendenti ambiti appartenenti anche a Regioni diverse caratterizzati dall’offerta integrata di beni culturali, ambientali e di attrazioni turistiche, compresi i prodotti tipici ci artigianato e agricoltura e dalla presenza di imprese singole o associate. Le regioni definiscono le modalità e la misura del finanziamento dei progetti di sviluppo dei STL che perseguono le seguenti finalità:

  • sostenere attività e processi di aggregazione e integrazione tra le imprese turistiche
  • attuare interventi intersettoriali e infrastrutturali necessari alla qualificazione dell’offerta turistica
  • sostenere l’innovazione tecnologica degli uffici di informazione e di accoglienza
  • sostenere la riqualificazione delle imprese turistiche
  • promuove il marketing telematico dei progetti turistici tipici

Il giurista Sereno ha scritto che questa legge è la prima a poter essere definita SOCIALE E TERRITORIALE.  E’ necessario ricordare che è stata approvata recentemente la classe delle lauree specialistiche per quanto riguarda la riforma universitaria inerente a progettazione e gestione dei Sistemi turistici e costituisce una specializzazione di II livello.  Si vuole così delineare la figura del programmatore dei sistemi turistici locali. L’operatore deve avere competenze all’interno dei sistemi turistici in contesti omogenei e integrati comprendenti ambiti territoriali appartenenti anche a regioni diverse caratterizzati dall’offerta integrata di beni culturali, ambientali  e di attrazione turistica o dalla presenza diffusa di imprese turistiche singole e associate.  I progettisti o gestori di STL sono agenti o facilitatori dello sviluppo turistico locale e costituiscono le risorse umane per il turismo italiano affinché l’offerta italiana possa essere gestita e valorizzata nei mercati internazionali. Il progettista e gestore di STL facilita l’omogeneizzazione dell’offerta. Le leggi sugli STL sollecitano i comuni a stipulare patti per migliorare l’offerta ; la legge 135, le leggi regionali e la riforma universitaria sono la prova del superamenti del contrasto tra comunità locale e sistema turistico. La letteratura scientifica a riguardo nasce con THE TOURISM SYSTEM nel 1985 con Morrison e Mil che sono i primi ad individuare il concetto di sistema, ma lo legano al concetto di sistema industriale. Il Volume di MM inaugura una tradizione di studi che tende ad evidenziare come il modello collaborativo interno agli attori locali è una mossa vincente per paragonarsi e vincere a livello internazionale. Si individua quindi in una concezione a rete la possibilità di creare L’INDUSTRIA DELL’OSPITALITA’. Questa ispirazione si estende a tutta la politica dell’offerta e si da un modello organizzativo fondato sul fatto che tutti ragionino come se fossero un unico organismo in competizione con altre aree. Tra 85 e 89 si afferma la cocezione del turismo come sistema. (modo di pensare sistemico è quindi dominante negli ultimi 20 anni).. Il modo di ragionare sistemico quindi implica una concezione ordinata delle procedure, è il modo di sapersi rapportare con gli altri in funzione del capitale sociale. E’ un modo di essere flessibile e dinamico.

Dall’art 5 della legge 135 2001 emergono in particolare 3 elementi:

  • SISTEMA TERRITORIALE: dato dalla presenza sul territorio di monumenti o attrazioni paesistiche e dalla vocazione a 1 o + prodotti tipici che caratterizzano il luogo geografico (bene idiosincratico)
  • COMUNITA’ LOCALE: costtuita da imprenditori locali, commercianti, comuni, associazioni, forme di aggregazione che di concerto pox rilanciare la zona e migliorare i servizi
  • PROGETTO DI SVILUPPO: prevede fondi di cofinanziamento da parte delle regioni

Scopo della legge è la valorizzazione del territorio e delle sue specificità paesistiche, storiche, enogastronomiche e turistiche in genere.Essa vuole inoltre sostenere processi di aggregazione e riqualificare l’offerta turistica italiana, promuovendo marketing dei prodotti tipici italiani e l’innovazione tecnologica. Ogni regione ha finora risp come credeva opportuno e liberamente.

  • Le Regioni che hanno finora riconosciuto i ST sono: MARCHE, UMBRIA, VENETO.
  • La LOMBARDIA e la SARDEGNA hanno provveduto solo a definire linee di indirizzo x i loro STL
  • LIGURIA, ABRUZZO, PUGLIA, BASILICATA hanno posto attenzione su progetti di sviluppo che ponevano l’accento sui prodotti turitici
  • TOSCANA, EMILIA ROMAGNA, PIEMONTE, VAL D’AOSTA non hanno risp alla creazione di STL
  • CAMPANIA, MOLISE, LAZIO, CALABRIA, SICILIA hanno x ora dimostrato solo una certa sensibilità al STL

Spesso i STL coincidono con zonizzazioni o distretti già esistenti: per es quelli corrispondenti a zone termali, quelli inerenti a zone culturali ecc. La sfida futura sarà quella di creare o modificare i ST esistenti in occasioni di promozione e marketing del prodotto Italia all’estero.

ST DEL PO: formato da Mantova, Pavia, Lodi e Cremona. La sua presentazione in Regione Lombardia risale al 1998 mediante un Protocollo che l’anno seguente costituì la Consulta delle Provincie del Po. Oggi tale Consulta definisce le finalità x alcuni prodotti tipici del sistema nel rispetto della Carte x la valorizzazione del Po. La Carte persegue:

  • promozione delle eccellenze produttive, agroalimentari ed enogastronomiche
  • valorizzazione della natura protetta, delle vie di comunicazione alternative
  • realizzazione di attracchi, ormeggi e servizi connessi alla fruizione del fiume

La provincia di Cremona ha avuto il compito di capofila del progetto. La + importante finalità è l’innalzamento e la valorizzazione dell’offerta qualitativa del Sistema. Il programma di sviluppo turistico prevede 4 macroaree su cui agire:PROMOCOMUNICAZIONE, INTEGRAZIONE DI RETE, COMPLETAMENTO, TRASVERSALE

 

 

IMMAGINE E TURISMO:

Una località turistica per essere tale deve essere percepita come luogo turistico meritevole di essere visitato e soprattutto in grado di proporsi competitivamente nel mercato turistico contemporaneo, a proprio favore e a discapito delle altre località turistiche. Attualmente esistono diverse tipologie di località turistiche in quanto a seconda della risorsa primaria che caratterizza una località essa si sviluppera in un senso piuttosto che in un altro. Il geografo Miossec scrisse: LO SPAZIO TURISTICO E SOPRATTUTTO IMMAGINE, IMMAGINE CHE SI FANNO DI ESSO I TUIRTI E IMMAGINE CHE VIENE DATA DI ESSO DAGLI ORGANIZZATORI DI VACANZE. Nella realtà odierna l’immagine di una località turistica nasce nella regione di outgoing e di soddisfa nella regione di incoming. Solitamente di tratta di un immagine preconfezionata creatasi mediante precisi strumenti, un’immagine che deriva anche da esperienza, studi, aspettative, stile di vita, educazione, motivazioni……….un immagine legata agli stereotipi geografici difficili da sradicare in quanto senza tempo, senza spazio e ben radicati nelle nostre menti che solitamente vengono confermati dagli organizzatori di viaggi e dalla stessa località di incoming. L’importanza dell’immagine turistica è enorme per la promozione di una località turistica. Per questo essa deve essere sapientemente costruita, veicolata e sfruttata affinché la località turistica possa entrare idoneamente nel circuito turistico contemporaneo. I principali strumenti che determinano la costruzione di un immagine turistica sono molteplici:

NEOTOPONIMO TURISTICO: Il fatto che una località fosse anonima nel passato poco importava in quanto si era in un epoca ove il turismo era un’attività minoritaria. Oggi, con circa 6miiardi e passa di turisti che si muovono annualmente e l’affermarsi della classica vacanza a bocconcini spalmante nell’intero arco dell’anno, il fatto che una località sussista nell’anonimato è decisamente disfunzionale per la località stessa. Affinché quest’ultima nn rimanga anonima è necessario dotarla di un toponimo ovvero di un nome geografico che ne riconosca l’esistenza, l’identità e che sia un vero e proprio marchio commerciale evocatore di immagini. Se una località affianca alla usuali attività anche quella turistica sarà necessario creare anche un neotoponimo turistico. Esso non necessariamente sostituisce il toponimo tradizionale in quanto spesso si affianca ad esso (Chamonix è stata ribattezzata Chamonix-mont-blanc)oppure divenne sostantivo (marbelizzazione per Marbella; Rapalizzazione per Rapallo ecc). Es classici di toponimi e notoponimi turistici li si riscontre nel turismo alpino Italiano. nel XIX sec l’alpinismo conosce un forte sviluppo e per questo le cime e le vette, prima denominate solo “montagne”, ricevono un toponimo. Si assiste ad una distribuzione di nomi per tutte le vette delle Alpi ( la cima + alta è denominata Monte Bianco) e degli Appennini. Inoltre si attribuisce un nome anche alle vie alpine (solitamente nomi di scalatori e alpinisti celebri, ma anche toponimi + creativi relativi alla sensazioni-emozioni scaturite negli animi di chi ha intrapreso una scalata). Si ricorda poi che una cima del massicci del Gran Sasso è dedicata a Giovanni paolo II, ovviamente per delineare un immagine che attragga non solo alpinisti, ma anche pellegrini.

VIP: Ogni epoca e società è stata caratterizzata da modelli sociali che gli ampi strati della popolazione sociale è stata propensa ad imitare. Si tratta dei modelli comportamentali e delle usanze (anche turistiche) della classe considerata + elevata. Belle società europee dell’Ancien Regime e fino all’800 erano i comportamenti di nobili e regnati ad essere emulati dalla classe borghese, anche per quanto riguarda la scelta della destinazione turistica. Praticamente la regina Vittoria è stata la responsabile dello sviluppo turistico di Mentone, i duchi di Genova e soprattutto il principe Tommaso i responsabili dello sviluppo della villeggiatura ad Algiè nel Piemonte, Napoleone III col suo amore per le località termali ha promosso lo sviluppo turistico di + località termali della Francia tra cui Vichy.  Nella realtà odierna non si emulano i comportamenti dei sovrani, ma quelli della nostra classe percepita come + elevata: I VIP (attori, poeti, letterati, showgirl, calciatori, cantanti ecc). La presenza spontanea di essi in una località è decisamente funzionale per l’attrazione dei flussi turistici. Basti pensare alla presenza di G.Clooney sul lago di Como, di numerosi vip nella costa Smeralda la cui presenza è ampiamente documentata dai media e enormemente sfruttata dagli operatori turistici. Questi ultimi è possibile anche che invitino un certo vip a trascorrere in una determinata località parte del suo tempo libero e questo permetterà poi di delineare una precisa immagine della località in questione: Ad Alassio in Liguria se in passato erano personaggi celebri locali ad apporre la loro firma sulla piastrella del famoso muretto di Alassio oggi vengono invitati per effettuare tale usanza personaggi famosi, o meglio i personaggi famosi che hanno fatto parlare mooolto di se durtante l’anno. Agliè riconobbe qlc anno fa la cittadinanza onoraria alladinese ai protagonisti della serie tv Elisa di Rivombrosa girata presso tale comune ecc

LETTERATURA: Prima degli anni 70 del secolo scorso i geografi riconoscevano la letteratura come fonte oggettiva del sapere, successivamente attribuirono ad essa una prospettiva + soggettivi. I geografi attuali non si preoccupano + di stabilire l’effettiva affidabilità delle info geografie di un opera letteraria o il modo in cui la realtà è stata percepita dall’autore del testo letterario…………essi sono molto + occupati a stabilire fino a che punto un opera letteraria ha influenzato prassi e comportamenti dei sogg e in che modo l’autore l’ha modellata. La letteratura è un ottimo strumento per la costruzione di un immagine turistica si ricorda:

  • lake district. Questa regione centrale dell’Inghilterra è caratterizzata da tempo da ingenti flussi turistici e non solo per gli eventi rivoluzionari del 700. Il poeta inglese Wordsworth ha delineato nei suoi scritti un turismo di tipo scenico ovvero evocatore di immagini e suggerito i luoghi della regione dei laghi come meritevoli di essere visitati. Con l’avvento della ferrovia e gli scritti di tale autore la regione in questione si così affermata turisticamente
  • Liguria. Essa si è inventata e reinventata dalla metà dell’800 ad oggi: regione pre-turistica per turisti allo centrici (Plog), località idonea per il turismo invernale (prima della II guerra mondiale), luogo turistico perfetto per il turismo balneare estivo (dopo la seconda guerra mondiale), spazio turistico idoneo per il buen retiro post-fordista ed oggi è una regione caratterizzata da una certa poliedricità che le permette di attrarre flussi di turistici spalmati durante lìintero arco dell’anno. Questo è avvenuto anche mediante la letteratura.

GUIDE TURISTICHE: LA GUIDA TRUISTICA è UN VOLUME APPOSITAMENTE CREATO PER SUPPORTARE IL TURISTCA NELLA ORGANIZZAZIONE DEL SUO VIAGGIO. Essa svolge una duplice funzione:

    • creare un immagine tale da far percepire la località come meritevole di essere visitata
    • creare un immagine corrispondente alle mode turistiche vigenti

Essa deve presentare una parte testuale ( descrizione dei luoghi, indirizzi, orari, informazioni sulle strutture ricettive, pararicettive, complementari) e un’articolata parte iconografica cioè illustrativa: immagini e foto (+ fotografi hanno associato la loro immagine alle città come Nadar per Parigi e Vernice Abbot per NY, la citta che sale). La guita spesso contiene anche una mappa ed eventualmente un cd room o un dvd. Essa risulta sempre essere parziale in quanto prettamente soggettiva: autore e committenti della guida scelgono quali info rendere disponibili agli utenti e quali no, descrivono i luoghi in base ad una propri interpretazione ecc. In passato diari e resoconti di viaggio erano le “guide turistiche” per coloro che intendevano “avventurarsi” in luoghi e destinazioni ove gli autori di tali diari eran già stati. La guidistica, modernamente intesa nasce nella prima metà del XIX (red book, le guide bleu ecc) sec momento in cui si afferma il turismo ciclistico e contiene: info artistiche, storiche, gastronomiche, paesaggistiche ecc, ma non info poliche o economiche. con l’avvento della motorizzazione il turismo ciclistico diviene + debole e si afferma il turismo automobilistico: le guidi sono così arricchite anche dalle info politico-economiche di cui necessita il turista: strade, gommisti, benzinai ecc.

Oggi esistono guide rivolte a determinate categorie di turisti: guide dei campeggi, guida del viaggiare raffinato, guida agrituristica (la prima nasce nel 1975 con la nascita dei primi agriturismi in toscana e trentino)

MASS-MEDIA: Fra le 2 guerre mondiali Cesar roux sottolineo l’importanza fondamentale della letteratura come strumento per costruire l’immagine turistica ed affianco ad essa ulteriori strumenti: commercio, scienza, arte……..Se Roux fosse vivo di certo arricchirebbe il suo intuitivo elenco con gli attuali mass-media: tv, cinema, carta stampata a larga diffusione, eventi e fiere nazionali, internazionali e mondiali e ovviamente internet.

    • la tv divulga una molteplicità di informazioni circa le potenziali località turistiche contribuendo a generare negli animi umani il desiderio di viaggiare. I documentari spesso veicolano gli interessi dei sogg verso determinate località ecc
    • il Cinema contribuisce ampiamente alla definizione delle varie immagini turistiche per es il filone cinematografico ove la montagna è luogo di potenziali tragedie e sventure e il filone che pone la montagna come luogo incantato alimentano un turismo montano ove la montagna è concepita come luogo magico e sconosciuto che commuove gli animi umani ecc
    • Una località turistica non può essere tale se non possiede un suo sito web: Agliè ha provveduto a fornirsi del suo sito: www. rivombrosa. it ovviante associato alla serie tv Elisa di rivombrosa; sono stati messi in rete 15 castelli tra parma e piacenza per promuovere le località che li ospitano ecc
    • In Italia vi sono + fiere ed eventi che promuovono le località turistiche come il Bit di Milano (annuale, febbraio) ove convogliano: compratori mondiali, day trippers, viaggiatori, turisti, espositori-stendisti ecc.Vi sono poi altri eventi di tal genere: la borsa marittima del turismo archeologico a Paestum (salerno), del turismo scolastico (Ge), del turismo gastronomico (Riva del Garda), del turismo religioso (Ra), del turismo sportivo (Montecatini).

CARTOLINE, PIEGHEVOLI, SOUVENIR, SLOGAN, MANIFESTI ECC: Essi si possono trovare in ogni località turistica dai rivenditori appositi, nei tabacchini, negli uffici di info ecc.

- La cartolina nasce nel 1869 ed è l’immagine per eccellenza che veicola la turisticità di un luogo. Essa è stata nel tempo sostituita e affiancata da cabine telefoniche, cellulari, e-mail ma resta ugualmente funzionale per la costruzione dell’immagine turistica di un luogo. Le cartoline rispecchiano le mode del momento per cui in passato mettevano in luce l’urbanizzazione simbolo della ricchezza e del progresso oggi evitano industri e paesaggi troppo urbani (attualmente repulsivi) e preferiscono soggetti + idonei alle aspettative turistiche: paesaggi, monumenti, piazze, basiliche, attrattive peculiari di un luogo per sottolinearne la specificità. ovviamente come per

- Slogan come NcuoreY simbolo della grande mela, 3000 giorni di sole per la Liguria tutte frasi appositamente nate per attirare turisti e sottolineare l’identità unica di un luogo

- Souvenir….antichi quanto il turismo ( anche i granturisti del 600 amavano portare a casa i classici ricordini) che in teoria dovrebbero rappresentare l’autenticità originale dell’antica cultura di un luogo, ma in realtà molto + spesso ricordini ad hoc ed in serie appositamente creati per soddisfare l’esigenza della clientela

CARTOGRAFIA: la cartografia è una rappresentazione pana (a 2 dimensioni), approssimativa (in quanto il mondo è sferico e l carta geografia si realizza in piano), ridotta (la superficie terrestre viene ridotta, resa + picola), simbolica (dotata di simboli ed una legenda che attribuisce loro significato). La carte geografiche come le guide sono soggettive in quanto l’autore di esse mette in luce solo le informazioni necessarie al turista, o meglio le info che egli ritiene necessarie per il turista: centri abitati, salite ripide, montagne, laghi, via di comunicazione, bellezze artistiche ecc. La carta geografica è uno dei primi strumenti coi quali il turista entra in contatto prima di giungere e visitare un luogo.

ETICA: Attualmente le località cercano di sfruttare l’occasione o creare un’occasione per integrare l’offerta turistica anche di una dimensione etica. Oggi, sempre +, il turismo viene associato al termine etico e ai suoi sinonimi: equo, compatibile, responsabile, consapevole, sostenibile, ecologico, ambientale ecc come per sottolineare che il viaggio non è solo fine a se stesso ma anche impregnato di aspetti etici, morali e umanitari. Alle 6 S (sun, sea, sand, sex, spirit e sport) si aggiungono quindi le 3 L: Landscape (inerente ad una domanda turistica attenta alla qualità/autenticità anche se rappresentata di luoghi, prodotti ecc); Leisure ( inerente ad una domanda turistica multimotivata che richiede un eseperienza polisensoriale); Learning (inerente ad una domanda turistica che richiede apprendimento e accrescimento esperenziale e culturale)

Si dovrà attribuire una dimensione etica ad un luogo affinché esso attragga la nova popolazione mobile ovvero il nuovo ceto medio: creativo, cosmopolita. intellettualizzato, consapevole, professionalizzato.

turismo e geografia ambientale

L’evoluzione e geografia ambientale: Ruocco (1999) ha sintetizzato in poche righe il complesso evolversi della scienza geografica in fasi successive, caratterizzate ognuna dal diverso porsi dell’uomo nei confronti del mondo naturale:

  • prima fase: ha caratterizzato soprattutto la cultura geografica dal XIX secolo fino alla Grande Guerra circa, viene solitamente definita FASE DEL DETERMINISMO. Secondo tale concezione, anche l’uomo e le sue azioni sono sottoposte a leggi naturali rigide e incontrovertibili. E’ la fase in cui anche la geografia politica e la geopolitica elaborano modelli secondo cui è la natura a determinare le scelte politiche dell’uomo e a dirigerle verso le uniche e sole soluzioni durevoli possibili. Il turismo moderatamente inteso in quest’epoca è appena esordiente e non ha ancor a assunto una dimensione di massa che lo caratterizzerà dopo la II guerra mondiale. Studi speculativi su geografia e turismo sono quasi assenti, ma vi è una concezione determinista che appare nei diari e nei resoconti di viaggio. Il viaggiatore-turista è spesso incaricato di una missione civilizzatrice mentre la comunità locale è quasi sempre sfavorita nel suo sviluppo dagli aspetti ambientali nei quali vive.
  • seconda fase: dalla fine dell’800 fino alla Seconda guerra mondiale circa è la FASE DEL POSSIBILISMO. Essa nasce in Francia intorno al 1922. Non si fa + dipendere le scelte ed i comportamenti umani dalla natura, ma si incomincia a porre ambiente e uomo su un piano paritetico, dove il primo influenza senz’altro, ma non determina l’azione dell’uomo e dove l’uomo stesso ha larga autonomia sull’ambiente. In tale fase la concezione del turismo conosce un passaggio dalla modalità elitaria a quella di massa (realizzazione insediamenti turistici che modificano il paesaggio originario delle regioni di incoming ad immagine della regione di outgoing)
  • terza fase: si afferma negli anni tra le II guerre, è la FASE DEL VOLONTARISMO. Tale fase vede nel rapporto fra uomo e ambiente una quasi totale preponderanza del primo sul secondo. Lo straordinario sviluppo della scienza e della tecnica appartenente al mondo occidentale nel XX sec crea l’illusione di poter ogni limite all’azione umana. Questa e la fase del grande sviluppo del turismo di massa con lo sconsiderato proliferare dell’edificato dalla riva del mare all’alte montagna, la costruzione di impianti e strutture turistiche, la convinzione che la natura si rigenera da sé, la diffusione dell’automobile, le ferie pagate, la costruzione di nuove vie di comunicazione ecc. Questo espandersi sconsiderato da luogo anche a gravi episodi: Ruocco ricorda l’incidente della nube di diossina a Severo nel 1976 che fu il punto di svolta che portò all’abbandono del paradigma volontarista.
  • quarta fase: FASE DELL’ECOCENTRISMO che si sostituisce all’TECNOCENTRISMO. Si invoca il rispetto x la natura da parte dell’uomo. Con il 1972 prende avvio il ventennio che permette di definire il concetto di sviluppo sostenibile:

Nei primi anni 70 con la conferenza di Stoccolma ci si comincia a porre domande inerenti a quali direzioni debba assumere lo sviluppo umano. Nel 72 vicino a Stoccolma, nell’ambito di un convegno internazionale, si inizia a parlare della necessità di soddisfare i bisogni primari delle società sradicando la povertà. Quest’ultima diventa quindi un problema da rimuovere se si vuole parlare di sviluppo. Inoltre si ritiene che lo sviluppo di ogni comunità debba partire dalle risorse e dalle capacità interne alla comunità in questione (sviluppo endogeno e ecosviluppo che deve tener conto anche delle esigenze dell’ambiente)Nel dicembre del 1983 il segretario generale dell’ONU affida alla socialdemocratica norvegese Brundland e ad una commissione il compito di realizzare un’inchiesta sul rapporto tra i problemi globali dell’ambiente e lo sviluppo socioeconomico dei popoli. La commissione B lavora 4 anni e presenta poi all’assemblea generale delle nazioni Unite (1987) il rapporto: Il futuro di tutti noi. Per salvaguardare il futuro comune la commissione propone una politica mondiale orientate allo sviluppo sostenibile sul piano ecologico e sociale in modo tale che l’umanità renda sostenibile lo sviluppo soddisfacendo gli attuali bisogni sena compromettere quelli delle future generazioni. (equità intergenerazionale) Lo sviluppo economico oltre a riguardare l’ambiente è necessario anche per eliminare la povertà accrescendo equità sociale. Spetta agli attori pubblici e privati collaborare affinché le loro azioni possano durare nel tempo conservano le risorse. L’adozione di tale piano di sviluppo è volta a rimuovere le cattive pratiche proponendone di nuove e buone.  Nel 1989 l’ONU si convince che è in atto un serio degrado dei sistemi globali e fissa per il 1992 una conferenza internazionale su ambiente e sviluppo a Rio. In tale circostanza viene coniata l’espressione turismo sostenibile ( inteso come sviluppo che soddisfa i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri) all’interno dell’Agenda 21 (adottata da quasi tutti i governdal 92 in poi. L’italia l’ha adottata nel 93) che è un progetto per il 21 secolo incentrato sui servizi ambientali e alla persona e sulla promozione di un mercato del lavoro che richiede nuovi professionisti. L’Agenda coinvolge il turismo in quanto è possibile potenziare lo sviluppo sostenibile in determinate comunità inoltre si sostiene che interventi disciplinati da leggi possano aiutare gli attori a modificare gli impatti negativi del turismo di massa favorendo attività ecocompatibili e la presa di coscienza della responsabilità dei turisti nei confronti delle comunità visitate. La prima località turistica che ha adottato l’agenda 21 è Calvia nelle Baleari (isola di Maiorca). Il turismo sostenibile è stato quindi definito come risposta alle necessità degli attuali turisti incrementando le opportunità future. Nel 1995 la Carta di Lanzarote (Spagna) fissa le linee-guida del turismo sostenibile mettendo al centro le comunità locali in quanto il turismo fa parte della comunità locale che va diversificata puntando sulla cooperazione. ( il turismo non deve essere distruttivo delle risorse locali ma fondarsi sulla riproducibilità dei valori sociali e delle risorse naturali e deve essere teso a garantire il profitto senza anteporlo alla qualità dell’ambiente e al diritto di godere anche in futuro del patrimonio naturale e paesaggistico)Tale carta ha sanzionato la rinascita dei valori della ricreazione democratica. Essa è voice che trasforma le cattive pratiche del turismo in buone

Lo SVILUPPO SOSTENIBILE quindi soddisfa i bisogni del presente senza compromettere le capacità delle generazioni future di soddisfare i propri bisogni (equità intergenerazionale). Le sue 3 diemnsioni principali sono:

  • sostenibilità ambientale che richiede di conservare il capitale naturale
  • sostenibilità economica che richiede di integrare nel calcolo economico di un intervento anche il capitale naturale
  • sostenibilità sociale che implica un miglioramento qualitativo delle condizioni di vita

 Il concetto di TURISMO SOSTENIBILE basato anch’esso sulle 3 fondamentali dimensioni: ambientale, economica e sociale. Il turismo sostenibile deve essere ecologicamente sostenibile nel lungo periodo, economicamente conveniente, eticamente e socialmente equo nei riguardi delle comunità locali (Carta di Lanzarote). Il turismo sostenibile non è solo turismo che tutela e salvaguardia l’ambiente, è anche turismo responsabile inteso come turismo che rispetta la cultura e le scelte della comunità locale. Si ricorda che si deve al turismo sostenibile lo spostamento di attenzione verso il turismo responsabile (dal lato della domanda) che limita gli impatti ambientali con pratiche invasive in mare o in montagna e verso il turismo compatibile (dal lato dell’offerta). che è incentrato sulla conservazione delle risorse x evitare che il consumo eccessivo le deteriori. Il concetto di turismo sostenibile ha contribuito a rifondare il dialogo fra regioni di outgoing e incoming su nuove basi x cui lo scambio tra turisti e comunità locale non è + a somma nulla, ma a somma positiva. Ruocco nel 1999 affermò che l’uomo non va considerato solo come responsabile di degrado, ma anche come modificatore in meglio delle condizioni ambientali. Gagliardo nel 2003 affermò poi che il polo di interesse del paineta si sta spostando dall’essere umano alle risorse che egli stesso consuma per vivere. M.Schmidt Friedberg nel 2001 manifesta anch’esso scetticismo per il concetto di sviluppo sostenibile. La messa in crisi del concetto in esame pone in discussione anche il concetto di turismo sostenibile, la cui formulazione viene declassata da Friedberg: TURISMO E SOTENIBILITA’ SONO 2 CONCETTI INCONCILIABILI FRA LORO. Nonostante tali critiche però il concetto di sviluppo sostenibile continua ad essere applicato e citato in campo turistico e oggi non c’è programma o piano o progetto che non si ispiri al paradigma di sostenibilista.

Spazio visitato organizzato consumato:  Lozato Giotard (1993) richiama l’attenzione sullo spazio turistico che da semplicemente visitato è velocemente passato ad essere organizzato e addirittura consumato, registrando profonde modifiche sull’ambiente.

  • Lo spazio quindi non è solo visitato. Per spazio visitato non si intende quindi uno spazio semplicemente osservato da un turista che rimane esterno rispetto all’insieme territoriale oggetto di visita senza lasciare alcuna impronta su di esso. Infatti uno spazio si deve intendere solo visitato se l’impatto ambientale del fenomeno turistico non modifica profondamente l’ambiente originario.  (decisamente raro)
  • organizzato nel senso di rimodellato e ristrutturato: Lo spazio organizzato coinvolge la volontà della comunità locale o degli imprenditori turistici provenienti dall’esterno di costruire uno spazio turistico. Infatti la risorsa turistica non è + solo naturale o culturale ma, è necessario considerare tale risorsa anche strutturale (infrastrutture e superstrutture costruite per ricevere i turisti). Esempio:Parchi di divertimento quali: I 4 parchi Disneyani: disney land californiana, disney world della florida, disney in giappone, disney land in francia

In essi è assente ogni attrattiva naturale o culturale che sono sostituite da strutture ludiche costruite ex novo e svincolate dal territorio circostante. Il parco di divertimento è l’esempio classico del fenomeno contemporaneo di tendere a ridurre a prassi ludica il tempo libero e quindi anche il turismo. Si può dire che solo oggi lo spazio ludico costruito ad hoc si è diffuso risultando molto meno distinguibile dall spazio di vita quotidiana, precisamente esso convive e coesiste accavallandosi con altri spazi.

  • consumato e precisamente: inquinato, degradato. La strutturalizzazione dello spazio turistico di oggi è un attore di trasformazione ambientale molto + forte dell’impatto che il turista imprime normalmente con alberghi, campeggi, seconde case, ferrovie, strade, aeroporti ecc. Il concetto di spazio consumato è da intendersi col significato di spazio eroso e anche distrutto dall’insediamento turistico. Lo spazio turistico infatti è una risorsa non rinnovabile e nel suo organizzare lo spazio turistico l’uomo lo consuma talvolta in modo irreparabile ovvero non sostenibile. Lo spazio consumato può intendersi anche come goduto o acquistato.

L’impatto ambientale del turismo sulle regioni:

Di incoming:  Nel 1980 l’OCSE pubblicò un rapporto nel quale si enucleavano le principali pressioni che il turismo esercita sull’ambiente delle regioni turistiche di turismo passivo. Sebbene siano passati 25 anni tale elenco è ancora una buona base di riflessione:

  • effetti di inquinamento, perdita dei terreni agricoli x la pastorizia, distruzione di flora e fauna,
  • degradazione del paesaggio e dei siti artistici e monumentali, effetti di congestione, conflitto e concorrenza

Alcuni punti riguardano una pressione sull’ambiente inteso dal punto si vista naturale mentre altri concernono un ambiente inteso dal punto di vista antropico (economico, sociale, culturale,…). Il turismo viene preso in considerazione non solo quale possibile causa, ma anche quale unica ed inevitabile causa di gravi danni all’ambiente della regione di incoming. Il turismo crea desertificazione, deforestazione, distruzione di habitat naturali, è responsabile di oltre 1/5 delle emissioni totali d’ossido di carbonio e del conseguente inquinamento atmosferico. Sta contribuendo a far scomparire le barriere coralline, oltre a piante ed animali, consuma grandi quantità d’acqua e così via. Il turismo ha poi enormi responsabilità nei confronti delle popolazioni locali che incontre, soprattutto quando si tratta di paesi poveri. Esempio: America del sud: Brasile, Santo Domingo e Cuba sono paesi in cui i turisti si sentono autorizzati a mettere in vacanza anche i principi etici e morali e, poiché pagano, si permettono cose che mai farebbero nel loro paese di provenienza come la prostituzione infantile. I locali, affascinati dai modelli di consumo e dai comportamenti degli occidentali tendono ad imitarli abbandonando i loro valori tradizionali e la loro identità culturale. Lo spazio poi si trasforma infatti altruismo crea enormi complessi che non hanno nulla a che vedere con l’architettura locale, riduce gli spazi liberi degli autoctoni che non possono + recarsi in determinati luoghi per svolgere le solite pratiche al fine di non disturbare i turisti come per es in spiaggia x pescare.

di transito: Luoghi di imbarco e sbarco come aeroporti, porti, autoporti, stazioni ferroviarie, autostrade, strade, ferrovie, ecc nell’ultimo secolo hanno avuto uno straordinario e irrefrenabile sviluppo. Nel turismo tradizionalmente inteso tali siti erano solo attraversati distrattamente dai turisti oggi invece zone di transito e mezzi di trasporto ricoprono una loro importanza turistica infatti vengono attrezzati appositamente per indurre i turisti a trascorrere parte del loro tempo e possibilmente fargli spendere parte del loro reddito. Si ricorda per es che le grandi navi da crociera puntano a salpare nelle prime ore del mattino in modo da indurre i turisti a pernottare almeno una notte in città questo implica che tale città non è + solo zona di transito ma viene anche conosciuta e magari visitata. Si ricorda la teoria dei non luoghi di M.Augè: . I non luoghi, che sono caratteristiche specifiche della nuova città reticolare, sono dei nuovi insediamenti, strutture che non hanno un passato storico e con le quali l’utente che le attraversa non riesce ad elaborare un rapporto di intimità storica né di riconoscimento collettivo.(esso si muove solo come utente,le attraversa, le consuma. Aeroporti, centri commerciali, stazioni ferroviarie, metropolitana ecc sono organizzati in modo tale da permettere al turista di trascorre parte del suo tempo in luoghi ospitali, pronti all’accoglienza e fargli spendere tempo e denaro. Per gli aeroporti per es si può dire che: “oggi accanto alla tradizionali funzioni aeroportuali si sviluppano una serie di servizi come aree commerciali, centri congressi, alberghi, ristoranti, cinema, servizi sanitari, luoghi di culto, sistemi di connessione informatiche e telematiche, smercio di prodotti. Queste aerostazioni sono caratterizzate dal fatto che molti passeggeri non escono dall’aeroporto ma vi rimangono per il tempo del transito. Molte stazioni aeroportuali sono diventare vere e proprie città con una tale autonomia di funzioni, strutture e reti di comunicazione informatica e telematica,  pur essendo a disposizione di migliaia di persone solo per un tempo limitato. LA CITTA’ TEMPORANEA AEROPORTO è impostata sull’accoglienza e sul rapporto per le partenze o sui transiti più o meno lunghi.” Anche il mezzo di trasporto diviene un’attrazione turistica (magari richiama esperienze del passato: carrozza. trenino a vapore ecc) o è unito ad un interesse sportivo (canoa, turismo equestre) o diventa un occasione di riposo e socializzazione (nave da crociera tipo love boat, pullman x gite scolastiche ecc)

di outgoing: Sulle regioni di turismo attivo si dà al termine ambiente un significato solo ecologico. Il turista prima o poi torna al luogo di residenza senza che la sua assenza abbia modificato il territorio di outgoing nel senso che nel periodo di vacanza il turista ha pagato cmq mutuo o affitto, ha mantenuto il posto di lavoro ecc. Se si considera x ambiente anche gli scambi economici, le relazioni sociali, le abitudini, i generi di vita allora il turismo ha un grosso impatto ambientale anche sulla regione di outgoing!

  • il turista spende denaro guadagnato nella regione di residenza nella regione di incoming per cui tale denaro è evidentemente sottratto alla regione di incoming
  • il turista dà lavoro a + sogg professionali legate al turismo nelle regioni di fuga: agenzie viaggio, tour operator, agenzie di marketing ecc
  • il turista nella vacanza accresce la sua cultura e acquisisce nuove esigenze che si paleseranno nella sua permanenza a casa
  • il turista contribuisce a creare il gusto e gli interessi turistici nella sua città

Attualmente si può dire che ha assunto un posto e un ruolo elevatissimo nella scala delle priorità di un individuo insomma si è ribaltato il rapporto lavoro/tempo libero al punto che la vacanza non è + concepita come riposo dal lavoro, ma è il lavoro ad essere percepito in funzione della vacanza.

Il ciclo di vita della regione turistica: Il territorio è una risorsa non rinnovabile, consumabile e d esauribile (inizialmente era però concepito come risorsa in grado di rigenerarsi da sé) e in quanto tale è soggetto ad un ciclo di vita. E’ possibile quindi elaborare modelli evolutivi secondo i quali il territorio si trasforma. Si tratta di modelli evolutivi che vanno dalla nascita alla morte passando dalla crescita  al declino. Di questa prospettiva si sono occupati soprattutto Plog(73), Miossec(76) e Butler(80). Stanley Plog è uno dei maggiori consulenti delle compagnie aeree internazionali il quale individua un continuum tra l’explorer o turista logocentrico e il vacationer o turista psicocentrico. I suoi studi sono stati applicati alle compagnie aeree internazionali per migliorare i loro processi decisionali. Egli delinea un modello scisso in 5fasi temporali ognuna caratterizzata da una figura di turista emblematica:

  • VIAGGIATORE ALLOCENTRICO con forte interesse esplorativo che cerca esperienze uniche (individualismo)prime che arrivino gli altri; l’ambiente risente poco della sua presenza. Si ricorda che Erik Cohen differenziando la domanda internazionale di viaggi descrive una figura simile al Viaggiatore allo centrico che è L’EXPLORER che non vuole battere le solite strade e inventa nuove località.
  • TURISTA INNOVATORE QUASI ALLOCENTRICO: ama le novità ma senza correre rischi ed arriva cmq sempre prima degli altri; l’ambiente inizia ad organizzarsi
  • TURISTA MID-CENTRICO O INTERMEDIO o turista di massa, che porta alla nascita di una legislazione turistica vera e propria. E’ il vacationer dell’all inclusive che arriva per imitazione dei primi. Cohen delinea la figura del vacationer come un soggetto con basso istinto esplorativo, il classico turista di massa organizzato che acquista il pacchetto di viaggi in agenzia.
  • TURISTA TRADIZIONALISTA PSICOCENTRICO giunge nel luogo quando la massa è già arrivata e la regione turistica sta passando di moda e contribuisce al suo declino
  • TURISTA PSICOCENTRICO viaggia per obbligo o per moda; è un turista che sceglie prima i servizi e poi le località.. Il territorio perde attrattive peculiari ed entra in crisi

Nel suo modello, risalente alla metà degli anni 70, Plog connette l’effetto snob col disprezzo delle masse contribuendo al pessimismo critico. Secondo i modelli di Miossec e Blutler le comunità locali ,che puntano allo sviluppo turistico, hanno un preciso destino che va inesorabilmente dalla stazione pioniera alla congestione, alla saturazione e alla decadenza del luogo. Il geografo Miossec descrive con grande precisione il ciclo di vita tipico di una località turistica nella società dei consumi. identificando le (dalla 0 alla 4) fasi evolutive attraversate da un centro turistico delle quali ognuna è caratterizzata da un livello di crescita dell’industria turistica sempre maggiore:

  • FASE 0 O PRE TURISTICA: La località è solo attraversata dai flussi turistici o è distante da essi.E’ dunque un luogo di transito o di isolamento poco conosciuto in cui i locali magari riflettono sulla possibilità di un decollo turistico visto però come miraggio oppure è insito un rifiuto o un atteggiamento incerto per quanto riguarda la possibilità di accogliere turisti. Le vie di comunicazione sono scarse o nulle, la domanda non conosce il territorio e non vi sono piani di sviluppo
  • FASE 1 O PIONIERA: La località diventa il luogo di soggiorno per una villeggiatura pioniera liberandosi dall’isolamento tramite un investitore locale che realizza un albergo o investitori esterni che scelgono l’area per una localizzazione turistica ricettiva. Nascono nove vie di comunicazione e si accentuano leggermente i trasporti. I turisti cominciano a percepire la località come area di destinazione mentre i locali osservano la situazione e le sue dinamiche per delineare possibili opportunità per innescare lo sviluppo locale.
  • FASE 2 O DELL’IMITAZIONE: Imitando la stazione pioniera aumentano le località turistiche. Il meccanismo si avvia quindi mediante l’invidia imitativa tipica della società dei consumi. Si sviluppano le infrastrutture, aumentano i trasporti per collegare i luoghi di soggiorno. Cresce la percezione del luogo come attrattiva turistica e tale luogo diviene un magnete. I turisti esplorano il luogo con itinerari e le comunità locali iniziano a collaborare avviando una politica delle infrastrutture e dei servizi.
  • FASE 3 O DELL’ORGANIZZAZIONE: La località è sempre più organizzata e iniziano le gerarchie tra luoghi più o meno prestigiosi e le specializzazioni. Le località dunque si attrezzano e si specializzano competendo tra loro in modo tale che il turista può effettuare la sua scelta.Si creano anche dei sottodistretti cioè luoghi specializzati in cui prevalgono determinati servii di supporto. Le pratiche spaziali sono dominate dall’effetto dimostrativo (variante del consumo vistoso) per cui le elite tentano di segregarsi in posti prestigiosi evitando il contatto con le masse.Miossec in questa fase parla di dualismo nel senso che la comparazione dei consumi dei turisti con le realtà locali possono generare meccanismi di disuguaglianza.
  • FASE 4 O SATURA: La gerarchizzazione e la specializzazione dei luoghi è totale e la località diventa satura: tutti i luoghi dell’area sono connessi, le vie di comunicazione sono congestionate, lo spazio turistico locale si disintegra, scompaiono alcuni tipi di turisti che vanno alla ricerca di altri luoghi in quanto l’ambiente ora è caratterizzato dalle stesse strutture urbane che il turista vuole evitare. Ai locali è richiesto un piano di sviluppo locale eco-compatibile per ridurre gli impatti negativi di un turismo diventato invadente.

Miossec afferma che vi sono possibili ritardi inerenti il passaggio da una fase all’altra e quindi il progressivo degrado può seguire anche ritmi variabili. Tuttavia è convinto che il degrado sia inesorabile in quanto i possibili piani di sviluppo per rivitalizzare la località non daranno i risultati desiderati in quanto il paesaggio inquinato, deteriorato, contaminato e ormai urbano non permettere più un esperienza turistica soddisfacente. Butler, ipotizzando che il turismo il turismo sostenibile sia un pio desiderio irrealizzabile, afferma che una località è uguale a un bene di largo consumo che segue un ciclo di vita simile a quello di Miossec.

FASE ESPLORATIVA O DELLA SCOPERTA:  Arriva un numero modesto di turiSti pionieri, il contatto con la comunità locale è intenso, vi sono pochi servizi di base per i visitor, l’ambiente è incontaminato

FASE DEL COINVOLGIMENTO O INIZIALE: La popolazione locale intravede potenzialità economiche nel turismo ed inizia ad organizzarsi

FASE DELLO SVILUPPO O DECOLLO: Il controllo del turismo passa ad organizzazioni esterne rispetto all’area e si avvia una colonizzazione turistica. Il numero dei turisti in alta stagione supera frequentemente quello dei residenti mentre la qualità comincia a diminuire a causa dell’affollamento

FASE DEL CONSOLIDAMENTO: Il numero di arrivi continua ad aumentare anche se a un tasso inferiore rispetto alla fase precedente. Il turismo può affermarsi come attività prevalente, il Comune diventa a vocazione turistica. Compaiono i primi sintomi di degenerativi e si propone l’adozione di incentivi per prolungare la stagione turistica

FASE DELLA STAGNAZIONE o SATURAZIONE: La comunità locale prende coscienza dei problemi economici, sociali e ambientali provocati dl turismo di massa. Resi conto che non è possibile crescere ulteriormente si oppongono al turismo perché scoprono che ai benefici turistici si accompagnano molteplici svantaggi

FASE DEL DECLINO O RIVALUTAZIONE: La località perde i competitività rispetto alle nuove aree di destinazione turistica, gli arrivi decrescono rapidamente e la qualità dell’offerte si abbassa. Le autorità locali tentano di rivitalizzare l’offerta con investimenti e nuove politiche turistiche

I critici pessimisti seguaci di tali modelli pensano che la compromissione ambientale sia irreversibile, che le massi sono incontrollabili e la saturazione è ineliminabile per cui la fase finale del ciclo di vita della località somiglia molto a quella connessa con l’ivecchiamento che precede la morte. Il modello segue uno schema lineare e non prevede che si possa tornare indietro. La rivitalizzazione sarà quindi solo un’ipotesi teorica che si basa sul fatto che raggiunta la maturità il prodotto va ringiovanito con cosmesi pubblicitarie come per un’anziana signora non resta altro che provvedere ad un imbellettamento che provveda illusoriamente a far morire senza mostrare eccessivamente i segni dell’invecchiamento.(la località come l’individuo può invecchiare apparentemente bene ma non stata mai veramente bene). L’adozione del ciclo di vita come categoria di analisi ha il suo limite in una concezione lineare dello sviluppo dove vige una legge inesorabile. La teoria dello spazio turistico come ciclo di vita coglie solo un aspetto della realtà, quello della deresponsabilizzazione dei turisti eterodiretti de delle imprese, inoltre convince che la missione aziendale sia il modo per evolvere in un ambiente competitivo in cui il territorio è un soggetto passivo dello sviluppo. Diciamo che questo è un modello valido per il turismo di massa nel periodo delle società dei consumi dominata dalla crescita senza limiti durante gli anni d’oro (45-75)dove il turista era convinto della infinita sostituibilità delle risorse naturali come se la natura fosse in grado di assorbire i danni ambientali provocati dall’uomo senza alcun effetto negativo.

La diagnosi sul ciclo della vita nulla dice sulle regole economiche e organizzative che possono conciliare sviluppo economico e valorizzazione delle risorse per le attuali e future generazioni. Essa evidenzia i limiti del turismo di massa ma non indica una cura per salvare la località in quanto non ha fiducia sulla possibilità di guarirla.  Tali studi e modelli dunque non anticipano il turismo sostenibile che invece ha fiducia nel fatto che tutto il turismo possa essere riformato infatti gli articoli di P B e M sono precedenti all’avvento del turismo sostenibile. Sono avvenuti cambiamenti inerenti a tali modelli in quanto una località turistica non si afferma più a partire dai pionieri ma direttamente dalla collaborazione tra locali e big player che la programmano attenendosi alle regole del turismo sostenibile.  Costa propone un altro modello di classificazione delle località turistiche ove la direzione verso la quale evolve la località turistica sta principalmente nelle scelte realizzate dai diversi sogg sociali. Tale modello rappresenta gli spazi turistici in funzione di 2 variabili: INTENSITA’ DEI FLUSSI E LORO REGOLAZIONE Incrociando le 2variabili indipendenti (regolazione e flussi) si hanno 4 tipi di località turistica:                     EVOLUZIONI LINEARI

  • TAO: turismo alternativo occasionale a bassa regolazione e intensità dei flussi:

La località corrisponde alla fase 0 e 1 di Miossec perché il luogo è ignorato a solo attraversato con disattenzione. Se la localizzazione è rada corrisponde alla fase che Buttler identifica come “esplorazione” e che Plog chiama allocentrica degli innovator. E’ l’isola che non c’è, il luogo sognato dagli antitristi. C’è poco benessere è il Tao non è apprezzato dai locali perché periferico rispetto all’economia globale. La comunità non vede nel turismo un’occasione di sviluppo, vive in modo tradizionale e non è consapevole della propria specificità oppure non ha al proprio interno risorse umane preparate nel programmare lo sviluppo locale. Località chiusa e fragile. (aree sardegna, basilicata e appennini)

L’utente del TAO non è sempre un viaggiatore allo centrico di Plog infatti quì troviamo il maturo avventuriero con denaro e esperienze interculturali per fare viaggi alternativi e scelte occasionali soddisfando più il desiderio di vagabondaggio che l’istinto esplorativo. Vi sono poi i giovani occidentali soccopelisti che danno origine a centri freak, non entrano in contatto con le comunità locali perché esse li definiscono come la decanza dell’Occidente

  • TIM: turismo insostenibile di massa a bassa regolazione e alta intensità

La domanda prevale sull’offerta, si tratta delle periferie del piacere dove è presente una massa eccessiva di turisti. Questa località corrisponde alla fase 4 di Miossec (saturazione,disintegrazione ecc) e al superamento della capacità di carico rilevata da Buttler. E’ la località congestionata dai turisti nei periodi di alta stagione tipica del turismo di massa della società dei consumi. Il passaggio TAO TIM è raccontato da 2 piattaforme:

  • secondo i pessimisti si tratta di un passo verso l’autodistruzzione del sistema locale. Dagli scienziati sociali Plog, Miossec e Buttler raccontano tale passaggio con un unico e rigido schema mentale di linearità apocalittica verso la distruzione
  • la destinazione turistica avrebbe ottenuto più vantaggi che danni dal passaggio al TIM per cui il TIM è cmq preferibile al TAO.

Il passaggio po’ essere anche da TAO a TAP o da TIM a TSM. Il TAP se non ben programmato può decadere in TIM e se ben programmato trasformarsi in TSM. La regola certa cmq è che l’assenza di regole genera l’involuzione lineare dal TAO al TIM descritta da Miossec e Buttler.                           EVOLUZIONI NON LINEARI

  • TSM: turismo sostenibile di massa ad alta regolazione e alta intensità di flussi

Nasce dal rinnovamento del Tim. La risorsa è conservata per i futuri turisti e si attivano modelli gestionali che richiedono conoscenze socio territoriali e competenze operative nel saper spalmare i flussi per aumentare la soddisfazione del turista. (esempio Riccione che trasforma alberghi in ecocompatibili vendendo poi la nuova immagine del luogo). Le buone pratiche (agenda 21) trasformano la comunità locale che non decade. Il TSM è la conseguenza delle politiche ambientali applicate alle città del turismo di massa quando esse hanno raggiunto la maturità nel modello di Buttler e Miossec. Esso dimostra che l’industria dell’ospitalità è riconvertibile se le imprese adottano collaborazione e flessibilità organizzativa. Un esempio inerente all’applicaizione dei principi del turismo sostenibile è il DISTRETTO TURISTICO CULTURALE ISTITUZIONALE delineato da Santagata in cui musei, itinerari culturali, fiere, festiva e enogastronomia non sono più separati. Il distretto consente di gestire i flussi turistici durante tutto l’anno e di definire un prodotto che resta nel tempo ridefinendosi anno dopo anno.

  • TAP: turismo alternativo programmato ad alta regolazione e bassa intensità di flussi:

Si ha quando si applica il principio precauzionale, Il passaggio dal TAO al Tap segna il troncamento del modello lineare di Miossec e Buttler. Si istituisce un’oasi naturale e si creano i camminamenti per esercitare lo sguardo turistici. I servizi realizzati a supporto di parchi naturali e beni culturali servono a far crescere la domanda durante l’anno e a generare nuovi posti di lavoro. La regolazione può essere applicata a vari livelli di intensità (ticket ingresso con servizi naturalistici o proibire ogni accesso) Il TAP è adatto per i centri storici abbandonati in cui si può realizzare strutture ricettive e di accoglienza rivolti a target speciali della domanda. Se non si definiscono regole si può però passare dal TAP al TSM anche perché la località può divenire popolare. Solo nel TAP e in parte nel TSM si possono trovare luoghi di qualità. Il Tap non è fatto e confezionato, ma creato da operatori e utenti. Un luogo ospitale nel TAP non è silenzioso ed esclusivo, come nel TAO, ma effervescente, ordinato,sicuro,amichevole, il passaggio dal TAO al TAP si ha quando la natura viene formalmente protetta e regolarizzata con leggi specifiche. Qui si integrano bella vita e buona società.

Per il passaggio dal Tap al Tsm (si ha quando ci sono modelli di gestione) ci si affida a consulenti, programmatori, architetti e studiosi che hanno il compito di sviluppare iniziative basate sulla Knownledge based cioè sulla conoscenza delle interdipendenze tra ambiente e altri settori. Un esempio di passaggio dal Tap al Tsm è la trasformazione dell’agriturismo che riprende le politiche economiche dell’agricoltura biologia (de-differenziazione) divenendo agriturismo bioecologico e rurale conservando però alcuni aspetti originali dell’agriturismo. Altro esempio dall’ecoturismo Tap al turismo naturalistico Tsm.

Gli indici di misura dell’impatto ambientale: I modelli di ciclo di vita di una regione turistica sono basati sul concetto che la sostenibilità di una località è funzione di un afflusso turistico quantitativamente determinato, Fino ad una certa soglia di questo, il turismo risulta sostenibile e porta benefici alla comunità locale, ma dopo tale soglia, il turismo inizia ad intaccare l’equilibrio antropogeografico che alla fine si rompe irrimediabilmente. Diventa x questo necessario determinare un parametro col quale poter misurare il livello di sopravvivenza turistica di una data regione x poter evitare di oltrepassarlo e quindi di saturarla. Alcuni fra i + significativi tassi ed indici turistici dal punto di vista geografico- ambientale e + frequentemente impiegati sono:

INDICE DI DENSITA’ TURISTICA o di Rajotte: si calcola dividendo il numero delle presenze turistiche relative ad un determinato arco di tempo x la superficie del territorio- E’ usato soprattutto x confrontare 2 o + momenti diversi della stessa stazione turistica oppure 2 o + stazioni turistiche

INDICE DI FUNZIONE TURISTICA o di Deferì: si ottiene dividendo il numero dei posti letto disponibili destinati ai turisti x il num dei residenti. E’ un indice capace di illustrare l’importanza del turismo in una località considerata e può essere impiegato x utili raffronti diacronici e sincronici

INDICE DI INTENSITA’ TURISTICA o di Plettner: è dato dal rapporto fra il tot dei pernottamenti e la popolazione residente nello stesso anno.

L’uso di tali parametri è facilmente applicabile a regioni turistiche a vocazione diversa, mentre in alcuni casi saranno necessari parametri decisamente + particolari come:

L’INDICE DI CARICO TURISTICO (rapporto fra: superficie degli arenili cioè spiagge, litorali e rive/num degli stabilimenti balneari o num di posti spiaggia)per le località di turismo balneare (Cecini e Varani)

L’INDICATORE DELLA CAPACITA’ DI ELEVAZIONE: (calcolato in funzione della portata oraria di ogni impianto di risalita e il dislivello in metri tra la stazione a monte e quella a valle) x le località di turismo montano invernale (Bartaletti)

Negli ultimi anni si sono presi provvedimenti per bloccare la decadenza di una località turistica con interventi di differenziazione dell’offerta.   - per es il caso di Lignano Sabbia d’oro (comune dell’alto adriatico) che ha un ciclo di vita tipico della società dei consumi. La punta massima è stata tra il 70 e il 75 e poi c’è stata una lenta e progressiva decadenza con la decadenza del turismo di massa come stile di vita apatico. Si poi verificato un progressivo deterioramento e un successivo riposizionamento di Lignano (anni 90) su livelli standard.   E’ possibile quindi definire  il ciclo di vita di una località turistica mettendo in evidenza la sua capacità di carico. Le fasi riguardano il coinvolgimento e il declino, ma possono riguardare anche il ringiovanimento della località se si interviene nella fase critica definita di sovraccarico e affollamento. Si trovano politiche di accomodamento in modo tale che il declino non sia irreversibile. Questo sta accadendo ora in varie località del turismo marino e in alcune del turismo urbano. Questa tecnica di intervento è la capacità di carico: consiste nel definire una serie di standard cioè decidere chi deve utilizzare la risorsa, la quantità, le qualità, i comportamenti per ridurre gli effetti negativi . La capacità di carico ha origine anglosassone, è una metodologia statistica, gestionale e manageriale che viene usata come correttivo cioè quando i danni sono stati fatti. Lo schema concettuale per determinare la capacità di carico ha 2 livelli:

1)Il primo livello proviene dal mondo scientifico e dalle scienza naturali ed è la componente descrittiva. Si basa sulla definizione dell’estensione dell’area presa in considerazione e dei tempi di frequenza e presenza nel luogo in questione.

2)La seconda (componente valutativa) viene dalle scienze economico sociali e consente di introdurre il ruolo della soddisfazione degli utenti all’interno della capacità di carico.. 

I parametri gestionali riguardano l’analisi della situazione attuale con cui vengono gestite le caratteristiche.

I parametri d’impatto descrivono cosa accade dopo che sono stati adottati i parametri gestionali. In alcuni casi il parametro gestionale è 0 nel senso che è consentito a tutti accedere alla risorsa naturale in altri casi vi sono vincoli e limiti. La capacità di carico quindi ci da uno spettro di opportunità ben definito.   E’ sulla tolleranza multipla tramite il coinvolgimento di multipli soggetti che si gioca la gestione operativa della capacità di carico. Questo approccio viene dalle scienze economico-sociali ed è presente una componente valutativa: si intervistano turisti, gestori della risorsa, rappresentanti delle popolazioni locali ecc e si analizzano i tipi di esperienza di questi soggetti per produrre standard valutativi che determinano anch’essi la capacità di carico.Essa è una capacità di carico sociale cioè negoziata tra le parti

E’ possibile poi utilizzare: la valutazione d’impatto ambientale o VIA: si analizza l’impatto sull’ambiente di qualsiasi opera umana costruita sul territorio. la valutazione ambientale strategia o VAS: prende in considerazione i singoli interventi. La carryng capacity è definita: capacità di una regione di accogliere turisti evitando di apportare danni irreparabili all’ambiente e si distingue in: ECOLOGICAL, TOURIST SOCIAL E HOST SOCIAL a seconda che so considerino: impatto sull’equilibrio ambientale, impatto sulla soddisfazione del turista, impatto sul benessere della comunità locale. Gli strumenti VIA, VAS e CC  presentano 2 caratteristiche che rendono felice il loro utilizzo:

  • non si limitano ad un’analisi geografico ambientale solo dal punto di vista naturale, ma si allargano ai temi sociali. culturali ed economici con un approccio olistico
  • non si limitano a determinare la soglia massima di sopportazione dell’innovazione turistica da parte dell’ambiente con soli parametri quantitativi, ma anche qualitativi

Strumenti di tutela ambientale e di valorizzazione turistica: Esistono alcuni strumenti atti a moderare l’impatto del turismo sull’ambiente naturale che rivestono carattere eccezionale e che non rientrano nella normale politica di gestione del territorio. Tali strumenti hanno doppia valenza:

    • tutelare l’ambiente e valorizzare l’ambente col turismo

Il turismo oltre ad assumere il ruolo di agente di erosione può anche essere usato come ottimo strumento di tutela ambientale. Attraverso la valorizzazione turistica di un’area è spesso possibile operare una sua conservazione e tutela ambientale che altrimenti sarebbero + difficilmente raggiungibili senza di essa. Per analizzare tali strumenti ci si può riferire alla distinzione suggerita da Lozato.-Giotard nel 93.

siti-sfondo naturali e non modificati: giustificano l’affluenza turistica (cascate Niagara, canyon Colorado ..); strumenti idonei di tutela di tali siti pox essere i parchi o le aree di tutela naturalistica

PARCHI E AREE NATURALISTICHE: Tali siti hanno un forte potere di attrattiva solitamente x la loro capacità di commuovere l’animo umano perché dotati di una certa eccezionalità: grotte (grotte di Frasassi, Marche; grotte di stiffe, Abruzzo, Grotte di castellana, Puglia, grotte di tufo, Basilicata), vulcani (etna in Sicilia), ghiacciai, cascate (cascata delle Marmore, Umbria), piramidi, canyon, piante e animali ecc. Poiché si tratta di sito non o pochissimo modificati l’impatto umano deve essere, se non totalmente evitato, almeno ridotto al minimo. I parchi naturali sono quindi aree di difesa del paesaggio. Ogni area territoriale necessita di tutela ambientale, ma all’interno di uno Stato alcune richiedono strumenti + severi oppure + specifici x una loro particolarità. Se un sito richiede una tutela naturalistica ancora + specifica e approfondita, la legge prevede la possibilità di istituire le AREE PROTETTE cioè parchi e riserve naturali ove un organo di gestione ad hoc sorveglia, controlla e si occupa di ricerca e valorizzazione anche turistica. L’istituzione delle aree protette in Italia vide un vivace periodo intorno agli anni 20 e 30 momento in cui furono istituiti: Parco Nazionale del Gran Paradiso, Parco nazionale d’Abruzzo, Parco del Circeo e dello Stelvio. Successivamente nacquero: Parco della Calabria, Parco della Maiella,del Gran Sasso. Venne emanata una legge sulle aree protette (L.394 DEL 6 DICEMBRE 1991)per coordinare le legislazioni regionali, Tale legge distingue 2 principali categorie di aree protette:

  • parchi naturali (generalmente + grandi) che contengono 1 o + ecosistemi intatti o parzialmente alterati da interventi umani
  • riserve naturali (dimensioni + ridotte) che contengono specie animali o vegetali naturalisticamente rilevanti (l’orso marsicano Nel parco d’Abruzzo)

La presenza del turista su un’area tutelata è molto pericolosa se il suo comportamento diventa non sostenibile perché può causare danni irreversibili. D’altra parte la presenza del turista su un’area protetta è altresì un vantaggio x la comunità locale e x la tutela paesaggistica (mediate il denaro che il turista porta e spende).Non sempre però gli amministratori che hanno istituito parchi e riserve sono stati consci di questi 2 aspetti, spesso vi sono stati ritardi, opinioni contrastanti, inerzie. Esempi

1) Parco dei Monti Sibillini (3/4Marche,1/4 Umbria): primo esempio di conflitti sociali che sono ancora in corso. Esso è stato ben studiato da Fulvio Beato nel libro Parchi e Società, I CONFLITTI sono di questa natura e rendono difficile costituzione Parco:

  • confitti di carattere politico-istituzionale centro/periferia. Ad esempio si è sostenuto che l’istituzione del parco è stata voluta dal Governo centrale senza sentire a sufficienza le necessità delle popolazioni locali. Il parco nasce per proteggere la biodiversità,flora e fauna ma acquista un valore politico.
  • Conflitti ambientali e locali: riguardano cacciatori e agricoltori che si sono alleati tra di loro a proposito del cinghiale. I cinghiali sono aumentati di numero (essi sono stati introdotti dai cacciatori) e gli agricoltori hanno una serie di svantaggi dovuti da una serie di limiti che gli ambientalisti hanno imposto per quanto riguarda la sua protezione. I cinghiali invadono i campi e li distruggono con conseguenze negative. Cacciatori e agricoltori contro ambientalisti: ognuno con le sue interpretazioni e non accettano lezioni dagli altri.

La conseguenza di questi conflitti è che questi Parchi vengono considerati dai fruitori inefficienti perché i conflitti politico-istituzionali comportano che molti soldi non vengono spesi, comporta che non si fanno assunzioni nel settore pubblico e che il settore pubblico poi no può dare appalto per cooperative. Quando arrivano i visitatori si accorgano che i servizi sono carenti e quel Parco è rimasto prevalentemente solo sulla carta.

2) Cartina Parco Nazionale degli Abruzzi: ha risolto conflitti creando dei modelli di gestione locale in cui le imprese hanno un ruolo protagonista per quanto riguarda l’offerta di beni e servizi. Vi è differenza tra i 2 parchi infatti il parco nazionale degli Abruzzi appartiene ai Parchi di antica istituzione realizzati all’inizio del secolo Ha avuto un aspetto gestionale organizzativo + consolidato nel tempo. Esso ha un cuore centrale allargato con area semi-urbana, all’interno di questo Parco ci sono molteplici servizi. I servizi messi a disposizione dal parco hanno avuto effetti sull’area circostante e sulla regione estremamente positivi. E’ stato messo a regime il logo; Nonostante i grandi numeri (turismo di massa) la qualità ambientale continua ad essere un’attrattiva e contribuisce un fattore rilevante per lo sviluppo economico del Parco. Il marchio è stato utilizzato anche per i prodotti locali e tutto ciò gli ha consentito al marchio una circolazione commerciale senza ledere la conservazione dell’ambiente. Gli effetti diretti sull’economia turistica sono i seguenti: Sono stati costruiti 17 alberghi, 10 campeggi, 9 rifugi e 16 agriturismi (dati 1997) che oggi possono essere aumentati perché con la legge quadro del 91 si è allargata la concezione del parco in modo multifunzionale, di conseguenza anche le attività collegate all’agricoltura vengono ulteriormente valorizzate. L’azienda agrituristica interna al parco è una nuova realtà che permette di integrare economia ambientale con economia agricola.

siti-sfondo urbani: rappresentati dai celebri ,clichés turistici (rive della Senna,canali e piazza S.Marco); vi sono politiche turistiche urbane come la restrizione,il controllo degli accessi che sono alla base della tutela di tali siti

Politiche turistiche urbane: Se fino a qualche anno fa il turismo di massa vedeva in prevalenza un flusso di pers proveniente da aree urbane dirigersi verso aree extra-urbane ultimamente si assiste al successo del turismo urbano che ha come meta i centri abitati. Durante gli anni 80, a seguito del processo di differenziazione degli stili di vita, anche le città infatt hanno attraversato un processo di trasformazione La rinascita urbana comporta che alcune città industriali (Torino. Milano, Genova ecc) che emettevano domanda di viaggi nell’epoca della società dei consumi ora diventino anche città che vogliono attrarre turisti (vogliono essere etichettate come comuni turistici). Il turismo di queste città non è il fattore trainante dell’intera economia, ma ha un ruolo crescente e offre opportunità di lavoro e di trasformazione della città in ospitale sia per i residenti che per i visitors.  Le città d’arte attirano infatti centinaia di migliaia di turisti all’anno x le loro bellezze e per i numerosi eventi anche creati intenzionalmente come mostre, spettacoli, raduni preparati a lungo e con dispendio di denaro ed energia x rispondere alle esigenze dei turisti. Le città sono quindi sottoposte periodicamente a pressioni ambientali turistiche che è necessario gestire, contenere, organizzare.Esistono politiche urbane di contenimento degli effetti negativi dell’afflusso turistico eccessivo, precisamente si tratta di una serie di tecniche di gestione:si possono distinguere in macro tecniche e micro tecniche :

 MACRO TECNICHE: riguardano un’area ampia e riguardano la pianificazione.   

vaso di miele: una grande risorsa naturale viene ristretta in una piccola parte per i turisti di massa (vaso di miele) e il resto della risorsa viene salvaguardato perché considerate parte più fragile della risorsa naturale. Occorre effettuare una definita zoonizzazione per delineare i limiti del vaso di miele. Si devono fare strade e servizi di supporto per scoraggiare il passaggio dal vaso di miele al resto dell’ambiente.  Per esempio per il Giubileo  2000: la porta santa di s.pietro è stata il centro principale dell’evento, ma anche le basiliche maggiori vennero indulgenziate dal Papa e l’inter Urbe fu organizzata x la ricezione dei pellegrini convocati a Roma x grandi categorie. (Giubileo dei giovani, degli universitari, degli agricoltori ecc)

dispersione: usata da Cris Raian nel Galles con risultati non del tutto positivi. Parte dal presupposto ottimistico di allargare l’area turistica coinvolgendo anche aree minori per cui un’area viene smagnetizzata in periodo di alta stagione offrendo opportunità in aree limitrofe e i turisti di massa, in teoria, dovrebbero andare in queste aree così l’area principale diminuisce il sovraccarico.  

soft per sempre: modello più politico che tecnico-gestionale in cui si prevedono limiti permanenti. Nell’area ci sono divieti (per es nei centri storici in cui vi è un ticket per parcheggiare auto)e la programmazione prevede che venga scoraggiata la presenza di persone. un esempio è l’isola di Montecristo che è stata considerata area totalmente protetta e le poche pers che vi possono accedere possono fare una breve escursione, ma non posson fare il bagno

MICRO TECNICHE: riguardano la singola  area :   

restrizione ufficiale degli interessi: ticket a pagamento e cancellate in cui possono entrare solo pedoni, solo su prenotazione, in num limitato ecc. Per es: La Cappella degli Scrovegni a Padova affrescata da Giotto.

spettacolo a pagamento. tramite ticket; modello post moderno che contraddice l’idea che un bene culturale è fruibile da tutti tipico dello stato sociale che aveva favorito la società dei consumi. il bene  qui deve essere pagato e vi è un controllo dei punti di accesso. Inoltre non si fanno servizi di supporto, parcheggi e strutture che favoriscono l’accesso. si definiscono pochi punti in cui si può accedere e quei punti sono controllati.  

 informazioni responsabilizzanti: riguarda le info date dentro un museo o in un’oasi naturale su come comportarsi. ha un valore educativo perché il turista informato e opportunamente guidato ha dei valori cognitivi di responsabilità che possono esser stimolati affinché i suoi impatti non siano negativi nell’area.

siti-sfondo naturali ed in parte modificati:appartenenti ad un luogo o una regione turistica con basi storiche e culturali (Mont-Saint Michel,valle della Loira,vigneti,grotte,catacombe)possono esercitare 1 buon effetto di conservazione i parchi letterari/ culturali.

Parchi letterari: Sovente la modifica aportata dall’uomo non è solo fisica o antropica ma anche culturale. Interagendo con l’ambiente l’uomo infatti non solo lo modifica x renderlo + adatto a sé, ma gli attribuisce anche alcuni caratteri peculiari che rilevano la sua cultura e il suo pensiero.  L’interesse turistico di numerosi siti è da ricercarsi nel significato culturale della località, nelle impronte immateriali che l’uomo ha lasciato su di essa. La tutela di tali siti riguarda il loro significato culturale all’interno della società che li ha pensati. Esempio è quello dei parchi letterari che ricoprono una serie di funzioni:

  • tutela e conservazione e promozione dello sviluppo regionale mediante la valorizzazione del paesaggio

- Nel nostro Paese la realizzazione dei parchi letterari è stata gestita dalla fondazione Ippolito Nievo con sede a Roma:

Cesare Pavese,La luna e i Falò a Santo Stefano Belbo; Eugenio Montale,Poesie a Monterosso;.D’Annunzio,La Fiaccola sotto il moggio ad Anversa. Il parco letterario Ettore Fieramosca (ispirato a Massimo D’Azeglio) è caratterizzato da iniziative quali: messa in scena della disfida di Barletta con corteo personaggi in costumi d’epoca. Questo è un es in cui il Parco letterario si caratterizza come evento culturale e della cultura materiale. Si realizza quindi una grande festa che ha il compito di ripensare la memori

-Esistono poi parchi letterati finanziati dal FESR ubicati in Italia esclusivamente nel mezzogiorno:

Giuseppe Tomasi di Lampedusa, La Sicilia del Gattopardo a Palermo; Santa Margherita Belice e Palma a Montechiaro; Elsa Morante, L’isola di Arturo a Procida; Giordano Bruno a Nola ecc.

- Vi sono poi parchi che usufruiscono della sponsorizzazione della Fondazione e anche dei finanziamenti del Fondo europeo: Carlo Levi ad Aliano, Grazie Deledda  Barbagia Baronia ecc

Si ricorda anche il parco letterario Salvatore Quasimodo realizzato a Messina e Modica luogo di nascita del letterato.

Molti di questi parchi letterari si basano sulle origini di letterati italiani. Gli itinerari prevedono solitamente luoghi di accoglienza e info. Il tutto migliora se esiste un’economia solidale, un’economia di rete che consentono di delineare un progetto stabile e duraturo nel tempo perché non esiste nell’analisi della domanda internazionale e nazionale di viaggi la motivazione prevalente collegata ad un autore. Nessuna ricerca evidenzia che si va in un posto perché vi è nato un letterato. Questa è + che altro una nostalgia delle popolazioni locali orgogliose di aver dato i natali a personaggi illustri ma non rientra nella storia al futuro che è tipica dell’immaginario collettivo turistico; Il turista ama anche il luogo dove è nato uno dei suoi autori preferiti, ma in genere  sceglie all’interno delle sue mappe mentali quello che è + vicino ad una serie di desideri ed aspettative che non è composta da un’attrattiva letteraria come principale (è sempre aggiuntiva). Altri esempi concernono: Sui luoghi della Battaglia di Solferino vicino Mantova oggi sorgono monumenti e sacrari mete di numerosi volontari di Società Nazionali della Croce Rossa e della Mezzaluna rossa inoltre nella vicina Castiglione delle Siviere il Museo Internazionale della Croce Rossa organizza visite,, convegni e riunioni alla base di un flusso turistico ingente della provincia di Mantova. Assistendo alla battaglia uno svizzero H.Dunant rimase colpito dai molti feriti e organizzò(1859) squadre di soccorso volontarie che lo ispirarono alla successiva fondazione del movimento della Croce Rossa

siti scrigno:sono la variate residenziale di uno spazio dominato dal turismo ove lo sfondo è in parte fabbricato dall’uomo secondo i costumi locali o regionali; strumenti idonei x la tutela di tali sito sono: musei all’aria aperta, ecomusei ecc

Musei all’aria aperta ed ecomusei: Fra le + recenti realizzazioni museali europee c sono i musei all’aria aperta e gli ecomusei atti a tutelare un bene culturale di primo ordine quale è il paesaggio. Si tratta di strutture finalizzate alla conservazione e alla fruizione anche turistica di ambienti naturali e non entro cui si svolgeva la vita quotidiana delle generazioni passate. I musei all’aria aperta nati a fine 800 nei paesi scandinavi si fondano su edifici smontati e rimontati in spazi aperti a pubblico ove viene ricostruita l’atmosfera di un periodo del passato con oggetti, utensili e costumi d’epoca. La critica che viene rivolta a questi è quella di trasmettere una cultura locale non solo limitata ad un paticolare momento storico, ma anche priva di quella dimensione evolutiva che invece è propria di ogni cultura. Questi musei oggi in Italia non sono presenti. Gli ecomusei nascono in Francia negli anni 70 del sec scorso. La finalità di essi è quella di tutelare e valorizzare le relazioni che la popolazione insediata ha in tempi storici intessuto col proprio territorio. Essi si aprono diacronicamente verso il passato e anche verso il futuro. Attualmente tali ecomusei hanno anche la finalità legata allo sviluppo locale mediate attività turistiche e cercano di valorizzare l’unicità del territorio in un mondo globalizzato (da alcuni definito omogeneizzato) ove le identità locali vengono spesso livellate.Gli ecomusei in Italia oggi sono presenti. Obbiettivi degli ecomusei sono: CONOSCERE (documentare il patrimonio culturale e materiale, reinterpetare il territorio, raccontare la storia e l’evoluzione del territorio e della vita quotidiana ecc) SALVAGUARDARE (conservare il patrimonio culturale, ambientale, storico, preservare la memoria collettiva ecc) VALORIZZARE (contribuire allo sviluppo locale e allo sviluppo economico ecc). Finora si ricorda che solo la Regione Piemonte e la Provincia autonoma di Trento sono gli unici enti territoriali che hanno disciplinato la materia

siti-posticci: nati da un’azione dell’assetto rivolta solo verso le attività turistiche che ha modificato in parte o totalmente il sito naturale;in tal caso è l’immagine del sito che necessita di essere conservata;strumenti utili xla sua tutela pox essere i marchi di qualità

I marchi di qualità: Nel caso di tali siti uno degli strumenti + idonei a tutelare la località e salvaguardarla dal rischio di erosione rappresentato dal turismo può essere la CERTIFICAZIONE DI QUALITA’. tali siti sono tutto turismo ; l’ambiente naturale alcune volte è stato totalmente modificato ed è fondamentale che l’immagine che essi possiedono sia conservata. Le certificazioni di q sono nate ai fini aziendali con lo scopo di certificare l’elevato livello qualitativo dei prodotti in un mercato semrpe + concorrenziale. La certificazione rappresenta un ottima etichetta e inoltre fa notizia mediante mass-media coi quali la località si fa conoscere. Si tratta insomma di marchi veicolatoti di immagine. Si è ormai istituzionalizzata (anni 90) l’idea che la marca territoriale o marchi d’area costituisca il centro d’identità socioculturali che possono costituire magneti territoriali. I marchi d’area sono uno strumento per generare reputazione sulla capacità e l’affidabilità degli attori economici e culturali locali nel mantenere costante nel tempo la qualità dell’offerta. Il marchio d’area (MdA) costituisce quindi un autocertificazione di servizio che garantisce al turista i servizi di qualità. I MdA ambientali sono:  regolamento comunitario Emas,  norma internazionale ISO 14001. L’area viene identificata da caratteristiche distintive. Le fasi operative per costituire un MdA ambientale sono:

  • individuazione di un organismo che pianifichi il progetto definendo tempi e modi di interventoe che coordini gli attori coinvolti e che sia in grado di accedere ai finanziamenti pubblici
  • analisi preliminare del progetti attraverso focus group per delineare la disponibilità dei soggetti
  • definizione congiunta di obbiettivi di miglioramento per soggetti e territorio
  • individuazione delle azioni da intraprendere
  • attuazione dei programmi, monitoraggio dello stato di avanzamento e coordinamento delle attività
  • analisi dei risultati, comunicare l’MdA per farlo diventare un medium del territorio

Il MdA è uno strumento di integrazione del territorio, uno strumento di comunicazione commerciale e un generatore di reputazione del luogo e di rassicurazione turistica. Le trasformazioni non consentono di elaborare un modello lineare unico della località turistica. Tutto ciò sta avvenendo perché si è deciso di ascoltare e soddisfare i turisti, di dedifferenziare l’offerta rendendola multifunzionale per una domanda multimotivata all’interno di regole definite dalla comunità locale.

CERIFICAZIONI ISO 14001 E 14040, EMAS ED ECOLABEL: L’ente che desidera ottenere la certificazione in ambito internazionale UNI EN ISO 14001 dopo aver predisposto un sistema di gestione ambientale (SGA) conforme alla normativa in materia deve presentare un apposita domanda ad un organismo accreditato x essere sottoposto ad una fase istruttoria sul suo SGA e ad una fase valutativa de visu.Se entrambe le fasi hanno esito positivo l’organismo accreditato trasmette la proposta ad un Consiglio x la delibera definitiva ed il rilascio della certificazione. Tale certificazione non è definitiva, ma limitata ad un triennio durante il quale l’ente è sottoposto a visite annuali di sorveglianza al fine di potersi meritare un’ulteriore proroga. Successiva o alternativa alla cerificazione 14001 è la possibilità di ottenere la registrazione europea EMAS decisamente + impegnativa e vincolante. Certificazioni ISO 14040 e ed ECOLABEL verificano la qualità del prodotto che le aziende immettono sul mercato.

LE BANDIERE BLU(validità annuale):Nell’estate 2006 l’iniziativa delle BB è giunta alla 20esima ediz. Vengono premiate le località marine che concretamente si sono impegnate nel miglioramento dello stato dell’ambiente. Le bandiere blu sono attribuite sulla base di alcuni parametri:

  • stato delle acque di balneazione,  corretto smaltimento rifiuti, sostegno a programmi di educazione ambientale
  • iniziative ambientali promosse dalle amministrazioni, cura dell’arredo urbano e delle spiagge

Rimini e Riccione sono un modello interessante di utilizzazione di un bene in coerenza con l’ambiente e per questo nel 1999 il ministero dell’ambiente ha dato loro il premio per le città sostenibili

LE BANDIERE ARANCIONE(2 anni): Nel 1999 il Touring Club Italiano (su iniziativa della regione Liguria) ha lanciato le bandiere arancioni: un marchio di qualità turistico-ambientale x le località dell’entroterra. Tali vessilli sono attribuiti dal Centro studi del TCI. Per ottenere il riconoscimento i comuni (autocandidatisi) devono superare una preselezione, poi sono sottoposti ad un analisi che prende in cosniderazione i seguenti parametri:

  • verifica della presenza e della completezza dI: servizi di info turistica e della segnaletica, grado di accessibilità alla località
  • indagine sulla presenza e sul livello dell’offerta ricettiva; rilevata presenza di servizi ristorazione, attrazioni storico-culturali, campagne di sensibilizzazione ambientale ecc

I BORGHI + BELLI D’ITALIA: Certificazione turistico-ambientale nata nel 2001 e ideata dall’ANCI con lo scopo di tutelare quei piccoli comuni italiani che posseggono un centro storico o una frazione dalla spiccata eticità storica. La Carta di qualità contempla i requisiti necessari e lo Statuto contempla i casi in cui il riconoscimento può essere revocato.

 

 

Fonte: http://www.scienzeturismo.it/wp-content/uploads/2009/05/riassunto-x-argomenti-di-geo.doc

Sito web da visitare: http://www.scienzeturismo.it/

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