Diario di viaggio organizzato Lisbona e Portogallo
Diario di viaggio organizzato Lisbona e Portogallo cosa vedere e cosa fare a Lisbona e in Portogallo
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Diario di viaggio organizzato Lisbona e Portogallo
PORTOGALLO: VISITA A LISBONA.
01-04.11.2002 - Viaggio organizzato da ITINERA (Guida Dott.ssa P.Sestili).
11.1 PORTOGALLO; STORIA E CULTURA.
I Portoghesi si dicono discendenti da un’antica popolazione autoctona: i Lusitani stanziati fra il Minho ed il Douro e poi influenzati dalla cultura dei Celti venuti durante l’età del ferro nel VII secolo a.C.; le coste atlantiche furono occupate da colonie fenice interessati al commercio dei metalli, poi venne il predominio dei Cartaginesi e quindi quello dei Romani. I centri più importanti furono quelli di Olisippona (Lisbona) e Portus Cale (Portucale e poi Porto). Con le invasioni barbariche le regioni meridionali furono occupate dai Visigoti e nel 712 seguì l’invasione arabo-berbera. Il nord rimase sempre cristiano e le sue vicende seguirono quelle della Spagna fino al secolo XI. Nel 1064 Ferdinando di Castiglia prese definitivamente Coimbra agli Arabi. Nel 1096 Alfonso VI di Castiglia affidò al genero Enrico di Borgogna la contea di Portucale e suo figlio Alfonso Henriques assunse il titolo di re del Portogallo intorno al 1139 come Enrico I. Lisbona fu presa ai musulmani nel 1147 ed entro il 1248 il Portogallo si estese fino agli attuali confini meridionali. I confini orientali rimasero sempre in discussione con la Spagna fino al tempo di Ferdinando ed Isabella di Castiglia. La dinastia dei Borgogna finì nel 1383 e dopo un periodo di torbidi, nel 1385 le Cortes nominarono re Giovanni I (João I), Gran Maestro dell’ordine militare di Avis, che iniziò la dinastia d’Avis. Questa diede subito impulso ai commerci d’oltremare con la costruzione di una flotta. Il figlio minore di Giovanni I, Enrico il Navigatore, si impadronì di Ceuta sulla costa africana e promosse la colonizzazione delle isole Madeira e delle Azzorre. I commercianti portoghesi si spinsero poi sempre più a sud sulla costa occidentale africana creando stazioni fortificate ed importando oro, avorio e schiavi. Sotto Giovanni II, Bartolomeo Diaz doppiò nel 1487 il Capo delle Tempeste, poi detto di Buona Speranza, e Vasco de Gama aprì la via delle Indie raggiungendo Calicut nel 1498 e tornando a Lisbona un anno dopo. Con il trattato di Tordesillas del 1494 il Portogallo si era assicurato i diritti di possesso su tutte le terre a oriente del meridiano posto 370 leghe ad ovest delle isole di Capo Verde lasciando alla Spagna tutte le terre più occidentali. Questo permise al Portogallo di occupare anche il Brasile scoperto da Alvarez Cabral nel 1500 perché rientrava nella sua zona di influenza. Con Manuel I (1495-1521) il Portogallo raggiunse l’apogeo della ricchezza economica con il controllo del commercio delle spezie dall’oriente e la manifestazione esteriore fu la nascita di uno stile architettonico nazionale esuberante nelle decorazioni che prende il nome di “manuelino”. L’impero coloniale portoghese crebbe fino a metà del 1500 dal Brasile alla Cina ma cominciò a farsi sentire la concorrenza olandese, si accrebbe lo spopolamento e la miseria nelle campagne e la dipendenza dall’estero per tutti i prodotti finiti. Nel 1578 l’aspirazione a conquistare il Marocco portò alla disastrosa sconfitta di al-Qasr al-Kabir dove morì il re Sebastiano I ed il meglio della nobiltà portoghese. Fu il crollo della dinastia d’Avis e l’incerta successione fu presa con la forza da Filippo II di Spagna che occupò il Portogallo e iniziò la dinastia degli Asburgo con il nome di Felipe I. Questo fu un periodo di decadenza per il Portogallo che perse anche molti possedimenti d’oltremare occupati dagli Olandesi. Tre furono i re spagnoli che dominarono il Portogallo fino a Felipe III poi, nel 1640, la rivoluzione dei “restauradores”, appoggiata da Francia ed Inghilterra, portò al potere Giovanni IV di Braganza con la nuova dinastia rimasta fino al 1910. I Braganza recuperarono il Brasile occupato in gran parte dall’Olanda ed alcuni degli antichi possedimenti e ridiedero vita all’agricoltura. Sotto il regno di Giuseppe I (José I, 1750-1777) si ebbe il disastroso terremoto del 1755 che distrusse Lisbona ma il potente ministro marchese di Pombal la ricostruì, rafforzò il potere centrale contro nobiltà e clero espellendo i gesuiti e ridiede sviluppo al commercio portando il Portogallo al suo secondo apogeo. Nel 1807 gli eserciti di Napoleone, dopo conquistata la Spagna, invasero il Portogallo e la corte si trasferì in Brasile. Il Portogallo fu liberato nel 1811 ma subito scoppiarono moti liberali ed il re Giovanni IV concesse una costituzione più liberale nel 1822; nel frattempo il figlio, rimasto in Brasile vi si proclamava imperatore con il nome di Pedro I ed otteneva l’indipendenza nel 1825 poi tornava in Portogallo come re Pedro IV, abdicava e lasciava il tono al fratello Miguel come reggente della figlia Maria che più tardi diverrà Maria II. Vi furono continui colpi di stato e rivolte, nel 1908 il re Carlo I ed il principe ereditario furono uccisi in un attentato e nel 1910 un colpo di stato militare rovesciava la monarchia instaurando la repubblica con un governo democratico-liberale; questo durò fino al 1926 quando il generale Carmona assunse la carica di Presidente della Repubblica e la mantenne fino alla morte (1951). Carmona nominò alle Finanze Antonio de Oliveira Salazar che dal 1932 divenne Presidente del Consiglio e creò l’Estado Novo con una struttura totalitaria corporativa. Appoggiò il generale Franco in Spagna, si mantenne neutrale durante la seconda guerra mondiale e dopo fu fra i fondatori del Patto Atlantico. Il Portogallo aveva mantenuto i suoi possedimenti in Africa fra cui Angola e Mozambico, e quelli di Goa, Timor e Macao in Asia, ma nel 1961 iniziò la rivolta per l’indipendenza in Angola che si estese poi agli altri possedimenti e ben presto l’impegno militare divenne gravoso. Nel 1968 Salazar, divenuto inabile, affidò il governo all’economista Marcelo Caetano che lasciò però la situazione invariata. Il 25 aprile 1974 un gruppo di militari si fece promotore di una rivolta incruenta, la cosiddetta “rivoluzione dei garofani”, e costrinse Caetano all’esilio facendo crollare il vecchio regime. Nel 1976 entrò in vigore una nuova costituzione e nel frattempo si concludeva l’epoca coloniale. Il Portogallo è poi entrato nella CEE e, nel 2000, nell’area dell’Euro.
Il Portogallo tutto proteso sull’Atlantico ha seguito la sua vocazione marinara avventurandosi per primo alla ricerca di nuove rotte sui mari per raggiungere le Indie e strappare ai Veneziani il commercio delle spezie. Ricchezza e cultura sono stati i prodotti di questa esperienza ed hanno formato il carattere della nazione. Nell’architettura il Portogallo ha importato lo stile arabo, romanico, gotico e barocco ma si è arricchito di elementi decorativi originali. L’epopea dei grandi navigatori ha ispirato la letteratura con i Lusiadi di Luis de Camões (1524-1579), il poema che racconta il viaggio di Vasco de Gama verso l’India. Fra gli altri grandi della letteratura si ricorda il commediografo del 1500 Antonio Ribeiro detto Chiado e lo scrittore Fernando Pessoa (1888-1935).
11.2 LA CAPITALE LISBONA.
Lisbona si trova sulla riva destra del Tago fra la foce ed il mare interno formato dal fiume; il centro dell’abitato si distribuisce su un insieme di colline intorno alla città bassa (la Baixa) che è la zona più antica ma completamente ricostruita alla fine del 1700 dopo il terremoto e maremoto del 1755; da qui si dirama verso i quartieri settentrionali l’asse della grande Avenida da Libertade. A oriente della Baixa si trova il quartiere medievale dell’Alfama con il Castelo de São Jorge nel punto più alto ed intorno la Cattedrale e famosi conventi. Ad occidente della Baixa, su altri rilievi, si trovano i quartieri di Chiado e Bairro Alto con la chiesa di S. Rocco e più lontano, oltre il porto, il quartiere di Belém (Betlemme) con l’edificio più importante di Lisbona, il Mosteiro dos Jeronimos de Belém ed infine la Torre di Belém, simbolo della città.
Lisbona ha oggi circa 700000 abitanti e si è molto sviluppata intorno al suo centro storico unificando il suo tessuto urbanistico e nell’ultimo decennio del XX secolo è stata sede di importanti manifestazioni come quella della Cultura europea nel 1994 e dell’Esposizione Universale nel 1998 con la costruzione del nuovo quartiere Expo.
11.1.1 LA CITTÀ BASSA.
Il centro della Città Bassa è la grande piazza Pedro IV (Plaça Pedro IV) chiamata comunemente Rossio; è di forma rettangolare con case regolari su tre lati e sul lato nord la facciata neoclassica del Teatro Nacional de Dona Maria II della metà del 1800. Al centro della piazza una colonna di pietra alta 27 m regge la statua di Pedro IV in bronzo; la pavimentazione è lastricata con tessere bianche e nere, di calcare e di basalto, che formano motivi ornamentali e questa tecnica è stata adottata su quasi tutte le strade della città e ne costituisce un aspetto caratteristico. Nel 1500, e fino al terremoto del 1755, la piazza era il centro del mercato, delle feste e delle parate militari e luogo delle esecuzioni capitali, c’era il palazzo della Corona e poi dell’Inquisizione. L’aspetto attuale è quello datole nella ricostruzione del Marchese de Pombal. Nell’angolo nord-occidentale della piazza, dove il traffico si incanala verso la grande Avenida, a sinistra si trova la Estação de Rossio, la stazione ferroviaria a tre piani con una ricca facciata in stile neomanuelino costruita nel 1887. Proseguendo si apre la lunga Plaça dos Restauradores dedicata ai combattenti della rivoluzione del 1640 che liberò il Portogallo dal dominio spagnolo, anche qui al centro è un grande obelisco commemorativo e da qui inizia l’ampia Avenida da Libertade. Tornati a piazza Pedro IV, a oriente si apre la Plaça de Figueira di forma quadrata con al centro la statua equestre del re João I e da questa piazza si ha una bella vista del castello di São Jorge sulla collina. A sud di piazza Pedro IV si trova la Baixa, il quartiere a scacchiera con lunghe strade che si incrociano a 90 gradi anche questo ricostruito dal Pombal sostituendo l’antico dedalo di vicoli dietro il palazzo reale spazzati via dal maremoto del 1755. La strada al centro, in direzione nord-sud, è pedonale e si chiama Rua Augusta, le altre vie ad essa parallele hanno nomi di mestieri mentre quelle perpendicolari hanno nomi di santi. Alla fine della Rua Augusta un grande Arco Trionfale di forme classiche, completato nel 1883, fa da ingresso alla Plaça do Comercio, la più monumentale di Lisbona. La piazza è un grande quadrato circondato su tre lati da edifici pubblici e ministeri e con il lato sud aperto sul Tago. Sulla sommità dell’Arco trionfale c’è la statua della Gloria che incorona il Genio ed il Valore. Al centro della piazza è il monumento equestre in bronzo di re José I (1750-1777). Qui era il centro dell’antica Lisbona con il palazzo reale edificato da Manuel I all’inizio del 1500 e poi distrutto nel terremoto del 1755.
11.1.2 I QUARTIERI ORIENTALI.
Una linea di tram, che si arrampica sui ripidi pendii delle colline del quartiere di Alfama, permette di raggiungere la chiesa ed il Convento di São Vicente de Fora (fuori le mura). La chiesa ha origine nel XII secolo quando il primo re del Portogallo, Enrico I, fece venire con una nave le spoglie di S. Vincenzo che divenne così il patrono della città. La tradizione vuole che la nave fosse sempre accompagnata da due corvi e questa raffigurazione è diventato lo stemma di Lisbona. La chiesa fu costruita alla fine del 1500 su progetto dell’architetto bolognese Filippo Terzi, poi chiesa e convento furono ricostruite in forme barocche nel 1700 e rimaneggiate nel 1800. La grande facciata in calcare bianco è tipica delle chiese della controriforma, anche l’interno è grandioso con volta a botte e cassettoni e cappelle laterali decorati in legno dorato. Dalla chiesa si passa al convento ed ai due chiostri, oggi museo, ricchi di decorazioni ad azulejos del 1700. I resti più antichi del convento, che rimontano al XII secolo, sono rappresentati da una cisterna ben conservata sotto il primo chiostro ed alcuni tratti di mura. Al piano terreno si trova la Sacrestia in preziosi marmi policromi ed una pala d’altare con Madonna del Gonçalves dell’inizio 1700 e la sala del Capitolo con i sepolcri dei patriarchi. Le pareti delle stanze e dei chiostri sono tutte decorate ad azulejos con paesaggi, re e regine ed episodi della lotta contro gli Arabi. Al primo piano le stanze che circondano i chiostri espongono una mostra di azulejos rappresentanti le favole di La Fontaine. Si può salire infine al terrazzo del convento e vedere da qui il panorama fino al Tago e quello più ampio dal tetto della chiesa.
Lasciato São Vicente de Fora si passa alla vicina collina dove sorge il Castelo de São Jorge attraversando il quartiere cinquecentesco con strade e vicoli (detti becos) tortuosi ed ammirando le facciate degli edifici ricoperti di azulejos. La collina del castello è stata il luogo dei primi insediamenti romani, visigoti ed arabi e, fino alla fine del 1400, residenza dei re portoghesi, poi Manuel I costruì la nuova residenza sulla riva del Tago nell’attuale Plaça do Comercio ed il castello fu adibito alle guarnigioni militari. Si entra dalla porta a sud-est sulla grande spianata dei bastioni da cui si gode il miglior panorama di Lisbona, verso sud con il Tago ed il ponte sospeso dedicato al 25 de Abril, la “rivoluzione dei garofani” del 1974, e verso ovest sul centro della città con Plaça da Figueira e Plaça Pedro IV. Dentro la cinta dei bastioni è racchiusa la cittadella costruita sul primo palazzo reale. La cittadella ha forma rettangolare con fossato, cortile e dieci torri; da esse e dai camminamenti si può girare lo sguardo sulla città; verso est si vede la facciata della chiesa ed il monastero di São Vicente de Fora con lo sfondo del Tago. Nella corte del castello si trova la ricostruzione di un’antica caravella.
Usciti dal castello si scende dalla collina percorrendo i tortuosi becos ed osservando ancora le splendide facciate delle case ricoperte di azulejos; su una di queste vi sono raffigurati alcuni miracoli di S. Antonio nato a Lisbona e protettore del Portogallo. Si raggiunge la Cattedrale di Lisbona, sede patriarcale; eretta in forme romaniche nel XII secolo e rimaneggiata e rifatta dopo i terremoti del 1344 e del 1755. Risente dell’architettura francese con due massicce torri, il grande rosone e le profonde arcate. All’interno la navata centrale è romanica con pilastri a fasci di colonne e matronei, il gotico compare nelle cappelle laterali e nel deambulatorio dell’abside. Dal deambulatorio si passa al chiostro con il porticato del 1300 di stile gotico-borgognone. Nel centro del chiostro sono stati eseguiti scavi archeologici che hanno portato alla luce resti romani, islamici e su un angolo un pozzo medievale.
Scendendo verso il Tago, su uno slargo vicino a Rua Alfandega, si trova la facciata della Casa dos Bicos con bugne a punta di diamante, da cui il nome; la casa fu costruita ad imitazione del palazzo dei diamanti di Ferrara. Percorrendo poi la Rua Alfandega verso ovest, sulla destra si trova il portale originale dell’antica chiesa della Concezione (Conceição Velha) in stile manuelino, la sola parte scampata al terremoto del 1755; le due colonne laterali finiscono con due sfere armillari che erano il simbolo di re Manuel I, nella lunetta vi è raffigurata in rilievo la Vergine che protegge sotto il suo manto il re, la regina, il papa ed altri personaggi. Dopo circa un centinaio di metri si ritorna a Plaça do Comercio.
Molto più lontano, a nord est, si trova il Museu Nacional do Azulejo che merita una visita. Si trova in un antico convento del 1500 rifatto ed ampliato nel 1700 e si raggiunge con un autobus sempre da Plaça do Comercio. Oltre a quelli del convento stesso vi sono raccolte collezioni di azulejos di varie epoche e provenienze. L’azulejo ha origine araba ed il suo nome è una parola araba che significa “pezzo di ceramica”. Dopo gli Arabi la tecnica fu migliorata e divenne autoctona creando un prodotto a livello artigianale ed industriale a larga diffusione. Gli azulejos arabi avevano disegni geometrici con linee e si separavano i colori con solchi (corda seca) o con rilievi (aresta). All’inizio del 1500 un italiano, Francesco Nicolosi, importa la tecnica della maiolica dipinta diffusa ormai in Italia dal 1400 e la decorazione con azulejos si diffonde rapidamente applicata alle facciate, alle pareti delle stanze e delle scale e nei pavimenti integrandosi nell’architettura fino a tutto il 1700. Nel 1500 e nel 1600 prevale l’uso del bianco e del blu, nel 1700 il rococò introduce un più vario cromatismo. Nel 1900 l’arte dell’azulejo si evolve nello stile liberty e viene usata poi anche dagli artisti moderni. Nel piano terreno del museo sono mostrati esempi delle diverse tecniche e preziose composizioni come quella proveniente dalla chiesa di Lisbona Nossa Senhora da Vida datata 1580 e scampata al terremoto del 1755. C’è anche la chiesa del convento con un altare di legno dorato e mosaici di mattonelle bianche e blu e due chiostri, uno piccolo con portico e loggiato ed uno grande. Nelle sale del piano superiore che circondano i due chiostri vi sono le raccolte principali del museo. Una stanza è detta della Caccia con temi di animali e sopra il chiostro grande si trova un pannello lungo 23 m che rappresenta la città di Lisbona nel 1600. Altre sale sono dedicate alle produzioni più recenti dal 1800 al 1900.
11.1.3 I QUARTIERI OCCIDENTALI.
La visita ai quartieri occidentali si inizia salendo dalla Baixa con l’Elevador de Santa Justa, una costruzione in ferro del 1901 con ascensore, che porta ad una terrazza con panorama verso est sulla Baixa e la collina del castello. Dietro si trovano le maestose rovine della chiesa del Carmelo lasciate a ricordo del terremoto del 1755. Della chiesa si è salvata solo la parte absidale che ora è utilizzata come museo archeologico. A sud-ovest si raggiunge il quartiere del Chiado parola che proviene dalla corruzione di un verbo che significa scricchiolio con riferimento al rumore fatto dai carri che salivano dal fiume. Chiado fu anche lo pseudonimo del commediografo portoghese del 1500 Antonio Ribeiro la cui statua si trova a Largo do Chiado vicino al Café da Brasileira, famoso ritrovo di artisti e letterati a cavallo fra 1800 e 1900 fra cui lo scrittore Fernando Pessoa (1888-1935). Il Pessoa è stato raffigurato in un gruppo bronzeo seduto ad un tavolino del caffè in occasione del centenario della sua nascita. Si ricorda che proprio nel 1988, la notte del 25 agosto, il quartiere è stato gravemente danneggiato da un furioso incendio. Ad ovest del Largo do Chiado si trova la Plaça Luis de Camões con il monumento del maggiore poeta portoghese autore dei Luisiadi, nato a Lisbona nel 1524. Figlio cadetto di una nobile famiglia, fu condannato al carcere a causa di un duello e da lì fu reclutato come rematore nella spedizione di Vasco de Gama. Al ritorno raccontò l’impresa nel suo poema, ebbe una pensione dal re ma morì sempre povero nel 1580.
Prendendo verso nord su Rua da Misericordia si possono osservare le belle facciate degli edifici decorate con azulejos e grandi balconate come quella del ristorante Saladde Cha (sala da tè) Tavares poi si raggiunge la chiesa di São Roque di origine rinascimentale, costruita nel 1570 su progetto dello stesso Filippo Terzi autore della chiesa di São Vicente de Fora, ma poi rifatta in forme barocche dopo il terremoto del 1755. S. Rocco era venerato insieme a S. Sebastiano perché invocato durante le pestilenze. L’interno della chiesa ha un soffitto piano di legno dipinto ed è illuminato dalle finestre laterali. Le cappelle sono ricche di decorazioni di barocco fiorito. La cappella più famosa è quella in fondo sul lato sinistro, dedicata a S. Giovanni Battista; fu commissionata nel 1742 al Vanvitelli che la fece assiemare a Roma e quindi venne smontata, trasportata e rimontata qui. La cappella è ricca di marmi policromi e pietre dure preziose, quadri a mosaico ed intarsi.
Il quartiere a sinistra di São Roque è quello di Bairro Alto con vie ortogonali, anticamente zona residenziale aristocratica, nel 1800 è divenuto un quartiere popolare animato e ricco di negozi e gallerie d’arte. Proseguendo verso nord da São Roque si arriva ad un piccolo giardino con terrazzo panoramico: il Miradouro de São Pedro de Alcântara che guarda sopra la stazione ferroviaria do Rossio e la Plaça dos Restauradores e verso est fino al Castello. Si può scendere alla piazza dei Restauradores dalla sinistra mediante una caratteristica funicolare.
Il quartiere più ad occidente è quello di Belém dopo la zona del porto ed il ponte sospeso 25 de Abril. Dietro la grande Plaça do Imperio prospetta il fianco destro del Mosteiro dos Jeronimos de Belém, edificio capolavoro dell’arte manuelina dichiarato dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità. Fu fatto costruire dal re Manuel I a partire dal 1502 e fu terminato nel 1572. A destra è la chiesa con una torricella a cupola ed un grande portale gotico sul lato della piazza ricco di statue e pinnacoli; sul lato sinistro il lungo edificio che ha prolungato il monastero nel 1800 con lo stile neomanuelino dove è stato sistemato il Museu Nacional de Arqueologia. Si entra dal grande portale per visitare l’antico convento, il Chiostro quadrato di 55 m di lato con portico a due ordini e bifore come merletti, il Refettorio decorato ad azulejos che rappresentano soggetti legati al cibo e la Sala Capitolare. Dal portico superiore si comunica con il coro alto della chiesa da cui si può osservare la navata principale e le volte sorrette da sottili pilastri attraverso una fitta trama di nervature. Si scende poi nella chiesa a tre navate di grandi proporzioni. Subito a sinistra è la moderna tomba di Vasco de Gama ed a destra quella di Luis de Camões. Nel presbiterio sono le tombe di Manuel I e della moglie, Dona Maria.
Attraversata la Plaça do Imperio, sulla riva del Tago si trova il grandioso Padrão dos Descobrimentos, un monumento alto 54 m a forma di prora di nave eretto nel 1960 per il 500° anniversario della morte di Enrico il Navigatore con la figura di Enrico che mostra la strada ai continuatori e sostenitori delle imprese sul mare. Più e est si vede il ponte sospeso 25 de Abril inaugurato nel 1966 con la campata centrale fra i due piloni lunga 1013 m. Il ponte è a due livelli: ferroviario e stradale.
Circa 800 m più a ovest, sulla riva del fiume, si raggiunge la Torre di Belém simbolo della città di Lisbona, eretta da Manuel I nel 1521 in forme romanico-gotiche con influssi moreschi; è un altro esempio dell’arte manuelina. La torre si trovava su un isolotto vicino alla terraferma a cui è collegata tramite una passerella ma l’insabbiamento ha reso precaria la sua separazione dalla riva.
11.1.3 I QUARTIERI SETTENTRIONALI.
Da Plaça dos Restauradores parte la grande Avenida da Libertade lunga circa 1,5 km e larga 90 m con tre carreggiate separate da due larghi marciapiedi alberati. Questa strada fu aperta alla fine del 1800 ad imitazione dei grandi boulevard di Parigi e diede l’avvio al grande rinnovamento della città con i quartieri moderni. La strada è in leggera salita e finisce sulla grande piazza Marquês de Pombal, dedicata al nobile Sebastião José Carvalho e Melo (1699-1782) onnipotente ministro di José (Giuseppe) I a cui si deve la ricostruzione di Lisbona dopo il terremoto del 1755. Al centro della piazza è la colonna sormontata dalla statua del marchese con un leone simbolo del potere. Dalla piazza si dipartono numerose vie ma la zona a nord è occupata dal parco Edoardo VII dedicata al re d’Inghilterra in occasione di una sua visita in Portogallo nel 1903. Sulla sinistra si trova il Padiglione dello Sport in stile eclettico del 1931 e più avanti le serre del Giardino Botanico, Estufa Fria ed Estufa Quenta (calda), quest’ultima per la piante grasse.
Fonte: http://www.travelphotoblog.org/ArchivioPersonale/Eurotour.doc
Sito web: da visitare: http://www.travelphotoblog.org
Autore del testo: non indicato nel documento di origine
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