Secolo IV anni 301 - 400 storia in sintesi

 

Secolo IV anni 301 - 400 storia in sintesi

 

 

 

Il quarto secolo

409

Dopo la sconfitta degli Ateniesi davanti a Siracusa, i Cartaginesi intervengono nuovamente in Sicilia e distruggono Selinunte e Imera

405

Dionisio (il Vecchio) diviene tiranno di Siracusa e ferma i Cartaginesi, che avevano conquistato Agrigento

403

Fuoriusciti ateniesi, condotti da Trasibulo, rovescia­no la tirannide dei Trenta; restaurazione in Atene della democrazia e amnistia

401

Spedizione di Ciro il Giovane contro il fratello Artaserse II, re dei Persiani; Ciro muore nella bat­taglia di Cunassa; ritirata dei Diecimila (i merce­nari greci guidati da Senofonte) attraverso l’Ar­menia fino al Mar Nero.

400 395

Guerra in Asia Minore tra Persia e Sparta: successi del re Agesilao (396 395).

399

Socrate condannato a bere la cicuta

398-395

Guerra vittoriosa di Dionisio il Vecchio contro i Cartaginesi

395-386

Guerra di Corinto. La Persia si allea con Tebe, Corinto, Argo ed Atene, che si ribellano a Sparta. Il re spartano Agesilao, richiamato dall’Asia, vince gli alleati a Coronea (in Beozia); Conone, al coman­do della flotta persiana, annienta quella spartana a Cnido; ricostruzione delle Lunghe mura. Gli Ateniesi riacquistano l’al­leanza di molte città già suddite; ma subiscono vari insuccessi per terra. La Persia si allea di nuovo con Sparta e si giunge alla Pace del Re o di Antalcida (κοινὴ ερήνη). Apogeo della dominazione spartana sulla Grecia

393 387

Dionisio il Vecchio distrugge Reggio; invia flotte e coloni nell’Adriatico e nel Tirreno.

382

Gli Spartani, con un colpo di mano si impadroniscono della Cadmea, la rocca di Tebe.

379

Congiurati tebani rifugiati ad Atene, condotti da Pelopida, sorprendono la guarnigione spartana di Tebe e liberano la città. Atene si allea ai Tebani

377

Costituzione della seconda lega navale ateniese, voluta da Timoteo, forse su suggerimento di Isocrate

376 375

Vittorie navali ateniesi sugli Spartani a Nasso e a Alizia (375).

371

Atene, a conclusione di operazioni vittoriose in Cor­cira, Acarnania, ecc., offre pace a Sparta: i Tebani, che rivendicano i loro diritti sulla Beozia, rimango­no esclusi dalla pace.

371-362

Egemonia tebana Epaminonda vince gli Spar­tani a Leuttra (371), adottando la tattica dell’ordine obliquo. Questa prima sconfitta della fanteria spartana in campo aperto è il primo segno del tramonto dì Sparta. Nell’autunno del 370 Epaminonda invade il Peloponneso: fondazione di uno stato messenico indipendente, con capitale Messene (369); fondazione per sineci­smo di Megalopoli, capitale dell’Arcadia (367). Alleanza tra Atene e Sparta; Epaminonda invade ancora due volte il Peloponneso; i Tebani stipu­lano un accordo col re di Persia, che riconosce la loro egemonia in Grecia. Epaminonda fa costruire una flotta tebana di 100 triremi, la quale operando nell’Egeo provoca il distacco di vari alleati da Atene. Pelopida sconfigge a Cinoscefale Alessandro di Fere, ma muore in battaglia (364). Nel 362 Epaminonda invade per la quarta volta il Peloponneso: a Mantinea sconfigge Spartani e Ateniesi coi loro alleati, ma muore in battaglia (luglio). Sul campo si stipula una nuova κοινὴ ερήνη, cui Sparta non aderisce.

367

Muore Dionisio il Vecchio di Siracusa; gli succede il figlio Dionisio II, il Giovane.

359

Salita di Filippo II al trono di Macedonia come tutore del nipote Aminta (solo alcuni anni più tardi viene riconosciuto re).

358

Vittorie macedoni sui Peoni e sugli Illiri.

357 355

Gli Ateniesi, consolidate le posizioni in Tracia, fanno entrare l’Eubea nella loro lega. Filippo prende Anfipoli, che si rivolge invano ad Atene; quindi prende Pidna e Potidea, ceduta poi ad Olinto in segno di amicizia.

Chio, Bisanzio, Rodi e Cos, aiutati da Mausolo di Caria, si ribellano ad Atene (guerra sociale): Atene nel 355 riconosce l’indipendenza dei ribelli. Il potere passa al banchiere Eubulo, che propugna una politica isolazionistica (sostenuto da Isocrate, Senofonte, Demostene).

356-346

III Guerra sacra. I Tebani, desiderosi di sottomettere la Focide ostile, col pretesto di un sacrilegio compiuto dai Focesi, li fanno condannare ad una multa enorme dal consiglio degli Anfizioni; i Focesi rifiutano il pagamento e insorgono, guidati da Filomelo,occupando Delfi (356). Gli Anfizioni dichiarano la terza guerra sacra (355): i Focesi sono appoggiati da Atene e Sparta, e combattuti da Tebani, Locresi e Tessali.

355 353

Filippo occupa città in Tracia (Abdera, Maronea, Metone)

354

Filomelo, grazie a un esercito mercenario pagato col denaro del tesoro delfico, vince Locresi e Tes­sali, ma è sconfitto ed ucciso dai Tebani. Filippo, invitato dal Tessali, si intromette in Tessaglia, com­battendo il tiranno Licofrone di Fere

353

I Focesi, condotti da Onomarco, invadono vittoriosamente la Locride, la Doride e la Beozia occidentale; scacciano Filippo dalla Tessaglia.

352

Filippo annienta l’esercito focese sulla costa del gol­ fo di Pagase; tenta di passare le Termopili, ma gli Ateniesi sbarrano il passaggio, ed egli si ritira senza combattere.

352-351

Filippo minaccia il Chersoneso tracico: prima Filippica di Demostene (351).

349

Filippo assedia Olinto; gli Ateniesi, invano incitati da Demostene con le tre Olintiache, inviano scarsi e tardivi aiuti; Olinto nel 348 cade ed è rasa al suolo

346

Un’ambasceria ateniese, di cui fanno parte Demostene, Eschine e Filocrate, dopo vari incontri, stipula con Filippo la pace cosiddetta di Filo­crate; Filippo trascina in lungo le trattative e sot­tomette la Tracia. Conclusa la pace con esclusione dei Focesi, egli passa le Termopili e li soggioga; le loro città sono smantellate per ordine degli Anfi­zioni istigati da Filippo, ammesso nel consiglio anfi­zionico. Demostene esorta gli Ateniesi alla pace e a prepararsi alla lotta futura.

344 37

Dopo varie lotte Timoleonte, inviato da Corinto per pacificare Siracusa, detronizza Dionisio il Giovane(343); sconfigge i Cartaginesi al Crimiso (339), quindi, pacificata la Sicilia, nel 337 depone il potere.

340

Filippo attacca Bisanzio e Perinto: soccorsi ateniesi lo costringono a ritirarsi. Demostene promuove la prima «lega delle leghe», cui aderiscono l’Eubea, Corinto, Ambracia, Corcira e la lega acarnana, rico­nosciuta da Atene indipendente.

339-338

IV Guerra sacra. Gli Anfizioni, asserviti a Filippo e in assenza dei Tebani e degli Ateniesi, dichiarano guerra ai Locre­si, colpevoli d’aver violato una disposizione anfizionica, e danno l’egemonia della guerra a Filippo. I Tebani sbarrano le Termopili, ma Filippo le aggira e penetra nella Focide. Demostene assicura l’alleanza fra Tebe ed Atene. Filippo sconfigge a Cheronea, in Beozia, i Greci (agosto settembre 338); impone loro paci separate; scio­glie la lega ateniese e beotica; pone un presidio in Tebe; invade il Peloponneso e sottrae parte del territorio a Sparta, cedendolo agli Argivi, agli Ar­cadi e ai Messeni.

337

Su invito di Filippo, le città greche, ad esclusione di Sparta, inviano delegati a Corinto; vi si fonda la lega di Corinto e vi si stipula una nuova κοινὴ ερήνη: in caso di guerra, l’egemonia spetta al re macedone, alleato della lega

336

Filippo è assassinato in una congiura. Alessandro, ventenne figlio di Filippo, si presenta in Grecia, prevenendo una insurrezione dei Greci.

335

Mentre Alessandro sottomette i barbari del setten­trione (spedizione al Danubio; vittorie sui Peoni e sugli Illiri), Τebe insorge; Alessandro sopraggiun­ge a marce forzate e, nell’autunno, prende e distrugge la città. La assemblea di Corinto gli conferisce l’egemonia per la guerra contro la Persia.

334

Passaggio di Alessandro in Asia; sconfigge l’esercito dei satrapi d’Asia Minore al Granìco (primave­ra); prende Sardi, Mileto e Alicarnasso; giunge – attraverso la Licia, la Panfilia e la Pisidia – a Gordio.

333

Vittoria di Alessandro su Dario ad Isso, alle cosiddette Porte della Cilicia (autunno).

332-331

Sottomissione della Fenicia (Tiro sostiene un asse­dio di 7 mesi). Alessandro rifiuta di trattare con Dario, che gli offre l’Asia Minore fino allo Halys: prende Gaza e penetra in Egitto, trattenendosi fino alla primavera del 331: vi fonda Alessandria e visi­ta il santuario di Giove Ammone nell’oasi di Siva; l’oracolo lo saluta figlio di Ammone.

331

Alessandro entra in Mesopotamia e sconfigge un grande esercito di Dario a Gaugaméla (autunno); prende Babilonia, Susa e Persepoli, dove fa incen­diare il palazzo reale. Tentativo di insurrezione del re spartano Agide III, soffocato prontamente dal generale di Alessandro Antipatro.

330

Alessandro raggiunge Ecbatana; Dario, mentre fug­ge verso la Partia, è ucciso dal satrapo della Bat­triana Besso, che si proclama re. Alessandro tributa grandi onori al cadavere del re; congeda gli alleati greci: congiura di Fílota, generale di Alessandro, e sua condanna a morte; Alessandro fa uccidere anche Parmenione, padre di Filota.

329 28

Penetrato della Battriana e nella Sogdiana, Ales­sandro fa prigioniero e mette a morte come regicida Besso; varca lo Iassarte contro gli Sciti; fonda varie colonie militari. Uccide durante un’orgia l’intimo amico Clito.

327 26

Alessandro sposa Roxane; reprime la congiura dei paggi e sopprime la storico ufficiale della spedizione Callistene, il quale, d’accordo cogli ufficiali mace­doni, rifiutava ad Alessandro la προσκύνησις. Ales­sandro inizia la marcia verso l’alto Indo, lo varca, vince e sottomette il re Poro, oltre l’Idaspe (estate 326) e raggiunge l’Ifasi. Ma le truppe rifiutano di varcarlo e di entrare in India. L’esercito viene im­barcato sul fiume e scende lungo di esso e lungo l’Indo sino all’inizio del delta.

325 24

La flotta, al comando del cretese Nearco raggiunge il Golfo Persico. Alessandro rientra in Susa attra­verso i deserti della Gedrosia. Durante le grandi feste celebrate in Susa (primavera 324), Alessandro in seconde nozze sposa Statira, figlia di Dario, diecimila veterani e ottanta ufficiali macedoni spo­sano donne persiane. Alessandro invia da Susa (324) ai rappresentanti delle città greche convenuti in Olimpia l’ordine che lo si veneri quale dio e che ogni città faccia rientrare i propri cittadini esuli.

323

In mezzo a preparativi per nuove imprese di guerra Alessandro muore a Babilonia (giugno).

323 322

Guerra lamiaca: Atene, guidata da Iperide e Demostene, crea una lega antimacedone sotto il comando di Leostene e batte Antipatro, che si rifugia nella fortezza di Lamia. Leostene, però, muore in battaglia, e l’anno successivo gli Ateniesi sono disfatti a Crannon. Demostene si suicida, Iperide è torturato a morte. Muore Aristotele.



La sconfitta nella guerra del Peloponneso (404), l’esperienza dei Trenta Tiranni, la vittoriosa restaurazione democratica (403) sembrano unire gli Ateniesi in uno sforzo di ripresa cittadina. Nel giro di pochi anni Atene riesce ad avere di nuovo un peso politico, una flotta, le Lunghe Mura che gli Spartani avevano fatto abbattere; il commercio riprende respiro: il Pireo è ancora il grande mercato al centro della Grecia: si aprono le prime banche. Ma la rinascita, pur notevole, perde presto il suo slancio. Con la guerra Atene ha perduto molti mercati, paesi che prima erano legati alla sua agricoltura e al suo artigianato sono diventati autonomi o si sono rivolti altrove: l’Occidente è entrato nell’area monetaria siracusana, le esportazioni in Tracia e in Asia Minore non hanno più il ritmo di una volta: c’è meno richiesta sui mercati esteri di olio, di vino, di manufatti ateniesi: l’artigianato entra in crisi, l’agricoltura decade; cresce il bisogno di cereali che l’Attica non produce a sufficienza. La bilancia commerciale è gravata dalle importazioni, i prezzi salgono: commercianti di grano e banchieri si arricchiscono. Di contro a una minoranza benestante si forma una larga massa che vive nell’indigenza. Si amplia il contrasto ricchi - poveri: il δῆμος cerca di garantirsi l’assistenza pubblica e gli stipendi delle cariche civiche (μισθοί), inasprendo le tasse e condannando alla confisca dei beni i ricchi accusati da delatori di professione (συκοφάνται); i ricchi cercano in tutti i modi di evitare elargizioni e prestazioni gratuite (λειτουργίαι: p. es. armare una trireme, sovvenzionare il coro negli spettacoli pubblici, organizzare una festa per la città), che prima ricercavano come occasioni di gloria. Si afferma il contrasto città - campagna: i contadini rovinati dalla guerra non partecipano più alla vita politica, oppure sono costretti a vendere i campi ai latifondisti (che possono permettersi di ripiantare viti e olivi e di attendere che entrino in produzione): si trasformano così in braccianti, oppure si inurbano, formando una massa di disperati.

La situazione economica finisce così per incidere sul declino dello spirito civico. L’individualismo che era cominciato ad apparire in Atene sotto l’insistenza della guerra del Peloponneso e a causa dell’insegnamento che veniva da certe correnti della sofistica, dopo la breve riscossa degli Ateniesi contro la tirannide dei Trenta, ricompare adesso in forme nuove: la partecipazione ai lavori dell’assemblea diventa scarsa. Viene istituito un gettone di presenza (su proposta di Agirrio, nel 401), ma ne sono sollecitati solo i più poveri che traggono di che vivere recandosi ad applaudire o a contrastare gli oratori che discutono le questioni di Atene; tutti rifuggono dal prestare il servizio militare e all’esercito cittadino si sostituisce quello mercenario.

La costituzione rimane inalterata, formalmente il regime è un’autentica democrazia, ma la vita che si svolge nei quadri dello Stato è largamente autonoma rispetto alle sue istituzioni: l’individuo si è disancorato dalla sua città. Ma la crisi non investe solo Atene, è un male dell’epoca. Argo è travagliata da discordie civili, Sparta rinnega di fatto la sua costituzione, Tebe vede affermarsi una figura come Epaminonda che fa dello Stato l’interprete della sua volontà, Siracusa cade sotto la tirannide dei due Dionisii. La πόλις si avvia al tramonto.

 

Fonte: http://www.siena-art.com/liceo/documenti/GreciaIVsec.doc

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