Secolo XII anni 1101 - 1200 storia in sintesi

 

Secolo XII anni 1101 - 1200 storia in sintesi

 

 

 

Il movimento religioso del XII secolo e prima crisi del modello “invasivo”

Nel XII secolo maturò, dopo la riforma dell’ordo della Chiesa gerarchica promossa da Gregorio VII e quella degli ordini monastici proveniente da Cluny, un nuovo modo di pensare che vedeva adempiuta e realizzata l’essenza del Cristianesimo, non più nella Chiesa, intesa come dogma e tradizione, ma che cercava la realizzazione dell’esperienza cristiana in una forma di “vita religiosa”.

Ciò significava, soprattutto:

  • lasciare i beni terreni seguendo Cristo;

  • operare per l’Evangelo come gli apostoli.

Entrambe le esigenze, cioè quella della povertà cristiana ed evangelica e quella di una vita e azione apostoliche, diventarono il punto focale di una nuova concezione del cristianesimo, la quale, da una parte, sottoponeva a critica l’ordinamento della Chiesa, e dall’altra ricercava una nuova linea di condotta per una vita veramente cristiana.

Fino al allora tali esigenze non erano state particolarmente sentite dai movimenti religiosi ed ecclesiastici dell’Occidente. A cavallo tra l’ XI e il XII secolo queste due idee emersero però contemporaneamente in ambienti molto diversi e, da allora in poi, determinarono lo sviluppo dei movimenti religiosi. I concetti di povertà cristiana e di vita apostolica realizzati nella predicazione itinerante sono il contenuto essenziale dell’eresia, sia a Colonia che nel sud della Francia e sono sempre rimasti il motivo principale dell’eresia sino all’inizio del XIII secolo, presso i Cartari come presso i Valdesi. La loro sincera e profonda convinzione di aver rinnovato e realizzato nella loro vita il vero cristianesimo evangelico e apostolico non può, ad un esame imparziale, essere messa in dubbio.

Malgrado questo, la Chiesa ha combattuto con tutte le sue forze quelli che volevano vivere secondo l’esempio degli apostoli.

Tre fattori determinarono ciò.

  • In primo luogo una critica decisa alle leggi ed agli usi della Chiesa si sviluppò dall’idea che gli insegnamenti dell’Evangelo e degli scritti degli apostoli fossero l’unica norma di vita religiosa valida. Ciò portò al rifiuto della maggior parte dei sacramenti nella forma cattolica, al rifiuto della venerazione dei santi, del valore dei suffragi, della dottrina del purgatorio, ecc.

  • In secondo luogo gli eretici, non riconoscevano l’ordo della Chiesa gerarchica e così crearono una Chiesa di concorrenza, una Chiesa di “buoni cristiani” che, in esatta analogia della Chiesa cattolica, aveva il suo clero nei “perfetti” o “eletti”, e nei “credenti” la sua comunità.

  • In terzo luogo l’idea della povertà e della predicazione apostolica itinerante si legò, nel corso del XII secolo, in alcuni ambienti, soprattutto nel sud della Francia e in Lombardia, con cosmologie dualistiche e subì l’influenza di idee speculative, provenienti senza dubbio dall’Oriente greco, idee in cui stranamente riviveva gran parte della cosmogonia e della mitologia manichee. Dalla fine del secolo XII la speculazione dualistica emerse ancor più chiaramente nel movimento ereticale. Ciò ebbe come conseguenza la divisione del movimento religioso. Accanto ai Catari, che aderivano al dualismo manicheo ed erano divisi tra loro da dispute speculative, apparvero i gruppi del movimento pauperistico religioso e della predicazione apostolica itinerante.

In ogni caso questi sono i motivi che dominano e ispirano il movimento ereticale del XII secolo:

    • Rinnovare la vita cristiana e seguire la legge di Cristo, con una condotta di vita simile a quella degli apostoli, con la rinuncia a tutti i beni terreni, in povertà volontaria;

    • la predicazione itinerante dell’Evangelo;

    • denunciare la Chiesa gerarchica e il clero cattolico, fino a quando non vivessero in modo veramente cristiano, evangelico ed apostolico, e smascherarli come indebiti successori degli apostoli.

Per una più ampia comprensione del fenomeno sono necessarie ancora alcune osservazioni sui fondamenti sociali di questo movimento ereticale del XII secolo.

Secondo un’opinione riproposta più volte e pochissimo contestata o messa in dubbio, l’eresia si è sviluppata soprattutto negli strati più bassi della popolazione. La ricerca storica dal XIX secolo in poi è incline a considerare, i movimenti ereticali e fenomeni simili come una sorta di “movimento proletario”.

Ma ciò è totalmente errato per quello che riguarda i movimenti religiosi del XII secolo, accettabile solo entro certi limiti per quelli del XIII.

La suddetta storiografia si basava soprattutto sul fatto che gli scrittori cattolici indicassero gli eretici come rusticani, rustici, o idiotae et illetterati e texerants (tessitori) i Catari.

Ciò tuttavia non illumina sulla provenienza sociale delle persone così chiamate, e dice soltanto che non erano dei chierici dotti. Rusticanus e rusticus sono il contrario di doctus o sapiens. Gli scrittori chierici, definendo gli eretici rusticani o idiotae et illitterati, volevano esclusivamente stigmatizzare il fatto che individui privi di una adeguata educazione culturale e letteraria si arrogassero il diritto di conoscere i problemi riguardanti la fede e la Chiesa e di voler competere con il clero dotto.

Quando più tardi Francesco, il figlio del ricco mercante, richiamandosi all’esempio apostolico, chiamò se stesso ed i suoi compagni idiota e perfino pazzus, questa dotta derisione della pia semplicità fu messa a tacere.

Per quanto riguarda invece l’uso della parola “texerants” appartiene all’ideale apostolico degli eretici il vivere del lavoro delle proprie mani, senza guadagnare il più di quanto sia necessario all’appagamento dei propri bisogni. La “tessitura”, che per prima ebbe uno sviluppo industriale, dopo essere stata per lungo tempo un lavoro eseguito per il mero soddisfacimento dei propri bisogni, con il suo sviluppo “industriale” aveva bisogno di impiegare operai occasionali.

In quel tempo era la sola “professione”che potevano scegliere i predicatori eretici, i quali raramente restavano a lungo in un luogo. Questa professione si sviluppò nei territori con grandi movimenti ereticali, come il sud della Francia e la Provenza, alla fine del XII secolo, dando vita a una speciale “industria ereticale”.

Se ne deduce perciò che l’eresia non prese piede in modo particolare negli strati sociali più bassi, nel “proletario”, ma che invece arruolò come predicatori itineranti dei nobili, dei ricchi bolognesi, dei sacerdoti e dei monaci e che questa partecipazione al movimento ereticale di chierici, di persone ricche ed in vista ebbe una grande importanza.

Si può notare che fra gli eretici vi erano anche delle donne.

All’inizio del XII secolo, contemporaneamente agli eretici “manichei”, apparvero altri rappresentanti delle stesse idee di vita apostolica e di povertà cristiana, predicatori itineranti però completamente cattolici.

Secondo testimonianze di contemporanei, questi predicatori itineranti si differenziavano dagli eretici solo perché facevano legalizzare il loro operato dalle autorità ecclesiastiche e si guardavano da ogni contatto con dottrine eterodosse.

La Chiesa infatti concesse in molti casi l’autorizzazione.

Soprattutto la partecipazione di donne a questo nuovo tipo di vita apostolica però determinò in questo caso, come nel caso degli eretici, l’intervento della Chiesa.

Senza poter far luce su tutti i particolari di questi avvenimenti, si può stabilire che trovarono, nelle strutture dell’ordinamento ecclesiastico, il riconoscimento della loro opera solo quei predicatori itineranti che, sia per ordine della Chiesa, sia per decisione autonoma, crearono, con la fondazione di monasteri, congregazioni, Ordini e stabili forma di vita guidate da una severa regola.

Essi non sono, come i nuovi Ordini e congregazioni (soprattutto cistercensi) dovuti a riforme del monachesimo benedettino: sono invece nuove formazioni nel vero senso della parola.

Dato che questo movimento religioso, come del resto tutti i movimenti di riforma del monachesimo benedettino, non si rivolgeva solamente agli uomini ma anzi faceva particolarmente presa sulle donne, non si potevano fondare monasteri esclusivamente maschili.

Se l’eresia del XII secolo avesse dato vita ad una “setta”con un “fondatore”, e con precise dottrine dogmatiche, come le eresie dei tempi precedenti, la Chiesa avrebbe potuto combatterla come aveva combattuto quelle.

L’eresia del XII secolo, invece, era un movimento religioso, non aveva un fondatore e perciò non aveva un nome unico e neppure un’organizzazione stabile.

Ricco mercante, Valdo di Lione non era certo il primo che rinunciava alle ricchezze, alla famiglia ed alla posizione sociale per vivere poveramente e senza casa. Già molti altri prima di lui avevano compiuto questa conversione alla povertà religiosa dal benessere borghese.

Ciò che lo differenziava dagli altri era la volontà di non dividersi dalla Chiesa e dal suo credo.

Egli non cercava consiglio presso i maestri eretici, ma presso i sacerdoti e i teologi della Chiesa romana. Si fece tradurre la Sacra Scrittura da alcuni chierici, per poter così fondare su proprie conoscenze una condotta di vita secondo il Vangelo.

Il risultato fu che cominciò a vivere come gli eretici: si dedicò alla predicazione apostolica itinerante ed alla povertà volontaria. Presto intorno a lui si riunirono altri.

Non ubbidirono quando l’Arcivescovo di Lione proibì loro di predicare.

Si rivolsero a Roma. Ma la Chiesa non prese nessuna decisione.

Anzi il Concilio Lateranense stabilì che il diritto alla predicazione fosse riservato solo a coloro che erano chiamati da Dio, e cioè i 12 Apostoli ed i Vescovi loro successori, i 72 discepoli ed i loro successori, i preti.

Così allora l’osservanza rigida delle antiche forme gerarchiche della Chiesa causò l’estromissione dalla Chiesa stessa di nuove forme religiose.

Anche i rappresentanti di un’altra comunità religiosa dovettero abbandonare il Concilio Lateranense con lo stesso insuccesso dei Valdesi; essi avevano manifestato gli stessi desideri di Valdo.

Ma costoro, che si chiamavano Umiliati, provenienti dalle città della Lombardia, si differenziavano dal predicatore di Lione per il fatto che volevano condurre una vita di stampo evangelico, e rifiutare il lusso, senza però rinunciare alla loro vita in famiglia..

A causa del loro modo di vivere gli Umiliati erano incolpati di eresia, chiamati patarini e boni homines. Ma essi non solo non volevano aver nulla a che fare con l’eresia, ma la volevano combattere attivamente.

 

Fonte: http://www.liceoterracina.it/public/pdf_item_cms/2013_11_12_32978194672_AREA%20DIDATTICA%20-%20RELIGIONE%20Classe%203%20-%20Il%20movimento%20religioso%20del%20XII%20sec.doc

Sito web da visitare: http://www.liceoterracina.it/

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