Potatura delle piante da frutto
Potatura delle piante da frutto
LA POTATURA DELLE PIANTE DA FRUTTO
L'unione fra tronco e ramo è una doppia unione che fornisce robustezza ed elasticità alla pianta.
In natura, quando un ramo si secca per mancanza di luce, é molto ben visibile la separazione tra il legno vivo del tronco e i tessuti morti del ramo.
Bisogna quindi tagliare il più vicino possibile al collare del ramo, senza andare a lederlo. Questo perché, nel collare, sono presenti barriere chimiche di protezione che si oppongono naturalmente ai microrganismi.
I tagli rasi, rimuovendo queste barriere, facilitano l'ingresso dei patogeni.
Poi il taglio raso va a ledere direttamente il tronco, causando la formazione di punti strutturalmente più deboli, e che in seguito possono fessurarsi o spaccarsi. I benefici derivanti dalla ricopertura dei tagli di potatura con i mastici "cicatrizzanti", non ha alcun riscontro scientifico. L'unico cicatrizzante naturale, attivo da milioni di anni, é il rispetto del collare e delle barriere protettive naturali interne. Eseguire il taglio correttamente é l'unica arma a disposizione per aiutare l'albero nella cicatrizzazione.
Detto questo è si consiglia di eseguire il taglio di potatura come illustrato nelle figure seguenti.
la riga rossa evidenzia la linea corretta di taglio
la riga viola il taglio da evitare perché dannoso per la pianta
La capitozzatura
Con questo tipo di potatura straordinaria, intervenendo sulle branche,si opera un'asportazione pressoché totale della chioma.
Questo tipo di intervento può trovare giustificazione in ben pochi e determinati casi, ben sapendo comunque che non risolve il problema di vitalità e di stabilità meccanica dell'albero, ma li differisce e li aggrava nel tempo.
Con la capitozzatura, si dovrebbe interviene solo su soggetti che, altrimenti, sarebbero da abbattere.
Una razionale potatura non dovrebbe asportare più del 30-40% della superficie fogliare.Prima di una sua applicazione bisogna quindi tener ben presente che la capitozzatura:
- Riduce in modo drastico la componente elaborante della pianta; ciò determina un processo di decadimento generale del soggetto,dovuto ad uno scarso nutrimento dell'apparato radicale che, indebolendosi, finisce col comprometterne la stabilità. Infatti le piante sottoposte a periodiche capitozzature sviluppano un apparato radicale poco esteso ed estremamente debole.
- Si creano grosse superfici di taglio che sono vie d'ingresso di agenti cariogeni i quali finiscono per compromettere la stabilità del soggetto. Dopo pochi anni si formano cavità e marciumi che compromettono la stabilità e vengono eliminate le gemme dormienti contenute all'interno del legno le quali avrebbero originato rami sani ben formati e ben ancorati. Quindi, per sopperire al deficit alimentare che si è venuto a creare, il soggetto capitozzato da origine alla nuova chioma che pero si genera da gemme avventizie che producono numerosi rami detti succhioni, i quali entrano in concorrenza tra di loro, e si differenziano dai rami normali in quanto non sono saldamente ancorati alle branche e sono più facilmente esposti a rotture e schianti.
- Inoltre alcune specie,quali Aceri saccarini, Querce e Faggi, non producono velocemente succhioni. L'albero, così, senza fogliame, deperisce e muore velocemente.
- Produce la perdita irrimediabile dell'originale forma l'albero dovuta al portamento naturale tipico della specie di appartenenza o alla forma obbligata che è stata raggiunta durante le operazioni di allevamento. Va, dunque, considerato uno scempio del paesaggio.
- Si crea un riscaldamento eccessivo dei vasi floematici più superficiali dovuta all'esposizione improvvisa della corteccia ai raggi diretti solari.
In conclusione prima di intervenire con la capitozzatura bisogna valutare gli effetti che tale intervento determina sulla vita futura della pianta.
Taglio di capitozzatura
DIRADAMENTO
Si tratta di asportare completamente rami o branche con taglio rasente alla base in prossimità delle inserzioni (asportazione totale).
Dal punto di vista fisiologico è dimostrato che, a parità di legno asportato, il diradamento rispetto ad una qualsiasi altra operazione di potatura (speronatura, spuntatura) sottrae una minor quantità di sostanze di riserva conferendo alla pianta un migliore equilibrio chioma-radici.
Da ciò consegue che gli alberi sottoposti al diradamento formano una chioma meno compatta e più equilibrata rispetto a quelli sottoposti a raccorciamento. In genere si può affermare che, mentre il raccorciamento favorisce l'attività vegetativa, l'asportazione totale favorisce l'attività produttiva (fioritura,equilibrio del soggetto, ecc..).
SPUNTATURA
Si tratta di un'operazione con la quale, intervenendo sulla parte apicale di un ramo o di una branca, si asporta una ridotta quantità di legno (taglio lungo) .
Dal punto di vista della fisiologia vegetale, la spuntatura, limita l'accrescimento e, generalmente, favorisce l'irrobustimento delle porzioni di pianta rimaste.
Inoltre stimola lo sviluppo di nuove gemme lungo tutto l'asse dei rami ed in particolare nella porzione basale di questi.
Questa operazione di potatura produce effetti diversi se applicata su soggetti vigorosi o deboli, giovani o vecchi:
una pianta vigorosa (generalmente soggetti giovani) ridurrà il suo vigore vegetativo diventando più equilibrata;
SPERONATURA
Consiste nel taglio di raccorciamento eseguito sulla parte basale dei rami e delle branche che comporta l'asportazione di una gran parte della vegetazione (taglio corto) .
Questa operazione di potatura comporta una riduzione del numero delle gemme da alimentare e pertanto la linfa affluisce con molta intensità nelle porzioni di vegetale rimaste.
Gli effetti fisiologici che si possono generalmente ottenere sono:
- Risveglio delle gemme dormienti soprattutto in prossimità del taglio;
- Germogli (generalmente a "ciuffi") che entrano in competizione fra loro per mancanza di una cima dominante;
- Sviluppo di rami vigorosi.
Gli effetti ora descritti si riscontrano generalmente in piante in equilibrio vegetativo; infatti anche la speronatura produce reazioni diverse se applicata su piante deboli o vigorose: per esempio,un taglio corto eseguito su soggetti vecchi, può dar luogo a cacciate vigorose tali da consentire un benefico rinnovo della vegetazione.
OPERAZIONI DI POTATURA
Inclinazione dei rami: riduce la vigoria , apre al pianta alla luce
Piegatura dei rami : inclinazione maggiore (riduce la viogria e favorisce la fruttificazione
Curvatura: si fa su rami elastici per favorire la fruttificazione
Torsione: indebolire un ramo facendolo ruotare sul proprio asse (lacerazione dei vasi conduttori)
Intaccatura : taglio profondo che sopragemma la sblocca sottraendola al controllo apicale, sottogemma limita la crescita.
Incisione anulare : diminuisce la linfa elaborata alle gemme sottostanti facendole germogliare.
Decorticazione anulare: asportazione di un anello di corteccia per favorire la fruttificazione.
Cimatura: eliminazione dell’apice di un ramo per favorire l’emissione di rami anticipati, in fase di produzione riduce la competizione germogli/frutti .
Sfogliatura: eliminazione di foglie per favorire la maturazione dei frutti.
Diradamento frutti: quando hanno la dimensione di una noce per aumentare la pezzatura e ridurre l’alternanza di produzione.
Scacchiatura: asportazione di germogli superflui.
Taglio di ritorno: accorciamento di una branca in corrispondenza di un rametto secondario meno vigoroso per far crescere meno la branca.
FATTORI INFLUENTI SULLO SVILUPPO VEGETATIVO E SULLA FRUTTIFICAZIONE
GENETICI: influiscono le specie e le cv.. Portainnesti vigorosi (Ritardano l’ inizio della
produzione)
FISIOLOGICI: il rallentamento della linfa è favorevole alla fruttificazione (rami
verticali o inclinati), i rami esterni fruttificano prima
gradiente decrescente interno-esterno, basso-alto
AMBIENTALI: Concimazioni Azotate, Sviluppo vegetativo: terreni fertili ,H2O
I Tagli di Raccorciamento posticipano la produzione
TIPI DI POTATURA
ALLEVAMENTO: Conferire la forma scheletrica subito e rispettando
l’habitus vegetativo, accelerare l’entrata in produzione, favorire l’irraggiamento solare
PRODUZIONE: Regolare vegetazione/produzione dalla prima
fruttificazione in poi.
RIFORMA: Modificare l’ inopportuna forma scheletrica
RINGIOVANIMENTO: Tagli drastici fatti nelle piante ornamentali e/o senescenti per
stimolare la vegetazione
EPOCHE DI POTATURA
SECCA: Dopo periodi freddi (febbraio-marzo)
SE TROPPO ANTICIPATA: minor accumulo di riserve più sensibile al gelo minor
Differenziazione a frutto anticipata ripresa vegetativa
SE TROPPO TARDIVA: Squilibrio tra sviluppo e sostanze nutritive accumulate
(arresto vegetativo per eliminazione di sostanza già
mobilizzante)
VERDE: favorisce l’intercettazione della luce, serve a ridurre la potatura secca, regolare la
vegetazione, la fruttificazione e lignificazione dei rami.
Se troppo PRECOCE: Ricaccio minore della crescita dei frutti
Se troppo TARDIVA: inutile, va attuata prima della lignificazione
POTATURA POVERA: più energica, lascia poche gemme, da fare
(aumenta il vigore)
POTATURA RICCA: meno energica, lascia molte gemme
(riduce il vigore)
EVOLUZIONE DELLA POTATURA
Forme in volume (Anni ’60)
Forme appiattite (Anni ’70)
Forme in volume a bassa
espansione (fusetto, spindle)
FORME LIBERE
(POTATURA SOMMARIA
O
NON POTATURA)
POTATURA DI ALLEVAMENTO
OBBIETTIVO: - Far assumere la forma voluta nel più breve tempo
possibile
- rispetto del naturale habitus vegetativo
RIDURRE GLI INTERVENTI
CESORI
(Motivi)
ECCESSI CESORI DETERMINANO
- Ridurre gemme a legno
- Ridurre sviluppo piante ed apparato radicale
- Accentuazione fase vegetativa ritardano il completamento dello scheletro e inizio fruttificazione
FORME DI ALLEVAMENTO IN VOLUME
PIRAMIDE
- a palchi (astone centrale con 3-5 palchi di branche inclinate di35-40°)
- spiralata (con branche inserite o spindle sul tronco)
VASO:
- tradizionale
- policonico
- ritardato
- globo
- californiano
FUSO: asse centrale con inserite branchette di lunghezza discendente verso l’alto
MONOCONO (olivo)
SPINDLE: pianta conica con branchette orizzontali periodicamente rinnovate
ASSE COLONNARE : fusetto modificato con uniforme rivestimento di branche e branchette
fruttifere che debbono essere di identica ed equilibrata vigoria lungo tutto l’asse.
FORME DI ALLEVAMENTO APPIATTITE
PALMETTA REGOLARE: altezza minore di 4 m 3-4 palchi di
A BRACHE OBLIQUE di branche a 45° distanza tra i palchi
70-100 cm spessore 100 cm
altezza pianta / distanza file = 1
PALMETTA IRREGOLARE: rami inseriti in modo asimmetrico.
PALMETTA ANTICIPATA: si forma lo scheletro da astoni provvisti di rami anticipati, con
spuntature estive si ottiene l’emissione del 2° palco.
PALMETTA LIBERA: potatura “a tutta cima”, branchette trasversali
IPSILON TRASVERSALE: piante vicine sulla fila a maggiore inserimento /ha.
INTERVENTI DI POTATURA DI ALLEVAMENTO
- lo scheletro deve essere completo prima possibile e più contenuto possibile
- la prima impalcatura deve essere impostata quanto più bassa possibile
- assicurare un equilibrio tra i vari organi della pianta. Tollerare eventuali branche soprannumerarie, da sopprimere poi gradualmente nel tempo;
- fino dal momento dell’emissione dei germogli individuare le strutture scheletriche fondamentali che possono essere anche anticipate con la cimatura, in modo da provocare lo sviluppo delle gemme pronte.
- i germogli e i rami individuati devo essere mantenuti sempre in condizioni privilegiate nei confronti degli altri che potrebbero esercitare un eccessiva competizione (in posizione diritta e verticale)
- potatura di allevamento è detta a tutta cima per distinguerla da quella tradizionale con spuntatura: se le piante sono vigorose i rami di prolungamento dell’eventuale freccia e delle branche primarie e secondarie possono non venire accorciati ogni anno in corrispondenza del punto prescelto per la costituzione di un nuovo palco
- equilibrare i rami e le branche, ricorrendo ad una diversa inclinazione
- i germogli e i rami non destinati alla formazione delle strutture scheletriche devono essere diradati quanto prima possibile (preferibilmente con interventi di sarchiatura), oppure piegati o curvati in modo da limitare il loro sviluppo e da favorire la loro eventuale messa a frutto
- le branche fruttifere (da sfruttamento) devono essere allevate in modo da occupare gli spazi esistenti tra le branchie primarie e secondarie, orientandole in direzione orizzontale o addirittura verso il basso, in modo da completare la struttura scheletrica delle piante ;
- la chioma deve rivestire armonicamente tutta la struttura scheletrica delle piante
11- dovrà essere sempre considerato il normale habitus vegetativo (accotono, basitono, mesotono)
POTATURA DI PRODUZIONE
CRITERI GENERALI
- Tenere conto della quantità di nuovo legno e n° gemme a frutto
1) piante vigorose potatura meno energica (ricca) riduce
Vigore
2) piante deboli o molte gemme a frutto potatura più energica
(povera) aumenta vigore limita gemme a frutto
- Tenere presente quali tipi di ramo fruttifica la cultivar
- Ridurre l’alternanza
1) dopo la scarica potatura più energica per ridurre la differenziazione a
frutto
2) dopo la carica potatura meno energica (ricca) per favorire la
la differenziazione a frutto e non stimolare l’attività vegetativa.
MEZZI: Interventi CESORI PER RIDURRE eccesso di gemme a frutto
CRITERI: Variabili rispetto alle caratteristiche di
- SPECIE
- CULTIVAR
- ETA’
- VIGORIA
INTERVENTI DI POTATURA DI PRODUZIONE
- correggere eventuali difetti di impostazione dello scheletro
- iniziare gli interventi cesori a partire dall’apice delle singole branche, in modo da regolare, di conseguenza, la modalità di esecuzione degli interventi da attuare al complesso di ogni branca
- la cima delle branche primarie e secondarie deve essere alleggerita con tagli di diradamento per isolare le cime e da evitarne la messa a frutto
- asportare eventuali succhioni inseriti sulle branchie primarie ed eliminare eventuali biforcazioni e i rami mal disposti, esauriti o deperiti
- diradamento ed eventuale accorciamento di nuovi rami, in rapporto alle caratteristiche vegeto-produttive e alle condizioni ambientali
- eseguire tagli di ritorno sulla freccia o sulle branche primarie e/o secondarie per ridimensionare la chioma
POTATURA DEL PESCO
RAMI FRUTTIFERI: rami misti, brindilli, mazzetto di maggio (nettarine)
L’intensita’ del diradamento dipende da:
ETA’ DELLA PIANTA: in piante giovani ( prevalgono rami anticipati e misti vigorosi: meno fertili )
“ adulte (rami misti di medio vigore)
“ vecchie ( mazzetti, brindilli e rami misti poco vigorosi)
CARATTERISTICHE GENETICHE DELLE VARIETA’: vigoria, fertilita’, % di differenti tipi di rami
CRITERI GENERALI
ELIMINARE IL 50-70 -% DEI RAMI A FRUTTO (tenere conto della fertilità della varietà)
- frutta migliore da rami di media vigoria
- tenere presente la produttività ad ettaro (Cv precoci 150-200 qli, Cv tardive 300 qli)
- lasciare 200-300 rami misti su piante adulte (più nella prima impalcatura )
- i rami misti si diradano (non spuntare)
- le branchette vanno raccorciate per mantenere la pinta entro certi limiti razionali (distanze d’impianto e illuminazione chioma)
- i rami che hanno fruttificato vanno asportati
- i succhioni o rami troppo vigorosi vanno eliminati
- iniziare dalla cima di una branca (dare una struttura conica)
- prolungare le branche con un ramo misto
POTATURA DEL PERO
PRODUCE SU:
- BRINDILLI
- RAMI MISTI DI UN ANNO (PIANTE GIOVANI)
- LAMBURDE (PIANTE ADULTE)
CLASSIFICA DEEL VARIETA’ IN BASE ALL’ATTITUDINE A PRODURRE SULLE LAMBURDE
Kaiser 90 %
Abate Fetel , Conference 80 %
Passa Crassana Decana 75%
William, Coscia 30 %
- tenere conto della carica dell’anno precedente
- asportare il 30-50 % delle gemme a frutto
- asportare i rami esauriti
- abbassare la pianta con tagli di ritorno sulla freccia e branche primarie
- evitare capitozzatura dell’asse centrale
- diradare le zampe di gallo (produzione scarsa cattiva qualità)
- asportare rami e brindilli troppo vigorosi e soprannumerari
- raccorciamento dei rami e branchette di 2 anni
POTATURA DEL SUSINO
VARIETA’ CINO-GIAPPONESI: producono su rami misti e dardi: potatura energica con rimonda e diradamento dei rami misti e parte di branchette che portano dardi.
EUROPEE: (dardi a mazzetto, meno fiori )
- potatura meno energica con raccorciamento di branche che portano dardi,
- piegatura di rami vigorosi per formare dardi,
- equilibrato rinnovo della vegetazione e uniforme distribuzione della vegetazione, diradamento dei rami misti e brindilli,
- rami vigorosi lasciati per alcuni anni onde produrre dardi.
POTATURA DEL CILIEGIO
PRODUCE SUI DARDI A MAZZETTO
rimangono in produzione fino a 10 anni, meglio se effettuata dopo la raccolta per alleggerire la chioma assicurando illuminazione e rinnovo delle formazioni fruttifere (15 %) i frutti portati dai dardi più giovani sono più grossi e zuccherini
difficoltà e lentezza di cicatrizzazione dei tagli (gommosi)
POTATURA DELL’ALBICOCCO
PRODUCE SU: RAMI MISTI , BRINDILLI, DARDI (PIANTE VECCHIE) SECONDO LE VARIETÀ
- diradare la parte alta della chioma
- asportare rami dorsali
- eliminare branche di 3-5 anni esaurite
- diradare rami a frutto
- rinnovare il 25-30 % della vegetazione
- su piante giovani e vigorose potatura più leggera.
POTATURA DEL MELO
Produce su:
lamburde fiorifere (spur e red delicious)
brindilli (imperatore)
rami misti (golden )
brindilli e lamburde (granny smith con portinnesti di media vigoria
“ + rami misti ( “ “ con portinnesti deboli)
- rami misti non raccorciati ma diradati
- raccorciamento rami apicali per rinnovare le branche principali
- asportare parte dei rami di un anno
- sfoltire branchette di sfruttamento e zampe di gallo
- tagli di ritorno su branche primarie
POTATURA DEL MANDORLO
Fruttifica in prevalenza su dardi e rami misti
ESEGUIRE
- diradamento legnoso dei rami misti
- eliminazione secchioni
- pulizia seccume e legno avariato
POTATURA DEL KAKI
Fruttifica su rami misti e brindilli si esegue un medio diradamento di tali formazioni.(gemme a legno e miste)
Evitare potature energiche .
enricofortunati
Fonte: http://www.itastodi.it/wp-content/uploads/2008/03/POTATURA-DEFINITIVA-PUBBLICAZIONE.doc
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