Turismo nei paesi in via di sviluppo
Turismo nei paesi in via di sviluppo
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Turismo nei paesi in via di sviluppo
“Il turismo è essenzialmente un’esperienza geografica”
(J.B. Jackson)
La geografia economica si interessa soprattutto delle trasformazioni spaziali indotte dalla nascita di un insediamento turistico in una regione e di come il progredire dell’attività, l’aumento dei flussi in arrivo, la differenziazione dell’offerta, nel tempo producano una diversa e più complessa organizzazione del territorio, modificando profondamente i quadri socio-economici, il popolamento, l’insediamento. I processi di sviluppo ne risultano arricchiti, ma non è escluso che si producano ricadute negative per alcune attività economiche e la qualità dell’ambiente.
La complessità delle relazioni turismo/sviluppo può essere interpretata secondo il seguente modello dinamico, che si articola in quattro fasi (G. Candela, 1996):
- La fase dell’arrivo dei turisti, cioè dei consumatori del prodotto turistico, (il soggiorno) che non può essere consumato se non sul posto di produzione; Praticamente in questa fase tutti i prodotti richiesti dal turista provengono dall’esterno.
- La fase del consumo turistico: con il denaro proveniente dall’arrivo dei turisti, si genera una domanda autonoma di consumi, da parte dei residenti, la cui domanda stimola la produzione regionale che è chiamata ora a soddisfare i consumi dei turisti e quelli dei residenti (funzione del moltiplicatore turistico). Si parla di monocultura ricettiva.
- La fase del decollo turistico: in seguito, nasce e si mantiene sul posto un apparato produttivo finalizzato alla produzione di beni e servizi per il turismo (alimenti, artigianato artistico, trasporti, arredi per hotel e seconde case, ecc.). Nascono imprese apposite e arrivano gli investimenti dei residenti il cui reddito è cresciuto con il turismo. Il turismo diventa un’attività autonoma e non occasionale.
- La fase del distacco caratterizza infine la fase in cui l’economia regionale cessa via via di essere una monocultura e si differenzia in attività non più soltanto legate al turismo. Il settore industriale si emancipa dal turismo. Nella regione sono ora presenti contemporaneamente attività turistiche e attività industriali non legate al turismo.
Il modello della “regione turistica” di Miossec (vedi altri testi) è ancorato a questo schema delle cui fasi il modello individua e descrive la proiezione territoriale. Le regioni turistiche sono diverse tra loro sia perché si trovano in stadi diversi del processo evolutivo, sia perché li percorrono con velocità diverse.
Ci sono casi in cui la successione delle fasi non è meccanica. La politica del turismo nazionale o regionale o una particolare situazione di mercato possono consentire di saltare una o più fasi, accelerando la crescita, oppure vari fattori possono ritardare il passaggio a fasi successive. Qui di seguito si espongono casi in cui una o più fasi sono state “saltate” e lo sviluppo turistico ha assunto di conseguenza un andamento particolare.
Lo sviluppo del turismo nei paesi a regime socialista
In questi paesi il turismo interno attuale è nato dal turismo sociale, soprattutto in seguito alla conquista delle ferie pagate. Si tratta di un turismo pianificato dall’alto e imposto al sistema senza tener troppo conto del mercato, avendo per scopo la vacanza delle masse operaie di città anche lontane. In questi paesi l’intervento dello Stato può indurre il sistema ad evolversi saltando una o più fasi: per esempio, il capitale pubblico può intervenire anche prima che si sia evidenziata la funzione moltiplicatrice del consumo turistico. Il turismo sociale ha un precedente nel turismo dopolavorativo, che si sviluppò soprattutto in Germania e in Italia, negli anni ’30, sotto la spinta dei regimi ivi dominanti. Caratteristico è stato il fatto di aver occupato grandi spazi, organizzati per le vacanze della classe operaia. Dopo la caduta dei regimi socialisti, le medesime strutture sono state ridestinate alla vacanza di massa dei cittadini del medesimo paese e in parte alla vacanza a basso costo offerta alle masse provenienti dai paesi occidentali. Le strutture e la stessa organizzazione dello spazio raramente soddisfano i turisti occidentali.
Sviluppo del turismo in coincidenza della presenza di una colonia europea
In prossimità di una città importante, per esempio New Delhi, si è sviluppata una località turistica con la funzione di essere la stazione di soggiorno, o di villeggiatura, dei residenti europei della colonia (in India, la stazione climatica di Simla, a 2200 m, fu la residenza estiva del vicerè dell’India britannica). Simile il caso dell’organizzazione delle vacanze, in Thailandia, del personale “ a riposo” impegnato nella vicina Indocina negli anni ’60, che provocò un’importante presenza di turisti americani in questo paese. Questa circostanza favorì il precoce sviluppo del turismo, cosicché già nel 1970 si erano raggiunti i 629.000 arrivi. In quell’anno le entrate del turismo rappresentavano l’1,6% del Pil nazionale, valore salito al 2,7 dieci anni dopo. Negli anni, vari motivi, tra i quali la diffusione di malattie infettive e della droga, danneggiarono il turismo thailandese, rendendo necessario un maggior impegno governativo per la pianificazione del suo sviluppo (Cavallaro, 1985).
Lo sviluppo del turismo basato su capitali stranieri in paesi dove il gap rispetto ai paesi di origine del turismo è alto:
In questi paesi lo sviluppo può arrestarsi alla prima fase o alla seconda fase, perché non ci sono le condizioni per la nascita sul posto delle attività produttive connesse. Ciò può accadere quando il reddito proveniente dal turismo e che resta nelle mani dei residenti è così basso da non consentire investimenti (l’accumulazione primaria è bassa). Oppure perché non ci sono le condizioni per produrre in funzione della domanda turistica (alimenti richiesti da turisti, qualità degli alimenti e sicurezza igienica, prodotti complessi), anche per effetto di carenze imprenditoriali.
Le regioni in cui il turismo si è sviluppato rapidamente in seguito all’investimento di ingenti capitali locali di origine non turistica:
E’ il caso degli Emirati arabi (Federazione di sette stati sulle rive del Golfo Persico), di cui Abu Dhabi è il più grande. Conta una popolazione piccola, per l’80 % straniera (1,7 milioni di ab., capitale Dubai), e fa registrare un reddito pro-capite tra i più alti al mondo. L’ampia disponibilità locale di capitali – il petrolio - ha consentito di realizzare una politica di attrazione di importanti agenzie e associazioni. Per esempio, nello sport, per il quale verrà presto realizzata una città dello Sport a Dubai. Nel 2007 verrà inaugurata la nuova sede dell’International Cricket Council, che finora era a Londra e che vi si trasferirà grazie alle importanti agevolazioni fiscali e al grosso contributo governativo alle spese di impianto. Il 99% della forza-lavoro impiegata è di provenienza estera (filippini, indiani, srilankesi, pakistani). Più che le preesistenze naturali (un mare biologicamente assai ricco, dalle acque trasparenti, il paesaggio del deserto) conteranno le costruzioni umane, le strutture e i servizi già esistenti e in progetto. Già a Dubai svetta il Burj al Arab, una torre alta 321 m a forma di vela gonfiata dal vento. Una albergo subacqueo (Hydropolis Hotel), isole artificiali (250 isolette artificiali comporranno The World, un complesso distante 8 km dalla costa), il grattacielo più alto del mondo (Burj Dubai, oltre 800 m), lo Shopping Mall più grande del mondo, ecc.
Un sistema di liberismo spinto attrae i capitali e coloro che desiderano vivere in un ambiente di lusso, quasi totalmente artificiale, una vera isola tecnologica. Vi sono disponibili tutti più noti marchi di prodotti di lusso, una specie di paradiso in terra dello shopping. L’aeroporto è un hub di rilievo internazionale sulle rotte dell’Asia.
Le regioni in cui il decollo turistico, iniziato da zero, è stato messo in atto dal capitale straniero:
Sharm-el-Sheikh, Sinai, Egitto, è una fascia lunga 60 hm, ricca di spiagge e insenature. L’abitato più vecchio è una piccola base costruita dagli israeliani nel 1968. Oggi vi si allineano alberghi delle principali catene alberghiere. L’inizio dello sviluppo turistico risale agli anni ’80. Si può definire un tipo di European style holiday resort, articolato in diversi complessi, uno dei quali offre un esempio di stazione turistica nata dall’impiego di capitali italiani. L’inizio data dal 1991, con gli investimenti dei capitali di Enrico Preatoni (costruì il Coral Bay Domina, il più grande villaggio italiano del Mar Rosso, con 4.000 posti letto) e si basa su una formula variata, fatta di alberghi, condomini, ville, che consente il soggiorno di massa ma nello stesso tempo offre strutture alberghiere di grande richiamo e ville per clienti di lusso. Qui la “riminizzazione” convive con il turismo esclusivo. La vendita di seconde case, specie se coinvolge personaggi noti del mondo dello spettacolo e della jet society (Marta Marzotto, Alba Parietti), comporta il vantaggio della fidelizzazione del cliente, così da controbilanciare gli effetti negativi delle mode passeggere per questo tipo di resort. Il basso costo dei viaggi organizzati per gruppi sempre numerosi, la vendita di pacchetti all-inclusive, le tecniche di vendita applicate in Italia, comportano un consistente arrivo di turisti italiani sul posto. I prezzi sono competitivi, ed anche le condizioni meteorologiche sono costanti sul bello, tutto l’anno. Ciò spiega la nascita di un polo turistico italiano. Ovviamente gli italiani sono ai primi posti come numero di arrivi.
Il richiamo della cultura locale è quasi inesistente, se si escludono il Monastero di S. Caterina e la salita al Sinai. Contano invece la spiaggia, il mare, i fondali, il clima.
Le regioni che hanno affiancato la risorsa della cultura locale alle operazioni di investimento di capitale straniero:
Non mancano esempi per il Marocco e la Tunisia, tra quelli più vicini all’Europa. In questa categoria entra anche il turismo di pellegrinaggio, che più precocemente degli altri anticipa il turismo di massa. In alcuni casi la cultura costituisce il nucleo principale del viaggio (tour delle capitali del Marocco), in altri si affianca all’offerta principale (in Kenya, le danze e i canti dei Masai fanno da contorno all’offerta principale di safari e natura).
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Nel caso del Kenya, il destino della popolazione Maasai è stato ancorato, almeno in parte ad un turismo etnico-naturistico. E’ difficile tradurre in italiano il termine wilderness: spazi selvaggi sarebbe forse il modo giusto, ma l’espressione turismo degli spazi selvaggi non ha avuto fortuna. Si usa invece il termine safari.
Riferiamo un’esperienza di cui sono stati protagonisti degli italiani. In Kenya il safari può diventare di solidarietà: è stato infatti istituito il conservation fee, cioè una parte degli introiti turistici che va alla comunità Maasai. Il Maasai Wilderness Conservation Trust è impegnato a proteggere il patrimonio faunistico e culturale dei Maasai. Questa istituzione accetta anche offerte per spese destinate a migliorare salute e istruzione, specialmente dei bambini. Una fonte di lavoro diretta consiste in 16 posti di lavoro per guardiacaccia; altro guadagno è assicurato dagli spettacoli folkloristici. L’area interessata è quella del Maasai Mara National Reserve (1672 kmq) il più famoso parco del paese, dove sono stati istituiti 48 parchi e riserve nazionali . Nella Reserve – a differenza che nei parchi nazionali - gli abitanti possono allevare i propri animali e anche uccidere gli animali selvatici, se da loro attaccati. Gli allevatori sono compensati per la perdita di bestiame a causa dei selvatici. Al Campi ya Kanzi (un ranch di 400 miglia quadrate sulle pendici del
Kilimanjaro), 20 $ per notte, sulla somma pagata da ciascun ospite, sono riservati ai bisogni della popolazione locale in istruzione e sanità. Lo staff dell’albergo è composto da Maasai. Luca Belpietro, che dirige il ranch con la moglie Antonella Bonomi, ha scritto la propria tesi di laurea sulle risorse della natura in Kenya per il turismo.
I coniugi hanno fondato il Maasai Wilderness Conservation Fund, una onlus che ha titolo a ricevere donazioni esenti da tasse e ha lo scopo di realizzare interventi vari dalla preservazione delle specie naturali ai programmi educativi di costruzione di scuole. Un esempio di programma attivato riguarda le donne, e consiste nel commercializzare i prodotti artigianali femminili. Un altro programma riguarda la protezione del leone africano, di cui oggi restano appena 18.000 esemplari. Il programma aiuta a creare posti di lavoro (game scouts) per la protezione animale.
Terminologia del turismo
Arrivi, o turisti arrivati:
Il termine si riferisce al numero di coloro che arrivano in una località turistica. Un modo restrittivo di calcolare il montante è la registrazione degli ospiti in albergo.
Attività all’aria aperta (outdoor recreation):
E’ un’attività ricreativa distinta dal normale turismo. Può essere lo scopo principale del viaggio (turismo sportivo) oppure può essere praticata saltuariamente. Ovviamente si tratta spesso di attività antiche, ma che hanno acquistato nuova evidenza in anni recenti.
Attività lavorative del turismo:
Sono numerose e variate, volte al funzionamento di servizi al turismo e classificate nel terziario. Si riconoscono quattro settori: a) agenti di viaggio; b) trasporti, c) dipendenti alberghieri; d) dipendenti di strutture sportive. La loro funzionalizzazione al turismo risalta dal confronto del tasso di occupazione medio regionale per ciascun settore con analogo tasso riscontrato in una località turistica.
Consumo turistico:
La domanda di consumo turistico ha la caratteristica di localizzarsi in area diversa da quella di produzione del reddito. Vanno distinte le aree di provenienza (bacini della domanda) e quelle di destinazione (bacini di offerta, questi ultimi caratterizzati da aspetti fortemente attrattivi). I flussi in movimento dagli uni agli altri sono in funzione del fattore distanza, visto come tempo di percorrenza ma anche come spesa per il viaggio. Si possono avere situazioni di domanda concentrata e di offerta dispersa, come nel caso della cintura destinata a turismo a breve raggio intorno a una grande città, oppure, al contrario, di domanda dispersa e di offerta concentrata, come si verifica nel turismo internazionale diretto verso poli turistici dei PVS.
Escursionista:
E’ colui che compie un viaggio breve, in una località vicina, con rientro a casa entro le 24 ore. Se il rientro avviene nell’albergo dove si soggiorna, si parla di escursionista-turista. Si distingue anche l’escursionista di transito, che sosta in una località per poche ore. I medesimi servizi – salvo l’albergo – si rivolgono a turisti e a escursionisti. Tuttavia, si può anche dare il caso di una separazione netta, con esclusione degli escursionisti dalle strutture destinate ai turisti (succede spesso nei PVS, oppure nel caso di alberghi esclusivi).
Infrastrutture turistiche:
Sono le opere che assicurano la comunicazione, il trasporto, l’acqua e l’energia, nonché il trattamento dei reflui e dei RSU. Possono essere rivolte al servizio di tutti i residenti, e allora assumono una specificità turistica se dimensionate non in riferimento alla popolazione residente, ma ad un’utenza massima del periodo di punta delle presenze turistiche. Nel caso dei PVS, spesso mancano nel resto del territorio, essendo presenti solo nelle località turistiche.
Presenze turistiche
Si riferisce al numero di nottate trascorse presso una località turistica. Il dato, diviso per il numero degli arrivi, dà la durata media del soggiorno.
Residenza secondaria
Detta anche seconda casa, non fa parte – in linea di massima – dell’offerta commerciale di alloggi turistici, essendo destinata, appunto, alla residenza, in un periodo dell’anno, degli stessi proprietari. Tuttavia, può entrare a farne parte in maniera occasionale. Le case in multiproprietà sono parte di questa categoria, ma sono anche rivolte al movimento di turisti, poiché l’organizzazione prevede l’affitto temporaneo.
Risorse del turismo:
Sono considerate la materia prima del turismo. Una classificazione semplice, basata sul contrasto, è quella di dividerle in naturali (clima, paesaggi, ambienti montani, lacustri, marini) e umane (architettoniche, artistiche, storiche, culturali in genere). In realtà, si ha per lo più una commistione dei due tipi. A seconda della risorsa dominante, la tipologia turistica si distingue in turismo marino-balneare, montano, lacustre, ecc. Un’altra classificazione divide le risorse turistiche in rinnovabili (le risorse naturali di un sistema in equilibrio) e non rinnovabili (le risorse colpite da degrado). Contano anche le riserve di risorse, ossia quelle caratteristiche del territorio che non sono ancora produttive e quindi non identificabili come offerta per il turista. Per esempio, l’archeoindustria in Sardegna riguarda un complesso di edifici, segni del lavoro umano, insediamenti, che sinora sono stati una riserva ma che si avviano ora a diventare una risorsa attuale. Si può parlare infine di risorse scomparse, come nel caso di spiagge erose, di fauna rara non più presente (es., la foca monaca in Sardegna), di cui magari resta l’immagine incorporata nel messaggio rivolto al turista.
Servizi accessori del turismo:
Sono i servizi rivolti al funzionamento del sistema turistico, indipendentemente dalla popolazione residente: porti turistici, impianti sportivi (spesso dimensionati per i grandi eventi), servizi per gli alberghi, locali di divertimento, ecc. Vengono anche chiamate attrezzature complementari.
Sistema turistico:
Il sistema turistico è un insieme di interrelazioni tra i flussi dei turisti e le regioni di destinazione, o anche una realtà territoriale vista come un complesso di elementi tra loro collegati e interagenti. Si articola in sottosistemi: a) della domanda, b) della circolazione, c) della ricezione o organizzazione dell’offerta, in estrema sintesi in una sottosistema delle risorse e in un sottosistema dei flussi. La circolazione è il carattere dominante di questo tipo di sistema.
Spaesamento:
Non molto soddisfacente traduzione del termine francese depaysement, che indica lo spostarsi in un ambiente inconsueto, nel proprio paese o all’estero, cosa che diventa il carattere distintivo del turismo. Il cambiamento di ambiente è infatti la condizione ricercata per una vacanza veramente rilassante.
Strutture turistiche:
Sono le strutture ricettive. Volendo distinguere i soggetti che attuano movimenti legati al lavoro (studenti, insegnanti, politici, rappresentanti di commercio, ecc.) dai “veri” turisti, nel caso di strutture ubicate in città, non è semplice riconoscerne la funzione turistica, a meno che non si decida che tutti coloro che alloggiano in albergo sono dei turisti, come avviene in alcuni paesi. Si distinguono in alberghiere classificate (alberghi, garnis o meublé, motel, residence, alberghi diffusi) ed extralberghiere (campeggi, roulottopoli, rifugi, campi di vacanza, ostelli della gioventù, alloggi agrituristici, affittacamere, colonie, case per ferie, case e appartamenti per vacanza, B&B, ecc. ).
Tempo libero:
Sempre più si rende necessaria quest’espressione, che comprende una varietà di attività al chiuso o all’aperto. Questo termine, e i corrispondenti in altre lingue (leisure, loisir, ocho, Freizeit), comprende modi di passare il tempo che si svolgono nella propria abitazione o nei suoi pressi, oppure nel viaggio. Solo quest’ultimo rientra nel turismo. Più che il passatempo, è il luogo dove questo si svolge, a fare la differenza.
Turismo attivo e passivo:
Il turismo “attivo” è lo spostamento di chi si reca in una località turistica. Il termine “passivo” si riferisce invece ai soggetti – che quindi non si spostano - e alle loro attività in quanto ricevono il turista e gli offrono un prodotto, la vacanza. Lo studio del turismo passivo è in pratica lo studio della ricettività. Un po’ diverso è il significato dei termini outgoing (il turismo in uscita) e incoming (il turismo in entrata), dove il soggetto è il medesimo, visto prima dalla parte dell’uscita da un paese, il paese di provenienza, mentre nel secondo caso viene visto come soggetto che arriva nel paese di destinazione. Molti servizi sono organizzati in maniera distinta nei due casi (es., le agenzie di viaggio).
Turismo di élite e turismo di massa:
Il primo tipo di turismo, dove il soggetto è una porzione di popolazione dotata di mezzi finanziari e forse di mezzo di trasporto individuale, è più antico: in genere, bisogna aspettare il ‘700 per vedere un certo numero di turisti, in genere persone abbienti e giovani, provenienti dall’Europa di NW, viaggiare in Europa per conoscere i diversi paesi e visitare le rovine dell’antichità classica. Esso nasce come un viaggio di istruzione e di formazione. Nel corso dell’800 i motivi di viaggio non utilitario crebbero e si registrarono i primi turisti per motivi climatici, per sfuggire all’inverno o al caldo estivo, per motivi di salute e cura. Il turismo di massa non rappresenta la moltiplicazione del turista di élite man mano che il potere di acquisto delle masse aumenta. Esso invece si incarna in un tipo di vacanza differente, specialmente la vacanza “tutto compreso”. L’acquirente del pacchetto chiede infatti che l’andamento del suo viaggio corrisponda a norme stabilite a priori, così da ritrovarsi aspetti familiari e rassicuranti. Non si cerca l’avventura e l’ignoto. L’alloggio è fornito in alberghi che riproducono un modello internazionale sempre uguale, che costituisce per il turista un luogo di rifugio, limitando a pochi momenti del viaggio l’esperienza dell’esplorazione avventurosa (Cavallaro e Pipino, 1988).
Turista:
Definizione NU, in sintesi: una persona che viaggi per divertimento, o per altri motivi, che non siano di lavoro, e che soggiorni per un periodo minimo di 24 ore in una nazione o una regione diversa da quella di residenza. In sintesi il turista è = viaggio + alloggio + svago. Secondo la definizione più restrittiva, in alcuni paesi, il turista è colui che alloggia in albergo. Si parla però di turismo congressuale, sportivo, ecc. , cui partecipano professionisti, altri.
Turisti e forestieri:
La categoria dei forestieri (i quali sono semplicemente i non residenti e formano una categoria più ampia i cui i turisti veri e propri sono ricompresi) include coloro che si spostano per vari motivi, anche di lavoro o affari. Viceversa i turisti si spostano per vacanza, svago o tempo libero (homo ludens). Il turista (la parola ha origine dal verbo tourner, viaggiare , girare, da cui Grand Tour, termine che descrive il viaggio, concluso dal ritorno in patria, dei giovani francesi di famiglie nobili o danarose, inizialmente però inglesi, nell’Europa del XVIII secolo.
Turisti e visitatori:
Il concetto di visitatore è diverso da quello di turista. Il visitatore è tale quando visita un luogo attrezzato per la visita e in cui la sua presenza viene quantificata da biglietti d’ingresso o con altri sistemi di valutazione. Un museo, un parco, ecc. Il turista invece potrebbe al limite non visitare nessun luogo di visita.
Villeggiatura:
Termine ormai obsoleto, che indica il turista che compie un soggiorno prolungato in una località, spesso in maniera ripetitiva ogni anno. Con la tendenza alla frammentazione delle ferie e quindi della vacanza in più momenti dell’anno, questa definizione ha perso interesse pratico. Si parla ora di prima vacanza (estate) di seconda vacanza (fine d’anno) o di vacanze multiple.
TRASFORMAZIONI DEL TERRITORIO AD OPERA DEL TURISMO
Il turismo ha sostanzialmente due tipi di effetto sul territorio, inteso come spazio abitato e organizzato per la produzione e il consumo.
Uno è l’effetto conservativo: monumenti, paesaggi urbani e rurali, abitazioni, aspetti della natura e dell’arte, e in generale testimonianze storiche, sono oggetto di conservazione non solo per gli abitanti del posto, ma anche per offrire motivi d’interesse al turista. “Come eravamo” è una proposta che va oltre il fatto artistico, per diventare un documento storico. Nei PVS, il turismo naturalistico e dei safari è un motivo molto forte per la conservazione della flora e fauna spontanee.
L’altro effetto è invece di cambiamento, secondo modalità che possono essere definite: selettive, in quanto mirano a enfatizzare paesaggi e lineamenti del territorio già esistenti, o innovatrici, se ci si impegna in una creazione ex-novo di elementi turistici.
Un modo del turismo di essere selettivo è che alcune aree (es., zone A dei parchi naturali) sono caratterizzate da una conservazione estrema, mentre altre (zone C) sono destinate ad ospitare le strutture ricettive e le infrastrutture e quindi oggetto di profondo cambiamento. Inoltre, nei PVS, le aree trasformate dal turismo sono speso quelle meno frequentate e abitate dalle popolazioni locali (zone della foresta, delle aree naturali meglio conservate, dei villaggi allo stato tradizionale) e quindi si può dire che il turismo operi una selettività nel processo di sviluppo. Ridistribuendo le iniziative che riguardano il processo di sviluppo turistico.
Nella prima categoria (conservazione) entrano quelle risorse che non hanno bisogno di trasformazione ma devono solo essere salvaguardate e conservate. In molti casi non si può dire che il turismo “consumi” la risorsa, se non in misura esigua: certo, si rileva un consumo dei monumenti in seguito al tocco, al calpestio, all’aumento di vapor acqueo provocato dalla visita turistica. E’ stato necessario difendere fiori e funghi selvatici con il divieto o il contingentamento della raccolta. Le opinioni in proposito sono però controverse. L’ecologia turistica in genere sottolinea impatti turistici che hanno veri e propri effetti di usura sulla risorsa. In molti casi i due effetti si sovrappongono. Se non ci fosse l’uso turistico, molti spazi sarebbero stati da tempo destinati ad altri usi, di transito, abitativi e produttivi, con effetti probabilmente più distruttivi.
Nella seconda (cambiamenti) entrano iniziative come la costruzione di piste sciistiche, che per lo più prevedono il taglio di vegetazione arborea e arbustiva, l’ampliamento delle spiagge, con distruzione di dune e di vegetazione di retro-spiaggia, forme di gariga e di macchia mediterranea, occupazione di spazi naturali, apertura di sentieri e di passaggi, con disturbo della fauna selvatica e azione negativa sulla flora. Spesso l’apertura di strade e passaggi ha un effetto deleterio sulla vegetazione delle aree adiacenti la striscia costiera, non più protette dal vento marino. Tutte queste operazioni possono tuttavia comportare aspetti positivi per il paesaggio, come l’eliminazione di discariche, l’allontanamento di usi del suolo di impatto negativo (spostamento di assi viari in zone retrostanti la aree dedicate al tempo libero, allontanamento di impianti industriali, ecc.). Anche la possibilità delle popolazioni locali di svolgere attività ricettiva o lavori legati al turismo non è da sottovalutare, in quanto contribuisce al mantenimento della popolazione, delle attività agro-pastorali e dei paesaggi agrari. Troppo spesso si parla di impatti negativi, mentre si passano sotto silenzio gli effetti positivi. Un’aggettivazione che riconosce la possibilità dei due tipi è quella friendly / unfriendly, mentre il termine impatto ha in ogni caso un significato negativo.
L’ambiente – inteso in senso lato, environment as a whole – è normalmente considerato oggetto di impatto (negativo) da parte del turismo. Nell’ambiente complessivo, si individuano risorse per il turismo, ma anche il luogo della discarica dei rifiuti. Il turismo come produttore di rifiuti deve quindi contribuire a pagare il costo dello sfruttamento dell’ambiente. Una gestione illuminata deve produrre la protezione dell’ambiente dal turismo ma anche per il turismo (Cohen, 1978).
La relazione turismo ambiente può articolarsi, secondo Budowski (1976), in tre modi:
- la coesistenza del turismo con l’ambiente, senza danni evidenti per quest’ultimo; questa situazione si verificava all’epoca in cui il solo turismo (per così dire) di massa era quello religioso,
- il conflitto con l’interesse dell’ambiente, che subisce effetti negativi; si produce quando il turismo di massa invade spazi montani e costieri fragili,
- la simbiosi, positiva, in cui turismo e ambiente hanno un reciproco effetto benefico (protezione della ambiente, ambiente come risorsa del turismo), che si afferma con l’individuazione e la promozione delle aree protette.
Le conseguenze principali sono:
- inquinamento dell’aria (per il traffico), dell’acqua (per gli scarichi fognari), del suolo (per i residui solidi e liquidi). La parte spettante al turismo è non di facile quantificazione, se non nel caso di un’accentuata stagionalità del turismo, che mette in evidenza l’insufficienza dei servizi per l’allontanamento e il trattamento dei rifiuti. Forme particolari di inquinamento sono legate alle infrastrutture, come i porti turistici, ai sistemi irrigui, effettuati con acque reflue non sufficientemente trattate, ecc. L’inquinamento dell’acqua di mare e dei corsi d’acqua che in esso sfociano, è per lo più rappresentato da un aumento dei colibatteri dell’acqua in misura superiore a quella compatibile con le norme igieniche della balneazione. Le piogge torrenziali caratteristiche del Mediterraneo o di certi climi tropicali, trasportano masse notevoli di rifiuti sulle spiagge attraverso la fluitazioni nei torrenti. Le spiagge ricevono così rifiuti di ogni genere, provenienti anche da aree piuttosto lontane;
- inquinamento da rumore, legato ai trasporti e anche all’organizzazione di intrattenimenti;
- perdita di terreni agricoli, dovuta alla destinazione di aree agricole, a volte poste sulle rive di laghi e del mare, che vengono destinati alla ricettività e ai servizi del turismo;
- distruzione della flora e della fauna, in seguito all’urbanizzazione e denaturalizzazione del territorio. Spesso si creano paesaggi vegetali artificiali (palmeti, giardini tropicali, vegetazione esotica per rimboschimenti e alberature);
- degradazione del paesaggio e dei siti artistici e monumentali, con la costruzione di tipologie abitative estranee alla tradizione locale o con restauri migliorativi che stravolgono le vecchie costruzioni.
Se parliamo di ambiente sociale (social environment), si possono registrare impatti di vario tipo:
- effetti di congestione e affollamento;
- banalizzazione e commercializazione delle culture locali;
- effetti di concorrenza: capitali, iniziative e imprenditorialità confluiscono sul turismo, impoverendo così altri comparti;
- conflitti tra la popolazione locale e i turisti. Nei paesi islamici il turismo viene visto come fonte di cattive abitudini per i giovani; i prezzi delle case e il costo della vita in genere salgono, con danno per i ceti più deboli; le giovani coppie non trovano casa; nei casi di centri sdoppiati, la “marina” riceve una quota sproporzionata di risorse della comunità locale per le opere pubbliche egli incentivi all’impresa turistica, con danni per i centri alti che restano sfavoriti. Le aziende agricole lamentano disturbo agli animali allevati, danni alle colture, aumento del rischio incendi.
Gli anni ’80 segnano l’inizio della denuncia dei danni provocati dal turismo per l’ambiente, con la Dichiarazione di Manila (1980), ma anche del riconoscimento dei benefici che l’ambiente ne riceve, in quanto il turismo contrasta lo sviluppo di attività industriali, contiene la crescita dell’inquinamento, soprattutto stimola l’espansione e la conservazione della bellezza, evitando di seguire modelli eccessivamente razionalistici nel governo del territorio, concentrati eccessivamente sull’utilitarismo. Da quegli anni data anche lo sviluppo della psicologia del turismo, che ha fornito importanti indicazioni su come il turista vive la questione ambientale. Gli anni ’90 infine hanno segnato l’affermarsi del concetto di sostenibilità ambientale anche nei confronti delle attività turistiche, con la nascita di movimenti per la “promozione di un viaggiare etico e consapevole che vada incontro ai paesi di destinazione, alla gente, alla natura con rispetto e disponibilità, un viaggiare che scelga di non avallare distruzione e sfruttamento, ma si faccia portatore di principi universali: equità, sostenibilità e tolleranza” (Dallo Statuto dell’Associazione di volontariato Isola della Solidarietà, Portoferrajo).
Tra i tanti soggetti che esemplificano tipi di turismo “consapevole”, riportiamo qui la proposta della Onlus Un altro mondo (www.unaltromondo.it), associazione di volontariato che si occupa di progetti di sviluppo in Africa. L’associazione offre un turismo formativo, che segue questa formula: nel viaggio si effettua una visita ai siti dei progetti dell’associazione; prima della partenza i partecipanti prendono parte ad un incontro di preparazione a scopo formativo su scopi e metodi di lavoro dell’onlus; il soggiorno è studiato in modo da porre i partecipanti a stretto contatto con la popolazione locale, sia con la scelta degli alloggi (hotel a 2-3 stelle), sia dei mezzi di trasporto, fuoristrada, taxi, autobus locali, e pagando direttamente i servizi ricevuti sul posto, in modo da ridurre le intermediazioni.
I riferimenti sono a quanto indicato dalla "Carta d'Identità per Viaggi Sostenibili", dalla Carta di Lanzarote, 27/28 aprile 1995 dall’Agenda 21 dell'ONU, dal Manifesto del movimento tedesco 'Tourism with Insight' dal Tourism Bill of Rights and Tourist Code. Il modello turistico prevalente in una regione comporta non solo un diverso impatto, ma anche condiziona la possibilità di controllare il degrado. Un paradosso evidente è che è più facile controllare pochi punti di emissione di reflui (scarichi fognari) e di produzione di rifiuti, corrispondenti a grandi alberghi e complessi turistici, che non controllare una miriade di scarichi probabilmente abusivi, in corrispondenza di case sparse, seconde case, piccolissimi insediamenti. Come pure l’applicazione del criterio polluter pays (un criterio di valore pratico più che etico) risulta possibile solo nel caso di importanti imprese, alle quali chiedere la contropartita dell’inquinamento prodotto o il controllo degli scarichi. Lo sviluppo di un modello disperso in piccole e piccolissime imprese, magari familiari, nei PVS, comporta rischi più gravi per l’ambiente. Un altro paradosso grave si riscontra alla base del problema della salvaguardia dell’ambiente: al livello internazionale e nazionale si manifesta una grande sensibilità per la questione ambientale e disponibilità a realizzare una politica incisiva, mentre ai livelli regionale e locale quest’attitudine si fa rara e qualsiasi realizzazione si muove in un mare di difficoltà e conflitti (Cavallaro e Pipino, 1988).
La modellistica geografica del turismo
I geografi hanno fatto circolare un certo numero di modelli spaziali del turismo fin dagli anni ’60. a maggior parte sono basati sulla sequenza: origine-destinazione (origin-linkage-destination system).
Il precursore di questi modelli è stato Toschi (cfr. contributo di G. Spinelli). Tra gli altri, ne scegliamo alcuni più significativi:
a) il modello del viaggio del turista (Campbell, 1966),
b) il modello strutturale (Lundgren, 1977),
c) il modello origine – destinazione (Thurot, 1973),
d) il modello dinamico (Miossec, 1977),
e) il modello del ciclo della vita (Butler, 1980).
Il modello di Campbell (v. figura) si riferisce ai viaggi per ricreazione e vacanze e distingue gli spostamenti di chi abita in città in 3 tipi:
- quelli per motivi di ricreazione, per cui intorno alla città si identificano varie località ricreative disperse;
- quelli per motivi di vacanza/ricreazione, per cui la meta dei cittadini è rappresentata da un centro di ricreazione dal quale essi possono recarsi in luoghi di ricreazioni minori situati nell’intorno e fra loro integrati tanto formare un complesso regionale di ricreazione-vacanza;
- quelli per motivo di vacanza, che interessano vari tipi di mete, fra cui centri isolati o allineati, talvolta ubicati su strade veloci (in questo caso, parliamo di regioni con servizi per le vacanze).
Il modello di Lundgren (v. figura) indica 4 tipi di mete raggiungibili dai turisti e distinte in base alla loro posizione geografica e politico-economica:
- le aree metropolitane, integrate nelle reti di trasporto internazionali, che si scambiano considerevoli flussi di turisti;
- le periferie delle aree metropolitane (suburbi), che pure sono interessate da scambi di turisti (in parte provenienti dalle stesse aree metropolitane) e che, per la loro limitata popolosità, vedono prevalere gli afflussi sui deflussi;
- le aree rurali, visitate dai turisti dopo aver visitato le aree metropolitane ed i suburbi, oppure direttamente;
- gli ambienti naturali, lontani rispetto ai centri di irradiazione del turismo. Ne costituiscono un esempio i parchi naturali raggiungibili mediante trasporti di superficie, ma anche le regioni esotiche accessibili per via aerea.
Il modello di Thurot (v. figura) descrive i rapporti tra domanda e offerta turistica e fra turismo interno e turismo internazionale. La maggior parte della domanda generata dal Paese A è soddisfatta in parte al suo interno e in parte dai Paesi B e C (quest’ultimo è un PVS). Allo stesso modo, la parte della domanda generata dal Paese B e non soddisfatta internamente, si rivolge agli altri due Paesi. Solo il Paese C, per il modesto livello della suo economia, soddisfa tutta la sua domanda internamente.
Il modello di Miossec (v. altri materiali).
Il modello di Butler (v. figura) prevede le seguenti fasi: esplorazione (della futura località turistica, caratterizzata dalla presenza di pochi turisti a causa della difficile accessibilità e della scarsa ricettività), coinvolgimento (inizio dell’insediamento, durante il quale comincia a delinearsi un’area di mercato e gli enti pubblici iniziano a realizzare infrastrutture), sviluppo (il paesaggio storico-naturale viene sostituito dal moderno paesaggio urbano; notevole l’afflusso di capitali stranieri), consolidamento (caratterizzato dall’entrata nella zona critica per la carrying capacity). A questo punto si può assistere a diverse evoluzioni, il declino, la stagnazione, il ringiovanimento. Nell’attraversare le diverse fasi crescono il numero dei turisti, le attività connesse e il territorio coinvolto.
Bibliografia
Boyer M., Il turismo. Dal Gran Tour ai viaggi organizzati, Universale Electa/Gallimard, 1996.
Candela G., Manuale di economia del turismo, Bologna, Clueb, 1996.
Cavallaro C., Il turismo nella politica di piano in Thailandia, 1985, rist. in Cavallaro C. e Pipino A., 1988, pp. 141-164.
Cavallaro C. e Pipino A., Geografia del turismo, Messina, laboratorio di Geografia Economica, 1988.
Choen E., The impact of tourism on physical environment, in Ananas of tourism research, 1978.
Jackson J.B., We are taken for a ride, in “Landscape”, 1962, n. 3.
Innocenti P. Geografia del turismo, Roma, Nis, 1990.
Hunter C. e Green H., Tourism and the environment. A sustainable relationship, New York London, Routledge, 1995.
Zierer C.M., Tourism and recreation in the West, in Geographical Review, 1952.
APPENDICE
Riportiamo – come esempio - alcuni articoli dal Tourist Code della Repubblica Dominicana:
Article X Tourist should, by their behavior, foster understanding and friendly relations among peoples, at both the national and international levels, and thus, contribute to lasting peace.
Article XIAt places of transit and sojourn tourists must respect the established political, social, moral and religious order and regulations in force.
- in thses places tourists must also:
- Show the greatest understanding for the customs, belief and behavior the host communities and the greatest respect for their natural and cultural heritage;
- Refrain from accentuating the economic, social and cultural differences between themselves and the local population;
- Be receptive to the culture of the host communities, which is an integral part of the common human heritage; and
- Refrain from exploiting other for prostitution purposes;
- Refrain from trafficking, carrying of the use of narcotics and/or other prohibited drugs.
Article XII
During the travel form one country to another and within the host country tourists should be able, by appropriate government measures, to benefit from; a) relaxation of administrative and financial controls; b) the best possible conditions of transport and sojourn that can be offered by suppliers of tourism services.
Article XIII Tourists should be afforded free access, both within and outside their countries, to sites and places of tourist interest and, subject to existing regulations and limitations, to move about freely in places of transit and sojourn.
- On access to sites and places of tourist interest and throughout their transit and sojourn, tourists should be able to benefit from:
- Objective, precise and complete information on conditions and facilities provided during their travel and sojourn by official tourism bodies and suppliers of tourism services;
- Safety of their persons, security of their belongings and protection of their rights as costumers;
- Satisfactory public hygiene, particularly so far as accommodation, catering and transport are concerned, information on the effective prevention of communicable diseases and accidents and ready access to health services;
- Access to swift and efficient public communications, both internal and external; e) administrative and legal procedures and guarantees necessary for the protection of their rights; and f) the practice of their own religion and the use of existing facilities for that purpose.
Article XIV Everyone is entitled to make his needs known to legislative representatives and public authorities so that he may exercises his right to rest and leisure in order to enjoy the benefits of tourism under the most favorable conditions and, where appropriate and, to the extent consistent with law, associate with others for that purpose.
Carta di Lanzarote per un turismo sostenibile
Noi, i partecipanti alla Conferenza Mondiale sul Turismo Sostenibile, riuniti a Lanzarote, Isole Canarie, Spagna, il 27-28 aprile 1995:
Consapevoli che il turismo è un fenomeno mondiale e un elemento importante per lo sviluppo socio-economico di molti paesi, e che tocca le più alte e profonde aspirazioni della gente;
Riconoscendo che il turismo è un fenomeno ambivalente poiché può potenzialmente contribuire al raggiungimento di obiettivi socioeconomici e culturali ma può anche, allo stesso tempo, essere causa del degrado ambientale e della perdita di identità locali, deve essere affrontato con un approccio globale;
Consapevoli che le risorse sulle quali è basato il turismo sono limitate e che c'è una richiesta crescente per una migliore qualità dell'ambiente;
Riconoscendo che il turismo può offrire l'opportunità di viaggiare e conoscere altre culture, e che lo sviluppo del turismo può contribuire a creare legami sempre più stretti e pace tra i diversi popoli, sensibilizzando al rispetto delle diversità culturali e dei modi di vita;
Richiamando la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, adottata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite e varie dichiarazioni sul turismo delle Nazioni Unite, l'ambiente e la conservazione del patrimonio culturale compresa la Conferenza delle Nazioni Unite su Turismo e Viaggi Internazionali del 1963, così come le convenzioni internazionali che hanno una relazione con il turismo, quali la Convenzione sulla Biodiversità, la Convenzione del Patrimonio Mondiale, la Convenzione Ramsar, CITES ed altre a livello regionale;
Guidati dai principi stabiliti nella Dichiarazione di Rio su Ambiente e Sviluppo e le raccomandazioni dell'Agenda 21;
Richiamando le dichiarazioni in materia di turismo, come quella di Manila sul Turismo Mondiale, la Dichiarazione dell'Aja e la Carta del Turismo, così come i principi stabiliti nella Dichiarazione dei Diritti Umani delle Generazioni Future;
Riconoscendo l'obiettivo di sviluppare un turismo che soddisfi le aspettative economiche e le esigenze;
Consapevoli del bisogno di stabilire accordi concreti tra i principali attori del settore turistico per costruire la possibilità di un turismo più responsabile nei confronti del nostro patrimonio comune;
Facciamo appello alla comunità internazionale e in particolare sollecitiamo i governi, le autorità pubbliche, i responsabili e i professionisti del settore del turismo, le associazioni pubbliche e private le cui attività hanno una relazione con il turismo e i turisti stessi, ad adottare i principi e gli obiettivi della seguente Dichiarazione:
1. Lo sviluppo del turismo deve essere basato sul criterio della sostenibilità, ciò significa che deve essere ecologicamente sostenibile nel lungo periodo, economicamente conveniente, eticamente e socialmente equo nei riguardi delle comunità locali. Lo sviluppo sostenibile è un processo guidato che prevede una gestione globale delle risorse per assicurarne la redditività, consentendo la salvaguardia del nostro capitale naturale e culturale. Il turismo, come potente strumento di sviluppo, può e dovrebbe partecipare
attivamente alla strategia di sviluppo sostenibile. La caratteristica di una corretta gestione del turismo è che sia garantita la sostenibilità delle risorse dalle quali esso dipende.
2. La sostenibilità del turismo richiede per definizione che esso integri l'ambiente naturale, culturale e umano; che rispetti il fragile equilibrio che caratterizza molte località turistiche, in particolare le piccole isole e aree ambientali a rischio. Il turismo dovrebbe assicurare un'evoluzione accettabile per quanto riguarda l'influenza delle attività sulle risorse naturali, sulla biodiversità e sulla capacità di assorbimento dell'impatto e dei residui prodotti.
3. Il turismo deve valutare i propri effetti sul patrimonio culturale e sugli elementi, le attività e le dinamiche tradizionali di ogni comunità locale. Il riconoscimento degli elementi e delle attività tradizionali di ogni comunità locale, il rispetto e il sostegno alla loro identità, cultura e ai loro interessi devono sempre avere un ruolo centrale nella formulazione delle strategie turistiche, particolarmente nei paesi in via di sviluppo.
4. Il contributo attivo del turismo a uno sviluppo sostenibile presuppone necessariamente solidarietà, rispetto reciproco e partecipazione da parte di tutti gli attori coinvolti nel processo, e in particolare degli autoctoni dei paesi coinvolti. Solidarietà, rispetto reciproco e partecipazione devono basarsi su meccanismi efficienti di cooperazione a ogni livello: locale, nazionale, regionale e internazionale.
5. La conservazione, la protezione e la consapevolezza del valore delle nostre risorse naturali e culturali costituiscono un'area privilegiata per la cooperazione. Questo approccio implica il fatto che tutti i responsabili del settore debbano affrontare una vera e propria sfida, quella dell'innovazione culturale e professionale, e debbano inoltre assumersi il grande impegno di creare piani di intervento integrati e strumenti adeguati per la gestione . Questo approccio deve assicurare che tutti i protagonisti abbiano gli strumenti
per una cooperazione e gestione integrate, comprese le innovazioni tecnologiche.
6. La protezione della qualità della destinazione turistica e la capacità di soddisfare i turisti devono essere determinate dalle comunità locali in consultazione con gli enti coinvolti e le parti interessate e dovrebbero rappresentare gli obiettivi prioritari nella formulazione delle strategie e dei progetti turistici.
7. Per essere compatibile con lo sviluppo sostenibile, il turismo dovrebbe basarsi sulla diversità delle opportunità offerte dalle economie locali. Dovrebbe quindi essere completamente integrato con lo sviluppo economico locale e contribuire positivamente allo stesso.
8. Tutte le opzioni per lo sviluppo turistico devono servire effettivamente per migliorare la qualità della vita della gente e devono produrre effetti e interrelazioni positive per quanto riguarda l'identità socio-culturale.
9. Governi e autorità dovranno promuovere azioni per integrare la pianificazione del turismo con le organizzazioni non governative che si occupano dell'ambiente e con le comunità locali per ottenere uno sviluppo sostenibile.
10. Nel riconoscere l'obiettivo della coesione economica e sociale tra i popoli del mondo come principio fondamentale per uno sviluppo sostenibile, è urgente che si sviluppino misure per permettere una più equa distribuzione dei benefici e dei danni prodotti dal turismo. Ciò implica un cambio nei modelli consumistici e l'introduzione di tariffe ecologicamente corrette. I governi e le organizzazioni multilaterali sono chiamate ad abbandonare la politica dei sussidi, che hanno effetti negativi sull'ambiente, e sono inoltre chiamati a
studiare l'applicazione di strumenti economici internazionali in armonia tra loro per assicurare un uso sostenibile di tutte le risorse.
11. Gli spazi ambientalmente e culturalmente vulnerabili, ora e in futuro, dovranno avere una priorità particolare nella cooperazione tecnica e negli aiuti finanziari per uno sviluppo del turismo sostenibile. Allo stesso modo, un trattamento speciale dovrebbe essere riservato alle aree degradate da modelli turistici obsoleti e ad alto impatto ambientale. Il turismo dovrebbe essere ripartito in un periodo di tempo meno concentrato nell'anno. E' inoltre necessario esaminare più a fondo l'utilità degli strumenti economici a livello
regionale/locale, con un riguardo particolare a un uso sostenibile di tutte le risorse. Deve essere inoltre sviluppata l'efficacia degli strumenti legali.
12. La promozione di forme alternative di turismo che siano compatibili con i principi di sviluppo sostenibile e il sostegno alla diversificazione aiutano a garantire la sostenibilità nel medio e lungo termine. A questo proposito, c'è la necessità per numerose piccole isole e zone ambientali particolarmente fragili di stimolare attivamente e rafforzare la cooperazione regionale.
13. I governi, le autorità e le ONG che si occupano attivamente di turismo e ambiente promuoveranno e parteciperanno alla creazione di reti aperte per l'informazione, la ricerca, la diffusione e il trasferimento di un turismo appropriato, di una conoscenza ambientale sul turismo e di tecnologie ambientalmente sostenibili.
14. C'è la necessità di sostenere e promuovere con vigore studi di fattibilità, lavori in campo scientifico, l'avvio di progetti turistici sperimentali nell'ambito dello sviluppo sostenibile, lo sviluppo di programmi nel campo della cooperazione internazionale e l'introduzione di sistemi di gestione ambientale.
15. Autorità e associazioni responsabili dello sviluppo turistico e ONG ambientaliste tracceranno le linee guida per uno sviluppo del turismo sostenibile e avvieranno programmi per la implementazione di tali linee; valuteranno la realizzazione di tali programmi, redigeranno rapporti sui risultati e si impegneranno nello scambio delle esperienze.
16. Attenzione dovrebbe essere prestata al ruolo e agli effetti ambientali dei trasporti nel turismo e dovrebbero essere individuati e sviluppati strumenti economici per ridurre l'uso di energie non rinnovabili.
17. Perché il turismo diventi sostenibile è fondamentale che i principali protagonisti del settore, ed in particolare le imprese coinvolte, adottino rispettino e diano attuazione a codici di comportamento che indirizzino verso uno sviluppo sostenibile. Tali codici costituiscono strumenti efficaci per lo sviluppo di attività turistiche responsabili.
18. Tutte le misure necessarie dovrebbero essere attuate per sensibilizzare e informare tutte le parti coinvolte nell'industria del turismo, locali, nazionali o internazionali, sul contenuto e sugli obiettivi della Conferenza di Lanzarote e sull'attuazione delle misure contenute nel Piano di Azione. Il Piano d'Azione sul Turismo Responsabile si presenta come appendice alla presente dichiarazione.
Il Piano d'Azione stabilisce linee d'azione concrete, raccomanda l'adozione di misure specifiche per superare gli ostacoli e promuovere l'integrazione del turismo in una strategia di sviluppo sostenibile. I partecipanti e delegati della Conferenza affidano al Comitato WCST (Carta Mondiale del Turismo Sostenibile) il compito di mantenere vivo lo spirito e operare un'azione di controllo affinché l'applicazione di entrambi, la Carta e il Piano d'Azione, vengano rispettate garantendo la diffusione di queste, promuovendone l'accettazione e la
discussione da parte degli organismi responsabili e agenti, promovendo azioni specifiche che siano in armonia con la Dichiarazione, favorendo e proponendo misure di coordinamento che contribuiscano al consolidamento degli obiettivi proposti.
PIANO D'AZIONE Conferenza Mondiale sul turismo sostenibile Lanzarote-Canarias (Spagna), 24-29 aprile 1995
1. Introduzione.
Agli albori del terzo millennio il turismo si è considerevolmente evoluto dalle sue origini storiche nel XIX secolo ed è oggi considerato uno dei fenomeni mondiali sociali ed economici più dirompenti. Molti mutamenti quantitativi e qualitativi hanno caratterizzato l'evoluzione storica del turismo, in parallelo con le profonde trasformazioni conosciute dalle nostre società, che si stanno progressivamente avvicinando a nuove categorie di valori, quali l'ambiente naturale e la cultura, considerate ormai patrimonio comune dell'umanità e
permeate dai concetti condivisi di diritti umani e qualità della vita. L'espansione dell'industria turistica è ovviamente contrassegnata da molteplici contraddizioni. L'ambiente, i paesaggi, così come le identità e le tradizioni culturali, hanno spesso pagato un tributo molto alto alle sirene tentatrici dello sviluppo turistico, che ha offerto vantaggi esclusivamente economici. E' il sapore amaro lasciato da decenni di sviluppo turistico di massa, con scarsa attenzione alla qualità dello sviluppo, che è alla base di questa conferenza mondiale e che ci
incoraggia a unire le nostre forze e la nostra immaginazione per costruire per il terzo millennio un turismo a misura d'uomo e sostenibile.
2. Cosa fare quindi?
(a) valutare il contributo del turismo alla sostenibilità globale: - integrando nelle politiche nazionali e nelle operazioni di sviluppo turistico le considerazioni ambientali - mettendo a frutto le opportunità offerte dal turismo a favore della salvaguardia e della protezione delle eredità culturali - valutando attentamente la domanda turistica e indirizzando la sua evoluzione verso un tipo di turismo rispettoso dell'ambiente e delle culture - migliorando e diversificando la qualità dell'offerta turistica - identificando tecnologie appropriate e applicandole in tutti i settori interessati da operazioni turistiche - rafforzando le basi scientifiche per una migliore comprensione dei processi di turismo sostenibile
(b) pianificare il turismo, avendo come parametro la sostenibilità: - promovendo una pianificazione integrata - sviluppando strategie che rinforzino le sinergie di sviluppo offerte da altri settori economici - articolando piani finanziari a lungo termine che ottimizzino la convergenza verso obiettivi di sviluppo globale - definendo incentivi e organizzando campagne di sensibilizzazione - creando un sistema di monitoraggio e di valutazione dei programmi e delle iniziative
(c) rafforzare il ruolo dei principali protagonisti del turismo, attraverso - l'identificazione di obiettivi comuni e alleanze tra i soggetti coinvolti - la creazione di ambiti permanenti per la concertazione - l'avvio di attività correttive e preventive - la promozione della cooperazione internazionale - lo sviluppo di una partecipazione allargata - l'assicurazione di condizioni di viaggio sicure e sane per le categorie sociali degli anziani, delle donne, dei giovani e di coloro che viaggiano per turismo religioso
(d) promuovere il turismo a livello locale: - integrando lo sviluppo turistico nella programmazione economica - sostenendo l'industria e le amministrazioni locali attraverso la formazione e l'offerta di know-how - rispettando i requisiti di sanità e di sicurezza - promovendo e sostenendo l'innovazione del settore turistico - facilitando lo scambio di informazioni ed esperienze - introducendo tra gli operatori del settore turistico guide e codici di condotta - agevolando e promovendo il coordinamento regionale, nazionale e internazionale tra le
destinazioni turistiche
(e) dare priorità ad alcuni casi specifici, quali: - le piccole isole - le aree costiere - le zone di alta montagna - le città e i centri storici
(f) sviluppare misure di sostegno quali: - programmi di sensibilizzazione e di educazione al turismo sostenibile - reti per lo scambio di informazioni - creazione di database sul turismo sostenibile che comprendano gli aspetti ambientali e culturali - promozione di marchi distintivi per progetti turistici rispettosi dell'ambiente e delle culture e di premi annuali per i progetti migliori - diffusione degli obiettivi del turismo sostenibile a livello locale, regionale e nazionale e tra le autorità, i professionisti del settore e il pubblico generico.
Facoltà di Scienze Politiche
Appunti sul turismo nei PVS
Corso di Geografia del turismo
Prof.ssa M. Luisa Gentileschi
Anno accademico 2005-06
Fonte:
http://ebookbrowse.com/appunti-sul-turismo-nei-pvs-finale-doc-d1291917
http://spol.unica.it/didattica/gentileschi/Geografia%20del%20Turismo/Appunti%20sul%20turismo%20nei%20PVS%20finale.doc
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