Diario di viaggio organizzato a Budapest e in Ungheria
Diario di viaggio organizzato a Budapest e in Ungheria cosa vedere e cosa fare a Budapest e in Ungheria
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Diario di viaggio organizzato a Budapest e in Ungheria
Cosa vedere e cosa fare a Budapest e in Ungheria
BUDAPEST E L’UNGHERIA.
24.09.98 - 02.10.98 - Tour organizzato da TOURVISA ITALIA.
3.1 LA CITTÀ DI BUDAPEST.
Budapest, capitale dell’Ungheria, è attraversata dal Danubio che scende verso sud dopo aver descritto una grande ansa al confine con la Cecoslovachia. Il Danubio taglia la città nei suoi due antichi sobborghi: Buda sulla riva destra arroccata su una collina rocciosa con le antiche fortificazioni ed il palazzo reale, e Pest sulla riva sinistra pianeggiante più estesa e con il doppio di abitanti di Buda. Buda era il nome del fratello di Attila ma significa anche acqua forse per la ricchezza di acque termali. Un terzo sobborgo che si trova nella zona nord, è Obuda dove si formò la colonia romana detto Contra Aquinum dal I secolo a.C. al IV d.C.. Attualmente Budapest ha circa 2 milioni di abitanti ed un’estensione di 50 kmq.
Buda fu popolata e fortificata sotto Bela IV (1235-1270) contro la minaccia dei Tartari che avevano distrutto Pest. La guerra contro i Turchi fu una costante nella storia dell’Ungheria nei due secoli successivi con il re Lajos I il Grande e la dinastia degli Hunyadi con alterne vicende. L’ultimo grande re fu Matyas Corvinus che regnò 25 anni e sotto il quale Buda ebbe un nuovo palazzo reale in stile rinascimentale. Dopo la morte di Matyas nel 1490 le lotte di potere e di successione segnarono la decadenza; alla sconfitta di Mohacs da parte dei Turchi il 29 agosto 1526 seguì l’occupazione di Buda nel 1541 e la distruzione dei quartieri del castello. L’Ungheria fu ridotta ad uno stato cuscinetto per gli Asburgo che avevano unificato i due regni. Solo nel 1686, con la Lega Santa promossa da papa Innocenzo II, Buda venne riconquistata e l’Ungheria liberata. Con la cacciata dei Turchi sparirono da Buda e Pest le vestigia dell’arte ottomana ed i quartieri del castello furono ricostruiti in stile barocco che divenne lo stile dominante della città e dell’Ungheria ormai governata dagli Asburgo. Gli Ungheresi sentivano però molto la loro identità nazionale e l’aspirazione all’indipendenza, prima amministrativa e poi politica, sfociò nel 1849 in una rivolta promossa da Lajos Kossuth e nella dichiarazione di indipendenza il 14 aprile. La libertà durò poco per il sostegno dato all’imperatore Francesco Giuseppe dallo zar di Russia e la repressione fu dura. Il tempo sanò poi la rottura e gli Ungheresi riguadagnarono un loro spazio politico. Nel 1867 Francesco Giuseppe si incoronò anche re di Ungheria creando l’Impero Austro-Ungarico con le due capitali, Vienna e Budapest, e così l’Ungheria ebbe un suo parlamento e l’indipendenza amministrativa. La prima guerra mondiale segnò il crollo degli Asburgo e l’Ungheria proclamò la Repubblica. Seguì la rivoluzione comunista capeggiata da Béla Kun e poi la controrivoluzione dell’ammiraglio Horthy che prese il potere. Intanto il trattato di Trianon del 1920 ridimensionò l’Ungheria che perdette 2/3 del suo territorio e la metà della popolazione. La Transilvania passò alla Romania, la Croazia alla Juguslavia, la Slovakia ai Cechi ed anche l’Austria ebbe una piccola fetta. Negli anni ‘30 l’Ungheria entrò nell’orbita di Hitler e fu sua alleata allo scoppio della seconda guerra mondiale. Conobbe le persecuzione degli ebrei, gli orrori della guerra e l’invasione dell’Armata Rossa. L’Ungheria ne uscì a pezzi, senza più industria, con l’agricoltura a terra e l’inflazione alle stelle. Nonostante la presenza delle truppe sovietiche, all’inizio fu il partito conservatore dei coltivatori diretti ad avere la maggioranza alle elezioni del 1945 poi avvenne la fusione fra comunisti e socialdemocratici, gli altri partiti si frantumarono e, con le elezioni del 1947, prevalse l’ala moscovita di Rakosi, l’opposizione conservatrice fu eliminata ed iniziò la collettivizzazione forzata. La morte di Stalin nel 1953 allentò la stretta, Irme Nagy iniziò delle riforme tese a migliorare il tenore di vita ma nel 1955 Rakosi riprese il suo posto. Nel 1956 la condanna di Stalin al XX Congresso del Partito e la sommossa in Polonia riaccesero gli animi; il 23 ottobre iniziarono le manifestazioni a Budapest, Nagy tornò al potere e nonostante la minaccia dei carri armati sovietici il 31 ottobre promise drastici cambiamenti. A questo punto scattò la reazione dei Sovietici: i carri armati entrarono in Budapest dove si combatté per 10 giorni e la rivolta fu schiacciata; ci furono migliaia di morti e 200000 Ungheresi lasciarono il paese, Nagy ed i suoi sostenitori vennero in seguito giustiziati. Janos Kadar, antistalinista ex amico di Nagy, guidò il partito prima nella repressione poi con spirito più aperto nei successivi 30 anni. Dal 1968 l’economia fu liberalizzata, fu favorito il turismo e joint ventures con aziende straniere. Nel 1988, nel nuovo clima politico instaurato da Gorbaciov, a Kadar successe Karoly Grost che portò rapidamente il paese alla svolta pluripartitica ed alle elezioni del 25 marzo 1990.
3.1.1 IL DANUBIO E BUDA.
Il Danubio a Budapest è attraversato da 7 ponti stradali, due ponti ferroviari e da un tunnel della Metropolitana. Il ponte più antico è il Lanchid hid o ponte delle catene ai piedi del Castello di Buda, è un ponte sospeso con catene di acciaio fatto costruire dal politico e riformatore ungherese conte Istvan Széchenyi (1791-1860) per collegare le due città che durante l’inverno non potevano comunicare a causa dei ghiacci del fiume. Il ponte, di progetto inglese, fu considerato a quel tempo l’ottava meraviglia del mondo; insieme al ponte fu costruito il tunnel che attraversa la collina di Buda sul suo prolungamento. Accanto al tunnel si trova una funicolare che sale al quartiere del Castello posto su un altopiano roccioso quasi parallelo al corso del Danubio, alto 60 m e lungo 1500 m, centro storico e monumentale della città. Il quartiere è circondato da bastioni con porte fortificate. Ricostruito in stile barocco dopo la cacciata dei Turchi, fu gravemente danneggiato durante la rivoluzione del 1848-49 e ricostruito dall’architetto Schulek alla fine del 1800, infine fu ridotto ad un cumulo di macerie dai bombardamenti dell’ultima guerra. La ricostruzione ha mantenuto l’aspetto precedente e riscoperto molte parti medievali nelle strutture, finestre e portali che sono state lasciate in evidenza come monumenti storici (müemlek). Sul lato del fiume è stato ricostruito il bastione dei Pescatori, una terrazza panoramica con 7 torrette a guglia che richiamano le antiche iurte delle 7 tribù magiare di razza ugro-finnica che nell’anno 896 avevano conquistato il bacino dei Carpazi. Il nome deriva dal fatto che nel Medioevo questo lato era mantenuto e difeso dalle corporazioni dei pescatori del Danubio. Dall’alto si gode la vista del Danubio e dei quartieri di Pest e spicca sulla riva sinistra, a monte del Lanchid, il grande edificio del Parlamento in stile neogotico. Il centro del quartiere è la chiesa di Matyas ricostruita dal re Matyas Corvinus su una chiesa del XIII secolo, fu adattata dai Turchi in moschea e ritornò chiesa in forme barocche dopo la loro cacciata ma nel 1723 fu distrutta dalle fiamme e l’attuale aspetto le fu dato da Schulek alla fine del 1800. Nell’interno è una chiesa a sala con le tre navate di uguale altezza, il pavimento è ancora quello medievale e sono esposte le bandiere delle regioni dell’Ungheria di 130 anni fa. Nella piazza davanti alla chiesa si affaccia l’antico Municipio ed al centro si erge la Colonna della Trinità, o Colonna della Peste, eretta in ringraziamento della fine dell’epidemia di peste del 1709-10. Nella parte meridionale del quartiere si trova il Castello. Non c’è traccia del primo castello di Bela IV, di quello rinascimentale di Matyas gli scavi hanno permesso di seguire le fasi di costruzione ma tutto fu smantellato dopo il ritiro dei Turchi; dal 1714 sulle vecchie fondamenta si venne ampliando il nuovo Castello fino al 1900 in forme barocche. Nel 1945 fu distrutto dalla guerra e la ricostruzione finì negli anni ‘80. Oggi è sede di diversi musei fra i quali la Galleria nazionale ungherese e Biblioteche.
A sud dell’altopiano del Castello sorge un’altra collina: il monte Gellért (di S. Gerardo), il punto più alto della città dedicato al vescovo Gellért che fu martirizzato dai pagani nel 1046 facendolo rotolare dalla collina, secondo la leggenda, dentro una botte irta di chiodi. La statua del vescovo si erge su una roccia davanti al fiume alla base della collina. Sulla sommità sorge la Citadella, la fortezza fatta costruire dall’imperatore Francesco Giuseppe dopo la rivolta del 1848-49. La fortezza, costruita dai prigionieri, doveva essere un monito per gli Ungheresi con i suoi 60 cannoni puntati su Buda e Pest. In realtà non ebbe nessuna funzione e nel 1897 fu consegnata alle autorità municipali che le tolsero ogni funzione militare. Dopo la seconda guerra mondiale, sulla punta più meridionale della collina e visibile da tutta la città, è stata eretta la Statua della Libertà con una palma in mano a commemorare la vittoria dell’Armata Rossa sul nazismo. Dall’alto della collina si gode la vista del Castello e del Danubio, verso nord con i ponti Lanchid e Margherita (Margit hid) lungo 1610 m, nel punto dove inizia l’isola Margherita; non si vede invece il ponte Elisabetta, coperto dagli alberi in primo piano, lungo solo 270 perché nel punto più stretto del fiume e ricostruito nuovo dopo la guerra. In direzione sud invece si vede il Szabadsag hid o pontedella Libertà o ponte Verde in ferro, costruito nel 1893, distrutto dai Tedeschi in ritirata nel 1945, e ricostruito nel 1946. In fondo si vede il ponte Petöfi autostradale.
Scesi dal monte davanti al ponte Verde c’è il complesso dell’albergo Gellért, uno dei più antichi sorto accanto ad una sorgente termale e famoso per i bagni curativi e la piscina.
3.1.2 LA GRANDE PEST.
Attraversato il ponte della Libertà si entra nei quartieri meridionali di Pest e si incontra subito sulla destra il grande Mercato Coperto, una grande costruzione in acciaio e muratura della fine del 1800 dove si può trovare tutto dei prodotti alimentari ed artigianali. Da qui inizia la Vaci utca con i suoi vicoli laterali, è la strada del passeggio, degli acquisti e dei ristoranti, la zona più frequentata dai turisti. La Vaci, che è parallela al fiume ma interna, arriva all’altezza del ponte Elisabetta e prosegue oltre fino a piazza Vorosmarty, quest’ultimo tratto è anzi il più frequentato.
Sull’asse del ponte Elisabetta si arriva alla piazza Ferenciek dove si trova l’antica chiesa barocca dei Francescani, si prosegue per la Kossuth Lajos utca fino all’incrocio con la Muzeum körut sulla destra che porta al Museo Nazionale Ungherese in forme neoclassiche eretto intorno al 1840. Proseguendo sull’asse della Kossuth utca si percorre la Rakoczi utca, una delle strade più importanti, che termina alla Stazione Est. Sulla sinistra della Rakoczi utca si trova la Grande Sinagoga da poco restaurata, costruzione del 1800 con elementi romanici e bizantini.
La Muzeum körut è un tratto della piccola circonvallazione che limita la parte più antica di Pert accostata al fiume, prosegue con il nome di Karoly körut e poi di Bajcsi-Zsilinsky utca; a quest’ultima da le spalle la grande Basilica di Santo Stefano, protettore della città e dell’Ungheria. Si può salire sulla cupola con un ascensore ed una lunga scala che raggiunge sulla sommità una balconata panoramica esterna; da qui si gode il panorama della città fa cui il monte Gellért e la Cittadelle.
Dalla Bajcsi-Zsilinsky utca si diparte la Andrassy utca, la strada più lussuosa di Budapest, lunga 2,5 km che arriva alla Hösök ter, la piazza degli Eroi, ed al parco cittadino. Le case della Andrassy utca sono in gran parte decorate con statue e rilievi neorinascimentali e neobarocchi. Sotto la strada corre una linea di metropolitana che è stata la prima dell’Europa continentale, completata nel 1896 e rinnovata nel 1995, usa ancora oggi la vecchia linea e le carrozze nello stile originale. Nel primo tratto della strada si incontra, a sinistra, il Teatro dell’Opera costruito fra il 1875 ed il 1884 in stile rinascimentale italiano e restaurato completamente negli anni ‘80. La strada prosegue fino alla Oktogon tér con le case d’angolo che le danno una forma ottogonale, nella zona sono numerosi i teatri ed i locali notturni. Il tratto successivo della strada è quello dei negozi e del passeggio fino alla piazza rotonda del Kodaly körönd dedicata al compositore Zoltan Kodaly (1882-1967) che vi abitò. L’ultimo tratto della Andrassy utca è caratterizzato da ville con giardino e giunge fino alla Piazza degli Eroi (Hösök ter). Qui si trova il Monumento del Millennio inaugurato nel 1896 per il millenario della nascita dell’Ungheria. Si tratta di un colonnato semicircolare di 85 m di diametro con al centro una colonna di pietra sormontata dalla statua dell’Arcangelo Gabriele. Il piedistallo è circondato dalle statue a cavallo in bronzo del principe Arpad e dei capi delle altre sei tribù magiare. Nel colonnato si trovano, in basso, statue di re e personaggi famosi e sulla sommità 4 rappresentazioni allegoriche. Ai lati della piazza si trovano due edifici neoclassici: a sinistra il Museo delle Belle Arti, uno dei più importanti d’Europa, e a destra la Galleria d’Arte.
Dietro la Piazza degli Eroi si stende il parco cittadino con parco di divertimenti, bagni termali, laghetto e un insieme di edifici, costruiti in occasione delle feste del Millennio, detto Castello di Vajdahunyad che riunisce tutti gli stili succedutisi in Ungheria. Oggi è destinato a museo dell’Agricoltura. In uno dei cortili si trova il monumento a Anonymus, autore nel XII secolo delle “Gesta Hungarorum” e, come è detto nell’iscrizione “Gloriosissimi Bela Regis Notarius”.
Percorrendo la Bajcsi-Zsilinsky utca verso nord si giunge alla Nyugati ter dove prospetta la grande Stazione Ovest una delle più belle di Budapest. Ma l’edificio più importante di Buda è il palazzo del Parlamento di stile negotico, simbolo della città, la cui facciata principale prospetta la Kossuth Lajos ter ma ancora più bella è quella opposta che affaccia sul Danubio e si può meglio ammirare dalla riva opposta. Altrettanto monumentale è l’interno con la grande scalinata ed il Salone della cupola. Le fondamenta del Parlamento furono gettate il 12 ottobre del 1885 e la costruzione durò 17 anni. Fu il più costoso degli edifici di Budapest e come dimensioni è il terzo parlamento dopo quello di Londra e Buenos Aires.
3.1.3 L’ISOLA MARGHERITA ED I QUARTIERI SETTENTRIONALI.
A nord di Budapest si trova una grande isola nel mezzo del Danubio, lunga 2500 m e larga 500, famosa fin dall’antichità per le sue sorgenti termali; nel XIII secolo fu territorio di caccia reale e Bela IV nel 1250 vi costruì un monastero domenicano dove si ritirò la figlia Margherita da cui l’isola prese il nome. Oggi è un parco naturale con impianti sportivi, un albergo, il Thermal, con impianti termali e un bar ristorante, il Margitzigeti Szabadteri Szinpad. L’isola Margerita si raggiunge dal Margit hid che attraversa il Danubio ed a metà percorso ha una deviazione che si collega con la punta meridionale dell’isola.
Sulla riva destra del Danubio, quella di Buda, all’altezza dell’isola Margherita si trova uno dei pochi resti della dominazione turca, la Türbe (Tomba) di Gül Baba, un derviscio venuto a Buda nel 1541 che introdusse la coltivazione delle rose. La tomba, eretta su un rilievo detto collina delle rose, è un edificio rotondo con cupoletta verde sormontata dalla mezzaluna e circondato da un porticato.
Molto più a nord si trovano i resti dell’accampamento militare romano detto Contra Aquinum sviluppatosi fino al III-IV secolo del quale rimangono mura di una torre di fortificazione e resti di due anfiteatri e terme. Questa è l’area di Obuda, il terzo sobborgo che, nel 1872 unendosi a Buda e Pest costituì la nuova capitale Budapest.
3.1.4 I MUSEI.
I più importanti musei dell’Ungheria sono concentrati il Budapest.
Il complesso più grande si trova nel Palazzo della Fortezza di Buda dove si possono visitare le raccolte della Galleria Nazionale Ungherese. Al piano terreno vi sono oggetti del periodo medievale e di arte romanica e gotica; decorazioni a rilievo, pale di altare, statue lignee di Madonne e Santi. Al 1° piano sono raccolti oggetti d’arte del periodo rinascimentale e barocco, quindi c’è una sezione dedicata alla produzione dell’impressionismo. Il 2° e 3° piano è dedicato al XX secolo con pitture e sculture ed una sezione dedicata ai manifesti del periodo comunista.
Il Museo Nazionale Ungherese, sulla Muzeum körut, possiede la collezione scientifica più importante del paese riguardante la sua storia a partire dai materiali archeologici e poi quelli di epoca storica. Prima dei Romani la regione era scarsamente popolata da Slavi, Germani ed Avari; nel 14 a.C. i Romani avevano creato la provincia della Pannonia che era rimasta unita fino al IV secolo; poi divenne luogo di scorrerie di popoli diversi. Con l’arrivo dei Magiari, di razza e lingua ugro-finnica, nel X secolo si fa nascere l’Ungheria. Nella Sezione Antica del museo si fa la storia dalla dinastia degli Arpad (XI-XIII secolo). La cristianizzazione dei Magiari avvenne con il principe Geza a cui successe il figlio Istvan (Stefano) dal 997 al 1038 che rafforzò lo stato mantenendolo indipendente. Istvan ed il vescovo Gellert, ucciso nei disordini dopo la morte del re, furono dichiarati santi nel 1083 sotto Laszlo I (1087-1095). Bela IV (1235-1270) fu l’ultimo grande re della dinastia degli Arpad che fortificò l’Ungheria contro la minaccia dei Tartari; nel 1301 la dinastia si estinse. Seguì la dinastia Angioina dove si distinse Lajos (Luigi) I il Grande (1342-1382). Il XV secolo fu dominato dalla guerra con i Turchi contro i quali si distinse il generale Janos Hunyadi che per un certo tempo fu anche reggente al trono. Il figlio di Janos, Matyas detto Corvinus, fu nominato re nel 1465 e, fino alla sua morte nel 1490, l’Ungheria ebbe il suo periodo d’oro. Non avendo lasciato eredi legittimi iniziò il declino politico ed economico con gli Jagelloni fino alla disfatta di Mohacs ad opera dei Turchi il 29 agosto 1526; Buda fu occupata, la Transilvania rimase indipendente ma vassalla degli Ottomani, la parte orientale dell’Ungheria fu sotto il dominio degli Asburgo. Il dominio turco durò 150 anni fino alla riconquista di Buda nel 1686 ed il trattato di Karlovitz nel 1699. La guerra Austro-Turca del 1716-18 cacciò poi i Turchi anche dalla Transilvania. Il dominio degli Asburgo sull’Ungheria si consolidò, dopo la guerra di Successione Austriaca (1740-48), con Maria Teresa che nel 1766 diede la figlia Kristina in sposa a Casimiro di Bratislavia fatto poi Governatore d’Ungheria. Le aspirazioni all’indipendenza si ridestano dopo il periodo napoleonico e la restaurazione; nel 1849 Lajos Kossuth dichiarava l’indipendenza ma il sostegno militare dello zar Nicola I a Francesco Giuseppe stroncava la rivolta e Kossuth finì in esilio in Turchia. Nel 1867, dopo Sadova, Francesco Giuseppe si fece incoronare re d’Ungheria nella chiesa di Matyas a Buda e da questo momento l’Ungheria ebbe un suo parlamento e poté gestire i suoi affari interni. Nel 1872 vennero fuse le tre città di Buda, Pest e Obuda con il nome di Budapest che divenne la nuova capitale. Poi venne la 1° Guerra Mondiale, furono mobilitati 3800000 uomini, vi furono 661000 morti, 743000 feriti e 734000 prigionieri di guerra. Con il trattato di Trianon, il 4 giugno 1920, l’Ungheria, isolata politicamente, ebbe il suo territorio ridotto da 285000 kmq a 93000 kmq e la popolazione da 18,2 a 7,6 milioni; oggi la popolazione dell’Ungheria è di 10 milioni. Altre sale del museo fanno la storia dalla seconda guerra mondiale ai giorni nostri
Sulla Kossuth ter, la piazza del Parlamento, si trova il Museo Etnografico che raccoglie i costumi ungheresi dal XVIII secolo, ancora periodo feudale, fino alla 1° Guerra Mondiale. Al piano superiore sono raccolte le testimonianze della cultura gitana.
Nel Museo delle Belle Arti, sulla Piazza degli Eroi (Hösök ter), si trova una ricca collezione di opere d’arte. Al piano interrato c’è la raccolta d’arte moderna con opere di Utrillo, Severini, Carra, Chagall e Casorati; c’è anche una raccolta di arte egiziana e romana. Al piano terreno c’è la sezione dell’arte greca ed una raccolte di pittura del XIX secolo con quadri di Corot, Delacroix e Millet. Al primo piano c’è la raccolta principale con opere di autori spagnoli: Goya, Murillo, Zurbaran e El Greco, germanici: Holbein, Cranach, Angelica Kauffmann, italiani: Salvator Rosa, Guercino, Caracci, Guardi Canaletto e Tiepolo, inglesi: Ruysdale, Gainsborough, Constable, olandesi: Renbrandt, Hals, Van Dyck, Breughel, Rubens.
3.2 L’ANSA DEL DANUBIO.
Prima di entrare in Budapest il Danubio descrive una grande ansa che per un tratto costituisce il confine fra la moderna Ungheria ed il territorio della Cecoslovachia. Una strada panoramica, costruita nel 1982, seguendo l’ansa del Danubio tocca luoghi di interesse storico. Il percorso turistico passa per la città di Szentendre, poi si ferma per la visita al castello di Visegrad che domina il Danubio, e quindi nella città di Esztergom. Al ritorno si visita Szentendre e da qui con un battello si torna a Budapest.
Il castello di Visegrad fu costruito da Bela IV nel 1250 contro il pericolo dei Tartari e fu poi rinnovato in forme rinascimentali sotto re Matyas che lo usò con la sua corte come castello di caccia. Danneggiato dai Turchi, poi da una frana e reso inutilizzabile dagli Asburgo dopo la rivolta del 1849, è oggi in restauro. Nelle sale è oggi allestito un piccolo museo sulle attività degli abitanti nel tempo antico. La caccia era solo privilegio dei nobili: cervi, cinghiali, volpi e fagiani popolavano le foreste; la pesca era invece permessa agli abitanti ed il Danubio era ricco di storioni dal peso fino a 400-500 kg. Attività industriali erano la metallurgia legata alle miniere del luogo e l’estrazione dei metalli era fatta con l’uso di carbone di legna prodotto nelle foreste. Le cave di granito erano sfruttate tagliando i blocchi con cunei di acciaio. Dall’alto del castello si ha una stupenda vista del Danubio nei due sensi.
A 60 km da Budapest si trova la città vescovile di Esztergom, centro antichissimo occupato dai Celti e dai Romani e fortificato da Carlo Magno che la chiamò Ostrigonium. La prima fortezza dei Magiari fu del 973, opera del principe Geza, ed il re Stefano fu incoronato qui e ne fece una sede vescovile. Sotto il re Matyas fu centro culturale e spirituale del paese. Fu dominata dai Turchi dal 1543 al 1683 e solo nel 1820 ritornò sede arcivescovile, l’unica in Ungheria. Nel 1822-56 vi fu costruita la Basilica dedicata a S. Stefano e S. Ladislavo, la più grande dell’Ungheria in stile neoclassico a imitazione della S. Pietro di Roma. Per l’inaugurazione Liszt vi suonò la Messa da lui composta per l’occasione. Le dimensioni della chiesa sono 118 x 40 m, l’altezza sulla cupola è di 100 m. L’interno può accogliere 10000 persone; a sinistra si apre la cappella funeraria del vescovo Tamas Bakoczy del 1500 recuperata e ricostruita qui pietra su pietra; è in marmo di Carrara e stile rinascimentale. Sull’altare maggiore della basilica si trova una copia dell’Assunta del Tiziano, opera del Grigoletti; l’organo ha 5000 canne. A destra dell’altare si sale per la visita al Tesoro con le reliquie di S. Stefano, S. Ladislavo, S. Margherita e S. Elisabetta e poi ostensori, calici preziosi e paramenti. Il piviale piu antico è del XIII secolo, quello più prezioso è quello di Maria Teresa. Una vetrina contiene pezzi bizantini. In origine il tesoro comprendeva 40000 pezzi ma molti sono stati portati via dai Russi. Per ultimo si visita la cripta con la tomba del cardinale Josephus Mindszenty (1892-1975) che durante la rivolta ungherese del 1956 si era rifuggiato nell’Ambasciata Americana. La città si affaccia sul Danubio che qui segna il confine con la Cecoslovachia. Il ponte Maria Valeria che collegava le due rive e che fu distrutto durante l’ultima guerra non è stato ricostruito per i cattivi rapporti fre le due nazioni.
La città di Szentendre, 20 km a nord di Budapest, ha oggi 21000 abitanti; vi sono molti Serbi rifuggiatisi durante le invasioni turche nel 1400 e fu centro della chiesa greco-ortodossa. Vi sono 7 campanili con altrettante chiese, di queste quattro sono greco-ortodosse di rito serbo. La piazza centrale ha al centro la Croce della Peste del 1763 circondata da un’inferriata rococò, opera d’arte in ferro battuto. Sulla piazza da anche il Campanile della chiesa dell’Annunciazione di rito greco-ortodosso. La cittadina ha un ricco artigianato di oggetti in vetro.
Dopo l’imbarco sul battello per il ritorno a Budapest si può osservare il panorama di Szentendre con i suoi campanili. Davanti a Szentendre si trova una grande isola fra due rami del Danubio con 4 paesi e numerosi luoghi di villeggiatura.
Si raggiunge Budapest dopo un’ora di navigazione.
3.3 IL LAGO BALATON.
Il lago Balaton è il più grande lago dell’Ungheria con una superficie di 600 kmq, di forma molto allungata, circa 74 km di lunghezza e 10 km di larghezza, una profondità va da 2-3 m a circa 13 m sulla riva nord che è la più scoscesa; si è formato fra 17000 e 19000 anni fa nel periodo fra due glaciazioni. La zona del lago è uno dei luoghi di villeggiatura più rinomati dell’Ungheria per il clima, le acque termali e il paesaggio. La stagione favorevole è però molto ridotta, fa luglio ed agosto, d’inverno il lago è gelato ma non è praticabile perché la crosta di ghiaccio non è resistente. La zona è famosa per la coltivazione della vite e per il suo vino, fra cui il Tokaj. Il lago è ricco di pesce, vi sono 42 specie diverse, e il più comune è il dentice.
La città più grande sulla riva nord è Balatonfüred, a 120 km da Budapest e con 20000 abitanti che nel periodo della villeggiatura arrivano a 150000, vi sono famosi bagni termali e un ospedale cardiologico. Sulla riva del lago vi è un bosco di tigli e di olmi e molti alberi sono stati piantati da personaggi importanti venuti qui a villeggiare ed a curarsi; fra questi il poeta indiano Rabindranath Tagore, premio Nobel per la letteratura, che si curò con le acque, Gandhi, alcuni fisici e astronauti.
Poco a sud-est di Balatonfüred la penisola di Tihany si protende sul lago verso l’altra riva lasciando solo un stretto di circa 1,5 km fra le due opposte rive. La penisola è un territorio naturale protetto, vi sono boschi, colline e stagni. Nel 1055 qui vennero i Benedettini che fondarono una comunità con un’abbazia ed una chiesa poi distrutta durante le guerre turche ma ricostruita fra il 1719 ed il 1754. Nella cripta della chiesa c’è la sepoltura di re Andreas Kiraly della dinastia Arpad morto nel 1060. Dopo la prima guerra mondiale l’abbazia ospitò l’ultimo re degli Asburgo, Carlo IV, che vi morì in esilio nel 1921. Dalla collina dove si trova la chiesa si gode un bel panorama del lago. Sull’estrema punta della penisola un traghetto trasporta in 10 minuti uomini e mezzi sull’altra sponda del lago e si può cogliere l’ultimo panorama della penisola.
Il ritorno a Budapest avviene prendendo l’autostrada M7 ma prima si fa una sosta per degustare i vini del luogo in una csarda (ristorante) ungherese. Sulla strada del ritorno si sfiora la cittadina di Siofok, località balneare, nota anche per essere la patria del compositore Irme Emmerich Kalman (1882- 1953) autore di famose operette.
3.4 LA PUSZTA UNGHERESE.
La grande pianura a sinistra del Danubio e a sud di Budapest è la puszta, luogo tradizionale dell’allevamento del bestiame e dei cavalli; il terreno è sabbioso e predominano le acacie. Il centro più importante, a 85 km da Budapest, è Kecskemet, città di 100000 abitanti il cui nome vuol dire “luogo” (kemet) della “capra” (kecs) perché nel medioevo la sua economia era basata sul commercio del bestiame. A Kecskemet è nato il musicista Zoltan Kodaly (1882). Il cuore della città è la vasta piazza della Libertà con al centro il monumento a Lajos Kossuth ed intorno gli edifici più importanti. La facciata del Municipio, costruito nel 1896 per il millenario della nascita dell’Ungheria, ha in alto la capra simbolo della città ed al centro un carillon di 37 campane che allo scoccare delle ore 11-12-17-18 suona una musica di Zoltan; la chiesa dei francescani del XIII secolo distrutta nel XVII sec. e poi ricostruita; la vecchia Sinagoga in stile moresco, oggi museo e Casa della Cultura e della Tecnica; infine il museo d’Arte o Pinacoteca in stile Liberty con decorazioni in ceramiche sulla facciata.
Non lontano da Kecskemet, nella zona di Lajosmizse, si visita una fattoria per l’allevamento del bestiame, la Tanyacsarda, attrezzata anche per l’accoglienza dei turisti con ristorante e negozi (vi si può assaggiare la grappa della puszta, un brandy di albicocche di 42 gradi) ed una tribuna per assistere agli esercizi acrobatici dei cavalieri csikos della puszta. Si possono vedere i manzi grigi ungheresi con le grandi corna e le pecore rotsko con le corna ritorte. I cavalli di allevamento sono dei mezzo sangue arabi, inglesi e ungheresi e vi sono anche i famosi Lipitzani usati dalla scuola spagnola di Vienna. I cavalieri csikos, con i loro larghi abiti blu e le lunghe fruste, mostrano la loro valenzia nel controllo dei branchi, nel cavalcare con 5 cavalli, stando in piedi sulla groppa di due di essi, ed in altri esercizi di doma.
Fonte: http://www.travelphotoblog.org/ArchivioPersonale/Eurotour.doc
Sito web: da visitare: http://www.travelphotoblog.org
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