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Colorado

 

COLORADO

 

Il Colorado è il fiume principale del sud-ovest americano ed ha le sue sorgenti,
“the headwaters”, sulle Montagne Rocciose, nei pressi del confine tra Wyoming e Colorado, due dei sei stati americani che attraversa ed è l’unico per le caratteristiche e manifestazioni spettacolari del fenomeno erosivo.
Il suo corso è di 2334 chilometri e dopo aver raccolto lungo il suo percorso una ventina di altri fiumi e aver segnato per 145 chilometri il confine con il Messico, sfocia con un grande estuario, nel golfo di California, nell’Oceano Pacifico.
Il fiume Colorado e i suoi affluenti costituiscono la spina dorsale del territorio lungo la quale scorre la linfa vitale dell’acqua e le loro forze congiunte hanno una potenza
enorme; si dice che sia pari a cinque milioni di cavalli, tanto che il Fiume, prima di essere imbrigliato nella diga di Hoover, (1935) era considerato il fiume più violento
del mondo e il solco che scavava era così profondo che spesso si trovava al di sotto della regione che attraversava ma, quando si gonfiava per le piogge, emergeva dalla muraglia e.distruggeva tutto quello che incontrava in Arizona e in California.
Ha modellato il paesaggio di una gran parte degli Stati Uniti, di cui possedeva una volta un dodicesimo della superficie e, per realizzare il Canyon, un gigantesco monumento di pietra scolpito dall’acqua e dal vento che si estende su quattro stadi,
ha impiegato milioni di anni.
Nelle regioni dell’Hutah orientale si unisce con il Green River, suo maggiore tributario.Il clima di questo stato è molto arido, di tipo subdesertico o desertico e gli estesi altopiani sono interrotti da catene montuose che ostacolano e separano il bacino del Gran Lago Salato da quello dei due fiumi. I primi a colonizzare questo paese furono i Mormoni (religiosi   americani) che vi introdussero le culture irrigue (cereali, patate, barbabietola da zucchero, frutta) e l’allevamento degli ovini.
Un altro stato attraversato dal Colorado è il Nevada, di cui segna il confine sud-
orientale.Anche questo territorio è di tipo arido e desertico.Le uniche zone coltivate si trovano lungo i pochi corsi d’acqua dove è possibile l’irrigazione.Una delle principali fonti di ricchezza è il turismo. Una città, che deve la sua esistenza e lo sfolgorio delle luci al Colorado, è Las Vegas.Meta del consumismo, del gioco d’azzardo, dell’abuso di alcolici, dei facili matrimoni riesce a rovinare in poche ore coloro che sono presi dalla frenesia del gioco. Las Vegas non dorme, le luci e i suoni delle “slot machine” non si spengono mai; famosa per gli incredibili alberghi, che riproducono nei minimi particolari città e luoghi famosi del nostro pianeta, offre casinò imponenti in ognuno di essi. Il Venetian, ad esempio, ripropone in maniera incredibile la città di Venezia con le sue calli, piazze, gondole vere che girano all’interno di canali d’acqua naturale e centinaia di negozi, caffè e locali per il gioco d’azzardo. E come il Venetian esistono il Caesar Palace, l’Excalibur, il MGM con leoni veri che girano in urne giganti di sicurezza all’interno degli ambienti, e il Luxor con le sue piramidi, la sfinge, il Nilo, gli immancabili geroglifici e tanti, tanti altri, tutti pronti ad attirare gli incauti nelle spire del gioco.
Il fiume bagna, quindi, lo stato omonimo, dove si possono ammirare spettacoli della natura unici al mondo.
Questo suggestivo paesaggio in terra americana è impressionante per la singolare bellezza, pare quasi che una mano gigantesca si sia divertita a modellare le rocce
in forme bizzarre e, poi, sul fondo a 1600 metri di profondità, piccolo per la distanza, un nastro d’acqua serpeggiante, lento e tranquillo, illuminato dai raggi del sole, si muove verso il golfo di California, alternando sezioni di rapide a sezioni di calma..
Le sezioni delle rapide sono le meno profonde, quelle di calma sono le più profonde.
Sembra impossibile che quel piccolo corso d’acqua abbia potuto creare il Gran Canyon e il Parco prende nome dalle gole che il fiume   forma scorrendo attraverso gli altipiani dell’Arizona settentrionale tra la confluenza del Little Colorado e il lago Mead.
Milioni e milioni di anni fa (gli scienziati pensano che l’intero canyon fu scalpellato dal Colorado River in soli sei milioni di anni!) questa distesa rocciosa costituiva il fondo dei mari preistorici; infatti, quando il mare venne più e più volte a ricoprire i deserti dell’Arizona, dove lasciò, ritirandosi, strati sovrapposti di sedimentazioni varie, il fiume non scorreva ancora.
Anteriori alla venuta dei mari sono le rocce arcaiche, radici di possenti montagne che, secondo i geologi, si formarono due miliardi di anni fa, quando la terra era ancora giovane e si valuta che il Colorado, nel suo punto più profondo, Granite Gorge, risalga proprio a quell’epoca.   Poi quando è iniziato il sollevamento della crosta terrestre, il fiume, compiendo opera opposta, ha continuato a scavare le rocce fino ad incontrare quelle dure di granito rosso che gli hanno dato forma e nome; gli scisti neri e i graniti rosa sono così antichi che hanno preceduto la nascita di qualsiasi forma di vita sulla terra; gli strati superiori, più recenti, costituiti da arenarie e calcari, recano i segni di un alternarsi di mari, deserti e pianure alluvionali.  L’enorme roccia calcarea di Redwall, è vecchia di trecento milioni di anni; la sua parete verticale alta in media 165 metri, formata originariamente da calcare bluastro, deve il suo colore purpureo agli ossidi di ferro e la purezza del calcare indica che si è formato in fondo ad un mare vasto, ricco di conchiglie e di pesci le cui specie sono ormai scomparse.
Sono stati definiti e classificati dodici strati successivi di roccia, ciascuno con proprie caratteristiche fisiche quale, ad esempio, la durezza e la presenza di particolari sedimenti che conferiscono una colorazione differente da quella sovrastante o sottostante.La conformazione tortuosa e tormentata del complesso del Gran Canyon è la risultante del sistema fluviale che ne ha eroso i versanti, l’ampiezza e la profondità dei canyons laterali rivelano il tipo di corso d’acqua responsabile: a carattere perenne o torrentizio temporaneo.
Il paesaggio dell’altopiano, infatti, è caratterizzato da profonde gole, i canyons,
e da terrazzamenti naturali, da guglie e archi naturali dalle forme monumentali,
che lo sovrastano assumendo tutte le tonalità del rosso.
Ed è per questo motivo che i versanti brulli e privi di vegetazione del baratro,   largo 29 chilometri, alto 1.600 metri e lungo più di 350 chilometri, sono una testimonianza della storia geologica del nostro pianeta che l’uomo moderno può facilmente leggere.
Le forme stravaganti e i colori accesi hanno ispirato sia gli Indiani pellirossa che moderni pittori. Qui il fascino naturale si confonde con il color ocra, ed è talmente inondato di luce da formare i paesaggi coloratissimi e indescrivibili che caratterizzano il Colorado.
Quattromila anni fa il luogo fu abitato fa sia lungo il fiume che negli orli del canyon e le grotte scavate dall’uomo neolitico vengono ancora abitate da tribù indiane.Fra il 1000 e il 1100 si stanziarono attorno il Canyon gli Anasazi che successivamente andarono altrove.Oggi si pensa che gli Hopi, che vivono a est del canyon e che considerano il Gran Canyon molto importante tradizionalmente e spiritualmente, siano i loro discendenti.Il fiume costeggia le riserve delle tribù indiane; quella dei Navajo è, la più grande degli Stati Uniti, e domina il settore nord-orientale dell’Arizona; in ogni direzione si estende uno scenario infinito di dune rossastre, di canyions spettacolari, di gole riarse. Il Navajo National Monument offre un complesso di abitazioni rupestri, tra le più ampie e meglio conservate. La riserva degli indiani Havasupai, dove si può arrivare solo a piedi, a cavallo o in elicottero, è un’oasi lussureggiante di cascate, di specchi d’acqua che permettono la crescita di alberi frondosi e la coltivazione di mais e meloni.
Le cascate più belle che si trovano in questo territorio sono le”Navajo Falls, le Havasu Falls e le Mooney Falls, le più spettacolari dell’intero canyon.
Le tribù vissero tranquille per un migliaio di anni, fino a quando nel 1540 una piccola banda di soldati spagnoli, non giunse sul ciglio del burrone.
Così i colonizzatori spagnoli raccontarono il loro primo impatto con il Gran Canyon: -“All’improvviso la terra si arrestò sotto i piedi. Guardammo giù e vedemmo un abisso così profondo, così enorme che ci mancano le parole per descriverlo.In fondo alla gola scintillava il fiume rosso, il rio Colorado”.-
Ma i colonizzatori cercavano l’oro e, pur trovandosi dinanzi ad una delle più grandi meraviglie del mondo create dalla natura, rimasero delusi.
Per moltissimo tempo nessuno riuscì a scendere nelle profondità del Canyon né a fissare sulla carta il corso del fiume, malgrado gli sfortunati tentativi di celebri esploratori e di cacciatori di pelli, i “ trapper” del west.
Passò del tempo; in California si scoprì l’oro, si combatté con gli indiani, ci fu la guerra civile, il “cavallo d’acciaio”attraversò il continente. La ferrovia non portò solamente la conquista definitiva del west ma turbò anche gli equilibri naturali e l’estinzione dei bisonti privò gli Indiani pellerossa della loro fonte di sussistenza.
(Di recente il governo americano ha reintrodotto la specie nel territorio)
Il Colorado rimase inesplorato fino al 1869 quando, in una cittadina dello Wyoming, nove uomini misero in acqua quattro imbarcazioni; il loro capo era il Maggiore J.Wesley Powell,   botanico, geologo, ex combattente della guerra di Secessione durante la quale aveva perso il braccio destro. Powell era riuscito ad ottenere dal Congresso degli Stati Uniti una piccola somma che gli doveva permettere di esplorare quel Canyon vecchio di milioni di anni.Le imbarcazioni erano lunghe otto metri ed erano fatte di quercia, con compartimenti stagni per aiutarle a raddrizzarsi in caso di rovesciamento. Furono caricate di viveri per dieci mesi, di vestiti, armi e strumenti scientifici e gli esploratori iniziarono la loro avventura.
Alle Disaster Falls una delle imbarcazioni fu distrutta, le altre tre furono scaraventate nel Whirlpool Canyon, attraversarono il Desolation Canyon e l’immenso Labyrint, passando dal Cataract Canyon.
Giorno dopo giorno Powell scalava alti e pericolosi roccioni e portandosi dietro i suoi strumenti, tracciava il percorso del fiume e faceva annotazioni scientifiche.
C’è da chiedersi cosa avrebbe fatto se avesse avuto tutte e due le braccia!
I suoi compagni dovevano manovrare con le corde imbarcazioni appesantite dall’acqua, spesso dovevano alarle su chilometri e chilometri di pietraglia, per riuscire a percorrere non più di cinque chilometri al giorno di fiume..
L’impresa logorò i nervi degli uomini che incominciarono a litigare per futili motivi e le difficoltà incominciarono a sembrare insormontabili. Tre di loro, dopo aver preso la loro parte di cibo e una copia degli appunti del Maggiore, tentarono di arrampicarsi fuori dal Canyon scalandone le ripide pareti.Di loro non si seppe più nulla.Alla fine di agosto, (erano trascorsi tre mesi!) Powell e i suoi uomini uscirono fuori dal Gran Canyon.Due anni dopo il Maggiore seguì di nuovo tutto il percorso del fiume riuscendo a portare un importante dossier scientifico sul Canyon.Grazie a questo fu nominato direttore del nuovo Istituto Geologico degli Stati Uniti ed oggi nell’alta
Arizona, sul Glen Canyon, si trova un lago che porta il suo nome.
Ai turisti che vanno a visitare questo luogo dai panorami unici per grandiosità e
silenzio, su enormi schermi, gli IMAX, si proiettano film sul fiume e sono fatti così bene che danno la prospettiva sia di sorvolare il canyon, sia d’attraversare il fiume in barca attraverso le rapide, provocando forti emozioni.
Nell’altopiano del Colorado milioni di anni fa crescevano lungo le sponde dei torrenti, conifere, alte circa 60 metri. Con il tempo gli alberi morti caddero nell’acqua e furono ricoperti di ceneri vulcaniche ricche di minerali che ne impedirono la putrefazione.
A poco a poco la silice che si era inserita nelle cellule del legno si indurì e i cristalli di quarzo mutarono la struttura fisica del legno creando così il fenomeno della foresta pietrificata, the Petrified Forest.
Un altro luogo caratteristico dell’altopiano è il Painted Desert, il deserto dipinto, chiamato così per le intense colorazioni sempre cangianti che assumono nel
corso della giornata l’argilla, lo scisto e l’arenaria nei vari strati dell’altopiano;
(i colori, al paesaggio roso dal vento e dall’acqua, sono dati dai minerali disciolti nel terreno).
La fauna dell’altopiano presenta diverse specie di carnivori, roditori, serpenti ed insetti. Durante l’inverno è ricoperto di neve e quando inizia il disgelo fiori gialli e rossi lo ricoprono e, laddove l’acqua lo permette, crescono alberi e vivono erbivori.Sui picchi dell’altopiano, padroni della natura volano superbi rapaci pronti a ghermire le loro prede.
Il Canyon, aperto al turismo nel 1900, fu dichiarato Parco Nazionale nel 1906. e l’Unesco lo ha inserito nella lista dei luoghi patrimonio dell’umanità.
All’uscita dal Gran Canyon, il Colorado si placa nel lago Mead e, addomesticato e regolato dalla diga di Hoover, scorre tranquillo in Arizona e in California, fino alla foce.
L’Arizona presenta cittadine di gente che vive lavorando nei boschi, falegnamerie e ranch; la caratteristica musica country ricorda la storia e la cultura del west ancora molto viva nelle tradizioni dei montanari.
Dalle riserve idriche del fiume e dei suoi tributari proviene l’energia elettrica che fornisce Phoenix, capitale dello Stato, grazie alle quali esiste.Davanti agli edifici è creato artificialmente vapore acqueo per dare umidità e la tecnologia e la fantasia hanno permesso di creare bacini d’acqua, con onde artificiali che simulano l’oceano, e ville con palme e cactus.
La costruzione di dighe e serbatoi sono servite non solo per generare elettricità ma soprattutto per fornire acqua per l’irrigazione, controllare le inondazioni, migliorare la navigazione, e regolare il flusso del fiume.
L’utilizzazione delle acque del Colorado non ha mancato di creare dissapori fra gli stati interessati e le dieci tribù indiane che si servivano delle inondazioni per irrigare le terre. Per aiutare le loro economie impoverite ogni tribù ha ricevuto dal Congresso un fondo monetario.Le dighe più importanti sono quella del Glen Canyon, di Hoover, di Parker che fornisce acqua alla California e quella della valle Imperiale.
Lo scopo principale della costruzione della diga del Glen era quello d’impedire l’accumulo del limo dietro la diga di Hoover che si trova    dall’altro lato del Gran Canyon, alla testa del lago Mead.
Da quando è stata costruita la diga del Glen, il Colorado ha perduto il colore che gli aveva dato il nome perché il limo e i sedimenti color ocra sono bloccati nel lago Powell. Prima della costruzione di questa diga il fiume ogni giorno trasportava attraverso il Canyon milioni di tonnellate di limo e di sedimenti.
Non bisogna dimenticare che anche il Messico è interessato alle acque del fiume e alla sua utilizzazione, pertanto sono stati stipulati con gli Stati Uniti trattati a questo proposito. Ma si era parlato della quantità non della qualità dell’acqua; così quando il Messico si accorse che la salinità del Colorado era in aumento   protestò perché i raccolti ne erano danneggiati.Nel 1965 gli Stati Uniti acconsentirono a costruire un canale di drenaggio lungo il confine internazionale in modo che il Messico avrebbe potuto far fluire l’acqua nel golfo quando era più salata o lasciarla nel fiume quando era meno salata.
La costruzione delle dighe ha avuto ripercussioni negative per l’ambiente; ne sono esempi la mancanza di deposito del limo e le variazioni della temperatura dell’acqua che hanno provocato l’estinzione di pesci nativi del luogo; a ciò aggiungasi che una specie introdotta dall’uomo, “ la trota iridea”, non nativa del luogo e che prospera in acque più fredde, rende   ancora più difficile la sopravvivenza dei pesci stanziali.
Ancora una volta resta difficile appurare se le modifiche fatte dall’uomo all’ambiente apportino più benefici o danni!

 

Fonte: http://www.alighierict.it/produzionestudenti/I%20fiumi%20del%20mondo%20(III%20A%20prof.%20Lucia%20Sciacca%202002-03)/COLORADO.DOC

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