Diario di viaggio organizzato a Praga e in Boemia
Diario di viaggio organizzato a Praga e in Boemia cosa vedere e cosa fare a Praga
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Diario di viaggio organizzato a Praga e in Boemia
Cosa vedere e cosa fare a Praga
PRAGA E BOEMIA.
14.09.99 - 21.09.99 - Tour organizzato da TOURVISA ITALIA.
4.1 LA CITTÀ DI PRAGA.
Praga, capitale della Repubblica Ceca dal 31 dicembre 1992, è una delle città più belle d’Europa. La sua storia come centro urbano comincia molto tardi, i Romani avevano fermato le frontiere dell’impero al Danubio e, all’inizio dell’era cristiana, Boemia e Moravia erano occupati dai Marcomanni; nel VI sec. d.C. gli slavi occuparono queste regioni e nel X sec. Cirillo e Metodio evangelizzarono le tribù della Grande Moravia creando la lingua slava. Solo nel X secolo le popolazioni slave fortificarono le colline a guardia dei guadi sulla Moldava (Vltava), costruendo sulla riva sinistra lo Hrad (Castello) e sulla riva destra il Vysehrad (Castello in alto) e sviluppando un nodo commerciale importante frequentato da Russi, Musulmani ed Ebrei. Il principe cristiano della Boemia, Venceslavo fu ucciso dal fratello e, fatto santo, divenne il protettore della Boemia. Nell’ansa della Moldava, sulla riva destra di fronte allo Hrad, si formò nel secolo successivo la Città Vecchia (Staré Mesto) e la Città Ebraica (Zidovské Mesto). Fra il 1200 ed il 1300 sulla riva sinistra si svilupparono il Malá Strana (Parte Piccola) ed il borgo di Hradcany intorno al Castello. La Boemia era entrata nell’orbita dell’impero degli Asburgo e nel 1355, Carlo IV di Lussemburgo, principe boemo, ottenne la corona del Sacro Romano Impero e portò qui la capitale chiamandola Praga e facendone a quel tempo la città più bella d’Europa con circa 50000 abitanti. A sud della Staré Mesto si sviluppò la Nové Mesto (Città Nuova), divenne sede arcivescovile, ebbe la sua prima università e si arricchì di palazzi e di grandi opere fra cui il ponte di pietra sulla Moldava che prese il nome dell’imperatore: Karluv most (ponte Carlo). Agli inizi del 1400 la predicazione di Jan Hus fece di Praga il centro della prima Chiesa protestante d’Europa ma nel 1415 Hus fu bruciato come eretico a Costanza, la Boemia fu scossa da conflitti in cui i motivi religiosi si mescolavano alle aspirazioni nazionali ma il regno di Boemia passò alla dinastia polacca degli Jagelloni e nel 1490 la capitale imperiale passò a Budapest. Il 29 agosto del 1526, a Mohacs in Ungheria, Luigi II Jagellone veniva sconfitto ed ucciso dal sultano Solimano II. Finita così la dinastia degli Jagelloni, veniva nominato re di Boemia l’arciduca Ferdinando d’Austria, fratello di Carlo V, con cui comincia la stretta dipendenza dagli Asburgo cattolici mentre il 90% della popolazione era luterana, hussita e calvinista. Nel 1583 l’imperatore Rodolfo II riporta a Praga la capitale e la corte e la città ha un secondo periodo aureo sotto un governo tollerante che favorisce la cultura. Dopo la morte di Rodolfo II (1611) scoppia in Germania nel 1618 la guerra dei 30 anni fra stati cattolici e protestanti, la nobiltà boema si ribella agli Asburgo e nell’agosto 1619 vengono “defenestrati” dal castello di Praga i suoi rappresentanti. La reazione degli Asburgo è immediata e l’esercito boemo è sconfitto presso Praga alla Montagna Bianca (Bilá Hora). A Praga occupata 27 capi della rivolta vengono decapitati davanti al municipio della Staré Mesto e 12 teste di nobili esposte sulla torre del ponte Karlov, la Boemia perde la sua indipendenza, il cattolicesimo viene imposto e così la lingua tedesca. La guerra dei Trent’anni sconvolse il territorio boemo ed infine anche gli Svedesi protestanti misero a sacco Praga prima della fine. Fra il 1600 ed il 1700 Praga ebbe ancora a soffrire la peste (1680), la guerra di Successione Austriaca e la guerra dei Sette Anni ma fu ricostruita ed arricchita di nuovi edifici in stile barocco. Alla fine del ‘700 a Praga furono unificate in un sola amministrazione le 4 municipalità di Staré Mesto, Malá Strana, Hradcany e Nové Mesto. Dopo la Rivoluzione Francese ed il periodo napoleonico si ridestano le aspirazioni nazionali e nel 1848 Praga è in rivolta per 5 giorni contro il dominio asburgico ma solo dopo la prima guerra mondiale, con i trattati di S. Germain e Trianon, si costituisce in stato indipendente, la Repubblica Cecoslovacca con il presidente Masaryk. Il nuovo stato non ebbe lunga durata perché con l’avvento di Hitler in Germania, appoggiando le minoranze tedesche dei Sudeti, la Cecoslovacchia fu invasa e Bosnia e Moravia ridotte a Protettorato tedesco. Alla fine della seconda guerra mondiale, liberata dalle truppe sovietiche, la nazione si ricostituì e nel 1948 un colpo di stato diede il potere al partito comunista. La Cecoslovacchia rimase nell’orbita di Mosca durante la guerra fredda, si ebbero processi agli oppositori ed uno stretto controllo da parte della polizia politica. Nel 1967 si ha la prima reazione con la “Primavera di Praga” promossa dal nuovo segretario del partito comunista slovacco Alexander Dubcek per un “socialismo dal volto umano”; ma Mosca si allarma e il 21 agosto 1968 la Cecoslovacchia è invasa e Dubcek allontanato; si ritorna alla “normalizzazione” ma non cessa il dissenso e l’opposizione; del 1969 è l’episodio dello studente Jan Palach che si brucia per protesta in piazza Venceslao. Nel 1977 si costituisce il movimento Carta 77 che rivendica i diritti sanciti dalla conferenza di Helsinki del 1975. Con l’elezione di Gorbaciov a segretario generale del PCUS nel 1985 e la “perestrojka” si innesca il rinnovamento e ritorna Dubcek. La caduta del muro di Berlino provoca manifestazioni e scioperi, viene insediato un nuovo governo, si dimette il presidente della repubblica Husak e viene eletto Vaclav Havel. Nel nuovo stato sorgono subito le divergenze nazionali fra Cechi e Slovacchi ed in breve, il 31 dicembre 1992, si arriva alla separazione ed alla creazione di una Repubblica Ceca con capitale Praga ed una repubblica Slovacca con capitale Bratislava.
4.1.1 LA CITTÀ VECCHIA (STARÉ MESTO).
L’asse principale della Staré Mesto è ancora oggi quello dell’antico percorso della Via Reale che i re di Boemia seguivano per essere incoronati sul Hrad. Il percorso iniziava dall’attuale piazza della Repubblica ad est, passava sotto la Porta delle Polveri, una delle porte delle antiche mura, seguiva la via Celetná, una delle vie più eleganti della città, attraversava piazza della Città Vecchia e, dopo un altro percorso un po’ tortuoso, raggiungeva il ponte Karlov sulla Moldava per salire al Castello.
Iniziando da piazza della Repubblica l’edificio più prestigioso è la Casa di Rappresentanza o Casa Civica (Obecní dum), centro culturale e ricreativo costruito nel primo ‘900 sul luogo dove sorgeva, dalla fine del XIV sec., la corte reale sede dei re boemi; vi sono sale di riunioni, ristorante e caffè. Accanto fa contrasto con la sua massa scura la Torre delle Polveri (Prasná brána) costruita da Vladislavo Jagellone nel 1475 ed usata nel 1600 come deposito delle polveri, da cui il nome. La torre con il suo arco trionfale è stata rifatta però alla fine del 1800.
Segue la via Celetná, percorso pedonale fiancheggiato da tipiche case con facciate barocche, e si sbocca su piazza (námestí) Starometské (della Città Vecchia), cuore della Staré Mesto, circondata da edifici di epoche diverse, dal gotico al barocco e con al centro il moderno monumento a Ian Hus inaugurato nel 1915 nel cinquecentenario del rogo. Domina la piazza con le sue due torri alte 80 m la chiesa gotica di Tyn dedicata alla Vergine Maria essendo Tyn l’antica zona del mercato; alla facciata si addossano case di costruzione posteriore. A sinistra della chiesa c’è il palazzo Kinskych di colore rosa, uno dei più bei edifici rococò di Praga, costruito nel 1765 ed oggi sede di mostre. Di fronte alla chiesa di Tyn si alza la torre dell’Orologio alta 70 m sopra il Municipio della Città Vecchia. L’orologio astronomico fu applicato alla torre nel 1410 poi modificato e migliorato fino a metà del 1500. Al battere delle ore si aprono due finestrelle davanti a cui passano i 12 Apostoli mentre all’esterno si agitano 4 statuine: sulla destra la Morte con un campanello e il Turco che si gira, sulla sinistra l’Avaro ed il Vanitoso, alla fine canta il gallo su un’altra finestrella in alto. Di seguito alla torre vi sono altri edifici rinascimentali e gotici, l’ultimo edificio ad angolo con la facciata dipinta ed un piccolo leone sullo spigolo è la casa dove abitò Kafka fra il 1889 ed il 1896. Sul lato nord della piazza c’è poi la chiesa di S. Nicola (Mikulás), in origine del 1200 e ricostruita nel 1700, appartenuta ai Benedettini slavi passò alla chiesa ortodossa russa ed ora a quella evangelica hussita.
Da piazza della Città Vecchia si prosegue su via Karlova, altro percorso pedonale verso il fiume, passando accanto al grande complesso del Klementinum, antico collegio del Gesuiti costituito da una decina di edifici, tre chiese e 10 cortili che oggi fanno parte dell’Università Carolina. Alla fine della Karlova si giunge all’imbocco del ponte Karlov sulla Moldava al cui inizio sorge la bella torre porta Mostecká di forme gotiche visibile anche dal fiume insieme alla cupola di S. Francesco dei Crociferi sulla sinistra ed alla torre del museo Smetana sulla destra. All’interno c’è una mostra permanente di strumenti musicali d’epoca su due piani, il terzo piano è il terrazzo da dove si gode una bella vista del ponte Karlov e della Moldava. Prima della torre, sulla destra è la statua di re Carlo IV di Boemia imperatore del Sacro Romano Impero costruita in ferro e collocata qui nel 1848 nel quinto centenario della fondazione dell’Università Carolina.
Seguendo il fiume verso nord si giunge al ponte di ferro Mánesov sulla ex piazza dell’Armata Rossa intitolata ora a Jan Palach, lo studente che si bruciò nel ‘69 per protesta. Sulla piazza si affaccia il Rudolfinum, costruito in stile rinascimentale alla fine del 1800 e dedicato a Rodolfo II d’Asburgo; ospitò il Parlamento negli anni 1945-46 ed è oggi Conservatorio e sala per concerti..
4.1.2 LA CITTÀ EBRAICA (ZIDOVSKÉ MESTO).
L’antico quartiere ebraico si trova a nord di Staré Mesto ed ha come asse la via Parizská (Parigi) creata nel 1893 durante la ristrutturazione dell’area cresciuta in modo disordinato che costituiva ancora il Ghetto ebraico. Gli Ebrei si erano insediati qui dal XII secolo e l’area era stata circondata da mura per tenerli segregati, solo nel 1850 la città ebraica fu integrata nell’amministrazione di Praga e nel quartiere rimasero gli ebrei più ortodossi e più poveri. Con l’occupazione nazista del 1939 iniziò l’opera di sterminio dei residenti e della popolazione ebraica ed alla fine della guerra, nel 1945, solo il 2,5% era sopravvissuto. Oggi gli antichi edifici rimasti sono monumenti e musei, solo un ricordo di una delle maggiori comunità ebraiche del continente.
L’edificio più antico è la sinagoga Staronová che significa “Vecchio-nuova” infatti, costruita nel 1200 in stile gotico era chiamata “Nuova” o “Grande” per distinguerla da quelle precedenti, poi, nel 1500, fu chiamata con l’attuale nome perché c’erano ormai altre sinagoghe. All’interno un’inferriata gotica circonda il pulpito posto al centro mentre sul fondo si trova il santuario della Torah. Vi si svolgono ancora funzioni religiose. Accanto alla Staronová è l’edificio del Municipio ebraico con la facciata rosa sovrastato da una torre con orologio¸ un secondo orologio sul tetto ha la numerazione ebraica e le lancette che girano in senso antiorario perché la scrittura ebraica è da destra verso sinistra.
Un altro edificio notevole è la sinagoga di Pinkas, una costruzione del 1535 rimaneggiata più volte, che dopo la seconda guerra mondiale è stata trasformata in Memorial per gli Ebrei boemi e moravi sterminati dai nazisti; vi sono 80000 nomi scritti sulle pareti ed al primo piano c’è l’esposizione dei disegni dei bambini internati a Terezín. Al vecchio cimitero ebraico, nello stesso isolato, si entra dal lato opposto; in uno spazio limitato, fra gli alberi, si ammassano migliaia di lapidi che il terreno sconnesso ha fatti inclinare l’una sull’altra. Non si sa quanti sono i sepolti perché nei secoli sono stati sovrapposti in ben 12 strati.
4.1.3 LA PARTE PICCOLA (MALÁ STRANA).
Attraversando il ponte di Karlov ci si trova sulla riva sinistra della Moldava nella “Parte piccola” (Malá Strana), un insieme di architetture residenziali e di parchi intorno alla collina del Hrad il cui aspetto deriva dal totale rifacimento subito dopo le distruzioni della guerra dei Trent’anni.
Il ponte Karlov, unico ponte sulla Moldava fino alla prima metà del XIX secolo, è come architettura ancora quello voluto dall’imperatore Carlo IV nel 1357. In stile gotico, fu costruito da Peter Parler, lo stesso architetto della cattedrale di S. Vito del Hrad, e sostituì un precedente ponte distrutto della piena del 1342. Il ponte, riservato al traffico pedonale, è diventato il simbolo della città. Poggia su 16 piloni ed era un ponte fortificato con torri di difesa e controllo alle estremità per esigere le gabelle; ai lati del ponte, su 15 piloni, sono state collocate delle statue in maggioranza all’inizio del 1700, la più antica è la statua di S. Giovanni Nepomuceno fusa in bronzo nel 1684, il più popolare dei santi boemi che, secondo la tradizione fu fatto gettare qui nel fiume dal re Venceslao IV nel 1383 per essersi rifiutato di tradire i segreti di confessione della regina.
Il ponte attraversa anche l’isoletta di Kampa addossata alla riva sinistra, una volta nota per i suoi mulini ad acqua ed oggi luogo tranquillo con piccoli alberghi e ristoranti, e finisce con una porta guardata da due torri. Proseguendo poi sulla Mostecká (la via del Ponte) si giunge alla chiesa di S. Nicola (Mikulás), una delle costruzioni più importanti del barocco di Praga, del 1700 con cupola e campanile ben visibili nel panorama della città. W. A. Mozart, che ha soggiornato a lungo a Praga, ha suonato l’organo della chiesa.
Sulla sinistra della chiesa si apre la via Karmelitska verso sud e poco distante si trova la chiesa della Vergine Maria della Vittoria (Panna Maria Vítezná) così chiamata dopo la vittoria della Montagna Bianca. All’interno, sulla destra, una cappella è dedicata al Banbin Gesù di Praga, una bambola oggetto di venerazione con un corredo ricchissimo di abiti doni da tutte le parti del mondo che sono raccolti nel piccolo museo annesso. Proseguendo sulla stessa strada si arriva alla stazione della funicolare che sale alla collina Petrín occupata ora da un parco pubblico. Sulla sommità, in occasione dell’Esposizione del 1891 fu costruita una torre in ferro di 60 m, imitazione in scala della torre Eiffel. Vicino è la chiesa barocca di S Lorenzo.
Da Malá Strana si sale al Castello dalla salita Nerudova dietro S. Nicola oppure girando intorno da est fino al lato nord, una gradinata sale anche sulla punta est del castello da via Wallenstein (Valdstejn). Su questo lato si trovano il palazzo ed i giardini del conte di Wallenstein, generale al servizio degli Asburgo, sconfitto a Lützen dagli Svedesi durante la guerra dei Trent’anni e successivamente assassinato forse perché aspirava alla corona di Boemia.
A nord-est del Castello un’altra collina si affaccia sulla riva sinistra della Moldava sull’asse del ponte Cechov: è quella di Letná occupata da un parco sulla cui sommità era collocata fino al 1962 una statua di Stalin alta 18 m. Ora vi si trova il Metronomo un grande indice che segna il tempo a indicare la vocazione musicale di Praga.
4.1.4 IL CASTELLO (HRADCANY).
La cittadella di Hradcrany è la parte più alta di Praga visibile da ogni parte della città con l’inconfondibile sagoma del castello e della cattedrale. La più bella vista del Castello si ha dalla riva destra della Moldava al mattino quando è illuminato dal sole. Il borgo comprende sul lato ovest importanti edifici civili e religiosi; sulla piazza Loretánské, la più occidentale, si trova il palazzo Czernin del 1600, Ministero degli esteri dal 1934; la facciata monumentale ha 30 colossali colonne su uno zoccolo bugnato. Sull’altro lato della piazza, a sinistra, si trova il santuario di Loreto del 1626, chiesa simbolo della Controriforma al cui interno è stata costruita una copia del santuario italiano; vi si trova anche un ricco tesoro religioso. Prendendo la via Loretánská verso il Castello in uno slargo si può notare un lampione a gas in ferro di stile Liberty, fuso della fine 1800, uno dei pochi originali rimasti.
Sulla grande piazza del Castello il palazzo più occidentale opposto all’ingresso del Hrad, è quello del granduca di Toscana (Toskánský) con la bella facciata simmetrica barocca, a destra è il palazzo Schwarzenberský rinascimentale del 1563, sede di un museo di Storia Militare, a sinistra il palazzo Arcivescovile ed accanto, nascosto da una fila di case gotiche e raggiungibile da un passaggio al n. 15, il palazzo Sternberský (Sternberg) sede della Národní galerie (Galleria Nazionale) dove si trova la maggiore raccolta di dipinti del paese.
Il Castello di Praga, oltre ad essere uno dei maggiori centri di attrazione turistica della città, è proprietà e sede del Presidente della Repubblica con oltre 700 stanze occupate dal governo, vi sono poi edifici di culto fra cui la cattedrale di S. Vito, musei, negozi ed è circondato da vasti giardini. Si entra nella prima corte, detta la Corte d’onore, attraverso una cancellata che congiunge le due ali avanzate della facciata, questa era la residenza dei re di Boemia e dal 1918 residenza presidenziale con le guardie di picchetto all’ingresso. Passando il porticato della facciata si arriva alla seconda corte dove dal IX al XIII secolo passava il fossato del primo castello; nel cortile c’è un antico pozzo ed una fontana barocca, gli edifici intorno sono occupati da gallerie con le collezioni di Rodolfo II e dagli ambienti della Presidenza. Si attraversa un altro porticato e si arriva alla terza corte, la più vasta, cuore del Castello con al centro la mole della cattedrale di S. Vito. Una prima chiesa sorse qui a forma di rotonda romanica nel 929 per volere del re Venceslao il Santo, poi fu costruita una basilica romanica a tre navate fra il 1060 ed il 1096, infine nel 1344 Carlo IV iniziò l’attuale edificio nello stile gotico francese. Sotto la direzione di Peter Parler fu costruito il coro e l’ingresso sul lato sud: la Porta d’oro. Dopo fu costruita la torre sud e subito i lavori furono interrotti dalle guerre hussite. Nel 1500 fu costruita la fondazione della torre nord che rimase incompiuta con l’incendio del 1541. Solo nel 1871 ripresero i lavori che finirono nel 1929 completando la parte anteriore con la facciata neogotica quella che si ammira appena entrati nella terza corte.
L’interno a tre navate, volte a crociera con nervature, è alto 33 m al transetto ed è illuminato da alte finestre a vetrate; all’inizio del coro, ai piedi dell’altare maggiore, c’è la tomba dell’imperatore Massimiliano d’Asburgo, quella del padre Ferdinando I e della madre Anna qui collocata nel 1589. Nel coro dietro l’altare vi è una serie di cappelle ma la più importante è sulla destra quella a S. Giovanni Nepomuceno ed ha di fronte un enorme sarcofago di argento di 3 tonnellate con le spoglie del santo esumate nel ‘700. Nella cripta sotto l’altare si trovano le spoglie di molti sovrani: Carlo IV, Giorgio di Podebrady e Rodolfo II. All’inizio del coro, sulla destra, è la Cappella di S. Venceslao costruita dal Parler nel 1362-67 sulla tomba del santo. Le pareti sono incastonate con più di 1300 pietre dure e nella cappella sono stati incoronati tutti i re Boemi e molti degli Asburgo. Una porticina da accesso alla stanza del tesoro dove sono conservati globo, scettro e corona di Carlo IV; la porta ha 7 chiavi affidati a 7 diversi personaggi importanti.
Tornati all’esterno si gira intorno alla chiesa sul lato destro dove si ammira l’imponente torre sud di 100 m di altezza. In basso sul transetto di destra è la Porta d’oro, l’antico ingresso alla cattedrale con tre archi ogivali e la parete con i resti di un mosaico di maestri veneziani del 1370; è il più antico di Praga e rappresenta il giudizio universale. Sul lato posteriore si ha la visione completa dell’abside della Cattedrale costruita al tempo di Carlo IV.
Sul lato destro della terza corte c’è l’antico Palazzo reale, residenza dei sovrani boemi lasciata nel 1500 dagli Asburgo che occuparono le nuove ali del palazzo. Dopo un atrio si entra nella grandiosa Vladislavský sál (Sala di Vladislao) 62 x 16 m, alta 13 m nello stile tardogotico (1493) con le complesse nervature della volta ma con grandi finestre rinascimentali. La sala fu usata al tempo di Rodolfo II per balli, feste e tornei e c’era un ingresso praticabile dai cavalli; oggi è usata in occasione dell’elezione del Presidente. Sulla destra della sala di Vladislao si passa alla famosa stanza della “defenestrazione di Praga” con la finestra da cui furono precipitati i governatori imperiali il 23 maggio 1618, avvenimento che fu la causa scatenante della guerra dei Trent’anni. Da un terrazzo si ha il panorama della città con il ponte Mánesov sulla Moldava e le torri della chiesa di Tyn.
Tornati sulla terza corte, dietro la cattedrale di S. Vito c’è la basilica benedettina di S. Giorgio con la facciata tardo seicentesca ma l’interno romanico del X secolo senza transetto e con i matronei; è la più vecchia costruzione del castello di Praga perché la prima chiesa fu costruita nel 920. La chiesa è oggi sconsacrata ed usata per concerti. Alle spalle di S. Giorgio si apre il Vicolo d’oro (Zláta ulicka), stradina di un vecchio quartiere popolare all’estremità est del castello, nel 1500 abitazione di soldati e di artigiani. Vi si affacciano miniappartamenti del 1600 e 1700 ormai più volte restaurati ed oggi trasformati in negozietti turistici. Al n. 22 c’è il locale dove abitò per 5 mesi Franz Kafka nel 1916-17. Il vicolo è cieco ma da una stradina laterale all’estremità si può uscire dal castello con una scalinata che finisce su via Valdstejn.
Lungo la cinta nord del castello, oltre il fossato e per tutta la sua lunghezza, ci sono i giardini reali; vi si può accedere uscendo dalla seconda corte sul lato nord ed attraversando il ponte detto “delle polveri”. All’inizio si ha una vista completa del fianco nord di S. Vito; i giardini sono ricchi di piante esotiche e furono impiantati nel 1534 dal re Ferdinando I, poco dopo fu costruita la palazzina del Belvedere che si trova all’estremità est.
Dal Belvedere si ha anche la vista della punta est del Castello con la torre rotonda di Dalibor sulla cinta delle mura e la torre Nera quadrata più in alto.
4.1.5 LA CITTÀ NUOVA (NOVÉ MESTO).
La Nové Mesto o città Nuova ha pure un’origine antica. Fu fondata dall’imperatore Carlo IV nel 1348 facendo circondare da mura la vasta fascia di terreno a sud della Staré Mesto fra la Moldava e l’asse stradale ora formato dalla Wilsonova, Mezzibranská e Sokolská fino al Vysehrad. Qui si sistemò l’eccesso di popolazione ed ebbero posto i mercati dei cavalli, dei bovini e del fieno.
A sud del ponte Karlov, sulla Moldava, il punto di inizio di Nové Mesto è contrassegnato dal Teatro Nazionale (Národní divadlo) costruito nel 1868-81 in forme neorinascimentali con una sottoscrizione popolare; è il maggiore teatro di Praga per prosa, opere liriche e balletti.
La via Národní che parte dal Teatro conduce ad est all’inizio di piazza Venceslao ove si trovava il Mustek, il piccolo ponte che attraversava il fossato. Mustek è ora il nome di un nodo della Metropolitana (due delle tre linee) all’inizio nord della piazza. Piazza Venceslao, destinata alle origini al mercato dei cavalli e trasformata nella seconda metà del 1800, ha oggi più l’aspetto di un boulevard parigino, 750 x 60 m, orientata a sud-est e come sfondo il palazzo del Museo Nazionale (Národní muzeum) costruito nel 1885-90 per raccogliere le collezioni nazionali di preistoria e storia e le raccolte di scienze naturali. Davanti al palazzo è la statua di S. Venceslao, patrono della Boemia. La piazza dal 1800 è diventata il centro dello spirito nazionale ceco e delle manifestazioni popolari. A ricordo della storia più recente, un’aiuola con una croce ed una lapide è la tomba di Jan Palach, lo studente bruciatosi nel 1969 per protestare contro l’occupazione sovietica. Sulla lapide la scritta “OBETEM COMUNISMU” (in memoria delle vittime del comunismo) ripetuta in inglese e tedesco.
Da piazza Venceslao, prendendo la via Vodickova, si arriva alla zona centrale della Nové Mesto, piazza Karlov (Karlovo námestí), l’antico mercato del bestiame, zona verde dalla metà del 1800. Sul lato corto nord si trova il Municipio della Città Nuova (Novomestská radnice) con la sua alta torre, restaurato approssimativamente nelle forme gotiche originarie del 1377. Oggi è usato per funzioni di rappresentanza.
Vicino a piazza Karlov, prendendo la via Kremencova, si trova la birreria U Fleku, antica di 500 anni perché nata nel 1499 come indica la targa sulla facciata. L’interno anche se più volte restaurato mantiene il suo aspetto rinascimentale.
Fuori dalla Nové Mesto, ad est della stazione ferroviaria e vicino alla stazione della metropolitana Jiriho Z. Podebrad, linea A, si trova la grande torre della televisione dal cui osservatorio si può avere un completo panorama di Praga specie nelle giornate limpide. La torre, costruita fra il 1985 ed il 1992, è costituita da tre tubi alti 130 m e con un diametro di 4,8 m, il tubo principale porta al suo interno due ascensori veloci e prosegue con il sistema di antenne TV e radio fino ad un’altezza di 216 m, gli altri due tubi portano un ascensore di servizio e una scala di emergenza antincendio. All’8° piano, a quota 93 m, si trova l’Osservatorio panoramico.
4.1.6 LA ROCCA VYSEHRAD.
Come il Hrad anche il Vysehrad fu costruito nel X secolo per il controllo del fiume ma presto i re boemi preferirono il primo e solo intorno a quest’ultimo si sviluppò l’abitato. Il Vysehrad fu inglobato da Carlo IV nella Praga medievale costruendo la cinta muraria della Nové Mesto ma rimase sempre periferico. All’interno ed intorno si sviluppò un borgo e rimase praticamente svincolato dal resto della città. Dalla metà del 1600 riprese la sua funzione di fortezza e fino al 1911 rimase nelle mani dell’amministrazione militare. Nella seconda metà del 1800 subì una completa ricostruzione, fu costruita la chiesa neogotica di S. Pietro e Paolo, sui resti di una chiesa di Carlo IV, ed il cimitero parrocchiale divenne cimitero delle glorie nazionali. Vi riposano ora le spoglie di circa 600 personalità della cultura ceca fra cui i musicisti Smetana (1824-1884) e Dvorák (1841-1904) e lo scrittore Jan Neruda. Del 1911 il Vysehrad è sotto l’amministrazione della città di Praga.
Il castello, che occupa un rilievo naturale, ha una forma irregolare, un lato si affaccia sulla Moldava, gli altri tre verso l’interno sono rinforzati da bastioni pentagonali. Vi sono due ingressi principali, il primo a sud-est passa attraverso le porte Tabor e Leopoldo lungo un percorso difeso da bastioni. A questo ingresso si può accedere arrivando con la metropolitana dalla stazione Vysehrad della linea C, la stazione si trova al livello del viadotto Nuselsky che attraversa la valle ed è praticamente alla quota della collina di Vysehrad e da qui si ha un altro panorama di Praga. Il secondo ingresso si trova sul lato nord attraverso una porta monumentale al culmine di una strada in salita, la Vratislavova, che viene dalla riva della Moldava.
Il Vysehrad è oggi sistemato a parco e si può fare il giro dei bastioni godendo del panorama della città. Il migliore panorama del fiume, con gli ultimi ponti ed il Hrad sullo sfondo, si ha da uno sperone di roccia che si protende sul fiume detto delle Terme di Libuse, una principessa vissuta nel secolo VIII alla quale una leggenda fa risalire il nome della città da “prah”, una soglia costruita come inizio. Al centro della rocca un viale conduce alla chiesa di S. Pietro e Paolo con le sue guglie gotiche ed al cimitero monumentale.
4.2 ALTRA CITTÀ E CASTELLI DI BOEMIA.
4.2.1 PODEBRADY.
Prendendo l’autostrada per l’est verso la Polonia si esce per la città di Podebrady dopo circa 40 km, si attraversa un ponte sull’Elba e si entra nell’abitato. Podebrady ha circa 14000 abitanti ed è nota soprattutto per essere la città di Giorgio Podebrady che fu eletto re di Boemia nel 1458 dopo l’estinzione della dinastia dei Lussemburgo in un periodo di lotte religiose (le guerre hussite) e di scontri politici con il papato. Sulla piazza della cittadina si trova il monumento equestre di Podebrady in bronzo e vicino al fiume Elba il castello dei Podebrady, in origine gotico del 1200, attualmente nella ricostruzione rinascimentale-barocca. Oltre a queste memorie storiche la città ha 13 sorgenti termali ed è un noto centro terapeutico contro le malattie cardiovascolari, ha un vasto parco e, fra le attività industriali, primeggia l’industria dei cristalli. La fabbrica di cristalli Bohemia è stata fondata nel 1876 e produce cristalli al piombo utilizzando una sabbia molto pura di una cava vicina; ha 6 forni continui ed una produzione di vetri soffiati e stampati che esporta per l’80% in 56 paesi; molto pregiati sono anche gli oggetti di cristallo molati a mano.
4.2.2 KUTNA HORA.
Kutna Hora, a 65 km a SE di Praga, significa “Montagna delle Miniere” per le miniere d’argento del suo sottosuolo sfruttate dal XIII al XVI secolo che ne fecero la città più ricca ed importante del paese, zecca dei regnanti di Boemia che vi ebbero anche una loro residenza. La sua importanza economica decadde quando in Europa arrivò l’argento del Nuovo Mondo a costi inferiori, le miniere vennero chiuse nel 1530 e la zecca a metà del 1700. Nel suo periodo d’oro Kutna Hora divenne una città d’arte ed oggi è la città della Boemia più visitata dopo Praga. Il centro della città è la chiesa di S. Giacomo (1340-1420) con la sua torre alta 82 m. Vicina è la Corte Italiana (Vlasský dvor), l’edificio dove abitavano dai primi del 1300 i battitori di monete della zecca e che divenne successivamente, nel 1400, anche residenza temporanea dei re di Boemia. Il nome Vlasský indicava l’origine italiana degli specialisti della zecca e poi dei toscani per la stesura delle leggi. Il palazzo dei reali, con ampio cortile, è oggi museo e contiene una collezione di monete fra cui talleri di argento dal 1543 al 1727 ed attrezzature di conio. Si entra nella sala dei Priori dove, alla morte di Giorgio Podebray nel 1471, fu eletto re di Boemia Vladislao Jagellone, poi si passa nella cappella privata di Venceslao IV consacrata ai santi Venceslao e Vladislao, patroni delle nazioni Ceca e Ungherese. Dopo il museo è interessante girare per le antiche stradine dove si trovavano alcune delle miniere che si aprivano nelle cantine delle case dei proprietari. A sud-est di S. Giacomo una strada passa davanti alla lunga facciata del Collegio dei Gesuiti (1667-1670) divenuto caserma con la soppressione dell’ordine nel 1773; sul lato opposto della strada, lungo il parapetto che si affaccia sulla vallata del fiume Vrchlice, c’è una fila di 13 statue barocche. Alla fine della strada c’è la chiesa di S. Barbara, gotico rinascimentale finita nel 1530 ma commissionata dalla corporazione dei minatori nel 1388 e dedicata alla santa protettrice della morte improvvisa; la costruzione, interrotta dalla guerre hussite, andò avanti lentamente e oggi non si sa quale fosse il progetto originale, l’interno fu anche rimaneggiato nel 1600 e nel tardo ‘800. L’esterno ha una copertura a tenda a tre vertici ed una struttura tardo gotica, l’interno è caratterizzato da volte reticolate ed ha ancora tre cappelle originali (1400) nell’abside, le altre sono barocche; c’è un pulpito di pietra rinascimentale e, accanto ad una colonna a destra, la statua del minatore. Le vetrate sono del 1900 in stile liberty e raccontano le storie della città.
4.2.3 KONOPISTE.
Konopiste, a circa 50 km a sud di Praga e nota per il castello di caccia (zamek) dell’arciduca Francesco Ferdinando d’Este, nipote di Francesco Giuseppe ed erede degli Asburgo, la cui uccisione a Serajevo nel 1914 innescò la prima guerra mondiale. Il castello con il suo poderoso Maschio cilindrico e con un vasto parco annesso, era in origine un “hrad” della fine del 1200, ricostruito in epoca rinascimentale e barocca ed in ultimo negli anni 1889-1894 per volere di Francesco Ferdinando. Dal 1921 è proprietà dello stato e trasformato in museo per la raccolta di mobili, quadri, arazzi, porcellane, armi e trofei di caccia dell’arciduca. Francesco Ferdinando fu un accanito collezionista e cacciatore; la collezione di armi qui raccolta comprende più di 5000 pezzi, ci sono poi circa 3300 trofei di animali uccisi ma nella sua vita di cacciatore si dice che abbia ucciso più di 300000 animali in tutte le parti del mondo, comprese le tigri indiane. Si visita anche l’ala di rappresentanza del palazzo e le stanze private della moglie Sofia, una contessa boema che Francesco sposò in modo morganatico e da cui ebbe una figlia e due maschi che non potevano portare il nome degli Asburgo. Sofia fu uccisa con lui nell’attentato di Serajevo ed i due maschi sono morti a Dachau. In una stanza si trova il ritratto di Sofia ed un tavolo di cristallo di Venezia, in un’altra stanza con una colonna centrale e la volta decorata con stucchi in stile eclettico, c’è un orologio olandese che indica la posizione del sole della luna e lo stato delle maree. Nella grande sala da pranzo la volta è affrescata con le raffigurazioni del Mattino a est, del Mezzogiorno a sud, della Sera ad ovest e di Mezzanotte a nord; vi sono 2 arazzi francesi, un lampadario di cristallo di Boemia pesante 300 kg ed un servizio da pranzo di Meissen. Fra le stanze di rappresentanza ci sono quelle di Tirpitz, che fu ospite del castello, dove si trova una stufa di maiolica polacca ed un servizio da toletta con lavabo ed accessori, e la stanza di Guglielmo II. Francesco Ferdinando fece installare nel castello anche la corrente elettrica, l’acqua calda e fredda ed il riscaldamento a termosifoni.
Il parco che circonda il castello copre un’estensione di 225 ettari, con giardino all’inglese decorato da statue italiane del 1700, ed ha un lago artificiale. Vicino al castello c’è una gabbia con un orso e vengono mostrati alcuni uccelli da preda fra cui un falcone ed un barbagianni.
4.2.4 KARLSTEJN.
A circa 35 km a sud-ovest da Praga si trova Karlstejn (pietra di Carlo) che prende il nome dal bastione roccioso su cui sorge il più famoso castello boemo costruito negli anni 1348-1357 per volere di Carlo IV. Qui furono conservati i gioielli ed i documenti imperiali dopo la sua elezione a imperatore del Sacro romano impero nel 1355. Il castello di Karlstejn subì numerosi assedi durante le guerre hussite nel 1400 e resistette 5 mesi agli svedesi durante la guerra dei trent’anni (1618-1648). Dopo questa guerra fu abbandonato e decadde. Un completo restauro si ebbe alla fine del 1800; con la fondazione del nuovo stato cecoslovacco passò allo stato (1919).
Si sale sulla collina attraversando il borgo e si entra da nord da una porta fortificata in una vasta corte ai piedi del castello; una seconda porta conduce alla corte del burgravi con la zona fortificata ed abitativa dei servizi posta in uno sperone più basso con all’estremità una torre cilindrica detta la torre del pozzo per la presenza di una cisterna profonda 90 m. Dalla corte dei burgravi si passa alla terza corte più piccola passando un portone; qui si trova il palazzo imperiale che ha tre piani; il primo ospitava i cavalieri che erano in numero di 40. La sala dei cavalieri ha armadi in legno del XVI secolo per le vesti e le armi e pareti rivestite di legno per l’isolamento termico, ma solo una piccola parte è originale. Il secondo piano è quello dell’imperatore; all’estremità, chiusa da una torre rotonda, è la cappella di S. Nicola i cui dipinti sono andati perduti, poi c’è la camera da letto dell’imperatore e quindi la sala di rappresentanza con l’albero genealogico dei Lussemburgo dipinto sulle pareti, infine la sala delle udienze o degli antenati per i ritratti prima dipinti ed ora sostituiti da quadri. Il terzo piano, prima occupato dall’imperatrice e dalle sue dame, è stato distrutto nella guerra dei trent’anni. Dal secondo piano si passa, attraverso un ponte, alla torre Mariana, la più piccola delle due torri di difesa. Questa era la torre del tesoro dove si trovavano i gioielli imperiali, ora a Vienna, e quelli boemi, ora nella cattedrale di S. Vito a Praga. Nella stanza del tesoro è rimasto parte del tesoro religioso in una vetrina, pianete del XV e XVI secolo, ed una copia della corona di Carlo IV, realizzata nel 1356, pesante 4 kg, in oro 24 carati con 96 pietre, smeraldi, zaffiri e rubini, fra cui il secondo più grande rubino del mondo.
La torre principale sul lato nord, alta 60 m, è collegata alla torre Mariana da un passaggio coperto e vi si trova, al secondo piano, la cappella della S. Croce, l’ambiente più prezioso del castello, ma non è attualmente visitabile.
4.2.5 KARLOVY VARY.
In una bellissima vallata ricca di foreste, a circa 120 km a ovest di Praga, si trova la città di Karlovy Vary nota a livello internazionale con il nome di Karlsbad o Terme di Carlo perché fu Carlo IV, nel 1358, a scoprirvi, durante una partita di caccia, la prima sorgente termale. Dal 1762 e poi soprattutto nel periodo della Belle Époque, a cavallo fra il 1800 ed il 1900, Karlvy Vary divenne uno dei centri più importanti di villeggiatura termale in Europa frequentato dai più bei nomi dell’aristocrazia e della politica ed ancora oggi mantiene la sua fama con una clientela internazionale. La città si sviluppa sul fondo della vallata lungo il fiume Tepla su cui si scaricano alla fine le acque delle numerose sorgenti. All’interno della città il traffico è vietato o fortemente limitato, i pullman dei turisti si fermano in un parcheggio esterno alla città ed i visitatori vengono accompagnati in centro da apposite navette. Il primo grande edificio che si incontra è il Grand Hotel Pupp, sorto nel 1701, albergo simbolo della città il cui nome fu cambiato in Moskva dopo il 1945 durante il regime comunista. In città vi sono 80 sorgenti di acque calde fortemente minerali e 16 sono pubbliche con fontanelle distribuite lungo il centro cittadino dove si succedono edifici porticati detti “Kolonáda” sorti a questo scopo. La sorgente principale, la più antica e la più calda, si trova all’interno di un edificio, il Vrídelní kolonáda, costruito nel 1975 a cavallo del fiume Tepla. In un’aula si solleva uno zampillo (Vrídlo) fino ad un’altezza di 12 m e ad una temperatura di 73 °C. Le acque si scaricano poi nel fiume Tepla dove si possono osservare le nubi di vapore che si sollevano. Più avanti c’è il portico in legno dell’antico mercato, ai piedi di una roccia dove sorgeva l’antico castello del 1300. Il portico più famoso è, lungo il fiume, il Mlýnská kolonáda, o colonnato del Mulino, in stile neoclassico corinzio del 1872-81, fu il luogo più animato al tempo della Belle Époque.
Karlvy Vary è anche nota per la sua fabbrica di cristalli e porcellane, la Moser, fondata da Ludwig Moser nel 1850-57 specializzata nei vetri soffiati e con una produzione di ceramiche e maioliche che sfrutta le cave di caolino vicine alla città; ci sono anche diverse fabbriche di birra che sfruttano le vaste coltivazioni di luppolo dei dintorni.
Fonte: http://www.travelphotoblog.org/ArchivioPersonale/Eurotour.doc
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